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marzo 2010 - Anno 2 Numero 1 - Regione Autonoma Friuli Venezia ...

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sembra essere quello preponderante,<br />

come confermato dai<br />

dati archeologici, che vedono in<br />

una fase avanzata del Neolitico<br />

l’emergere di elementi legati alla<br />

filatura.<br />

L’elenco delle specie di frutta<br />

utilizzate è discretamente ampio<br />

e ricalca quasi completamente<br />

quelle già consumate nel Neolitico<br />

antico, forse con un minor<br />

interesse per le nocciole ed uno<br />

maggiore per la vite. A Bannia-<br />

Palazzine di Sopra è stato osservato<br />

un notevole aumento di<br />

bacche di corniolo, che anticipa il<br />

successo che questa specie avrà<br />

tra Eneolitico ed età del Bronzo,<br />

quando sembra diffondersi la<br />

preparazione di una bevanda fermentata<br />

ottenuta da questi frutti<br />

(Fe R R a R i et al., 2002).<br />

Per quanto riguarda le pratiche<br />

agricole, si può presumere che,<br />

almeno dal punto di vista delle<br />

conoscenze, tutta l’Italia settentrionale<br />

abbia a disposizione dal<br />

V fino agli inizi del IV millennio<br />

a.C. uno stesso gruppo di specie<br />

coltivate, che comprende un<br />

discreto numero di cereali e di<br />

leguminose, già coltivate nel<br />

millennio precedente, a cui si<br />

affiancano ora il lino e il papavero.<br />

Si hanno così specie derivate<br />

dal “pacchetto neolitico iniziale”,<br />

proveniente dalla Mezzaluna<br />

Fertile, e specie secondariamente<br />

acquisite, messe a coltura in<br />

diverse parti d’Europa (Ro t t o l i &<br />

Ca s t i g l i o n i, 2009; Zo h a R i & ho P F,<br />

2000).<br />

La comprensione del processo<br />

di neolitizzazione può contare<br />

anche sulle informazioni provenienti<br />

dal record archeologico e<br />

dalle prove sperimentali, che ci<br />

informano sulle tecniche di mietitura<br />

e sugli strumenti impiegati.<br />

La raccolta dei cereali doveva<br />

avvenire attraverso l’utilizzo dei<br />

falcetti realizzati con lame o<br />

frazioni di lame in selce disposte<br />

in sequenza. Le tracce di utilizzo<br />

conservate sui manufatti litici<br />

suggeriscono una separazione<br />

delle spighe dagli steli anche direttamente<br />

sul campo, attraverso<br />

un’azione di taglio e strappo. In<br />

una fase più avanzata del Neolitico<br />

compaiono anche i coltelli<br />

da mietitura costituiti da un’unica<br />

lama utilizzati con o senza<br />

immanicatura (Ca l a n i, 1999). Per<br />

confronto etnografico – che ha<br />

trovato conferma in alcuni contestiarcheologici<br />

della<br />

Siria e<br />

Ricostruzione dell’azione di taglio e strappo desunta dalle tracce di usura<br />

conservatesi sulle lame di falcetto in selce (da Ca l a n i, 1999).<br />

Modo di utilizzo del coltello da<br />

mietitura (da Ca l a n i, 1999).<br />

• 11<br />

dell’Anatolia – le lame di selce<br />

potevano essere innestate anche<br />

in sequenze lineari e parallele in<br />

tavole di legno a costituire ciò<br />

che ancora oggi in Anatolia è<br />

definito tribulum: strumento che<br />

trascinato da animali serve a triturare<br />

le stoppie per il loro uso<br />

quale degrassante negli impasti<br />

di argilla e nella realizzazione di<br />

lettiere per uomini ed animali.<br />

Infine la macinazione dei cereali<br />

– allo scopo di sbriciolare il pericarpo<br />

(crusca) in minute scaglie<br />

– avveniva attraverso l’utilizzo di<br />

macine e macinelli in pietra.<br />

Il <strong>Friuli</strong>, nonostante le lacune<br />

nella documentazione dovute<br />

ai limiti in quantità e qualità<br />

dei dati attualmente disponibili,<br />

mostra tra VI millennio e gli<br />

inizi IV millennio a.C. un’agricoltura<br />

pienamente sviluppata.<br />

In ogni sito sembra essere stata<br />

praticata una policoltura, ossia<br />

la coltivazione di diverse specie<br />

vegetali, allo scopo di garantirsi<br />

il sostentamento anche a fronte<br />

di stagioni con raccolti difficili.<br />

Verosimilmente le produzioni<br />

differivano qualitativamente e ☛

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