06.05.2013 Views

IL TERRITORIO Aspetti geologici su Ginosa e la sua gravina Gli ...

IL TERRITORIO Aspetti geologici su Ginosa e la sua gravina Gli ...

IL TERRITORIO Aspetti geologici su Ginosa e la sua gravina Gli ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

posizione orografica. Un buon numero di sentieri in terra battuta determinava un flusso di scambi<br />

tra i vari nuclei abitativi .<br />

A questo proposito si è recentemente scoperta, mediante rilievi aerofotogrammetrici, una lunga via<br />

di comunicazione, che proveniva dal<strong>la</strong> zona del Sinni, proseguiva per Metaponto, attraversava il<br />

Bradano, raggiungeva <strong>la</strong> zona di Lama del Pozzo, il vil<strong>la</strong>ggio preistorico di Follerato, quindi quello<br />

coevo nel<strong>la</strong> località di SS. Trinità ad oriente di Laterza e da Massafra, di luogo in luogo, terminava<br />

a mare, presso Brindisi .<br />

La re<strong>la</strong>tiva vicinanza alle colonie magno-greche dell’arco jonico presto determinò un fenomeno di<br />

osmosi che infine si risolse a favore del<strong>la</strong> più evoluta sfera greca come testimoniano i numerosi<br />

ritrovamenti ed in partico<strong>la</strong>re una grossa pietra scoperta e custodita da Luigi Miani, appartenente<br />

alle mura di <strong>Ginosa</strong> e risalente al 549 a.C.<br />

Il <strong>Gli</strong>onna ed il Tuseo, due storici locali, narrano di avanzi di blocchi quadrilunghi, non cementati,<br />

rinvenuti “<strong>su</strong>l<strong>la</strong> spianata dell’attuale paese” e di due tracce di strade, che da questi si dipartivano<br />

verso <strong>la</strong> zona del castello.<br />

Uno studio accurato per <strong>la</strong> carta dell’abitato, rive<strong>la</strong> per il nucleo edificato più antico una<br />

conformazione p<strong>la</strong>nimetrica, chiaramente di tipo pseudo-ippodameo, raffrontata al vincolo forte<br />

costituito dalle curve di livello del<strong>la</strong> <strong>gravina</strong>, con maglia urbana rego<strong>la</strong>re e con una so<strong>la</strong> strada più<br />

<strong>la</strong>rga, assiale rispetto alle altre, che collegava l’acropoli all’agorà, cioè le aree dove sono<br />

attualmente il castello e <strong>la</strong> vil<strong>la</strong> comunale.<br />

Poiché <strong>Ginosa</strong>, a differenza di Taranto e Metaponto, non <strong>su</strong>bì le conseguenze delle sconfitte di<br />

Pirro e di Annibale, l’impianto greco si conservò intatto in epoca romana, anzi dal<strong>la</strong> disposizione di<br />

isole limitrofe si può immaginare <strong>la</strong> consistenza del nuovo tes<strong>su</strong>to.<br />

La città ricevette, dai vincitori romani, un forte incremento edilizio e demografico.<br />

L’impianto greco si conservò intatto in epoca romana, ed i Romani dettero notevole incremento<br />

demografico, ed edilizio, anche con l’inserimento delle famiglie fuggite dal<strong>la</strong> distrutta Metaponto.<br />

Come colonia romana, as<strong>su</strong>nse il carattere di oppidum fortificato, con mura e edifici pubblici, terme<br />

e templi, dedicati a Giano.<br />

Il <strong>Gli</strong>onna ricorda, fra i monumenti notevoli, i sepolcri, tanto comuni fra i reparti genusini, che si<br />

presentano nei due tipi: sepolcri italo-greci e sepolcri romani.<br />

<strong>Gli</strong> italo-greci, molto infossati nel terreno, contenenti vasi fittili, medaglie e oggetti vari. I sepolcri<br />

romani quasi a fior di terra (sempre secondo <strong>Gli</strong>onna) contenevano solo <strong>la</strong>me arrugginite, rozzi vasi<br />

di creta e qualche moneta romana, che sono stati scoperti e derubati da vandali.<br />

I sepolcri sono in pietra tufacea, a forma di pi<strong>la</strong>, col coperchio privo di iscrizioni.<br />

Fra i vasi e piatti fittili trovati fino ad oggi nel territorio ginosino, oltre ai pochi ricordati dal<br />

<strong>Gli</strong>onna, vi sono quelli, in gran numero descritti recentemente e catalogati da Ange<strong>la</strong> Capurso<br />

(1985), fra i quali, kylix di tipo jonico, oinochoe trilobato, skyphos attici ed apuli, brocchette apule,<br />

olpe apule, pissidi stamnoidi, piatti apuli, coppette bianche apule, coppette baccel<strong>la</strong>te apule,<br />

lekythos, unguentari, crateri a campana lucani e apuli, hydric, cpichysis, oinochoe dello stile di<br />

Gnathia, ollette acrome, oscillum, lucerne, ecc.<br />

Dell’epoca romana furono trovati, nelle varie tombe, lucerne, anfore, <strong>la</strong>crimali, monete di varie<br />

epoche (una di Mamerzio).<br />

Nel 1862, nelle fondazioni di una casa, a 5 m di profondità, fu trovato un sepolcro in mattoni<br />

contenente oggetti di bronzo, “calderotti” con coppini, coppe, brocche, un paio di elmi<br />

(contrassegnati da una testa di oca), alcune armature.<br />

Il Tuseo (1957) afferma il rinvenimento “quasi a fior di terra”, di tombe di soldati romani,<br />

contenenti <strong>la</strong>me, bracciali di bronzo, armature, vasi e monete di varie epoche: dalle romulee alle<br />

conso<strong>la</strong>ri, dalle urbiche a quelle di imperatori (addirittura qualcuna coniata da famiglie).<br />

I nuclei originari protostorici e messapici si conservarono per secoli e sotto vari domini, come<br />

ri<strong>su</strong>lta da reperti di ruderi di un Pa<strong>la</strong>gio (Pa<strong>la</strong>tium), di una zona che fu dimora di schiavi, di una<br />

pietra con incisi termini che dimostrano che <strong>Ginosa</strong> in epoca imperiale poteva nominare i propri

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!