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Crash - James G. Ballard.pdf - Autistici/Inventati

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«Ha avuto un pomeriggio faticoso, <strong>Ballard</strong>. Vada a bersi qualcosa al bar, poi la porterò a fare un giro» mi<br />

disse, sollecito, dopo una sbirciata.<br />

15<br />

C'erano limiti alla sua ironia? Quando tornai dal bar, lui stava arrotolando, appoggiato alla cornice del<br />

finestrino, l'ultima di quattro sigarette all'hascisc con il materiale che teneva in una borsa da tabacco<br />

custodita nel cassetto del cruscotto. Due puttane dell'aeroporto, giovanissime, dal viso angoloso,<br />

stavano discutendo con lui attraverso il finestrino.<br />

«Dove accidenti credeva di andare?» mi disse, prendendomi le due bottiglie di vino da me acquistate.<br />

Poi, arrotolate le sigarette sulla chiesuola copricomandi, riprese la discussione con le due giovani donne,<br />

contrattando astrattamente tempo e prezzo. Sforzandomi di ignorare le loro voci e il traffico sfilante in<br />

massa sotto il supermercato, mi misi a osservare gli apparecchi in decollo dall'Aeroporto di Londra oltre<br />

il lato ovest del recinto perimetrale — costellazioni di luci verdi e rosse che sembravano spostare ampie<br />

zone di cielo.<br />

Le due donne sbirciarono nella macchina, valutandomi nel giro di un secondo. La più alta, che Vaughan<br />

aveva già assegnato a me, era una bionda passiva dagli occhi privi d'intelligenza. Lo sguardo fisso otto<br />

centimetri al di sopra della mia testa, essa domandò, indicandomi con la borsetta di plastica:<br />

«È in grado di guidare?».<br />

«Certo; non c'è niente come qualche bicchierino per fare andar meglio una macchina.»<br />

Maneggiando le bottiglie come un manubrio da ginnastica, Vaughan fece salire in macchina le due<br />

donne. Quando la seconda (capelli neri corti, anche strette da ragazzo) aprì la portiera del passeggero,<br />

Vaughan le porse una bottiglia, e, sollevatole il mento, le infilò le dita in bocca. «Via 'sta roba: non voglio<br />

che ci fai le bolle nella mia uretra» le disse, estraendole la pallottola di gomma da masticare e<br />

scagliandola nel buio.<br />

Dopo essermi familiarizzato un poco con i comandi a me inconsueti, avviai il motore e attraversai il<br />

piazzale in direzione del raccordo. Sopra di noi, lungo la Western Avenue, la fiumana del traffico si<br />

snodava lenta verso l'Aeroporto di Londra. Vaughan sturò una bottiglia di vino e la passò davanti alla<br />

bionda che mi sedeva accanto, poi accese la prima delle quattro sigarette da lui confezionate, mentre<br />

con il gomito, già fra le cosce di lei, sollevava la gonna della ragazza bruna per scoprirne l'inguine nero.<br />

Tolto il tappo alla seconda bottiglia, ne premette l'estremità umida contro i denti di lei, che, come<br />

potevo vedere nel retrovisore, si sottraeva alla sua bocca. Inalando il fumo della sigaretta, la ragazza gli<br />

posò la testa sul grembo. Vaughan, steso all'indietro, prese a esaminare i piccoli tratti con sguardo<br />

distaccato, lasciando correre gli occhi su e giù per il corpo di lei come un acrobata che calcolasse<br />

spostamenti laterali e impatti di una figura ginnica comportante una quantità di attrezzature complesse.<br />

Con la destra si aprì la lampo dei calzoni, e inarcò le anche per liberare il pene. La ragazza lo prese con<br />

una mano, l'altra essendo occupata a reggere la bottiglia mentre io scattavo in avanti al cambio di<br />

semaforo. Vaughan le sbottonò la camicetta con le dita sfregiate e le tirò fuori uno dei piccoli seni, che si<br />

mise a esaminare. Nel corso dell'esame, le prese il capezzolo fra pollice e indice, tirandolo in avanti con<br />

uno strano movimento manuale, come d'incastro di un insolito attrezzo da laboratorio.<br />

Venti metri avanti a me lampeggiavano luci di freni; dietro, suoni di clacson della colonna di macchine.<br />

Spinto da un lampeggiare di abbaglianti, inserii la marcia automatica e premetti l'acceleratore, facendo<br />

scattare la macchina in avanti. Vaughan e la ragazza ricaddero contro il sedile posteriore. L'abitacolo era<br />

illuminato unicamente dalle scale di strumentazione, e dai fari e dalle luci posteriori delle auto che<br />

affollavano le corsie attorno a noi. Vaughan aveva scoperto entrambi i seni della ragazza, e li stava<br />

accarezzando con la palma di una mano, mentre le sue labbra sfregiate succhiavano il fumo denso del<br />

mozzicone quasi sfatto. Presa la bottiglia di vino, la accostò alla bocca di lei. Mentre lei beveva, le<br />

sollevò le gambe in modo da posarle i calcagni sul sedile, e cominciò a muovere il pene contro la pelle<br />

delle sue cosce, prima strisciandolo sul vinile nero, poi premendone il glande contro la caviglia e<br />

l'astragalo di lei, come a verificare la possibile continuità fra i due materiali prima di partecipare a un<br />

atto sessuale coinvolgente l'auto e la giovane donna. Abbandonato contro il sedile posteriore, stese il<br />

braccio sinistro sopra il capo della ragazza, ad abbracciare quella fetta di vinile nero supermolleggiato. La<br />

sua sinistra si levò ad angolo retto rispetto all'avambraccio, a misurare la geometria della base cromata

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