marzo 2010 - Anno 2 Numero 1 - Regione Autonoma Friuli Venezia ...
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tezza di Gradisca di Spilimbergo<br />
viene distrutta da un violento<br />
incendio e rimarrà deserta per<br />
circa un secolo; si conclude l’attività<br />
produttiva nel castelliere di<br />
Pozzuolo.<br />
La crisi sembra dovuta a spostamenti<br />
di vie di traffico e alla<br />
concorrenza economica dei<br />
centri della fascia pedemontana<br />
e prealpina e della zona costiera.<br />
Mentre i castellieri e gli altri<br />
abitati della pianura fronteggiano<br />
momenti difficili, appaiono infatti<br />
in rapida crescita Montereale<br />
Valcellina, Invillino e Paularo in<br />
Carnia, S. Lucia di Tolmino/Most<br />
na Soci nell’alto Isonzo. Contemporaneamente<br />
a sud delle risorgive<br />
si fondano alcuni nuovi abitati<br />
(Fortin di Carlino, Cjasteon<br />
presso Palazzolo e più a ovest,<br />
verso il Tagliamento, Gradiscutta<br />
di Varmo) e altri, come Aquileia<br />
e Novacco, riacquistano vitalità.<br />
12. Aquileia un emporio<br />
protostorico<br />
Nell’inoltrata età del ferro, tra<br />
fine VII e VI-V sec. a.C., il <strong>Friuli</strong><br />
protostorico vive un ultimo<br />
periodo di considerevole prosperità.<br />
Dissoltasi la precedente<br />
omogeneità culturale, inizia un<br />
ciclo di trasformazioni rapide, di<br />
crescenti differenziazioni sociali e<br />
culturali, di nuove aperture verso<br />
il mondo esterno.<br />
Nel Polesine il ruolo che era stato<br />
di Frattesina viene assunto dai<br />
nuovi empori di Adria e Spina,<br />
frequentati da mercanti etruschi<br />
e greci che impongono il loro dominio<br />
commerciale sull’Adriatico.<br />
Pertanto nel Nord-Est cominciano<br />
a diffondersi manufatti pregiati<br />
prodotti nell’Etruria tirrenica e<br />
in area veneto-padana, nell’Italia<br />
adriatica, in Grecia e perfino nel<br />
mondo fenicio-punico. Al di là<br />
delle Alpi nel frattempo si sono<br />
formati dei “principati” celtici<br />
che tramite le comunità stanziate<br />
a sud delle Alpi entrano in<br />
contatto con le ricche cerchie<br />
dell’Italia peninsulare in grado di<br />
soddisfare la loro aspirazione ad<br />
ottenere vasi bronzei da simposio<br />
e ornamenti di lusso.<br />
Tra i siti che svolgono questa<br />
funzione di cerniera vi è Montereale<br />
Valcellina, un centro “di<br />
frontiera” che domina il percorso<br />
della Pedemontana ed avrà uno<br />
sviluppo pressoché ininterrotto<br />
dal VII secolo alla romanizzazione.<br />
Qui confluiscono merci da<br />
varie direzioni e in particolare<br />
dal mondo etrusco-padano: ce<br />
lo ha dimostrato lo scavo della<br />
così detta “Casa dei dolî” dove<br />
accanto a prodotti locali vi erano<br />
vasi e altri oggetti di ispirazione<br />
etrusca, come un caratteristico<br />
pendaglio bronzeo con uccelli<br />
acquatici stilizzati, “alari” di<br />
terracotta, ecc. Un’analoga mescolanza<br />
di manufatti di diversa<br />
origine è stata rilevata nei corredi<br />
della necropoli di Misincinis a<br />
Paularo, in Carnia.<br />
Nell’alta pianura la popolazione è<br />
ora concentrata in pochi abitati –<br />
Gradisca di Spilimbergo, Pozzuolo<br />
del <strong>Friuli</strong>, Udine – in posizione<br />
idonea ai traffici con l’Oltralpe<br />
(Austria e Slovenia), da cui provengono<br />
i rifornimenti di ferro.<br />
A Pozzuolo, uno dei castellieri<br />
più estesamente esplorati, varie<br />
tombe maschili databili tra VII e<br />
VI secolo corredate da “parure”<br />
di oggetti di ferro (cuspide di<br />
lancia, coltello e ascia) dimostrano<br />
l’emergere di una classe di<br />
guerrieri o di artigiani-guerrieri.<br />
• 23<br />
È questo l’ultimo periodo di vita<br />
e di vivacità culturale dei castellieri<br />
dell’alta pianura.<br />
Tra il V e l’inizio del IV sec. a.C.<br />
questi centri vanno incontro ad<br />
una crisi gravissima e irreversibile:<br />
le successive tracce di<br />
frequentazione denoteranno una<br />
situazione radicalmente mutata.<br />
Diversa appare la situazione<br />
della fascia costiera. Ad Aquileia<br />
l’abbondanza dei reperti ci<br />
documenta un fervore culturale<br />
che differenzia questa zona dal<br />
resto della regione: oltre alla<br />
presenza di manufatti bronzei<br />
di ampia diffusione, si è rilevata<br />
qui la massima concentrazione di<br />
bronzetti a figura umana, veneti,<br />
etruschi, italici, laziali, riconducibili<br />
a “stipi” (depositi di materiale<br />
votivo) o a luoghi di culto<br />
tipici di un centro emporiale con<br />
caratteri protourbani, ossia già<br />
dotato delle caratteristiche di<br />
una città, quale stava diventando<br />
la Aquileia protostorica.<br />
Ma Aquileia non è l’unico<br />
emporio attivo in questa fase<br />
sul litorale nord-adriatico: ad<br />
iniziare da Altino, si susseguono,<br />
da ovest verso est, Concordia,<br />
Fortin di Carlino, Duino, Tergeste,<br />
Stramare di Muggia e, in<br />
Istria, Sermino.<br />
I Celti e la crisi<br />
definitiva del<br />
mondo preromano<br />
13. Celtizzazione strisciante<br />
Tra la fine del VI e il V-IV sec.<br />
a.C., nello stesso tempo in cui si<br />
registrano influssi così disparati<br />
e si diffondono tanti elementi<br />
riconducibili a cerchie padane<br />
e peninsulari, si verifica nelle ☛