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marzo 2010 - Anno 2 Numero 1 - Regione Autonoma Friuli Venezia ...

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☞ Merlot, Cabernet Franc, Cabernet<br />

Sauvignon, ecc. L’emergente<br />

attività vivaistica, conseguenza<br />

della fillossera, propose subito i<br />

vitigni francesi, anche su diversi<br />

portinnesti onde renderli adatti<br />

ai diversi terreni della nostra<br />

regione.<br />

Negli anni Sessanta e Settanta<br />

del Novecento il Refosco perse<br />

buona parte dell’aura che l’aveva<br />

circondato nei secoli precedenti<br />

e quasi sparì dal panorama<br />

enologico. Se le malattie crittogamiche<br />

operarono una selezione<br />

delle varietà coltivate, una vera e<br />

propria pulizia fu voluta da quanti,<br />

come Italo Cosmo, direttore<br />

dal 1946 della Stazione agraria<br />

sperimentale di Viticoltura e<br />

Enologia di Conegliano, ritennero<br />

che anche il Refosco dal peduncolo<br />

rosso, poco produttivo,<br />

tardivo nell’iniziare a fruttificare<br />

e sensibile agli antiperonosporici<br />

rameici, fosse indegno d’attenzione.<br />

Per i più duttili vitigni<br />

bordolesi e borgognoni la strada<br />

era in discesa!<br />

Il Refosco nostrano il più<br />

coltivato<br />

Ma quali Refoschi erano coltivati<br />

nei secoli scorsi?<br />

Diversi furono gli elenchi di<br />

varietà di Refosco compilati da<br />

studiosi anche autorevoli, ma<br />

è difficile dire se quei vitigni<br />

corrispondessero ad altrettante<br />

distinte varietà. Gli errori non<br />

mancarono, considerando che,<br />

in passato, non si disponeva<br />

delle attuali sofisticate tecniche<br />

ampelografiche. L’opinione degli<br />

esperti è comunque che il Refosco<br />

più diffuso in passato fosse il<br />

Refosco nostrano.<br />

Le varietà di Refosco oggi<br />

Le indagini molecolari effettuate<br />

hanno permesso di individuare<br />

alcuni diversi profili di Refosco<br />

che rappresentano distinte<br />

varietà:<br />

- Il Refosco dal peduncolo rosso.<br />

A tal varietà appartiene anche<br />

il Refoschin di Povoletto (a<br />

nord est di Udine) e il “Refosco<br />

degli uccelli” proveniente<br />

da Ramandolo. Se confrontassimo<br />

l’aspetto morfologico<br />

della savoiarda Mondeuse con<br />

il Refosco dal peduncolo rosso<br />

concluderemmo che si tratta<br />

di vitigni diversi. In realtà le<br />

analisi molecolari hanno evidenziato<br />

una vicinanza genetica<br />

più elevata che tra il Refosco<br />

in questione e tutte gli altri<br />

Refoschi. Da sottolineare anche<br />

Foglia di Refoscon.<br />

Pubblicità nella rivista Il Vino n. 1,<br />

<strong>marzo</strong> 1974.<br />

un altro rapporto di parentela,<br />

sebbene non diretto, cioè<br />

padre-figlio, con il Primitivo,<br />

il Pinot, anch’esso francese, il<br />

Terrano, la Corvina veronese,<br />

uno dei vitigni impiegati per<br />

produrre il vino Amarone della<br />

Valpolicella, ed il Piculit Neri.<br />

- Il Refosco nostrano, noto<br />

anche come “di Faedis” o “di<br />

Torreano”. È più produttivo<br />

rispetto a quello dal peduncolo<br />

rosso ed è coltivato per il 90%<br />

nella pedemontana orientale<br />

tra Tarcento e Torreano. La<br />

sua sopravvivenza si deve ai<br />

viticoltori di queste zone che lo<br />

reimpiantarono, dopo il flagello<br />

delle malattie parassitarie del<br />

XIX secolo, senza cedere alle

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