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Atti Convegno Nazionale Giungla - Fabrizio Coccetti

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Relazioni Fucine<br />

I primi due giorni di <strong>Convegno</strong> si sono svolti<br />

in Fucine: gruppi di lavoro nei quali i<br />

partecipanti hanno messo a confronto le<br />

esperienze vissute con i bambini del proprio<br />

gruppo di appartenenza<br />

Fucina 1: La <strong>Giungla</strong> e i bambini con disagi<br />

Premessa: non tutte le affermazioni contenute in questa sintesi sono risolutive e<br />

condivise, alcune sono problemi aperti le cui risposte devono essere trovate …<br />

seguendo la propria traccia! Abbiamo cercato di lavorare sul disagio senza<br />

approfondire quale tipo.<br />

NUOVI ITINERARI EDUCATIVI<br />

La giungla nella sua totalità si è spesso prestata molto a creare il presupposto<br />

fantastico capace di trasmettere i contenuti al bambino: attraverso l’identificazione<br />

nel protagonista con le sue qualità e i suoi limiti. Diventa possibile riuscire, così<br />

come Mowgli, pur essendo così diverso, è riuscito a imparare un mondo tanto ostile,<br />

ad avere e dare amicizie, a farsi rispettare.<br />

La centralità della figura di Mowgli attorno a cui ruotano i vari personaggi ed il resto<br />

del branco, sottolinea l’unicità del singolo bambino che può mostrare in ogni<br />

momento della sua vita un diverso tipo di disagio, superabile solo se riconosciuto<br />

come tale e con l’aiuto di tutti!!<br />

L’educatore deve riconoscere i “confini della giungla così come coloro che la abitano”<br />

ed accettarli con saggezza ed umiltà.<br />

Il bambino si adatta all’ambiente giungla e non la giungla al bambino????? La<br />

giungla non deve essere appiattita ma è il modo di proporla che si deve adattare.<br />

Il disagio appare come un tesoro di immenso valore, basta non costruire attorno<br />

muri, torri, fortezze proteggerlo e farlo sentire diverso perciò isolato, ma renderlo<br />

condivisibile e “supportabile” da tutti.<br />

L’uso della giungla , posto dove tutto ha un senso di essere, nell’accoglienza dei<br />

bambini “disagiati” deve partire dal presupposto che “io sono come gli altri” perché<br />

tutti hanno dei limiti ma sono, preparandosi, in grado di superarli! Si chiede al<br />

bambino di migliorare le capacità che, spesso nascoste, sicuramente ha.<br />

A volte non c’è il rischio che la giungla sia un ambiente troppo lontano<br />

“anacronistico” per un bambino che un profondo disagio familiare, sociale o<br />

psicologico, in particolare quando il linguaggio che usa e subisce abitualmente è la<br />

violenza???<br />

Occorre rinnovare la terminologia “tecnica” giungla traducendo termini antiquati<br />

come “yarde” o altri? No, la giungla ha tante lingue, l’importante è, ascoltando,<br />

trovare quella adatta a rispondere alle esigenze del bambino. Solo i valori trasmessi<br />

a non dover essere accantonati.<br />

Relazioni Fucine – <strong>Atti</strong> del <strong>Convegno</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Giungla</strong> – Agesci – Branca L/C 30

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