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Stravisi F. 2006 - Dip. Scienze della Terra

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L’articolo è stampato alle pag. 245-288<br />

Qui è riprodotta la bozza originale.<br />

INDICE<br />

Introduzione 5<br />

Le prime osservazioni meteorologiche 5<br />

La scuola di nautica e la biblioteca civica di Trieste 8<br />

L’osservatorio meteorologico di Trieste e la stazione di S. Andrea 14<br />

La stazione meteorologica di Piazza Hortis 21<br />

Le serie meteorologiche di Trieste 26<br />

(1779-1817) Piazza Grande 27<br />

(1817-1903) Piazza Lipsia 27<br />

(1903-1920) Villa Basevi 31<br />

(1920- oggi) Sant’Andrea 31<br />

(1978- oggi) Piazza Hortis 31<br />

Riepilogo 32<br />

Riferimenti 35


5<br />

La meteorologia a Trieste<br />

Franco <strong>Stravisi</strong><br />

Università di Trieste, <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> <strong>Terra</strong><br />

Introduzione<br />

Lo studio delle serie climatiche rappresentative di una determinata località<br />

deve necessariamente partire dalla conoscenza più accurata possibile dei fatti<br />

storici e delle vicende che hanno caratterizzato le sue stazioni meteorologiche, per<br />

quanto riguarda i siti, gli strumenti (tipo, collocazione, modalità di impiego), gli<br />

enti e le persone preposte a tal compito e le modalità di acquisizione e di<br />

elaborazione dei dati. In base ai dati tecnici si possono quindi adottare criteri per<br />

l’omogeneizzazione delle serie, eventualmente ricorrendo anche a nuove misure<br />

di microclimatologia comparata. La conoscenza dei fattori umani infine va al di là<br />

<strong>della</strong> semplice curiosità o del doveroso riconoscimento, in quanto permette di<br />

valutare al meglio l’impegno e la serietà dedicati alle osservazioni, alle misure,<br />

alle registrazioni, all’archiviazione ed al controllo dei dati, e quindi l’affidabilità<br />

dei dati stessi.<br />

Le osservazioni meteorologiche a Trieste iniziano verso la fine del ‘700, grazie<br />

all’iniziativa di alcuni uomini di cultura che ebbero la passione, la costanza e<br />

l’occasione di impegnare il loro tempo in quest’opera. La serie principale di<br />

osservazioni meteorologiche, che si è sviluppata con continuità nel tempo per<br />

arrivare sino ad oggi, è quella iniziata nell’ambito <strong>della</strong> scuola di nautica:<br />

l’attività, partita quasi in sordina ad opera di singoli docenti, verso la metà<br />

dell’ottocento fu istituzionalizzata ed integrata nel mondo scientifico ed<br />

economico.<br />

La storia <strong>della</strong> meteorologia a Trieste rappresenta un caso raro e fortunato.<br />

Raro perché possiamo oggi disporre di circa due secoli di dati; fortunato, perché il<br />

lavoro è stato sempre portato avanti da persone competenti, che hanno saputo e<br />

voluto privilegiarne l’aspetto scientifico senza trascurare, quando le circostanze lo<br />

richiedevano, quello di servizio. Vediamo di ricostruire la storia di questi<br />

avvenimenti, dalle origini ai giorni nostri.<br />

Le prime osservazioni meteorologiche<br />

Domenico Rossetti (1774-1842), un eminente personaggio triestino attento<br />

sostenitore <strong>della</strong> cultura cittadina nei suoi vari aspetti, nell’articolo inaugurale<br />

pubblicato sull’Archeografo Triestino da lui fondato (1829) nell’ambito <strong>della</strong><br />

Società di Minerva, riporta una serie di informazioni statistiche relative a Trieste<br />

riguardanti, tra le altre cose, la meteorologia. Riprendiamo le sue parole: “Non<br />

essendo state fatte in Trieste esatte e continuate osservazioni barometriche e<br />

termometriche, se non dal dì 5 d'agosto 1788 in poi, dobbiamo contentarci di<br />

quelle memorie meteorologiche che tuttavia si trovano ordinatamente registrate<br />

nelle schede del prof. Andrea Stadler de Breitweg dal 1 giugno del 1779 fino ai 5<br />

d'agosto 1788; dalla quale epoca fino ai 25 d'ottobre 1799 non trovasi memoria<br />

che di un terremoto. Dal dì 25 ottobre del 1799 fino a tutto dicembre del 1827 si


6<br />

posseggono osservazioni regolari e costanti; dalle quali si poterono desumere il<br />

massimo, il minimo ed il medio stato atmosferico nel periodo di venticinque anni.<br />

Abbiamo altresì una serie di osservazioni pluviometriche del defunto dott.<br />

Leonardo Vordoni dal 1788 al 1807, interrotte soltanto negli anni 1792, 1794,<br />

1795, 1797 (Tab. 1). Si procurerà di stabilire dal 1830 all'avvenire un sistema di<br />

più regolari ed estese osservazioni meteorologiche.” Nello stesso articolo, Rossetti<br />

riporta alcuni dati relativi allo “stato dell’atmosfera” (Tab. 2), dedotti “dalle tre<br />

osservazioni fatte nel corso <strong>della</strong> giornata (ore 7, 14 e probabilmente 22)”; la<br />

pressione sembra ridotta al livello del mare, ma non sono riportate note al<br />

riguardo. L’unità di misura di lunghezza allora usata era il piede di Parigi:<br />

1 piede di Parigi = 12 pollici = 32.48394 cm ,<br />

1 pollice = 12 linee = 27.06995 mm ,<br />

1 linea = 10 particelle = 2.255829 mm ;<br />

la scala termometrica era quella ottantigrada di Réaumur (1 °C = 0.8 °R).<br />

Anche lo storico triestino Pietro Kandler (1804-1872), che estrasse dal “Cronico<br />

del Procuratore civico” i fatti salienti avvenuti a Trieste nel periodo 1695-1848 e li<br />

riassunse nei suoi Annali, in corrispondenza dell’anno 1779 ricorda che<br />

“cominciano in Trieste le osservazioni regolari termometriche, barometriche e<br />

meteorologiche” (Cameroni, 1863).<br />

mesi 1788 1789 1790 1791 1793 1796 1798 1799 1800 1801 1802 1803 1804 1805 1806 1807 media<br />

I 66.1 49.6 29.3 81.2 53.7 42.4 59.8 11.7 188.8 9.0 135.3 128.6 279.3 104.2 72.6 13.5 82.8<br />

II 70.6 41.3 5.4 30.5 12.4 31.6 65.2 104.2 76.2 23.0 90.9 21.7 50.5 34.7 69.0 73.5 50.0<br />

III 75.3 71.1 0.0 10.2 169.0 20.8 133.1 75.6 18.7 128.6 53.9 105.6 124.7 3.4 130.8 88.0 75.6<br />

IV 12.9 10.2 43.8 40.6 194.9 28.0 24.6 101.3 27.5 47.6 30.2 33.8 172.3 67.4 123.8 92.5 65.7<br />

V 13.3 15.8 35.6 32.7 263.5 169.6 11.3 52.1 89.1 217.5 32.5 109.2 99.9 183.4 31.4 76.9 89.6<br />

VI 54.6 19.2 32.5 83.5 123.6 79.6 128.4 140.1 250.4 164.7 74.4 62.3 128.8 92.5 120.7 99.7 103.4<br />

VII 32.3 86.8 76.2 59.8 87.3 33.8 97.0 136.3 21.2 103.8 72.2 126.1 161.5 210.0 75.8 117.3 93.6<br />

VIII 107.2 63.8 58.2 77.8 23.2 49.6 55.3 116.9 55.0 27.1 0.0 103.1 104.4 158.8 132.0 65.4 74.9<br />

IX 74.9 146.6 58.7 46.9 258.3 130.8 99.9 130.2 79.9 243.6 113.2 111.4 71.3 81.9 199.6 214.5 128.9<br />

X 47.1 163.1 92.0 75.6 16.5 7.2 25.9 223.3 92.5 169.2 65.4 91.4 239.3 178.2 70.8 132.0 105.6<br />

XI 53.9 145.0 62.5 100.4 77.1 48.7 104.9 72.2 201.2 164.7 113.2 181.6 120.2 13.8 70.8 317.2 115.5<br />

XII 39.0 61.6 67.7 41.7 302.5 132.2 66.1 27.1 149.8 223.8 138.5 178.2 241.4 105.3 24.8 94.7 118.4<br />

anno 647.2 874.1 561.9 680.9 1582.0 774.3 871.5 1191.0 1250.3 1522.6 919.7 1253.0 1793.6 1233.6 1122.1 1385.2 1103.9<br />

Tab. 1.- Precipitazioni mensili in millimetri rilevate a Trieste da Leonardo Vordoni dal 1788 al<br />

1807 (Rossetti, 1829; i dati originali sono in linee del piede di Parigi).<br />

pressione atmosferica<br />

pollici linee decimi hPa<br />

media 28 1 9.7 1016.45 1800-1825<br />

minima 27 0 0 974.4 24/3/1782<br />

massima 28 11 1 1043.9 8/2/1821<br />

temperatura dell’aria<br />

gradi Réaumur gradi Celsius<br />

media 12.51 15.64 1800-1825<br />

minima -6.2 -7.8 6/2/1803<br />

massima 27.3 34.1 27/7/1822<br />

Tab. 2.- Dati medi ed estremi di pressione e temperatura rilevati a Trieste sino al 1825<br />

(Rossetti, 1829).


h 7<br />

h 14<br />

h 21<br />

7<br />

media<br />

(1802-1816)<br />

media corretta<br />

per le ore di<br />

osservazione<br />

MINIMA<br />

assoluta<br />

(1802-1816)<br />

MASSIMA<br />

assoluta<br />

(1802-1816)<br />

I 3.95 6.71 4.61 5.09 4.97 -6.5 13.4<br />

II 4.34 7.91 5.04 5.76 5.64 -9.0 15.9<br />

III 7.01 11.54 7.96 8.84 8.65 -6.5 20.4<br />

IV 11.66 15.80 12.49 13.31 13.12 1.9 24.4<br />

V 17.65 21.26 18.31 19.07 18.88 10.2 27.6<br />

VI 21.27 24.06 21.66 22.33 22.08 10.9 31.2<br />

VII 23.21 25.99 23.72 24.31 24.06 14.7 32.9<br />

VIII 23.00 26.15 23.65 24.26 24.01 14.9 33.1<br />

IX 18.65 22.40 19.31 20.12 19.96 10.0 29.9<br />

X 14.17 17.91 14.92 15.67 15.51 6.0 26.1<br />

XI 9.21 11.94 9.85 10.33 10.17 -1.6 19.5<br />

XII 5.44 7.84 5.90 6.39 6.27 -7.2 17.9<br />

inverno 4.58 7.47 5.19 5.75 5.63 -9.0 17.9<br />

primavera 12.11 16.21 12.92 13.75 13.56 -6.5 27.6<br />

estate 22.51 25.41 23.02 23.65 23.40 10.9 33.1<br />

autunno 14.01 17.42 14.70 15.37 15.21 -1.6 29.9<br />

anno 13.35 16.68 14.00 14.68 14.50 -9.0 33.1<br />

Tab. 3.- Trieste: temperature medie ed estreme 1802-1816 in gradi Celsius<br />

(da Schouw, 1839: dati trasmessi da Andrea Stadler de Breitweg).<br />

Michele Andrea Stadler de Breitweg appare dunque come l’autore delle prime<br />

osservazioni meteorologiche eseguite a Trieste, e non solo per quanto scritto da<br />

Rossetti. Egli è anche citato in un libro sul clima dell’Italia dove l’autore (Schouw,<br />

1839) riporta, per la temperatura di Trieste, delle tabelle riassuntive con<br />

“osservazioni di 15 anni (1802-1816), con lacune, comunicate in manoscritto dal<br />

prof. Andrea Städler von Breitweg. Il luogo è nella città vecchia, pressappoco al<br />

livello del mare; le ore sono le 7, 14 e 21. Il termometro impiegato per queste<br />

osservazioni, confrontato con il mio, è risultato troppo alto di 1.5 °C. Con questa<br />

correzione vi è un buon accordo tra le temperature medie di Venezia ed altre<br />

località <strong>della</strong> pianura padana e quelle di Trieste, che altrimenti risultavano<br />

troppo alte”. Una sintesi delle tabelle di Schouw (senza la correzione strumentale<br />

da lui rilevata) è riportata nella Tab. 3. Nello stesso libro sono anche riportati<br />

dati statistici relativi alle precipitazioni “secondo il prof. Andrea Städler von<br />

Breitweg” (1788-1807), che sembrano però identici a quelli che Rossetti attribuì a<br />

Vordoni.<br />

La figura dello Stadler è legata alla scuola di nautica, di cui fu allievo, docente<br />

e direttore. La sua opera nel campo <strong>della</strong> meteorologia è documentata anche da<br />

GALLO (1846), il quale scrive che “a discutere queste osservazioni fui indotto dal<br />

desiderio di richiamare a nuova vita temperature osservate per 20 anni<br />

consecutivi (1803-1823) dal mio predecessore Stadler de Breitweg, convincendo i<br />

meteorologi alemanni che Schouw s'ingannò a partito allorchè asserì che il<br />

termometro ottantigrado Stadler aveva un errore costante di +1.2 °R” (lettera 6).<br />

Le osservazioni di Stadler coprono quindi un periodo di 45 anni, dal 1779 al 1823;<br />

i suoi dati di temperatura, giudicati da Schouw troppo alti di 1.5 °C, sono invece<br />

ritenuti da Gallo in accordo con quelli da lui stesso misurati negli anni 1841-<br />

1845.


8<br />

Le schede ed i dati originali di Andrea Stadler de Breitweg purtroppo non ci<br />

sono noti; già Gallo affermava in generale che “non esiste un manoscritto<br />

autografo di osservazioni meteorologiche anteriori all'anno 1841” (lettera 2), ed in<br />

particolare che “ciò io dico non già perchè mi sieno note le osservazioni originali<br />

del mio predecessore intorno alle quali fu vana ogni mia indagine …”. Buona<br />

parte di queste osservazioni ci sono comunque pervenute, e sono state ritrovate<br />

grazie ad un giovane appassionato <strong>della</strong> materia, Roberto Zorzenon. Circa<br />

trent’anni fa, studiando alcuni documenti esistenti presso la biblioteca civica di<br />

Trieste, egli si accorse infatti che anche i dati meteorologici precedenti al 1841 (la<br />

data d’inizio sino allora considerata ufficiale) erano stati pubblicati regolarmente<br />

sul giornale locale dell’epoca, l’ Osservatore Triestino. Zorzenon trascrisse così con<br />

pazienza le osservazioni meteorologiche relative agli anni 1802-1812 e 1819-1840,<br />

che sono state in seguito archiviate (STRAVISI e ZORZENON, 1986). L’Osservatore<br />

Triestino era diretto all’epoca da Giuseppe de Colletti, che era pure fondatore e<br />

direttore <strong>della</strong> biblioteca pubblica; scuola di nautica e biblioteca avevano la sede<br />

in comune, di modo che la storia <strong>della</strong> meteorologia triestina è legata alla storia<br />

di queste due istituzioni. L’attività editoriale dell’Osservatore Triestino è stata<br />

provvidenziale, in quanto ha evitato che i dati anteriori al 1841 andassero<br />

dispersi; non si può escludere inoltre un contributo diretto del Colletti alle<br />

osservazioni. Dal 1841 si entra nel periodo “storico”, con registri ufficiali ed<br />

informazioni dettagliate sugli strumenti e sulla loro collocazione.<br />

Non mancano inoltre serie di osservazioni parallele a cura di altri personaggi;<br />

Leonardo Vordoni è stato già ricordato: di lui sappiamo che era un medico, ma ci<br />

mancano per ora altre informazioni. Notevole è stata invece l’opera di Lodovico<br />

Kert, che tenne dei “diari del tempo” per ben 44 anni, dal 1 aprile 1815 al 1858.<br />

Questa serie ininterrotta di dati (misure quotidiane di temperatura alle ore 7, 14<br />

e 21), ritrovata e resa disponibile da Zorzenon, è stata archiviata ed è in fase di<br />

studio; la giudichiamo importante, anche se non conosciamo esattamente il luogo<br />

dove Kert operava, perché si sovrappone in parte alla serie dello Stadler, e<br />

permette di effettuare dei confronti interessanti.<br />

La scuola di nautica e la biblioteca civica di Trieste<br />

La storia <strong>della</strong> meteorologia a Trieste risulta quindi strettamente legata alle<br />

vicissitudini <strong>della</strong> scuola di nautica e, seppur in minor grado, a quelle <strong>della</strong><br />

biblioteca civica. Protagonisti, alla fine del XVIII secolo, furono alcuni uomini<br />

locali di genio e di potere, in tempi e condizioni favorevoli allo sviluppo culturale<br />

ed economico sotto la guida illuminata <strong>della</strong> casa d’Austria. Vediamo la<br />

cronologia di questi avvenimenti (GENERINI, 1884; TAMARO, 1924; POGLIACCO,<br />

1954).<br />

L’imperatrice Maria Teresa, con una risoluzione del 20 agosto 1753, volle<br />

creare a Trieste una Scuola Nautica statale simile a quella fondata quattro anni<br />

prima ad Amburgo. La scuola fu attivata presso il Collegio dei Gesuiti (fig. 21), e<br />

padre Francesco Saverio Orlando (1723-1784), originario di Fiume, ne fu<br />

l'organizzatore e l’insegnante; le lezioni inaugurali furono da lui tenute il 10<br />

giugno 1754. Padre Orlando aveva una vasta cultura ed una preparazione<br />

matematica notevole per l’epoca, capace anche di ideare e preparare i libri di<br />

testo necessari. Continuò il suo insegnamento per quasi vent’anni, finchè il 21


9<br />

Fig. 1.- Trieste: Piazza Grande (Piazza San Pietro) all’inizio dell’ottocento. (1) Teatro San Pietro;<br />

(2) Municipio, edificio magistratuale (cancelleria); (3) casa Jenner, via <strong>della</strong> Procureria; (4) via del<br />

Casino di Sanità. Un portico sotto la torre dell’orologio dava accesso al porto.<br />

luglio del 1773 papa Clemente XIV decretò lo scioglimento <strong>della</strong> Compagnia di<br />

Gesù. Padre Orlando si trasferì allora a Fiume, portandosi dietro i libri e gli<br />

strumenti didattici; nella sua città continuò ad insegnare le scienze matematiche<br />

e nautiche per tre anni, addestrando nel frattempo il suo assistente, Luigi<br />

Capuano. Alla fine del 1776 la biblioteca e gli strumenti <strong>della</strong> scuola nautica<br />

furono restituiti a Trieste, grazie all’interessamento del suo governatore, il conte<br />

Carlo de Zinzendorf e Pottendorf.<br />

Nel 1780, Giuseppe de Colletti fondò a Gorizia la colonia Sonziaca dell’Arcadia<br />

Romana, società o Accademia di uomini di cultura che nel 1782 aveva già<br />

costituito una piccola biblioteca.<br />

Nel 1783 usciva l’Osservatore Triestino, un giornale in lingua italiana; nello<br />

stesso anno il conte Pompeo de Brigido, mecenate e massone, si diede da fare per<br />

riportare a Trieste, <strong>della</strong> quale era allora governatore, la Scuola Nautica. Questa<br />

fu infatti ricostituita con un decreto dell’imperatore Giuseppe II del 5 giugno<br />

1783, con sede in alcune sale <strong>della</strong> Civica Cancelleria nel palazzo del Municipio<br />

(fig. 1, 2). Morto padre Orlando, l’attività <strong>della</strong> scuola riprese nel 1784 con la<br />

direzione dell'abate Capuano.


10<br />

Fig. 2.- Trieste: Piazza Grande nel 1797 vista da SW. Da sinistra: il teatro San Pietro; la chiesa di<br />

S. Pietro e S. Rocco; il Municipio con l’arco <strong>della</strong> Loggia e l’edificio magistratuale (cancelleria). In<br />

primo piano la colonna di Carlo VI, l’unica struttura rimasta immutata (stampa di Pietro Nobile).<br />

Fig. 3.- Il palazzo Biserini (1802) in Piazza Lipsia, dal 1817 sede <strong>della</strong> Scuola Reale e di Nautica.<br />

La chiesa <strong>della</strong> Madonna del Soccorso è stata rifatta nel 1864 (stampa del 1835 circa; vista da N).


11<br />

Nel 1793 il governatore de Brigido e de Colletti si accordarono per trasferire a<br />

Trieste l’Accademia degli Arcadi Romano-Sonziaci, biblioteca compresa. La sede<br />

fu trovata al piano terra dell’antico Palazzo Curiale, poi teatro San Pietro, in<br />

Piazza Grande (fig. 1, 2). Nel 1796 i circa quattromila libri dell’Arcadia furono<br />

donati al Municipio, che istituì la Biblioteca pubblica <strong>della</strong> città di Trieste, con<br />

sede al I piano dell'edificio magistratuale (poi civica contabilità), sempre in<br />

Piazza Grande. Direttore <strong>della</strong> biblioteca, dal 1796 al 1805, fu Giuseppe de<br />

Colletti. Nel frattempo al Capuano, morto improvvisamente nel 1795, era<br />

succeduto Michele Andrea Stadler de Breitweg, un tirolese che ventidue anni<br />

prima era stato uno dei migliori allievi di padre Orlando, del quale conservò<br />

l’impostazione dei corsi.<br />

Nel 1807 il governo di Francesco I intendeva riorganizzare gli studi di<br />

matematica e nautica a Trieste, integrandoli con materie commerciali. Nel<br />

giugno 1807 la scuola si trasferì nella casa Hoffman al n. 2 di Piazza Cavana (fig.<br />

21). Nel 1809 il compito di riorganizzare gli studi fu affidato a Giuseppe Prechtl,<br />

che avrebbe poi diretto il politecnico di Vienna, ma il progetto si arrestò a causa<br />

<strong>della</strong> guerra con Napoleone. Le prime due occupazioni francesi di Trieste (22<br />

marzo - 24 maggio 1797; novembre 1805 - 3 marzo 1806) erano state troppo brevi<br />

per interferire con l’attività scolastica. La terza occupazione durò invece quattro<br />

anni: iniziò il 14 ottobre 1809 con la pace di Vienna e terminò con il ritorno degli<br />

austriaci il 13 ottobre 1813. In questo periodo la vita <strong>della</strong> città ebbe dei profondi<br />

cambiamenti; i commerci subirono un brusco calo, causato dal blocco francese<br />

delle vie di terra e da quello inglese delle rotte Adriatiche. L’onda lunga <strong>della</strong><br />

rivoluzione accentuò lo spirito italiano <strong>della</strong> città; l’Arcadia Romano-Sonziaca si<br />

sciolse, dando origine al Gabinetto di Minerva che Domenico Rossetti fondò il 1<br />

gennaio 1810: questa società culturale è tuttora esistente ed attiva. La biblioteca<br />

pubblica attraversò momenti critici: fu traslocata prima in via del Casino di<br />

Sanità (fig. 1; ora via Armando Diaz) e, partiti i francesi, in via del Corso. Anche<br />

l’attività <strong>della</strong> scuola nautica sembra sia stata ridotta o sospesa; nell’agosto 1810<br />

fu lasciata la sede di Piazza Cavana: lezioni furono probabilmente tenute nell’ex<br />

Collegio dei Gesuiti. Il governo austriaco, al suo ritorno, volle riprendere il<br />

progetto di potenziamento forzatamente interrotto. Nel 1813 la scuola fu<br />

provvisoriamente sistemata nella casa Jenner, dietro il palazzo del Municipio in<br />

via <strong>della</strong> Procureria n. 4 e 6 (fig. 1, 21), dove rimase sino all’agosto 1814, quando<br />

fu di nuovo spostata nella precedente sistemazione di Piazza Cavana. Finalmente<br />

un nuovo decreto di Francesco I del 2 febbraio 1817 formalizzò la costituzione<br />

dell’ I.R. Scuola Reale e di Nautica in una sede nuova e decorosa, il palazzo<br />

Biserini. Questo palazzo a due piani, eretto nel 1802, prende il nome dalla<br />

famiglia che ne fu proprietaria dal 1804. L’edificio è situato nella zona<br />

sudoccidentale <strong>della</strong> città, accanto alla chiesa <strong>della</strong> Beata Vergine del Soccorso<br />

(fig. 3). Vi alloggiarono gli intendenti francesi; l’ultimo di questi nel 1813 fece<br />

demolire gli antistanti ruderi del vecchio convento di San Francesco, aprendo<br />

un’ampia area che fu chiamata Piazza Lüzen per ricordare la vittoria di due anni<br />

prima sui prussiani. Il palazzo Biserini fu riadattato in forme neoclassiche nel<br />

1813-17 dall'architetto Pietro Nobile; il nome <strong>della</strong> piazza fu cambiato in Piazza<br />

Lipsia, per commemorare la vittoria su Napoleone del 16-19 ottobre 1813. Nel<br />

1820 anche la biblioteca pubblica si trasferì dalla via del Corso al palazzo<br />

Biserini, per iniziativa del suo direttore, Giuseppe de Lugnani; tre anni dopo la<br />

fusione con la biblioteca dell’Accademia diventò ufficiale, e nacque la Biblioteca


12<br />

civica <strong>della</strong> città di Trieste, che a tutt’oggi conserva la stessa sede (fig. 5).<br />

L’attività dell’Accademia era tenuta in considerazione dalle autorità, tanto che il<br />

18 aprile 1818 ed il 13 giugno del 1832 la scuola "fu favorita dalla visita sovrana<br />

dell'Imperatore Francesco I", il 24 agosto 1819 ed il 10 settembre 1844 da quelle<br />

del principe ereditario Ferdinando I, ed infine il 14 maggio 1850 ed il 21<br />

novembre 1856 da quella dell'Imperatore Francesco Giuseppe I (GENERINI, 1884).<br />

Nel 1841 inizia ufficialmente presso l’Accademia l’attività del gabinetto<br />

meteorologico del prof. Gallo. Nel 1850 fu istituita una specola astronomiconautica,<br />

affidata a Francesco Schaub. A titolo di curiosità, ricordiamo che dal<br />

1852 da questa specola veniva pionieristicamente trasmesso via telegrafo il<br />

segnale del mezzogiorno alla lanterna (il faro, costruito nel 1833, che chiude a SW<br />

il porto di Trieste), che lo diffondeva con lo sparo di un apposito cannoncino;<br />

inoltre, sul lato del faro verso il mare “grandi cifre arabiche” indicavano “lo stato<br />

barometrico dell’atmosfera” (GENERINI, 1884). Nel 1856-1857 il palazzo Biserini<br />

fu innalzato con la costruzione di un terzo piano, per ospitare il Museo di storia<br />

naturale. Nel 1866 fu istituito, sempre nell’ambito dell’Accademia, un<br />

osservatorio astronomico; nel 1868, andato in pensione Gallo, il gabinetto<br />

meteorologico passò a Ferdinando Osnaghi. Nel 1869 l’osservatorio sul tetto fu<br />

ulteriormente ampliato (fig. 4); al molo Sartorio (fig. 21), nella casetta <strong>della</strong><br />

guardia di finanza, dove era collocato un anemometro venne installato un<br />

mareografo, il primo dell’Adriatico. Nel 1878 l’osservatorio meteorologico e quello<br />

astronomico vennero riuniti nell’ Osservatorio Marittimo, sotto la vigilanza del<br />

direttore, cui veniva affidato anche l’osservatorio sismico allora situato nella villa<br />

Necker (sull’attuale via Università). Alla morte di Osnaghi, nel 1891, le<br />

osservazioni meteorologiche continuarono a cura di Edoardo Mazelle.<br />

Nel 1898 l’ I.R. Osservatorio Astronomico-Meteorologico, staccatosi<br />

definitivamente dall’Accademia, ebbe la sua nuova sistemazione nel “castello” di<br />

Villa Basevi (fig. 6, 21); le osservazioni meteorologiche continuarono ad essere<br />

fatte presso il vecchio osservatorio di piazza Lipsia sino a tutto il 1903.<br />

Le denominazioni assunte dalla scuola nautica di Trieste e le sedi occupate sin<br />

dalla sua fondazione sono elencate nella Tab. 4; nella Tab. 5 sono elencati i<br />

direttori per il periodo che qui ci interessa, ossia sino al 1903.<br />

Denominazione periodo indirizzo ubicazione<br />

Scuola Nautica 1754 - 1774 Collegio dei Gesuiti seminario<br />

Scuola Nautica 1784 - 1807 Piazza Grande palazzo civico<br />

Scuola Nautica giugno 1807- agosto 1810 Piazza di Cavana, n. 2 casa Hoffman<br />

Scuola Nautica 1810 - 1813 Collegio dei Gesuiti ?<br />

Scuola Nautica 1813 - agosto 1814 Via <strong>della</strong> Procureria n. 4, 6 casa Jenner<br />

Scuola Nautica agosto 1814 - 1817 Piazza di Cavana, n. 2 casa Hoffman<br />

I.R. Scuola Reale e di Nautica 1817 - 1820 Piazza Lipsia, n. 1015 palazzo Biserini<br />

I.R Accademia Reale e di Nautica 1820 - 1845 Piazza Lipsia, n. 1015 palazzo Biserini<br />

I.R Accademia di Commercio e<br />

Nautica<br />

1845 - 1921 Piazza Lipsia, n. 1015 palazzo Biserini<br />

R. Accademia Nautica 1921 - 1922 Piazza Attilio Hortis, n. 1 sede attuale<br />

R. Istituto Nautico 1922 - 1932 Piazza Attilio Hortis, n. 1 sede attuale<br />

Istituto Tecnico Nautico 1932 - oggi Piazza Attilio Hortis, n. 1 sede attuale<br />

Tab. 4.- Scuola nautica di Trieste: denominazione, periodo e sede.


13<br />

Fig. 4.- L’osservatorio meteorologico sul tetto dell’Accademia in Piazza Lipsia spunta tra le case<br />

retrostanti; sullo sfondo l’attuale Istituto Nautico (vista da E; stampa del 1880 circa).<br />

Direttori <strong>della</strong> scuola nautica di Trieste<br />

Francesco Saverio Orlando 1754-1783<br />

Luigi Capuano 1783-1795<br />

Andrea Stadler de Breitweg 1795-1810<br />

Gaetano Aleardi 1810<br />

Andrea Stadler de Breitweg 1811-1817<br />

Giuseppe de Volpi 1817-1840<br />

Giuseppe de Lugnani 1845-1857<br />

Francesco de Fiori 1856, 1857<br />

Enrico de Littrow 1857-1863<br />

Francesco de Fiori 1863-1865<br />

Francesco Schaub 1865-1871<br />

Francesco Pellegrini 1871<br />

Antonio Edoardo Zishmann 1871-1873<br />

Francesco Pellegrini 1874<br />

Francesco Paugger 1874-1881<br />

Clemente Leonardelli 1881-1882<br />

Ferdinando Osnaghi 1882-1891<br />

Pio Sandrinelli 1891-1894<br />

Vincenzo Farolfi 1894-1895<br />

Eugenio Gelcich 1895-1901<br />

Michele Budinich 1901-1903<br />

Tab. 5.- Direttori <strong>della</strong> scuola nautica di Trieste.<br />

Denominazione periodo sito ubicazione<br />

Biblioteca degli Arcadi Sonziaci 1793-1796 Piazza Grande (San Pietro) teatro San Pietro<br />

Biblioteca pubblica 1796-1810 Piazza Grande Municipio, edificio<br />

magistratuale, I piano<br />

Biblioteca pubblica 1810-1813 via del Casino di Sanità<br />

Biblioteca pubblica 1813-1820 contrada del Corso<br />

Biblioteca pubblica 1820-1823 piazza Lipsia n. 1015 palazzo Biserini<br />

Biblioteca civica 1823- oggi piazza Lipsia n. 1015 palazzo Biserini<br />

Tab. 6.- Biblioteca civica di Trieste: denominazione, periodo e sede.


14<br />

Fig. 5.- Il palazzo Biserini in Piazza Hortis, attualmente sede del Museo e <strong>della</strong> Biblioteca Civica.<br />

Il terzo piano è stato edificato nel 1857 (vista da NW; foto del 1950 circa).<br />

L’osservatorio meteorologico di Trieste e la stazione di S. Andrea<br />

Il 1 gennaio 1903 entrò ufficialmente in funzione (MAZELLE, 1907) la nuova<br />

stazione meteorologica presso la sede di Villa Basevi (fig. 6, 7, 21;). Nel novembre<br />

1918, finita la grande guerra, l’Osservatorio passò alle dipendenze del Regio<br />

Comitato Talassografico Italiano. Nel 1919 fu istituito il Regio Istituto Geofisico,<br />

con competenze nella sismica, nella meteorologia e nell’oceanografia e sede<br />

nell’edificio <strong>della</strong> precedente stazione zoologica di Sant’Andrea (fig. 8); la<br />

direzione fu affidata a Francesco Vercelli (22/10/1883 - 24/11/1952). Il Regio<br />

Osservatorio Astronomico rimase a Villa Basevi, e la stazione meteorologica fu<br />

trasferita all’Istituto Geofisico nel 1920. Nel 1938-1939 furono costruite le case ad<br />

est lungo la via Murat, che hanno fortemente alterato il regime dei venti. Nel<br />

1939 l’Istituto Geofisico passò al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) col<br />

nome di Istituto Talassografico di Trieste. Durante la seconda guerra mondiale,<br />

nel 1944, la zona portuale <strong>della</strong> città fu più volte bombardata dall’aviazione<br />

alleata: il 10 giugno la sede del Talassografico andò completamente distrutta. La<br />

capanna meteorologica nel giardino dell’Istituto fu risparmiata, e le relative<br />

misure poterono continuare; gli uffici ed i barometri vennero invece trasferiti<br />

provvisoriamente in via del Lazzaretto Vecchio n. 10. Nel marzo 1945 l’ Istituto<br />

Sperimentale Talassografico di Trieste (IST) passò al Ministero dell’Agricoltura e<br />

delle Foreste, mantenendo le sue competenze in oceanografia e meteorologia;<br />

accanto ad esso venne creato l’ Osservatorio Geofisico (l’odierno OGS- Istituto<br />

Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale). Nel 1949 si iniziò la<br />

ricostruzione dell’edificio, a tre piani, con una caratteristica torretta di 31 m per<br />

gli anemometri ed i solarimetri (fig. 9); il 22 agosto 1950 i barometri (fig. 12)<br />

furono ricollocati nella nuova sede al n. 2 del passeggio S. Andrea, ora Viale<br />

Romolo Gessi (POLLI, 1953; PICOTTI, 1955).


15<br />

Fig. 6.- Il “castello” di Villa Basevi, sede dell’Osservatorio Astronomico-Meteorologico; sulla<br />

torretta sono visibili gli anemometri (1910 circa).<br />

Fig. 7.- La torretta dell’Osservatorio Astronomico-Meteorologico di Villa Basevi (1910 circa) con<br />

gli anemometri e l’eliofanografo; sullo sfondo la cattedrale ed il castello di San Giusto<br />

(Archivio OAT, cortesia di C. Boehm).


16<br />

Fig. 8.- L’Istituto Geofisico (ex Stazione Zoologica) al Passeggio Sant’Andrea (visto da NW).<br />

Fig. 9.- L’Istituto Sperimentale Talassografico di Trieste, ricostruito nel 1950, visto da S. Sulla<br />

torretta è visibile l’anemografo SIAP universale. Sullo sfondo a sinistra, dopo la stazione di Campo<br />

Marzio, si vede la “lanterna”, ancora mimetizzata con strisce orizzontali nere.


17<br />

Fig. 10.- Le capanne meteorologiche nel giardino dell’Istituto Sperimentale Talassografico di<br />

Trieste nel 1976. La capanna grande è quella di Villa Basevi. La porta di ingresso è a sud;<br />

nascosta sul retro si scorge la capanna dell’Aeronautica Militare.<br />

Fig. 11.- Strumentazione convenzionale all’interno <strong>della</strong> capanna grande dell’Istituto<br />

Sperimentale Talassografico di Trieste (anno 1976): termoigrografo SIAP MT 1100, evaporigrafo<br />

SIAP EV 63, termometri di massima e di minima, psicrometro di August, termografo SIAP TM<br />

2700, evaporimetro di Wild SIAP EV 61.


18<br />

Fig.12.- Ufficio meteorologico al pianoterra dell’Istituto Sperimentale Talassografico di Trieste: i<br />

barometri di controllo (il barometro normale Fuess n. 20 k è quello di sinistra) ed il barografo<br />

sistema Sprung <strong>della</strong> Fuess.<br />

Fig. 13.- Torretta dell’Istituto Sperimentale Talassografico di Trieste (anno 1982). Anemometro<br />

SIAP VT 127 (IST), anemografo SIAP VT 1450 (AM). Piranometri ed eliofanografi (IST e AM).


19<br />

Alla fine del 1955 fu completata la costruzione dell’ala sudest dell’edificio, che<br />

racchiude e separa il giardino dalla via Murat; contemporanea è la costruzione,<br />

su questa stessa via all’incrocio con la via Hermet, di una casa che supera di<br />

quattro piani la torretta e la scherma fortemente dai venti del secondo quadrante<br />

(fig. 14). Da allora la stazione meteorologica del Talassografico non ha subito altri<br />

cambiamenti, a parte il rinnovo degli strumenti. Nel 1985 l’Istituto è ritornato<br />

sotto il controllo del Consiglio Nazionale delle Ricerche; nel 2001 è stato<br />

accorpato ad altri organi del CNR aventi analoghe competenze, diventando la<br />

sezione di Trieste dell’Istituto di <strong>Scienze</strong> Marine (ISMAR).<br />

Della stazione meteorologica di Sant’Andrea si sono presi carico all’inizio, nel<br />

1920, Francesco Vercelli ed i suoi collaboratori. Tra questi fu poi Silvio Polli a<br />

raccogliere il testimone: per merito suo anche le vicissitudini belliche poterono<br />

essere superate senza gravi danni. Grazie alla sua abbondante produzione<br />

scientifica e divulgativa ed alla collaborazione con la stampa locale, Polli<br />

impersonò, dagli anni ’50, la “meteorologia triestina”. Durante la sua attività il<br />

reparto di meteorologia del Talassografico contava numerose persone, ricordate<br />

negli Annuari, preposte al cambio dei diagrammi, all’elaborazione dei dati,<br />

all'esecuzione delle osservazioni ed alla diramazione dei bollettini meteorologici<br />

alla radio ed alla stampa tre volte al giorno. Dopo il suo pensionamento nel 1971,<br />

la stazione meteorologica fu affidata a Giorgio Pieri e, nel 1974, a Franco<br />

<strong>Stravisi</strong>. Fu un altro periodo di cambiamenti; vista la progressiva riduzione del<br />

personale, il servizio di diffusione dei bollettini fu passato alla locale stazione<br />

meteorologica dell’Aeronautica Militare, il cui ufficio allora si trovava in una<br />

stanza al terzo piano dell’Istituto. Fu introdotto l’uso del computer, mediante il<br />

quale venivano archiviati i dati, pur sempre ricavati dai diagrammi analogici, e<br />

preparate le tabelle sino allora manoscritte (ANNUARI 1976-1979; STRAVISI e al.,<br />

1986); all’inizio si usava l’elaboratore del centro di calcolo dell’Università finchè,<br />

nel 1979, l’Istituto potè acquistarne uno “personale”. Nel 1987 <strong>Stravisi</strong> passò<br />

definitivamente all’Università di Trieste; la stazione ha continuato la sua attività<br />

in seno al reparto di fisica del Talassografico, come documentato negli Annuari.<br />

Fig. 14.- La torretta dell’Istituto Sperimentale Talassografico di Trieste nel 1994, vista da N. Si<br />

notano le case del 1938 ad est lungo la via Murat e la casa all’inizio <strong>della</strong> via Hermet che scherma<br />

gli anemometri dai venti del II quadrante.


20<br />

Istituto Sperimentale Talassografico h /m<br />

caposaldo IGM interrato nel giardino (lato superiore piastra in ghisa) 7.150<br />

quota ingresso giardino 7.34<br />

marciapiede lato giardino 7.51<br />

ufficio: barometro normale 8.77<br />

ufficio: barografo Fuess 8.64<br />

capanna: livello terreno 9.40<br />

capanna: livello superiore basamento in cemento 9.89<br />

capanna: ripiano interno principale 10.59<br />

capanna: bulbi psicrometro 10.73<br />

capanna: termometro di massima 10.87<br />

capanna: termometro di minima 10.92<br />

basamento in cemento per pluviografi 9.55<br />

bocca pluviografi Hellmann 10.72<br />

bocca pluviometro 10.74<br />

terrazza terminale torretta 38.61<br />

anemografo Universale SIAP (centro delle coppe) 45.44<br />

Tab. 7.- Stazione di Trieste - S. Andrea, nuovo Istituto Talassografico: quote notevoli.<br />

Strumenti (ITN) modello collocazione h /m inizio dati<br />

barometro Fortin Zambelli ufficio 28.2<br />

barotermoigrografo SIAP MT 1000 capanna 33.2 1978<br />

psicrometro di August SIAP UM 6500 capanna 33.2<br />

termometro a massima SIAP TM 6 capanna 33.2<br />

termometro a minima SIAP TM 7 capanna 33.2<br />

evaporimetro di Wild SIAP capanna 33.3<br />

pluviografo (1000 cm 2 ) SIAP UM 8100 capanna 34.6 1979<br />

anemografo Lambrecht 1464/1485 traliccio radar 38.1 ~1980<br />

centralina automatica Micros UCS ufficio 10/1987<br />

barometro Micros tetto (palo) 32.0 30 min<br />

termometro Micros tetto (palo) 34.2 30 min<br />

igrometro Micros tetto (palo) 34.2 30 min<br />

piranometro Kipp & Zonen CM6 tetto (palo) 32.4 60 min<br />

pluviometro (500 cm 2 ) Micros terrazza (ringhiera) 33.5 60 min<br />

anemometro Micros terrazza (palo) 37.8 30 min<br />

Strumenti (DST) modello collocazione h /m inizio dati<br />

termoigrografo Salmoiraghi 1750/1QM capanna 33.2 6/1988<br />

centraline automatiche Micros UCS, M93 ufficio 7/1992<br />

barometro Micros BAR ufficio 28.0 7/1992 10 min<br />

termometri Micros STEP terrazza (supporti) 33.2 7/1992 10 min<br />

igrometri Vaisala Humitter terrazza (supporti) 33.2 7/1992 10 min<br />

pluviometro (1000 cm 2 ) Micros PLUV/R terrazza (treppiede) 33.5 12/1992 10 min<br />

anemometro Micros SVDV traliccio radar 36.2 7/1992 10 min<br />

piranometro Kipp & Zonen CM11 traliccio radar 35.3 7/1988 10 min<br />

piranometro Kipp & Zonen CM121 terrazza (treppiede) 33.4 12/1990 10 min<br />

stampante Epson FX-100 ufficio 7/1992 10 min<br />

sensore velocità vento MTX VVE020B traliccio radar 36.9 1990 10 min<br />

sensore direzione vento MTX VDI030B traliccio radar 36.9 1990 10 min<br />

barometro (*) Vaisala PTB 200A ufficio 28.3 12/1995 1 min<br />

data loggers (*) PC Bondwell Pro8T ufficio 12/1995<br />

Tab. 8.- Strumenti in funzione presso la stazione meteorologica di Trieste di Piazza Hortis<br />

(Istituto Tecnico Nautico e <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> <strong>Terra</strong> dell’Università).


21<br />

La stazione meteorologica di Piazza Hortis<br />

Fig. 15.- L’Istituto Tecnico Nautico di Trieste<br />

in Piazza Hortis (visto da SE).<br />

Nel 1978 Paolo Stenner e<br />

Gianfranco Badina dell’Istituto<br />

Tecnico Nautico di Trieste<br />

(ITN) pensarono di usare al<br />

meglio i barometri, i barografi,<br />

i termoigrografi, l’anemografo,<br />

il pluviografo e lo psicrometro<br />

di cui la scuola si era col tempo<br />

dotata per scopi didattici,<br />

attivando una stazione<br />

meteorologica. Presero accordi<br />

in tal senso con <strong>Stravisi</strong> del<br />

Talassografico; la falegnameria<br />

del Nautico costruì, su disegni<br />

di Ivo Luca (IST), una capanna<br />

meteorologica che fu collocata<br />

sulla terrazza panoramica (una struttura sopraelevata con pavimento in assi di<br />

legno distanziate) posta sul tetto dell’edificio (fig. 16, 17, 18, 20). Nel locale<br />

sottostante (sottotetto) erano già sistemati i barometri, assieme ad altre<br />

attrezzature nautiche tra le quali un ricevitore di carte meteorologiche in facsimile.<br />

L’Istituto Nautico chiude a NW la Piazza Attilio Hortis: di fronte, sulla<br />

stessa piazza (già chiamata Lüzen, Lipsia, e degli Studi), si affaccia il palazzo<br />

Biserini, ora sede del Museo e <strong>della</strong> Biblioteca Civici e già sede dell’Accademia di<br />

Commercio e Nautica (fig. 5) . Il sito e le condizioni di esposizione <strong>della</strong> vecchia<br />

stazione dell’Accademia e di quella nuova del Nautico sono quindi molto simili; la<br />

stazione meteorologica di Trieste-ITN è stata quindi considerata adatta a<br />

continuare la tradizione meteorologica <strong>della</strong> città (STRAVISI e BADINA, 1989).<br />

Questa stazione attualmente ha una doppio ruolo: accanto alle apparecchiature<br />

<strong>della</strong> scuola, che servono per usi didattici e previsionali (Badina), funzionano gli<br />

strumenti gestiti, sotto diverse etichette ma con continuità di persone e metodi,<br />

nell’ambito dell’Università di Trieste: cattedra di Oceanografia (1978-1986);<br />

cattedra di Fisica Terrestre e Climatologia (1986-1989); Laboratorio di<br />

Climatologia (<strong>Dip</strong>artimento di Fisica Teorica e Centro Internazionale di Fisica<br />

Teorica; 1989-1992); Istituto di Geodesia e Geofisica (1992-1996) e infine<br />

<strong>Dip</strong>artimento di <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> <strong>Terra</strong> - DST (1996). L’attuale scopo <strong>della</strong> sezione di<br />

Oceanografia e Meteorologia del DST è quello di curare la continuazione delle<br />

serie meteorologiche per studi di tipo scientifico e climatico; la meteorologia a<br />

breve (bollettini, previsioni ecc.) è ormai pertinenza di altre organizzazioni, quali<br />

l’ Aeronautica Militare e l’ Osservatorio Meteorologico Regionale - OSMER e, per<br />

la città di Trieste, lo stesso ITN. Dal 1987 l’ITN si è dotato di una centralina per<br />

l’acquisizione automatica dei dati meteorologici. Nel 1992 anche l’Università ha<br />

messo in funzione strumenti elettronici dello stesso tipo, collegati via modem<br />

telefonico; da allora l’acquisizione dei dati, completamente automatizzata, viene<br />

effettuata ogni 10 minuti. Dal 1993 inoltre la pressione atmosferica viene<br />

campionata ogni secondo con barometri di precisione, ed ogni minuto vengono<br />

memorizzati i dati medi. Gli strumenti di tipo meccanico convenzionale sono in<br />

ogni modo mantenuti in funzione come riserva e controllo.


22<br />

Fig. 16.- Capanna sulla terrazza panoramica dell’Istituto Tecnico Nautico, costruita nel 1978.<br />

Fig. 17.- Interno <strong>della</strong> capanna dell’Istituto Tecnico Nautico: barotermoigrografo SIAP MT 1000,<br />

termoigrografo Salmoiraghi 1750/1QM (DST), pluviografo SIAP UM 8100, evaporimetro di Wild,<br />

psicrometro di August e termometri di minima e di massima.


23<br />

Fig. 18.- Istituto Tecnico Nautico: traliccio del radar con l’anemografo Lambrecht n. 1464 ed il<br />

piranometro Kipp&Zonen CM11; palo di supporto dei sensori Micros dell’ITN (anno 1990).<br />

Fig. 19.- Istituto Tecnico Nautico: registratore Lambrecht n. 1485 collegato all’anemografo.


24<br />

Fig. 20.- Stazione meteorologica di Trieste (Piazza Hortis): pianta <strong>della</strong> terrazza panoramica sul<br />

tetto dell’Istituto Tecnico Nautico, posizione e quote attuali degli strumenti DST.


25<br />

anni autore / ente fonte dati sito<br />

1788-1807 Leonardo Vordoni Rossetti, 1829 precipitazioni mensili ?<br />

1802-1812 Andrea Stadler de Breitweg Giuseppe de Colletti temperature giornaliere, Scuola<br />

(Osservatore Triestino) (ore 7, 14/15, 22) Nautica<br />

1802-1816 Andrea Stadler de Breitweg Schouw, 1839 riassunti temperatura e Scuola<br />

precipitazioni Nautica<br />

1820-1858 Ludovico Kert “diari del tempo” temperature giornaliere ?<br />

autografi<br />

(ore 7, 14, 21)<br />

1819-1840 Accademia Nautica Osservatore Triestino temperatura, pressione Piazza Lipsia<br />

(ore 7, 14, 22), note (Piazza Hortis)<br />

1841-1868 Vincenzo Gallo (ACN) Repertori misure e osservazioni Piazza Lipsia<br />

(Ist. Talassografico) (ore 7, 14, 22) (Piazza Hortis)<br />

1868-1888 Ferdinando Osnaghi (ACN) Archivio Talassografico, giornalieri/orari Piazza Lipsia<br />

Annuari<br />

(Piazza Hortis)<br />

1889-1894 Edoardo Mazelle (ACN) Annuari dati orari Piazza Lipsia<br />

1895-1902 Edoardo Mazelle<br />

(Oss. Astron. Meteorologico)<br />

Annuari dati orari Piazza Lipsia<br />

1903-1911 Edoardo Mazelle<br />

(Oss. Astron. Meteorologico)<br />

Annuari dati orari Villa Basevi<br />

1912-1918 Oss. Astron. Meteorologico Archivio Talassografico dati orari Villa Basevi<br />

1919-1946 Istituto Geofisico Riv. Città Trieste,<br />

Annuari<br />

dati orari S. Andrea<br />

1946-2004 Istituto Sperimentale<br />

Annuari,<br />

dati orari S. Andrea<br />

Talassografico di Trieste Rapporti sez. fisica<br />

1978-1991 Università di Trieste Rapporti DST - OM dati giornalieri/orari Piazza Hortis<br />

1992-2004 Università di Trieste Rapporti DST - OM dati 10 min Piazza Hortis<br />

1993-2004 Università di Trieste archivio pressione atm. 1 min P. Hortis, DST<br />

Tab. 9.- Dati meteorologici reperibili a Trieste dal 1788.<br />

1788-1823 Andrea Stadler de Breitweg<br />

1788-1807 Leonardo Vordoni<br />

1815-1858 Ludovico Kert<br />

1819-1840 AN (Osservatore Triestino)<br />

1841-1868 Vincenzo Gallo<br />

1868-1872 Ferdinando Osnaghi<br />

1872-1878 Vincenzo Farolfi<br />

1878-1881 Francesco Paugger<br />

1881-1882 Clemente Leonardelli<br />

1882-1891 Ferdinando Osnaghi<br />

1891-1917 Edoardo Mazelle<br />

1918 Adolfo Faidiga<br />

1919-1935 Francesco Vercelli<br />

1936-1971 Silvio Polli<br />

1971-1974 Giorgio Pieri<br />

1974-2004 Franco <strong>Stravisi</strong><br />

Tab. 10.- Curatori delle serie meteorologiche.


Le serie meteorologiche di Trieste<br />

26<br />

L’elenco cronologico degli enti e delle persone che principalmente si sono<br />

occupati delle osservazioni, delle misure e dell’acquisizione dei dati meteorologici<br />

a Trieste è riportato nelle Tab. 9 e 10. I siti sono fondamentalmente quattro:<br />

Piazza Grande, Piazza Lipsia, Villa Basevi e S. Andrea.<br />

Fig. 21.- Trieste (mappa di fine ottocento). (1) Collegio dei Gesuiti; (2) Municipio; (3) casa Hoffman<br />

in Piazza Cavana; (4) casa Jenner in via <strong>della</strong> Procureria; (5) Accademia Nautica in Piazza<br />

Lipsia; (6) Osservatorio Astronomico-Meteorologico in Villa Basevi; (7) Stazione Zoologica, Istituto<br />

Geofisico, Istituto Talassografico a S. Andrea; (8) Istituto Tecnico Nautico in Piazza Hortis.


27<br />

(1779-1817) Piazza Grande, detta anche Piazza San Pietro. La stazione era<br />

abbinata alla scuola nautica nel palazzo municipale, che è stato demolito verso il<br />

1870. Il mare distava un centinaio di metri; una fila di edifici (locanda grande,<br />

torre dell’orologio) riparava appena la stazione dalla brezza di mare. Il municipio<br />

attuale ricalca in sostanza la pianta del precedente; la piazza odierna, Piazza<br />

Unità d’Italia, è stata aperta e prolungata verso il mare interrando il vecchio<br />

porticciolo del Mandracchio ed allargando le rive. Negli anni dal 1807 al 1817 la<br />

scuola è stata spostata, ed è probabile che la stazione l’abbia seguita: in ogni caso,<br />

i siti alternativi che conosciamo (Tab. 4) si trovavano a brevissima distanza dalla<br />

Piazza Grande e similmente posizionati rispetto al mare. Le osservazioni erano<br />

fatte principalmente da Andrea Stadler.<br />

Michele Andrea Stadler de Breitweg (Städler von Breitweg), tirolese originario<br />

di Sterzing (Vipiteno), frequentò la scuola nautica con padre Orlando nel 1771-<br />

1774, come allievo stipendiato interno del seminario (POGLIACCO, 1954). Figurò,<br />

in quanto “musico” dei Gesuiti, tra il personale censito all’atto dello scioglimento<br />

<strong>della</strong> Compagnia di Gesù. Fu insegnante nelle scuole normali (elementari) di<br />

Trieste per un ventennio. Dal 1795 al 1810 ebbe l’incarico di provvedere alla<br />

scuola nautica, insegnamento compreso. Non essendo un esperto in questo<br />

campo, adottò i testi delle lezioni di padre Orlando, aggiornandone gli esercizi.<br />

Coprì il ruolo di direttore <strong>della</strong> scuola negli anni <strong>della</strong> sua trasformazione, prima<br />

sotto i francesi e poi di nuovo sotto l’Austria, nel periodo dal 1811 al 1817.<br />

(1817-1903) Piazza Lipsia, presso la Scuola (dal 1820 Accademia) Nautica.<br />

Le osservazioni venivano già effettuate con continuità dallo Stadler (almeno fino<br />

al 1823, secondo Gallo), che nel 1832 risulta ancora tra gli insegnanti; dopo di lui<br />

e prima di Gallo l’incarico sarà stato assunto probabilmente da qualche collega.<br />

Come è stato già detto, non sono noti documenti originali con i dati sino al 1840;<br />

quelli che abbiamo sono stati ricavati dai giornali, che allora li riprendevano in<br />

modo diligente. Non abbiamo neppure informazioni dell’epoca sugli strumenti e<br />

sulla loro collocazione.<br />

Il periodo documentato inizia con<br />

Vincenzo Gallo. Questi, nato a Venezia<br />

nel 1804, si laureò in matematica a<br />

Padova, dove insegnò alla scuola normale<br />

e all’Università. Nel 1833 passò all’<br />

Accademia Reale e di Nautica di Trieste,<br />

quale successore di Stadler. Scrisse<br />

pubblicazioni scientifiche e collaborò con<br />

l’Osservatore Triestino e con la Rivista<br />

Marittima, <strong>della</strong> quale fu promotore e<br />

redattore. Insegnò fino a quando fu<br />

collocato a riposo, nel 1868. Dal 1841 al<br />

1846 pubblicò un Almanacco Nautico, il<br />

primo del genere in Italia. Nel 1847<br />

presentò un suo studio al IX Congresso<br />

degli Scienziati a Venezia. Dal 1851<br />

Fig. 22.- I repertori di Vincenzo Gallo<br />

custoditi presso la sezione di Trieste<br />

dell’ISMAR (CNR).<br />

pubblicò le osservazioni meteorologiche da<br />

lui eseguite e trasmesse giornalmente agli<br />

osservatori di Vienna e di Parigi. Dalla


28<br />

sua attività il gabinetto nautico si chiamò meteorologico (POGLIACCO, 1954). Le<br />

sue osservazioni originali (tre al giorno, dal 1 gennaio 1841 al 30 giugno 1868;<br />

pressione atmosferica, temperatura dell’aria, umidità relativa, precipitazioni,<br />

stato del cielo, direzione del vento, fenomeni particolari) sono raccolte in otto<br />

Repertori manoscritti oggi conservati all’Istituto Sperimentale Talassografico di<br />

Trieste (fig. 22). Nella pagina iniziale del primo di questi quaderni è scritto:<br />

“Le osservazioni registrate in questo Repertorio ebbero cominciamento il 1°<br />

gennajo 1841 sotto la direzione del professore di matematica e nautica<br />

teorica signor dottore Vincenzo Gallo, che volle incaricarsene per<br />

corrispondere a grazioso invito <strong>della</strong> Direzione (Giuseppe de Lugnani) dell’<br />

i.r. Accademia (Atti <strong>della</strong> Direzione per l’anno 1840 N° 353). Sul declinare<br />

del Dicembre 1840 gli strumenti principali di meteorologia vennero stabiliti<br />

all’altezza di piedi parigini 45 (14.6 m) sopra il livello medio del mare, e<br />

collocati in un cassettone di legno larice (che occupa per metà il vano di una<br />

finestra del quarto piano dell’edifizio dell’i.r.Accademia) affine di garantirli<br />

dalla nociva influenza del vento GL (greco-levante, ossia ENE). Il<br />

pluviometro e l’anemoscopio vennero stabiliti sul terrazzo che termina<br />

l’edifizio, vale a dire a piedi parigini 48 (15.6 m) di elevazione sopra il livello<br />

medio del mare. I due termometri, l’igrometro, il pluviometro e l’anemoscopio<br />

sono stati espressamente costruiti dal signor Franco Gianelli meccanico<br />

dell’i.r. Accademia; il termometrografo è <strong>della</strong> fabbrica del fisico milanese<br />

signor Bellani, ed il barometro è quello stesso di cui l’Accademia valevasi per<br />

l’addietro nelle osservazioni di meteorologia.<br />

Trieste li 30 Dicembre 1840”.<br />

Da notare alla fine l’accenno al barometro già in uso alla scuola. Ulteriori<br />

informazioni sono riportate da GALLO (1846) in sette lettere sulla meteorologia da<br />

lui inviate a Palomba, che le pubblicò in un suo libro:<br />

lettera 1: descrizione degli strumenti meteorologici,<br />

lettera 2: medie barometriche orarie dell'anno 1845,<br />

lettera 3: medie barometriche diurne dell'anno 1845,<br />

lettera 4: tavola dei confronti barometrici,<br />

lettera 5: osservazioni udometriche fatte in Trieste dal 1841 al 1845,<br />

lettera 6: sulle temperature medie in Trieste negli anni 1841-1845,<br />

lettera 7: medie mensili ed annue dell'umidità relativa dal 1841 al 1845.<br />

Riproduciamo qui la prima lettera, che descrive la stazione dal punto di vista<br />

operativo.<br />

“Dacchè Trieste ha l'onore di trovarsi ascritta alle stazioni più importanti<br />

per la meteorologia comparata delle diverse parti d'Italia e delle estere<br />

contrade, cioè dall'anno 1841, la sua Accademia di commercio e di nautica si<br />

è fatta un dovere di regolare le osservazioni di meteorologia sopra un piano<br />

consentito da quattro antesignani <strong>della</strong> scienza: l'Antinori in Firenze, il<br />

Quetelet in Bruxelles, il Kupfler in S. Pietroburgo e il Lamont in Monaco. E'<br />

mio divisamento di consegnare alla sua Raccolta Scientifica i principali<br />

risultamenti delle osservazioni di questa I.R. Accademia nel periodo di<br />

cinque anni, cioè dall'anno 1841 a tutto l'anno 1845, e credo però necessario<br />

d'incominciare con un breve cenno sugli strumenti. Le osservazioni si fanno<br />

tre volte al giorno: a 7 ore di mattina, a 2 e a 10 ore di sera, tempo vero. Gli<br />

strumenti sono collocati a 45 piedi di Parigi (14.6 m) sopra il livello medio<br />

dell'Adriatico. Osservazioni termometriche. I termometri coi quali si osserva


29<br />

la temperatura dell'aria sono stati costruiti da F. Gianelli, meccanico<br />

dell'I.R. Accademia; sono termometri ottantigradi a mercurio con la scala di<br />

ottone. I punti di congelazione e di ebollizione furono verificati nel mese di<br />

dicembre dell'anno 1840 con i metodi più esatti <strong>della</strong> fisica e si verificano<br />

qualunque volta si ha dubbio che qualche causa accidentale possa aver<br />

spostato lo zero <strong>della</strong> scala dal punto di congelazione. A questa epoca si è<br />

anche verificato il diametro interno <strong>della</strong> canna del termometro normale col<br />

metodo di Bessel descritto nell'opera Annalen der Physik (von Poggendorff,<br />

vol. VI, p. 281). Il termometro normale è appeso alla parete sinistra di una<br />

finestra che guarda il nord all'aria libera e difeso dai raggi solari.<br />

Osservazioni igrometriche. L'umidità dell'aria si osserva con due igrometri a<br />

capello costruiti dal predetto F. Gianelli. Il principio di numerazione, ossia il<br />

suo maximum di siccità è stato determinato nel vuoto col cloruro di calce ed<br />

il maximum di umidità sotto un vaso di vetro le cui interne pareti erano<br />

bagnate con acqua distillata. I capelli impiegati nella costruzione di questi<br />

due strumenti vennero scelti fra i più omogenei e preparati con lisciva<br />

alcalina. I due igrometri sono comparati: si nota la media delle loro<br />

indicazioni contemporanee. Osservazioni barometriche. La pressione<br />

atmosferica si determina con un barometro a sifone costruito da Schlosser di<br />

Vienna, la cui scala è di ottone divisa in pollici e linee del piede di Parigi: il<br />

nonio dà i decimi di linea. Vi è annesso un termometro con la scala di<br />

Réaumur che serve per la correzione <strong>della</strong> scala barometrica. Il barometro<br />

osservato si riduce a zero con le tavole di Schumacher (Iahrbuck für 1844,<br />

Stuttgart und Tubingen 1844). Si ha motivo di credere che le indicazioni di<br />

questo strumento sieno esatte, poichè la sua scala è verticale, le parti <strong>della</strong><br />

scala sono eguali fra di loro, ed eguali ciascuna alle linee del piede di Parigi,<br />

la canna barometrica è vuota d'aria e di vapori. Le due prime condizioni<br />

vennero adempiute diligentemente dal costruttore: la terza si è verificata con<br />

osservazioni e col calcolo. Direzione dei venti. La direzione dei venti si<br />

osserva con una banderuola fermata alla estremità superiore d'un asta<br />

cilindrica di ferro. Quest'asta congiunge la inferiore sua estremità con un<br />

indice di ottone che si riavvolge intorno al centro di un circolo di legno su cui<br />

è scolpita la rosa dei venti: l'indice si sovrappone al nord quando il vento<br />

soffia dal nord, al sud quando soffia dal sud ecc. La rosa è stata orientata<br />

mediante una bussola di declinazione dapprima verificata con osservazioni<br />

astronomiche. Osservazioni udometriche. L'udometro è un vaso cubico di<br />

ferro che ha per lato 12 linee del piede di Parigi (*). Sulla sua faccia<br />

orientale vi ha un cannello di vetro calibrato su cui è scolpita una scala<br />

divisa in pollici e linee. Questo cannello comunica con la base dell'udometro<br />

e mostra la quantità dell'acqua caduta nonchè quella risultante dallo<br />

scioglimento <strong>della</strong> neve, <strong>della</strong> grandine ecc. Osservazioni a epoche<br />

determinate. A quattro epoche dell'anno, cioè negli equinozi e ne' solstizi, si<br />

fanno osservazioni orarie impiegando gli strumenti sopradescritti. Vi si<br />

aggiunge però il psicrometro di August. Osservazioni psicrometriche: la<br />

pressione del vapore acqueo contenuto nell'atmosfera e l'umidità relativa si<br />

calcolano con le tavole di A.G. Stierlin (Hülfstafeln und Beitrage zür neueren<br />

Hygrometrie, Köln am Rhein, 1834). Osservazioni barometriche orarie.<br />

Nell'anno 1845 si sono raccolte 3000 osservazioni barometriche allo scopo di<br />

verificare l'altezza media e l'oscillazione diurna del barometro. Il barometro


30<br />

è stato osservato tutti i giorni dell'anno fra 7 ore di mattina e 10 di sera. Si è<br />

impiegato un barometro con vaschetta alla Fortin costruito in Vienna dal sig.<br />

Homaczik meccanico di quella I.R. Università. La sua scala è di ottone<br />

divisa in pollici e decimi del pollice di Parigi: il nonio è in centesimi del<br />

pollice. Il termometro con cui si correggono le altezze barometriche ha la<br />

scala di Réaumur. Lo strumento è appeso verticalmente a 38 piedi (12.3 m)<br />

di Parigi sopra il livello medio dell'Adriatico in una stanza situata a sud.<br />

L'asse verticale <strong>della</strong> canna barometrica si scosta di 3 pollici (8 cm) dalla<br />

interna parete <strong>della</strong> stanza e la superficie superiore del mercurio <strong>della</strong><br />

vaschetta s'innalza di 30 pollici (81 cm) sopra il suolo <strong>della</strong> stanza<br />

medesima.<br />

Tutte queste osservazioni sono state ridotte a zero Réaumur con le tavole di<br />

Schumacher e corrette di capillarità con quelle che Delnos ha ricavato dalle<br />

formule di Schleiermacher (Course complet de Mètèorologie de L.F. Kaewtz,<br />

traduit par Ch. Martins, Paris 1843, p. 246).<br />

La correzione di capillarità è basata sui dati qui appresso che si sono<br />

ottenuti con osservazioni comparative fatte dai professori Gallo a Trieste e<br />

Wüllerstorf a Venezia:<br />

Semidiametro interno <strong>della</strong> vaschetta mm 18,190<br />

Semidiametro interno del cannello mm 2,416<br />

Freccia del menisco <strong>della</strong> vaschetta mm 1,759<br />

Freccia del menisco del cannello mm 0,559<br />

Trieste, 2 febbraio 1846 Vincenzo Gallo”<br />

Tutto è descritto con grande precisione; le dimensioni del pluviometro (*), posto<br />

sul tetto <strong>della</strong> scuola a 15.6 m s.l.m., sembrano però francamente sbagliate:<br />

probabilmente si deve intendere un lato di “12 pollici” (1055 cm 2 ) e non “12 linee”<br />

(7.3 cm 2 !).<br />

I Repertori originali di Gallo contengono le misure e le osservazioni dal 1<br />

gennaio 1841 al 30 giugno 1868, per un totale di 27 anni e mezzo; il lavoro è stato<br />

eseguito con scrupolo e continuità ammirevoli.<br />

Con il mese di aprile 1860 cominciano “con istrumenti nuovi ed in altri locali”<br />

le osservazioni a cura di Ferdinando Osnaghi; al posto dei quaderni (scritti in<br />

italiano) vi sono dei moduli a stampa di grande formato (Meteorologische<br />

Beobachtungen), in lingua tedesca, riempiti a mano.<br />

Ferdinando Osnaghi (1835-1891) nacque infatti a Vienna il 13 dicembre 1835,<br />

frequentò il ginnasio capitolare di Kremsmünster e la facoltà filosofica di Vienna.<br />

Professore di chimica e fisica a Zara, fu trasferito all’Accademia di Commercio e<br />

Nautica di Trieste. Dal maggio 1868 continuò, come si è visto, le osservazioni<br />

meteorologiche di Gallo, con strumenti nuovi collocati nel piccolo osservatorio con<br />

sovrapposta terrazza fatto erigere dal direttore Schaub sul tetto dell’Accademia.<br />

Nel 1872 fu chiamato a Vienna per impiantare l’osservatorio dell’I.R. Istituto<br />

Centrale Meteorologico e Magnetico; qui ideò un nuovo modello di pluviometro,<br />

anemometro ed evaporimetro, e pubblicò i dati di Trieste sugli annuari. Nel 1873<br />

riorganizzò gli studi nautici a Trieste, provvedendo alla formazione dell’<br />

Osservatorio Marittimo per la promozione degli studi scientifici <strong>della</strong> Marina,<br />

sulla base del Deutsche Seewarth di Amburgo. Nel 1877 fu vice direttore dell’I.R.<br />

Istituto Centrale Meteorologico; nel1879 fu ispettore scolastico provinciale per le


31<br />

scuole nautiche. Nel 1882 ritornò a Trieste come direttore dell’Accademia; in<br />

particolare si dedicò, con l’aiuto di due aggiunti ed un assistente, all’Osservatorio<br />

Marittimo del quale aumentò la dotazione strumentale; curò la gestione <strong>della</strong><br />

rete di stazioni adriatiche, organizzò il servizio meteoro-telegrafico ed il<br />

mareografo di Trieste ed iniziò a pubblicare gli Annuari con i dati meteorologici<br />

dal 1884. Morì a Trieste il 9 settembre 1891 (MAZELLE, 1892; GENERINI,<br />

1884/1988).<br />

Con i dati dell’anno 1884 inizia la pubblicazione del Rapporto Annuale<br />

dell’Osservatorio Marittimo di Trieste (OSNAGHI, 1886): ne sono stati editi 28<br />

volumi, veramente completi e ben fatti; la serie si interrompe a causa <strong>della</strong><br />

guerra con i dati del 1911. Nel primo volume, Osnaghi ricorda e ringrazia gli<br />

“assistenti dell’osservatorio marittimo i sigg. Edoardo Mazelle ed Emilio<br />

Grignaschi per la cura intelligentissima, colla quale ordinarono il materiale del<br />

presente rapporto e ne istituirono i calcoli relativi”.<br />

(1903-1920) Villa Basevi. L’attività <strong>della</strong> stazione meteorologica fu<br />

continuata da Edoardo Mazelle. All’inizio del nuovo secolo fu impiantato in Villa<br />

Basevi un nuovo osservatorio che iniziò a funzionare ufficialmente il 1 gennaio<br />

1903; “quelle osservazioni parallele che si resero necessarie, furono fatte<br />

contemporaneamente nel vecchio Osservatorio durante tutto l’anno 1903”<br />

(MAZELLE, 1907). I dati registrati nella nuova sede sono pubblicati nell’Annuario<br />

n. XX; nello stesso volume Mazelle descrive le attività dell’Osservatorio e la ricca<br />

dotazione di strumenti meteorologici, tra cui cinque barometri a mercurio, un<br />

barografo Sprung-Fuess (fig. 12; <strong>Stravisi</strong> e Pieri, 1985), barometri aneroidi, un<br />

anemografo Beckley, un anemografo Casella, due termografi, un igrografo,<br />

igrometri, psicrometri di August e di Assmannn, termometri a massima e a<br />

minima, un pluviografo Rung ed uno Hellmann-Fuess, pluviometri, un<br />

eliofanografo di Campbell-Stokes; vi era poi il mareografo, oltre agli strumenti<br />

astronomici e sismici. La capanna meteorologica di grandi dimensioni,<br />

appositamente costruita in rovere di slavonia, era collocata pochi metri a nord del<br />

padiglione degli strumenti astronomici nel giardino di Villa Basevi a 67.5 m sul<br />

livello medio del mare (POLLI, 1942); anemometri e solarimetri erano collocati<br />

sulla torretta (fig. 7). Alla fine <strong>della</strong> guerra ci fu il cambio di amministrazione e la<br />

riorganizzazione dell’osservatorio; nel 1920 la stazione meteorologica venne<br />

traslocata a Sant’Andrea.<br />

(1920-oggi) Sant’Andrea. La stazione meteorologica cominciò a funzionare in<br />

questa sede nel 1920. Il 5 luglio la grande capanna fu tolta da Villa Basevi e<br />

collocata dopo pochi giorni nel giardino di S. Andrea, nel posto in cui si trova oggi:<br />

le registrazioni di temperatura ed umidità sono riprese il giorno 13. La sede<br />

originale dell’Istituto Geofisico, l’ex stazione zoologica, è stata distrutta nel 1944<br />

e ricostruita, come si è detto, sei anni dopo. POLLI (1942, 1946, 1947, 1948, 1950,<br />

1953), in una serie di note su un secolo di osservazioni meteorologiche a Trieste,<br />

riporta una dettagliata descrizione degli strumenti impiegati sino al 1950, <strong>della</strong><br />

loro ubicazione e delle corrispondenti quote. Una livellazione accurata dei punti<br />

di maggior interesse è stata eseguita da Ivo Luca (Tab. 7).<br />

(1978-oggi) Piazza Hortis (già Piazza Lipsia). E’ l’attuale stazione di Trieste<br />

(DST-ITN): impiantata nel 1978, con l’anno 1979 sono disponibili i dati


32<br />

giornalieri di temperatura, umidità e precipitazioni (<strong>Stravisi</strong> e Badina, 1989). I<br />

dati orari di velocità e direzione del vento sono stati elaborati a partire dal 1987<br />

(STRAVISI e BADINA, 1991). Dal 1992 sono disponibili le serie complete ogni 10<br />

minuti. Dal 1993 i dati <strong>della</strong> pressione atmosferica sono stati acquisiti con<br />

continuità con barometri digitali di precisione e memorizzati ogni minuto. La<br />

dotazione strumentale è riportata nella Tab. 8. I dati sono pubblicati nella<br />

collana dei rapporti <strong>della</strong> sezione di Oceanografia e Meteorologia (OM) del DST.<br />

Riepilogo<br />

L’ubicazione e la quota degli strumenti meteorologici fondamentali<br />

successivamente in uso a Trieste a partire dal 1841 sono elencate nella tab. 11.<br />

Dal 1817 al 1840 la situazione era probabilmente simile a quella del 1841; per il<br />

periodo precedente mancano, come si è già detto, informazioni precise.<br />

Per concludere, riportiamo le principali caratteristiche delle serie climatiche di<br />

Trieste.<br />

Pressione atmosferica: tre misure giornaliere dal 1819; dati orari dal 1884; dati<br />

ogni 10 minuti dal 1989; dati ogni minuto dal 1993.<br />

Temperatura dell’aria: tre misure giornaliere dal 1802; temperatura minima e<br />

massima giornaliera dal 1869; dati orari dal 1884; dati ogni 10 minuti dal 1991.<br />

Umidità relativa: tre misure psicrometriche al giorno dal 1841; dati orari dal<br />

1903; dati ogni 10 minuti dal 1991.<br />

Precipitazioni: dati mensili discontinui dal 1788 al 1807; tre misure giornaliere<br />

dal 1841al 1868; una misura giornaliera dal 1868; dati orari dal 1896; dati ogni<br />

10 minuti dal 1993.<br />

Vento: tre osservazioni giornaliere di direzione dal 1841; direzione e forza dal<br />

1865; vento filato dal 1 aprile 1868; dati orari di velocità e direzione dal 1884;<br />

massima raffica dal 1 gennaio 1909; dati ogni 10 minuti (velocità media, massima<br />

e direzione) dal 1992.<br />

Eliofania: dati orari dal 1886.<br />

Irradianza solare globale: dal 1930 (serie discontinua); dati orari continui dal<br />

16 febbraio 1971; dati ogni 10 minuti dal 1992.<br />

Irradianza solare diffusa: dati orari dal 1990; dati ogni 10 minuti dal 1993.<br />

Copertura del cielo: osservazioni giornaliere dal 1819.<br />

Visibilità: osservazioni giornaliere dal 1931.<br />

L’attenzione costantemente posta da persone qualificate e motivate<br />

nell’esecuzione delle misure di controllo, nella cura degli strumenti, e<br />

nell’assicurare la continuità dei dati e la loro corretta archiviazione, fa sì che le<br />

serie climatiche di Trieste siano, se non le più antiche, in ogni caso tra le più<br />

affidabili, dettagliate ed accurate dal punto di vista scientifico.


33<br />

Pressione atmosferica (barometri di controllo)<br />

inizio fine ente ubicazione m<br />

1/1/1841 31/12/1856 Accademia Nautica Piazza Lipsia, 1015 14.6<br />

1/1/1857 30/6/1868 Accademia di Commercio e Nautica Piazza Lipsia, 1015 23.89<br />

1/4/1868 31/12/1902 Accademia di Commercio e Nautica Piazza Lipsia, 1015 25.8<br />

1/1/1903 30/4/1920 Oss. Astronomico-Meteorologico Villa Basevi 67.5<br />

1/5/1920 30/6/1920 Istituto Geofisico / Talassografico Viale Romolo Gessi, 2 12.5<br />

1/7/1920 18/7/1944 Istituto Geofisico / Talassografico Viale Romolo Gessi, 2 7.8<br />

19/7/1944 21/8/1950 Istituto Talassografico Via del Lazzaretto Vecchio, 10 11.0<br />

22/8/1950 oggi Istituto Talassografico / ISMAR Viale Romolo Gessi, 2 8.77<br />

10/7/1989 30/12/1992 Laboratorio di Climatologia (LC) Via Beirut, 7<br />

(ICTP - Galileo building)<br />

67.5<br />

1992 oggi LC - IGG- DST Piazza Attilio Hortis, 1 28.25<br />

12/1/1993 21/12/1995 Istituto di Geodesia e Geofisica (IGG) Via Ottaviano Augusto, 9 11.1<br />

12/1/1996 oggi <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> <strong>Terra</strong><br />

(DST)<br />

Temperatura e umidità relativa dell’aria<br />

Via Edoardo Weiss, 4 89.12<br />

inizio fine ente ubicazione m<br />

1/1/1841 31/12/1856 Accademia Nautica Piazza Lipsia, 1015 14.6<br />

1/1/1857 30/6/1868 Accademia di Commercio e Nautica Piazza Lipsia, 1015 24<br />

1/4/1868 31/12/1902 Accademia di Commercio e Nautica Piazza Lipsia, 1015 27<br />

1/1/1903 5/7/1920 Oss. Astronomico-Meteorologico Villa Basevi 67.5<br />

6/7/1920 oggi Istituto Geofisico / Talassografico Viale Romolo Gessi, 2 10.7<br />

1/1/1979 oggi Istituto Tecnico Nautico Piazza Attilio Hortis, 1 33.2<br />

10/7/1989 30/12/1992 Laboratorio di Climatologia Piazza Attilio Hortis, 1 33.2<br />

12/1/1993 21/12/1995 Istituto di Geodesia e Geofisica Piazza Attilio Hortis, 1 33.2<br />

12/1/1996 oggi <strong>Dip</strong>artimento di <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> <strong>Terra</strong> Piazza Attilio Hortis, 1 33.2<br />

Vento<br />

inizio fine anemometro ubicazione m<br />

1/1/1841 31/12/1856 anemoscopio Piazza Lipsia, 1015 18<br />

1/1/1857 30/6/1868 anemoscopio Piazza Lipsia, 1015 26<br />

1/4/1868 31/12/1902 anemometro Kraft Piazza Lipsia, 1015 26<br />

1/1/1903 31/1/1920 anemometri Beckley, Casella Villa Basevi 81<br />

1/1/1909 1920 anemometro Dines Villa Basevi 80.7<br />

1920 10/1949 anemometro Dines Viale Romolo Gessi, 2 26.64<br />

1920 10/6/1944 anemometro Munro Viale Romolo Gessi, 2 25.53<br />

15/5/1947 1950 Universale SIAP VT127 Villa Basevi 81<br />

5/1950 oggi Universale SIAP VT127 Viale Romolo Gessi, 2 45.4<br />

1994 oggi Vaisala WAA15/WAV15 Viale Romolo Gessi, 2 43<br />

1/1/1987 7/1992 Lambrecht 1464/1485 Piazza Attilio Hortis, 1 38.1<br />

7/1992 oggi Micros SVDV Piazza Attilio Hortis, 1 36.2<br />

Tab. 11.- (continua)


34<br />

Precipitazioni<br />

inizio fine pluviometro ubicazione m<br />

1/1/1841 31/12/1856 pluviometro Piazza Lipsia, 1015 15.6<br />

1/1/1857 30/6/1869 pluviometro Piazza Lipsia, 1015 30.0<br />

1/7/1869 30/6/1894 pluviometro Piazza Lipsia, 1015 30.0<br />

1/7/1894 1902 pluviografo Piazza Lipsia, 1015 31.9<br />

1/1/1903 6/6/1920 pluviografi Rung e Hellmann Villa Basevi 70.1<br />

7/6/1920 10/6/1944 pluviografo Hellmann Viale Romolo Gessi, 2 18.0<br />

1944 1992 pluviografo Hellmann Viale Romolo Gessi, 2 10.7<br />

1992 2000 SIAP UM 8170 (a vaschette) Viale Romolo Gessi, 2 10<br />

1/1/1979 oggi SIAP UM 8100 (a vaschette) Piazza Attilio Hortis, 1 34.6<br />

12/1992 oggi Micros PLUV/R (a vaschette) Piazza Attilio Hortis, 1 33.5<br />

Irradianza solare<br />

inizio fine strumento ubicazione m<br />

1/1/1886 31/12/1902 eliofanografo Campbell-Stokes Piazza Lipsia, 1015 30<br />

1/1/1903 31/5/1921 eliofanografo Campbell-Stokes Villa Basevi 76.5<br />

1/6/1921 1950 eliofanografo Campbell-Stokes Viale Romolo Gessi, 2 21.5<br />

1950 1999 eliofanografo Campbell-Stokes Viale Romolo Gessi, 2 39.8<br />

1930 1968 solarigrafo Gorczynski, Kipp&Zonen Viale Romolo Gessi, 2 40.2<br />

1969 1979 piranografo Robitzsch SIAP SO2800 Viale Romolo Gessi, 2 39.8<br />

1979 1982 piranometro Kipp&Zonen CM3 Viale Romolo Gessi, 2 40.2<br />

1982 1996 piranometro Kipp&Zonen CM10 Viale Romolo Gessi, 2 40.2<br />

7/1988 oggi piranometro Kipp&Zonen CM11 Piazza Attilio Hortis, 1 35.3<br />

12/1990 oggi piranometro Kipp&Zonen CM121<br />

(irradianza diffusa)<br />

Piazza Attilio Hortis, 1 33.4<br />

1999 oggi eliofanografo Campbell-Stokes Thies Piazza Attilio Hortis, 1 35.3<br />

Tab. 11.- Stazioni meteorologiche di Trieste: ubicazione ed altezza sul livello del mare dei<br />

barometri di controllo, dei termometri, degli igrometri, degli anemometri, dei pluviometri, degli<br />

eliofanografi e dei piranometri dal 1841 ad oggi.


35<br />

Riferimenti<br />

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Trieste.


36<br />

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Accademia di Commercio e Nautica) per l’anno 1890, VII, 114 pag., Tipogr. Lloyd Austriaco,<br />

Trieste.<br />

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Austriaco, Trieste.<br />

MAZELLE E. (1895): Rapporto annuale dell’Osservatorio Astronomico-Meteorologico di Trieste (IV<br />

sez. dell’I.R. Accademia di Commercio e Nautica) per l’anno 1892, IX, 114 pag., Tipogr. Lloyd<br />

Austriaco, Trieste.<br />

MAZELLE E. (1896): Rapporto annuale dell’Osservatorio Astronomico-Meteorologico di Trieste (IV<br />

sez. dell’I.R. Accademia di Commercio e Nautica) per l’anno 1893, X, 114 pag., Tipogr. Lloyd<br />

Austriaco, Trieste.<br />

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per l’anno 1906, XXIII, 124 pag., Tipogr. Lloyd Austriaco, Trieste.<br />

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per l’anno 1907, XXIV, 124 pag., Tipogr. Lloyd Austriaco, Trieste.<br />

MAZELLE E. (1912): Rapporto annuale dell’ I.R. Osservatorio Astronomico-Meteorologico di Trieste<br />

per l’anno 1908, XXV, 124 pag., Tipogr. Lloyd Austriaco, Trieste.<br />

MAZELLE E. (1913): Rapporto annuale dell’ I.R. Osservatorio Astronomico-Meteorologico di Trieste<br />

per l’anno 1909, XXVI, 124 pag., Tipogr. Lloyd Austriaco, Trieste.<br />

MAZELLE E. (1914): Rapporto annuale dell’ I.R. Osservatorio Astronomico-Meteorologico di Trieste<br />

per l’anno 1910, XXVII, 124 pag. , Tipogr. Lloyd Austriaco, Trieste.<br />

MAZELLE E. (1917): Rapporto annuale dell’ I.R. Osservatorio Astronomico-Meteorologico di Trieste<br />

per l’anno 1911, XXVIII, 124 pag., Tipogr. Lloyd Austriaco, Trieste.


37<br />

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ISTITUTO SPERIMENTALE TALASSOGRAFICO (1968): Annuario 1967, n. 447, 43 pag.<br />

ISTITUTO SPERIMENTALE TALASSOGRAFICO (1969): Annuario 1968 con le osservazioni<br />

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ISTITUTO SPERIMENTALE TALASSOGRAFICO “Francesco Vercelli” (1978): Annuario 1977 con i dati<br />

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ISTITUTO SPERIMENTALE TALASSOGRAFICO “Francesco Vercelli” (1979): Annuario 1978, n. 547, 38<br />

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STRAVISI F., PIERI G., FERRARO S. (1986): Temperatura dell'aria a Trieste: dati orari 1981-1985,<br />

C.N.R. Ist. Talassografico Trieste, Rapporti Fisica, RF 12, 135 pag.<br />

STRAVISI F., PIERI G., FERRARO S. (1986): Irradiazione solare globale a Trieste: dati orari 1981-<br />

1985, C.N.R. Ist. Talassografico Trieste, Rapporti Fisica, RF 13, 135 pag.<br />

STRAVISI F., PIERI G., FERRARO S. (1986): Precipitazioni a Trieste: dati orari 1981-1985, C.N.R. Ist.<br />

Talassografico Trieste, Rapporti Fisica, 16, 67 pag.


39<br />

Dati <strong>della</strong> stazione meteorologica di Piazza Hortis<br />

(Rapporti <strong>della</strong> sezione di Oceanografia e Meteorologia - OM del<br />

<strong>Dip</strong>artimento di <strong>Scienze</strong> <strong>della</strong> <strong>Terra</strong> -)<br />

STRAVISI F., BADINA G. (1989): Dati <strong>della</strong> Stazione Meteorologica di Trieste - Istituto Tecnico<br />

Nautico: anni 1979-1986, 16, FTC 89/3, 116 pag.<br />

STRAVISI F., BADINA G. (1991): Dati <strong>della</strong> Stazione Meteorologica di Trieste - Istituto Tecnico<br />

Nautico: anni 1987-1990, 22, FTC 91/1, 157 pag.<br />

STRAVISI F., BADINA G. (1992): Dati <strong>della</strong> Stazione Meteorologica di Trieste - Istituto Tecnico<br />

Nautico: anno 1991, 24, LC 92/1, 37 pag.<br />

STRAVISI F., BADINA G. (1993): Dati <strong>della</strong> Stazione Meteorologica di Trieste - Istituto Tecnico<br />

Nautico: anno 1992, 30, OM 93/3, 39 pag.<br />

STRAVISI F., BADINA G. (1994): Dati <strong>della</strong> Stazione Meteorologica di Trieste - Istituto Tecnico<br />

Nautico: anno 1993, 35, OM 94/2, 39 pag.<br />

STRAVISI F., BADINA G. (1995): Dati <strong>della</strong> Stazione Meteorologica di Trieste - Istituto Tecnico<br />

Nautico: anno 1994, 42, OM 95/1, 39 pag.<br />

STRAVISI F., BADINA G. (1996): Dati <strong>della</strong> Stazione Meteorologica di Trieste - Istituto Tecnico<br />

Nautico: anno 1995, 50, OM 96/2, 39 pag.<br />

STRAVISI F., BADINA G. (1997): Dati <strong>della</strong> Stazione Meteorologica di Trieste - Istituto Tecnico<br />

Nautico: anno 1996, 55, OM 97/2, 39 pag.<br />

STRAVISI F., BADINA G. (1998): Dati <strong>della</strong> Stazione Meteorologica di Trieste - Istituto Tecnico<br />

Nautico: anno 1997, 63, OM 98/1, 39 pag.<br />

STRAVISI F., BADINA G. (1999): Dati <strong>della</strong> Stazione Meteorologica di Trieste - Istituto Tecnico<br />

Nautico: anno 1998, 70, OM 99/1, 39 pag.<br />

STRAVISI F., BADINA G. (2000): Dati <strong>della</strong> Stazione Meteorologica di Trieste - Istituto Tecnico<br />

Nautico: anno 1999, 77, OM 00/2, 39 pag.<br />

STRAVISI F., BADINA G. (2001): Dati <strong>della</strong> Stazione Meteorologica di Trieste - Istituto Tecnico<br />

Nautico: anno 2000, 82, OM 01/2, 39 pag.<br />

STRAVISI F., PURGA N. (2002): Dati meteorologici di Trieste - anno 2001, 88, OM 02/1, 45 pag.<br />

STRAVISI F., PURGA N. (2003): Dati meteorologici di Trieste - anno 2002, 98, OM 03/7, 45 pag.<br />

STRAVISI F., PURGA N. (2004): Dati meteorologici di Trieste - anno 2003, 99, OM 04/1, 45 pag.<br />

Pressione atmosferica oraria<br />

STRAVISI F. (1993): Trieste 1961-1990. Pressione atmosferica: dati orari ed estremi giornalieri, 33,<br />

OM 93/6, 372 pag.<br />

STRAVISI F. (1994): Trieste 1961-1990. Pressione atmosferica: dati mensili e statistiche, 34, OM<br />

94/1, 27 pag.<br />

STRAVISI F. (1994): Pressione atmosferica a Trieste - 1991, 37, OM 94/4, 91 pag.<br />

STRAVISI F. (1994): Pressione atmosferica a Trieste - 1992, 38, OM 94/5, 92 pag.<br />

STRAVISI F. (1995): Pressione atmosferica a Trieste - 1993, 45, OM 95/4, 91 pag.<br />

STRAVISI F. (1995): Pressione atmosferica a Trieste - 1994, 46, OM 95/5, 91 pag.<br />

STRAVISI F. (1996): Pressione atmosferica a Trieste - 1995, 52, OM 96/4, 91 pag.<br />

STRAVISI F. (1997): Pressione atmosferica a Trieste - 1996, 56, OM 97/3, 51 pag.<br />

STRAVISI F. (1998): Pressione atmosferica a Trieste - 1997, 65, OM 98/3, 51 pag.<br />

STRAVISI F. (1999): Pressione atmosferica a Trieste - 1998, 72, OM 99/3, 47 pag.<br />

STRAVISI F. (2000): Pressione atmosferica a Trieste - 1999, 79, OM 00/4, 47 pag.<br />

STRAVISI F. (2001): Pressione atmosferica a Trieste - 2000, 83, OM 01/3, 47 pag.<br />

STRAVISI F. (2003): Pressione atmosferica a Trieste - 2001, 94, OM 03/3, 47 pag.<br />

STRAVISI F. (2003): Pressione atmosferica a Trieste - 2002, 95, OM 03/4, 47 pag.<br />

STRAVISI F. (2004): Pressione atmosferica a Trieste - 2003, 101, OM 04/3, 47 pag.<br />

Precipitazioni orarie<br />

STRAVISI F. (1995): Precipitazioni orarie: Trieste 1961-1990, 48, OM 95/7, 189 pag.<br />

STRAVISI F. (1996): Precipitazioni orarie: Trieste 1991-1995, 49, OM 96/1, 35 pag.<br />

STRAVISI F. (1997): Precipitazioni orarie: Trieste 1996, 57, OM 97/4, 11 pag.<br />

STRAVISI F. (1998): Precipitazioni orarie: Trieste 1997, 64, OM 98/2, 11 pag.<br />

STRAVISI F. (1999): Precipitazioni orarie: Trieste 1998, 71, OM 99/2, 11 pag.


STRAVISI F. (2000): Precipitazioni orarie: Trieste 1999, 78, OM 00/3, 11 pag.<br />

STRAVISI F. (2001): Precipitazioni orarie: Trieste 2000, 81, OM 01/1, 11 pag.<br />

40<br />

Diagrammi temperatura/umidità<br />

STRAVISI F. (1993): Stazione meteorologica di Trieste - ITN. Temperatura dell'aria e umidità<br />

relativa: diagrammi 1992, 31, OM 93/4, 79 pag.<br />

STRAVISI F. (1994): Stazione meteorologica di Trieste - ITN. Temperatura dell'aria e umidità<br />

relativa: diagrammi 1993, 36, OM 94/3, 78 pag.<br />

STRAVISI F. (1995): Stazione meteorologica di Trieste - ITN. Temperatura dell'aria e umidità<br />

relativa: diagrammi 1994, 47, OM 95/6, 78 pag.<br />

STRAVISI F. (1997): Stazione meteorologica di Trieste - ITN. Temperatura dell'aria e umidità<br />

relativa: diagrammi 1995, 58, OM 97/5, 78 pag.<br />

STRAVISI F. (1997): Stazione meteorologica di Trieste. Temperatura dell'aria e umidità relativa:<br />

diagrammi 1996, 59, OM 97/6, 79 pag.<br />

STRAVISI F. (1998): Stazione meteorologica di Trieste. Temperatura dell'aria e umidità relativa:<br />

diagrammi 1997, 67, OM 98/5, 31 pag.<br />

STRAVISI F. (1999): Stazione meteorologica di Trieste. Temperatura dell'aria e umidità relativa:<br />

diagrammi 1998, 74, OM 99/5, 29 pag.<br />

STRAVISI F. (2001): Stazione meteorologica di Trieste. Temperatura dell'aria e umidità relativa:<br />

diagrammi 1999, 84, OM 01/4, 29 pag.<br />

STRAVISI F. (2001): Stazione meteorologica di Trieste. Temperatura dell'aria e umidità relativa:<br />

diagrammi 2000, 85, OM 01/5, 29 pag.<br />

STRAVISI F. (2003): Stazione meteorologica di Trieste. Temperatura dell'aria e umidità relativa:<br />

diagrammi 2001, 96, OM 03/5, 29 pag.<br />

STRAVISI F. (2003): Stazione meteorologica di Trieste. Temperatura dell'aria e umidità relativa:<br />

diagrammi 2002, 97, OM 03/6, 29 pag.

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