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marzo 2010 - Anno 2 Numero 1 - Regione Autonoma Friuli Venezia ...

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68 •<br />

☞ grande opera d’arte pittorica che<br />

poteva nascere solo nella terra<br />

che fu del Tiziano, del Giorgione<br />

e del Canaletto.<br />

A questa grande opera dell’ingegno<br />

umano, chiamiamolo pure<br />

“veneto”, ché un po’ di orgoglio<br />

di campanile non guasta,<br />

appartengono varietà a cespo<br />

solitamente chiuso, tondo o<br />

allungato, formato da delicate<br />

foglie embricate, talora lanceolate<br />

e intrecciantesi verso l’alto; in<br />

un caso il prodotto è venduto col<br />

cespo aperto come una rosa che,<br />

così, esprime al massimo la sua<br />

sfolgorante bellezza.<br />

I colori vanno dal bianco più<br />

puro al giallo intenso, per passare<br />

al rosso di diverse sfumature,<br />

spesso assai vivo e talora<br />

variegato da un verde soffuso. I<br />

sapori dipendono dalla varietà,<br />

dalla selezione all’interno della<br />

varietà, dall’annata, dal terreno e<br />

dall’agricoltore; le sensazioni gustative,<br />

ammaliate dal brio della<br />

croccantezza e dalla succosità, si<br />

muovono, in piacevole contrasto,<br />

dal dolce all’amaro.<br />

I gourmet, ma anche i semplici<br />

lettori che vanno a fare la spesa,<br />

conoscono senz’altro i nomi dei<br />

radicchi veneti: Treviso, Castelfranco,<br />

Verona, Chioggia... Questi<br />

nomi, evidentemente, non sono<br />

sorti a caso ed esprimono le<br />

località dove una varietà è nata.<br />

L’ambiente pedoclimatico ci ha<br />

messo lo zampino, questo è pacifico,<br />

ma il merito indiscusso va<br />

alla capacità, alla intraprendenza<br />

e alla intelligenza di tanti agricoltori<br />

veneti, rimasti per lo più<br />

“oscuri”, cioè ignoti alle cronache<br />

e agli storici.<br />

Essi hanno saputo trasformare la<br />

“vocazione” del territorio (ter-<br />

mine ormai inusuale: oggi si fa<br />

tutto dappertutto) in delizie per<br />

il palato e in denaro per le loro<br />

famiglie.<br />

I terreni di coltivazione vanno<br />

dalla fascia mediana tra alta e<br />

bassa pianura alle aree di sorgiva,<br />

dai dossi sabbiosi dell’Adige<br />

e della Brenta alle sabbie di foce<br />

degli stessi fiumi. Il radicchio è<br />

un ortaggio che, per mostrare<br />

tutte le sue qualità intrinseche<br />

e estrinseche, abbisogna di<br />

temperature fredde, ma si trova<br />

ugualmente bene nei rigori invernali<br />

dell’alta pianura come nel<br />

più mite clima litoraneo dell’Alto<br />

Adriatico.<br />

Ci accingiamo ora ad un breve<br />

viaggio attraverso i luoghi e le<br />

persone che nelle campagne<br />

venete, nel silenzio del tempo,<br />

hanno domesticato/selezionato la<br />

cicoria selvatica dandole le meravigliose<br />

forme del radicchio.<br />

All’inizio fu il Treviso tardivo<br />

Dove sia nato ognun lo dice, chi<br />

lo abbia “inventato” nessun lo sa.<br />

Il Rosso di Treviso tardivo, padre<br />

legittimo di una splendida figliolanza<br />

(da esso derivano tutti gli<br />

altri radicchi veneti) ha origini<br />

tanto recenti (l’Ottocento) quanto<br />

misteriose.<br />

Impossibile dire quando sia<br />

avvenuta la domesticazione dalla<br />

cicoria selvatica; sappiamo che il<br />

Radicchio di Treviso ha iniziato<br />

ad avere una importanza commerciale,<br />

sviluppando di conseguenza<br />

un interesse tecnico con<br />

varie pubblicazioni, verso la fine<br />

dell’Ottocento. L’inaugurazione<br />

della prima mostra, avvenuta<br />

sotto la loggia del Palazzo dei<br />

Trecento a Treviso, è del 20<br />

dicembre del 1900.<br />

Il Radicchio tardivo di Treviso si<br />

presenta con un cespo a foglie<br />

lanceolate con un lembo fogliare<br />

rosso vivo, in contrasto con il bianco<br />

puro della nervatura principale.<br />

La probabile zona geografica<br />

dove è avvenuta la scintilla, si<br />

trova a sud del fiume Sile, a circa<br />

4 km da Treviso nel paese di<br />

Dosson. Siamo tra alta e bassa<br />

pianura, dove si incontrano<br />

terreni sciolti e terreni argillosi e<br />

dove si formano numerosi fiumi<br />

di risorgiva.<br />

In questa area rurale circolano<br />

ancora parecchie storie circa<br />

l’origine del radicchio che<br />

sarebbe diventato famoso e, tra<br />

i produttori, si vantano primogeniture<br />

sulle persone artefici del<br />

processo selettivo. Si narra la<br />

favola degli uccelli che avrebbero<br />

portato le sementi come dono<br />

ai poveri agricoltori di Dosson,<br />

mentre pochi sembrano credere<br />

alla leggenda sostenuta dall’ex<br />

parroco, che fa risalire la semente<br />

alle guerre napoleoniche<br />

(un reduce di ritorno dal Belgio,<br />

non si sa come, avrebbe por-

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