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scarica pdf - Collegio dei Geometri

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Riflessioni in materia di competenze e revisione del regolamento<br />

Il geometra futuro<br />

e il futuro del geometra<br />

Il punto di forza della categoria, da sempre,<br />

è la «polivalenza». Non siamo tuttologi, ma sappiamo<br />

fare tante cose. Fuorviante il confronto tra diploma<br />

e laurea. Meglio una fetta piccola di una grande<br />

torta che una fetta grande di una torta che non c’è.<br />

Miglioramento qualitativo della preparazione<br />

scolastica, del marketing professionale e personale.<br />

Il ruolo centrale <strong>dei</strong> Collegi<br />

» di Cesare Galbiati<br />

Presidente del <strong>Collegio</strong> <strong>Geometri</strong><br />

e <strong>Geometri</strong> Laureati di Monza e Brianza<br />

Premesso che gli obbiettivi principali<br />

sono da considerare i seguenti:<br />

garantire la continuità nell’esercizio<br />

della professione agli attuali iscritti<br />

all’albo, con certezze in materia di competenze<br />

e attirare alla nostra professione<br />

i giovani per assicurarci la continuità della<br />

categoria. Assunto che l’introduzione<br />

alla discussione non può prescindere da<br />

tre semplici e ovvie considerazioni:<br />

1) Il titolo di architetto “vale” di più di<br />

quello di geometra (non possiamo nasconderci<br />

che chiunque preferisce essere<br />

chiamato architetto, dottore, ecc. anziché<br />

geometra o ragioniere. Se vogliamo, è<br />

anche una questione di valenza sociale,<br />

di considerazione pubblica, di autoreferenzialità).<br />

2) La parcella del “laureato” è più vantaggiosa<br />

(sotto l’aspetto economico è più<br />

remunerativa la parcella di un architetto<br />

o ingegnere, anche per la stessa tipologia<br />

di prestazione professionale).<br />

3) Le competenze del laureato sono più<br />

ampie (le competenze sono il tallone<br />

d’Achille del geometra: i suoi progetti<br />

sono endemicamente sub judice).<br />

18 Noi<strong>Geometri</strong><br />

N. 05.2008 Settembre - Ottobre<br />

Vita professionale<br />

Fatta questa lunga premessa, sintesi di<br />

annosi discorsi che ogni volta ci siamo<br />

ripetuti in ogni sede, risulta evidente che<br />

il confronto tra diploma o laurea è improponibile:<br />

non c’è paragone. Soprattutto<br />

è fuorviante e porterebbe ad una battaglia<br />

persa in partenza l’idea di metterli<br />

sullo stesso piano, di confrontarsi sullo<br />

stesso terreno. Detto questo, quali soluzioni<br />

possono rendere appetibile essere<br />

“geometra”? Proviamo a sovrapporre tre<br />

caratteristiche a contraris alle considerazioni<br />

iniziali:<br />

1) Polivalenza<br />

Il punto di forza della Categoria, da<br />

sempre, è la cosiddetta “polivalenza”.<br />

Il geometra non è un tuttologo e neanche<br />

un tuttofare, ma ha tante conoscenze di<br />

base, magari non eccelse, e sa fare tante<br />

cose. Il piano di studio edito dal Ministero<br />

attesta di fatto la polivalenza del titolo di<br />

“geometra”. Gli stessi temi assegnati ai<br />

candidati all’Esame di Stato da parte del<br />

Ministero Pubblica Istruzione riconoscono<br />

la validità del corso di studi <strong>dei</strong> geometri<br />

e mettono in luce i molteplici ambiti<br />

di competenza.<br />

È il punto di riferimento per la collettività<br />

per le esigenze primarie e generalizzate:<br />

la casa, le successioni e divisioni testa-<br />

mentarie, le perizie, il catasto. Ha un ruolo<br />

fiduciario per il cittadino, le famiglie:<br />

non può rinunciarvi.<br />

Il problema della polivalenza e ambiti di<br />

competenza, storicamente si acutizza<br />

nei periodi di “calo di lavoro” dove inevitabilmente<br />

le Categorie che si fregiano<br />

di titoli a tre dimensioni spaziano a 360°<br />

invadendo mercati normalmente snobbati,<br />

solitamente prerogativa <strong>dei</strong> semplici<br />

diplomati.<br />

Polivalenza di base che per analogia potrebbe<br />

essere ricondotta a quella del medico<br />

di famiglia. Questi si occupa in generale<br />

di tutti i sintomi del proprio paziente<br />

e, solo dopo attenta visita e analisi delle<br />

patologie riscontrate, lo indirizza ad un<br />

approfondimento specialistico.<br />

2) Il suo “impiego” è meno costoso<br />

Le parcelle del geometra sono più “leggere”,<br />

accessibili alle tasche di tutti,<br />

rispetto a quelle dell’architetto, all’ingegnere.<br />

Tradizionalmente per interventi<br />

non rilevanti diventa conveniente, oltre<br />

che usuale, usufruire delle prestazioni<br />

del geometra anziché dell’architetto o ingegnere.<br />

Il geometra responsabile della<br />

sicurezza cantieri, direttore lavori, ecc.<br />

costa meno per lo stesso incarico rispetto<br />

al laureato. Ritorna in mente uno slogan<br />

impiegato in passato dal <strong>Collegio</strong> di Brescia<br />

in occasione di un evento di Categoria<br />

che diceva: “Il geometra è di famiglia,<br />

parlane con lui”. Quindi, più mercato, un<br />

ventaglio maggiore di possibilità di lavoro,<br />

più fatturato globale.<br />

3) Ha competenze limitate in certi campi<br />

Ma ha tanti campi di competenza e, quindi,<br />

tante alternative possibili.<br />

In un mondo globale dove dominano la<br />

scena le grandi organizzazioni di engineering,<br />

il laureato non inquadrato non ha<br />

molti spazi di manovra: le grandi opere,<br />

le costruzioni significative sono appannaggio<br />

di pochi. Una buona fetta di mercato,<br />

anche tralasciando quanto al punto

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