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La Grande Sintesi della Tradizione Esoterica

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Biblioteca Elettronica Esonet.ORG<br />

<strong>La</strong> <strong>Grande</strong> <strong>Sintesi</strong> <strong>della</strong> <strong>Tradizione</strong> <strong>Esoterica</strong><br />

a cura di Guido Da Todi<br />

- Nota aggiunta -<br />

Preghiamo, a questo punto, lo studente di soffermarsi sulle conclusioni <strong>della</strong><br />

presente nota aggiunta, che ne completerà l'illuminazione razionale sull'origine<br />

e sulla ragion d'essere degli stessi Sette Raggi.<br />

Qualcuno si potrebbe domandare: "Perché il numero sette, ai fini di una stretta<br />

logica, è considerato magico? E, dai tempi dei tempi? Perché il sole ha sette<br />

pianeti, e perché la costellazioni sono proprio dodici? Perché il sole, a sua volta, è<br />

uno dei sette pianeti di una Vita Extracosmica, la Quale segue la medesima legge<br />

nei riguardi di successive fonti inimmaginabili, parti di una spirale infinita, in cui il<br />

numero sette è il ritmo fondamentale?"<br />

Non ci dilungheremo sulle leggi delle progressioni algebriche, geometriche,<br />

chimiche. È fatto notorio a fisici, matematici, chimici che certe energie, certi<br />

numeri, certi elementi si raggruppano in linee d'ordine, nelle quali viene notato<br />

un ripetersi all'infinito di determinate costanti e caratteristiche, sempre le<br />

medesime. Daremo al lettore, invece, tramite un esempio, o, se vogliamo, una<br />

prova, la dimostrazione <strong>della</strong> legge del "SETTE", come aspetto dell'eterno ritmo<br />

universale.<br />

Comunque, prima di ciò, vogliamo sottolineargli una necessaria delucidazione,<br />

a che egli comprenda meglio tale esempio: cioè, l'identificazione che il<br />

molteplice ha nell'uno e che l'uno ha nel molteplice.<br />

Non potrà mai apparire nel mondo un filosofo il quale sappia tracciare la linea<br />

netta e marcata tra i due poli dell'universale; ogni nucleo singolo, ad un<br />

ulteriore studio ed esame approfondito, si mostrerà essere composto<br />

dall'insieme di diverse unità, le quali, riunendosi, daranno, per frutto del loro<br />

coesistere, quella esteriore singolarità .<br />

Prendiamo un anello, che abbia come circonferenza, ad esempio, 20 cm.<br />

(potrebbero, anche, essere trenta, quaranta; o dieci chilometri). Poniamolo su<br />

di un piano e muniamoci di altri anelli <strong>della</strong> medesima circonferenza di 20 cm..<br />

Occupiamoci di uno di essi e collochiamo, anch'esso, sul piano, di modo tale<br />

che una sua parte tanga il primo anello; poi, sarà la volta di un altro anello, il<br />

quale tanga, in basso, l'originale e, di fianco, il secondo; e di un altro ancora e<br />

di una altro. In breve, avremo composto una figura che avrà al centro un anello<br />

e sarà circondata da altri sei anelli, che lo tangeranno e si tangeranno. Sei. Non<br />

uno di più, non uno di meno.<br />

Se consideriamo la prima delle circonferenze, come un nucleo di vita qualsiasi,<br />

che venga ad apparire in seno alla manifestazione universale (l'Uno, che emerge,<br />

sempre spontaneamente, e con ritmo eterno, da Parabrahaman), vedremo che<br />

altre sei forme di vita, inflessibilmente, si aggiungeranno ad essa. Ma non basta.<br />

Prendiamo ancora dei nuovi anelli e, considerando, ormai, la prima serie dei sette<br />

la base centrale (il molteplice che è diventato gruppo singolo), torniamo a fare la<br />

medesima operazione che eseguimmo con i sei anelli.<br />

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