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Atti Convegno Nazionale Giungla - Fabrizio Coccetti

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3. E se fosse comunque utile, avremmo le risorse e le capacità per gestirli,<br />

tramandarli, farne scuola, facendoli diventare patrimonio associativo, etc.?<br />

* Questi interrogativi, così impostati, resero più agevoli le decisioni del Consiglio<br />

Generale, allorché deliberò di ritenere conclusa la fase di sperimentazione.<br />

* Queste sono secondo me le domande che ci ponemmo allora e che che una<br />

associazione educativa deve porsi in ogni occasione dinanzi al nuovo, al bello, all’<br />

interessante e all’utile.<br />

* Tutto si può fare, tutto teoricamente può essere utile e non dannoso. E la<br />

presenza fra voi di figli della sperimentazione, accanto ai figli della giungla – tutti<br />

ugualmente ottimi Capi ben educati - dimostra appunto che il problema non era<br />

quello dell’AF. Facendo giocare i bambini ai conigli o ai gabbiani o agli indiani, non<br />

si creavano zombi né marziani.<br />

* C’era poi, sotto al tutto, il problema dei limiti della democrazia associativa dinanzi<br />

alla fedeltà al fondatore e alla sua originalità. Può una assemblea democraticamente<br />

eletta cambiare gli aspetti essenziali di un patrimonio acquisito e ritenuto non<br />

mutabile?<br />

* Vi furono aperti dissensi sulle decisioni prese, è vero ed era ovvio (ma io ero<br />

pagato anche per quello) ma nessuno contestò il metodo seguito e la scrupolosità,<br />

oggi diremmo “l’onestà intellettuale”, degli approfondimenti e delle valutazioni fatte.<br />

* Alla fine le tensioni si stemperarono. Alcuni Capi sperimentatori dissero che li<br />

avevamo presi presi per lo sfinimento….perché li avevamo fatti lavorare moltissimo.<br />

Questo è vero. Ma fu importante “il senso di utilità” che in qualche modo si riuscì,<br />

sia pure con fatica, a comunicare in quei due anni e mezzo ai Capi sperimentatori, e<br />

fu importante il “senso associativo” che la c. d. sperimentazione assunse.<br />

Moniti di cui far tesoro e insegnamenti soprattutto per i Quadri della Branca:<br />

1) Capire il tipo di problema dinanzi al quale ci si trova. E’ maledettamente difficile e<br />

ci si può sbagliare. Di qui l’aiuto da parte di chi ha più esperienza (voi Quadri).<br />

Aiutare a non confondere e sovrapporre, i problemi o le nobili e legittime aspirazioni<br />

o gli scrupoli degli adulti con le esigenze e le necessità dei bambini e dei ragazzi.<br />

Raramente ciò che fa problema a noi adulti è un gran problema anche per i ragazzi<br />

e lo dico ora con quel briciolo di esperienza supplementare di genitore<br />

Tutto ciò non è facile né intuitivo: per questo resta secondo me fondamentale<br />

aiutare i più giovani a capire questa distinzione.<br />

2) Corollario del precedente: non riversare sull’associazione, sulla sua identità, sui<br />

suoi valori e sulle sue tradizioni esigenze e problemi, aspirazioni e tensioni che<br />

devono e possono trovare spazio altrove.<br />

3) Non avere mai una sproporzionata fiducia in ciò che è STRUMENTO,<br />

considerandolo risolutore di problemi la cui soluzione è rimessa ad altri fattori e ad<br />

altri aspetti della marmellata del metodo scout.<br />

4) In una associazione ci deve essere sempre chi guarda oltre, chi cerca e trova<br />

nuovi spunti e corregge difetti e incrostazioni del passato, ma guai a fare classifiche<br />

fra Capi di serie A e serie B fra Capi Creativi e non. Guai ad ingenerare nei Capi<br />

sensi di insufficienza educativa, sol perché si segue una tradizione collaudata.<br />

Interventi per i quadri – <strong>Atti</strong> del <strong>Convegno</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Giungla</strong> – Agesci – Branca L/C 8

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