In corsa sul ponte di Verrazzano 72 Noi<strong>Geometri</strong> N. 05.2008 Settembre - Ottobre Per Sport
Per Sport Un sogno lungo 42,197 km Un geometra a New York I perché, le emozioni e le sensazioni provate nella partecipazione alla più famosa maratona del mondo. La fatica degli allenamenti, le ansie della vigilia, la soddisfazione al traguardo » di Pierpaolo Bonfanti Ebbene sì, c’ero anch’io tra i 3.500 italiani confusi nei 40.000 che hanno partecipato alla maratona di New York. Avevo alle spalle un’unica esperienza sui 42,197 km: la maratona di Milano chiusa otto anni fa in 3h.50’. Poi più nulla, essendo riuscito nell’obiettivo di arrivare entro le 4 ore e considerando tale gara un po’ troppo impegnativa per un fisico di un ultracinquantenne, avevo deciso di non cimentarmi più in altre analoghe corse. C’era però riposto in un angolo del cuore (quello in cui di solito metti le cose irrealizzabili) il sogno di partecipare alla New York City Marathon, la regina delle maratone, quella che nessun “runner” può esimersi dall’affrontare. E senza cercarlo, inconsciamente aspettavo solo il “casus belli”, il pretesto per rimangiarmi quella decisione di non correre più maratone, anche per non sollecitare ulteriormente le “lombari” di una schiena non proprio impeccabile. Ebbene, circa un anno fa due istruttori della palestra che frequento, entrambi con alle spalle una partecipazione alla maratona di New York, facendo la preiscrizione per il 2008, hanno tentato di far proseliti: dopo un paio di no poco convinti, mi sono deciso ad accettare, anche perché gli anni passano e mi son detto: ora o mai più. Fatta la preiscrizione, confermata poi in primavera, mi sono altresì dato un obiettivo ambizioso, ancora una volta del tipo di quelli “quasi segreti”, da non rivelare a nessuno perché pressoché irrealizzabili: chiudere entro le 3h.30’, ma per questo dovevo trovare anche un buon allenatore e così su consiglio dell’amica Claudia, mi sono iscritto alla sezione atletica della “Canottieri Milano”, società storica che già conoscevo per aver fatto per alcuni anni canottaggio. Lì ho conosciuto oltre ad altri appassionati, anche il “coach” Massimo, che dopo avermi inquadrato in una mezza maratona e in un altro paio di gare fatte nei mesi di maggio/giugno, mi ha stilato un programma ad hoc, aggiungendo tuttavia che avrei dovuto abbandonare il mio sogno nel cassetto: otto anni dopo, con Settembre - Ottobre N. 05.2008 Noi<strong>Geometri</strong> 73