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Atti Convegno Nazionale Giungla - Fabrizio Coccetti

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Lontano dall’Eden lo status dell’uomo è drasticamente mutato e ridimensionato.<br />

Al termine del suo apprendistato nella <strong>Giungla</strong>, il periodo trascorso da Mowgli nel<br />

villaggio degli uomini, rappresenta forse la prova più pericolosa che gli sia toccato<br />

affrontare.<br />

Mowgli è scalzo<br />

Camminare con le scarpe significa prendere possesso della terra. Nella Bibbia, nel<br />

breve libro di Rut, si riferisce dell’usanza di togliersi il sandalo e di porgerlo all’altra<br />

parte a conferma dei singoli atti contrattuali concernenti il diritto di permuta o di<br />

riscatto. Così chi aveva il diritto di acquisto disse a Booz “Acquista tu il mio diritto di<br />

riscatto, si tolse il sandalo e glielo diede” (Rut, 4, 7-8).<br />

Questo gesto sanzionava un contratto di scambio. Mettere i piedi calzati su di un<br />

campo o gettarvi il proprio sandalo significava prenderne possesso, la scarpa<br />

diveniva così il simbolo del diritto di proprietà. Non a caso Ermes, protettore dei<br />

confini e dei viaggiatori, è un dio calzato. Perciò lo straniero doveva varcare scalzo<br />

la soglia della casa del suo ospite, mostrando con tale gesto che non aveva alcuna<br />

rivendicazione né alcun diritto da far valere. Nelle moschee si cammina a piedi scalzi<br />

perché il suolo non appartiene agli uomini; anche Mosè sulla montagna del roveto<br />

ardente deve togliersi i sandali perché il luogo che calpesta è un luogo sacro.<br />

Mowgli è scalzo, lo è al suo apparire nella <strong>Giungla</strong> e lo sarà al momento di uscire di<br />

scena. Nella vita non siamo padroni di nulla, tutto ci è stato donato dal Padre ma<br />

solo per farne buon uso e condividerlo con gli altri uomini.<br />

La progressiva ricchezza che Mowgli accumula nella lunga notte della <strong>Giungla</strong> non<br />

ha nulla di esteriore e di materiale; essa esprime la crescita graduale della sua<br />

interiorità e della sua capacità di porsi con differenti intensità di amore e al servizio<br />

di Akela, della Legge, del Branco e della <strong>Giungla</strong> intera. In breve, Mowgli diverrà il<br />

Signore della <strong>Giungla</strong> ma non sarà il padrone di nulla. Né della pelle di Shere-Khan,<br />

che lascerà distesa sulla Rupe del Consiglio, né dell’Ankus del re, che per due volte<br />

allontanerà da sé, prima gettandolo lontano e poi seppellendolo definitivamente.<br />

Mowgli è uno straniero<br />

L’essere straniero esprime simbolicamente la situazione dell’uomo. Adamo ed Eva,<br />

cacciati dal Paradiso Terrestre, lasciano la loro patria e vivono, errando nel mondo,<br />

una condizione di stranieri. Di emigranti. Ogni uomo, pertanto, è un ospite di<br />

passaggio, straniero in qualunque paese, anche nel proprio.<br />

Fuggendo dall’inseguitore che lo incalza, Mowgli abbandona l’ambiente di<br />

provenienza del quale rifiuta la cittadinanza; egli ne prende le distanze non solo<br />

fisiche ma anche morali e spirituali. Mowgli è straniero, ormai, nella terra di<br />

provenienza ed è parimenti straniero nella terra che lo accoglie. Là oppone un<br />

deciso rifiuto, un volontario distacco rispetto ad un a vita omologata che rende gli<br />

uomini simili nei bisogni, nelle emozioni e nella ricerca delle stesse mediocri e<br />

violente risposte; qui e ora c’è l’accettazione di una nuova dimensione da scoprire,<br />

sperimentare, condividere con altri, fare propria e rendere, finalmente, orientativa<br />

della propria esistenza. In questa seconda terra straniera, Mowgli è aiutato a<br />

trovare le risorse necessarie per tornare indietro “diverso”, per tornare da dove è<br />

fuggito più forte, determinato e consapevole. Tornerà nella stessa terra di prima,<br />

Interventi per i quadri – <strong>Atti</strong> del <strong>Convegno</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Giungla</strong> – Agesci – Branca L/C 20

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