marzo 2010 - Anno 2 Numero 1 - Regione Autonoma Friuli Venezia ...
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Radicchio Canarino di Gorizia.<br />
sti semi, assieme ad altre cose, in<br />
un vassel, cioè un carro botte di<br />
legno atto a trasportare i liquami<br />
organici per la concimazione.<br />
La prima citazione scritta sicuramente<br />
riferita al Radicchio Rosa<br />
di Gorizia risale al 1873 e si trova<br />
in un’opera scritta da un funzionario<br />
asburgico: “…negli orti di<br />
Gorizia… si coltiva la cicoria<br />
rossastra che in autunno viene<br />
trapiantata nelle stalle dove è<br />
esposta al calore degli animali<br />
e dello strame ed è molto<br />
apprezzata nei mercati…” (von<br />
Czoernig, 1873).<br />
Nella convinzione che nel corso<br />
dei secoli il radicchio di cui si<br />
tratta si sia diffuso verso est a<br />
partire dal Veneto, considerando<br />
che durante il governo austriaco<br />
vi furono parecchi scambi tra le<br />
diverse regioni dell’impero, pare<br />
doveroso citare un radicchio<br />
rosso “…che per qualità non<br />
ha nulla da invidiare a quello<br />
Goriziano”, coltivato a Maribor,<br />
nella Stiria slovena (Gospodarska,<br />
1970, I, 227).<br />
Boris Tanko Pausic, appartenente<br />
a una famiglia di commercianti<br />
di verdura all’ingrosso di Gorizia,<br />
ricorda che una volta in città<br />
esistevano il radicchio rosso di<br />
forma allungata, quello Rosso<br />
a forma di rosa ed il Radicchio<br />
Canarino. Secondo questo commerciante<br />
la forma allungata si<br />
è estinta in quanto il radicchio a<br />
forma di rosa è un prodotto migliore<br />
dal punto di vista estetico<br />
e con minori perdite durante la<br />
lavorazione.<br />
Un criterio comune di selezione<br />
nel corso degli anni è stato<br />
quindi la forma del cuore a rosa.<br />
Da questa somiglianza deriva il<br />
nome della variante Rosa di Go-<br />
rizia, adottato circa una ventina<br />
di anni fa dal produttore Carlo<br />
Brumat, detto Lucio Pepon,<br />
dopo che aveva ripetutamente<br />
selezionato piante con questa<br />
forma. Con questo nome lo ha<br />
fatto conoscere al mercato di<br />
Trieste (e non solo!) ove tuttora<br />
si reca.<br />
Le origini del Radicchio Canarino<br />
sembrano essere più recenti.<br />
In base alle testimonianza orali<br />
raccolte pare che questo radicchio<br />
sia stato selezionato nell’immediato<br />
dopoguerra da un certo<br />
Valerio Berlot, figura di bizzarro<br />
e geniale orticoltore localmente<br />
noto con il soprannome di Valeri<br />
discolz. Tale appellativo era dovuto<br />
al fatto che questo signore,<br />
avendo molto sofferto durante<br />
la guerra a causa delle calzature<br />
militari inadatte, si era rifiutato<br />
di indossare le scarpe per il resto<br />
della sua vita e quindi camminava<br />
scalzo per le vie di Gorizia, sia<br />
d’estate che d’inverno.<br />
Secondo il padre di Francesco<br />
Brumat, produttore di questo<br />
radicchio, Valeri discolz aveva<br />
ottenuto il Radicchio Canarino<br />
incrociando il radicchio rosso con<br />
una varietà da taglio o a grumolo,<br />
probabilmente quella oggi<br />
conosciuta con il nome di Cicoria<br />
da taglio Bionda di Trieste, un<br />
tempo coltivata a Gorizia per<br />
produrre un Lidrìc cul poc dal<br />
sapore dolce e delicato.<br />
Il radicchio nella memoria<br />
dei goriziani<br />
Il radicchio rosso veniva coltivato<br />
nella piana che va da Salcano<br />
(antico comune posto a nord di<br />
Gorizia, il cui abitato, attualmente,<br />
si trova in territorio sloveno)<br />
a Gorizia. Questa zona è compo-