SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2011 – N. 3 (pdf) - OFM
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CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong> 503<br />
la persona di Gesù, la Buona Novella del<br />
Padre per l’umanità e, per noi Frati Minori, il<br />
Vangelo è la nostra forma di vita.<br />
Terminato questo incontro, ognuno tornerà<br />
a svolgere il compito che il Signore gli ha<br />
affidato nella sua vigna: alcuni, i Signori<br />
Cardinali, come collaboratori del Santo<br />
Padre; altri, i Signori Vescovi, come Pastori<br />
della porzione della Chiesa che il Signore ha<br />
affidato loro; altri ancora come animatori ed<br />
amministratori della Fraternità universale.<br />
Tutti noi, però, usciamo da questa celebrazione<br />
con il fermo proposito di restituire, con le<br />
nostra vita e le nostre parole, il dono del<br />
Vangelo che abbiamo ricevuto. Maria, Regina<br />
degli Angeli e dell’Ordine serafico, la Vergine<br />
del SI, ci ottenga dal Signore questa grazia.<br />
Amen.<br />
fr. José rodríguez carbaLLo, ofM<br />
Ministro general, <strong>OFM</strong><br />
8. Conferenza del Card. Cláudio Hummes<br />
LE ATTESE DELLA CHIESA<br />
DAI FRATI MINORI<br />
Cari Confratelli!<br />
Mi è stato chiesto dal caro Ministro generale<br />
di parlarvi su ciò che la Chiesa attende dai Frati<br />
Minori, non soltanto dai Vescovi Frati Minori,<br />
ma da tutti i Frati. Le attese della Chiesa<br />
riguardo ai Frati Minori sono sicuramente<br />
formulate d’una parte nell’ambito della<br />
nostra promessa fondamentale, secondo san<br />
Francesco d’Assisi, nostro serafico Padre, di<br />
«osservare il santo Vangelo del Signore nostro<br />
Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza<br />
nulla di proprio e in castità», e, d’altra parte,<br />
alla luce delle sfide della Chiesa nel mondo<br />
odierno, ossia, come dice il Papa Benedetto<br />
XVI: «fedeltà alle radici dell’esperienza<br />
francescana e nell’attenzione ai “segni dei<br />
tempi”» (Messaggio al Capitolo generale<br />
dell’<strong>OFM</strong>Conv, Assisi, 17 giugno 2007). Tra<br />
le molte attese, ho scelto alcune che ritengo<br />
importanti ed urgenti, senza pretesa di esaurire<br />
il tema.<br />
1. Lo spirito ecclesiale<br />
Penso che sia opportuno cominciare con<br />
le parole della nostra Regola. San Francesco<br />
ci da un’indicazione ineludibile quando,<br />
nella sua Regola non Bollata (Rnb), parla<br />
del giusto rapporto dei Frati con la Chiesa e<br />
scrive: «I fratelli tutti siano cattolici» (cap.<br />
XIX), e poi nella Regola Bollata (Rb) scrive:<br />
«Restando sempre sudditi e sottomessi ai piedi<br />
della stessa santa Chiesa, stabili nella fede<br />
cattolica, osserviamo la povertà, l’umiltà e il<br />
santo Vangelo del Signore Gesù Cristo, come<br />
abbiamo fermamente promesso» (cap. XII).<br />
Di se stesso, Francesco scrive nell’inizio della<br />
Regola Bollata: «Frate Francesco promette<br />
obbedienza e reverenza al signor papa Onorio<br />
e ai suoi successori, canonicamente eletti»<br />
(Rb, I).<br />
I frati siano cattolici. Questo precetto<br />
di Francesco sembra molto ovvio, però in<br />
quell’epoca «molti gruppi e movimenti religiosi<br />
si andavano formando [...] e alcuni di<br />
essi si contrapponevano alla Chiesa come istituzione,<br />
o per lo meno non cercavano la sua<br />
approvazione. Sicuramente un atteggiamento<br />
polemico verso la Gerarchia», come ha sottolineato<br />
il nostro Papa Benedetto XVI, nel suo<br />
discorso «Ai membri della famiglia francescana<br />
partecipanti al Capitolo Internazionale<br />
delle Stuoie», a Castel Gandolfo, il 18 aprile<br />
2009, riferendosi alla decisione di Francesco<br />
di chiedere l’approvazione del Papa per la sua<br />
prima Regola e così «mettere il cammino suo<br />
e dei suoi compagni nelle mani del Vescovo di<br />
Roma, successore di Pietro». E il Papa aggiunge:<br />
«Questo fatto rivela il suo autentico spirito<br />
ecclesiale».<br />
Nella piccola chiesa di San Damiano, il<br />
Cristo Crocifisso aveva detto a Francesco:<br />
«Va’, ripara la mia casa che, come vedi, è<br />
tutta in rovina». In questo modo, lo stesso<br />
Signore condusse Francesco ad un amore forte<br />
e effettivo alla Chiesa. È vero che inizialmente<br />
egli intese trattarsi di riparare la chiesetta di<br />
San Damiano, però poi comprese le parole del<br />
Signore Crocifisso come un appello ad una<br />
comunione ecclesiale piena sia negli impegni<br />
personali, sia per il suo Ordine novello: impegni<br />
di fedeltà, di conversione e di missione nella<br />
Chiesa e al servizio della Chiesa. Davvero,<br />
Francesco diventerà un originale riformatore<br />
della Chiesa, non mediante rifiuti, critiche<br />
negative e ancora meno la forza, la violenza,<br />
ma solo mediante l’amore. Fina ad oggi ci<br />
lascia questa certezza: non riforma niente in<br />
questo mondo, chi non ama profondamente<br />
e appassionatamente quello che si vuol<br />
riformare. La sua rivoluzione è essenzialmente