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Ultrasuoni in sala parto - Farmitalia Industria Chimico-Farmaceutica ...

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Tabella 5 Coefficienti di trasfusione per il calcolo del volume<br />

di sangue da trasfondere<br />

Aumento ematocrito del… Coefficiente di trasfusione<br />

10% 0,02<br />

15% 0,03<br />

20% 0,04<br />

25% 0,05<br />

30% 0,06<br />

Giann<strong>in</strong>a G et al, Fetal Diagn Ther 1998<br />

con segni ecografici tipici di anemia<br />

grave, quali ascite/idrope 9.<br />

La trasfusione <strong>in</strong>trauter<strong>in</strong>a (IUT)<br />

nel trattamento delle forme più<br />

gravi di malattia emolitica, descritta<br />

da Liley nel 1963, consiste nell’<strong>in</strong>fusione<br />

di un concentrato di<br />

globuli rossi Rh-negativi nel sistema<br />

circolatorio fetale mediante<br />

funicolocentesi. Trattandosi di elementi<br />

che non possono essere di-<br />

Solo agli <strong>in</strong>izi<br />

degli anni Ottanta furono<br />

fatti i primi tentativi<br />

di trasfusione fetale.<br />

strutti dall’azione di anticorpi di<br />

orig<strong>in</strong>e materna, si ottiene un miglioramento<br />

dello stato di anemia<br />

fetale e delle sue conseguenze.<br />

La prima tecnica trasfusionale endouter<strong>in</strong>a<br />

per il trattamento della<br />

malattia fetale fu la procedura<br />

endoperitoneale descritta e attuata<br />

da Liley nel corso dei primi anni<br />

Sessanta. I primi tentativi di trasfusione<br />

fetale endovascolare risalgono,<br />

<strong>in</strong>vece, all’<strong>in</strong>izio degli anni<br />

Ottanta. Il fluido da <strong>in</strong>fondere<br />

è una sospensione di eritrociti lavati<br />

e filtrati di gruppo 0 Rh-ne-<br />

gativo, concentrata a un valore di<br />

ematocrito di 75-85%, irradiata<br />

con 2.500 Gy (per elim<strong>in</strong>are i globuli<br />

bianchi residui), con prove di<br />

compatibilità negative col siero<br />

materno e testata per HbsAg,<br />

HCV, HIV, sifilide e CMV 10.<br />

Per determ<strong>in</strong>are il volume di ogni<br />

s<strong>in</strong>gola trasfusione sono disponibili<br />

diverse formule empiriche e<br />

una molto semplice è quella basata<br />

sul cosiddetto coefficiente<br />

di trasfusione (tabella<br />

5): per ottenere il<br />

volume di sangue <strong>in</strong> mil-<br />

lilitri con ematocrito 75%<br />

che è necessario trasfondere<br />

al feto per aumentare<br />

il valore di ematocrito<br />

di un certo numero di<br />

punti percentuali è sufficiente<br />

moltiplicare il coefficiente<br />

di trasfusione per il peso<br />

fetale <strong>in</strong> grammi stimato ecograficamente.<br />

Il coefficiente di trasfusione<br />

cambia <strong>in</strong> base all’<strong>in</strong>cremento<br />

di ematocrito che si vuole<br />

ottenere (tabella 5).<br />

Di solito si cerca di trasfondere<br />

un volume di sospensione eritrocitaria<br />

tale da portare l’ematocrito<br />

fetale al 45-50%. Peraltro, più<br />

che al valore di ematocrito teoricamente<br />

desiderabile, nel corso<br />

della trasfusione bisogna badare<br />

alla tolleranza del feto. Infatti,<br />

non sempre quest’ultimo è<br />

IMMUNOEMATOLOGIA<br />

<strong>in</strong> grado di ricevere tutto il volume<br />

di trasfusione previsto; <strong>in</strong> tal<br />

caso, la trasfusione verrà ripetuta<br />

a un <strong>in</strong>tervallo più breve. In base<br />

a questa considerazione, molti<br />

si limitano a valutare il valore<br />

di ematocrito raggiunto nel corso<br />

della trasfusione, senza ricorrere<br />

preventivamente a formule<br />

empiriche per calcolare il volume<br />

da trasfondere, e sospendono la<br />

trasfusione quando l’ematocrito<br />

fetale desiderato viene raggiunto<br />

o quando il feto mostra segni<br />

di <strong>in</strong>tolleranza. Le possibili complicanze<br />

relative alla procedura<br />

sono la morte fetale (1-3%), i<br />

traumi, l’ematoma <strong>in</strong>trafunicolare<br />

da compressione sui vasi ombelicali,<br />

la bradicardia fetale protratta,<br />

l’emorragia fetale irrefrenabile<br />

da lacerazione del vaso <strong>in</strong>cannulato,<br />

le emorragie fetali tardive,<br />

il distacco <strong>in</strong>tempestivo di<br />

placenta, la rottura prematura<br />

delle membrane (0,1% per procedura),<br />

la corionamniotite (0,3%<br />

per procedura), le emorragie materne<br />

parietali e viscerali.<br />

Tim<strong>in</strong>g del <strong>parto</strong><br />

Rimane qualche <strong>in</strong>certezza circa<br />

l’età gestazionale oltre la quale,<br />

<strong>in</strong> caso di sospetta anemia, sia opportuno<br />

procedere direttamente<br />

all’espletamento del <strong>parto</strong>: attualmente<br />

questo limite è <strong>in</strong> genere<br />

posto a 35 settimane, ma è ragionevole<br />

anticiparlo anche f<strong>in</strong>o alle<br />

32 settimane <strong>in</strong> base a una valutazione<br />

<strong>in</strong>dividualizzata che consideri<br />

da un lato i rischi della trasfusione<br />

<strong>in</strong> utero (2-3% di perdite<br />

fetali e possibile aumento di<br />

concentrazione degli anticorpi materni),<br />

dall’altro i rischi di un <strong>parto</strong><br />

molto preterm<strong>in</strong>e, soprattutto<br />

<strong>in</strong> un neonato che necessiterà di<br />

N OG<br />

17

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