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IL TERRITORIO Aspetti geologici su Ginosa e la sua gravina Gli ...

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MORIETUR]. Il Cristo e <strong>la</strong> Vergine avevano le scritte esegetiche in greco: XP[I TO]C e M[HTH]<br />

P [EOJ Y e il Battista in <strong>la</strong>tino: SANCTVS J0[HANNESI]. Sotto <strong>la</strong> lunetta vi erano le immagini<br />

degli apostoli Filippo e Giacomo benedicenti e brani di quel<strong>la</strong> di Giovanni, con le scritte esegetiche:<br />

SANCTVS PH<strong>IL</strong>IP[P]US, SANCTUS IACOBUS e SANCTUS J0[HANNESI]. Vi erano tracce di<br />

affreschi anche <strong>su</strong>l muretto dell’iconostasi.<br />

Il pi<strong>la</strong>stro mostrava sopra una faccia il volto di Santa Caterina, con resti del<strong>la</strong> scritta S[AN]C[T A<br />

ECATRINA, sovrapposto a quello di un’altra santa.<br />

SS. MEDICI<br />

La chiesa dei SS. Medici è ancora aperta al culto nel 1766 ed è già abbandonata nel 1782. Questa<br />

chiesa svolge un disegno di pianta semplice, quadrango<strong>la</strong>re, con un pi<strong>la</strong>stro scentrato, portante due<br />

semiarchi a sostegno del soffitto profi<strong>la</strong>to a falde. L’ingresso s’apriva arcuato a tutto sesto, come<br />

quelli dei due vani in linea, a sinistra e di altri, diruti e sepolti nel terreno, a destra.<br />

Sopra una parete, al <strong>la</strong>to del vano d’entrata, con resti d’una scritta in <strong>la</strong>tino <strong>su</strong>l<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> cornice e<br />

con <strong>la</strong> data 1528, è dipinto un Ecce Homo, dal volto ormai perso.<br />

Il pi<strong>la</strong>stro porta, <strong>su</strong>l<strong>la</strong> faccia che fronteggia l’ingresso, un incavo per l’acqua benedetta, coronato da<br />

minifigure e dal<strong>la</strong> scritta esplicativa ABLUTTIO SCELERU[M] e, <strong>su</strong> quel<strong>la</strong> <strong>la</strong>terale sinistra, resti<br />

dell’immagine d’un santo.<br />

Un motivo floreale precede <strong>la</strong> figura del Cristo, contorna, più avanti, una rozza nicchia con due<br />

escavazioni identiche tra loro, decora i semiarchi e sormonta l’acquasantiera.<br />

L’affresco dei santi tito<strong>la</strong>ri con i due donatori, tagliato da una parete, forse opposta, a quel<strong>la</strong> del<br />

Cristo e collocato dapprima sopra un altare nel<strong>la</strong> nuova chiesa del<strong>la</strong> Santa Croce, poi detta dei SS.<br />

Medici, si trova inserito nel<strong>la</strong> parete destra di quel<strong>la</strong> ora detta di San Martino. La raffigurazione dei<br />

SS. Medici, che richiama, stilisticamente, quel<strong>la</strong> dell’Ecce Homo e quel<strong>la</strong> di San Martino vescovo<br />

nel<strong>la</strong> Chiesa Matrice, porta <strong>su</strong>l<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> cornice dipinta, parte d’una scritta, che si legge: ... I<br />

FECIT LUCA DE GEORGIO DE....<br />

SAN SALVATORE<br />

La chiesa di San Salvatore svolge un disegno di pianta semplice, con <strong>la</strong> zona presbiteriale<br />

qualificata, a sinistra, da un vano di cappel<strong>la</strong> voltato, da una pseudonicchia ad arco scemo ricavato<br />

nel<strong>la</strong> parete di fondo e da una <strong>su</strong>bsellia. Il soffitto è piano.<br />

<strong>Gli</strong> affreschi sono di gusto bizantino tardo. Sul piedritto destro dell’arco, che divide,<br />

trasversalmente, <strong>la</strong> chiesa, sono riprodotte le immagini benedicenti del Salvatore e di San Nico<strong>la</strong>.<br />

Racchiuse nel<strong>la</strong> pseudonicchia restano le figure sbiadite di una tarda Deèsis.<br />

SAN LEONARDO VECCHIO<br />

La chiesa di San Leonardo Vecchio, ampliata con l’innesto di un avancorpo murario e riaperta al<br />

culto nel 1764, è <strong>su</strong>ccessivamente intito<strong>la</strong>ta a Santa Maria Mater Domini.<br />

Del<strong>la</strong> chiesa in rupe si osservano il presbiterio, voltato a carena e sottolineato da <strong>su</strong>bsellia e l’attigua<br />

sacrestia. Un dipinto di gusto greco di San Nico<strong>la</strong> benedicente, con <strong>la</strong> scritta esegetica <strong>la</strong>tina in due<br />

tondi S[ANC-TUS] NICOLAUS, è disposto, a guisa di pietra tombale, nel<strong>la</strong> prima delle due arcate<br />

di sinistra del<strong>la</strong> parte nuova.<br />

Sull’altare medioevale, dietro quello recante <strong>la</strong> sig<strong>la</strong> in rilievo M. M. D. (MARIA MATER<br />

DOMINI), è raffigurata, in una cornice dipinta sormontata da un cartiglio con <strong>la</strong> scritta A, D.<br />

(ANNO DOMINI) 1764, una tarda Deesis, col Cristo, fra <strong>la</strong> Vergine e San Giovanni Battista, che<br />

regge un libro con <strong>la</strong> mano sinistra e benedice.<br />

Sul<strong>la</strong> stessa parete si notano, a sinistra, i resti di una composizione e, a destra, una figurazione<br />

settecentesca del<strong>la</strong> Buona Morte.

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