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II<br />

domenica 28 agosto 2011<br />

Dietro <strong>il</strong> conflitto<br />

<strong>il</strong> nodo di una<br />

faida infinita<br />

Gli afgani sono un popolo di pastori e agricoltori ma non di possidenti terrieri.<br />

Solo <strong>il</strong> 2% tra loro ha in mano i terreni irrigui e coltivab<strong>il</strong>i e solo un pugno di “signori<br />

<strong>della</strong> terra” vanta diritti sul quell’ambìto 20% di territorio coltivab<strong>il</strong>e e redditizio<br />

Giordana da pagina II ruolo di agricoltori bisognosi Una realtà poco indagata ep-<br />

che, <strong>il</strong> più delle volte, sono solo pure fondamentale, come ar-<br />

Il rapporto tra terra e guerra, mezzadri, braccianti e landless. gomenta la studiosa Liz Alden<br />

proprietà fondiaria e conflitto, E’ ai loro “padroni” che bisogne- W<strong>il</strong>ey:“...disconoscendo la cen-<br />

potere (m<strong>il</strong>itare) sul territorio e rebbe guardare. E dunque al catralità dei diritti sulla terra come<br />

relazioni sociali, costituiscono altasto - se ci fosse - che certifica centrali in un processo di pace e<br />

cuni degli aspetti meno indagati proprietà e gestione <strong>della</strong> terra di ricostruzione....l’aiuto interna-<br />

<strong>della</strong> storia recente del Paese: lacuna<br />

che finisce per far ignorare,<br />

e/o considerare come seconda-<br />

Proprietari e contadini<br />

senza terra<br />

zionaleha rinforzato la perczione<br />

che <strong>il</strong> problema <strong>della</strong> rpoprietà<br />

<strong>della</strong> terra è troppo complesso e<br />

rio, <strong>il</strong> problema del possesso <strong>della</strong><br />

sensib<strong>il</strong>e per prenderlo in mano<br />

terra, delle relazioni economiche Il 78% degli afgani vive in aree ora... (dopo <strong>il</strong> 2001 ndr)”. Le cose<br />

tra possidenti, affittuari o conta- rurali (di questi <strong>il</strong> 20% è noma- non sembrano molto cambiate<br />

dini poveri e la catena di relaziode). Otto afgani su dieci insom- col procedere del nuovo assetto<br />

ni sociali connesse (non ultimo <strong>il</strong> ma sono agricoltori o pastori. istituzionale.<br />

ruolo delle donne nei matrimoni<br />

combinati e <strong>il</strong> loro valore come<br />

La maggior parte tra loro sono<br />

landless, coltivano la terra in Ginepraio legislativo<br />

merce di scambio nel mondo ru- regime di mezzadria o sono picrale).<br />

Elementi che in un Paese coli o piccolissimi proprietari. Attualmente la riorganizzazione<br />

eminentemente agricolo conta- Solo <strong>il</strong> 2,2 % degli afgani detie- del settore è affidato alla nuono<br />

in maniera preponderante: la ne <strong>il</strong> 19% del totale <strong>della</strong> terra va Afghanistan Land Authority<br />

proprietà <strong>della</strong> terra e <strong>il</strong> suo con- (652m<strong>il</strong>a kmq), che per <strong>il</strong> 40% è (Ala) che ha diverse gatte da petrollo,<br />

sembrano invece fattori composto da aree incolte e inulare. Il vecchio catasto agrario<br />

tanto importanti quanto sotto t<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i e per <strong>il</strong> 45% è pascolo coprirebbe infatti <strong>il</strong> 30% del terri-<br />

stimati e studiati, salvo rarissi- (per <strong>il</strong> quale i diritti sono regotorio ma non è l’unico problema:<br />

me eccezioni. Eppure proprio <strong>il</strong> lati da una legislazione assai più <strong>il</strong> nodo <strong>della</strong> terra è complicato<br />

“nuovo ordine” economico e so- chiara rispetto a quella vigente dalla legislazione esistente che<br />

ciale, importato in Afghanistan per i terreni irrigui). La proprie- si divide tra diverse regolamen-<br />

con la cacciata dei talebani nel<br />

2001, ha innestato o favorito liberalizzazioni<br />

e alienazioni di<br />

beni pubblici, ut<strong>il</strong>izzo del suolo<br />

(un aspetto strettamente connesso<br />

alla produzione di oppio<br />

e al narcotraffico), speculazione<br />

ed<strong>il</strong>izia e occupazione di terreni<br />

demaniali in assenza quasi tota-<br />

Il 78% degli afgani vive<br />

in aree rurali. La maggior<br />

parte tra loro non coltiva<br />

terra propria: un esercito<br />

di landless, mezzadri<br />

e braccianti che lavorano<br />

campi altrui<br />

tazioni spesso in contraddizione<br />

tra loro: la legge consuetudinaria<br />

(rawaj), che opera attraverso codici<br />

tribali, come <strong>il</strong> pashtunwali<br />

per le tribù pashtun; la legge civ<strong>il</strong>e<br />

(qanoon madani) del 1970 che<br />

include un migliaio di direttive;<br />

la sharia, spesso applicata anche<br />

alle diatribe di proprietà se<br />

le di regole e di archivi di riferi-<br />

<strong>il</strong> codice civ<strong>il</strong>e non copre <strong>il</strong> caso;<br />

mento e in un quadro di scarsa tà privata dunque, inevitab<strong>il</strong>- infine, le leggi statali (nazionali),<br />

attenzione al problema <strong>della</strong> mente, finisce per insistere sulle spesso in contraddizione con gli<br />

legislazione in materia di dirit- poche zone irrigue e pianeg- altri codici, e la nuova Costituzioti<br />

di proprietà. Temi che hanno gianti, un risicato 12-15%, che ne che fissa i diritti fondamentali<br />

ottenuto scarsa considerazione costituiva però una delle aree di proprietà.<br />

nel processo di state-bu<strong>il</strong>ding più redditizie dell’economia pri- A complicare <strong>il</strong> quadro c’è una<br />

(o rebu<strong>il</strong>ding) da parte <strong>della</strong> comaria dell’Afghanistan. Si stima materia da amministrare davvemunità<br />

internazionale e dello che in Afghanistan vi siano cirro complessa: terre del demanio<br />

stesso governo afgano. Quanto ca 1,2 m<strong>il</strong>ioni di aziende agrico- (amlaki dawlati); terre pubbli-<br />

all’oppio in sé, <strong>il</strong> problema <strong>della</strong> le con una media di 5 ettari di che (maraa), controllate ma non<br />

sua produzione ci sembra solo terra arab<strong>il</strong>e: ma <strong>il</strong> 73% dei con- possedute dallo stato e spesso<br />

in parte risolvib<strong>il</strong>e con strategie tadini possiede meno di 5 ettari oggetto di vendita a privati; ter-<br />

di eradicazione, sostituzione o mentre <strong>il</strong> 5,4% fra loro possiede re private (amlaki shakhsi), terre<br />

monopolio di Stato delle colti- appezzamenti superiori ai 20 comunitarie (mushtarak), ossia<br />

vazioni, che sono i temi su cui si ettari e controlla <strong>il</strong> 30% delle di tutti ma in pratica controllate<br />

incentra <strong>il</strong> dibattito: affrontato terre irrigue e <strong>il</strong> 46% dei terreni dai khan, i dignitari tribali; terre<br />

in sostanza come un problema che sfruttano le precipitazioni: delle fondazioni religiose (waqf),<br />

di contadini poveri che, per sfa- solo l’11% dei terreni irrigui e <strong>il</strong> in gran parte ormai sotto conmarsi,<br />

preferiscono l’oppio alle 3% di quelli che ut<strong>il</strong>izzano actrollo statale.<br />

patate. In gran parte ci sembra que pluviali (sul totale del 15% Il vuoto di potere, <strong>il</strong> prolungarsi<br />

invece che si tratti di un nodo coltivab<strong>il</strong>e), scrive <strong>il</strong> ricercatore del conflitto, l’enorme massa di<br />

che ha a che vedere più con <strong>il</strong> scrive Hector Maletta, è messo sfollati interni e di profughi ver-<br />

possesso <strong>della</strong> terra che co di a coltura da coltivatori diretti. so Pakistan e Iran (che lascian-<br />

do case e terreni ne hanno perso<br />

di fatto <strong>il</strong> possesso) e le varie<br />

legislazioni (consuetudinaria,<br />

civ<strong>il</strong>e, religiosa) hanno finito per<br />

favorire le appropriazioni indebite<br />

da parte dei “signori <strong>della</strong><br />

guerra”, che fossero già o meno<br />

“signori <strong>della</strong> terra”. L’appropriazione<br />

– storia recentissima<br />

persino nella capitale su terreni<br />

demaniali - dipendeva (e ancora<br />

dipende) dall’uso o dalla minaccia<br />

<strong>della</strong> forza, in una situazione<br />

caratterizzata dall’enorme frag<strong>il</strong>ità<br />

delle già debolissime classi<br />

contadine, in molti casi e per<br />

anni profughe all’estero, dall’incertezza<br />

sui diritti di proprietà e<br />

sullo sfruttamento delle acque,<br />

dal collasso di infrastrutture e<br />

canalizzazioni, dall’indebitamento<br />

cronico, dall’impossib<strong>il</strong>ità<br />

di ottenere <strong>il</strong> riconoscimento<br />

dei propri diritti dopo le confische<br />

a opera di comandanti m<strong>il</strong>itari,<br />

dalla debolezza dello Stato<br />

e del sistema giudiziario. Un<br />

quadro sovrastato dall’assenza<br />

Non esiste un vero<br />

e proprio catasto rurale.<br />

Quello abbozzato<br />

dall’ultimo re copre solo<br />

<strong>il</strong> 30% <strong>della</strong> superficie<br />

di un Paese grande<br />

due volte l’Italia<br />

di una minima base archivistica<br />

(catasto dei terreni, registro dei<br />

beni immob<strong>il</strong>i etc).<br />

Riforma e ribellione<br />

La questione del rapporto tra<br />

terra e conflitto viene da lontano.<br />

Prestando attenzione ai soli<br />

avvenimenti del XX secolo, è la<br />

riforma agraria di Muhammad<br />

Daud, presidente <strong>della</strong> neonata<br />

repubblica afgana (1973-78), <strong>il</strong><br />

primo tentativo serio di regolare<br />

<strong>il</strong> problema <strong>della</strong> land tenure: in<br />

sostanza la riforma consisteva<br />

nella definizione di un tetto alla<br />

proprietà terriera oltre <strong>il</strong> quale si<br />

procedeva alla confisca. Un nodo<br />

che nemmeno grandi riformatori<br />

monarchici come Amanullah<br />

Khan (che aveva proclamato nel<br />

1919 l’indipendenza dell’Afgha-<br />

>>Speciale<br />

nistan e promulgato la prima<br />

Costituzione) avevano toccato<br />

e che costituiva del resto per la<br />

monarchia afgana la base di una<br />

pace sociale garantita dalla sostanziale<br />

intangib<strong>il</strong>ità dei diritti<br />

dei landolord. Fallita con Daud, la<br />

riforma venne ripresa dai governi<br />

f<strong>il</strong>osovietici insediatisi già prima<br />

dell’invasione dell’Armata rossa<br />

nel 1979.<br />

Quella di Nur Muhammad Taraki<br />

(poi proseguita da Hafizullah<br />

Amin, l’uomo che “chiederà”<br />

l’intervento sovietico) fu imposta<br />

con la forza e senza fissare<br />

una ricompensa agli espropriati,<br />

mentre <strong>il</strong> governo decideva la<br />

cancellazione retroattiva fino a<br />

cinque anni dell’indebitamento<br />

dei mezzadri. Ma nelle campagne<br />

la riforma, che già ai tempi<br />

di Daud era stata fortemente<br />

osteggiata, trovava fortemente<br />

contrari proprietari e mullah<br />

già oppositori <strong>della</strong> ventata di<br />

modernismo che, iniziata con la<br />

repubblica, era stata portata alle<br />

estreme conseguenze dai governi<br />

comunisti: la riforma riduceva<br />

<strong>il</strong> loro potere e quello delle<br />

fondazioni islamiche e metteva

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