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Atti Convegno Nazionale Giungla - Fabrizio Coccetti

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Il primo racconto ha inizio al crepuscolo che è simbolo strettamente legato all’idea di<br />

Occidente, direzione verso la quale il sole declina e si spegne; esprime la fine di un<br />

ciclo e, di conseguenza, la preparazione di un rinnovamento che ne annuncia uno<br />

nuovo. I grandi fatti mitologici che preludono ad una rivoluzione cosmica, sociale o<br />

morale si compiono nel corso di un viaggio verso occidente: Perseo e la Gorgona,<br />

Ercole e il mostro del giardino delle Esperidi, Prometeo e il fuoco, Apollo e gli<br />

Iperborei.<br />

Il crepuscolo è un’immagine spazio-temporale: l’istante sospeso; lo spazio e il<br />

tempo si capovolgeranno nell’altro mondo cioè nella notte. Questo rovesciamento<br />

annuncia che un altro spazio e un altro tempo succederanno ai precedenti. Il<br />

cammino verso Occidente è il cammino verso l’avvenire, ignoto, incerto, non<br />

consolatorio, da affrontare subendo trasformazioni. Al di là della notte si spera in<br />

nuove aurore.<br />

Al crepuscolo gli occhi si fanno più attenti. I colori mutano, la realtà assume profili<br />

incerti, la via maestra percorsa in sicurezza si confonde e pian piano sparisce; nuovi<br />

sentieri e altre possibilità si profilano.<br />

Il dubbio affiora: cosa è vero? Ciò che era prima ora scompare, questo è sogno o<br />

realtà? Il timore si fa vicino: proseguire o fermarsi? Se prosegui accetti il rischio,<br />

vivi l’avventura, devi adattarti al nuovo mondo, accetti le nuove regole e i suoi<br />

inganni, non ti sottrai a quelli che ti stanno venendo incontro e che già ti prendono<br />

per mano e ti saranno compagni più di quanto tu non lo sia mai stato di te stesso.<br />

Il sogno ha inizio.<br />

La Notte<br />

Nella concezione celtica del tempo la notte è l’inizio della giornata, come l’inverno è<br />

l’inizio dell’anno. La notte è il simbolo del tempo delle gestazioni, delle germinazioni<br />

che risplenderanno in manifestazioni di vita. E’ ricca di tutte le virtualità<br />

dell’esistenza. Entrare nella notte significa ritornare all’indeterminato in cui si<br />

mescolano incubi e mostri, immagini e suoni.<br />

Giungere ad una caverna ed esservi introdotti da lupi dei quali si comprende senza<br />

stupore il linguaggio. Poi l’approssimarsi della belva che conosce il tuo animo e dalla<br />

quale fuggi, il suo ruggito, la confusione che ne segue e la concitazione che precede<br />

una lotta, l’avversario che si ritira, la vita può riprendere anzi ricominciare di bel<br />

nuovo, rinascere, ecco il nuovo nome: Mowgli, il ranocchio. Notte fonda, luna piena,<br />

una collina pietrosa, la fosforescenza di occhi predatori e, poi, quella voce, quella<br />

voce calda e ferma che cala dall’alto come il nutrimento di cui non si può fare a<br />

meno. La notte è l’immagine dell’inconscio e nel sonno della notte l’inconscio si<br />

libera.<br />

E’ dunque nelle tenebre che fermenta il divenire, che tutto ha inizio, e che prepara il<br />

giorno in cui emergerà la luce della vita nuova.<br />

Nella lunga notte del sogno di Mowgli sono immerse le principali avventure e le<br />

situazioni pregnanti delle storie.<br />

È notte quando il ranocchio viene presentato alla Rupe del Consiglio ed è iniziato<br />

alla saggezza della <strong>Giungla</strong>.<br />

Interventi per i quadri – <strong>Atti</strong> del <strong>Convegno</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Giungla</strong> – Agesci – Branca L/C 16

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