Il Tabloid del festival Time in Jazz 2006

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cinema
IL GUSTO DEL CINEMA
Mini rassegna di film etnografici su musica & cibo prodotta in cooperazione con l’ISRE di Nuoro
In un Festival come il nostro che
esplora e si mette in rapporto fecondo
con suggestioni e confini non
poteva mancare, per la sezione
“Immagine e Cinema”, un viaggio
cinematografico, tra lo storico e
l’antropologico, sotto forma di una
piccola rassegna di documentari
etnografici che hanno per tema il
rapporto tra musica e cibo.
Fare musica è quindi di per sé celebrazione
di un rito. E quale rituale
è più quotidiano, diffuso e universale
della preparazione e del consumo
di cibo.
Dato il tema specifico è stata una
A love supreme (Nilesh Patel, 2001)
scelta “naturale” chiedere, continuando
una tradizione, inaugurata lo scorso anno con la rassegna
Musica&Trance, la collaborazione dell’Istituto Superiore Regionale
Etnografico di Nuoro, che da trenta e più anni in Sardegna promuove un
prestigioso Festival Internazionale dedicato ai Documentari Etnografici e
L’Archivio
d e l l ’ I S R E
a Berchidda
Yum, yum, yum! (Les Blank)
Dal 1982, con cadenza biennale, l’Istituto Superiore Regionale Etnografico, -
l’ente creato dalla Regione per promuovere lo studio della vita dell’Isola nelle
sue trasformazioni e nelle sue manifestazioni tradizionali e di raccogliere la
documentazione e la conoscenza della lingua, delle tradizioni popolari e della
storia della Sardegna - organizza la rassegna internazionale di film etnografici.
La manifestazione costituisce una delle rare occasioni in Italia nelle quali sia
possibile assistere a una panorama delle produzioni internazionali di particolare
interesse etnoantropologico.
L’edizione del 2002, una delle più apprezzate per l’elevata qualità dei film e
per la grande partecipazione di pubblico e di studiosi, era incentrata sul tema
del “Cibo”.
È risultato naturale, quindi, che per Time in Jazz 2006, intitolato Coking Jazz,
gli organizzatori e in particolare il responsabile della sezione Immagini e
Cinema, Gianfranco Cabiddu, chiedessero la collaborazione dell’Istituto per la
realizzazione della breve rassegna di film dedicati a musica e cibo che accompagnerà
il programma dei concerti; nella citata rassegna del 2002 infatti numerosi
film hanno trattato il tema del cibo collegandolo alla musica nei più diversi
contesti geografici e culturali.
I film che vengono presentati a Berchidda sono stati scelti “punta di Iceberg”
di una ampia rappresentatività di film in archivio all’Istituto.
L’augurio è che attraverso queste proiezioni il festival di Berchidda ampli
ancora di più la sua forza di comunicazione interculturale e offra ulteriore
occasione di riflessione sullo straordinario catalogo di espressioni musicali e
rituali che costituisce una delle grandi ricchezze dell’umanità.
Paolo Piquereddu - Direttore Generale
Istituto Superiore Regionale Etnografico
che al tema del Cibo ha dedicato un
intero Festival, nel 2002.
Nel nostro piccolo viaggio filmico
abbiamo come filo conduttore il
Cineasta e buongustaio americano
Les Blank che ci introduce ai cibi e
alla musica Cayun. Per poi passare
dall’omaggio all’abilità cuciniera
di una figura di donna raccontata
sulle note di John Coltrane da Nils
Patel, e il ritratto che fa Angelo Loy
di una famiglia di fiumaroli nelle
anse del Tevere a Roma.
Un mini viaggio legato dal la musica
che si incontra con la cucina, e
assomma in se gli “ingredienti base”
che costituiscono l’essenza stessa
del quotidiano rito della vita. Una musica da “sentire”, “mangiare” e da
“vivere”.
Gianfranco Cabiddu
Direttore sezione Immagini e Cinema Festival Time in Jazz
F i L M
con
fuoriprogramma
oasi in penombra
al vecchio cinema
Dopo pranzo, nel pomeriggio,
quando il caldo si sente più forte,
nel silenzio delle note di un
Festival rutilante come Time in
Jazz che “suona” dall’alba a notte
fonda, c’è un’oasi in penombra: il
vecchio cinema di Berchidda (fresco
di lavori di restauro), ad accogliere
nel buio della sala il pubblico
della rassegna cinema, in un’atmosfera
che ci auguriamo fresca,
misteriosa e serena.
I film saranno proiettati a rotazione,
in modo da consentire una scelta
di programmazione “personalizzata”
del pubblico, con qualche
nostra sorpresa fuori programma,
piccante e succosa.