Il Trottatore Agosto 2007 - Associazione Nazionale Allevatori del ...

portata di Roberto Vecchione, e qui trovano grande
spazio i pensionari di un professionista completo e
assai apprezzato come Paolo Romanelli, 36 anni, sposato
con Gloria e padre di tre stupendi bambini. Da
anni Paolo è ai vertici italiani come numero di vittorie,
ottenute con una percentuale che ha raggiunto anche
il 40% , frutto di scelte improntate alla massima serietà
e nel rispetto di proprietari e del materiale da
loro affi datogli, risultato che ne fa uno dei guidatori
più apprezzati dai frequentatori di ippodromi e agenzie
ippiche.
Raggiungiamo il trainer-driver giuliano alla fi ne del
consueto e lungo impegno giornaliero, a Torviscosa,
località del basso Friuli non lontano però dal capoluogo
e sede del suo training-center. Da qualche
tempo Paolo Romanelli e la sua famiglia hanno eletto
Torviscosa come residenza abituale, pur non tralasciando le radici
triestine e il fascino che il capoluogo giuliano esercita sui suoi
abitanti.
“Sono nato a Trieste
e l’iniziale passione
verso i cavalli da sella
si è presto spostata sui trottatori”
Come nasce la tua passione per il trotto?
“Come sai sono nato a Trieste, città bellissima, ricca di fascino ma
povera di spazi, e l’iniziale passione verso i cavalli da sella si è presto
spostata sui trottatori. Negli anni 70/80 si viveva al Montebello
Paolo Romanelli (sul balcone dell’ippodromo triestino) a Torviscosa ha circa settanta cavalli tra puledri e anziani in pista
Abile il driver giuliano ad infi lare Elite di Jesolo in uno stretto passaggio e portarla al successo
un’epoca di discreto fulgore, con le scuderie piene e alcuni personaggi
del livello di Tony Quadri nel pieno della loro professione.
Non parliamo poi dei proprietari, che per certi versi venivano invidiati
anche da realtà ben più importanti. Finite le scuole medie,
sono andato a lavorare subito da Portolan, un allenatore triestino
con scuderia proprio all’ippodromo e poi anche in America per uno
stage di otto mesi”.
Un’esperienza fuori confi ne, quali le differenze tra il nostro trotto e
il loro?
“Premesso che in America, presso un trainer scandinavo di discreto
lignaggio, ho imparato la gestione di scuderia, l’organizzazione del
lavoro e la razionalizzazione del medesimo, ma per quanto riguarda
le metodologie dell’allenamento, beh ho dovuto faticare del mio,
metterci tutta l’attenzione possibile per sfruttare quanto vedevo
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