Stravisi F. 2006 - Dip. Scienze della Terra
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scuole nautiche. Nel 1882 ritornò a Trieste come direttore dell’Accademia; in<br />
particolare si dedicò, con l’aiuto di due aggiunti ed un assistente, all’Osservatorio<br />
Marittimo del quale aumentò la dotazione strumentale; curò la gestione <strong>della</strong><br />
rete di stazioni adriatiche, organizzò il servizio meteoro-telegrafico ed il<br />
mareografo di Trieste ed iniziò a pubblicare gli Annuari con i dati meteorologici<br />
dal 1884. Morì a Trieste il 9 settembre 1891 (MAZELLE, 1892; GENERINI,<br />
1884/1988).<br />
Con i dati dell’anno 1884 inizia la pubblicazione del Rapporto Annuale<br />
dell’Osservatorio Marittimo di Trieste (OSNAGHI, 1886): ne sono stati editi 28<br />
volumi, veramente completi e ben fatti; la serie si interrompe a causa <strong>della</strong><br />
guerra con i dati del 1911. Nel primo volume, Osnaghi ricorda e ringrazia gli<br />
“assistenti dell’osservatorio marittimo i sigg. Edoardo Mazelle ed Emilio<br />
Grignaschi per la cura intelligentissima, colla quale ordinarono il materiale del<br />
presente rapporto e ne istituirono i calcoli relativi”.<br />
(1903-1920) Villa Basevi. L’attività <strong>della</strong> stazione meteorologica fu<br />
continuata da Edoardo Mazelle. All’inizio del nuovo secolo fu impiantato in Villa<br />
Basevi un nuovo osservatorio che iniziò a funzionare ufficialmente il 1 gennaio<br />
1903; “quelle osservazioni parallele che si resero necessarie, furono fatte<br />
contemporaneamente nel vecchio Osservatorio durante tutto l’anno 1903”<br />
(MAZELLE, 1907). I dati registrati nella nuova sede sono pubblicati nell’Annuario<br />
n. XX; nello stesso volume Mazelle descrive le attività dell’Osservatorio e la ricca<br />
dotazione di strumenti meteorologici, tra cui cinque barometri a mercurio, un<br />
barografo Sprung-Fuess (fig. 12; <strong>Stravisi</strong> e Pieri, 1985), barometri aneroidi, un<br />
anemografo Beckley, un anemografo Casella, due termografi, un igrografo,<br />
igrometri, psicrometri di August e di Assmannn, termometri a massima e a<br />
minima, un pluviografo Rung ed uno Hellmann-Fuess, pluviometri, un<br />
eliofanografo di Campbell-Stokes; vi era poi il mareografo, oltre agli strumenti<br />
astronomici e sismici. La capanna meteorologica di grandi dimensioni,<br />
appositamente costruita in rovere di slavonia, era collocata pochi metri a nord del<br />
padiglione degli strumenti astronomici nel giardino di Villa Basevi a 67.5 m sul<br />
livello medio del mare (POLLI, 1942); anemometri e solarimetri erano collocati<br />
sulla torretta (fig. 7). Alla fine <strong>della</strong> guerra ci fu il cambio di amministrazione e la<br />
riorganizzazione dell’osservatorio; nel 1920 la stazione meteorologica venne<br />
traslocata a Sant’Andrea.<br />
(1920-oggi) Sant’Andrea. La stazione meteorologica cominciò a funzionare in<br />
questa sede nel 1920. Il 5 luglio la grande capanna fu tolta da Villa Basevi e<br />
collocata dopo pochi giorni nel giardino di S. Andrea, nel posto in cui si trova oggi:<br />
le registrazioni di temperatura ed umidità sono riprese il giorno 13. La sede<br />
originale dell’Istituto Geofisico, l’ex stazione zoologica, è stata distrutta nel 1944<br />
e ricostruita, come si è detto, sei anni dopo. POLLI (1942, 1946, 1947, 1948, 1950,<br />
1953), in una serie di note su un secolo di osservazioni meteorologiche a Trieste,<br />
riporta una dettagliata descrizione degli strumenti impiegati sino al 1950, <strong>della</strong><br />
loro ubicazione e delle corrispondenti quote. Una livellazione accurata dei punti<br />
di maggior interesse è stata eseguita da Ivo Luca (Tab. 7).<br />
(1978-oggi) Piazza Hortis (già Piazza Lipsia). E’ l’attuale stazione di Trieste<br />
(DST-ITN): impiantata nel 1978, con l’anno 1979 sono disponibili i dati