Clausura e santità femminile in contesto cattolico - Sei
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suetud<strong>in</strong>e nobiliare nota come maggiorasco. Una volta professati i voti (nel convento monzese<br />
di santa Margherita, oggi non più esistente), Marianna assunse il nome di suor Virg<strong>in</strong>ia,<br />
ma non riuscì ad adeguarsi alla rigida discipl<strong>in</strong>a monastica. pertanto, dopo alcuni anni<br />
<strong>in</strong>trecciò una relazione con il nobile monzese Gian paolo osio, la cui abitazione conf<strong>in</strong>ava<br />
con il monastero. Dalla relazione nacque una figlia, ma i due riuscirono a tenerla nascosta;<br />
la situazione si aggravò bruscamente nel 1606, quando una giovane conversa, Cater<strong>in</strong>a Cass<strong>in</strong>i<br />
da Meda, m<strong>in</strong>acciò di rendere pubblica l’<strong>in</strong>tera vicenda. osio uccise la serva e la seppellì<br />
presso il convento; poi, tentò di elim<strong>in</strong>are altre due suore, ottavia e Benedetta, che erano al<br />
corrente della tresca. Benedetta, però, sopravvisse e denunciò tutto alle autorità.<br />
Suor Virg<strong>in</strong>ia fu arrestata il 15 novembre 1607 a Monza, fu trasferita a Milano e condannata<br />
alla reclusione a vita <strong>in</strong> una cella di «tre braccia per c<strong>in</strong>que» (un metro e ottanta<br />
per tre). Gian paolo osio, <strong>in</strong>vece, fu condannato a morte; ricercato dalle autorità, si rifugiò<br />
a Milano presso i nobili taverna suoi amici, che però lo tradirono e lo uccisero a bastonate<br />
nei sotterranei del loro palazzo, per ottenere i favori del governatore spagnolo. Nel 1622, dopo<br />
tredici anni di durissima prigionia, suor Virg<strong>in</strong>ia fu graziata dal card<strong>in</strong>ale Federigo Borromeo.<br />
Al momento della morte (17 gennaio 1650), secondo ripamonti – il cronista cui Manzoni<br />
att<strong>in</strong>se numerose notizie sul seicento milanese – era «una vecchia ricurva, magra, veneranda:<br />
a vederla si crederebbe a malapena che un tempo avesse potuto essere bella e spudorata».<br />
Possessioni diaboliche<br />
Nel xVii secolo, lo storico <strong>in</strong>contra nel mondo monastico <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong> numerosi casi di fughe,<br />
di suicidi e, soprattutto, di nevrosi, classificate all’epoca come vere possessioni<br />
diaboliche. Gli episodi più importanti si verificarono <strong>in</strong> Francia, all’<strong>in</strong>terno dell’ord<strong>in</strong>e<br />
delle orsol<strong>in</strong>e, che registrarono casi di possessione: ad Aix-en-provence, a pontoise<br />
e a parigi (nel 1621-1622) e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e a Loudun, nel 1632<br />
Ad Aix-en-provence, nell’estate 1609 una giovane monaca <strong>in</strong>iziò a soffrire di malesseri notturni,<br />
mescolati ad alluc<strong>in</strong>azioni. i primi esorcismi <strong>in</strong>iziarono <strong>in</strong> dicembre, da parte di numerosi<br />
sacerdoti e religiosi provenzali. Nella primavera 1610, un prete che svolgeva il ruolo<br />
di direttore spirituale all’<strong>in</strong>terno del convento fu accusato dalla monaca di averla stregata<br />
con il suo fiato. Messo sotto tortura, il sacerdote confessò il delitto, fu condannato<br />
e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e giustiziato il 30 aprile 1611. i fatti di Loudun si svolsero secondo un copione per<br />
molti versi analogo, ma ricevettero particolare notorietà <strong>in</strong> virtù del fatto che a essere colpita<br />
fu la badessa <strong>in</strong> persona, che poi si trasc<strong>in</strong>ò dietro quasi tutto il convento. sia la priora<br />
(Jeanne des Anges) sia le monache diventate improvvisamente ossesse, cioè possedute<br />
dal demonio, appartenevano alla piccola nobiltà locale; Loudun, tuttavia, era una città<br />
abitata da una popolazione mista, per metà cattolica e per metà ugonotta: anzi, era<br />
una delle piazzeforti d’asilo concesse ai protestanti francesi dall’editto di Nantes, del 1598.<br />
F<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio, la vicenda assunse valore politico-propagandistico, <strong>in</strong> quanto le autorità<br />
cattoliche si sforzarono di apparire come capaci di distruggere le forze diaboliche scatenate.<br />
Gli esorcismi furono un grandioso spettacolo pubblico, con le donne collocate sopra appositi<br />
palchi, all’<strong>in</strong>terno delle chiese della città, per mostrare il trionfo della Chiesa sulle potenze<br />
demoniache, e qu<strong>in</strong>di la superiorità della verità cattolica sull’errore dei riformati. <strong>in</strong>tanto,<br />
come già era accaduto ad Aix-en-provence, anche <strong>in</strong> questa circostanza fu accusato un prete,<br />
Urba<strong>in</strong> Grandier, che venne <strong>in</strong>carcerato nel dicembre 1633 e giustiziato il 18 agosto 1634.<br />
<strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, possiamo ricordare un ulteriore caso di possessione, verificatosi a Louviers, <strong>in</strong> Normandia,<br />
nel 1643. La vicenda è <strong>in</strong>teressante perché il presunto prete stregone era morto<br />
dieci anni prima; dopo l’esplicita accusa di alcune monache possedute, la sua tomba fu aperta<br />
e il cadavere condannato al rogo. tuttavia, l’<strong>in</strong>tera faccenda destò un profondo e generale<br />
disagio quando la pr<strong>in</strong>cipale accusatrice – Madele<strong>in</strong>e Bavent – accusò anche una<br />
celebre religiosa, che <strong>in</strong> passato era stata priora a Louviers, ma al momento guidava un<br />
prestigioso convento nella capitale. poiché la badessa parig<strong>in</strong>a era universalmente stimata<br />
per la sua pietà, Madele<strong>in</strong>e Bavent perse gran parte della propria credibilità e fu r<strong>in</strong>chiusa<br />
<strong>in</strong> una segreta del tribunale vescovile di Èvreux. per mettere a tacere lo scandalo,<br />
si decise <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e di sciogliere l’<strong>in</strong>tero convento.<br />
F.M. Feltri, Chiaroscuro © SEI, 2010<br />
➔I delitti della<br />
monaca di Monza<br />
Riferimento<br />
storiografico 2<br />
pag. 6<br />
➔Un grande<br />
spettacolo pubblico<br />
ipertesto<br />
IPERTESTO A<br />
3<br />
<strong>Clausura</strong> Il miro dell’età e <strong>santità</strong>dell’oro <strong>femm<strong>in</strong>ile</strong> e del<strong>in</strong>Paese <strong>contesto</strong> di Cuccagna <strong>cattolico</strong>