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2 domenica 28 agosto 2011<br />

>>Primo<br />

Le mani sulla Libia Dal 2006 i fondi sovrani del piccolo Stato del Golfo persico sono<br />

presenti nell’economia francese. Oggi i due paesi sono alleati di ferro nella guerra di Libia<br />

Qatar e Francia, folgorati<br />

sulla via di Tripoli<br />

Palladino dalla prima<br />

Capitale Doha, un m<strong>il</strong>ione e<br />

mezzo di abitanti, e una valanga<br />

di petrodollari. Il Qatar, nel conflitto<br />

libico, è considerato <strong>il</strong> braccio<br />

armato ed economico <strong>della</strong><br />

coalizione dei paesi volenterosi,<br />

che dal 19 marzo 2011 bombarda<br />

<strong>il</strong> paese nordafricano.<br />

Aerei, m<strong>il</strong>itari e, soprattutto, un<br />

fiume di denaro per finanziare<br />

gli insorti. E poi assistenza, supporto<br />

geopolitico e porte aperte<br />

verso <strong>il</strong> Gotha <strong>della</strong> finanza araba,<br />

quella che conta veramente,<br />

concentrata nel Golfo Persico<br />

guardato a vista dalla flotta<br />

Usa. Con un plus niente male,<br />

<strong>il</strong> canale satellitare al-Jazeera,<br />

vero faro mediatico nell’intero<br />

mondo mussulmano di lingua<br />

araba, pronto a raccontare<br />

in diretta la guerra buona contro<br />

<strong>il</strong> raìs, quel comandante supremo<br />

libico mai amato veramente<br />

dai califfi del petrolio.<br />

Lo stretto asse che si è creato<br />

fin da febbraio tra Francia<br />

e Qatar è stata la vera punta di<br />

diamante <strong>della</strong> coalizione che<br />

ha bombardato la Libia, aprendo<br />

la strada agli insorti. I due paesi<br />

hanno recentemente ammesso<br />

di aver fornito attrezzatura m<strong>il</strong>itare<br />

ai gruppi partiti da Bengasi.<br />

Le Nazioni unite aveva vietato<br />

l’invio di armamenti verso<br />

la Libia, stab<strong>il</strong>endo – poco dopo<br />

l’inizio del conflitto – un embargo<br />

totale, difeso anche dalla<br />

nostra Marina M<strong>il</strong>itare. L’accordo<br />

tra la Francia, <strong>il</strong> Qatar e i ribelli<br />

viola apertamente le normative<br />

generali per l’esportazione<br />

di materiale m<strong>il</strong>itare: un carico,<br />

per essere autorizzato, va accompagnato<br />

con un certificato<br />

end user, r<strong>il</strong>asciato dal governo<br />

importatore. Un sistema in vigore<br />

dal dopo guerra, creato dagli<br />

Stati Uniti per ostacolare la vendita<br />

di armamenti al blocco sovietico.<br />

Nel caso del Qatar e <strong>della</strong><br />

Francia è diffic<strong>il</strong>e capire quale<br />

governo possa aver firmato l’attestazione<br />

per i lanciarazzi forniti<br />

ai ribelli di Bengasi.<br />

La presenza del Qatar, oltre ad<br />

avere una importanza geopolitica<br />

per l’intera area medio<br />

orientale e nord africana, è pe-<br />

Afghanistan Messico<br />

Catena di<br />

attentati nel Sud<br />

del Paese<br />

© FrANCOIS MOrI/AP/LAPrESSE<br />

rò rivelatrice di una rete di interessi<br />

che porta lontano, con<br />

una parte non secondaria riservata<br />

anche all’Italia. I rapporti<br />

economici basati sui ricchissimi<br />

fondi sovrani garantiti<br />

dal petrolio del Golfo sono la<br />

vera arma di influenza geopolitica<br />

del piccolo paese stretto<br />

tra Iran e Arabia Saudita.<br />

Poco più di un anno fa, <strong>il</strong> 17<br />

apr<strong>il</strong>e 2010, <strong>il</strong> fondo sovrano<br />

Qatari Diar annunciò l’acquisto<br />

del 5 per cento delle azioni<br />

del gigante multiut<strong>il</strong>ity france-<br />

se Veolia, al prezzo<br />

record di 646<br />

m<strong>il</strong>ioni di euro.<br />

«L’acquisto riflette<br />

l’ambizione dei<br />

due gruppi di lavorare<br />

insieme<br />

nelle infrastrutture<br />

in medio oriente<br />

e nord Africa»,<br />

spiegava <strong>il</strong> comunicato ufficiale<br />

di Veolia. Un piano di lunga<br />

durata, in un settore estremamente<br />

delicato – e fruttuoso –<br />

firmato pochissimi mesi prima<br />

dell’inizio <strong>della</strong> “primavera araba”<br />

che ha sconvolto gli equ<strong>il</strong>i-<br />

Parigi e Doha<br />

ammettono:<br />

abbiamo armato<br />

i ribelli. Violando<br />

l’embargo e le<br />

norme sul controllo<br />

del traffico d’armi<br />

bri del nord Africa. Un vero investimento<br />

sul futuro.<br />

I fondi sovrani del Qatar erano<br />

entrati nei grossi gruppi finanziari<br />

francesi da diverso tempo.<br />

Il 29 giugno del 2006 <strong>il</strong> Qatar Investment<br />

Authority rivelò, con<br />

una breve nota, l’acquisto del 6<br />

per cento <strong>della</strong> società Lagardere,<br />

colosso che controlla importanti<br />

gruppi editoriali – fu l’acquirente<br />

di Vivendi – e la Eads,<br />

specializzata in aeronautica civ<strong>il</strong>e<br />

e m<strong>il</strong>itare.<br />

Nel 2009 <strong>il</strong> presidenteNickolas<br />

Sarkozy preparò<br />

poi con cura<br />

la visita ufficiale<br />

a Doha, aprendo<br />

le porte alla Total,<br />

all’Areva e alla<br />

Suez per un progetto<br />

di centrali<br />

nucleari. Un’alleanza tutt’altro<br />

che occasionale.<br />

Nel consiglio di amministrazione<br />

di Veolia i fondi sovrani del<br />

Qatar sono rappresentati da Mohd<br />

Alhamadi, manager quarantunenne<br />

con una notevole espe-<br />

Un’autobomba è esplosa vicino alla sede del governatorato di Lashkar<br />

Gah, capoluogo <strong>della</strong> provincia di Helmand, nell’Afghanistan meridionale,<br />

provocando diverse vittime mentre, sempre ieri, un doppio<br />

attentato è stato invece realizzato a Kandahar, capoluogo <strong>della</strong><br />

omonima provincia del Sud, con un b<strong>il</strong>ancio di oltre una ventina di<br />

feriti ancora provvisorio. Sono scoppiati un ordigno e poi un’ autobomba<br />

nell’area denominata Phase 1, ossia nel centro <strong>della</strong> città<br />

rienza in questioni libiche. Ed è<br />

indubbio che nei prossimi mesi<br />

<strong>il</strong> mercato più interessante per<br />

le infrastrutture sarà quello delle<br />

città distrutte dalla guerra.<br />

Nel Cda di Veolia, proprio accanto<br />

al rappresentante dei fondi<br />

del Qatar, principale alleato<br />

<strong>della</strong> Francia nella guerra di Libia,<br />

siede poi l’italianissimo Paolo<br />

Scaroni. Teoricamente dovrebbe<br />

sentire un certo imbarazzo<br />

trovandosi gomito a gomito<br />

con <strong>il</strong> gotha finanziario francese<br />

– <strong>il</strong> principale azionista di Veolia<br />

è la cassa depositi e prestiti<br />

d’Oltralpe – <strong>il</strong> principale concorrente<br />

dell’italiana Eni nel futuro<br />

sfruttamento delle risorse<br />

petrolifere libiche. A ben guardare<br />

<strong>il</strong> tavolo del Cda <strong>della</strong> Veolia<br />

ha l’apparenza di una grande<br />

camera di compensazione, tra i<br />

grandi investitori internazionali<br />

interessati a capitalizzare gli investimenti<br />

futuri nel nord Africa.<br />

Con al centro <strong>il</strong> piccolo stato<br />

del Qatar, forte dei fondi sovrani<br />

e dell’influenza ormai indiscussa<br />

nel mondo arabo.<br />

(1 - segue)<br />

Guerra infinita<br />

Sparito <strong>il</strong> raìs,<br />

appaiono<br />

i contractor<br />

Emergenza umanitaria. Il<br />

presidente del Consiglio nazionale<br />

di transizione libico (Cnt)<br />

Mustafa Jal<strong>il</strong> ha lanciato ieri<br />

l’allarme umanitario per Tripoli:<br />

«Facciamo appello a tutte<br />

le organizzazioni umanitarie e<br />

diciamo loro che Tripoli ha bisogno<br />

di medicine, medicinali<br />

di pronto soccorso e materiale<br />

chirurgico». In molti quartieri<br />

capitale manca anche l’acqua<br />

e l’elettricità e nelle banche c’è<br />

penuria di contante.<br />

Unione Africana. La principale<br />

organizzazione regionale<br />

ha negato per ora <strong>il</strong> riconoscimento<br />

del Consiglio nazionale<br />

di transizione libico. «Ai<br />

governi che salgono al potere<br />

attraverso mezzi non previsti<br />

dallo statuto dell’organizzazione<br />

non sarà consentito<br />

partecipare alle attività<br />

dell’Unione - si legge in un comunicato<br />

divulgato ieri - e in<br />

Libia c’è più di un gruppo che<br />

rivendica autorità».<br />

Sparito <strong>il</strong> raìs. I ribelli libici<br />

non hanno informazioni<br />

su dove si trovino Muammar<br />

Gheddafi e i suoi figli. L’informazione<br />

che dava <strong>il</strong> colonnello<br />

già in Algeria è stata smentita<br />

ieri nel tardo pomeriggio.<br />

«Una bella storia» di contractor.<br />

Per <strong>il</strong> console italiano<br />

a Begasi Guido De Santis<br />

la vicenda dei tre italiani scoperti<br />

nelle carceri di Tripoli sarebbe<br />

«una bella storia molto<br />

semplice, in mano al cattivo e<br />

liberati dal buono». Antonio<br />

Cataldo, Luca Boero e Vittorio<br />

Carella erano detenuti dal<br />

23 luglio. Secondo alcune fonti<br />

sarebbero stati contrattati da<br />

una ricca famiglia libica, per<br />

fornire protezione. «Chiariremo<br />

tutto al rientro», hanno assicurato<br />

i tre dopo essere stati<br />

liberati dagli insorti. Tutta da<br />

chiarire rimane la loro presenza<br />

in Libia.<br />

Arriva la benzina. Il Cnt ha<br />

avviato la distribuzione di<br />

120.000 litri di carburante a<br />

Tripoli per far fronte alle prime<br />

necessità. I ribelli stanno<br />

cercando in queste ore di far<br />

ripartire le raffinerie. Un aiuto<br />

in tal senso era stato promesso<br />

nei giorni scorsi dall’Eni,<br />

in cambio di pagamenti futuri<br />

in petrolio.<br />

L’accordo è stato annunciato<br />

ieri dall’amministratore delegato<br />

Paolo Scaroni.<br />

Il volto<br />

degli stragisti<br />

di Monterrey

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