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queste strade per apprendere e ora non temo di parlarne con te; e con grande serenità affrontare anche le obiezioni<br />
più difficili. Cartesio prosegue con un'affermazione che a tutt’oggi è valida e ci deve far riflettere: “A ogni uomo è<br />
consentito di conoscere se stesso e di essere saggio”. In effetti si tratta del primo mattone che dovrebbe costituire<br />
il nostro viaggio verso una personalità autonoma, vivace, consapevole. Quante volte ci siamo fermati davanti a una<br />
porta, una vetrina, una insegna e ci siamo fatti un film tutto nostro. Non comprerà, cosa vuoi che gli dica, passerò<br />
un’altra volta, oggi davvero vado di fretta, forse non paga, anzi sono certo, questo è quel cliente che non ha pagato<br />
neppure il mio collega, a per dirla alla Mario Silvano: "Caso mai... un’altra volta", quando sappiamo benissimo che<br />
stiamo mentendo a noi stessi.<br />
Qui vi potrà essere utile il giochetto mentale "oro, diamanti, pietre" e la loro raccolta nel torrente... La trappola della<br />
menzogna come mezzo di evasione. Alcuni concordano nell'affermazione che si mente per sopravvivere a se stessi.<br />
Altri che si mente per evadere dalla realtà. Buone entrambe. Attenzione però: non si mente soltanto affermando che<br />
un quadro è del seicento e invece non lo è. Si mente soprattutto dicendo di noi ciò che non siamo, oppure nascondendo<br />
di noi quello che in verità siamo. Si mente nel tentativo di uscire dalla caverna che è rappresentata dal nostro<br />
corpo, dai legami, dalle catene, che spesso noi stessi abbiamo creato. E la mente smentisce per smentire la realtà.<br />
MENTE - MENTIRE ; MENTIRE - SMENTIRE.<br />
La menzogna diviene così una via obbligatoria verso un'uscita desiderata, una sorta di liberazione esistenziale, secondo<br />
una pericolosa quanto ingenua illusione, perché il problema è che la menzogna ci incatena ancor più. Pensate<br />
alla sensazione di dibattersi ancor più velocemente quando si è nelle sabbie mobili. Quanti agenti ho visto e vedo,<br />
deridere con incredibile leggerezza il tema della menzogna. Lafite confina a nord con Montalcino. Il sauvignon è parente<br />
del pinot nero. Il Brunello è un uomo piccolo di carnagione scura. In breve per dirla alla Bergonzoni: abbiamo<br />
fatto voto di vastità, non di castità. Una vastità fatta di incompetenza, ignoranza, superficialità. E come amiamo<br />
addentrarci in queste frasi fatte di poche idee e tutte confuse. E meno sappiamo più parliamo. E se attanagliati dalla<br />
paura piuttosto che affrontare l’argomento per conoscerlo, domarlo e renderlo a noi profittevole, lasciamo il catalogo<br />
in macchina e dichiariamo... la Francia non si vende, la Toscana è morta e io mi sento poco bene - per dirla alla<br />
Woody Allen.<br />
ALLELUJA, ALLELUJA, BENVENUTI AL FESTIVAL DEI PRECONCETTI.<br />
Forse faremmo meglio davvero a essere più casti e meno vasti. Certa ignoranza allontana l’uomo dall’uomo vero e lo<br />
avvicina alla sua negazione. Allora la ricerca della confusa affabulazione diviene incontenibile, si parla, si sparla, si<br />
sparano delle bufale incredibili e quando non basta si cerca attraverso una gesticolazione compulsiva di alleviare la<br />
difficoltà della comunicazione cognitiva attraverso i gesti. Ricordatevi: il grado di falsità spesso è direttamente proporzionale<br />
con la quantità di parole adoperate. "Chi sorveglia la bocca preserva la sua vita, chi spalanca le sue labbra<br />
va incontro alla rovina". In breve diventiamo dei vigili nell’ora di punta: mani, braccia, corpo... vanno dappertutto.<br />
Stiamo fermi e cerchiamo di imparare un po di più. Vi prego di prendere buona nota: un certo numero di noi è tra i<br />
quaranta e gli... anta; quando abbiamo iniziato la nostra attività molti dei nostri interlocutori non disponevano che<br />
della terza media e pochi erano i possessori di un diploma di media superiore. Oggi molte delle attività sono state<br />
rilevate dalle nuove generazioni e sovente questa generazione dispone di una e alle volte due lauree. Certo, ciò può<br />
significare poco o molto; di certo il grado e le modalità di acquisto e lo stile di negoziazione che adottavamo precedentemente,<br />
con il padre o la madre, potrebbero risultare inefficienti o inadeguate con l’attuale interlocutore. Molti<br />
di noi, con la testa già alla fine della carriera, non si pongono questo quesito. A loro e a quelli più giovani tuttavia mi<br />
permetto di suggerire una ricetta semplice. Ciò che fa di un uomo un vero uomo lo abbiamo in parte visto o intuito,<br />
ma ciò che fa di un venditore un vero venditore è l’essere adeguato al tempo nel quale vive e opera.<br />
Stare nel tempo, andare a tempo, vivere nel tempo. Troppi di noi camminano con i piedi in avanti e la testa rivolta<br />
all’indietro. Ognuno vale tanto quanto le cose a cui si interessa, diceva Marco Aurelio. Lo possiamo anche leggere<br />
in questo modo: là dove è il tuo tesoro, lì vi sarà anche il tuo cuore. Sia chiaro: non è mia pretesa assurda sperare<br />
che molti di voi si spendano ciecamente nella loro professione al fine di dimenticarsi quasi del tutto della loro vita<br />
privata. Certo è che una vita ben spesa sul piano professionale ci darà una enorme gratificazione, anche sul piano<br />
economico, ma non solo. Il vero uomo, una volta intrapresa la strada sopra descritta, saprà divenire anche un grande<br />
venditore se accetterà su di sé il desiderio, non la sfida, di rispondere a queste tre domande:<br />
Che cosa voglio sperare? Che cosa voglio desiderare? Quanto sono disposto a fare?<br />
In breve si tratta del legittimo orizzonte per dare alle proprie giornate un senso intriso di sana energia, entusiasmo,<br />
passione e voglia di vivere. La vita per alcuni versi è paragonabile a una caccia al tesoro. Molto dipende da cosa noi<br />
cerchiamo, dopo aver trovato l’uomo, senza scomodare troppo Diogene che come ben sapete con la lanterna accesa<br />
di giorno rispondeva a chi lo incontrava cosa facesse... ”Cerco l’Uomo”. Il grande venditore lo incontreremo se, quasi<br />
come fosse una specie di religione che egli abbraccia, saprà spendere una grossa parte delle sue migliori energie alla<br />
fusione di quanto sopra citato. Insomma, per dirla alla Enrico IV, "Parigi val bene una messa". Se così farete, anche<br />
in una situazione difficile come l'attuale potrete, come il jolly nel mazzo di carte, sorridere.<br />
Sapete perché? Perché sa di essere la carta che vale più delle altre.<br />
Giulio Menegatti