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Stravisi F. 2006 - Dip. Scienze della Terra

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30<br />

è stato osservato tutti i giorni dell'anno fra 7 ore di mattina e 10 di sera. Si è<br />

impiegato un barometro con vaschetta alla Fortin costruito in Vienna dal sig.<br />

Homaczik meccanico di quella I.R. Università. La sua scala è di ottone<br />

divisa in pollici e decimi del pollice di Parigi: il nonio è in centesimi del<br />

pollice. Il termometro con cui si correggono le altezze barometriche ha la<br />

scala di Réaumur. Lo strumento è appeso verticalmente a 38 piedi (12.3 m)<br />

di Parigi sopra il livello medio dell'Adriatico in una stanza situata a sud.<br />

L'asse verticale <strong>della</strong> canna barometrica si scosta di 3 pollici (8 cm) dalla<br />

interna parete <strong>della</strong> stanza e la superficie superiore del mercurio <strong>della</strong><br />

vaschetta s'innalza di 30 pollici (81 cm) sopra il suolo <strong>della</strong> stanza<br />

medesima.<br />

Tutte queste osservazioni sono state ridotte a zero Réaumur con le tavole di<br />

Schumacher e corrette di capillarità con quelle che Delnos ha ricavato dalle<br />

formule di Schleiermacher (Course complet de Mètèorologie de L.F. Kaewtz,<br />

traduit par Ch. Martins, Paris 1843, p. 246).<br />

La correzione di capillarità è basata sui dati qui appresso che si sono<br />

ottenuti con osservazioni comparative fatte dai professori Gallo a Trieste e<br />

Wüllerstorf a Venezia:<br />

Semidiametro interno <strong>della</strong> vaschetta mm 18,190<br />

Semidiametro interno del cannello mm 2,416<br />

Freccia del menisco <strong>della</strong> vaschetta mm 1,759<br />

Freccia del menisco del cannello mm 0,559<br />

Trieste, 2 febbraio 1846 Vincenzo Gallo”<br />

Tutto è descritto con grande precisione; le dimensioni del pluviometro (*), posto<br />

sul tetto <strong>della</strong> scuola a 15.6 m s.l.m., sembrano però francamente sbagliate:<br />

probabilmente si deve intendere un lato di “12 pollici” (1055 cm 2 ) e non “12 linee”<br />

(7.3 cm 2 !).<br />

I Repertori originali di Gallo contengono le misure e le osservazioni dal 1<br />

gennaio 1841 al 30 giugno 1868, per un totale di 27 anni e mezzo; il lavoro è stato<br />

eseguito con scrupolo e continuità ammirevoli.<br />

Con il mese di aprile 1860 cominciano “con istrumenti nuovi ed in altri locali”<br />

le osservazioni a cura di Ferdinando Osnaghi; al posto dei quaderni (scritti in<br />

italiano) vi sono dei moduli a stampa di grande formato (Meteorologische<br />

Beobachtungen), in lingua tedesca, riempiti a mano.<br />

Ferdinando Osnaghi (1835-1891) nacque infatti a Vienna il 13 dicembre 1835,<br />

frequentò il ginnasio capitolare di Kremsmünster e la facoltà filosofica di Vienna.<br />

Professore di chimica e fisica a Zara, fu trasferito all’Accademia di Commercio e<br />

Nautica di Trieste. Dal maggio 1868 continuò, come si è visto, le osservazioni<br />

meteorologiche di Gallo, con strumenti nuovi collocati nel piccolo osservatorio con<br />

sovrapposta terrazza fatto erigere dal direttore Schaub sul tetto dell’Accademia.<br />

Nel 1872 fu chiamato a Vienna per impiantare l’osservatorio dell’I.R. Istituto<br />

Centrale Meteorologico e Magnetico; qui ideò un nuovo modello di pluviometro,<br />

anemometro ed evaporimetro, e pubblicò i dati di Trieste sugli annuari. Nel 1873<br />

riorganizzò gli studi nautici a Trieste, provvedendo alla formazione dell’<br />

Osservatorio Marittimo per la promozione degli studi scientifici <strong>della</strong> Marina,<br />

sulla base del Deutsche Seewarth di Amburgo. Nel 1877 fu vice direttore dell’I.R.<br />

Istituto Centrale Meteorologico; nel1879 fu ispettore scolastico provinciale per le

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