1 LEZIONE 4 L'età della Controriforma e il Seicento ... - Rilievo Urbano
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Il ritratto deve essere confrontata con <strong>il</strong> Giovane che dipinge al lume di una lucerna, per<br />
quella poetica sensib<strong>il</strong>ità materica, sott<strong>il</strong>e e delicata (FIG. 100). Presentato in un angolo<br />
del suo studio, davanti al tavolo sul quale espone, insieme alla lettera, gli strumenti<br />
necessari per la scrittura quali <strong>il</strong> calamaio e la penna, egli è colto nell’atto di accendere<br />
con la mano sinistra una lanterna e con la destra una candela dallo stoppino <strong>della</strong><br />
lucerna. Il gent<strong>il</strong>uomo ci osserva con sguardo fermo, deciso e bonario, con l’intento di<br />
esprimere <strong>il</strong> desiderio di farsi conoscere per le sue capacità innovative, di far luce nel<br />
campo dove detiene le conoscenze. La fioca luce si diffonde nella stanza, creando effetti<br />
straordinari sui corpi ove si posa, sul viso dell’uomo, con quel tocco di realtà sott<strong>il</strong>e<br />
dato dal bagliore che colpisce la pup<strong>il</strong>la, sugli sbuffi <strong>della</strong> manica bianca, sull’ampio<br />
mantello rosso che cade dalla spalla, sulla mo<strong>della</strong>ta Venere nello sfondo.<br />
Ripercorrendo brevemente le prime e più salienti vicende <strong>della</strong> sua vita, assai scarsa<br />
di notizie documentarie, abbiamo l’impressione di essere di fronte ad un inizio<br />
particolarmente promettente. Sappiamo infatti che nel 1603 Pietro veniva battezzato<br />
nella cattedrale di San Martino, da genitori membri del più antico lignaggio <strong>della</strong> città di<br />
Lucca. Secondo i suoi più accreditati biografi, nel 1619, terminati gli studi di<br />
grammatica, Pietro si trasferisce a Roma e viene posto sotto la tutela di Angelo<br />
Caroselli. Dunque a sedici anni <strong>il</strong> Paolini viene introdotto in una delle botteghe più<br />
promettenti e aggiornate del momento, in anni nei quali si viveva un senso di<br />
sbandamento per <strong>il</strong> vuoto lasciato dai grandi artisti che avevano svoltato <strong>il</strong> secolo ma, al<br />
contempo, pieno di aspettative per tutti i giovani emergenti che approdavano nell’Urbe<br />
colmi di speranza ed entusiasmo. Annibale Carracci era morto nel 1609, Caravaggio<br />
l’anno dopo, Borgianni nel 1616; Saraceni nel 1619 era partito per Venezia e<br />
Gent<strong>il</strong>eschi era in procinto di intraprendere i suoi viaggi, mentre siamo poco prima<br />
dell’avvento di Pietro da Cortona. Oltre alle opere lasciate da costoro, non<br />
dimentichiamo comunque i molti stranieri che <strong>il</strong> Paolini ebbe la possib<strong>il</strong>ità di<br />
frequentare, come Vouet, van Hontorst, Ter Brugghen o Ribera. Tornato a Lucca<br />
probab<strong>il</strong>mente verso <strong>il</strong> 1627 per la morte del padre, intraprende un altro viaggio di<br />
studio a Venezia, passando certo dalla Bologna di Reni e Cantarini, per tornare nella<br />
città natale nel 1631. Forse più di tutti, però, egli ebbe modo di assorbire l’arte aspra e<br />
tagliente di Paolo Guidotti, morto a Roma nel 1629: i suoi modi toccano lo st<strong>il</strong>e del<br />
Paolini soprattutto nella pala con <strong>il</strong> Martirio di sant’Andrea nella chiesa di San Michele<br />
in Foro a Lucca e nella Madonna col Bambino e santi a V<strong>il</strong>la Guinigi (FIG. 101 e 102).<br />
È inoltre altrettanto interessante parlare di questo suggestivo dipinto, una Adorazione<br />
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