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Atti Convegno Nazionale Giungla - Fabrizio Coccetti

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Fucina 2: La <strong>Giungla</strong> e i bambini con disagi<br />

Tutto l’A.F. offre spunti da cui partire per elaborare nuove piste (racconti –<br />

personaggi) utili ad affrontare le “diverse abilità”.<br />

Mowgli stesso infatti nella giungla è considerato un “cucciolo d’uomo”, mentre nel<br />

villaggio degli uomini un “uomo lupo” (positivo in un senso, negativo nell’altro).<br />

Così come un bambino disagiato avverte smarrimento e solitudine e ha bisogno di<br />

recuperare il senso dell’unità della persona, come quello della comunità, anche<br />

Mowgli, durante la sua crescita si ritrova impegnato nella ricostruzione della sua<br />

identità. Grazie all’amore vero degli amici riesce ad inserirsi nella comunità, a<br />

diventare autonomo e ad avere stima e fiducia in se stesso e negli altri.<br />

Il “limite” della figura di Mowgli però e quello di non saper trasmettere il messaggio<br />

delle difficoltà ( M. è sempre in crescita positiva…diventa di giorno in giorno più<br />

forte); la creazione di un racconto o di una attività che utilizzi personaggi secondari<br />

(ikki, mor, ooh) che possano far emergere situazioni con difficoltà (vedi grida la tua<br />

traccia del gruppo San Damiano 1) è da prendere in considerazione. Se assegniamo<br />

a questo personaggio un nuovo “tipo morale”, cioè riusciamo a sfruttare i limiti<br />

possibili del personaggio a nostro vantaggio (per es. Kaa non ha le mani),<br />

potremmo svolgere un’azione forgiante sul bambino sano, ma soprattutto sul<br />

bambino con disagi.<br />

Riguardo alla parlata nuova abbiamo riscontrato che si potrebbero ottenere molti più<br />

risultati con i bambini disagiati utilizzando una comunicazione più diretta, fatta di<br />

gesti, parole immediate, simboli; anche dal punto di vista della gestualità si<br />

abbassano le barriere, si livellano le diversità e si rendono partecipi e protagonisti i<br />

bambini.<br />

La <strong>Giungla</strong> è un contesto sicuramente diverso dalla realtà e per questo molto più<br />

flessibile. La sua struttura si può adattare sia alle esigenze del bambino con disagi,<br />

sia alle esigenze del branco. Intendiamo con questo dire quanto sia importante dare<br />

la possibilità ai bambini “normali” di rapportarsi con i bambini disagiati e ai bambini<br />

disagiati di potersi sentire accolti dalla comunità. La flessibilità sta nel fatto di poter<br />

usare situazioni particolari a nostro vantaggio.<br />

Note per idee feconde:<br />

• evidenziare all’interno del racconto le caratteristiche dei personaggi che risultano<br />

più utili a far comprendere e accettare il disagio al bambino;<br />

• coinvolgimento delle famiglie e altre agenzie educative nella strategia contro il<br />

disagio (la “rete”).<br />

Relazioni Fucine – <strong>Atti</strong> del <strong>Convegno</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Giungla</strong> – Agesci – Branca L/C 32

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