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Per Sport<br />

Un sogno lungo 42,197 km<br />

Un geometra<br />

a New York<br />

I perché, le emozioni e le sensazioni provate<br />

nella partecipazione alla più famosa maratona<br />

del mondo. La fatica degli allenamenti, le ansie<br />

della vigilia, la soddisfazione al traguardo<br />

» di Pierpaolo Bonfanti<br />

Ebbene sì, c’ero anch’io tra i 3.500<br />

italiani confusi nei 40.000 che hanno<br />

partecipato alla maratona di<br />

New York. Avevo alle spalle un’unica<br />

esperienza sui 42,197 km: la maratona<br />

di Milano chiusa otto anni fa in 3h.50’.<br />

Poi più nulla, essendo riuscito nell’obiettivo<br />

di arrivare entro le 4 ore e considerando<br />

tale gara un po’ troppo impegnativa<br />

per un fisico di un ultracinquantenne,<br />

avevo deciso di non cimentarmi più in altre<br />

analoghe corse. C’era però riposto in<br />

un angolo del cuore (quello in cui di solito<br />

metti le cose irrealizzabili) il sogno di partecipare<br />

alla New York City Marathon, la<br />

regina delle maratone, quella che nessun<br />

“runner” può esimersi dall’affrontare.<br />

E senza cercarlo, inconsciamente aspettavo<br />

solo il “casus belli”, il pretesto per<br />

rimangiarmi quella decisione di non correre<br />

più maratone, anche per non sollecitare<br />

ulteriormente le “lombari” di<br />

una schiena non proprio impeccabile.<br />

Ebbene, circa un anno fa due istruttori<br />

della palestra che frequento, entrambi<br />

con alle spalle una partecipazione alla<br />

maratona di New York,<br />

facendo la preiscrizione<br />

per il 2008, hanno tentato<br />

di far proseliti: dopo<br />

un paio di no poco<br />

convinti, mi sono deciso<br />

ad accettare, anche perché gli anni<br />

passano e mi son detto: ora o mai più.<br />

Fatta la preiscrizione, confermata poi in<br />

primavera, mi sono altresì dato un obiettivo<br />

ambizioso, ancora una volta del tipo<br />

di quelli “quasi segreti”, da non rivelare a<br />

nessuno perché pressoché irrealizzabili:<br />

chiudere entro le 3h.30’, ma per questo<br />

dovevo trovare anche un buon allenatore<br />

e così su consiglio dell’amica Claudia,<br />

mi sono iscritto alla sezione atletica della<br />

“Canottieri Milano”, società storica che<br />

già conoscevo per aver fatto per alcuni<br />

anni canottaggio.<br />

Lì ho conosciuto oltre ad altri appassionati,<br />

anche il “coach” Massimo, che dopo<br />

avermi inquadrato in una mezza maratona<br />

e in un altro paio di gare fatte nei<br />

mesi di maggio/giugno, mi ha stilato un<br />

programma ad hoc, aggiungendo tuttavia<br />

che avrei dovuto abbandonare il mio<br />

sogno nel cassetto: otto anni dopo, con<br />

Settembre - Ottobre<br />

N. 05.2008<br />

Noi<strong>Geometri</strong><br />

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