Podium: Il nuovo programma informatico - AIP
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L’ANGOLO DERMO-PODOLOGICO<br />
Guglielmo<br />
Pranteda<br />
Professore aggregato,<br />
ricercatore Università<br />
“La Sapienza” -<br />
Az. Osp. Sant’Andrea<br />
Giulia Pranteda<br />
Medico Chirurgo,<br />
Specializzando in<br />
dermatologia, policlinico<br />
“Umberto I”<br />
30<br />
Mauro<br />
Montesi<br />
Docente CdL In Podologia<br />
Università “La Sapienza”<br />
e Presidente <strong>AIP</strong><br />
Sabrina<br />
De Micco<br />
Dott.ssa in Podologia<br />
Marta<br />
Muscianese<br />
Dott.ssa in Medicina<br />
e Chirurgia<br />
Nel corso dell’ evoluzione, che dura da circa 350<br />
milioni di anni, il piede, per le sue esigenze sorte<br />
nell’acquisizione della stazione eretta e della deambulazione<br />
bipodale, ha assunto un ruolo determinante<br />
nell’interporre forze esterne (ambientali) ed interne<br />
(muscolari) garantendo la condizione di equilibrio.<br />
La denominazione delle tre formule digitali (piede<br />
greco, egizio e quadro) sembrerebbe essere correlata<br />
, più che alle caratteristiche proprie delle popolazioni<br />
in questione, alla geometria delle loro vele navali<br />
(Triangolare,Trapezoidale e Quadrata).<br />
<strong>Il</strong> fascino che circonda il piede risale agli albori della<br />
storia.<br />
Fig. 1: Protesi in legno emersa durante il ritrovamento di una<br />
mummia risalente al 6000 a.C., da notare la minuziosità nel riportare<br />
persino l’immagine ungueale.<br />
Nelle prime civiltà<br />
Nelle riproduzioni bidimensionali (bassorilievo e pittura)<br />
l'interesse degli artisti egizi, nella raffigurazione di un<br />
oggetto o di una figura umana, era quello di presentarne<br />
il più possibile la totalità fisica, senza la "scelta" di<br />
un punto di vista unico, in modo da avere la migliore<br />
n.172 ottobre/novembre/dicembre 2012<br />
<strong>Il</strong> piede nell’arte<br />
e nelle civiltà<br />
prospettiva per ogni singolo elemento che compone la<br />
figura, studiata quindi parte per parte e non nella sua<br />
interezza. Per la costruzione dell’immagine si partiva dai<br />
piedi, rappresentanti non solo di dinamismo o staticità,<br />
ma addirittura di gerarchia sociale. Abili anche nel realizzare<br />
manufatti e gioielli, è quindi da ricollegare a<br />
questa loro grande capacità artigiana la scoperta delle<br />
prime protesi artificiali dell’alluce nel 6000 a.C. realizzate<br />
in legno e pellame (fig. 1)<br />
Nell’arte greca le Divinità venivano quasi sempre raffigurate<br />
con un piede greco, poiché considerato “perfetto”.<br />
Nelle Dee il piede divenne simbolo di castità, là dove<br />
coperto da panneggi, o di attrazione sessuale, qualora<br />
fosse libero da vesti (chiaro messaggio nelle rappresentazioni<br />
della Dea Afrodite, per i romani Venere).<br />
Rinascimento<br />
<strong>Il</strong> piede, inteso come parte del corpo armonico, può<br />
essere ritrovato nella storia dell’arte tanto nella pittura<br />
quanto nella scultura. Tra i maggiori artisti di ogni<br />
tempo, degno di nota in tal proposito è Michelangelo<br />
Buonarroti.<br />
Nella maggior parte delle sue opere infatti, i soggetti<br />
maschili sono rappresentati con piedi scalzi e ben in<br />
vista (quasi mai nascosti da abiti). Minuziosamente rifiniti,<br />
i piedi delle statue e dei dipinti di Michelangelo si<br />
contraddistinguono per la forma ad essi conferita: nella<br />
maggior parte delle sue opere infatti, i piedi dei soggetti<br />
maschili risultano avere il secondo dito leggermente<br />
più lungo dell’alluce, le unghie e la punta delle dita<br />
squadrate. La giuntura tra falange e metatarso interni è<br />
sempre notevolmente sporgente rispetto all’alluce; la<br />
forma del piede è quasi sempre di “piede piatto”. Piedi<br />
forti e plastici quelli dipinti e scalfiti dal Michelangelo.<br />
Impossibile non notarli. (Fig. 2)<br />
il PODOLOGO in medicina