Stravisi F. 2006 - Dip. Scienze della Terra

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Le serie meteorologiche di Trieste 26 L’elenco cronologico degli enti e delle persone che principalmente si sono occupati delle osservazioni, delle misure e dell’acquisizione dei dati meteorologici a Trieste è riportato nelle Tab. 9 e 10. I siti sono fondamentalmente quattro: Piazza Grande, Piazza Lipsia, Villa Basevi e S. Andrea. Fig. 21.- Trieste (mappa di fine ottocento). (1) Collegio dei Gesuiti; (2) Municipio; (3) casa Hoffman in Piazza Cavana; (4) casa Jenner in via della Procureria; (5) Accademia Nautica in Piazza Lipsia; (6) Osservatorio Astronomico-Meteorologico in Villa Basevi; (7) Stazione Zoologica, Istituto Geofisico, Istituto Talassografico a S. Andrea; (8) Istituto Tecnico Nautico in Piazza Hortis.
27 (1779-1817) Piazza Grande, detta anche Piazza San Pietro. La stazione era abbinata alla scuola nautica nel palazzo municipale, che è stato demolito verso il 1870. Il mare distava un centinaio di metri; una fila di edifici (locanda grande, torre dell’orologio) riparava appena la stazione dalla brezza di mare. Il municipio attuale ricalca in sostanza la pianta del precedente; la piazza odierna, Piazza Unità d’Italia, è stata aperta e prolungata verso il mare interrando il vecchio porticciolo del Mandracchio ed allargando le rive. Negli anni dal 1807 al 1817 la scuola è stata spostata, ed è probabile che la stazione l’abbia seguita: in ogni caso, i siti alternativi che conosciamo (Tab. 4) si trovavano a brevissima distanza dalla Piazza Grande e similmente posizionati rispetto al mare. Le osservazioni erano fatte principalmente da Andrea Stadler. Michele Andrea Stadler de Breitweg (Städler von Breitweg), tirolese originario di Sterzing (Vipiteno), frequentò la scuola nautica con padre Orlando nel 1771- 1774, come allievo stipendiato interno del seminario (POGLIACCO, 1954). Figurò, in quanto “musico” dei Gesuiti, tra il personale censito all’atto dello scioglimento della Compagnia di Gesù. Fu insegnante nelle scuole normali (elementari) di Trieste per un ventennio. Dal 1795 al 1810 ebbe l’incarico di provvedere alla scuola nautica, insegnamento compreso. Non essendo un esperto in questo campo, adottò i testi delle lezioni di padre Orlando, aggiornandone gli esercizi. Coprì il ruolo di direttore della scuola negli anni della sua trasformazione, prima sotto i francesi e poi di nuovo sotto l’Austria, nel periodo dal 1811 al 1817. (1817-1903) Piazza Lipsia, presso la Scuola (dal 1820 Accademia) Nautica. Le osservazioni venivano già effettuate con continuità dallo Stadler (almeno fino al 1823, secondo Gallo), che nel 1832 risulta ancora tra gli insegnanti; dopo di lui e prima di Gallo l’incarico sarà stato assunto probabilmente da qualche collega. Come è stato già detto, non sono noti documenti originali con i dati sino al 1840; quelli che abbiamo sono stati ricavati dai giornali, che allora li riprendevano in modo diligente. Non abbiamo neppure informazioni dell’epoca sugli strumenti e sulla loro collocazione. Il periodo documentato inizia con Vincenzo Gallo. Questi, nato a Venezia nel 1804, si laureò in matematica a Padova, dove insegnò alla scuola normale e all’Università. Nel 1833 passò all’ Accademia Reale e di Nautica di Trieste, quale successore di Stadler. Scrisse pubblicazioni scientifiche e collaborò con l’Osservatore Triestino e con la Rivista Marittima, della quale fu promotore e redattore. Insegnò fino a quando fu collocato a riposo, nel 1868. Dal 1841 al 1846 pubblicò un Almanacco Nautico, il primo del genere in Italia. Nel 1847 presentò un suo studio al IX Congresso degli Scienziati a Venezia. Dal 1851 Fig. 22.- I repertori di Vincenzo Gallo custoditi presso la sezione di Trieste dell’ISMAR (CNR). pubblicò le osservazioni meteorologiche da lui eseguite e trasmesse giornalmente agli osservatori di Vienna e di Parigi. Dalla
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