IL TERRITORIO Aspetti geologici su Ginosa e la sua gravina Gli ...
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Flora del<strong>la</strong> <strong>gravina</strong><br />
II complesso floristico, comprensivo di 373 specie vegetali censite, è ovviamente influenzato dal<br />
fatto che non sono poche le piante coltivate e gli alberi fruttiferi che invadono <strong>la</strong> <strong>gravina</strong>, con orti e<br />
giardini dai quali sfuggono varie piante, anche da fiori, più o meno spontaneizzate.<br />
Nel<strong>la</strong> <strong>gravina</strong> dominano - fra gli alberi - l'olivo e il mandorlo e, oltre al comunissimo fico, anche <strong>la</strong><br />
vite occupa una buona parte, come pure il fico d'India.<br />
E' perciò interessante ricordare anche le varietà in cui si presentano queste che possiamo dire<br />
intrusioni antropiche, che occupano una parte non indifferente dei greppi e del fondo-valle. È da<br />
considerare principale l'olivo, che si presenta in due varietà: l'olivo ogliarolo e l'olivo cellino.<br />
L'ogliarolo è <strong>la</strong> varietà più antica e diffusa, e i nativi <strong>la</strong> chiamano "colmone". È stata <strong>la</strong> varietà<br />
preferita per il maggior contenuto d'olio nelle drupe e per l'abbondante fruttificazione. Venne man<br />
mano sostituita dal<strong>la</strong> varietà "collina", più resistente dell'ogliarolo (che è più soggetto al<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia<br />
"brusca"). La pianta dell'olivo cellino viene chiamata generalmente "pizzuta", ed è più robusta,<br />
resistente ai venti, al<strong>la</strong> brina e al<strong>la</strong> "brusca". .<br />
Oltre all'olivo comune (Olea europaea ssp. sativa), si trova l'olivastro o olivo selvatico (Olea<br />
europaea ssp. olivaster). Il "cellino" forma alberi enormi, resistenti anche nei terreni poveri e magri,<br />
e fruttifica abbondantemente. Le olive sono più piccole però non meno ricche di olio. I contadini<br />
danno da mangiare le foglie d'olivo agli ovini e bovini.<br />
Il secondo albero fruttifero, frequente in <strong>gravina</strong>, è il mandorlo, che presenta le varietà Rachele,<br />
Cinque-cinque, Catuccia, Franciscudda, Viscarda e Gargano.<br />
Anche <strong>la</strong> vite presenta, nel<strong>la</strong> <strong>gravina</strong>, delle varietà: Negro amaro, Pri-mativo, Malvasìa nera,<br />
Malvasìa bianca, Moscatellone, Corno<strong>la</strong> bianca, Verdeca, Aleatico.<br />
Il fico è presente in ben dieci varietà. Il fico è <strong>la</strong> pianta che dimostra una partico<strong>la</strong>re predilezione<br />
per le grotte e i greppi in generale. Quasi tutte le grotte hanno qualche pianta di fico all'ingresso, e<br />
piante, generalmente poco sviluppate, si trovano anche nell'interno di varie grotte, spesso cresciute<br />
in posizioni strane, come in qualche nicchia, o addirittura <strong>su</strong>l<strong>la</strong> volta.<br />
Una pianta decorativa molto diffusa nel<strong>la</strong> <strong>gravina</strong>, sia <strong>su</strong>l ciglio che nei greppi e nel fondo-valle, è<br />
l'Agave (Agave americana) delle Amarilidacee, rinselvatichita. È una pianta straordinaria e, con le<br />
<strong>su</strong>e grandi, rigide e carnose foglie disposte a rosetta, costituisce un ornamento notevole. Quando,<br />
dopo una decina di anni di vita (o più, fino a una quarantina) fiorisce, lo stelo floreale si sviluppa<br />
per più metri, e l'infiorescenza è ricca di fiori candidi; ma ciò distrugge tutte le energie del<strong>la</strong> pianta,<br />
che, dopo <strong>la</strong> fioritura muore, <strong>la</strong>sciando però varie piccole àgavi "figlie".<br />
Il nome di Agave pare derivi dal greco "agauos", che significa magnifico o meraviglioso.<br />
Qua e là nel<strong>la</strong> <strong>gravina</strong> fiorisce l'Alianto (Ai<strong>la</strong>nthus altissima; A. g<strong>la</strong>ndulosa), sia a macchie<br />
rigogliose che ad albero. È una pianta d'origine americana, introdotta in Italia nel 1700 (Orto<br />
Botanico di Padova), e acclimatata ovunque, con grandi infiorescenze rossastre.<br />
Fra i diversi alberi da frutto, qua e là rinselvatichito, si nota anche qualche gelso (Morus nigra).<br />
Le Orchidee, di più specie, pare abbiano trovato il loro habitat più confacente nel<strong>la</strong> località di<br />
Vallone, cioè nel tratto finale del<strong>la</strong> <strong>gravina</strong>, che al <strong>la</strong>to iniziale, invece, cioè in un'area del<strong>la</strong> località<br />
denominata Santoro, è occupata dal bosco di lecci, con qualche altra specie arborea (Quercia e Pino,<br />
quest'ultimo rappresentato solo da alcuni esemp<strong>la</strong>ri, e alcuni arbusti di corbezzolo (Arbutus unedo)<br />
che manca in tutto il resto del<strong>la</strong> <strong>gravina</strong>).<br />
È’ da notare che, eccettuati i rari esemp<strong>la</strong>ri di pino di questi boschi, tutta <strong>la</strong> <strong>gravina</strong> appare priva di<br />
pini. Essi costituiscono, invece, l'essenza principale di altre gravine, come per esempio quel<strong>la</strong> di<br />
Petruscio (Motto<strong>la</strong>).<br />
L'elevato numero di specie censite rive<strong>la</strong> una indubbia ricchezza floristica che, però, è in buona<br />
parte da mettere in re<strong>la</strong>zione con l'elevata antropizzazione dei luoghi. L'alterazione dell'ambiente<br />
naturale rive<strong>la</strong>ta dal<strong>la</strong> presenza di un elevato numero di specie vegetali di tipo sinantropico e<br />
ruderale, nonché da numerosi elementi spontaneizzatisi dopo introduzione a scopo agricolo od<br />
ornamentale, è da imputarsi al<strong>la</strong> morfologia dei luoghi che ri<strong>su</strong>ltano meno aspri e accidentati