28.05.2013 Views

sollecito come un padre amorevole come una madre - Figli di Santa ...

sollecito come un padre amorevole come una madre - Figli di Santa ...

sollecito come un padre amorevole come una madre - Figli di Santa ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

1<br />

Venturino Cacciotti<br />

SOLLECITO COME UN PADRE<br />

AMOREVOLE COME UNA MADRE<br />

PADRE ANTONIO PICCARDO<br />

E<strong>di</strong>zioni Risonanze<br />

Roma 2010


2<br />

Finito <strong>di</strong> stampare il 3 novembre 2010<br />

Anniversario della morte <strong>di</strong> P. Antonio Piccardo<br />

Tipografia Multiprint Roma<br />

Supplemento al n. 3/2010 <strong>di</strong> Risonanze


3<br />

INTRODUZIONE<br />

Lo stu<strong>di</strong>o delle nostre origini serve a mettere in luce quella esperienza dello Spirito che la<br />

Chiesa ha riconosciuto <strong>come</strong> reale, vera e legittima. È <strong>un</strong> percorso che ridà forza alla<br />

Congregazione, ricompattandola attorno ad <strong>un</strong> fulcro per apprezzare il presente e orientarsi nel<br />

prossimo futuro. Scoprire o intuire il fulcro significa avere materiale da rileggere e ricomprendere<br />

alla luce dei segni dei tempi.<br />

L’avventura originale dei fondatori, vissuta in forza del carisma loro donato, è <strong>un</strong>a<br />

particolare «esperienza dello Spirito destinata a trasmettersi ai propri <strong>di</strong>scepoli per essere da questi<br />

vissuta, custo<strong>di</strong>ta, approfon<strong>di</strong>ta e costantemente sviluppata in sintonia con il Corpo <strong>di</strong> Cristo in<br />

perenne crescita» 1 .<br />

Questa rivisitazione della nostra storia vista <strong>come</strong> in <strong>un</strong> prisma attraverso la luce che<br />

promana dalla figura <strong>di</strong> Padre Antonio Piccardo ha l’intento <strong>di</strong> aiutare a definire meglio la propria<br />

identità.<br />

Padre Piccardo è il primo dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria; egli ha iniziato con la Pia Casa ed ha concluso<br />

con la Congregazione. La prima e la seconda sono entità <strong>di</strong>verse, ma risalta chiaro che si tratta <strong>di</strong><br />

due realtà tra loro perfettamente incastonate.<br />

Padre Piccardo viene alla ribalta verso gli anni settanta del secolo XIX, tempo agitato e<br />

simultaneamente fecondo; si può rimirare <strong>come</strong> <strong>un</strong> uomo scelto da Dio, che è <strong>di</strong>venuto segno<br />

profetico nella Chiesa particolare <strong>di</strong> Genova con la “Pia Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata<br />

per l’avviamento dei giovinetti poveri allo stato ecclesiastico”. Egli, fedele alla sua mozione<br />

interiore, è stato anche strumento della Chiesa <strong>un</strong>iversale con la costituzione della “Congregazione<br />

dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata”.<br />

Padre Antonio Piccardo era <strong>un</strong> uomo dall’aspetto amabile e dal tratto signorile, recava con<br />

sé <strong>un</strong> bel patrimonio <strong>di</strong> beni elargiti da Dio alla sua famiglia ma ancor piú <strong>un</strong> patrimonio <strong>di</strong><br />

ricchezze spirituali e morali: <strong>un</strong> intelletto sagace addestrato ai buoni stu<strong>di</strong> nel liceo, all’<strong>un</strong>iversità e<br />

nella scuola <strong>di</strong> filosofia e teologia del seminario.<br />

Aveva <strong>un</strong> animo retto e buono, <strong>un</strong>o spirito equilibrato e <strong>un</strong>’assennatezza naturale, <strong>un</strong>’anima<br />

sacerdotale ardente <strong>di</strong> zelo per fare a qual<strong>un</strong>que modo il bene, e poi <strong>un</strong> grande e fervido desiderio <strong>di</strong><br />

lavorare per <strong>un</strong> compito altissimo: favorire, sviluppare, accompagnare le vocazioni e quei giovani<br />

che <strong>di</strong>mostravano <strong>di</strong> esserne inclini, che il Signore affidava alle sue cure 2 .<br />

Sono state scritte tre brevi biografie su Padre Piccardo 3 , ma molto materiale deve essere<br />

ancora esaminato, il presente scritto per quanto modesto è <strong>un</strong>a piccola pietra nella costruzione della<br />

conoscenza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a vita che possiede aspetti eccezionali.<br />

Ho detto solo qualche cosa ma se questo elaborato riesce ad entusiasmare e suscitare<br />

interesse per la figura del Padre Piccardo e per lo stu<strong>di</strong>o delle origini dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria mi sentirei<br />

sufficientemente gratificato.<br />

P. Cacciotti Venturino<br />

1 Mutae relationes, n° 11.<br />

2 Queste note sono rielaborate dagli app<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> P. Giacomo Chiesa. P. Giacomo Chiesa è stato al<strong>un</strong>no della Pia Casa<br />

sotto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Padre Piccardo, è stato or<strong>di</strong>nato sacerdote nel 1897; lavora pastoralmente per <strong>un</strong> periodo in <strong>di</strong>ocesi,<br />

dopo la morte della mamma, entra nei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria e professa il 15 giugno del 1906.<br />

3 BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2003; AA.VV., Il nostro Primo<br />

Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2004; P. PAPI, P. Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma, 1994.


4<br />

I PRIMI ANNI<br />

L’infanzia e la giovinezza<br />

Nella piccola famiglia Piccardo <strong>di</strong> Voltri il 14 <strong>di</strong>cembre 1844 fu <strong>un</strong> giorno <strong>di</strong> luce e <strong>di</strong> gioia.<br />

Il signor Pasquale può congratularsi con sua moglie Maria Viacara per la nascita del suo<br />

primogenito.<br />

Egli era sindaco del paese, la sua famiglia era <strong>di</strong>stinta e agiata, anche se non si fregiava dello<br />

stemma nobiliare, <strong>un</strong> figlio maschio <strong>di</strong>ventava <strong>un</strong>a garanzia per la futura soli<strong>di</strong>tà della famiglia.<br />

È da ritenere certa ed evidente l’appartenenza <strong>di</strong> Pasquale Piccardo a <strong>un</strong> ambiente<br />

contrassegnato dal prestigio sociale e politico; lui era il sindaco <strong>di</strong> Voltri e suo cognato fu per<br />

cinque legislature deputato al parlamento nazionale.<br />

La sua era com<strong>un</strong>que anche <strong>un</strong>a famiglia timorata <strong>di</strong> Dio: non solo la mamma Maria aveva<br />

<strong>un</strong>a grande fede, ma anche Pasquale aveva il titolo e il ruolo <strong>di</strong> amministratore del Santuario della<br />

Madonna dell’Acquasanta.<br />

Il nuovo nato fu chiamato Antonio e il 17 <strong>di</strong>cembre lo portarono al fonte battesimale nella<br />

chiesa <strong>di</strong> San Ambrogio e il parroco Don Giuseppe Battilana lo rese figlio <strong>di</strong> Dio.<br />

Bisogna ammettere che non abbiamo molte informazioni sull’infanzia e sull’adolescenza <strong>di</strong><br />

Padre Piccardo. In tal caso sorge la tentazione <strong>di</strong> colmare le lac<strong>un</strong>e dell’informazione e <strong>di</strong> riempire i<br />

vuoti ricorrendo ai luoghi com<strong>un</strong>i dell’agiografia. Cercheremo <strong>di</strong> evitare il tranello.<br />

«L’aura mariana della famiglia e la fede del popolo in mezzo al quale il piccolo Antonio<br />

passò la sua fanciullezza e adolescenza testimoniano la tenerissima devozione alla Madonna a cui<br />

veniva educato» 4 . Possiamo rilevare che il giovinetto aveva <strong>di</strong>eci anni quando il Papa Pio IX<br />

proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria e quattor<strong>di</strong>ci quando la<br />

Madonna apparve a Lourdes.<br />

«L’arcivescovo <strong>di</strong> Genova Mons. Andrea Charvaz chiese al prevosto <strong>di</strong> Sant’Ambrogio in<br />

Voltri <strong>di</strong> celebrare per tutto il paese <strong>un</strong>a festa per l’avvenuta proclamazione del dogma<br />

dell’Immacolata da parte del Papa, e gli assegnò la data del 10 luglio 1855. I voltresi, gente pratica<br />

e da sempre abituata a strappare le sue ricchezze con estrema fatica al mare insi<strong>di</strong>oso e alla terra<br />

collinare, accolsero con molto entusiasmo la proposta dell’arcivescovo e andarono a gara per<br />

onorare Maria con tali festeggiamenti, che lasciarono tutti grandemente meravigliati» 5 .<br />

Nell’archivio parrocchiale si trova la cronaca della festa e tra l’altro si legge: «Si chiuse<br />

finalmente la f<strong>un</strong>zione con la processione solenne che mai in Voltri fu vista piú numerosa e devota,<br />

col canto dell’Ambrosiano e la bene<strong>di</strong>zione col Venerabile. Mai si vide maggior affetto ed<br />

entusiasmo nel celebrare le glorie <strong>di</strong> Maria.<br />

L’allegrezza, la pace e l’<strong>un</strong>ione si vedevano sul volto <strong>di</strong> tutti, e nelle sere <strong>di</strong> detti giorni,<br />

generale fu l’illuminazione delle case dei privati. Inoltre per le strade eranvi archi trionfali<br />

4 BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2003, 8.<br />

5 AA. VV., Immacolata, E<strong>di</strong>zioni d’arte Marconi, n° 90, Genova 1992, 6-7.


5<br />

solennemente addobbati, e con lampadari, con cere, con grotte e navigli, tutto illuminato a giorno,<br />

mirabili a vedersi» 6 .<br />

In questa cronaca non si incontra il nome <strong>di</strong> Antonio Piccardo, ma non si può dubitare che<br />

<strong>un</strong> fanciullo <strong>di</strong> <strong>un</strong><strong>di</strong>ci anni non si lasciasse coinvolgere dal magico fascino <strong>di</strong> <strong>un</strong>a popolazione in<br />

fibrillazione, considerando che il sindaco, <strong>di</strong> cui era figlio, aveva <strong>un</strong> ruolo non secondario. Se <strong>un</strong>a<br />

<strong>di</strong>mensione interessante si vuole evidenziare, questa è rappresentata dall’effetto percepito nel suo<br />

interiore; ma questo ci apparirà chiaro dallo sviluppo della sua vita. Mentre la sua esultanza<br />

interiore per questi avvenimenti è <strong>un</strong>a non improbabile supposizione, che la sua vita fu<br />

contrassegnata dalla presenza <strong>di</strong> Maria Immacolata, <strong>di</strong> cui fu <strong>un</strong> eletto figlio, è <strong>un</strong>’incontestabile<br />

certezza.<br />

Antonio ha goduto del beneficio della migliore educazione scolastica frequentando a Voltri<br />

le elementari con ottimi risultati e gli stu<strong>di</strong> ginnasiali e liceali al Collegio Nazionale <strong>di</strong> Genova,<br />

considerato <strong>come</strong> il collegio dei signori. «Vi si impartiva <strong>un</strong>a seria <strong>di</strong>sciplina con <strong>un</strong>o stile anche <strong>un</strong><br />

po’ militare e si coltivava il sapere con somma <strong>di</strong>ligenza» 7 . La testimonianza del suo con<strong>di</strong>scepolo<br />

Fer<strong>di</strong>nando Resasco ci suggerisce alc<strong>un</strong>e linee molto lusinghiere del profilo dello studente Piccardo:<br />

<strong>di</strong> mo<strong>di</strong> cortesi, simpatico ai professori e alla scolaresca, indefessamente stu<strong>di</strong>oso. «Sapevamo che<br />

aveva idee <strong>di</strong>verse dalle nostre e che l’attraevano al sacerdozio, ma non ne faceva sfoggio» 8 .<br />

Sempre lo stesso Resasco riferisce: «Piccardo all’occorrenza sapeva essere energico e lo<br />

<strong>di</strong>mostrò specialmente accorrendo in <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> <strong>un</strong> con<strong>di</strong>scepolo maltrattato da <strong>un</strong> pessimo soggetto.<br />

In quella occasione non si riconosceva piú, e alla meraviglia <strong>di</strong> chi aveva assistito alla scena<br />

rispose: Non ho fatto che il mio dovere <strong>di</strong> cristiano» 9 .<br />

Il suo naturale era contrassegnato dalla semplicità, dall’impegno nei propri doveri senza<br />

esaltazione <strong>di</strong> sé, o atteggiamenti <strong>di</strong> ostentazione.<br />

«Un intelletto sagace, addestrato ai buoni stu<strong>di</strong> … <strong>un</strong> animo retto e buono, tale da attirarsi<br />

<strong>un</strong>a irresistibile simpatia e <strong>un</strong>a spontanea benevolenza per chi<strong>un</strong>que avesse a che fare con lui; <strong>un</strong>o<br />

spirito equilibrato e <strong>un</strong>’assennatezza naturale … <strong>un</strong> amore sensibilissimo a tutto ciò che possa<br />

in<strong>di</strong>care sofferenza o <strong>di</strong>sagio segnatamente nei piccoli e nei poveri» 10 . Si può affermare che questa<br />

sua attitu<strong>di</strong>ne alla serietà, al lavoro e alla felice <strong>di</strong>sposizione alla virtú è attestata dai numerosi<br />

quaderni <strong>di</strong> scuola pieni <strong>di</strong> app<strong>un</strong>ti, note, riass<strong>un</strong>ti, <strong>di</strong> questo periodo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>. Da essi si può dedurre<br />

l’impegno dello studente scevro <strong>di</strong> ogni velleità, confermato anche dai risultati eccellenti conseguiti<br />

<strong>di</strong> cui fanno testo i <strong>di</strong>plomi conservati in Archivio.<br />

La scelta vocazionale<br />

Lo studente Antonio Piccardo era molto legato alla sua scuola e ai suoi coetanei, ma a due<br />

compagni, che <strong>un</strong>a sera lo avevano invitato al Teatro Carlo Felice per la prima <strong>di</strong> “Un ballo in<br />

6<br />

Archivio della Parrocchia <strong>di</strong> S. Ambrogio, Voltri, luglio 1855.<br />

7<br />

BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2003, 9.<br />

8<br />

Ibid., pag. 10.<br />

9<br />

Ibid., pag. 10.<br />

10<br />

G. CHIESA, Il suo ritorno alla casa <strong>madre</strong>, in AA.VV., Il nostro Primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze,<br />

Roma, 2004, 132.


6<br />

maschera” <strong>di</strong> Giuseppe Ver<strong>di</strong>, declinando l’invito rispose con questa sintomatica frase: “I miei<br />

ideali non son affatto per il teatro; altra è la mia vocazione”.<br />

«Quando il giovinetto sentiva sbocciare i primi segni della vocazione ecclesiastica, non<br />

aveva che <strong>un</strong><strong>di</strong>ci anni, lo zio Padre Benedetto scriveva dall’America alla <strong>madre</strong> <strong>di</strong> porre la<br />

vocazione del figlio sotto la protezione della Vergine Immacolata» 11 . «A conferma dell’avvenuto<br />

affidamento <strong>di</strong> sé a Maria - afferma Mons. Giacomo Ghio - fu conquistato al sacerdozio dalla<br />

Vergine alla quale aveva consacrata la sua vita» 12 .<br />

Conseguita la licenza liceale, all’età <strong>di</strong> vent’anni, si iscrisse all’Università nella facoltà <strong>di</strong><br />

Diritto Canonico e cominciò contemporaneamente a frequentare il Corso teologico nel Seminario<br />

arcivescovile, accogliendo con animo grato la grazia <strong>di</strong> essere stato scelto per lo stato sacerdotale.<br />

«Ebbe tra i docenti il dottissimo Mons. Salvatore Magnasco, che lo avviò, oltre che<br />

all’arricchimento culturale, anche ad <strong>un</strong>a progressiva ascensione dello spirito.<br />

L’allievo non tardò a farsi apprezzare, specialmente nella Teologia Dogmatica, tanto che i<br />

professori e i con<strong>di</strong>scepoli ebbero <strong>di</strong> lui la massima stima» 13 , <strong>come</strong> testimoniò lo stesso Mons.<br />

Magnasco.<br />

Fu or<strong>di</strong>nato sacerdote il sei giugno 1868 da Monsignor Andrea Charvaz nella cattedrale <strong>di</strong><br />

San Lorenzo in Genova. Si recò poi a Roma per ricevere la bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Papa Pio IX, ma la prima<br />

Messa la celebrò nel suo Santuario: la Madonna dell’Acquasanta.<br />

«Il Venerabile Giuseppe Frassinetti, chiamava Maria “Stella del mio sacerdozio”. Anche per<br />

Padre Antonio Piccardo Maria è stata la stella che guidò i passi del suo ministero sacerdotale tra i<br />

giovani, in<strong>di</strong>rizzandoli verso nobili e santi ideali <strong>come</strong> sacerdoti <strong>di</strong> Dio o <strong>come</strong> onorati citta<strong>di</strong>ni» 14 .<br />

11<br />

RAZZORE D., Don Piccardo e il Santuario dell’Acquasanta, in AA. VV., Il nostro Primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni<br />

Risonanze, Roma, 2004, 109.<br />

12<br />

GHIO G., Nel ricordo della sua morte, in Aa.Vv., Il nostro Primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma,<br />

2004, 73.<br />

13<br />

PAPI P., P. Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma, 1994, 13.<br />

14<br />

BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2003, 13.


7<br />

NELLA CASA DEI FIGLI DI MARIA<br />

Inspiegabilmente ma provvidenzialmente scelto da Dio, ha seguito la mozione interiore ed è<br />

<strong>di</strong>venuto <strong>un</strong>a bene<strong>di</strong>zione per la Diocesi <strong>di</strong> Genova con la <strong>di</strong>rezione e lo sviluppo della “Casa dei<br />

<strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata per l’avviamento dei giovinetti poveri allo stato ecclesiastico”. Il<br />

giovane sacerdote Antonio Piccardo, uomo dall’aspetto amabile e da <strong>un</strong> forte desiderio <strong>di</strong> bene, che<br />

gli ardeva dentro appena ventiquattrenne ha saputo ann<strong>un</strong>ziare il valore del Regno <strong>di</strong> Dio tra gli<br />

uomini<br />

Era <strong>di</strong> famiglia benestante, ma proprio la sua famiglia lo aveva aiutato a far emergere il<br />

patrimonio <strong>di</strong> ricchezze spirituali e morali del suo animo.<br />

Anni <strong>di</strong>fficili, quelli in cui ha iniziato il suo tirocinio pastorale, per i fermenti politico-sociali<br />

che fervevano da ogni dove, per la lotta piú o meno camuffata alla Chiesa e in particolare al Papa,<br />

per <strong>un</strong> senso <strong>di</strong> secolarismo religioso, che <strong>un</strong>ito all’in<strong>di</strong>fferenza e al sospetto rendevano estranea la<br />

fede alla vita, <strong>di</strong>fficile infine per la carenza, quasi tragica <strong>di</strong> vocazioni sacerdotali e religiose.<br />

Frassinetti con l’aiuto dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria viventi in com<strong>un</strong>e dette <strong>un</strong>a risposta operativa alla<br />

grave crisi vocazionale nella Archi<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Genova 15 . L’Istituzione suscitava attese da parte <strong>di</strong><br />

molti. Le cose andarono cosí: frequentava la chiesa <strong>di</strong> S. Sabina <strong>un</strong> giovane dalla evidente<br />

inquietu<strong>di</strong>ne vocazionale ma senza i mezzi economici per accedere al seminario; il parroco, il dotto<br />

e santo don Giuseppe Frassinetti, il fratello don Raffaelle, se ne accorgono e ne parlano a Pietro<br />

Olivari, <strong>un</strong> vero uomo <strong>di</strong> Dio, <strong>un</strong>o dei tre consacrati 16 nella Pia Unione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, con<br />

saggio realismo e altrettanta fiducia nella Provvidenza apre la strada <strong>di</strong>cendo: “lo prenderemo con<br />

noi e lo manterremo con i nostri risparmi”. I giovani che si presentarono <strong>di</strong>vennero presto<br />

quattro, sei, otto … la canonica si fa piccola e si guarda alla casa degli Artigianelli dove l’Olivari<br />

prestava il suo lavoro <strong>di</strong> tipografo, e da qui in Via Lata.<br />

Il Frassinetti impegnato nella gestione della parrocchia e onerato da altre incombenze ad<br />

essa connesse, non era in grado <strong>di</strong> seguire in modo sistematico questo drappello; cercò in vari mo<strong>di</strong><br />

aiuto, il chierico Semino gli parlò del Diacono Piccardo.<br />

Il Piccardo, or<strong>di</strong>nato sacerdote, si accinse a quest’opera, aderendo alla proposta che gli era<br />

pervenuta da parte del Priore Giuseppe Frassinetti, attraverso il suo con<strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> seminario<br />

Giovanni Battista Semino.<br />

Accettare la proposta (niente <strong>di</strong> ufficiale e <strong>di</strong> calcolato) <strong>di</strong> prendersi cura <strong>di</strong> questi giovani<br />

poveri, che aspiravano al sacerdozio, era precludersi le vie che si aprivano davanti a coloro che,<br />

15<br />

Il Frassinetti aveva raccolto e comparato i dati riguardanti la sproporzione tra i sacerdoti morti e le nuove or<strong>di</strong>nazioni<br />

l<strong>un</strong>go gli anni 1856 – 1865:<br />

Anni Or<strong>di</strong>nati Morti Anni Or<strong>di</strong>nati Morti<br />

1856 17 20 1861 6 19<br />

1857 13 31 1862 7 19<br />

1858 7 25 1863 6 15<br />

1859 6 36 1864 11 23<br />

1860 4 24 1865 8 35<br />

16<br />

Pietro Olivari (17/9/1831 – 27/1/1890), tipografo, con il Pedemonte, impiegato <strong>di</strong> Banca e il Ghiglione, cuoco: veri<br />

religiosi al secolo secondo lo spirito del Frassinetti, formano la prima com<strong>un</strong>ità nella canonica <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Sabina.<br />

L’Olivari si può considerare <strong>un</strong>o dei fondatori dell’Opera dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata.


8<br />

stu<strong>di</strong>ando <strong>come</strong> interni nel Seminario e con buoni risultati, avevano pur sempre l’aura del successo,<br />

anche <strong>un</strong> po’ carrieristico, <strong>di</strong> <strong>un</strong> riconoscimento sociale e <strong>di</strong> <strong>un</strong>a buona sistemazione.<br />

Che cosa ha spinto il giovane sacerdote ad accettare, quasi con imme<strong>di</strong>atezza, la proposta?<br />

C’era forse l’idea <strong>di</strong> iniziare <strong>un</strong>’opera propria, che avrebbe potuto suscitare intorno alla sua<br />

persona ammirazione e lui stesso vivere <strong>un</strong>’avventura ine<strong>di</strong>ta?<br />

Ricercava forse <strong>un</strong>a via per <strong>un</strong>’auto-gestione <strong>di</strong> <strong>un</strong>’opera senza intralci ma in solitaria e<br />

nell’in<strong>di</strong>pendenza?<br />

Chi conosce gli sviluppi dell’opera non può sottoscrivere ness<strong>un</strong>a delle due ipotesi, perché il<br />

giovane sacerdote si rimise subito alla decisione del Vescovo, da cui doveva ricevere l’incarico e a<br />

cui dare ragione dell’espletamento del suo compito. Una vicinanza <strong>di</strong> carattere spirituale possiamo<br />

intravvedere: egli era particolarmente devoto alla Madonna e l’istituzione era de<strong>di</strong>cata a Maria<br />

Immacolata.<br />

Sono avare le fonti da cui desumere i sentimenti e i moti interiori <strong>di</strong> Padre Piccardo: ogni<br />

risposta ha certamente <strong>un</strong>a parte ipotetica. Tutto sommato, forse è meglio lasciare a questa scelta la<br />

sua zona <strong>di</strong> mistero, nel senso piú vero del termine: azione <strong>di</strong>vina dello Spirito manifestata nella<br />

realtà umana.<br />

Egli si trovò a vivere fin dal primo giorno in <strong>un</strong>a com<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria: adulti e giovani<br />

che si erano consacrati me<strong>di</strong>ante il voto <strong>di</strong> castità alla Vergine Immacolata, che avevano <strong>un</strong>a regola<br />

e seguivano in particolari momenti riti e incontri riservati.<br />

Il nuovo arrivato manifestò tutta la sua umile sapienza nell’adeguarsi alla com<strong>un</strong>ità che<br />

incontrava, anziché nel conformare tutto a se stesso, alla sua visione e alle sue mete. Fu cosí, <strong>come</strong><br />

ci <strong>di</strong>cono i documenti d’archivio, che il 27 <strong>di</strong>cembre del 1868 «fu accettato in questa Pia Unione il<br />

molto Reverendo Don Piccardo, che da poco aveva preso l’ere<strong>di</strong>tà spirituale del Frassinetti,<br />

assumendo la <strong>di</strong>rezione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria viventi in com<strong>un</strong>e» 17 .<br />

La canonica <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Sabina, prima e storica <strong>di</strong>mora dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, non era piú<br />

appetibile, non solo perché angusta, ma anche perché, dopo la morte del Frassinetti, non era<br />

permesso varcarne la soglia.<br />

I <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria con il gruppo degli aspiranti vivevano nella soffitta dell’Istituto degli<br />

Artigianelli che Don Montebr<strong>un</strong>o aveva concesso in comodato.<br />

Spazio ce n’era, ma la sistemazione in quella zona “romita” della casa era poco pratica e<br />

decorosa.<br />

Da Don Piccardo questo compito non era reputato temporaneo, in vista <strong>di</strong> altre mete piú<br />

prestigiose, ma egli si era impersonato in esso e ci si era messo dentro anima e corpo. I problemi,<br />

anche quelli <strong>di</strong> carattere materiale, esigevano <strong>un</strong>a soluzione congrua.<br />

Era necessaria <strong>un</strong>a sede semplice, anche semplicissima, ma adatta allo scopo. Fu cosí che,<br />

con l’aumentare degli al<strong>un</strong>ni, la “piccola carovana” trasmigrò in Via Lata 18 e il 18 ottobre del 1869<br />

17 Il Documento, pag. 29, pro manuscripto. Archivio FSMI, Roma.<br />

18 Le tappe verso la terra promessa: da <strong>Santa</strong> Sabina a via Ginevrina ed a Roma: <strong>un</strong>a vera itineranza.<br />

gennaio 1866 presso la canonica <strong>di</strong> S.Sabina.<br />

17/03/1866 – 10/07/1867 presso gli “Artigianelli” con Pietro Olivari.<br />

08/07/1867 – 18/10 1869 in via Lata con l’Olivari e don Piccardo.<br />

18/10/1869 – ottobre 1870 in via Milius con don Piccardo e l’Olivari.<br />

ottobre 1870 – febbraio 1872 in via delle Cappuccine.


9<br />

in via Milyus, in <strong>un</strong> appartamento piú grande. Lí Mons. Salvatore Magnasco il 25 novembre<br />

intronizzò il Santissimo Sacramento nella cappella ricavata in quei locali.<br />

Per Don Piccardo, però, era <strong>un</strong> problema importante il poter sistemare la com<strong>un</strong>ità in <strong>un</strong>a<br />

sede piú conveniente e prese in affitto <strong>un</strong> grande appartamento piú comodo e con <strong>un</strong> po’ <strong>di</strong> giar<strong>di</strong>no<br />

presso l’antico monastero delle Cappuccine, dove oggi sorge <strong>un</strong> braccio dell’Ospedale Galliera. In<br />

questa nuova casa la com<strong>un</strong>ità restò solo due anni perché egli voleva <strong>un</strong>a residenza propria e<br />

definitiva.<br />

La com<strong>un</strong>ità dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria poté finalmente avere <strong>un</strong>a stabile <strong>di</strong>mora il primo febbraio<br />

1872. Fu allora che per opera e il contributo anche dell’Olivari si fece acquisto della casa che,<br />

restaurata ed ampliata e vorremmo <strong>di</strong>re quasi interamente rifatta, è tuttora sede dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria.<br />

Il suo intento era quello <strong>di</strong> dare <strong>un</strong>a sistemazione tale che favorisse <strong>un</strong> regolare svolgimento<br />

della vita della com<strong>un</strong>ità, e fosse <strong>un</strong>a pietra fondante per il futuro dell’opera.<br />

Fu questo <strong>un</strong> gran passo; già si avevano piú <strong>di</strong> quaranta al<strong>un</strong>ni e la nuova abitazione<br />

rispondeva ai requisiti richiesti.<br />

Con occhio esperto in<strong>di</strong>viduò la zona e la casa, ma i padroni non la cedevano “per carità e<br />

amor <strong>di</strong> Dio”, c’era <strong>un</strong> prezzo anche molto sostenuto da pagare; ma la “carità e l’amor <strong>di</strong> Dio” si<br />

manifestarono per altra via, la via della Provvidenza; d’altronde la fede nella Provvidenza era cosí<br />

forte, che nonostante la mancanza <strong>di</strong> cespiti, anche nei momenti piú critici, non mancarono mai gli<br />

aiuti per andare avanti.<br />

La zona <strong>di</strong> Carignano era veramente splen<strong>di</strong>da e ridente, anche se aveva <strong>un</strong> aspetto<br />

campestre. Pochi erano i palazzi antichi con alc<strong>un</strong>e palazzine piú modeste ad uso <strong>di</strong> villeggiatura.<br />

«A picco sul mare sorgeva l’antica chiesa <strong>di</strong> San Giacomo là dove ora è il poggio “Giovane Italia”,<br />

chiesa squallida e romita, <strong>un</strong> tempo ufficiata dai monaci agostiniani e solo piú tar<strong>di</strong> eretta in<br />

parrocchia. Due sole viuzze silenziose e deserte confluivano a breve <strong>di</strong>stanza dal sagrato della<br />

chiesa ombreggiato <strong>di</strong> alberi secolari, convergenti <strong>un</strong>a da via Rivoli e l’altra da via Galeazzo Alessi.<br />

Sul colle <strong>di</strong> Carignano la sontuosa Basilica dell’Ass<strong>un</strong>ta faceva contrasto con i <strong>di</strong>ntorni villerecci …<br />

Su <strong>un</strong>a delle viuzze che conducevano a San Giacomo c’era via Ginevra che, nel secondo tratto, era<br />

chiamata via Ginevrina; qui sorgeva <strong>un</strong>a modesta palazzina <strong>un</strong> tempo forse non spregevole, <strong>come</strong><br />

risulta dalle sale che allora costituivano il pianterreno, decorate da lesene e cornici <strong>di</strong> pietra<br />

verniciata a nero» 19 .<br />

II P. Antonio Piccardo con Don G. B. Semino ed i signori Giuseppe Canale, Antonio Guano<br />

e Pietro Olivari fece il contratto <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta il primo febbraio 1872 con il proprietario marchese<br />

Lorenzo Centurione fu Carlo dello stabile “palazzo” con casa colonica e villetta attigua. Alla data<br />

dell’acquisto la palazzina era <strong>di</strong>visa in parecchi piccoli appartamenti; dopo gli adattamenti piú<br />

urgenti e in<strong>di</strong>spensabili vi furono trasferiti gli al<strong>un</strong>ni. Tutto era ancora <strong>un</strong> po’ ristretto, ma<br />

finalmente i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria potevano <strong>di</strong>re: siamo in casa nostra.<br />

Con il trasferimento dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria in questa nuova sede, l’istituzione poteva <strong>di</strong>rsi uscita<br />

dall’infanzia.<br />

febbraio 1872 in via Ginevrina (Jacopo Ruffini, l’attuale Istituto Piccardo)<br />

19 BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2003, 16-17.


10<br />

Nel 1873 gli al<strong>un</strong>ni erano abbastanza numerosi, <strong>un</strong> po’ <strong>di</strong> tutte le classi, dalle ginnasiali alla<br />

teologia; le ginnasiali si facevano alla meglio in casa, essendo pochi gli al<strong>un</strong>ni ed improvvisati i<br />

maestri, in compenso esisteva <strong>un</strong> grande impegno negli <strong>un</strong>i e negli altri. Per la filosofia e la teologia<br />

i giovani frequentavano <strong>come</strong> esterni il Seminario.<br />

Aveva forse il Piccardo preparato la sua sistemazione? Il racconto della sua vita non ci<br />

<strong>di</strong>pinge <strong>un</strong> uomo né seduto, né auto-centrato.<br />

Questo passo dava il senso <strong>di</strong> “qualcosa” in cui c’era la mano del Signore.<br />

Sul portone <strong>di</strong> ingresso <strong>di</strong> via Ginevrina stava la scritta che esiste tuttora: “Auspiciis firmata<br />

novis” sormontata dal monogramma del nome <strong>di</strong> Gesú collocato ai tempi <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no da<br />

Siena. Quale miglior auspicio o meglio quale miglior profezia?


11<br />

UOMO DAI RAPPORTI FORTI<br />

Padre Piccardo proveniva da <strong>un</strong>a famiglia <strong>un</strong>ita, che, secondo i parametri o<strong>di</strong>erni, bastava a<br />

se stessa: affetti, coesione, risorse, considerazione erano le note che la caratterizzavano. Eppure egli<br />

sperimentò <strong>un</strong> allargamento del cuore nell’entrare nel piccolo mondo dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria. La sua<br />

nuova famiglia erano quei giovani che volevano <strong>di</strong>ventare sacerdoti, ma non ne avevano i mezzi;<br />

nonostante la sua nobile origine, la ieraticità, l’autorevolezza seppe farsi piccolo con i piccoli e<br />

povero con i poveri.<br />

Questo suo atteggiamento era certamente dettato dalla fede: egli non si percepiva <strong>come</strong><br />

protagonista ma <strong>come</strong> semplice strumento nelle mani <strong>di</strong> Dio; tuttavia sembra abbastanza provato<br />

che la sua ricchezza <strong>di</strong> umanità lo facesse sentire vicino a chi si accostava a lui con schiettezza e<br />

semplicità.<br />

Le relazioni umane si concretizzano nei sentimenti che, <strong>come</strong> in <strong>un</strong> caleidoscopio<br />

interagiscono tra loro e arrivano a quelle <strong>di</strong>mensioni interiori che attraversano il vivere umano,<br />

creando <strong>un</strong> insieme variegato <strong>di</strong> luci e ombre, <strong>di</strong> felicità e insicurezza.<br />

Una delle aspirazioni basilari del cuore umano è <strong>di</strong> essere abitato dal sentimento<br />

dell’amicizia, manifestazione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a natura elevata e fonte <strong>di</strong> gioia.<br />

L’amicizia è <strong>un</strong>’esperienza umana con molti gra<strong>di</strong> e sfumature: possono infiltrarsi elementi<br />

emotivi, razionali e perfino narcisistici, ma può essere anche <strong>di</strong> lega pura, <strong>di</strong> oro a <strong>di</strong>ciotto carati e<br />

anche se con qualche imperfezione, <strong>come</strong> ogni realtà terrena, riflesso <strong>di</strong> <strong>un</strong>’immagine e <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />

riflesso ultraterreno.<br />

Per Padre Piccardo l’amicizia aveva <strong>un</strong> valore pregiato e rimase in lui salda malgrado il<br />

passare degli anni.<br />

Con i suoi compagni <strong>di</strong> liceo mantenne sempre vivi contatti. Con Urbano Rattazzi «strinse<br />

<strong>un</strong>’amicizia che doveva perdurare tutta la vita, fino ad aver confortato religiosamente gli ultimi<br />

istanti del suo con<strong>di</strong>scepolo, che era salito al grado <strong>di</strong> ministro della Casa Reale … Altro suo<br />

con<strong>di</strong>scepolo fu il marchesino Cattaneo. Anche <strong>di</strong> lui il Piccardo fu molto amico, <strong>come</strong> lo fu pure <strong>di</strong><br />

altri con<strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> piú modeste fort<strong>un</strong>e e che, occorrendo, soccorse» 20 .<br />

Questo suo naturale atteggiarsi lo rendeva capace <strong>di</strong> parlare da uomo a uomo, perché partiva<br />

dalla spontaneità dell’animo, <strong>come</strong> anche si constata in <strong>un</strong>a lettera <strong>di</strong> <strong>un</strong> certo Ernesto Sinanga, <strong>di</strong><br />

cui riportiamo <strong>un</strong> brano.<br />

«Quello che mi piace nella sua risposta è quel tenore <strong>di</strong> calma, <strong>di</strong> serenità d’animo, <strong>di</strong><br />

tolleranza veramente cristiana … Questo atteggiamento da parte sua, del resto, me lo aspettavo, ben<br />

conoscendo il suo cuore retto e la sua mente illuminata» 21 .<br />

L’attenzione all’altro si coglie anche nelle lettere confidenziali, nelle quali <strong>di</strong>mostra<br />

affettuoso interessamento alla vita quoti<strong>di</strong>ana dell’interlocutore, a cui chiede notizie <strong>di</strong> persone<br />

conosciute e si informa della salute e cose varie.<br />

20 BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2003, 10.<br />

21 Archivio FSMI, Roma.


12<br />

Non sono molte tali lettere e non perché tante siano state smarrite, quanto perché, nonostante<br />

che avesse in grande stima l’amicizia, e <strong>di</strong> amici ne avesse veramente tanti, era molto <strong>di</strong>screto nelle<br />

frequentazioni amicali.<br />

Nel suo ministero Padre Piccardo è entrato in relazione con anime gran<strong>di</strong> con cui ha<br />

con<strong>di</strong>viso l’affinità spirituale, la coincidenza nel pensare e nel sentire e la vicinanza umana. Sono<br />

questi i fondamenti dell’amicizia, dono prezioso che la vita elargisce e che lo ha accompagnato tutta<br />

la vita.<br />

Si tratta <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>i personaggi illustri in vita e <strong>di</strong> altri senza grande rilievo quando erano vivi<br />

ma che sono stati onorati dopo morte con gli onori degli altari. Elenchiamo brevemente: San<br />

Giovanni Bosco, che incontrò varie volte e con il quale con<strong>di</strong>vise preoccupazioni e aspettative, il<br />

Beato Michele Rua, il Beato Giacomo Alberione, San Luigi Orione, il car<strong>di</strong>nale Svampa.<br />

Padre Piccardo venne accolto a Roma da Mons Francesco Faberi e da lui ritenuto l’uomo<br />

giusto, provvidenziale, ed epigraficamente lo ritrasse cosí: “quello è <strong>un</strong> sacerdote genovese che vale<br />

tanto oro quanto pesa”.<br />

Mons. Faberi (07/01/1869 – 04/01/1931) viene nominato il 19 ottobre 1903 Direttore delle<br />

opere spirituali a Sant’Apollinare quin<strong>di</strong> Prefetto degli ecclesiastici studenti esterni in Roma e nel<br />

successivo 20 ottobre 1904 Segretario del Vicariato sempre dal Car<strong>di</strong>nale Respighi, ufficio che<br />

ricoprirà sino alla nomina <strong>di</strong> canonico <strong>di</strong> S. Pietro l’8 marzo 1915.<br />

Come scrive Padre Antonio Giuseppe Piccardo: il Faberi fu per i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria il Delegato<br />

del Vicariato, il Consigliere illuminato, il <strong>padre</strong> autorevole, l’eccitatore <strong>di</strong> energie. Nei primi passi<br />

dell’Istituto egli fu, si può ben <strong>di</strong>re, <strong>come</strong> <strong>un</strong> <strong>padre</strong> che per benigna <strong>amorevole</strong>zza del Santo Padre<br />

Pio X poté accelerare il suo definitivo costituirsi. Soleva ripetere con tenerezza:”Nolite timere,<br />

pusillus grex…”. La Congregazione fin dall’inizio e pur dopo aver lasciato il Vicariato fu sempre<br />

ininterrottamente <strong>un</strong>o degli oggetti più cari al suo cuore.<br />

Egli ebbe, e ne fu ricambiato, venerazione e stima per Padre Piccardo in misura tutta<br />

speciale cosí scriveva in occasione della sua morte: “Sono davvero commosso per il dolore che ha<br />

cagionato ai suoi confratelli ed a me per la gratitu<strong>di</strong>ne che sento verso <strong>di</strong> lui che mi ha dato <strong>un</strong>a<br />

cosí tenera prova <strong>di</strong> affetto volendomi considerare primo fra gli amici cui legava <strong>un</strong> suo ricordo. Di<br />

tutto il bene fatto <strong>come</strong> <strong>di</strong> quello che abbiamo sofferto insieme sento il dovere <strong>di</strong> ringraziare il<br />

Signore.”<br />

Dove l’<strong>un</strong>ione degli animi ha toccato <strong>un</strong> suo apice è nella relazione con Monsignor Giacomo<br />

Ghio: l’amicizia era <strong>un</strong>a forza per fomentare rapporti <strong>di</strong> reciprocità e fiducia, per l’apertura <strong>di</strong> sé<br />

all’altro, per la partecipazione alle gioie e sofferenze, ai successi e fallimenti.<br />

Monsignor Giacomo Ghio era <strong>un</strong> animo avvezzo alla delicatezza dell’amicizia e della<br />

fraternità. Egli era legato da <strong>un</strong> affetto filiale e profondo con il Prevosto della Basilica <strong>di</strong> San<br />

Lorenzo Mons. Alimonda. Il Ghio parlando <strong>di</strong> lui afferma: “Huic ego homini tantum debeo,<br />

quantum homo homini vix debere fas est”. L’Alimonda fu eletto vescovo <strong>di</strong> Savona ed «egli sentí<br />

vivamente la lontananza dell’Alimonda … ma Id<strong>di</strong>o, nel mentre lo privava <strong>di</strong> colui che era stato il<br />

sostegno della sua fanciullezza, gli faceva acquistare <strong>un</strong> altro <strong>padre</strong> nella persona del Rev. Antonio<br />

Piccardo, il continuatore del Frassinetti, il quale gli aprí le porte della Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria in


13<br />

Carignano e lo circondò <strong>di</strong> affetto e <strong>di</strong> premure. L’istituzione cominciava allora a dare i primi frutti,<br />

ed egli vi trovò <strong>un</strong>a nuova famiglia, dei Superiori premurosi e dei compagni affezionati» 22 .<br />

Terminato il servizio militare nell’ottobre del 1882 fu accolto «<strong>di</strong> nuovo nella Casa dei <strong>Figli</strong><br />

<strong>di</strong> Maria per attendere al compimento degli stu<strong>di</strong> teologici … Il Superiore, don Piccardo, ben presto<br />

lo nominò prefetto affidandogli la sorveglianza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a camerata» 23 . «La prima messa la celebrò<br />

nella Cappella dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria tra la gioia intima dei Superiori e dei compagni» 24 .<br />

Tra amici non ci si vergogna <strong>di</strong> chiedere e <strong>di</strong> offrire anche ciò che è necessario alla<br />

sopravvivenza e che normalmente si suppone in possesso <strong>di</strong> ciasc<strong>un</strong>o. Quando fu destinato vice<br />

parroco a San Cipriano <strong>di</strong> Val Polcevera, non sfuggí all’occhio vigile <strong>di</strong> Padre Piccardo, che il<br />

nuovo vice-parroco, pur avendo <strong>un</strong>a sede, <strong>di</strong> fatto “non aveva pietra dove posare il capo”; e allora il<br />

suo superiore-amico gli mandò al seguito <strong>un</strong> carro con i mobili che sarebbero serviti per<br />

“alloggiarsi” piú decentemente 25 .<br />

Padre Giovanni Vaccari in <strong>un</strong> <strong>di</strong>scorso commemorativo, in occasione del cinquantesimo<br />

della Congregazione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata apre <strong>un</strong>o spiraglio da cui si intravvede<br />

quale fraterna relazione piena <strong>di</strong> fiducia esisteva tra Padre Piccardo e Mons. Ghio: «È qui doveroso<br />

aggi<strong>un</strong>gere <strong>un</strong> nuovo nome a quelli dei consiglieri <strong>di</strong> Don Piccardo, ossia quello <strong>di</strong> Don Giacomo<br />

Ghio, Arciprete <strong>di</strong> Sori, presso cui il Direttore, dopo aver lasciato il Seminario, alternava la sua<br />

residenza con quella dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria a Genova: presso Don Ghio a Sori, Don Piccardo accoglieva<br />

quanti dovevano riferire o illuminarlo sulle questioni che erano collegate colla erezione della<br />

Congregazione» 26 .<br />

Mons. Ghio avrebbe voluto seguire il suo <strong>di</strong>rettore tra i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria e vivere e con<strong>di</strong>videre<br />

con lui opere e ideali che risaltavano com<strong>un</strong>i a tutti e due. Il perché non si sia <strong>un</strong>ito a lui è<br />

raccontato in alc<strong>un</strong>i cenni biografici.<br />

«Era questi Mons. Vincenzo Persoglio, parroco <strong>di</strong> S. Torpete, che gli era stato assegnato per<br />

confessore dall’Alimonda, fin dall’età <strong>di</strong> quattor<strong>di</strong>ci anni, e che poi continuò a confessarlo anche da<br />

sacerdote e da parroco. Egli, che conosceva bene tutti segreti del suo cuore gli chiese:<br />

-Perché vuoi farti religioso?<br />

-Per fare santo me e santificare gli altri - egli rispose.<br />

-Ebbene, quando è cosí – ripigliò Mons. Persoglio - potete farlo piú e meglio restando al<br />

servizio della Diocesi.<br />

Ma egli insisteva e allora Mons. Persoglio <strong>di</strong>sse:<br />

-Credetelo a me: <strong>un</strong> buon sacerdote può fare maggior bene che <strong>un</strong> religioso» 27 .<br />

Il sacerdote Giacomo Ghio fu nominato e consacrato vescovo <strong>di</strong> Urbino, «e <strong>di</strong> lui va oggi<br />

giustamente orgoglioso il venerando Padre Piccardo, che nel suo primo collegio gli fu Direttore e<br />

<strong>padre</strong>, e con lui esultano i maestri e i compagni sacerdoti già al<strong>un</strong>ni dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, che nella<br />

elezione <strong>di</strong> Mons. Ghio … sentono onorata tutta la famiglia, che oggi si stringe in lietissima festa<br />

22<br />

GHIO G., Mons. Giacomo Ghio, Scuola Tipografica Derelitti, Genova 1937, 30.<br />

23<br />

Ibid., 32.<br />

24<br />

Ibid., 33.<br />

25<br />

Ibid., 36.<br />

26<br />

Archivio FSMI, Roma, Nella luce del Motu Proprio <strong>di</strong> Pio X. 21 giugno 1904.<br />

27<br />

GHIO G., Mons. Giacomo Ghio, Scuola Tipografica Derelitti, Genova 1937, 31.


14<br />

intorno al suo primo vescovo, <strong>come</strong> in festa si vedrebbe <strong>un</strong>a famiglia alla glorificazione <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />

figlio» 28 . Le loro vie si <strong>di</strong>varicarono ma i loro animi rimasero <strong>un</strong>iti.<br />

Il rapporto che <strong>un</strong>iva Pio X e Padre Piccardo era <strong>di</strong> antica data: si erano conosciuti a<br />

Genova, quando ancora Giuseppe Sarto non era insignito della <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> Vescovo <strong>di</strong> Roma, si può<br />

<strong>di</strong>re che la loro amicizia era cresciuta lentamente <strong>come</strong> lentamente si era generata e reciprocamente<br />

offerta. Essa era fondata su sentimenti <strong>di</strong> mutua stima spirituale e <strong>di</strong> profondo rispetto religioso. Ma<br />

<strong>di</strong> questo si parlerà piú avanti.<br />

28 L. BOGGIANO, Mons. Ghio e la Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, pro manuscripto, Archivio Parrocchiale <strong>di</strong> Bosio (Alessandria)


15<br />

P. PICCARDO, UOMO DI PREGHIERA<br />

P. Carlo Olivari con <strong>un</strong>a felice pennellata tratteggia il desiderio fervido che muoveva P.<br />

Piccardo nel suo agire, il suo zelo nel fare i bene, la decisione interiore che non si sgomenta <strong>di</strong><br />

fronte ai gran<strong>di</strong> pesi che gravano sulle sue spalle: «Non fu vita <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o la sua; fu vita d’azione» 29 .<br />

Facilmente questa lapidaria descrizione trova il consenso dei piú, perché è <strong>un</strong>a mentalità dominante<br />

quella che afferma che ciò che conta è l’azione, il lavoro per cambiare le strutture <strong>di</strong> ingiustizia e <strong>di</strong><br />

iniquità sia nella società che nella Chiesa.<br />

Nel linguaggio corrente, al primato dell’azione si contrappone la contemplazione; eppure<br />

contemplazione e azione si compenetrano profondamente tra loro. Alla concentrazione interiore non<br />

fa contrasto l’azione ma la <strong>di</strong>strazione, che è <strong>un</strong>a azione deviata a causa del fine sbagliato oppure<br />

perché <strong>di</strong>fforme da <strong>un</strong>a misura equilibrata. P. Piccardo era <strong>un</strong>a persona attiva, che affrontava ogni<br />

sacrificio, che si immergeva nei problemi, si lasciava coinvolgere dall’operosità pur <strong>di</strong> fare <strong>un</strong> po’<br />

<strong>di</strong> bene.<br />

Secondo <strong>un</strong> certo modo <strong>di</strong> sentire, la preghiera, fardello <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione e consolante inutilità si<br />

può consentire a persone ormai inattive e senza influsso. Non era cosí per Padre Piccardo: la sua<br />

vita infaticabile e spesso con piú <strong>di</strong>more, che richiamano <strong>un</strong> continuo peregrinare, era interiormente<br />

caratterizzata da <strong>un</strong>a tranquilla stanzialità e in<strong>di</strong>rizzata perciò ad <strong>un</strong>a riflessione e contemplazione<br />

serena degli avvenimenti della Chiesa, della Congregazione e della sua vita, nella continua<br />

conquista della pacificazione interiore.<br />

La sua preghiera continua, che sviluppava sui grani del rosario 30 , richiama il carisma mistico<br />

del Frassinetti, autentico uomo <strong>di</strong> preghiera. È <strong>come</strong> se Padre Piccardo avesse ass<strong>un</strong>to su <strong>di</strong> sé il<br />

ministero della preghiera; era fonte <strong>di</strong> ammirazione vederlo pregare, quasi entrare in quel luogo<br />

segreto del cuore nel quale si trovava <strong>di</strong> fronte a Dio, anzi notare che app<strong>un</strong>to lí, lui <strong>di</strong>morava<br />

abitualmente.<br />

La sua vita era animata da <strong>un</strong>a soda spiritualità e dallo spirito <strong>di</strong> <strong>un</strong>a genuina pietà; da qui<br />

prendeva le mosse la preghiera e la vita <strong>di</strong> devozione che inculcava ai suoi al<strong>un</strong>ni.<br />

«In lui vi era spirito <strong>di</strong> preghiera che gli faceva considerare ogni cosa in quella visione<br />

soprannaturale che è propria dei santi, per cui non era ritardato dai beni, né abbattuto dai mali del<br />

tempo: spirito <strong>di</strong> preghiera che si manifestava in tanti mo<strong>di</strong>, che si traduceva nel suo contegno<br />

esterno, che irra<strong>di</strong>ava dal suo volto» 31 .<br />

Risulta dalle testimonianze che lui, nella maturità spirituale, aveva scelto <strong>come</strong> modello la<br />

preghiera fidente e la fede robusta che vedeva trasparire nella persona del Papa Pio X; egli era saldo<br />

tra i vorticosi sconvolgimenti della società: lo possiamo immaginare situato al centro <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />

carosello, che, nonostante le pressioni <strong>di</strong> depistaggio, non perde l’orientamento e non viene falsata<br />

la bussola del desiderio sempre orientata al nord o meglio allo zenit.<br />

La gratitu<strong>di</strong>ne verso Dio sorgeva spontanea nelle parole e nel cuore <strong>di</strong> Padre Piccardo. «Se è<br />

d’obbligo <strong>di</strong> tutti ringraziare il Signore per i tanti benefici che ci comparte, quanto a noi piú<br />

29<br />

OLIVARI C., P. Piccardo e i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, in AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, Ed. Risonanze, Roma<br />

2004, 89.<br />

30<br />

P. PAPI, P. Antonio Piccardo, Roma 1994, 32.<br />

31<br />

G. GHIO, Nel ricordo della sua morte, in AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, Ed. Risonanze, Roma 2004,74.


16<br />

incombe questo dolcissimo dovere. A noi che da Lui piú <strong>di</strong> tanti altri abbiamo sperimentato favori e<br />

grazie!» 32<br />

«In tutte le Case abbia luogo <strong>un</strong>a particolare f<strong>un</strong>zione <strong>di</strong> ringraziamento» 33<br />

La preghiera <strong>di</strong> ringraziamento è continuamente presente nelle sue esortazioni. È vero: essa<br />

si rivolge al passato per i doni ricevuti, per la generosità elargita dall’alto, è retrospettiva e nasce<br />

dalla memoria e fa sorgere riconoscenza, ma apre anche al futuro e alla speranza.<br />

«Rivolgiamoci al Signore, alla nostra celeste Patrona Maria Santissima Immacolata, al<br />

nostro Protettore San Giuseppe, affinché bene<strong>di</strong>cano le nostre intenzioni e tutte le <strong>di</strong>rigano al fine<br />

supremo ed <strong>un</strong>ico della gloria <strong>di</strong> Dio e della salute delle anime» 34 . La preghiera <strong>di</strong> azione <strong>di</strong> grazie<br />

si configura <strong>come</strong> la <strong>di</strong>mensione tipica del vivere cristianamente e religiosamente il presente.<br />

Padre Piccardo educava alla preghiera; egli era tramite della trasmissione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a densità<br />

spirituale <strong>di</strong> cui il suo animo rigurgitava, e non poteva non com<strong>un</strong>icare. Nella Pia Casa «sono<br />

fiorenti tre devozioni, tre forze vive dalle quali quei cari figlioli si sentono presi e innamorati: la<br />

devozione alla Santissima Eucarestia, la devozione alla Madonna Immacolata e <strong>un</strong> grande amore al<br />

Papa. Quanta luce, quanta forza scende ai loro giovani cuori <strong>di</strong>nanzi al quel grazioso altare della<br />

linda Cappella, sotto lo sguardo materno e la bene<strong>di</strong>zione della Madonna sorridente dall’alto della<br />

sua nicchia» 35 .<br />

«Ma da quanta preghiera era sostenuto! Egli scrisse: - Pregai, pregai <strong>di</strong> cuore, raccomandai<br />

tutti i membri della nostra Congregazione, tutti gli al<strong>un</strong>ni <strong>di</strong> tutte le Case, tutti i nostri collaboratori.<br />

Ma in modo speciale raccomandai la Congregazione … pregai molto piú per me» 36 .<br />

Con la preghiera <strong>di</strong> domanda l’orante sublima il suo bisogno e lo trasforma in desiderio, crea<br />

attesa affidandosi all’Altro. Essa <strong>di</strong>venta vivida e pressante nei momenti <strong>di</strong> incertezza e <strong>di</strong><br />

sofferenza.<br />

In molte circostanze <strong>di</strong> cambiamenti profon<strong>di</strong> e in particolare nell’ultima l<strong>un</strong>ga prova, con<br />

l’aiuto della preghiera è riuscito a comporre la sua nuova situazione con la fede, sicuro che le<br />

tenebre non sono l’assenza ma solo il nascon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Dio. Padre Piccardo non ha avuto nemmeno<br />

bisogno <strong>di</strong> <strong>un</strong>’azione <strong>di</strong> ritrovamento del centro, perché <strong>di</strong> fatto nel centro è rimasto sempre situato,<br />

attaccato com’era all’essenziale della vita.<br />

«Quante procelle non urtarono contro la sua navicella nel corso della sua l<strong>un</strong>ga navigazione,<br />

fino a minacciare il naufragio! La sua fede, la sua preghiera, la fortezza sempre lo salvarono» 37 .<br />

La sofferenza non è <strong>un</strong> tormento in<strong>di</strong>viduale, mitigato ogni tanto da consolazioni, talvolta<br />

solo metaforiche, ma segno <strong>di</strong> vita e garanzia che l’opera <strong>di</strong> cui il “sofferente” è protagonista,<br />

poggia su <strong>un</strong>a realtà gran<strong>di</strong>osa <strong>come</strong> è quella della Croce. La preghiera <strong>di</strong> Padre Piccardo trovava la<br />

32<br />

Circolari dei Padre Generali, Circolare n. 5, Archivio FSMI, Roma.<br />

33<br />

Circolari dei Padre Generali, Circolare n. 8, Archivio FSMI, Roma.<br />

34<br />

Circolari dei Padre Generali, Circolare n. 2, Archivio FSMI, Roma.<br />

35<br />

CHIESA G., Il ritorno alla casa <strong>madre</strong>, , in AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, Ed. Risonanze, Roma 2004,<br />

142.<br />

36<br />

PISONI T., Lettere ai confratelli, pro manuscripto, Roma 2009, 21.<br />

37<br />

GHIO G., L’uomo forte, in AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, Ed. Risonanze, Roma 2004, 10-101.


17<br />

sua collocazione nell’<strong>un</strong>ione con la preghiera silenziosa <strong>di</strong> Gesú sulla montagna e nella notte buia<br />

dell’Orto del Getsemani, portando su <strong>di</strong> sé non solo il suo ma anche il peso <strong>di</strong> tutti i confratelli.<br />

Il quattro giugno 1910 Sua Santità Pio X, ci racconta lo stesso Padre Piccardo, «nella sua<br />

speciale benevolenza, che si degna <strong>di</strong> concederci, aderendo al voto della Congregazione Plenaria<br />

dei Religiosi, tenutasi in Vaticano il tre giugno, festa del Sacratissimo Cuore <strong>di</strong> Gesú, concedeva il<br />

Decreto <strong>di</strong> approvazione definitiva del nostro Istituto e l’approvazione ad sexennium delle nostre<br />

Costituzioni» 38 . Quel giorno o meglio la solennità del Sacro Cuore è considerata da Padre Piccardo<br />

“memoriale” per tutta la Congregazione. Nei suoi scritti, in molti tratti, il Cuore <strong>di</strong> Gesú è il<br />

meeting-point, l’angolo <strong>di</strong> preghiera, cioè quel luogo segreto in cui la vita sacerdotale e religiosa<br />

trova la opport<strong>un</strong>a collocazione.<br />

«In tutta la Congregazione si faccia <strong>un</strong>a f<strong>un</strong>zione <strong>di</strong> ringraziamento col canto del Te Deum.<br />

Raccomando poi che sia sempre conservata viva la memoria dei giorni tre e quattro giugno <strong>come</strong> <strong>di</strong><br />

date particolarmente memorabili nella storia della Congregazione» 39 .<br />

«Dalla devozione del Cuore <strong>di</strong> Gesú dobbiamo aspettarci ogni bene per ciasched<strong>un</strong>o <strong>di</strong> noi,<br />

per le nostre Case e per tutta la Congregazione … Fratelli, ho richiamato alla memoria mia e alla<br />

vostra queste promesse, per eccitarvi sempre piú nella devozione al Sacro Cuore, fonte <strong>di</strong> grazie e <strong>di</strong><br />

ogni bene<strong>di</strong>zione» 40 .<br />

La preghiera e la celebrazione della festa del Sacro Cuore aiutano ad aprire la mente<br />

all’orizzonte della preghiera <strong>di</strong> Gesú per <strong>di</strong>ventare simili al suo cuore pieno <strong>di</strong> mitezza e <strong>di</strong><br />

misericor<strong>di</strong>a.<br />

38 PICCARDO A., Circolari dei Padre Generali, Circolare n. 3, 21 giugno 1910, Archivio FSMI, Roma.<br />

39 PICCARDO A., Circolari dei Padre Generali, Circolare n. 3, 21 giugno 1910, Archivio FSMI, Roma.<br />

40 PICCARDO A., Circolari dei Padre Generali, Circolare n. 4, 21 giugno 1911, Archivio FSMI, Roma.


18<br />

CON I SUOI COMPAGNI<br />

Nella Pia Casa si viveva <strong>un</strong>’atmosfera <strong>di</strong> famiglia, Padre Piccardo e i suoi collaboratori<br />

erano “<strong>un</strong>um corpus”: era questo <strong>un</strong>o stile <strong>di</strong> vita non precisamente <strong>un</strong>a struttura giuri<strong>di</strong>ca. Questo<br />

senso <strong>di</strong> <strong>un</strong>ità è <strong>un</strong>a realtà che rimane anche se dal gruppo si stacca <strong>un</strong>a figura in particolare, <strong>un</strong> po’<br />

<strong>come</strong> la testa dal corpo.<br />

La capacità e l’anima <strong>un</strong>itiva era favorita dalla spontanea generosità, accresciuta dalla<br />

nobiltà dello scopo e dalla verde speranza <strong>di</strong> <strong>un</strong>o sviluppo che si prospettava.<br />

La spinta <strong>di</strong> gruppo, anche se si trattava <strong>di</strong> <strong>un</strong>’energia che innescava altre energie, non è la<br />

spiegazione in sé sufficiente, perché essa è generalmente fondata sull’entusiasmo, che è <strong>di</strong> sua<br />

natura non razionale e temporaneo. Un’altra è la ragione della propria adesione al gruppo e della<br />

fedeltà al suo ass<strong>un</strong>to, ed essa ha la ra<strong>di</strong>ce in quella scelta personale che si chiama vocazione.<br />

I <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria viventi in com<strong>un</strong>e si erano praticamente fusi con la “Pia Casa per<br />

l’avviamento dei ragazzi poveri agli stu<strong>di</strong> ecclesiastici”, ed erano rimasti a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> questa<br />

opera che si delineava ar<strong>di</strong>ta sotto l’aspetto ideale e ancor piú sotto quello economico.<br />

Ad essi si affiancavano altri, che o provenivano dalle fila dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria o erano stati<br />

collaboratori e ammiratori del Frassinetti. Si dovette provvedere, <strong>come</strong> era ben giusto, alla scuola <strong>di</strong><br />

quei giovinetti e non mancarono sacerdoti che ne <strong>di</strong>vennero i maestri; quando e per quanto fu<br />

possibile essi risedettero nella Casa <strong>di</strong> Carignano per con<strong>di</strong>videre non solo la scienza ma anche la<br />

vita e lo spirito.<br />

Soprattutto all’inizio, chi entrava nella Pia Casa doveva già appartenere alla Pia Unione dei<br />

<strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata. Se questo principio era valido per gli al<strong>un</strong>ni altrettanto lo era per i<br />

maestri e gli adulti, <strong>di</strong> cui facevano parte anche i primi <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria viventi in com<strong>un</strong>e.<br />

I riti <strong>di</strong> ammissione al noviziato e alla Pia Unione, che supponevano il voto <strong>di</strong> castità e la<br />

promessa <strong>di</strong> povertà e <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza, erano il vincolo <strong>di</strong> reciproca appartenenza; questi voti<br />

avevano <strong>un</strong> valore puramente privato, <strong>come</strong> <strong>un</strong> reciproca garanzia “ad uso interno” della com<strong>un</strong>e<br />

scelta <strong>di</strong> vita.<br />

Non si può ancora parlare <strong>di</strong> com<strong>un</strong>ità, soprattutto se con tale locuzione si intende <strong>un</strong>a<br />

struttura <strong>di</strong> carattere formale, tuttavia essi formavano <strong>un</strong> “corpus” originale.<br />

I can<strong>di</strong>dati al sacerdozio, provenienti, all’inizio dalla Pia Unione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, per<br />

prepararsi all’Or<strong>di</strong>nazione vivevano ora sotto <strong>un</strong> solo tetto. Si può <strong>di</strong>re che si realizzava cosí la<br />

prospettiva del Frassinetti, che aveva tutta l’aria della profezia. Ci racconta “Il documento”:<br />

«Nell’estate o nell’aut<strong>un</strong>no 1865 il buon Priore, <strong>di</strong>verse volte, intrattenne la pia <strong>un</strong>ione <strong>di</strong>scorrendo<br />

del progetto <strong>di</strong> impiantare la Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, facendo l’invito a chi volesse entrarvi, <strong>di</strong>cendo<br />

all’incirca cosí: -Voi che siete dei bravi giovani, che avete maturo giu<strong>di</strong>zio non abbraccerete il<br />

progetto <strong>di</strong> entrare in <strong>un</strong>a Casa per vivere <strong>un</strong>iti in santa carità, con maggior perfezione facendo vita<br />

com<strong>un</strong>e e, se Dio vi chiamasse, facendovi preti?» 41<br />

La Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria era la Casa <strong>di</strong> Padre Piccardo; «in essa egli era <strong>come</strong> <strong>un</strong> piccolo<br />

re, e re assoluto, perché tutto <strong>di</strong>pendeva da lui e tutto a lui si riferiva; ma era <strong>un</strong> regno paterno il<br />

41 Lettera <strong>di</strong> Don Bernardo Rosina a Padre Piccardo, martedí santo 1891.


19<br />

suo; i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria l’ebbero sempre <strong>come</strong> <strong>padre</strong>. Il suo sembiante <strong>di</strong>gnitoso e ad <strong>un</strong> tempo amabile<br />

incuteva rispetto, ma non scemava l’amore» 42 .<br />

Quando il novello sacerdote Antonio Piccardo nel luglio del 1868 fece l’ingresso nella Casa<br />

dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria si incontrò con Pietro Olivari. Fin dal 30 maggio 1866 egli aveva la <strong>di</strong>rezione<br />

della Pia Casa, e alternando il lavoro <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore della Tipografia della Gioventú con questo suo<br />

ufficio, aiutato dagli altri <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria viventi in com<strong>un</strong>e, riusciva, sotto la guida del Priore, a<br />

essere <strong>di</strong> buon aiuto al piccolo drappello <strong>di</strong> giovani.<br />

Dopo l’improvvisa morte del Frassinetti, rimase in dubbio se continuare ad occuparsi <strong>di</strong><br />

<strong>un</strong>’opera che, a lui secolare, pareva sproporzionata alle sue forze.<br />

«In questa perplessità fu incoraggiato a proseguire l’opera da Don Raffaele Frassinetti, dal<br />

Rev.mo Canonico Salvatore Magnasco, ora nostro amatissimo Arcivescovo, dal chierico Semino e<br />

da altri, ed egli docilissimo sempre a fare la volontà <strong>di</strong> Dio non oppose resistenza a quelle<br />

esortazioni, e in <strong>un</strong>’ad<strong>un</strong>anza tenutasi all’uopo, fu acclamato Superiore della piccola com<strong>un</strong>ità» 43<br />

Nel Documento leggiamo: «Si venne poi a sapere che l’Olivari aveva accettato la proposta 44 .<br />

Questo dovea essere <strong>di</strong> incoraggiamento e <strong>di</strong> buon esempio … la Divina Provvidenza aveva dato<br />

alla santa opera <strong>un</strong> tal <strong>padre</strong>, quale fu il Priore Frassinetti, da non sgomentarsi, né nella sua<br />

incubazione, per cosí <strong>di</strong>re, né nella sua infanzia. Egli poi nella persona del signor Olivari sembra<br />

abbia dato alla Casa, <strong>come</strong> è a <strong>di</strong>re, <strong>un</strong>a provvida <strong>madre</strong>» 45 .<br />

Il novello sacerdote Don Antonio Piccardo e il Signor Pietro Olivari si trovarono ad operare<br />

fianco a fianco. Fu l’incontro <strong>di</strong> due anime elette, protese alla realizzazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> compito, che<br />

avevano ere<strong>di</strong>tato, e che amavano e <strong>di</strong> cui forse ancora non avevano misurato la portata.<br />

«Quando (Don Piccardo) v’entrò da prima avrebbe voluto che l’Olivari serbasse la sua<br />

qualità <strong>di</strong> Superiore, e nel refettorio tenesse il primo posto; ma è superfluo il <strong>di</strong>re che questi, cosí<br />

umile e riverente ai sacerdoti, non volle per nulla aderire alle cortesi proposte del nuovo<br />

Direttore» 46 .<br />

La loro collaborazione fu ininterrotta, gomito a gomito, non solo sul piano organizzativo e<br />

finanziario ma anche educativo: Pietro «per quel suo fine <strong>di</strong>scernimento dava talvolta giu<strong>di</strong>zio ben<br />

sicuro intorno a qualche al<strong>un</strong>no» 47 .<br />

La Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria Immacolata era casa sua; e tutti lo consideravano <strong>come</strong> <strong>padre</strong>.<br />

«Ecco perché la morte <strong>di</strong> lui ebbe tanto rimpianto tra i giovani <strong>di</strong> quel benemerito sodalizio, che ha<br />

dato già alla Chiesa genovese <strong>un</strong> eletto numero <strong>di</strong> sacerdoti, non pochi dei quali, vennero ieri a<br />

Genova, da parrocchie lontane, ove furono destinati, per associarsi ai compagni, agli amici, nel<br />

rendere <strong>un</strong>a testimonianza d’affetto al loro amico, al loro benefattore» 48 .<br />

42<br />

OLIVARI C., P. Piccardo e i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, in AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze,<br />

Roma 2004, 87.<br />

43<br />

Pietro Olivari, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2004, 28.<br />

44<br />

La proposta della vita com<strong>un</strong>e<br />

45<br />

Il Documento, Archivio FSMI, Roma.<br />

46<br />

Pietro Olivari, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2004, 26-27.<br />

47 Ibid, 28.<br />

48 Ibid., (Il Citta<strong>di</strong>no 30 gennaio 1891), 77.


20<br />

Egli era profondamente affezionato alla Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, aveva dato tutto se stesso<br />

per ventiquattro anni eppure «temea, chi il crederebbe? d’essere indegno <strong>di</strong> abitarvi, e pareagli<br />

d’impe<strong>di</strong>rne il buon andamento, onde avea in animo <strong>di</strong> pigliare altro soggiorno; e nella sua<br />

infermità manifestò al Canonico Semino il desiderio <strong>di</strong> farsi trasportare all’Ospedale, per non essere<br />

<strong>di</strong> sí grave <strong>di</strong>sagio ai <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, e a quelli che gli prestavan servigio; e <strong>di</strong>cea cosí davvero, che il<br />

Canonico dovette imporgli <strong>di</strong> non rinnovare piú mai cotale domanda» 49 .<br />

Non posse<strong>di</strong>amo documenti che ci permettono <strong>di</strong> esplorare quale rapporto <strong>di</strong> amicizia e <strong>di</strong><br />

collaborazione corresse tra lui e Padre Piccardo, forse a questa mancanza può supplire la lettera con<br />

la quale Padre Piccardo <strong>di</strong>ede l’ann<strong>un</strong>zio della morte: «Sí, la sventura ha colpito la nostra Casa:<br />

abbiam perduto in lui <strong>un</strong> fratello, <strong>un</strong> <strong>padre</strong>, <strong>un</strong> conforto, <strong>un</strong> sostegno, <strong>un</strong> esemplare <strong>di</strong> ogni piú<br />

eletta virtú» 50 .<br />

***<br />

Giovanni Battista Semino, ci raccontano le cronache, non era ancora seminarista quando<br />

cominciò ad aiutare Pietro Olivari dando lezione ai primi ragazzi che erano entrati nella Pia Casa;<br />

accolto poi in Seminario poté de<strong>di</strong>care minor tempo a questa opera buona ma passava tutto il tempo<br />

delle vacanze estive con loro. Fu me<strong>di</strong>atore tra il Frassinetti e il Diacono Antonio Piccardo nella<br />

ricerca <strong>di</strong> chi si prendesse a carico la <strong>di</strong>rezione della nuova opera e rimase, da sacerdote, sebbene<br />

canonico a <strong>Santa</strong> Maria Ass<strong>un</strong>ta in Carignano nella Casa con il suo compagno e amico don<br />

Piccardo, con<strong>di</strong>videndone tutte le vicende, le traversie e i successi.<br />

***<br />

Dalla canonica <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Sabina Don Raffaele Frassinetti si mise in umile pellegrinaggio con<br />

la piccola carovana <strong>di</strong> Pietro Olivari, la sentiva <strong>come</strong> il dono, quasi la reliquia che il fratello<br />

Giuseppe aveva lasciato <strong>come</strong> ricordo. Fu accanto a Padre Piccardo; dotato, <strong>come</strong> era <strong>di</strong> facilità <strong>di</strong><br />

approccio con i giovani, profuse le sue doti a favore <strong>di</strong> quei ragazzi che, sotto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong><br />

Piccardo, progre<strong>di</strong>vano nella pietà e nella scienza. Il Padre Piccardo pianse la sua morte, avvenuta il<br />

26 gennaio 1891: la Casa aveva perso <strong>un</strong> membro prezioso.<br />

***<br />

Padre Piccardo aveva avuto <strong>come</strong> allievo a San Giuliano <strong>di</strong> Albaro <strong>un</strong> giovanetto timido e<br />

buono e <strong>di</strong> bell’ingegno, con il candore dell’innocenza e l’amabilissima ingenuità: Giovanni<br />

Battista Mantero. Lui aveva trovato «nel giovane sacerdote Piccardo <strong>un</strong> vero <strong>padre</strong>; e questi a sua<br />

volta con quell’occhio sagace che intuiva le qualità e l’indole dei suoi figlioli, non tardò ad<br />

accorgersi che il Signore gli aveva inviato <strong>un</strong> tesoro» 51 .<br />

Or<strong>di</strong>nato sacerdote nel 1881, Padre Piccardo lo volle con sé. Oltre all’insegnamento della<br />

matematica e delle scienze, egli applicava il suo genio musicale alla preparazione <strong>di</strong> «quelle<br />

stupende Accademie letterario-musicali, che da semplici e timi<strong>di</strong> saggi com’erano dapprima,<br />

assursero spesso, piú tar<strong>di</strong>, all’altezza <strong>di</strong> vere e solenni feste d’arte» 52 . Queste accademie erano<br />

parte integrante del sistema educativo <strong>di</strong> Padre Piccardo. Egli cercò <strong>di</strong> essere all’altezza della<br />

49 Ibid., 28.<br />

50 Ibid., 59.<br />

51 CHIESA G., Il sacerdote Giovan Battista Mantero, Tip. G. Mescarello, Genova 1923, 12.<br />

52 Ibid., 9.


21<br />

fiducia che in lui riponeva il suo amato Direttore. Visse sempre nella Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria in<br />

Carignano perché si sentiva <strong>un</strong>o <strong>di</strong> loro e il loro spirito era il suo stile <strong>di</strong> vita.<br />

***<br />

Entrò nella Casa ancora adolescente P. Luigi Profumo, e «il Padre Piccardo ne andava<br />

orgoglioso, e lo considerava <strong>come</strong> <strong>un</strong>a perla della sua Casa, anzi in tutte le occasioni in cui si<br />

trattasse <strong>di</strong> comporre degli omaggi da rendere a qualche persona ragguardevole … era sempre Luigi<br />

il prescelto da lui» 53 .<br />

«Non sappiamo preciso <strong>come</strong> egli avvertisse la voce della vocazione, sappiamo però che in<br />

questo momento tanto decisivo per lui, non gli mancò l’appoggio <strong>di</strong> <strong>un</strong> gran servo <strong>di</strong> Dio, il celebre<br />

e tanto venerato Padre Antonio Piccardo, allora Direttore dell’Istituto dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria: quanto ci<br />

basta per accertarci che era <strong>un</strong>a vera chiamata del Signore» 54<br />

Divenne sacerdote nel 1882 e dopo aver frequentato la facoltà <strong>di</strong> lettere e filosofia alla Regia<br />

Università, fu maestro <strong>di</strong> retorica. L’Arcivescovo Magnasco tanto insistette, che Padre Piccardo<br />

acconsentí <strong>di</strong> inviarlo <strong>come</strong> docente <strong>di</strong> retorica al Seminario <strong>di</strong> Chiavari. Entrò nella Compagnia <strong>di</strong><br />

Gesú, ma da Gesuita non lasciò mai <strong>di</strong> sentirsi parte dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> S. Maria Immacolata; tra l’altro da<br />

Anagni, dove era <strong>di</strong> sede, non mancò <strong>di</strong> recarsi a Roma per essere vicino al suo Direttore negli<br />

ultimi giorni <strong>di</strong> vita.<br />

***<br />

Con lui entrò nella Compagnia <strong>di</strong> Gesú anche P. Alessandro Monti, che per molti anni fu<br />

maestro nella Pia Casa, dove anche abitava.<br />

Altri meriterebbero menzione <strong>come</strong> don Boraggini, Mons. Ghio, Don Gesino, ma dobbiamo<br />

riconoscere che la documentazione è troppo scarsa per poter dare notizie atten<strong>di</strong>bili, ma la loro<br />

presenza e la loro collaborazione è rimasta scritta nel libro della vita.<br />

***<br />

Gli è rimasto accanto fino alla morte il Padre Carlo Olivari. Egli «lasciata la famiglia, fu<br />

accolto nella Casa alla quale Don Antonio Piccardo aveva dato il suo or<strong>di</strong>namento geniale e<br />

paterno. In essa anche quelli che possedevano beni <strong>di</strong> fort<strong>un</strong>a e notevoli talenti <strong>di</strong> intelligenza non<br />

isdegnavano i lavori piú umili e faticosi col risultato che, con vera <strong>un</strong>ione <strong>di</strong> spiriti e con profonda<br />

gioia dell’animo, tutti venivano a trovarsi in casa propria» 55 .<br />

Lui stesso cosí si racconta: «Eravamo sullo scorcio del 1872, quando lo vi<strong>di</strong> la prima volta.<br />

Egli era in tutto il fiore dei suoi vent’otto anni: giovinetto io sui quin<strong>di</strong>ci mi presentavo a lui a<br />

chiedergli <strong>di</strong> essere accolto tra i suoi. Orfano e povero, piccolo e sparuto da non affidare troppo <strong>di</strong><br />

reggere a l<strong>un</strong>go agli stu<strong>di</strong>, potevo ben io aspettarmi per lo meno <strong>un</strong> cortese <strong>di</strong>niego. Eppure quel<br />

sorriso <strong>amorevole</strong> che gli era abituale temperò tosto in me quella timidezza che il suo nobile e<br />

<strong>di</strong>gnitoso contegno m'ispirava. “Ma tu sei già troppo vecchio, mi <strong>di</strong>sse celiando, per cominciare lo<br />

stu<strong>di</strong>o del latino”.<br />

53<br />

FEDI G., Cenni biografici <strong>di</strong> P. Luigi Profumo, Tip. G. Antonioli, Gazzano 1951, 9-10.<br />

54<br />

Ibid., 6-7.<br />

55<br />

GAZZALI A., P. Prof. Carlo Olivari, Tip. Moscarello, Genova 1940, 7.


22<br />

Ed io a lui, preso coraggio “Lo so: e se non comincio mai ?” M'accorsi che non avevo<br />

chiesto invano. Quel primo incontro fu il primo anello <strong>di</strong> <strong>un</strong>a catena in lui <strong>di</strong> benefizi e <strong>di</strong> riguar<strong>di</strong>,<br />

in me <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne e d'affetto che doveva tenerci avvinti per cinquantatre anni, e che solo la morte<br />

avrebbe spezzati» 56 .<br />

***<br />

C’erano al<strong>un</strong>ni che avevano seguito il maestro ed erano rimasti con lui per con<strong>di</strong>videre la<br />

stessa vita e la stessa passione. Con lui erano <strong>un</strong> vero “corpus” e con lui alc<strong>un</strong>i con<strong>di</strong>videvano anche<br />

le nascoste aspirazioni per il futuro dell’Opera. Altri vissero con lui, <strong>come</strong> per esempio Padre<br />

Antonio Minetti, Padre Tommaso Gaggero, Padre Antonio Giuseppe Piccardo, e lo seguirono nella<br />

realizzazione del progetto della Congregazione religiosa.<br />

Non gli è mai venuta meno la fiducia e la certezza nei confronti <strong>di</strong> chi gli era vicino; essa era<br />

basata non su <strong>un</strong>a supponente fiducia nella sua persona e nelle sue capacità, ma aveva <strong>come</strong><br />

supporto la sua inclinazione all’ottimismo per l’uomo e il suo affidamento in Dio, a cui rimaneva<br />

<strong>un</strong>ito con la preghiera «e passava e ripassava, pregando, i grani del rosario che non abbandonava<br />

mai» 57 .<br />

56<br />

OLIVARI C., P. Piccardo e i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, in AA.VV., Il nostro Primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze,<br />

Roma 2004, 85-86.<br />

57<br />

P. PAPI, P. Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma, 1994, 52.


23<br />

RETTORE DEI SEMINARI<br />

A Genova esistevano ab immemorabili due seminari: il minore detto del Chiappetto e il<br />

Maggiore. Erano situati in due e<strong>di</strong>fici in<strong>di</strong>pendenti ed anche abbastanza <strong>di</strong>stanti tra <strong>di</strong> loro. Nel<br />

seminario, incominciando dal minore negli anni 1830-1870 avevano accesso i figli dei notabili <strong>di</strong><br />

Genova, i nuovi borghesi e in generale coloro che avevano <strong>un</strong>a posizione <strong>di</strong> rilievo nella società.<br />

Con i cambiamenti sociali che si erano operati, i venti rivoluzionari, il fervore per la ri<strong>un</strong>ificazione<br />

dell’Italia, la mentalità subiva flessioni e tendenze <strong>di</strong> mutamento <strong>di</strong> varia natura: il seminario stava<br />

<strong>di</strong>ventando accessibile a <strong>un</strong> numero maggiore <strong>di</strong> classi sociali.<br />

Proprio a Genova la presenza della Pia Casa per l’avviamento dei giovinetti poveri allo stato<br />

ecclesiastico, iniziata dal Frassinetti e <strong>di</strong> cui il Piccardo era <strong>di</strong>rettore, aveva risvegliato <strong>un</strong> vivo<br />

interesse per le nuove leve ecclesiastiche.<br />

Quando Mons. Reggio, nominato arcivescovo <strong>di</strong> Genova, pose mano alla ristrutturazione<br />

della Diocesi, <strong>di</strong>resse la sua attenzione a quello che egli considerava il cuore della sua Chiesa: il<br />

seminario. «Con la formazione culturale e intellettuale del seminario, Mons. Reggio prende a cuore<br />

e non meno, la formazione spirituale e pastorale. Per questo chiama al compito <strong>di</strong> rettore del<br />

seminario il Padre Antonio Piccardo, superiore dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria e sacerdote assai stimato<br />

dall’arcivescovo per il suo spirito <strong>di</strong> pietà e <strong>di</strong> fraternità. Chiama poi <strong>come</strong> <strong>di</strong>rettore spirituale il<br />

Padre Luigi Persoglio … Queste due nomine, per la verità non comprese da alc<strong>un</strong>i sacerdoti, sono i<br />

primi segni <strong>di</strong> <strong>un</strong>a nuova ondata spirituale» 58 .<br />

«Il Padre Tommaso Olcese, <strong>di</strong> prima mano, poiché era stato segretario <strong>di</strong> Mons. Reggio,<br />

cosí evidenziava l’opera <strong>di</strong> Padre Piccardo <strong>come</strong> rettore del seminario arcivescovile <strong>di</strong> Genova<br />

(1895-1902): che la chiamata del Piccardo a Rettore del Seminario fosse <strong>un</strong>a mossa politica <strong>di</strong><br />

Mons. Reggio per <strong>di</strong>minuire la vitalità e l’importanza dell’Opera dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria lo sentii <strong>di</strong>re da<br />

molti, ma quando piú tar<strong>di</strong> andai Segretario con Mons. Reggio egli mi <strong>di</strong>chiarò in modo chiaro e<br />

categorico, <strong>come</strong> mai parlava, che il suo pensiero nei riguar<strong>di</strong> dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria era il seguente: Io<br />

chiamai, egli mi <strong>di</strong>sse, con parole che mi pare ricordare quasi esattamente, Don Piccardo a Rettore<br />

del Seminario perché mi piace lo spirito che è nei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria e perché egli lo coltivi e lo faccia<br />

fiorire anche in Seminario; e gli ho dato anche or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> chiamare ai posti <strong>di</strong> insegnamento e <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>rezione che si fossero resi vacanti del personale che sia stato educato nei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria cioè dei<br />

suoi al<strong>un</strong>ni» 59 .<br />

La scelta era contrastata da <strong>un</strong>a parte del clero, che mal sopportava l’esistenza del<br />

“seminario” dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, che considerava <strong>un</strong> doppione, ma <strong>un</strong> biografo <strong>di</strong> Reggio scrive: «La<br />

scelta del Rev.mo Padre Piccardo a Rettore dei due seminari <strong>di</strong>ocesani fu oltremodo indovinata, per<br />

mezzo suo Mons. Reggio promosse nel pio Istituto quello spirito <strong>di</strong> soave fraternità, quel carattere<br />

<strong>di</strong> vita familiare, quella santa confidenza tra seminaristi e superiori, propria dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria<br />

Immacolata» 60 .<br />

La nomina fu pubblicata da “Il Citta<strong>di</strong>no” il 25 luglio, Padre Piccardo si recò a prendere<br />

possesso del piccolo seminario del Chiappeto il 17 agosto, «inoltre Mons. Reggio, gli <strong>di</strong>ede altra<br />

58 D. TETTAMANZI, Tommaso Reggio, Piemme, Casale Monferrato 2000, 140.<br />

59 FAIN BINDA L., Lettera <strong>di</strong> famiglia n° 33 del 1-12-2003.<br />

60 FALDI E., Tommaso Reggio arcivescovo <strong>di</strong> Genova, Stringa E<strong>di</strong>tore, Genova 1969, 136.


24<br />

prova <strong>di</strong> stima e <strong>di</strong> benevolenza, inviandolo a Milano <strong>come</strong> suo rappresentante al Congresso<br />

Cattolico ri<strong>un</strong>ito in quella città il 1° settembre e giorno seguente» 61 .<br />

«La nomina del Padre Piccardo risultò provvidenziale perché nella seconda metà del 1895<br />

venne alla luce <strong>un</strong> improvviso quanto increscioso incidente dovuto ad <strong>un</strong> rischio errato che privò il<br />

Seminario <strong>di</strong> tutte le sue ren<strong>di</strong>te» 62 . Scrive Padre Giacomo Chiesa: «Dovendo (P. Piccardo) essere<br />

informato dello stato economico-finanziario del Seminario, ne chiese <strong>un</strong>a relazione all’economo,<br />

che era il Rev. Emilio Paro<strong>di</strong>. Questi colto <strong>di</strong> sorpresa … pregò <strong>di</strong> voler attendere ancora <strong>un</strong> po’…<br />

Intanto il 2 gennaio (1896) l’economo scomparve, né si vide piú al suo ufficio in seminario … I<br />

fornitori esigevano <strong>di</strong> essere sod<strong>di</strong>sfatti … con l’aiuto <strong>di</strong> Dio e la sagacia del Piccardo i fornitori<br />

furono accontentati con fortissimi acconti, e in brevissimo tempo tutto fu salvato … La Provvidenza<br />

si serví del Padre Piccardo, il quale per la sua bontà, la sua saggezza e signorilità de’ suoi mo<strong>di</strong><br />

godeva molta stima in Genova, e seppe trovare aiuti generosi» 63 .<br />

«Nel luglio 1895 - scrisse Don Piccardo a P. Zucchetti in data 8 gennaio 1912 - io ricevevo<br />

da Mons. Reggio, Arcivescovo <strong>di</strong> Genova, la nomina a Rettore del Seminario e la tenni fino al<br />

luglio 1902. Prima <strong>di</strong> accettare volli essere sicuro che egli mi concedesse <strong>un</strong> Direttore Spirituale per<br />

i chierici (da notare che non vi era stato mai prima <strong>di</strong> allora la carica <strong>di</strong> Direttore Spirituale). Mi<br />

trovai <strong>un</strong> giorno nella libreria “Lanate” in Piazza San Lorenzo con P. Persoglio e gli <strong>di</strong>ssi: - In<br />

questo momento io vedo innanzi a me il Direttore Spirituale per i seminaristi. - Restò sorpreso il<br />

buon <strong>padre</strong> e mi <strong>di</strong>sse: - Sarà <strong>di</strong>fficile che io possa accettare -. Gli risposi: - Lasci fare a me che ho<br />

già avuto l’assenso dall’Arcivescovo, ora scriverò al Provinciale a Torino -. Scrissi subito ed<br />

ottenni la desiderata licenza. Era fondamentale la presenza del Direttore spirituale e con la<br />

collaborazione cor<strong>di</strong>ale ed illuminata <strong>di</strong> P. Persoglio, Don Piccardo, poté corrispondere ben<br />

degnamente alla missione a cui la Provvidenza lo aveva chiamato» 64 .<br />

Nel 1900 con l’avvento del nuovo secolo e la proclamazione del Giubileo, P. Piccardo<br />

«organizzò pellegrinaggi per i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria e i seminaristi, spronandoli a recarsi a Roma e, dove<br />

non arrivava la borsa dei suoi giovani al<strong>un</strong>ni, arrivò la sua paterna generosità» 65 . Si impegnò perché<br />

nel cortile del seminario campeggiasse in alto la statua del Divin Redentore; la festa fu solenne e<br />

lasciò nell’animo <strong>di</strong> chi ebbe la fort<strong>un</strong>a <strong>di</strong> assistervi <strong>un</strong> indelebile ricordo.<br />

Padre Piccardo ha voluto che fosse redatta la cronaca del seminario; essa è <strong>un</strong>a ricca fonte <strong>di</strong><br />

notizie della quoti<strong>di</strong>anità della vita, delle iniziative, dell’impostazione generale e degli eventi piú<br />

eccezionali. Colpisce <strong>un</strong> particolare: non c’era avvenimento lieto o triste della vita della Chiesa<br />

locale in cui non ci fosse la presenza o almeno la rappresentanza dei seminaristi; la morte dei<br />

sacerdoti è ricordata con grande rispetto e partecipazione, il Vescovo viene citato con filiale<br />

riverenza e parlando del Rettore si nota <strong>un</strong> sottofondo <strong>di</strong> <strong>amorevole</strong> rispetto 66 .<br />

“Il Citta<strong>di</strong>no” pubblicando la notizia aveva aggi<strong>un</strong>to che l’Istituzione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria «che<br />

formò sempre la pre<strong>di</strong>letta cura dell’ operosissimo Piccardo, ed ebbe sotto <strong>di</strong> lui sí grande<br />

61<br />

BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2003, 45.<br />

62<br />

Ibid., 45.<br />

63<br />

Lettera <strong>di</strong> P. Giacomo Chiesa alla Madre Generale delle Suore <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Marta del 23-12-1951, Archivio Generale<br />

Suore <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Marta, Roma.<br />

64<br />

BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2003, 47.<br />

65 Ibid., 48.<br />

66 Archivio del Seminario Maggiore, Genova.


25<br />

incremento, continuerà ad essere sotto la sua <strong>di</strong>rezione e riterrà l’alta sorveglianza delle tre case dei<br />

suoi <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria» 67 .<br />

Non tutte le voci com<strong>un</strong>que erano concor<strong>di</strong>: in particolare si <strong>di</strong>stingue <strong>un</strong>a lettera del<br />

Canonico Arciprete Enrico Bonino in<strong>di</strong>rizzata alla Sacra Congregazione degli Stu<strong>di</strong> in Vaticano in<br />

cui lamenta la sua mancata nomina a Prefetto degli Stu<strong>di</strong> e sottolinea la sua <strong>di</strong>stanza dal modo <strong>di</strong><br />

gestire il Seminario: eccesso <strong>di</strong> vacanze, personale non adatto, privilegi ecc. A questa si può<br />

contrapporre <strong>un</strong>a semplice lettera che nel 1904 (due anni erano passati da quando non era piú<br />

Rettore ed era a Roma) scrivono i seminaristi al loro vecchio Rettore: «All’amato Direttore Padre<br />

Antonio Piccardo nel giorno solenne <strong>di</strong> Pasqua mandano <strong>un</strong> augurio gli al<strong>un</strong>ni lontani. Le feste,<br />

mentre sono destinate a sollevare lo spirito a Dio, anche questo ottengono tra noi sulla terra:<br />

rendono piú sal<strong>di</strong> gli affetti domestici e stringono sempre <strong>di</strong> piú i vincoli <strong>di</strong> amore e <strong>di</strong><br />

riconoscenza. Potevamo lasciar passare <strong>un</strong>a simile occasione per attestare l’amore che nutriamo<br />

verso il nostro amato Direttore?» 68 .<br />

Duecento furono i sacerdoti presenti ai festeggiamenti del suo ottantesimo compleanno, e<br />

ciò faceva ripetere il ritornello: “O quanto lo amavano e quanti lo amavano”.<br />

Giuseppe Pierucci in <strong>un</strong>a elegia a lui de<strong>di</strong>cata cosí conclude:<br />

'' Ei fu Seminatore d' amore e <strong>di</strong> bontà.<br />

Donò gli averi ai poveri,<br />

ché a lui fu inesausto forziere l’Evangel cristiano,<br />

fonte <strong>di</strong> carità.<br />

Dai mattutini albori, fin oltre la sera calante,<br />

arò perseverando e seminò con fede:<br />

Onde a la Religione sacrò sacerdoti trecento<br />

e offrí a l'Italia <strong>madre</strong> nobili citta<strong>di</strong>ni.<br />

Lo Spirto a Dio: a la Terra la spoglia;<br />

agli umani venturi<br />

l'esempio e la memoria, fin che la vita duri”.<br />

Amen 69 .<br />

67<br />

Diario <strong>di</strong> don Tommaso Gaggero, quaderno XXX, Archivio FSMI, Roma.<br />

68<br />

Archivio FSMI, Roma.<br />

69<br />

PIERUCCI G., Elegia,in AA. VV., Il nostro Primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma, 2004, 104.


26<br />

PADRE PICCARDO EDUCATORE<br />

«L’Arcivescovo Mons. Tommaso Reggio chiamò a <strong>di</strong>rigere i Seminari Vescovili Padre<br />

Piccardo, Direttore dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, a meglio cementare l’<strong>un</strong>ione del Clero e curarne con<br />

in<strong>di</strong>rizzo <strong>un</strong>iforme la formazione. E cosí <strong>un</strong> <strong>un</strong>ico Superiore <strong>di</strong>rigeva i due Istituti.<br />

Il nuovo Rettore, con l’approvazione dell’Arcivescovo, uomo <strong>di</strong> belle iniziative e <strong>di</strong> larghe<br />

vedute, volle che in Seminario ci fosse <strong>un</strong> trattamento <strong>un</strong>ico per tutti i seminaristi e si adoperò che<br />

tra seminaristi e Superiori si stabilisse quella confidenza familiare che era propria dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong><br />

Maria» 70 .<br />

Cementare l’<strong>un</strong>ione del Clero: <strong>un</strong> numero considerevole <strong>di</strong> giovani sacerdoti erano stati<br />

formati presso i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, avevano quin<strong>di</strong> <strong>come</strong> figura <strong>di</strong> riferimento P. Antonio Piccardo; ma<br />

bisogna ben supporre che la gestione della Diocesi era in mano ad <strong>un</strong>’altra parte del Clero ed ecco<br />

allora il compito <strong>di</strong> creare <strong>un</strong>ità e accordo affidato al Padre Piccardo.<br />

Stabilire <strong>un</strong>o stile familiare, <strong>un</strong>a parità tra i seminaristi e <strong>un</strong> rapporto <strong>di</strong> fiducia con i<br />

Superiori.<br />

Si può ben comprendere da questo che il Piccardo era <strong>un</strong> uomo <strong>di</strong> grande spessore a cui è<br />

affidato il compito <strong>di</strong> coesione tra i membri del clero e a cui è riconosciuto il merito <strong>di</strong> <strong>un</strong> metodo<br />

pedagogico efficace ed adatto ai tempi.<br />

Nell’archivio della Casa <strong>di</strong> Genova si conservano alc<strong>un</strong>i suoi quaderni <strong>di</strong> app<strong>un</strong>ti del tempo<br />

del liceo, in <strong>un</strong>o <strong>di</strong> essi troviamo questa frase: “Il bene si compie soltanto amando”. Un motto?<br />

Uno slogan? Un programma?<br />

Egli non ha lasciato scritti o trattati <strong>di</strong> carattere pedagogico o antropologico in modo da<br />

poterne analizzare con comodo profitto il pensiero, dobbiamo perciò volgere la nostra attenzione<br />

alle vicende della sua vita e da queste ricavare <strong>un</strong> testo che narri la vitalità e la serietà della sua<br />

opera educativa e il significato vocazionale <strong>di</strong> cui era intrisa. E questo perché ci troviamo <strong>di</strong> fronte<br />

non a <strong>un</strong> teorico ma ad <strong>un</strong> uomo concreto, realista, dotato <strong>di</strong> <strong>un</strong>o sguardo adeguato alle varie<br />

situazioni e persone. Chiaramente lo riconosce anche il Padre Minetti quando, per inciso, gli scrive:<br />

«Potrei darle relazione piú dettagliata, ma parlando con lei, che i giovani fa presto a conoscerli,<br />

crederei fatica inutile, mentre Puppo già lo conosce meglio <strong>di</strong> me» 71 .<br />

Sapeva bene cosa voleva raggi<strong>un</strong>gere e faceva <strong>di</strong> tutto per ottenere il fine, ma pretendeva<br />

poco in modo che non lo si smarrisse.<br />

Chi era l’educatore Antonio Piccardo.<br />

Il <strong>di</strong>acono Antonio Piccardo era seminarista interno e prefetto della camerata dei piccoli,<br />

quando il Semino, a nome <strong>di</strong> Pietro Olivari e del Frassinetti, gli fece la proposta <strong>di</strong> assumere la<br />

<strong>di</strong>rezione della “Pia Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata per l’avviamento dei giovinetti<br />

poveri agli stu<strong>di</strong> ecclesiastici”, si ebbe questa reazione: «Piacque tanto la cosa al Piccardo, ma il<br />

non essere ancora sacerdote, il vedersi cosí giovane ed inesperto lo faceva titubante, tuttavia aveva<br />

in massima accettato parendogli che il Signore gli aprisse il campo per fare <strong>un</strong> poco <strong>di</strong> bene. Si<br />

70 Archivio delle Suore <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Marta, Roma.<br />

71 Lettera del 25-8-1903, Archivio FSMI, Roma.


27<br />

riserbò però <strong>di</strong> parlare della cosa» 72 . Mettiamo in rilievo: si sentiva giovane ed inesperto,<br />

desideroso <strong>di</strong> fare <strong>un</strong> po’ del bene.<br />

Mons. Giacomo Ghio nel cercare <strong>un</strong>a caratteristica che in qualche modo fissasse la sua<br />

personalità, lo definisce «uomo forte nel senso piú bello e cristianamente puro della parola» 73 e<br />

spiega che è <strong>un</strong>a forza d’animo fatta <strong>di</strong> preghiera e <strong>di</strong> <strong>un</strong>ione con Dio, <strong>di</strong> dolcezza e <strong>di</strong> umiltà.<br />

A lui si associa Mons. Girolamo Car<strong>di</strong>nale: «La virtú caratteristica del nostro venerato<br />

Superiore era la bontà. Si riconoscevano e si apprezzavano le altre doti, <strong>di</strong> cui il Signore lo aveva<br />

arricchito: l’intelligenza, la prudenza, il raro buon senso, l’attività, lo zelo, la fermezza e, quando<br />

occorreva, l’energia; ma c’era <strong>un</strong>a che quasi le assorbiva tutte, dando a tutte <strong>un</strong> colore e <strong>un</strong> sapore<br />

speciale, la bontà» 74 .<br />

La personalità dell’educatore, i principi a cui egli si ispira, la lotta con i propri <strong>di</strong>fetti che<br />

forgia la sua persona, il dominio del proprio carattere ed anche il tratto educato offerto e ricevuto<br />

non sono delle variabili nel modo <strong>di</strong> educare ma elementi portanti che definiscono il metodo<br />

educativo. Padre Piccardo seppe ben valorizzare l’educazione ricevuta e ne seppe proiettare la luce<br />

e il calore attorno a sé.<br />

Piuttosto ottimista, preferiva rilevare le buone qualità del giovane; rimproverava, castigava<br />

se era il caso, ma il giovane sapeva <strong>di</strong> godere la stima del suo superiore.<br />

La figura <strong>di</strong> Padre Piccardo educatore<br />

Una forma <strong>di</strong> educazione per avere connotazioni <strong>di</strong> autenticità deve mettere in luce la sua<br />

indole <strong>di</strong>namica in reciprocità sia da parte dell’educatore che dell’educando, senza il cui libero<br />

concorso e consenso non ci sarebbe educazione. Spesso per descrivere <strong>un</strong> metodo educativo e<br />

quin<strong>di</strong> <strong>un</strong> educatore, si mettono in risalto i fini, i valori, gli ideali che vengono proposti o che si<br />

tenta <strong>di</strong> trasmettere. In realtà l’intervento educativo deve essere <strong>un</strong> atto <strong>di</strong> cooperazione e <strong>di</strong><br />

partecipazione da parte dell’educatore e dell’educando, il cui fondamento è <strong>un</strong>a reciproca fiducia:<br />

nell’educando <strong>di</strong> stima per l’educatore, nell’educatore <strong>di</strong> ottimismo per lo sviluppo futuro<br />

dell’educando. È dentro questa cornice che si può affermare che Padre Piccardo era <strong>un</strong> vero<br />

educatore, attento ad ogni singolo ragazzo e <strong>di</strong> esso non si proponeva <strong>di</strong> farne <strong>un</strong>a persona ideale<br />

ma <strong>un</strong>o che mettesse a frutto al massimo le sue possibilità, partendo da quella vocazionale.<br />

L’ardore apostolico, il credere alla propria missione era la forza che forniva legna al fuoco<br />

della perseveranza e suscitava fiducia e pazienza <strong>di</strong> fronte alla sor<strong>di</strong>tà della materia da modellare. Si<br />

sa dalla pedagogia che i valori non entrano nella persona o nella vita a colpi <strong>di</strong> semplici esortazioni,<br />

ma solo con <strong>un</strong>a paziente e indovinata opera informativa e formativa.<br />

Il suo sistema educativo<br />

72 Archivio Fsmi, Roma<br />

73 GHIO G., L’uomo forte, in AA. VV., Il nostro Primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma, 2004, 100.<br />

74 CARDINALE G., La sua bontà, in AA. VV., Il nostro Primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma, 2004, 103.


28<br />

Era sorto a Genova l’Istituto degli Artigianelli, fondato da Don Francesco Montebr<strong>un</strong>o 75 .<br />

Era apprezzata l’opera per il suo impegno sociale e per il sistema educativo, in <strong>un</strong> certo modo<br />

innovativo rispetto al modo <strong>di</strong> educare allora messo in atto. Se l’educazione legata all’osservanza<br />

della legge e al rispetto dei <strong>di</strong>vieti era il principio pedagogico applicato negli istituti <strong>di</strong> educazione<br />

statale, Don Montebr<strong>un</strong>o si ispirava ad <strong>un</strong> principio che veniva sintetizzato nella formula “Substine<br />

et abstine”, principio da lui addolcito e sublimato dal soffio dello spirito cristiano. Il giovane<br />

doveva avere o acquisire <strong>un</strong> carattere capace <strong>di</strong> “sopportare” e <strong>un</strong>a padronanza <strong>di</strong> sé che lo portasse<br />

ad accontentarsi del puro necessario senza la minima superfluità, cioè ad astenersi. Padre Piccardo<br />

era stato educato in <strong>un</strong> collegio statale ed aveva sotto gli occhi il metodo <strong>di</strong> Don Montebr<strong>un</strong>o, ma<br />

egli scelse <strong>un</strong>’altra via.<br />

L’intento primario fu quello <strong>di</strong> rendere l’istituzione <strong>un</strong>a famiglia, <strong>un</strong>a casa pervasa da<br />

sentimenti e rapporti domestici, <strong>un</strong> ambiente intimo e simpatico.<br />

Scriveva San Giovanni Bosco in <strong>un</strong>a lettera alla Congregazione Salesiana: “Bisogna che voi<br />

non <strong>di</strong>mentichiate che rappresentate i genitori <strong>di</strong> questa cara gioventù … Se perciò sarete veri<br />

padri dei vostri allievi, bisogna che voi ne abbiate anche il cuore”.<br />

Non è facile <strong>di</strong>re se Don Bosco l’abbia mutuato dai <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria o viceversa o hanno avuto<br />

la stessa intuizione in modo in<strong>di</strong>pendente, si può com<strong>un</strong>que affermare che “la Pia Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong><br />

Maria” era in senso pieno <strong>un</strong>a vera casa, <strong>un</strong>a casa con <strong>un</strong> <strong>padre</strong> sapiente ed avvincente.<br />

L’intento <strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>rizzo (<strong>come</strong> ricaviamo da alc<strong>un</strong>e testimonianze) era non<br />

l’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> <strong>un</strong>a <strong>di</strong>sciplina meccanica, che poi si abbandona nella vita attiva, specialmente<br />

sacerdotale, ma <strong>un</strong>a <strong>di</strong>sciplina che è abito al bene, abnegazione, sacrificio o amore.<br />

Il programma che connotava gli al<strong>un</strong>ni si può cosí sintetizzare: stu<strong>di</strong>are, pregare e stare<br />

allegri, perché le persone sante sono sempre allegre e felici, <strong>come</strong> <strong>di</strong>ceva il Frassinetti, cioè: servite<br />

Domino in laetitia.<br />

«Voleva che tutti fraternamente si amassero, ma non poteva soffrire né amicizie particolari,<br />

né antipatie. Voleva i suoi giovani pronti e volenterosi, anche nei piú umili uffizi, ancorché si<br />

<strong>di</strong>stinguessero per ingegno o altre qualità: potente mezzo <strong>di</strong> educazione per la pratica della vita.<br />

Voleva che nella Casa si tenessero in gran conto gli stu<strong>di</strong>, alimentava quella fierezza che incitava<br />

gli animi giovanili ad osare quanto consentivano le forze. Sapeva infondere in essi lo spirito <strong>di</strong><br />

corpo per quella vita <strong>di</strong> famiglia che negli eventi prosperi ed avversi accom<strong>un</strong>ava tutti i membri<br />

nelle gioie e nei dolori» 76 .<br />

E molte testimonianze sono piene <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne per la formazione ricevuta e per l’amore <strong>di</strong><br />

cui erano stati circondati negli anni della via verso il sacerdozio 77 . Una per tutte da <strong>un</strong> sacerdote exal<strong>un</strong>no<br />

del Seminario:<br />

“Rev.mo Padre, oggi adempio il mio voto, che fu <strong>un</strong> tempo <strong>un</strong>a promessa: offrire e de<strong>di</strong>care<br />

al Reveren<strong>di</strong>ssimo Padre Antonio Piccardo la mia prima Messa in musica. Lo faccio con tutta la<br />

75 Nella soffitta <strong>di</strong> questo Istituto era stata ospitata a “Pia Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria per l’avviamento dei giovinetti poveri<br />

allo stato ecclesiastico” Don Montebr<strong>un</strong>o era <strong>di</strong>ventato <strong>un</strong> aiutante del Padre Piccardo e lo troviamo nelle assemblee<br />

preparatorie della Congregazione.<br />

76 Q. PRONI, Patres nostri, in Settantacinquesimo, Roma 1941, 26.<br />

77 Si rimanda alla lettura della pubblicazione: AA.VV., Il nostro Primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma<br />

2004


29<br />

giocon<strong>di</strong>tà del mio animo, sperando che questo tenue omaggio <strong>di</strong> figlio sarà gra<strong>di</strong>to al suo cuore <strong>di</strong><br />

Padre. Mi inchino alla Paternità Vostra Reveren<strong>di</strong>ssima e con tutto l’affetto le bacio la mano.<br />

Devotissimo servo Don Stefano Ferro” 78 .<br />

Il ministero dell’educazione gli era entrato nel sangue, egli non si ispirava al modello<br />

dell’osservanza com<strong>un</strong>e.<br />

«Voleva che i suoi giovani fossero allegri …, <strong>di</strong> quando in quando li premiava con<br />

passeggiate straor<strong>di</strong>narie, a cui, finché poté, volle sempre prendere parte. E nei <strong>di</strong>vertimenti<br />

collegiali, sapeva cosí bene contemperare l’indulgenza con la severità, che il favore ottenuto<br />

risultava a mille doppi piú caro» 79 .<br />

L’atteggiamento dell’educatore che p<strong>un</strong>isce solo e non premia mai è fonte <strong>di</strong> pericolo e <strong>di</strong><br />

impenetrabilità, perché cristallizza in <strong>un</strong> solo verso la com<strong>un</strong>icazione e la risposta dell’educando.<br />

Non cosí era Padre Piccardo: sapeva adattare la legge alla situazione senza infrangere la vali<strong>di</strong>tà e la<br />

sostanza della stessa. Accettare il bene presente anche se lac<strong>un</strong>oso con sguardo l<strong>un</strong>gimirante in vista<br />

del meglio o della piena osservanza della legge è frutto <strong>di</strong> sapienza, è intelligenza e senso del reale.<br />

Ciò non implica il fatto <strong>di</strong> non proporre gran<strong>di</strong> ideali, <strong>di</strong> non spingere i giovani a sognare; dalla<br />

lettura della cronaca <strong>di</strong> casa risulta che non c’era acci<strong>di</strong>a in quella com<strong>un</strong>ità; i ragazzi non erano<br />

annoiati e <strong>di</strong>samorati, perché <strong>un</strong> fuoco, pur nascosto dalla normalità del quoti<strong>di</strong>ano, era<br />

continuamente attizzato dagli educatori per risvegliare i sogni e la passione dei gran<strong>di</strong> ideali.<br />

C’è <strong>un</strong> <strong>di</strong>alogo personale con i ragazzi, che è chiaro in<strong>di</strong>ce che essi sono l’oggetto principale<br />

delle sue attenzioni e che ha a cuore il loro progresso e la loro crescita.<br />

Dal Diario <strong>di</strong> Padre Piccardo:<br />

“Dalla ricreazione mi accorsi che … parlando con <strong>un</strong> suo compagno, prendeva quasi in<br />

scherzo la riprensione avuta il 28 sera: segno che le promesse fatte ieri, neanche stavolta erano<br />

sincere. Chiamatolo lo rimproverai; era <strong>un</strong>a buona occasione dalla mia porta doveva subito<br />

recarsi in cappella, si confessò e dopo la confessione pareva pentito”.<br />

“Stasera venne a me il … Sul principio pareva quasi venuto con <strong>un</strong> fare sprezzante …<br />

facendogli riflettere varie cose … confessò il suo naturale aver bisogno <strong>di</strong> guida”.<br />

“Chiamo … che da qualche tempo pare non abbia grande amore alla pietà. Confessa <strong>di</strong><br />

sentirsi molto freddo, <strong>di</strong> non essersi ben accinto a fare il bene: promette farlo”.<br />

“Viene … confessando <strong>un</strong> po’ <strong>di</strong> malinconia”.<br />

“8 <strong>di</strong>cembre 1873. Festa dell’Immacolata: al mattino si invitò il Priore <strong>di</strong> San Giacomo per<br />

la Messa della com<strong>un</strong>ione: prima della com<strong>un</strong>ione <strong>un</strong> breve <strong>di</strong>scorso, poi celebrai l’altra Messa <strong>di</strong><br />

ringraziamento.<br />

Questa è la festa che bisogna celebrare con piú solennità: a pranzo due pietanze, frutta,<br />

vino, dolce.<br />

Scrive poi a Tommaso Gaggero: “Ti autorizzo a fare quelle operazioncelle <strong>di</strong> cui mi parli.<br />

Quanto al resto non ti affliggere del passato. Per carità, non aggi<strong>un</strong>gere male a male”.<br />

78 Archivio FSMI, Roma.<br />

79 OLIVARI C., Della vita e delle opere del Servo <strong>di</strong> Dio Giuseppe Frassinetti, Tip. Poliglotta, Città del Vaticano 1929,


30<br />

Da questa descrizione, dalle deduzioni che se ne possono trarre e soprattutto dal risalto dato<br />

allo stile o spirito <strong>di</strong> famiglia, ci si aspetterebbe <strong>un</strong>a com<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> eguali o com<strong>un</strong>que abbastanza<br />

livellata. Padre Piccardo invece non ha annullato le <strong>di</strong>stanze, non ha eliminato le <strong>di</strong>fferenze perché<br />

lui si sentiva portatore <strong>di</strong> <strong>un</strong>a responsabilità educativa e questo, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> tutte le apparenze instaura<br />

la com<strong>un</strong>icazione e il <strong>di</strong>alogo ed elimina l’illusione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a falsa confidenza che è invece segno <strong>di</strong><br />

immaturità nell’educatore.<br />

Si legge <strong>di</strong> lui: «Il suo sembiante incuteva rispetto, ma non scemava l’amore. Anche la sua<br />

ombra, si <strong>di</strong>rebbe, era temuta; eppure era <strong>un</strong>a festa quando scendeva nella ricreazione. E amava che<br />

i suoi giovani fossero allegri, perché fossero buoni» 80 .<br />

Un ex-al<strong>un</strong>no compose <strong>un</strong>a poesia in occasione della traslazione della salma <strong>di</strong> Padre<br />

Piccardo dal Cimitero citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Staglieno alla cappella dell’Istituto <strong>di</strong> via Jacopo Ruffini.<br />

O caro Padre mio, vi parlo schietto<br />

oggi il vostro carissimo ritorno<br />

io lo volea cantar con <strong>un</strong> sonetto,<br />

ma pensa, pensa non conclusi <strong>un</strong> corno.<br />

Dire che questa casa e questo tetto<br />

son vostri per <strong>di</strong>ritto e per soggiorno<br />

dove accoglieste me anche, poveretto<br />

parmi questo <strong>un</strong> elogio <strong>di</strong>sadorno.<br />

Ma <strong>di</strong>rò, Padre, se vestito ancora<br />

della creta morta, nel mondo rio,<br />

tanto faceste per questa <strong>di</strong>mora<br />

che non farete adesso, o Buono, o Pio,<br />

mentre regnate e regnerete ancora<br />

coi santi in ciel, con Maria, con Dio? 81 .<br />

80 Ibid.<br />

81 PIERUCCI G., Elegia, in AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, Ed. Risonanze, Roma 2004, 104.


31<br />

SEGUIRE L’ISPIRAZIONE E, TRA LE OPPOSIZIONI,<br />

RIMANERE FEDELE ALLA CHIESA<br />

Padre Piccardo sentiva profondamente la sua appartenenza alla Chiesa, ne era suo membro e<br />

ne desiderava ardentemente lo sviluppo e la sognava piena <strong>di</strong> fascino.<br />

La Chiesa <strong>di</strong> Dio che è in Genova gli era cara: in essa egli era nato alla fede, aveva<br />

conosciuto ed amato ciò che dava senso alla sua vita, in essa lui era sacerdote.<br />

Egli <strong>come</strong> <strong>padre</strong>, guida e animatore dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria si è trovato ad affrontare situazioni<br />

totalmente nuove e dall’esito impreve<strong>di</strong>bile. Non ha trovato l’appoggio del Pastore della Chiesa con<br />

il quale non c’era concordanza <strong>di</strong> idee circa il destino dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria. Ha dovuto camminare da<br />

solo, soprattutto nei momenti piú critici e cercare nella sofferenza dell’anima luce per <strong>di</strong>scernere la<br />

volontà <strong>di</strong> Dio. Ha voluto essere figlio obbe<strong>di</strong>ente ma non <strong>di</strong>sattendere la mozione interiore.<br />

Si è recato a Roma per avere quei lumi che gli permettessero <strong>di</strong> non correre invano in <strong>un</strong>a<br />

vana illusione, che avrebbe potuto confondere con la volontà <strong>di</strong> Dio. Si incamminò verso Roma ma<br />

<strong>come</strong> <strong>un</strong> pellegrino con il cappuccio calato sulla fronte senza sbattere la porta <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé, pregando<br />

e non male<strong>di</strong>cendo l’Arcivescovo, che non lo comprendeva.<br />

Viene spontaneo domandarsi: perché queste <strong>di</strong>fficoltà e incomprensioni? Certamente la<br />

limitatezza umana ha dato il suo contributo ma in <strong>un</strong>a prospettiva <strong>di</strong> Provvidenza si può <strong>di</strong>re che gli<br />

ostacoli servono per creare nell’uomo, che si accinge ad <strong>un</strong>’opera cosí originale, <strong>come</strong> è quella <strong>di</strong><br />

essere latore <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo carisma alla Chiesa, <strong>un</strong>a densità spirituale. Questa vita interiore intensa <strong>di</strong><br />

chi inizia è fonte <strong>di</strong> fecon<strong>di</strong>tà perché trasmette il carisma iniziale e lo ravviva in ogni vocazione che<br />

viene ad infoltire le fila della nuova famiglia.<br />

Osservando anche superficialmente gli avvenimenti si nota <strong>come</strong> la “Pia Opera dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong><br />

Maria”, parte viva e feconda della Chiesa genovese suscitava nell’ambito clericale <strong>un</strong> variegato<br />

atteggiamento che andava dalla approvazione piena <strong>di</strong> simpatia alla opposizione piú o meno<br />

sfumata.<br />

C’era <strong>un</strong>a forma <strong>di</strong> contrasto strisciante ma anche <strong>un</strong>a contrapposizione manifesta; essa si<br />

coglie in vari elementi <strong>come</strong> per esempio l’inchiesta fatta dalla Commissione del Seminario per gli<br />

esterni, sulla compatibilità dell’istituzione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria con il Seminario 82 , la lettera (riservata)<br />

dell’Arciprete Canonico Enrico Bonino al Car<strong>di</strong>nale Prefetto della Congregazione degli Stu<strong>di</strong> del<br />

Vaticano del 24 novembre 1900, l’insofferenza dell’Arcivescovo Mons. Pulciano che si ricava da<br />

vari app<strong>un</strong>ti, il cui originale è nell’Archivio del Seminario <strong>di</strong> Genova.<br />

82 L’inchiesta è sui generis perché non pone quesiti ma dà affermazioni. Si chiede <strong>di</strong> pron<strong>un</strong>ciarsi:<br />

1. Si teme <strong>un</strong> dualismo nel clero. Perciò si cerca <strong>di</strong> dare <strong>un</strong> in<strong>di</strong>rizzo <strong>un</strong>ico al clero sia per le conferenze spirituali, sia<br />

per il canto liturgico, sia per le cerimonie etc.<br />

2. La Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria può fare <strong>un</strong>a scelta dei migliori nell’ammettere i giovani, quin<strong>di</strong> gli al<strong>un</strong>ni del Seminario<br />

ne hanno scapito e gelosia, non potendo il Seminario fare questa scelta dovendo accogliere tutti quelli che può i<br />

quali abbiano le qualità sufficienti etc.<br />

3. La Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria secondo la sua prima istituzione aveva per iscopo il solo avviamento dei giovinetti agli<br />

stu<strong>di</strong> ecclesiastici<br />

4. La Casa non <strong>di</strong>pende <strong>di</strong>rettamente dall’Or<strong>di</strong>nario: è amministrata da sacerdoti e da secolari e quin<strong>di</strong> si teme, avendo<br />

<strong>un</strong> carattere laicale, che possa facilmente degenerare etc.<br />

Non sappiamo che estensione avesse la rilevazione, in nostro possesso ci sono alc<strong>un</strong>e risposte tra cui quella <strong>di</strong> Mons.<br />

Persoglio.


32<br />

C’è <strong>un</strong>a accettazione viva, cor<strong>di</strong>ale e sincera da parte dei sacerdoti ex allievi, <strong>di</strong> ecclesiastici<br />

ragguardevoli e vescovi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ocesi limitrofe.<br />

C’è anche <strong>un</strong> riconoscimento con<strong>di</strong>zionato, o meglio <strong>di</strong>re <strong>un</strong>a opposizione ovattata, volta a<br />

far sí che “La Pia Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria” <strong>di</strong>ventasse <strong>un</strong>a semplice espressione del Seminario, fino<br />

a stemperarsi e perdere l’originario suo fine gi<strong>un</strong>gendo ad <strong>un</strong>a <strong>di</strong>sgregazione per appiattimento con<br />

l’inevitabile assorbimento da parte del Seminario.<br />

In che situazione spirituale si trovava Don Piccardo che voleva fare solo <strong>un</strong> po’ <strong>di</strong> bene? In<br />

lui il desiderio dell’incontro tra la sua novità e l’accettazione delle decisioni della Chiesa giocava <strong>un</strong><br />

ruolo fondamentale. Questa sofferta incomprensione, questa mancanza <strong>di</strong> incontro generava quella<br />

sofferenza a cui richiama il Vangelo: «Se il chicco <strong>di</strong> grano caduto in terra non muore …» (Gv 12,<br />

24). Tale sofferenza nella linea della croce, lo apre ad <strong>un</strong>a piena <strong>di</strong>mensione pasquale.<br />

Non era nello stile né nei desideri <strong>di</strong> Padre Piccardo essere “segno <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zione”;<br />

l’<strong>un</strong>ità e l’armonia erano i parametri con i quali si può misurare la sua personalità, ma aveva dentro<br />

<strong>un</strong> appello irrin<strong>un</strong>ciabile a cui doveva essere fedele.<br />

La forza dell’agire, della convinzione e della santa testardaggine <strong>di</strong> Padre Piccardo e<br />

l’accoglienza <strong>di</strong> Pio X, fa sí che la cronaca minore <strong>di</strong> <strong>un</strong>a associazione qualsiasi sia trasformata in<br />

<strong>un</strong>a nuova luce nell’impegno ecclesiale e scriva pagine ine<strong>di</strong>te e non “dejá vue” nella sequela <strong>di</strong><br />

Cristo.<br />

Forse qualc<strong>un</strong>o potrebbe pensare che, Padre Piccardo, ostacolato su molti fronti,<br />

male<strong>di</strong>cesse chi nella <strong>di</strong>ocesi, pur con motivazioni <strong>di</strong> bene, lo metteva in ristrettezze, invece no,<br />

cercò <strong>un</strong>a nuova via per amare piú genuinamente la Chiesa; e colui che in quel Corpo ha la missione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>scernere lo Spirito, ha riconosciuto lo slancio spirituale che recava con sé e il risveglio che<br />

sarebbe avvenuto dal <strong>di</strong> dentro della Chiesa stessa.<br />

Se c’era <strong>un</strong> prezzo da pagare, Padre Piccardo era <strong>di</strong>sposto a pagarlo e <strong>di</strong> fatto lui e primi<br />

compagni non si sono tirati in<strong>di</strong>etro. Il loro tesoro interiore non era <strong>un</strong> possesso privato da<br />

consumarsi in <strong>un</strong>a cerchia selezionata ma aveva la connotazione dell’ecclesialità. È il<br />

riconoscimento <strong>di</strong> questa nota determinante, <strong>di</strong> cui lui era portatore e non padrone, che lo ha<br />

motivato ad affrontare l’avventura della Congregazione.<br />

C’è <strong>un</strong> legame impalpabile ma innegabile tra il misconoscimento <strong>di</strong> <strong>un</strong> carisma fino, magari,<br />

a considerarlo <strong>un</strong> inganno o <strong>un</strong>a autoesaltazione da parte del fondatore e i suoi primi compagni e la<br />

sua successiva valorizzazione e talvolta esaltazione. Gli esempi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà con i Vescovi ed anche<br />

con la Sede Apostolica sono innumerevoli 83 .<br />

Padre Piccardo, in <strong>un</strong> cammino interiore per conoscere la volontà <strong>di</strong> Dio su <strong>di</strong> sé e sui <strong>Figli</strong><br />

<strong>di</strong> Maria, soffre per le opposizioni da parte dell’Or<strong>di</strong>nario e le <strong>di</strong>fficoltà e le <strong>di</strong>ffidenze serpeggianti<br />

tra il Clero altolocato della città.<br />

Scrive Padre Minetti nel suo <strong>di</strong>ario:<br />

«16 Settembre 1902. “Oggi giorno <strong>di</strong> dolore. Il Signor Direttore si presentò all’Arcivescovo<br />

per sentire il suo parere intorno alle Regole … Il principio dell’Arcivescovo è <strong>di</strong> trarre tutto a sé”.<br />

83 Cfr. J. M. LOZANO, El f<strong>un</strong>dator y su famiglia religiosa. Inspiración y carisma, Publicationes Claretianas, Madrid<br />

1978, passim.


33<br />

4 Ottobre 1902. “Oggi giorno <strong>di</strong> letizia per essere arrivata da Roma <strong>un</strong>a lettera del Signor<br />

Direttore che dà <strong>un</strong> po’ <strong>di</strong> speranza pro nostra Congregatione facienda”.<br />

6 Novembre 1902. «I destinati per Roma andarono dall’Arcivescovo per congedarsi e<br />

prendere la pastorale bene<strong>di</strong>zione e tutti allegri e contenti si presentarono a lui, ed egli ci ricevette<br />

con volto accigliato e ci <strong>di</strong>sse: Presto, presto che ci ho della gente.<br />

Eccellenza, <strong>di</strong>sse il Direttore, prima <strong>di</strong> partire per Roma siamo venuti ad ossequiarla e<br />

pregarla della sua pastorale bene<strong>di</strong>zione.<br />

L’Arcivescovo con accento <strong>di</strong>sgustoso ci <strong>di</strong>sse: Io vi do la bene<strong>di</strong>zione <strong>come</strong> la darei al<br />

popolo e non annetto a tale bene<strong>di</strong>zione ness<strong>un</strong>’altra cosa.<br />

Il Direttore: È la bene<strong>di</strong>zione del Signore in qual<strong>un</strong>que modo sia apporta sempre bene.<br />

Ripeté che egli non intendeva dare alla sua bene<strong>di</strong>zione ness<strong>un</strong> altro significato perché noi ci<br />

siamo intesi con Roma e prima dovevamo intendere lui.<br />

Io, Eccellenza, sono venuto, <strong>di</strong>sse il Direttore, e poi sa <strong>come</strong> sono andate le cose.<br />

Lei, Don Piccardo, ha trattato male e glielo <strong>di</strong>co in l<strong>un</strong>go e in largo e dovevate prima<br />

parlare con me. Ricordatevi quello che avete promesso quando vi siete or<strong>di</strong>nati, avete promesso<br />

obbe<strong>di</strong>enza e riverenza.<br />

Io aggi<strong>un</strong>si: Se io avessi saputo che desiderava parlarmi, sarei venuto ben volentieri, ma il<br />

nostro Direttore fece lui.<br />

Si, rispose, ma dovevate tener conto dei vostri Superiori.<br />

E il Direttore: Ma anche a Roma sono nostri Superiori.<br />

Fu per noi <strong>un</strong> fulmine a ciel sereno. Pazienza, tutto per amor <strong>di</strong> Dio!<br />

Venne ad accompagnarci nell’uscita il Canonico De Amicis e, contata la cosa, ci <strong>di</strong>sse: Ci<br />

vuole pazienza, voi eravate in regola, ci vuole pazienza» 84<br />

Ness<strong>un</strong>o dà a se stesso né la vita religiosa, né la regola, né la denominazione: tutto viene<br />

sempre ricevuto da <strong>un</strong> altro, da <strong>un</strong>o che ha il dono della paternità.<br />

Il Padre Piccardo vive dell’idea <strong>di</strong> consacrazione religiosa sotto la denominazione <strong>di</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Santa</strong> Maria Immacolata, idea mutuata dalla vita, dalla tensione spirituale e dalla volontà inespressa<br />

del Frassinetti, tuttavia l’investitura la riceve dal Vescovo <strong>di</strong> Roma con la me<strong>di</strong>azione del Car<strong>di</strong>nale<br />

Vicario Pietro Respighi: egli pone il sigillo alla loro aspirazione e conferma la regola.<br />

È questa la ricompensa della fedeltà nella sofferta ricerca della volontà <strong>di</strong> Dio sull’opera che<br />

portava avanti e sulla sua stessa vita.<br />

Di ritorno dal suo secondo viaggio a Roma, alla com<strong>un</strong>ità della Casa ri<strong>un</strong>ita, Padre Piccardo<br />

espose la proposta che il Car<strong>di</strong>nale Vicario gli aveva fatto a nome <strong>di</strong> Sua Santità Leone XIII, ed<br />

aggi<strong>un</strong>se: “Ma lí non si guadagna”. Tutti in coro risposero: “A Roma non si <strong>di</strong>ce mai <strong>di</strong> no!”.<br />

84 Archivio Fsmi, Roma.


34<br />

Il <strong>di</strong>re “tout court” che il Frassinetti è il Fondatore dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata (il<br />

che è vero), è <strong>un</strong>a scorciatoia. Tra la “Pia Unione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria” e la “Congregazione dei <strong>Figli</strong><br />

<strong>di</strong> Maria” non c’è solo progressione ma anche <strong>di</strong>scontinuità; <strong>di</strong>scontinuità nelle forme concrete <strong>di</strong><br />

realizzazione, che si manifesta nell’aspetto giuri<strong>di</strong>co e nelle regole.<br />

Il carisma è <strong>un</strong> “in<strong>di</strong>cibile”, qualche autore lo definisce <strong>un</strong>a “follia” rispetto alla fatalità della<br />

storia; calare la realtà “carisma” che è soprannaturale e quin<strong>di</strong> non dominabile dall’uomo, in <strong>un</strong>a<br />

istituzione significa sia mortificarla, sia dargli continuità; è la chiesa che istituzionalizza il carisma,<br />

e la Chiesa è anch’essa <strong>un</strong> mistero.<br />

Se si vuole definire <strong>un</strong> carisma si riesce al massimo a produrre <strong>un</strong> balbettio, eppure anche<br />

questo farfugliamento è in<strong>di</strong>spensabile, perché è proprio cosí che, in <strong>un</strong> certo modo, esso può<br />

esistere nella storia.<br />

Il ruolo <strong>di</strong> Padre Piccardo <strong>come</strong> ispiratore carismatico e non solo continuatore<br />

dell’ispirazione frassinettiana è <strong>un</strong> capitolo suggestivo ed esaltante.<br />

La fedeltà nella sofferenza e la sofferenza nella fedeltà fa germogliare i fiori.


35<br />

PADRE PICCARDO FONDATORE?<br />

Padre Piccardo era il postulatore della causa <strong>di</strong> beatificazione del Priore Giuseppe<br />

Frassinetti; racconta Padre Tommaso Bertolotto: «Nel 1921 il processo or<strong>di</strong>nario a Genova era<br />

terminato e negli ultimi giorni <strong>di</strong> aprile <strong>di</strong> quello stesso anno, accompagnato dal vice postulatore,<br />

don Giuseppe Capurro, volle egli stesso essere il portatore degli atti del processo a Roma e<br />

presentarli alla Sacra Congregazione dei Riti. In quel momento sembrò che egli facesse la consegna<br />

<strong>di</strong> tutto se stesso all’autorità apostolica» 85<br />

I volumi degli atti portano nel frontespizio il titolo: Canonizationis Servi Dei Pauli Mariae<br />

Josephi Frassinetti, sacerdotis saecularis Parochi-Prioris Paroeciae S. Sabinae, F<strong>un</strong>datoris<br />

Congregationis Filiorum S. Mariae Immaculatae.<br />

Risulta senza ambiguità <strong>di</strong> termini che nel fondatore Piccardo si sia consolidata la certezza<br />

<strong>di</strong> essere erede e figlio <strong>di</strong> chi ha ideato e ha accompagnato i primi passi della creatura che, affidata<br />

alle sue cure, ha esplicitato, grazie alla sua “fedeltà formativa” tutte le possibilità e i germogli in<br />

essa riposti. Egli ne è <strong>di</strong>ventato, <strong>come</strong> lo definisce l’epitaffio posto sulla sua tomba, “parens alter”,<br />

solidale con il “primus pater”.<br />

Nella lettera redatta dal Car<strong>di</strong>nale Pietro Respighi, depositata presso la Congregazione per<br />

gli Istituti <strong>di</strong> vita religiosa e le Società <strong>di</strong> vita apostolica, che tiene luogo <strong>di</strong> “Decretum lau<strong>di</strong>s”, ad<br />

<strong>un</strong> tratto si <strong>di</strong>ce: “…ottenere la fedele osservanza degli obblighi ass<strong>un</strong>ti da Padre Piccardo…e<br />

provvedere al bene e alla stabilità della Congregazione fondata da esso”.<br />

Si tratta allora <strong>di</strong> due fondazioni?<br />

Si può <strong>di</strong>re che Padre Piccardo ha aperto la chiusa e l’acqua della fonte è defluita nella<br />

storia; ha conservato la fedeltà all’ere<strong>di</strong>tà affidatagli in <strong>un</strong> rinnovamento <strong>di</strong>namico, misurandosi con<br />

le instabili circostanze del tempo. Si deve affermare che non sono due fondazioni ma due fondatori,<br />

o meglio due uomini in com<strong>un</strong>ione e in solidale collaborazione per la stessa fondazione.<br />

Il riconoscimento da parte della Chiesa del titolo <strong>di</strong> “fondatore” sia al Frassinetti sia al<br />

Piccardo sopprime ogni perplessità, infatti la Chiesa sancisce e riconosce il carisma <strong>di</strong> fondatore,<br />

riconoscendo l’istituto stesso, perché fondamentale è che l’autorità gerarchica sia la depositaria del<br />

carisma che è sempre a beneficio <strong>di</strong> tutto il popolo <strong>di</strong> Dio.<br />

Il Frassinetti è circondato dai <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria viventi in com<strong>un</strong>e, essi formano quasi la sua<br />

aureola. È a essi che egli ha partecipato e com<strong>un</strong>icato lo stesso spirito che albergava in lui<br />

chiamandoli all’amore per il bene e alla santità, arricchendoli <strong>di</strong> <strong>un</strong>a particolare intimità e <strong>un</strong>endoli<br />

alla sua stessa missione, che crea <strong>come</strong> <strong>un</strong> rapporto <strong>di</strong> paternità: da <strong>padre</strong> a figlio. In essi egli,<br />

sebbene preso e <strong>di</strong>stratto da <strong>un</strong>a quoti<strong>di</strong>anità parrocchiale e apostolica, ha vissuto quello stesso<br />

spirito.<br />

Padre Piccardo aggi<strong>un</strong>tosi <strong>un</strong> po’ piú tar<strong>di</strong>, era parte <strong>di</strong> questa com<strong>un</strong>ità, anzi ne è <strong>di</strong>ventato<br />

la parte piú eletta.<br />

Sorge a questo p<strong>un</strong>to <strong>un</strong>a domanda: perché tanta <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> anni dalla fondazione della Pia<br />

Casa alla fondazione della Congregazione? Le istituzioni, <strong>come</strong> gli in<strong>di</strong>vidui hanno leggi che<br />

85 BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2003, 112.


36<br />

presiedono al loro sviluppo e regolano la loro attività con <strong>un</strong> decorso lento ma sicuro e nello stesso<br />

tempo non soggetto a schemi preventivi. Sarebbe pericoloso affrettare le soste che la natura e in<br />

questo caso la Provvidenza, ha segnato.<br />

Per approfon<strong>di</strong>re il tema siamo costretti ad entrare nell’intimo dell’animo del giovane<br />

sacerdote, <strong>di</strong> fresco or<strong>di</strong>nato, Antonio Piccardo per carpirgli il segreto che gli ha fatto intuire la<br />

collocazione <strong>di</strong> quella piccola com<strong>un</strong>ità, che il Frassinetti simbolicamente gli consegnava, nella vita<br />

e nel cuore della Chiesa, percepire la forza profetica in essa germinalmente deposta al fine <strong>di</strong><br />

risvegliare e richiamare il cammino verso il Regno.<br />

È questa <strong>un</strong>’operazione necessaria, anche se ha dentro il pericolo <strong>di</strong> far cantare <strong>un</strong>a canzone<br />

antica con ritmi nuovi o leggerla con <strong>un</strong>a chiave musicale <strong>di</strong>versa.<br />

Padre Piccardo era l’uomo dell’essenziale, anche nelle parole; non troviamo in ness<strong>un</strong><br />

documento ness<strong>un</strong>a “<strong>di</strong>chiarazione d’intenti”, né piste programmatiche, dobbiamo allora capirlo<br />

attraverso il suo operato, gli avvenimenti, la maturazione e la macerazione dell’idea e cosí scoprire<br />

il desiderio della sua anima nell’accogliere questo compito.<br />

L’attività, l’impegno e l’impulso che Padre Piccardo ha dato, fin da subito, all’opera, sono<br />

segni <strong>di</strong> <strong>un</strong>a presa <strong>di</strong> coscienza <strong>di</strong> leadership e non solo leadership organizzativa ma carismatica.<br />

Tale impulso <strong>come</strong> <strong>un</strong>a scossa sotterranea, percorreva tutta la casa e coinvolgeva i<br />

collaboratori e i professori, in particolare Pietro Olivari e Raffaele Frassinetti. Cioè la leadrship era<br />

trasmessa anche ad altri che, in sintonia con lui, mettevano le fondamenta <strong>di</strong> <strong>un</strong>’opera che avrebbe<br />

avuto il sigillo pontificio.<br />

Che significato contiene quel “Appena fui or<strong>di</strong>nato sacerdote s’impossessò del mio cuore<br />

<strong>un</strong>a brama forte <strong>di</strong> giovare, per quanto potessi nella mia nullità, confidando <strong>un</strong>icamente nel <strong>di</strong>vino<br />

aiuto, al giovane clero, e mi pareva che molto si sarebbe potuto fare a suo pro”?<br />

Quale è stata simile “brama forte che si è impossessata del cuore” <strong>di</strong> Padre Piccardo da<br />

indurlo a lasciare gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto, la sua sicura carriera ecclesiastica, la vita confortevole,<br />

connaturale alla sua famiglia, per de<strong>di</strong>carsi tutto e fin dall’inizio del suo sacerdozio al problema<br />

della carenza <strong>di</strong> vocazioni? Si intuisce <strong>un</strong>a chiamata ad uscire dall’accampamento, ad allargare i<br />

paletti della tenda e andare oltre il già collaudato.<br />

Lo scenario <strong>di</strong> fondo ci mostra nell’<strong>un</strong>o e nell’altro caso <strong>un</strong>a scelta <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>calità, <strong>un</strong><br />

atteggiamento totalizzante.<br />

Se dobbiamo entrare nell’animo <strong>di</strong> <strong>un</strong> fondatore, non è sufficiente capire che cosa aveva<br />

intenzione <strong>di</strong> fare, iniziando <strong>un</strong>a determinata opera; questo è solo il primo passo della<br />

comprensione, è la soglia <strong>di</strong> quel misterioso vento che alimentava la sua vita. L’indagine si deve<br />

spingere anche alla fonte o al fuoco interiore che lo muoveva in quella <strong>di</strong>rezione ossia al fulcro, alla<br />

caratteristica fondamentale della sua persona che è stata poi riversata sull’istituzione. È necessario<br />

intravedere tramite quale esperienza egli sia venuto a contatto con lo Spirito e quali esperienze<br />

spirituali siano state determinanti.<br />

Ma è possibile cogliere l’illuminazione interiore o la chiamata <strong>di</strong>vina che ha mosso i nostri<br />

fondatori a impegnare la loro vita in questa opera che va sotto il nome <strong>di</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria<br />

Immacolata?


37<br />

Si possono cogliere alc<strong>un</strong>i sprazzi o bagliori della bellezza della chiamata, in base alle<br />

confidenze che essi stessi hanno fatto. Il loro pu<strong>di</strong>co silenzio può essere rotto. Per il Frassinetti,<br />

recependo passi dei suoi scritti, in particolare la Lettera al canonico Guerra, le Brevi riflessioni ai<br />

sacerdoti fratelli e Riflessioni proposte agli Ecclesiastici. Nel Piccardo si coglie <strong>un</strong>icamente dal suo<br />

agire, dalla sua opera costante e coerente.<br />

Nell’esaminare l’andamento quoti<strong>di</strong>ano della Pia Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata<br />

per l’avviamento dei giovani poveri agli stu<strong>di</strong> ecclesiastici, risaltano gesti ed avvenimenti in<br />

qualche modo rivelatori <strong>di</strong> <strong>un</strong>a “ulteriorità”.<br />

«Padre Piccardo, vitalmente <strong>un</strong>ito al Frassinetti potrebbe far sua la confessione <strong>di</strong><br />

Sant’Alessio dei Servi <strong>di</strong> Maria: “Mai fu intenzione mia e dei miei compagni fondare <strong>un</strong> nuovo<br />

or<strong>di</strong>ne, né che dall’<strong>un</strong>ione mia e dei miei compagni germogliasse <strong>un</strong>a Congregazione. Tutto questo<br />

è da attribuirsi perciò soltanto a Nostra Signora» 86 .<br />

Il suo operare ci fa pensare che la conduzione della Casa da parte <strong>di</strong> Padre Piccardo non era<br />

simile al cabotaggio che naviga costa costa finché non gi<strong>un</strong>ge ad <strong>un</strong> qualche approdo, ma <strong>un</strong><br />

tendere le vele al vento e cercare il mare aperto.<br />

Elenchiamo alc<strong>un</strong>i fatti senza particolari analisi contestuali.<br />

L’Arcivescovo Magnasco il 22 gennaio 1873 raccomandava l’opera ai possibili benefattori<br />

con <strong>un</strong>a lettera ufficiale: “Quest’opera posta sotto la protezione e l’alta <strong>di</strong>rezione dell’Arcivescovo<br />

<strong>di</strong> Genova dal suo regolamento, concorre a sod<strong>di</strong>sfare <strong>un</strong>o dei piú urgenti bisogni della città e della<br />

<strong>di</strong>ocesi, che è quello <strong>di</strong> accrescere il numero degli aspiranti allo stato ecclesiastico e cosí supplire<br />

alla continua deficienza del Clero. Quin<strong>di</strong> caldamente si raccomanda la carità dei benefattori.<br />

† Salvatore Arcivescovo”.<br />

L’opera era posta sotto l’alta <strong>di</strong>rezione dell’Arcivescovo, eppure i contratti <strong>di</strong> affitto e <strong>di</strong><br />

acquisto degli stabili per questa attività, <strong>come</strong> pure l’acquisto <strong>di</strong> villa Adorno <strong>di</strong> Rivarolo e la<br />

costruzione del Collegio San Giuseppe <strong>di</strong> Pra figurano tutti sotto il nome <strong>di</strong> Antonio Piccardo.<br />

Nel 1885 viene alla luce <strong>un</strong> progetto <strong>di</strong> regolamento per creare <strong>un</strong>a Congregazione. Ne è<br />

autore don Alessandro Monti, che era membro e professore nella Pia Casa.<br />

Dal Regolamento <strong>di</strong> don Piccardo: Nella casa possono essere accolti anche adulti -secondo<br />

lo spirito <strong>di</strong> Giuseppe Frassinetti, che desiderano essere confratelli "al secolo" ma anche vivere in<br />

com<strong>un</strong>ità".<br />

Il 23 novembre 1887 Don Minetti scrive nel suo <strong>di</strong>ario (in <strong>un</strong> italiano <strong>un</strong> po’<br />

sgrammaticato): “Stasera parlai col Signor Direttore, <strong>di</strong> erigere questa casa – dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria - a<br />

formale Congregazione. Tutto insieme gli è piaciuto e pare che sarebbe <strong>di</strong>sposto o meglio<br />

desideroso”.<br />

7 febbraio 1889. Monsignor Emiliano Manacorda vescovo <strong>di</strong> Fossano consegna al Padre<br />

Piccardo il testo delle Costituzioni per l’erigenda Congregazione, che egli aveva elaborato.<br />

12 agosto 1891. Il Direttore Don Piccardo ri<strong>un</strong>í tutti i sacerdoti, che lavoravano nella Pia<br />

Casa. Erano presenti: Don Minetti, Don Olivari, Don Mantero, Don Monti, Don Montebr<strong>un</strong>o. Non<br />

86 Legenda de origine, n° 24, Fonti storico – spirituali dei Servi <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria, Bergamo 1998, 220.


38<br />

era presente, ma giustificato Don Gaggero. Si parlò delle regole della fondazione della<br />

Congregazione e dei passi successivi per arrivarvi.<br />

26 novembre 1892. Il Direttore Don Antonio Piccardo parla con il nuovo Arcivescovo<br />

Mons. Tommaso Reggio dell’erigenda Congregazione. Si mostra favorevole ma propone <strong>un</strong>a<br />

Congregazione <strong>di</strong> Oblati.<br />

19 luglio 1895. Don Antonio Piccardo viene nominato Rettore dei Seminari arcivescovili,<br />

conservando la Direzione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria.<br />

20 luglio 1895. Visita del Direttore a Monsignor Emiliano Manacorda che consiglia <strong>di</strong><br />

intensificare i lavori in vista della Congregazione.<br />

10 maggio 1899. Scrive Don Minetti nel suo <strong>di</strong>ario: “Il <strong>di</strong>rettore ha detto non piú tar<strong>di</strong> delle<br />

future vacanze si farà la Congregazione”.<br />

3 agosto, 18 agosto, 11 settembre 1899. Incontri ufficiali dei membri della Pia Casa. Erano<br />

presenti: Don Antonio Piccardo, Don Gaggero, Don Olivari, Don Minetti, Don Mantero, Don<br />

Boraggini e Don Antonio Giuseppe Piccardo.<br />

Tema della ri<strong>un</strong>ione:<br />

1) Opport<strong>un</strong>ità e utilità <strong>di</strong> ri<strong>un</strong>irsi in Congregazione<br />

2) Giu<strong>di</strong>zio sulle Regole<br />

3) Opport<strong>un</strong>ità dei voti religiosi.<br />

E qui ora si dovrebbe ripercorrere nell’analisi e nei racconti fedeli il cammino intellettuale,<br />

spirituale ed ecclesiale compiuto da Padre Piccardo, in modo quasi da trovarsi <strong>di</strong> fronte alle stesse<br />

sue scelte, orientamenti, decisioni: anche se questo percorso ci rivelerebbe soltanto la<br />

manifestazione esterna, storica della motivazione <strong>di</strong> fondare la Congregazione e non il suo legame<br />

<strong>di</strong>retto con lo Spirito, cioè il suo carisma, sarebbe tuttavia molto prezioso per la nostra presa <strong>di</strong><br />

coscienza.<br />

Il problema vocazionale e l’attenzione ai giovani possiamo considerarlo la via <strong>di</strong> sbocco<br />

della primitiva idea <strong>di</strong> fondazione <strong>di</strong> Padre Piccardo. Il de<strong>di</strong>carsi “tutto” ad esso, gettarsi a capofitto<br />

in questa opera, <strong>di</strong> cui la Pia Casa e i collegi <strong>di</strong> Pra e Rivarolo erano i primi segni, è stato per lui<br />

<strong>come</strong> <strong>un</strong>a nascita, la vera vocazione della sua vita.<br />

Fondatore non significa necessariamente “iniziatore” o “inventore”, <strong>come</strong> la storia delle<br />

Congregazione nei secoli ampiamente ci <strong>di</strong>mostra.<br />

È <strong>come</strong> se il Frassinetti avesse consegnato al Piccardo <strong>un</strong> progetto in cui erano visibili solo<br />

alc<strong>un</strong>e linee ed egli, guardandolo in filigrana, ne avesse capito la struttura e costruito l’e<strong>di</strong>ficio.<br />

Se il Frassinetti è l’iniziatore, Padre Piccardo ne è il promotore e continuatore e ad ambedue<br />

si ad<strong>di</strong>ce, su basi <strong>di</strong>verse, il titolo <strong>di</strong> fondatore.<br />

Capire e conoscere chi era il Frassinetti, chi era il Piccardo, che cosa hanno scritto, quale era<br />

il loro pensiero teologico, quale “gesta” hanno compiuto, scoprire la loro personalità poliedrica è<br />

bello, giusto e doveroso, ma c’è <strong>un</strong> solo modo per capire a fondo la loro vita e il loro carisma:<br />

amarli.


39<br />

LO SGUARDO PUNTATO VERSO TERRE LONTANE E VERSO NUOVI ORIZZONTI<br />

Nella Pia Casa era acuta la sensibilità missionaria. Pietro Olivari era il responsabile<br />

tipografico degli Annali della <strong>Santa</strong> Infanzia e promotore dell’Opera della Propagazione della Fede.<br />

Tutti gli al<strong>un</strong>ni della Casa era iscritti a detta Opera e ne leggevano gli “Annali”.<br />

«Nelle quoti<strong>di</strong>ane orazioni recitate in com<strong>un</strong>e in cappella, vi era anche <strong>un</strong>'invocazione<br />

particolare e <strong>un</strong>a preghiera a S. Francesco Saverio, al santo missionario, al santo dallo zelo<br />

apostolico e dalla fortezza dell'eroe <strong>di</strong> Cristo. E il santo fu propizio alle loro invocazioni ed essi<br />

promisero: saremo missionari» 87 . Padre Piccardo aveva a cuore la vocazione missionaria, egli<br />

guardava con desiderio verso le terre lontane, affinché il Regno del Signore allargasse i suoi<br />

confini. «E sono <strong>un</strong>a ventina i generosi che sparsi in Australia, in Cina, nel Brasile, nel Messico,<br />

negli Stati Uniti lavorano nel campo del Signore» 88 .<br />

Il primo al<strong>un</strong>no entrato dai <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, Nicolò Ferretti, fu il battipista e andò negli Stati<br />

Uniti. L’animo degli al<strong>un</strong>ni si infiammò alla lettura <strong>di</strong> <strong>un</strong>a lettera accorata <strong>di</strong> <strong>un</strong> Vescovo dell’Asia,<br />

«essa fu la scintilla che animò a rompere ogni indugio. Si <strong>di</strong>scusse, si sentí la voce <strong>di</strong> Dio ed il<br />

chierico Gilar<strong>di</strong>, passando sopra ogni umano riguardo, fu il primo a decidersi e con la bene<strong>di</strong>zione<br />

del <strong>di</strong>rettore Don Piccardo si offrí alle Missioni Estere <strong>di</strong> Milano. Or<strong>di</strong>nato sacerdote, partí nel 1881<br />

per la Cina dove lavorò intensamente nell’Ho-nam per 27 anni. Per la strada aperta da lui si<br />

avviarono altri <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria e furono: Gustavo Maria, apostolo per 42 anni in Birmania, Ferretti (il<br />

primo ragazzo accolto dal Frassinetti) in Nord America, Luigi Paro<strong>di</strong>, passato ai Gesuiti, fu<br />

missionario alle Montagne Rocciose, Domenico Poggi in Brasile, P. Lorenzo Torrazza, Giuseppe<br />

Schenone con i signori della Missione, P. Schiaffino e P. E. Vigo, Gesuiti in Cina, Nicola Grondona<br />

in Messico <strong>come</strong> Salesiano. Inoltre il P. Tragella <strong>di</strong>venne l’anima della <strong>di</strong>vulgazione e propaganda<br />

missionaria e Don Attilio Garrè che in seguito fondò in S. Ilario (Genova) il Collegio per le<br />

Missioni.<br />

A questi seguirono altri e Don Piccardo li seguí sempre tutti con <strong>un</strong> grande amore,<br />

mantenendo con essi affettuosa corrispondenza. Quando alc<strong>un</strong>i <strong>di</strong> loro rimpatriavano li invitava alla<br />

Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, cosa che essi gra<strong>di</strong>vano molto. II Piccardo seppe anche essere generoso con<br />

i suoi ex al<strong>un</strong>ni <strong>di</strong>venuti missionari» 89 .<br />

Fitta era la corrispondenza dei missionari, piena <strong>di</strong> notizie e <strong>di</strong> richiesta <strong>di</strong> esse, nel desiderio<br />

<strong>di</strong> essere aggiornati sulla vita della Casa, che ricordano con nostalgia. A mo’ <strong>di</strong> esempio si riportano<br />

alc<strong>un</strong>i stralci <strong>di</strong> lettere, conservate in Archivio.<br />

«Mi tenni in dovere <strong>di</strong> scriverle la presente onde mostrare ancora <strong>un</strong>a volta il mio affetto e la<br />

mia stima verso la Ven. nostra Casa, cui mi sento debitore della mia educazione religiosa e con cui<br />

voglio tenermi congi<strong>un</strong>to in <strong>un</strong>ione <strong>di</strong> sentimenti e <strong>di</strong> preghiera … io mi trovo tuttora, in quanto<br />

Procuratore e Superiore <strong>di</strong> questa vasta Residenza <strong>di</strong> King-Kia-Kong, dove sono tutte le istituzioni<br />

del Vicariato … Da parte mia cerco <strong>di</strong> fare quanto meglio posso affine <strong>di</strong> mandare avanti la barca<br />

… Umilissimo e devotissimo figlio<br />

Antonio Gilar<strong>di</strong> 09 ottobre 1910» 90 .<br />

87<br />

Anime generose, in AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2004, 113.<br />

88<br />

Ibid., 113.<br />

89<br />

BERTOLOTTO T., P. Piccardo – Vita, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2004, 29-30.<br />

90 Archivio FSMI, Roma.


40<br />

«Anche questo suo figlio lontano le si avvicina attraverso i mari per queste feste <strong>di</strong> famiglia<br />

… Il Santo <strong>di</strong> cui porta il nome le ottenga la longevità a bene della novella Congregazione e <strong>di</strong> tanta<br />

gioventù, che e<strong>di</strong>ficata da lei si avvia sollecita per le vie della virtú e del sapere.<br />

In questi giorni solenni ricor<strong>di</strong> all’altare <strong>un</strong> suo figlio lontano <strong>di</strong> corpo ma vicino, molto<br />

vicino <strong>di</strong> cuore a quanto ricorda e respira l’atmosfera del venerato Frassinetti …<br />

Onorato sac. Piffero La Plata 25 novembre 1914» 91 .<br />

Padre Piccardo desiderava che il <strong>di</strong>namismo operoso della Chiesa potesse essere esteso<br />

anche ai popoli che non hanno ricevuto il Vangelo e agli italiani emigrati, senza sostegno spirituale.<br />

Non era questo <strong>un</strong> orientamento o <strong>un</strong> attivismo spontaneo ma <strong>un</strong> effetto dell’educazione, sorretta<br />

dall’attenzione e dall’ardore che egli, coa<strong>di</strong>uvato da Pietro Olivari, sentiva per il cammino del<br />

Vangelo e la <strong>di</strong>ffusione della fede.<br />

L’Istituto per le Missioni Estere era stato iniziato da don Pier Francesco Casaretto, con il<br />

beneplacito della <strong>Santa</strong> Sede, nel settembre del 1847 a San Giuliano d’Albaro, proprio nel Convento<br />

in cui Padre Piccardo creerà nel 1870 il Collegio San Giuseppe. Alle Missioni Estere egli ha<br />

in<strong>di</strong>rizzato i sacerdoti novelli e i seminaristi ormai prossimi all’or<strong>di</strong>nazione, che sentivano la spinta<br />

missionaria. Nel 1890 incontriamo <strong>come</strong> <strong>padre</strong> spirituale dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria don Francesco Borghero<br />

della società delle Missioni Africane, <strong>di</strong> ritorno dal Dahomey.<br />

Nel 1903 era sorta la Congregazione Diocesana Romana e fra gli al<strong>un</strong>ni c’era chi si<br />

interrogava se aderire o meno a questa nuova istituzione ecclesiale. Don Domenico Poggi,<br />

missionario in Brasile, ruppe ogni indugio e tornò da tanto lontano per essere “<strong>Figli</strong>o <strong>di</strong> Maria”. Il 2<br />

ottobre 1904 fece i primi voti insieme agli altri otto membri.<br />

Aveva in serbo <strong>un</strong> sogno segreto: portare i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria in Brasile. Padre Piccardo, cuore<br />

missionario, lo desiderava <strong>come</strong> lui, ma vedeva che i tempi non erano maturi e le circostanze non lo<br />

consentivano. Don Poggi non rinnovò i voti religiosi e ritornò in Brasile, ma rimase “<strong>Figli</strong>o <strong>di</strong><br />

Maria missionario”. Quando si decise <strong>di</strong> aprire <strong>un</strong>’opera in Argentina, lui senza esitare si <strong>un</strong>í a<br />

Padre Tommaso Bertolotto per portare fino “ai confini del mondo” quell’ardore che aveva visto<br />

infiammare la vita <strong>di</strong> Padre Piccardo.<br />

L’ardore missionario <strong>di</strong> Padre Piccardo non si <strong>di</strong>rigeva “hic et n<strong>un</strong>c” verso quelle nazioni<br />

lontane nella quali era necessario pre<strong>di</strong>care il Vangelo ed impiantare la Chiesa, era tuttavia animato<br />

dal desiderio <strong>di</strong> <strong>un</strong>a viva e nuova cristianità, e ciò costituiva <strong>un</strong>a geniale intesa con il programma <strong>di</strong><br />

Pio X: “Instaurare omnia in Christo”.<br />

Era questo il contesto favorevole che lo proiettava verso nuovi orizzonti. La Casa <strong>di</strong><br />

Carignano non bastava per realizzare il <strong>di</strong>segno carismatico che aveva nel cuore. Il “pianeta”<br />

giovani era piú vasto <strong>di</strong> quelli che si presentavano per prepararsi al sacerdozio. Nel 1870 aprí <strong>un</strong><br />

piccolo collegio per ragazzi ad Albaro nel Convento dei Padri Benedettini, perché servisse <strong>di</strong><br />

preparazione all’acquisto <strong>di</strong> <strong>un</strong>a consapevolezza vocazionale.<br />

La vita fu <strong>di</strong> breve durata, perché due anni dopo, riapertosi il Convento e restituita la Chiesa<br />

ai Padri Benedettini, don Piccardo trasferì gli al<strong>un</strong>ni nella sua villa <strong>di</strong> Serrea <strong>di</strong> Voltri. Con<br />

sollecitu<strong>di</strong>ne pro<strong>di</strong>giosa, grazie al lascito “Sciallero”, costruì in Pra <strong>un</strong> collegio – preseminario.<br />

91 Archivio FSMI, Roma.


41<br />

Nel 1893 fondò il Collegio Sacra Famiglia a Rivarolo, creando <strong>un</strong> istituto per quei giovani<br />

che non si sentivano inclinati allo stato ecclesiastico, per dar loro <strong>un</strong>a educazione cristiana e <strong>un</strong>a<br />

cultura tale da aprire loro <strong>un</strong> avvenire nella vita civile.<br />

Non aveva ancora inaugurato l’Istituto Ecclesiastico Maria Immacolata in via del<br />

Mascherone (novembre 1903), che già il 24 luglio precedente prendeva possesso della Casa <strong>di</strong><br />

Lugnano in Teverina per a<strong>di</strong>birla ad aspirandato della costituenda Congregazione.<br />

Furono imponenti le opere con le quali realizzò il suo <strong>di</strong>segno: acquisto, rifacimento e<br />

ingran<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> immobili a Genova, a Pra, a Rivarolo, a Roma, a Lugnano in Teverina e a Siena.<br />

Nel 1910 era in cantiere l’apertura <strong>di</strong> <strong>un</strong>a scuola <strong>di</strong> istruzione civile a Busalla, opera che poi<br />

non ebbe la sua realizzazione. Certamente Padre Piccardo aveva in prospettiva altre opere, che<br />

avrebbero cominciato a prendere corpo, appena fosse passato il flagello della guerra. La Visita<br />

Apostolica, ponendo la Congregazione fuori del Diritto com<strong>un</strong>e e delle Costituzioni, raggelò ogni<br />

fuoco <strong>di</strong> futuro slancio apostolico e bloccò ogni progetto.<br />

Di fronte a queste gran<strong>di</strong> realizzazioni, non dobbiamo pensare che gli riuscisse tutto facile e<br />

che tutti lo accogliessero a braccia aperte. Egli dovette affrontare <strong>di</strong>fficoltà e superare ostacoli<br />

molto gravi, soprattutto per la realizzazione <strong>di</strong> quello che piú forte dentro gli bruciava: la<br />

Congregazione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata. Ebbe bene<strong>di</strong>zioni e appoggi vali<strong>di</strong>ssimi da Pio<br />

X e da altri benefattori, ma dovette far ricorso alla prudente e paziente intelligenza, alla preghiera e<br />

al <strong>di</strong>scernimento.<br />

Nel Capitolo Generale del 1928, tre anni dopo la morte <strong>di</strong> Padre Piccardo, fu approvata<br />

l’apertura alle missioni estere. Fu questa <strong>un</strong>a specificazione ma non <strong>un</strong>a novità: Padre Piccardo<br />

guardava lontano; e se non si era mosso era perché non voleva “andare” oppure “mandare” e basta<br />

ma perché voleva farlo con <strong>un</strong> <strong>di</strong>segno preciso da realizzare, <strong>di</strong>segno che ricopiasse le linee<br />

carismatiche.<br />

Egli lavorò con i giovani in genere e con quelli in “sortem Domini vocati”, si de<strong>di</strong>cò a<br />

scoprire, approfon<strong>di</strong>re ed inculcare la bellezza della vita religiosa, si impegnò a mettere in luce la<br />

vita e le opere del Frassinetti <strong>come</strong> traccia per seguire Cristo e questo suo pro<strong>di</strong>garsi nel campo <strong>di</strong><br />

Dio non segna solo <strong>un</strong>a sua intenzionalità apostolica ma anche <strong>un</strong>a modalità, che fa riferimento a<br />

elementi, meto<strong>di</strong>, mezzi, linguaggi e scelte concrete in questo ambito, che, sebbene precari, sono<br />

scia luminosa che in<strong>di</strong>cano la strada.


42<br />

IL CAMMINO DELLA REGOLA<br />

Mons. Emiliano Manacorda, vescovo <strong>di</strong> Fossano, arrivò il 7 febbraio del 1889 a Genova -<br />

Carignano e depose nelle mani <strong>di</strong> Padre Piccardo <strong>un</strong> plico contenente le Costituzioni per la erigenda<br />

Congregazione. Si erano già incontrati il 13 gennaio dello stesso anno, quando Monsignor Vescovo<br />

aveva benedetta la Cappella del Collegio San Giuseppe <strong>di</strong> Pra. Le sue visite alla Casa dei figli <strong>di</strong><br />

Maria erano frequenti, talvolta trascorreva in essa alc<strong>un</strong>i giorni <strong>di</strong> riposo.<br />

Manacorda era tra i vescovi piú ascoltati e preparati <strong>di</strong> tutta la regione ecclesiastica<br />

subalpina ed era anche autore <strong>di</strong> due importanti testi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto canonico ed ecclesiastico.<br />

Il 20 luglio del 1895 (il giorno dopo la nomina <strong>di</strong> Padre Piccardo a Rettore dei Seminari <strong>di</strong><br />

Genova) durante <strong>un</strong>o dei suoi amichevoli incontri con lui consigliò <strong>di</strong> intensificare i lavori in vista<br />

della Congregazione ed aggi<strong>un</strong>se che non sarebbe piú venuto a trovare i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria finché il<br />

progetto non fosse realizzato. Lo stesso Vescovo «scrive al Direttore, il 2 agosto 1899, che bisogna<br />

assolutamente dell’Istituto dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria farne “<strong>un</strong> ente religioso formale” lasciando le sole<br />

scuole elementari e ginnasiali» 92<br />

La stesura era avvenuta sulla base degli app<strong>un</strong>ti fornitegli da Padre Piccardo e Padre Minetti,<br />

sospinti dall’idea <strong>di</strong> <strong>un</strong>a definitiva sistemazione giuri<strong>di</strong>ca. La sua era <strong>un</strong>a buona Regola, <strong>un</strong>a pietra<br />

miliare in cui non c’era in<strong>di</strong>cata solo la <strong>di</strong>stanza ma era descritta la via ed ad<strong>di</strong>tata la <strong>di</strong>rezione.<br />

Questa Regola nella sua forma <strong>di</strong>alogica, prima <strong>di</strong> essere <strong>un</strong> co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> comportamento, era la<br />

narrazione dell’esperienza <strong>di</strong> vita dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria: anche se in <strong>un</strong> genere letterario scarno ed<br />

essenziale si raccontavano la vita e le gesta <strong>di</strong> Padre Piccardo e dei suoi.<br />

Una cosa non quadrava al sentire <strong>di</strong> Padre Piccardo: si insinuava l’idea <strong>di</strong> <strong>un</strong> cordone<br />

ombelicale, che creava <strong>di</strong>pendenza dal Vescovo e dalla Diocesi <strong>di</strong> Genova, richiamata nel testo,<br />

sotto varie forme, ben trentatre volte. Nel suo spirito pratico, intuiva forse continui conflitti <strong>di</strong> ruolo<br />

o presenza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a continua materia del contendere? O forse il suo sguardo era proiettato piú lontano<br />

oltre <strong>un</strong> certo provincialismo che i confini <strong>di</strong>ocesani rendevano abbastanza angusto? Forse l’<strong>un</strong>o e<br />

l’altro.<br />

Altre aporie si possono ancora rilevare: non si considerava la possibile adesione <strong>di</strong> nuovi<br />

sacerdoti, oltre quelli che lavoravano con e per i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, i can<strong>di</strong>dati preconizzati dovevano<br />

essere giovani dai 16 anni in su, l’entrata in noviziato ed i voti dovevano avere il parere favorevole<br />

del Vescovo ed i sacerdoti potevano essere dalla Curia destinati ad altri compiti, non collegati con<br />

l’organizzazione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria. Inoltre si stabiliva che ogni membro doveva devolvere tutto il<br />

suo patrimonio in favore della Congregazione, che peraltro non era legittimata ad avere personalità<br />

giuri<strong>di</strong>ca.<br />

Il Concilio Lateranense IV del 1215 e poi quello <strong>di</strong> Lione del 1274 avevano stabilito che<br />

ness<strong>un</strong>o poteva vivere in gruppo con <strong>un</strong> abito religioso senza scegliere <strong>un</strong>a delle Regole approvate<br />

dalla Chiesa, tra cui la Regola <strong>di</strong> San Benedetto e quella <strong>di</strong> Sant’Agostino. Con il sorgere delle<br />

Congregazioni moderne, queste decisioni avevano perso <strong>un</strong> po’ <strong>di</strong> forza e le Congregazioni sorte al<br />

tempo e dopo la Riforma coniarono <strong>un</strong> nuovo stile <strong>di</strong> vita religiosa e per conseguenza <strong>un</strong> nuovo<br />

filone per quanto riguarda la Regola. Poteva essere agevole per Padre Antonio Piccardo, data la<br />

necessità <strong>di</strong> risolvere rapidamente l’intrigata “questione genovese”, ispirarsi a regole preesistenti, ad<br />

istituti religiosi già consolidati, ma no!, c’era <strong>un</strong> altro afflato interiore.<br />

92 Diario <strong>di</strong> Don Tommaso Gaggero, quaderno XXIX, Archivio FSMI, Roma.


43<br />

I <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria <strong>di</strong> fatto vivevano già sotto <strong>un</strong>a regola, che poteva <strong>di</strong>rsi sperimentata e vissuta<br />

da <strong>un</strong> quarantennio, perciò non erano semplicemente <strong>di</strong> prima fondazione. I regolamenti esistenti,<br />

anche se <strong>di</strong>versamente chiamati, erano cinque. Sebbene essi non siano stati scritti dalla mano del<br />

Frassinetti, eccetto la Regola della Pia Unione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata e la Regola dei<br />

<strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria viventi in com<strong>un</strong>e, si può <strong>di</strong>re che essi sono espressione fedele della sua volontà,<br />

contengono il suo spirito, cioè la maniera <strong>di</strong> praticare le virtú, <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigere e <strong>di</strong> fare il bene tra il<br />

popolo cristiano e tra i piú giovani.<br />

Padre Piccardo percepiva i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria <strong>come</strong> <strong>un</strong> organismo in crescita, <strong>come</strong> <strong>un</strong> corpo che<br />

vuole e sa prendere forma. Si tratta <strong>di</strong> <strong>un</strong>a evoluzione che porta alla scoperta <strong>di</strong> altre <strong>di</strong>mensioni,<br />

che sono a loro volta stimolo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento e <strong>di</strong> nuova ricerca. I cinque regolamenti<br />

summenzionati non erano adeguati alla nuova situazione. La tra<strong>di</strong>zione che durava ormai da<br />

quarant’anni, l’ispirazione e il richiamo al Frassinetti, maestro e p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong> tutti i<br />

membri, aveva fatto fiorire nella mente e nel cuore <strong>di</strong> Padre Piccardo <strong>un</strong>a Regola semplice ed<br />

efficace, che si imponeva per la sua adesione alla realtà e il suo afflato profetico per l’avvenire.<br />

Il passaggio dalla Pia Opera alla Congregazione supponeva <strong>un</strong>a trasformazione e <strong>un</strong>a<br />

soli<strong>di</strong>ficazione: c’è <strong>un</strong> nuovo “dove” e <strong>un</strong> “quando” spirituale in cui sorge questa nuova forma<br />

ecclesiale. Nel periodo precedente alla Congregazione, la de<strong>di</strong>cazione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria me<strong>di</strong>ante il<br />

voto <strong>di</strong> castità era considerata <strong>un</strong>a cosa privata, che riguardava cioè solo il singolo aderente; con<br />

l’accettazione della Congregazione, incominciando da quella <strong>di</strong>ocesana romana da parte del<br />

Car<strong>di</strong>nale Pietro Respighi, c’è il riconoscimento dell’autorità: non si tratta piú <strong>di</strong> cosa privata ma <strong>di</strong><br />

<strong>un</strong>a cellula viva e necessaria dell’organismo della Chiesa <strong>un</strong>iversale. La consacrazione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong><br />

Maria <strong>di</strong>venta <strong>un</strong>’offerta solenne, <strong>un</strong>a consacrazione sia del luogo, cioè dell’Istituto Maria<br />

Immacolata, sia delle persone, che a modo proprio, partecipano dell’offerta sacrificale del<br />

Salvatore.<br />

La Regola presentata all’atto della costituzione della Congregazione <strong>di</strong>ocesana era stata<br />

stesa da Padre Carlo Olivari, sulla falsariga <strong>di</strong> tutti i testi precedenti. Padre Piccardo cosí ricorda<br />

l’iter: «Le prime costituzioni praticate dalla Congregazione furono scritte nell’anno 1902-1903 e l’8<br />

<strong>di</strong>cembre 1903 furono approvate ad experimentum per tre anni dal Car<strong>di</strong>nal Respighi Vicario<br />

Generale <strong>di</strong> Sua Santità. Terminati i tre anni si ottenne in due volte dal Santo Padre Pio X la proroga<br />

delle stesse Costituzioni per altri tre anni i quali vanno a terminare l’8 <strong>di</strong>cembre <strong>di</strong> quest’anno 1909.<br />

Ora si presentano alla Sacra Congregazione dei Religiosi le Costituzioni le quali vennero rivedute e<br />

per quanto fu possibile riformate secondo le Norme della <strong>Santa</strong> Sede.<br />

P. Antonio Piccardo Superiore Generale<br />

Roma, dalla Casa Generalizia, il 26 novembre 1909» 93 .<br />

Già «a partire dalla seconda metà del secolo XIX le Costituzioni dovettero essere per lo piú<br />

composte secondo <strong>un</strong> preciso metodo detto “norme”, elaborato dal Dicastero dei vescovi e regolari<br />

e poi pubblicato nel 1901. Avvenne cosí che quasi tutti gli istituti sorti nel menzionato secolo fino ai<br />

tempi moderni ebbero <strong>un</strong> testo pressoché uguale e per la <strong>di</strong>stribuzione della materia e per le varie<br />

<strong>di</strong>sposizioni. Inoltre la fedeltà alle “norme” che proibivano espressamente che nelle Costituzioni vi<br />

fossero citazioni della Scrittura, dei concili, dei santi padri ed esortazioni ascetiche e spirituali, fece<br />

delle Costituzioni <strong>un</strong> co<strong>di</strong>ce giuri<strong>di</strong>co <strong>di</strong>sciplinare; quin<strong>di</strong> arido, privo <strong>di</strong> quell’afflato <strong>di</strong> cui erano<br />

93 Archivio FSMI, Roma


44<br />

generalmente pervase piú o meno le Regole e le Costituzioni antiche» 94 . Fu approvato qualche anno<br />

dopo il Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Diritto Canonico ed anche le Costituzioni dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria si adeguarono ad <strong>un</strong><br />

modello com<strong>un</strong>e in cui l’eccesso dei canoni del Co<strong>di</strong>ce citati quasi integralmente, fece sfumare<br />

l’impulso spirituale e apostolico. Esse furono approvate definitivamente il 6 giugno del 1931, cioè<br />

sei anni dopo la morte <strong>di</strong> Padre Piccardo.<br />

Fu il Concilio Vaticano II, che volle che le leggi generali degli istituti abbracciassero gli<br />

elementi evangelici e teologici della vita religiosa e dell’<strong>un</strong>ione <strong>di</strong> questa con la Chiesa ed anche le<br />

norme giuri<strong>di</strong>che necessarie per definire chiaramente il carattere, i fini e i mezzi dell’Istituto 95 .<br />

Vuoi nelle Costituzioni presentate al Car<strong>di</strong>nale Vicario nel 1903, <strong>come</strong> anche nei testi<br />

precedenti e successivi, sempre risalta l’aspetto carismatico sia nella linea apostolica che nella linea<br />

mariana.<br />

Il fine apostolico è presente anche nel gruppo dei primi <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria viventi in com<strong>un</strong>e, ma<br />

data la conformazione della Unione, è <strong>un</strong> po’ generico. L’impegno per l’appoggio al gruppetto <strong>di</strong><br />

ragazzi ri<strong>un</strong>itisi per realizzare la vocazione al sacerdozio configura e determina meglio l’attenzione<br />

apostolica. La Regola della Pia Unione esorta a fare «tutto quel bene che essi possono» 96 e<br />

chiarisce: «attenderanno a promuovere la salvezza e la santificazione delle anime altrui, questo zelo<br />

riguarderà specialmente la gioventú, porzione della società la piú debole e la piú insi<strong>di</strong>ata» 97 . A mo’<br />

<strong>di</strong> specificazioni: il religioso al secolo promuoverà quelle f<strong>un</strong>zioni sacre che sono le piú fruttuose,<br />

promuoverà le pie <strong>un</strong>ioni affinché mettano <strong>un</strong> argine alle cattive associazioni, promuoverà buone<br />

letture, buone scuole, ricreazioni festive perché la gioventú abbia qualche innocente passatempo e<br />

sollievo, cosí intervenga piú volentieri alle f<strong>un</strong>zioni della Chiesa 98 .<br />

Con la costituzione della Pia Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria per l’avviamento dei giovinetti poveri<br />

allo stato ecclesiastico, che si può considerare il testamento del Frassinetti, tutte le forze si<br />

concentrarono in questa opera che, crescendo, assorbiva sia i membri che il loro zelo apostolico. Era<br />

com<strong>un</strong>que chiaro, <strong>come</strong> specificano le Costituzioni preparate dal Manacorda al capitolo<br />

<strong>di</strong>ciassettesimo, che i giovani non devono essere necessariamente poveri perché «la povertà non è<br />

titolo sufficiente ed assolutamente esclusivo per accettare i giovani nelle nostre case. Il fine stesso<br />

in<strong>di</strong>ca le qualità che lasciano presagire che con l’aiuto <strong>di</strong>vino riusciranno buoni ministri del<br />

Signore» 99 .<br />

In questo zelo impegnato per le vocazioni facilmente si può sentir risuonare l’eco della voce<br />

del Frassinetti: «Appena fui or<strong>di</strong>nato sacerdote si impossessò del mio cuore <strong>un</strong>a brama forte <strong>di</strong><br />

giovare per quanto potessi nella mia nullità, confidando <strong>un</strong>icamente nel <strong>di</strong>vino aiuto, al giovane<br />

clero e mi pareva che molto si sarebbe potuto fare a suo prò» 100 .<br />

Chi dà i tratti fisionomici alla linea apostolica è Padre Piccardo con il suo impegno per i<br />

giovani che aspirano al sacerdozio e per coloro che non hanno “ecclesiastica vocazione”. Egli vi ha<br />

94<br />

L. RAVASI, Nuovo Ca<strong>di</strong>ce – Nuove Costituzioni – Nuovo Direttorio, in AA. VV., Il nuovo <strong>di</strong>ritto dei Religiosi, Rogate,<br />

Roma 1984, 238-240<br />

95<br />

Ecclesiae Sanctae, sez. II, parte I, art. 12.<br />

96<br />

Religioso al secolo, Opere Ascetiche, Vol 2, 174.<br />

97<br />

Ibid.<br />

98<br />

Religioso al secolo, Op. Asc., Vol. 2, passim 145-146.<br />

99<br />

Archivio FSMI, Roma.<br />

100<br />

Schiarimenti sul mio passato, in D. FASSIOLO, Memorie storiche intorno alla vita del Sac. Giuseppe Frassinetti,<br />

E<strong>di</strong>zione Risonanze, Roma 2004, 15.


45<br />

riversato tutta la sua anima santa, <strong>come</strong> si versa l’acciaio fuso nello stampo. Lo zelo del suo<br />

apostolato non è solo memoria per i suoi figli, ma quasi reliquiario del suo spirito. Bisognerà<br />

cercarlo nello sviluppo storico e nutrirsene per assimilarlo in modo genuino. Il documento <strong>di</strong><br />

erezione della Congregazione a firma del Car<strong>di</strong>nale Pietro Respighi è <strong>un</strong>a in<strong>di</strong>cazione luminosa:<br />

«… <strong>di</strong> qui i summenzionati religiosi lodevolmente esercitano varie opere <strong>di</strong> bene secondo lo spirito<br />

dell’Istituto a favore della gioventù cristiana, soprattutto <strong>di</strong> quelli chiamati alla vita consacrata (in<br />

sortem Domini vocati)» 101 .<br />

La linea mariana è <strong>come</strong> <strong>un</strong> raggio rosso, quasi <strong>un</strong> laser, che con la sua luce trapassa tutte le<br />

varie e<strong>di</strong>zioni delle regole e costituzioni.<br />

«Noi ad<strong>un</strong>que, per la sola ragione che Maria è onorata da Dio, dovremmo segnalatamente<br />

onorare Maria amatissima nostra Madre … Riguardo poi alla confidenza che voi dovete avere<br />

nell’amor suo, io vi esorto a valervene segnatamente per raccomandarvi a lei … Coll’esortarvi alla<br />

devozione a Maria … non posso contenermi dal pregarvi … <strong>di</strong> procurare, che con voi se ne valgano<br />

tutti coloro che aspirano a conseguire la perfezione … e innamorare molte, molte anime» 102 .<br />

«Accenda sovente con calde istruzioni nel cuore dei suoi u<strong>di</strong>tori e fratelli l’amore alle virtú<br />

che meglio valgano a rendersi simili alla Madre Immacolata, parli con frequenza delle prerogative<br />

<strong>di</strong> questa grande Regina del Cielo e della terra, onde in tutti fiorisca soda devozione alla Patrona del<br />

nostro Istituto» 103 .<br />

I toni <strong>di</strong> Padre Piccardo sono piú calmi ma non meno convinti, l’amore, la confidenza e la<br />

devozione a Maria parte dalla certezza <strong>di</strong> essere <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata.<br />

Egli ha lasciato in ere<strong>di</strong>tà la Regola; essa è esclusiva per la Congregazione: in essa c’è il suo<br />

spirito, l’intento e la vita interiore che lo muoveva.<br />

Le “Regole” del Frassinetti sono state per lui fonte <strong>di</strong> ispirazione ma esse non erano<br />

esclusive per i “nuovi” <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria; altri hanno attinto, si sono ispirati e si ispirano e nella Chiesa<br />

sono sorte tante Congregazioni, soprattutto femminili, che hanno modulato da queste regole <strong>un</strong>a<br />

peculiare impronta frassinettiana.<br />

Le Costituzioni invece sono dei e per i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria. Il Padre le ha loro affidate perché<br />

fruttifichino e <strong>di</strong>ventino <strong>un</strong>a scelta personale, <strong>un</strong>a opzione <strong>di</strong> vita, <strong>un</strong> impegno nella libertà della<br />

totale donazione, cioè dei tratti della sua fisionomia, dei geni della sua vita spirituale.<br />

101 Decreto <strong>di</strong> erezione, 8-12-1903, Archivio FSMI.<br />

102 Religioso al secolo, OA, vol. 2, 168-170 passim.<br />

103 MANACORDA E., cap. 5, Archivio FSMI.


46<br />

LA SVOLTA<br />

L’Opera dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria era fiorente e forte, era stimata e piena <strong>di</strong> prestigio, eppure <strong>un</strong>a<br />

domanda serpeggiava nell’aria: “Che cosa ne sarà <strong>di</strong> essa <strong>un</strong> domani?”. La domanda faceva tremare<br />

<strong>di</strong> incertezza chi credeva e desiderava <strong>un</strong> domani.<br />

L’arcivescovo Reggio aveva affermato, <strong>come</strong> testimonia il suo segretario, Tommaso Olcese:<br />

«Se Padre Piccardo fa ora la Congregazione io gliela approvo perché voglio bene a lui e ai <strong>Figli</strong> <strong>di</strong><br />

Maria, ma non si può sapere <strong>come</strong> la penseranno i miei successori» 104 . Anche il vescovo Manacorda<br />

spingeva in questa <strong>di</strong>rezione, ma Padre Piccardo non dava risposta. Diversa era la concezione <strong>di</strong><br />

Congregazione: Padre Piccardo desiderava <strong>un</strong>a realtà aperta, che potesse spaziare oltre i confini<br />

della Diocesi, avere <strong>un</strong> rapporto con la Chiesa <strong>un</strong>iversale, <strong>un</strong> gruppo <strong>di</strong> uomini <strong>di</strong> Dio che avessero<br />

tra loro <strong>un</strong>a partecipazione ai propri beni materiali e spirituali, che con<strong>di</strong>videssero quoti<strong>di</strong>anamente<br />

i frammenti delle loro vite per creare <strong>un</strong>a nuova realtà ecclesiale piena <strong>di</strong> vigore. Una<br />

Congregazione <strong>di</strong> sacerdoti <strong>di</strong>ocesani, per quanto apprezzabile, non era ciò a cui lui aspirava, o ciò<br />

che sentiva interiormente <strong>come</strong> missione da compiere. L’impegno che poneva per <strong>un</strong>o sbocco<br />

futuro era sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti, ma nulla faceva trapelare delle sue intenzioni; il suo cammino <strong>di</strong><br />

ricerca era avvolto quasi certamente dall’oscurità o dalla penombra, ma lui andava avanti perché si<br />

sentiva illuminato dai bagliori <strong>di</strong> <strong>un</strong>a certezza riposta.<br />

Il 10 maggio 1899, <strong>come</strong> registra Padre Minetti nel suo <strong>di</strong>ario, aveva affermato: “Non piú<br />

tar<strong>di</strong> delle future vacanze si farà la Congregazione”. Proprio in quell’anno Mons. Reggio stilò il<br />

documento <strong>di</strong> conclusione della Visita pastorale <strong>di</strong>ocesana, che tra l’altro <strong>di</strong>ce: «Il recente Istituto (i<br />

<strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria) manca ancora <strong>di</strong> regole vere e proprie. Perciò, poiché totalmente soggetto<br />

all’Or<strong>di</strong>nario, deve <strong>di</strong>pendere, secondo la volontà del Concilio <strong>di</strong> Trento, dal Seminario Maggiore<br />

della Diocesi» 105 . Tutto sembrerebbe in piena coincidenza, considerando che Padre Piccardo era<br />

Rettore del Seminario, ma non era cosí, egli sentiva che il Signore gli aveva posto tra le mani<br />

<strong>un</strong>’opera <strong>di</strong>versa.<br />

Quando pareva che qualcosa si muoveva verso il meglio e le speranze si stavano<br />

riaccendendo, tutto si capovolse e si trasformò in asperità: il 23 novembre 1901 Mons. Reggio<br />

improvvisamente morí e Padre Piccardo dovette misurarsi con il successore.<br />

Già a maggio del 1900 si era recato a Roma e <strong>di</strong> ritorno, il 25 dello stesso mese riferì ai suoi<br />

collaboratori dei passi fatti, delle <strong>di</strong>rettive avute, degli incoraggiamenti ricevuti. Intraprese <strong>un</strong><br />

nuovo viaggio a Roma, continuando le esplorazioni e cercando <strong>di</strong> farsi <strong>un</strong> concetto piú esatto e<br />

completo per raggi<strong>un</strong>gere lo scopo, il 28 febbraio 1902. Fece prima <strong>un</strong> sosta a Firenze per<br />

abboccarsi con il Car<strong>di</strong>nale Mistrangelo suo antico compagno e consigliere. L’andata a Roma è<br />

<strong>come</strong> raccogliere le proprie forze per prendere <strong>un</strong>o slancio che deve essere definitivo.<br />

L’insistenza dell’uomo nel realizzare <strong>un</strong> personale <strong>di</strong>segno può essere propria <strong>di</strong> chi si sente<br />

spinto a compiere <strong>un</strong>’opera, che accrescerà il suo prestigio; tale costanza nella lotta e nello sforzo <strong>di</strong><br />

superare gli ostacoli degrada facilmente però in <strong>un</strong>a ostinazione che si cristallizza in <strong>un</strong><br />

atteggiamento <strong>di</strong> principio e ideologico. Non cosí per il nostro caso: Padre Piccardo era <strong>un</strong><br />

sacerdote sereno, umile, pieno <strong>di</strong> desiderio <strong>di</strong> Dio; egli assumeva il compito del futuro dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong><br />

104 FAIN BINDA L., Lettera <strong>di</strong> famiglia n° 33 del 1-12-2003, Archivio FSMI, Roma.<br />

105 Archivio FSMI, Casa A. Piccardo, Genova.


47<br />

Maria in perfetta semplicità, con spirito <strong>di</strong> intraprendenza lontana ugualmente dalla timidezza e<br />

dallo spirito <strong>di</strong> dominio.<br />

Consegnato lo schema delle Regole, nel settembre 1902, al nuovo arcivescovo <strong>di</strong> Genova<br />

Mons. Edoardo Pulciano, ebbe <strong>un</strong> giu<strong>di</strong>zio negativo e <strong>un</strong> rifiuto del progetto; egli voleva <strong>un</strong>a<br />

Congregazione <strong>di</strong>ocesana <strong>di</strong> Oblati.<br />

Padre Piccardo è l’uomo della fiducia, aveva <strong>un</strong>o sguardo positivo dentro e attorno a sé,<br />

nutriva fiducia negli uomini, fiducia nel futuro e perciò rimase ancorato al suo grande sogno, o<br />

meglio all’appello interiore. Il sogno era <strong>un</strong> sogno amico, ma anche pieno <strong>di</strong> incubi, che derivavano<br />

dall’ambivalente dubbio, che non si stia mistificando la volontà <strong>di</strong> Dio con la propria pres<strong>un</strong>zione.<br />

Ci sono momenti in cui nemmeno la preghiera dà conforto, nell’animo dominano principalmente<br />

l’incertezza e l’angoscia. Fu cosí che il 23 settembre, cioè quattro giorni dopo l’incontro con<br />

l’arcivescovo, Padre Piccardo intraprese <strong>un</strong> nuovo viaggio per Roma, senza omettere la sosta a<br />

Firenze per incontrare il Car<strong>di</strong>nale Alfonso Mistrangelo.<br />

È <strong>di</strong>fficile avere idea degli ostacoli che ingombravano il suo cammino: <strong>di</strong>spiaceri,<br />

<strong>di</strong>singanni, delusioni … ma egli va avanti senza scrollarsi <strong>di</strong> dosso i carichi, non in<strong>di</strong>etreggia<br />

<strong>di</strong>nanzi al sacrificio, <strong>come</strong> se vedesse chiaro il traguardo da raggi<strong>un</strong>gere. A Roma incontrò il<br />

Car<strong>di</strong>nale Pietro Respighi, che quasi lo attendeva senza nemmeno conoscerlo personalmente. E gli<br />

avvenimenti gli si srotolarono davanti con <strong>un</strong>a rapi<strong>di</strong>tà sorprendente. Nell’abboccamento con il<br />

Piccardo, il 10 ottobre 1902, il Car<strong>di</strong>nale Vicario lascia scivolare <strong>un</strong>a promessa colma <strong>di</strong> certezza:<br />

“La Congregazione si farà”.<br />

I fatti si svolgono in rapida successione: il 6 novembre 1902 partenza da Genova per Roma<br />

<strong>di</strong> Padre Piccardo ed i suoi collaboratori, il 7 novembre presa <strong>di</strong> possesso della sede provvisoria<br />

dell’Istituto Ecclesiastico ai “Cento preti”, l’11 <strong>di</strong>cembre solenne inaugurazione dell’Istituto, il 20<br />

maggio 1903 Padre Piccardo acquista il palazzo Sinibal<strong>di</strong> in via del Mascherone, il 13 luglio<br />

presenta al Car<strong>di</strong>nale Vicario Pietro Respighi insieme alle bozze delle Costituzioni, formale<br />

domanda dell’erezione in Congregazione, il 24 luglio apertura della Casa <strong>di</strong> San Francesco a<br />

Lugnano in Teverina, offerta dal conte Vannicelli, per la preparazione degli aspiranti della novella<br />

Congregazione.<br />

Padre Piccardo è stupefatto; nella lettera circolare del 21 giugno 1910 scrive: «Pensando ai<br />

tanti benefici che il Signore in tanta abbondanza ci ha concesso, al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> ogni nostro merito,<br />

quale corrispondenza è necessario che abbiamo verso <strong>di</strong> Lui!» 106 .<br />

La prova sofferta gli fece scoprire <strong>un</strong>a nuova <strong>di</strong>mensione, <strong>un</strong>a chiamata interiore ine<strong>di</strong>ta,<br />

fino alla totale de<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sé. Anche se il percorso era ancora l<strong>un</strong>go, la strada erta e la luce fioca<br />

tuttavia il cammino non era piú a tentoni. Il perfezionamento dell’opera iniziata fu altrettanto rapido<br />

e lo racconta Padre Piccardo stesso: «Proprio in questi giorni devono ritornare alla nostra mente e al<br />

nostro cuore alc<strong>un</strong>e date per noi preziose. Quella del 21 Maggio, vigilia della Pentecoste del 1904,<br />

quando la nostra Congregazione ebbe il suo primo riconoscimento canonico, e, cosa quasi inau<strong>di</strong>ta,<br />

il Decretum Lau<strong>di</strong>s nello stesso Rescritto Pontificio; e quella del 3 Giugno del 1910 che coincideva<br />

colla festa del SSmo Cuore <strong>di</strong> Gesù, quando la Sacra Congregazione dei Religiosi in sua seduta<br />

Plenaria proponeva l'approvazione dell'Istituto, e delle nostre Costituzioni ad sexennium … Per<br />

questi, e per tanti altri benefici spirituali e temporali che abbiamo ricevuto, non è forse giusto,<br />

106 PICCARDO A., Lettera circolare del 30 maggio 1913, Archivio FSMI, Roma.


48<br />

doveroso e salutare, che da noi continuamente si lo<strong>di</strong>, si ringrazi, si bene<strong>di</strong>ca la Bontà infinita <strong>di</strong><br />

quel Dio che cosi manifestamente e largamente ci ha beneficati?» 107 .<br />

La figura <strong>di</strong> Padre Piccardo, <strong>come</strong> autore e fondatore della Congregazione non è l’immagine<br />

<strong>di</strong> <strong>un</strong> eroe solitario ma è contornato dalla presenza del Car<strong>di</strong>nale Pietro Respighi, coa<strong>di</strong>uvato da<br />

Mons. Francesco Faberi e <strong>di</strong> San Pio X°, che hanno partecipato allo spirito del carisma<br />

fondazionale, non solo favorendo e semplificando ma collaborando e intervenendo in modo <strong>di</strong>retto.<br />

Nella richiesta formale <strong>di</strong> erezione della Congregazione, Padre Piccardo chiese che fosse eretta a<br />

Congregazione non <strong>un</strong> gruppo <strong>di</strong> sacerdoti animati da buona volontà ma la Pia Opera dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Santa</strong> Maria Immacolata: la presenza del Frassinetti è necessità incastonarla.<br />

107 PICCARDO A., Lettera circolare del 30 maggio 1913, Archivio FSMI, Roma


49<br />

PADRE PICCARDO SUPERIORE<br />

Nella vita com<strong>un</strong>itaria dei primi nove membri, che il 2 ottobre 1904 aveva avuto il suo<br />

inizio, occorreva nominare <strong>un</strong> responsabile quale guida <strong>di</strong> questi fratelli nel cammino spirituale e<br />

apostolico. Padre Piccardo fino allora era stato il perno <strong>di</strong> tutte le svolte e lo strumento qualificato <strong>di</strong><br />

ogni nuova meta, era riconosciuto da tutti <strong>come</strong> il “signor Direttore”.<br />

Con il sorgere della nuova Congregazione veniva costituito nella Chiesa <strong>un</strong> ente nuovo, <strong>un</strong><br />

nuovo carisma dello Spirito si incastonava nella storia quoti<strong>di</strong>ana della Chiesa stessa; era necessario<br />

<strong>un</strong> “episcopus” cioè <strong>un</strong> custode che conservasse gelosamente la forza teologale del dono, animasse<br />

e <strong>di</strong>rigesse i confratelli e scegliesse le modalità adeguate e questo non a nome proprio ma della<br />

suprema autorità ecclesiastica.<br />

Fu papa Pio X che nominò, nel Primo Capitolo <strong>di</strong> sua autorità, Padre Piccardo Superiore<br />

Generale 108 .<br />

La qualifica <strong>di</strong> “Direttore” con cui era designato Padre Piccardo aveva <strong>un</strong> valore f<strong>un</strong>zionale<br />

ad <strong>un</strong> ruolo <strong>di</strong> carattere organizzativo; la com<strong>un</strong>ità religiosa a cui il titolo <strong>di</strong> “Superiore” si riferisce<br />

non è <strong>un</strong> collettivo anonimo bensí il luogo teologico dove si <strong>di</strong>venta fratelli, che fa fiorire la<br />

com<strong>un</strong>ione dalla con<strong>di</strong>visione dei beni dello Spirito. Egli fu il primo responsabile della com<strong>un</strong>ità,<br />

quale guida dei fratelli nel cammino spirituale e apostolico.<br />

Nell’esortazione preliminare al Capitolo il Car<strong>di</strong>nale Respighi, citando San Paolo, si rivolse<br />

ai nuovi professi con queste parole: «Vi preghiamo fratelli <strong>di</strong> aver riguardo per quelli che faticano<br />

tra voi, che vi sono preposti nel Signore e vi ammoniscono: trattateli con molto rispetto e carità, a<br />

motivo del loro lavoro» (1 Tes 5,12-13).<br />

Con <strong>un</strong> tale portaban<strong>di</strong>era, dall’alto riconosciuto idoneo, il piccolo drappello si mise in<br />

cammino verso la costituzione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a fraternità e il raggi<strong>un</strong>gimento delle sue finalità spirituali e<br />

apostoliche.<br />

Padre Piccardo prima che “il Superiore” è <strong>un</strong> religioso; egli non è <strong>un</strong> religioso improvvisato,<br />

<strong>un</strong> <strong>padre</strong> Generale per il combinarsi <strong>di</strong> coincidenze, <strong>un</strong> <strong>Figli</strong>o <strong>di</strong> Maria per aver detto <strong>un</strong> “si” in età<br />

ancora giovanile, <strong>un</strong> “si” <strong>un</strong> po’ incosciente e <strong>un</strong> po’ temerario. Egli abbracciò la causa vocazionale<br />

a cui si era de<strong>di</strong>cato con tutto se stesso, <strong>come</strong> ragione <strong>di</strong> vita, senza rimpianti e senza ritorni e si fa<br />

premuroso per questa nuova creatura ecclesiale, <strong>come</strong> erano i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, <strong>come</strong> tenero <strong>padre</strong>.<br />

Il Padre Carlo Olivari, che ha passato la sua vita <strong>come</strong> al<strong>un</strong>no, confratello e Consultore <strong>di</strong><br />

Padre Piccardo ci <strong>di</strong>ce che, quando nel 1872 (quattro anni dopo la morte del Frassinetti), entrò nei<br />

<strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria «non si chiamavano generalmente cosí, ma piuttosto <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Prete Piccardo, e sotto<br />

tale nome li conobbi io la prima volta che ebbi notizia <strong>di</strong> loro» 109 .<br />

Nell’epigrafe della sua tomba, collocata nella cappella della Casa Madre, si legge<br />

“santissime rexit”; egli, <strong>come</strong> si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> San Gregorio Magno, ha lasciato <strong>un</strong> esempio <strong>di</strong> vita e <strong>un</strong>a<br />

regola <strong>di</strong> azione. Sentiva l’importanza del compito <strong>di</strong> superiore e sapeva che era necessario per<br />

108 Nell’Archivio del Vicariato <strong>di</strong> Roma è conservato il Rescritto del Car<strong>di</strong>nale Vicario Pietro Respighi (R 2, “Archivio,<br />

Ufficio 2, 1-10-1904) in cui si <strong>di</strong>ce tra l’altro: “R.mi Antonii Piccardo…totius Instituti Moderatorem Supremum ultro<br />

libentique animo per sexennium proximum adlegit”.<br />

109 PISONI T., Lettere ai confratelli, lettera n° 11, Archivio FSMI, Roma.


50<br />

consolidare la com<strong>un</strong>ione fraterna e non vanificare i voti professati, in particolare quello <strong>di</strong><br />

obbe<strong>di</strong>enza.<br />

Intraprendente e l<strong>un</strong>gimirante «realizzò il suo <strong>di</strong>segno con imponenti opere tra le quali:<br />

l’acquisto, il rifacimento e l’ingran<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> immobili a Genova, a Pra, a Rivarolo, a Roma, a<br />

Siena; altre proprietà ebbe in ere<strong>di</strong>tà, affitto o affidamento (Lugnano); importanti le biblioteche<br />

ere<strong>di</strong>tate o riscattate ed arricchite; prezioso il Gabinetto Scientifico Capranica: le Case dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong><br />

Maria dovevano essere anche centri <strong>di</strong> cultura» 110 .<br />

Lo sguardo <strong>di</strong> Padre Piccardo sulla Congregazione, creatura <strong>di</strong> Dio sbocciatagli tra le mani,<br />

è <strong>di</strong> <strong>un</strong> sano ottimismo sia per lo sviluppo sia per la qualità della vita religiosa. Ne fa fede la<br />

relazione del 26 novembre 1909 (cinque anni dopo l’approvazione), sullo “stato <strong>di</strong>sciplinare” della<br />

Congregazione 111 . In essa conclude : «Il Superiore Generale, <strong>un</strong>itamente ai suoi Consiglieri, crede<br />

<strong>di</strong> poter attestare che, per grazia <strong>di</strong> Dio, in tutte singole le Case e da tutti e singoli i membri<br />

dell’Istituto, viene osservata con buono spirito, la religiosa <strong>di</strong>sciplina, per quanto è possibile nelle<br />

presenti circostanze, e in quantum humana fragilitas sinit» 112 .<br />

Consapevole del suo compito, agiva in modo franco e intrepido, si <strong>di</strong>rebbe oggi con<br />

“paressia”, ma senza pignoleria e meschinità, nello sforzo <strong>di</strong> mantenere l’<strong>un</strong>ità anche quando la<br />

carità era <strong>di</strong>fficile o non sufficiente per <strong>di</strong>stricarsi dentro il pluralismo e i contrasti dei caratteri.<br />

Il Vescovo Ghio lo definisce «meraviglioso nocchiero che la tempesta non impaurisce, che<br />

in faccia al pericolo non trema, che davanti all’ostacolo si esalta, che attraverso la bufera <strong>di</strong> cui fu<br />

feconda la sua l<strong>un</strong>ga esistenza, seppe compiere ar<strong>di</strong>tamente la sua navigazione e arrivare al porto<br />

integris rate et mercibus» 113 .<br />

110<br />

PISONI T., Lettere ai confratelli, lettera n° 11, Archivio FSMI, Roma.<br />

111<br />

Congregazione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata<br />

Stato <strong>di</strong>sciplinare<br />

Dopo che la Congregazione ebbe ottenuto dal Santo Padre Pio X il Decretum lau<strong>di</strong>s, il Superiore Generale col suo<br />

Consiglio, continuò le opere che aveva nella Diocesi <strong>di</strong> Genova; stabilí nella Casa <strong>di</strong> Roma il Noviziato: consolidò il<br />

Collegio ecclesiastico <strong>di</strong> Maria Immacolata, in Roma, e procurò che venisse eretta canonicamente la Casa <strong>di</strong> Lugnano in<br />

Teverina (Diocesi <strong>di</strong> Amelia). Inoltre decise l’ampliamento del Collegio <strong>di</strong> Roma per aprire anche <strong>un</strong> pensionato<br />

ecclesiastico; ampliamento che è tuttora in costruzione; e sta per intraprendere l’opera <strong>di</strong> nuove scuole in Busalla,<br />

Diocesi <strong>di</strong> Genova. Sta anche curando l’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> tutte le opere e<strong>di</strong>te ed ine<strong>di</strong>te del Priore Frassinetti che si vengono<br />

stampando dalla Tipografia Vaticana.<br />

Le case della Congregazione sono attualmente:<br />

1. La Casa <strong>di</strong> Roma (Collegio e Pensionato ecclesiastico <strong>di</strong> Maria Immacolata)<br />

2. La Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata, nella città <strong>di</strong> Genova<br />

3. La Casa <strong>di</strong> Rivarolo Ligure (Collegio Sacra Famiglia)<br />

4. La Casa <strong>di</strong> Pra, Diocesi <strong>di</strong> Genova (Collegio San Giuseppe)<br />

5. La Casa <strong>di</strong> Lugnano in Teverina, Diocesi <strong>di</strong> Amelia (Casa San Francesco) per gli aspiranti della<br />

Congregazione<br />

Fanno attualmente parte della Congregazione i seguenti membri:<br />

a. Sacerdoti professi n° 13<br />

b. Studenti professi n° 6<br />

c. Conversi professi n° 1<br />

d. Novizi n° 1<br />

112<br />

Archivio FSMI, Roma.<br />

113<br />

GHJO G., Nel ricordo della sua morte, AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2004,<br />

74-75.


51<br />

Riferendosi a Padre Piccardo, Pio X <strong>di</strong>sse agli al<strong>un</strong>ni dell’Istituto Ecclesiastico Maria<br />

Immacolata in visita in Vaticano il 30 maggio 1908: «Sono contento che le notizie del Collegio<br />

Maria Immacolata sono ottime. E <strong>di</strong>co ottime, perché, quando il vostro Rettore <strong>di</strong>ce che le cose<br />

vanno benino, io che lo conosco, interpreto che le cose vadano ottimamente» 114 .<br />

Era questione <strong>di</strong> fiducia nell’uomo ma non solo, possiamo caratterizzare questo suo modo <strong>di</strong><br />

educare <strong>come</strong> arte <strong>di</strong> accogliere e vivere l’incompiutezza. Si tratta <strong>di</strong> <strong>un</strong>a pazienza umile ma<br />

rigonfia <strong>di</strong> speranza. Si può accogliere l’incompiutezza dell’altro se si riconosce l’incompiutezza e<br />

la fragilità che alberga dentro <strong>di</strong> sé: Padre Piccardo era cosí; l’ispirazione era l’amore «perché la<br />

carità è paziente» (I Cor 13,4).<br />

Rilevante è l’esortazione ad essere veri religiosi: «Siamo noi riconoscenti e pensiamo spesso<br />

alla grazia grande della vocazione religiosa? Facciamo noi gran conto <strong>di</strong> questa vocazione colla<br />

esatta osservanza dei tre voti <strong>di</strong> povertà, <strong>di</strong> castità e <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza? Ten<strong>di</strong>amo all’acquisto della<br />

perfezione, a questo nostro stretto dovere? Mettiamo in pratica i mezzi per ottenerla, che sono<br />

app<strong>un</strong>to l’osservanza dei voti e l’esatto adempimento delle nostre Costituzioni? Siamo noi uomini<br />

<strong>di</strong> orazione, <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione, fonti queste <strong>di</strong> grazie e <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zioni? Amiamo tutti i nostri fratelli<br />

senza <strong>di</strong>stinzioni <strong>di</strong> sorta? Li amiamo in Dio e per Dio?» 115 .<br />

L’autorità <strong>di</strong> Padre Piccardo si coniugava con la paternità; si può <strong>di</strong>re, ad immagine del<br />

Santo, che egli aveva <strong>un</strong> cuore “che ascolta”: sapeva cogliere il contesto situazionale, sapeva<br />

partecipare alle gioie e alle sofferenze <strong>di</strong> chi gli stava attorno, cioè sapeva piangere con chi piange e<br />

gioire con chi era nella gioia. Un esempio evidente lo abbiamo nella triste circostanza della morte<br />

del chierico Giacomo Peluffo: ascoltiamo <strong>un</strong> testimone oculare: «Poi, visto però che le cose<br />

andavano peggiorando, fece chiamare il P. Generale che accorse subito e, trattenendosi alquanto<br />

con lui, ne uscí piangendo e <strong>di</strong>sse: “Mi ha dato l’ad<strong>di</strong>o ...”... appena morto non pareva morto, ma<br />

solo in placido sonno. Il P. Piccardo in quella angoscia <strong>di</strong>ceva: “Non è morto”. Piú volte lo chiamò<br />

ancora per nome; illusione pietosa!» 116 . Simili stati d’animo si colgono nelle lettere circolari in cui<br />

com<strong>un</strong>ica la morte dei chierici Villa e Cesena.<br />

Era attento e preoccupato degli eventi ma non trascurava le piccole cose, <strong>come</strong> quando<br />

rimproverò il cuoco (Antonio Minetti ndr) per aver fatto mancare la frutta a colazione. Una<br />

attenzione alle piccole situazioni dettata da <strong>un</strong> cuore <strong>di</strong> <strong>padre</strong>; scriveva per <strong>un</strong> chierico: deve<br />

coprirsi bene, specialmente nelle giornate brutte e fredde: deve avere <strong>un</strong>a maglia <strong>di</strong>screta alla pelle e<br />

<strong>un</strong>a piú grossa sopra la camicia; il 13 ottobre 1917, durante la prima guerra mon<strong>di</strong>ale partí da Roma<br />

per Lugnano con <strong>un</strong> sacco <strong>di</strong> riso per i suoi bagarilli (= piccoli aspiranti).<br />

Si può definire <strong>un</strong> uomo vigilante, interiormente attento all’uomo e alle sue esigenze e<br />

perciò responsabile, cosciente <strong>di</strong> doversi prendere cura <strong>di</strong> tutto e, in particolare capace <strong>di</strong> vigilare su<br />

quelli a lui affidati e <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>rli.<br />

Anche se il suo sguardo era proteso ai piú vasti orizzonti, quasi in modo telescopico, sapeva<br />

concentrare il suo interesse alle singole persone, ai piccoli bisogni, sapeva occuparsi anche de<br />

minimis. Sembra <strong>di</strong> cogliere nella suo raccontare <strong>un</strong> po’ infantile negli incontri che ha con gli<br />

114 Archivio FSMI, Roma.<br />

115 Circolari dei Padre Generali, Circolare n. 8, Archivio dei FSMI, Roma,<br />

116 BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zione Risonanze, Roma 2004, 48.


52<br />

al<strong>un</strong>ni, i confratelli e dei racconti con cui infioretta questo familiare ritrovarsi, l’espressione della<br />

gioia e della pienezza che aveva nel suo animo e della voglia <strong>di</strong> trasmetterla 117 .<br />

117 De minimis, AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2004, 113-115.


53<br />

PADRE PICCARDO E IL PAPA<br />

Il 20 agosto 1914, dopo alc<strong>un</strong>i giorni <strong>di</strong> malattia, Pio X entrò nella pace eterna. Il Padre<br />

Piccardo, profondamente addolorato, da Genova dove si trovava, inviò <strong>un</strong>a lettera circolare ai<br />

confratelli. In essa definiva Pio X «autore, benefattore augusto e <strong>padre</strong> amantissimo e amabilissimo:<br />

infatti la nostra Congregazione ha perduto con Pio X il <strong>padre</strong>, il protettore e il benefattore» 118 .<br />

Una sincera, spontanea amicizia legava le loro anime. Come ci insegna il Siracide, <strong>un</strong>a vera<br />

e durevole amicizia è rarissima, <strong>come</strong> <strong>un</strong> insigne tesoro (6,15-16), ma tra Pio X e Padre Piccardo il<br />

tesoro era stato <strong>di</strong>ssepolto e fatto fruttare.<br />

Padre Piccardo aveva conosciuto Giuseppe Sarto (futuro Pio X) quando, vescovo <strong>di</strong><br />

Mantova, si era recato a Genova nel gennaio del 1887, per tenere il panegirico nella festa <strong>di</strong> San<br />

Francesco <strong>di</strong> Sales nella Chiesa <strong>di</strong> San Siro. Non basta che due uomini si conoscano perché possano<br />

nutrire <strong>un</strong>a reciproca benevolenza; loro in forza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a intuizione spirituale avevano avvertito <strong>un</strong>a<br />

certa com<strong>un</strong>ione <strong>di</strong> idee, <strong>di</strong> sentimenti e <strong>di</strong> volontà.<br />

«Il 20 luglio 1903, tra la costernazione <strong>di</strong> tutto il mondo cattolico, moriva il Santo Padre<br />

Leone XIII e secondo le previsioni puramente umane questo fatto arrecò <strong>un</strong>a certa ansietà<br />

nell’animo <strong>di</strong> Don Piccardo e <strong>di</strong> Don Minetti, perché con la morte del Papa cessavano dal loro<br />

ufficio tutti gli alti <strong>di</strong>gnitari della Curia Romana e del Vicariato, compreso il Card. Vicario Pietro<br />

Respighi, per cui logicamente si prospettava qualche timore sull’avvenire del nuovo Istituto.<br />

Con l’elezione del Card. Giuseppe Sarto al Sommo Pontificato, avvenuta il 4 agosto 1903,<br />

scomparve ogni timore perché <strong>un</strong>o dei suoi primi atti fu quello <strong>di</strong> confermare S. E. il Card. Pietro<br />

Respighi vicario <strong>di</strong> Roma e questo significava la continuazione degli stessi programmi e delle stesse<br />

<strong>di</strong>rettive, cosí l’Istituto poté proseguire sicuro il suo apostolato.<br />

Sua Santità Pio X intuí che, per attuare il suo programma <strong>di</strong> “instaurare omnia in Christo”,<br />

dovendo cominciare dal clero, avrebbe trovato <strong>un</strong>a valida cooperazione nel nostro Istituto» 119 .<br />

Seguirono gesti concreti attraverso i quali si constata l’attenzione e l’amore <strong>di</strong> Pio X verso la<br />

nuova istituzione ma in particolare verso Padre Piccardo che la incarnava e l’animava.<br />

L’otto <strong>di</strong>cembre 1903 il Car<strong>di</strong>nale Vicario firmò il Decreto <strong>di</strong> erezione della Congregazione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong>ocesano, naturalmente con il benestare pontificio, il 21 maggio 1904 venne emesso il<br />

Decreto Pontificio ossia il Decretum Lau<strong>di</strong>s per la Congregazione <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata,<br />

il 2 ottobre 1904 in occasione della emissione dei voti religiosi da parte dei nove confratelli nominò<br />

«ultro libentique animo- Superiore Generale <strong>di</strong> tutta la Congregazione per il prossimo sessennio<br />

Padre Antonio Piccardo (1904-1910)» 120 .<br />

I gesti e «le parole <strong>di</strong> amicizia del Santo Padre Pio X risuonano potentemente in P. Antonio<br />

Piccardo, aprendo le sue labbra ad <strong>un</strong> l<strong>un</strong>go Magnificat: quasi <strong>un</strong> pellegrinaggio <strong>di</strong> ringraziamento<br />

l<strong>un</strong>go quella miriade <strong>di</strong> Santuari Mariani che andava collezionando e catalogando in tre voluminosi<br />

118<br />

VACCARI G., San Pio X e il Piccardo, AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2004,<br />

33..<br />

119<br />

BERTOLOTTO T., P. Antonio Piccardo – Vita, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2004, 70.<br />

120<br />

VACCARI G., San Pio X e il Piccardo, AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2004,<br />

40 .


54<br />

album, quale scrigno dei suoi sentimenti piú delicati e dei suoi desideri vocazionali affidati da<br />

tempo alla Vergine Immacolata» 121 .<br />

Il 4 giugno 1910 «il Santo Padre Pio X nella sua speciale benevolenza, aderendo al voto<br />

favorevole della Congregazione Plenaria dei Religiosi tenutasi in Vaticano il giorno precedente (3<br />

giugno, festa del Sacro Cuore <strong>di</strong> Gesú) concedeva il Decreto <strong>di</strong> Approvazione definitiva al nostro<br />

Istituto e l’Approvazione ad sexennium delle nostre Costituzioni. Nella successiva u<strong>di</strong>enza dell’11<br />

giugno ci spronava cosí: Desidero che siate molti perché facciate molto bene nella Chiesa» 122 .<br />

Pio X amò e protesse Padre Piccardo <strong>come</strong> <strong>un</strong> Padre protegge <strong>un</strong> figlio. Come ebbe a<br />

scrivere il P. Giovanni Vaccari: «Da questo periodo (1904) la figura del P. Piccardo <strong>di</strong>venne cosí<br />

popolare in Vaticano che dallo svizzero al portone <strong>di</strong> bronzo, agli intimi della famiglia Pontificia,<br />

correvano a lui e lo salutavano <strong>come</strong> <strong>un</strong> amico <strong>di</strong> casa. Non vi era f<strong>un</strong>zione, cerimonia, ricevimento<br />

senza che egli vi partecipasse; la familiarità con gli intimi del Pontefice e col Pontefice stesso lo<br />

aveva reso caro a tutti» 123 . La grande bontà <strong>di</strong> Pio X verso il Padre Antonio Piccardo ebbe<br />

manifestazioni <strong>di</strong> vera famigliarità e si sarebbe tentati <strong>di</strong> <strong>di</strong>re <strong>di</strong> fraterna intimità.<br />

Questa benevolenza, quasi preferenziale, era originata dal fatto che si era conosciuto il<br />

grande amore, la profonda venerazione che egli aveva per il Papa e Pio X lo amò e lo protesse <strong>come</strong><br />

<strong>un</strong> <strong>padre</strong> protegge <strong>un</strong> figlio. «Anche nei pubblici ricevimenti se Pio X vedeva il P. Piccardo a lui<br />

rivolgeva sempre la parola e nello scherzo arguto che spesso usciva dalle labbra del Santo<br />

Pontefice, che denotava la serenità del suo animo e il palpito del suo cuore paterno, si vedeva <strong>di</strong><br />

quale affetto lo circondava» 124 .<br />

L’amicizia deve dar prova <strong>di</strong> sé, della sua autenticità, adeguandosi al detto <strong>di</strong> Gesú, che<br />

parlando del suo destino <strong>di</strong> morte afferma : “Non siete piú servi ma amici” (Gv. 15,15). L’amicizia<br />

è <strong>un</strong> dono che deve essere conquistato e messo alla prova. La prova piú forte consisteva nel fatto<br />

che Padre Piccardo voleva che tutti i suoi al<strong>un</strong>ni e confratelli amassero il Papa <strong>di</strong> eguale amore.<br />

L’amicizia in Padre Piccardo non annullava la <strong>di</strong>stanza, il rispetto e l’obbe<strong>di</strong>enza, tanto che<br />

nell’u<strong>di</strong>enza del 27 marzo 1904 il Papa, quasi amichevole rimprovero, ebbe a <strong>di</strong>rgli: «Venite<br />

qualche volta a trovarmi» 125 .<br />

Il suo amore per il Papa era amore per la Chiesa. L’anima della sua adesione alla Chiesa era<br />

la romanità. Roma voleva <strong>di</strong>re Pietro vivente nei suoi successori. Roma era la Chiesa che<br />

presiedeva a tutte le Chiese, Roma era il tipo <strong>di</strong> tutto.<br />

Il Frassinetti nel 1837 nelle sue “Riflessioni proposte agli Ecclesiastici” scriveva: «O<br />

Vaticano, a te mi prostro e bacio, adorandoti, le sante tue falde. Io non allontanerò mai i miei occhi<br />

da te: tu sei quel monte da cui mi aspetto ogni aiuto, tu mi dai luce, tu mi dai lena e speranza» 126 .<br />

121<br />

FAIN BINDA L., Come figli al Padre, AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2004,<br />

12.<br />

122<br />

FAIN BINDA L., Come figli al Padre, AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2004,<br />

12-13.<br />

123<br />

BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2003, 87.<br />

124<br />

BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2003, 27.<br />

125<br />

VACCARI G., San Pio X e il Piccardo, AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2004,<br />

36.<br />

126 OA, Vol II, 534.


55<br />

Queste parole per Padre Piccardo furono veramente parva favilla a cui gran fiamma seconda.<br />

Erede dello spirito del Frassinetti, <strong>come</strong> lo fu della sua opera nascente, egli ebbe sempre per il Papa<br />

<strong>un</strong>a venerazione particolare, tanto che possiamo ben <strong>di</strong>re fu questa <strong>un</strong>a delle note piú caratteristiche<br />

della sua vita.<br />

«Rapiva quando nella sua paterna, soave amabilità raccontava le sue visite al Papa: ne<br />

enumerava le parole, estasiandosi nel suo bianco volto cercando <strong>di</strong> far godere nei figli l'ora<br />

gau<strong>di</strong>osa da lui gustata e la parola semplice che gli sgorgava dal cuore inondato <strong>di</strong> gioia,<br />

commoveva profondamente. Non formavano i racconti delle sue visite al Papa, il centro delle sue<br />

conversazioni? Chi ebbe la fort<strong>un</strong>a <strong>di</strong> stargli a fianco lo sa» 127 .<br />

L’amicizia che Pio X nutriva per Padre Piccardo, la estendeva con naturalezza a tutta la<br />

Congregazione, nello stesso modo con cui si sentono vicini i figli <strong>di</strong> <strong>un</strong>a donna verso la quale si<br />

manifesta attenzione e stima.<br />

L’u<strong>di</strong>enza pontificia concessa due giorni dopo l’emissione dei voti religiosi, viene cosí<br />

descritta da P. Giacomo Bruzzone: «Il S. Padre Pio X ci accolse con benevolenza piú che paterna<br />

nella sua biblioteca, ci fece sedere intorno al suo tavolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, intrattenendoci per circa <strong>di</strong>eci<br />

minuti alla Sua Augusta presenza.<br />

Ci esortò ad essere ubbi<strong>di</strong>enti al Superiore Generale e fedeli alle Costituzioni della nostra<br />

novella Congregazione.<br />

Ci bene<strong>di</strong>sse due volte, ci <strong>di</strong>ede a baciare la Sua Augusta mano augurandoci frutti copiosi<br />

non solo per il lavoro nel nostro Collegio <strong>di</strong> Roma, ma nell'Italia tutta a mezzo dei Collegiali<br />

educati da noi.<br />

Ad multos annos, o Padre Santo, concludeva il P. Bruzzone, Vi conservi il Signore al nostro<br />

affetto e al bene della Chiesa» 128 .<br />

La rivista “L’amico delle famiglie” nel numero del 30 ottobre 1904 scrive: «La sovrana<br />

benevolenza <strong>di</strong> Pio X ebbe <strong>un</strong>a novella prova allorché Sua Santità il martedí 4 ottobre si degnò<br />

ricevere in particolare u<strong>di</strong>enza il Rev.mo P. Piccardo, con i suoi primi professi e con i suoi primi<br />

Novizi.<br />

Si sa della consueta bontà con cui Pio X accoglie quanti vanno a Lui, ma quella che Egli usò<br />

verso i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria fu veramente <strong>un</strong>a cor<strong>di</strong>alità paterna.<br />

Parlò ad essi dei favori del Signore e dalla protezione della Madonna, li esortò a<br />

corrispondere alle grazie <strong>di</strong> Dio, <strong>di</strong>sse del bene che si riprometteva dalla nuova Congregazione e del<br />

Suo gra<strong>di</strong>mento per l'opera che essa già presta a Roma e li bene<strong>di</strong>ceva con effusione <strong>di</strong> cuore» 129 .<br />

Dopo tre<strong>di</strong>ci giorni dalla morte <strong>di</strong> Pio X la Chiesa ebbe il nuovo pastore supremo: Benedetto<br />

XV, Giacomo Della Chiesa, arcivescovo <strong>di</strong> Bologna, <strong>di</strong> nascita ed educazione genovese.<br />

Padre Piccardo lo conosceva bene; in alc<strong>un</strong>e occasioni si erano incontrati, avevano<br />

collaborato in vari affari ed era intercorsa tra loro corrispondenza. Tuttavia la familiarità e la<br />

127<br />

Padre Piccardo e il Papa, in AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2004, 94.<br />

128<br />

VACCARI G., San Pio X e il Piccardo, in AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma<br />

2004, 40.<br />

129<br />

VACCARI G., San Pio X e il Piccardo, in AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma<br />

2004, 41.


56<br />

fraterna amicizia che intercorreva con Pio X erano ormai <strong>un</strong> ricordo. Vari fatti lo attestano; vale per<br />

tutti il seguente. «Qualche mese dopo il P. Piccardo fu ammesso in u<strong>di</strong>enza privata e, <strong>come</strong> poi ci<br />

raccontò, iI Santo Padre gli consigliò che per quanto riguardava gli affari della Congregazione e<br />

dell’Istituto, le relative pratiche le inoltrasse regolarmente presso le rispettive Sacre<br />

Congregazioni» 130 .<br />

Questo non significava certamente mancanza <strong>di</strong> benevolenza, era solo per motivi <strong>di</strong><br />

regolarità ma era segnale chiaro <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo modo <strong>di</strong> rapportarsi che il nuovo Pontefice in<strong>di</strong>cava.<br />

Padre Piccardo era pur sempre <strong>di</strong> casa in Vaticano ed il Papa Benedetto XV non lasciava<br />

passare occasione senza ricordarsi <strong>di</strong> lui e lo riceveva talvolta <strong>di</strong> sera quando era più libero da ogni<br />

occupazione e soleva mandargli anche qualche dono specialmente per il suo onomastico.<br />

Dimostrò <strong>di</strong> avere sempre molta stima e fiducia in P. Piccardo, servendosi <strong>di</strong> lui in<br />

determinate circostanze per opere speciali, specialmente <strong>di</strong> carità in favore <strong>di</strong> sacerdoti bisognosi <strong>di</strong><br />

aiuto spirituale e materiale e verso i poveri.<br />

I segni <strong>di</strong> attenzione del Papa verso Padre Piccardo era numerosi e ben identificabili <strong>come</strong><br />

quando gli mandò <strong>un</strong>a sua splen<strong>di</strong>da fotografia racchiusa in ricca cornice con il seguente autografo:<br />

«Al <strong>di</strong>letto figlio Antonio Piccardo porgiamo affettuosi rallegramenti per i <strong>di</strong>eci lustri <strong>di</strong> operoso<br />

sacerdozio che il Signore gli ha fatto compiere e con la Bene<strong>di</strong>zione Apostolica che gli inviamo <strong>di</strong><br />

cuore esprimiamo non solo la benevolenza <strong>di</strong> Padre ma anche augurio che veda crescere il numero e<br />

non <strong>di</strong>minuito lo zelo dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria Immacolata.<br />

Benedetto XV<br />

Roma, dal Vaticano, 6 giugno 1918».<br />

Padre Piccardo nel leggerlo, dovette fare forza a se stesso per non prorompere in <strong>un</strong><br />

profluvio <strong>di</strong> lacrime. Eppure Benedetto XV fu il Papa che sottoscrisse il Decreto della Visita<br />

Apostolica e dette a vedere che da essa si aspettava <strong>un</strong> in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong>verso per tutta la Congregazione.<br />

Pio XI, il nuovo Pontefice che successe a Benedetto XV, dal suo avvento al trono pontificio,<br />

<strong>di</strong>mostrò stima grande per Padre Piccardo. Sappiamo <strong>di</strong> <strong>un</strong>a confidenza fattagli, che Pio XI<br />

desiderava che i giovani del Collegio lombardo avessero con il P. Piccardo frequenti contatti,<br />

perché si e<strong>di</strong>ficassero <strong>di</strong>nanzi al suo esempio e profittassero dei suoi consigli, perché <strong>come</strong> suggerí<br />

lo stesso Santo Padre a Mons. Baranzini, la sua compagnia avrebbe contribuito alla formazione dei<br />

giovani chierici.<br />

Pio XI gli ha sempre mandato la medaglia commemorativa degli anni del suo pontificato; e<br />

tutte le volte che vedeva qualche membro dell'Istituto, o qualche vescovo, ospite dell'Istituto a<br />

Roma, domandava sempre: “E Padre Piccardo <strong>come</strong> sta?...”<br />

Ricorrendo l’80° anno <strong>di</strong> età, gli fece pervenire con la facoltà <strong>di</strong> impartire l'apostolica<br />

bene<strong>di</strong>zione ai presenti, la sua fotografia, con le autografe seguenti parole : “Pius P. P. XI,<br />

gratulab<strong>un</strong>dus, augurab<strong>un</strong>dus permanter in Domino”.<br />

Questo atto <strong>di</strong> sovrana bontà consigliò il P. Piccardo, appena ritornato a Roma a chiedere<br />

<strong>un</strong>'u<strong>di</strong>enza particolare, e Pio XI si degnò ancora donargli quattro grosse medaglie due in argento e<br />

130 BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2003, 103.


57<br />

due in bronzo. Durante l'ultima malattia, incaricava l'Arcivescovo <strong>di</strong> Benevento “a portargli la sua<br />

paterna, affettuosissima bene<strong>di</strong>zione”.<br />

Il suo ultimo atto <strong>di</strong> devozione al Papa fu la partecipazione al pellegrinaggio per acquistare<br />

l’indulgenza giubilare, il Papa lo vide e lo riconobbe con enorme compiacenza. Fu cosí che il<br />

pellegrino aveva finito il suo mortale viaggio e la bene<strong>di</strong>zione del Papa <strong>un</strong>ita al perdono giubilare<br />

gli schiudeva la porta del Cielo.<br />

Per questo non c’è da meravigliarsi se il Santo Padre Pio XI, che ben conosceva il P.<br />

Piccardo e l’opera sua lo definì “<strong>un</strong> colosso <strong>di</strong> virtú”.


58<br />

DIFFICOLTÀ DI RELAZIONE<br />

Possiamo immaginare in questi primi do<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> vita della Congregazione <strong>un</strong>a com<strong>un</strong>ità<br />

<strong>di</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, in cui tutti avevano occhi gli <strong>un</strong>i per gli altri, anche le speranze e le tristezze, le<br />

gioie e le angosce <strong>di</strong> <strong>un</strong>o erano proprio quelle <strong>di</strong> tutti.<br />

Non ci sono nella pratica gruppi che vengono sottratti alla <strong>di</strong>alettica fondata, talvolta, sulla<br />

ricerca <strong>di</strong> <strong>un</strong> bene utopico, o forse illusorio, che richiama alla mente l’antico proverbio: “Il meglio è<br />

nemico del bene”. E questo provoca <strong>un</strong> malessere generale che può essere reso piú acuto da<br />

quell’insieme <strong>di</strong> problemi feriali, che <strong>come</strong> onde si accavallano e non danno mai la sensazione <strong>di</strong><br />

<strong>un</strong>a vera soluzione.<br />

E quella com<strong>un</strong>ità che si <strong>di</strong>batte nella nostra immaginazione è reale ma futura, è presente ma<br />

sotto i segni dell’incompiuto e si percepisce molto confusa nella <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere i bagliori<br />

<strong>di</strong> luce tra le ombre.<br />

Certamente tutti i membri della prima com<strong>un</strong>ità, soprattutto coloro che avevano il compito<br />

della <strong>di</strong>rezione, erano animati da desiderio <strong>di</strong> bene, ma non raramente succede che, per non essere<br />

in<strong>di</strong>fferenti o neutrali, ci si schiera per scelte <strong>di</strong> campo che sono motivate da <strong>un</strong> malinteso senso del<br />

bene.<br />

Riguardo alla Sacra Visita mi avvalgo <strong>di</strong> quanto ha potuto scrivere P. Luigi Fain Binda<br />

nell’introduzione del libro “Il nostro primo Superiore Generale”.<br />

« Il Bertolotto nella biografia del Piccardo (ed. Risonanze 2004) ne fa cenno a pag. 106. Credo sia il<br />

momento per <strong>un</strong>a precisazione dovuta all’aver consultato l’Archivio della Congregazione e quello<br />

Vaticano.<br />

L’occasione è stata la proposta del Padre Generale al Consiglio del 27 <strong>di</strong>cembre 1915<br />

riguardante il provvisorio trasferimento del Noviziato da Roma a Lugnano motivata dalla<br />

opport<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> accogliervi <strong>come</strong> novizi don Pregliasco e don Lombardo, già in quella casa per <strong>un</strong><br />

parziale servizio <strong>di</strong> insegnamento agli aspiranti, ha messo in <strong>di</strong>fficoltà il buon Padre Minetti,<br />

maestro dei novizi in carica. La votazione è passata a maggioranza, si re<strong>di</strong>ge la domanda con cui si<br />

chiede l’autorizzazione alla Congregazione dei Religiosi che viene trasmessa dallo stesso Mons.<br />

Faberi.<br />

Nel frattempo, il 28 <strong>di</strong>cembre 1915 il Padre Maestro inoltrava presso il Card. Basilio<br />

Pompili, Vicario del Papa per Roma <strong>un</strong>a lettera “strettamente confidenziale” confermandola poi <strong>di</strong><br />

persona, nella quale riteneva dannosa la decisione del Consiglio, ad<strong>di</strong>rittura contraria alle nostre<br />

regole ed alle leggi canoniche, e chiedeva che l’istanza venisse respinta, sebbene presentata da<br />

Mons. Faberi, adducendo inoltre particolari e motivazioni solo in parte vere, tratte da <strong>un</strong> contesto<br />

ben più ampio, letto nell’amarezza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a decisione non con<strong>di</strong>visa e non ancora ass<strong>un</strong>ta<br />

interiormente in atto <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza. Certamente non c’era mal animo ma eccesso <strong>di</strong> zelo, desiderio<br />

<strong>di</strong> <strong>un</strong> certo perfezionismo, e <strong>di</strong>rei <strong>un</strong>a certa fretta che già aveva manifestato nel 1885 riguardo alla<br />

nascita della Congregazione. Il Padre, pur sentendo fortemente la sua appartenenza alla<br />

Congregazione ed amandola con sincerità la desiderava <strong>un</strong> po’ a sua immagine: devota ed<br />

osservante, cosí <strong>come</strong> andava educando i giovani novizi, non ammettendo deroghe, <strong>di</strong>spense, o<br />

interpretazioni alle leggi canoniche.


59<br />

Tutti siamo <strong>di</strong>sposti a capire il “Sine glossa al Vangelo” coniato da San Francesco ma si<br />

capisce meno la rigi<strong>di</strong>tà del Minetti per <strong>un</strong> atto interno <strong>di</strong> Congregazione che richiedeva solo <strong>un</strong>a<br />

notifica alla <strong>Santa</strong> Sede.<br />

Certamente la pur breve esperienza benedettina a San Giuliano D’Albaro e presso l’Abbazia<br />

<strong>di</strong> Solesmes per il Canto Gregoriano aveva accentuato in lui <strong>un</strong>o stile piuttosto rigido, perfezionista<br />

anche nei particolari <strong>di</strong> poco conto o <strong>di</strong> sola formalità.<br />

Dal fatto, si può trarre <strong>un</strong> insegnamento: a volte si può partire da <strong>un</strong>a luce che viene da Dio,<br />

da <strong>un</strong>a ispirazione sopranaturale, ma poi attraverso ragionamenti piuttosto umani e con<strong>di</strong>zionamenti<br />

dovuti alla nostra psicologia, si può arrivare in tutta fretta a giustificare quanto avevamo in mente <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>re e <strong>di</strong> fare già prima della “<strong>Santa</strong> Ispirazione”<br />

Cosí il 19 agosto 1916 dalla Congregazione dei Religiosi gi<strong>un</strong>ge al Padre Generale la<br />

com<strong>un</strong>icazione della nomina del Visitatore Apostolico, nella persona del Rev.mo P. Giacomo Maria<br />

Cristini dei Padri Redentoristi.<br />

Il Padre Generale continua nel suo ruolo or<strong>di</strong>nario ma “sotto tutela.” Egli obbe<strong>di</strong>sce in<br />

silenzio rispettando le arcane <strong>di</strong>sposizioni della Provvidenza, <strong>come</strong> del resto in ben altra situazione<br />

accadde al Frassinetti.<br />

Il nostro Piccardo, prima occupato in molti servizi, viaggi, incontri, ora può gustare le cose<br />

piú interiormente, nel significato ancor piú genuino della vita religiosa, sperimentando <strong>di</strong> persona<br />

nel momento della prova: “chi mi vuol seguire rinneghi se stesso,” ed ancora: “non c’è amore piú<br />

grande che dare la vita per i propri amici”.<br />

Non si spegne però il suo entusiasmo, anzi cresce il suo amore al Frassinetti e de<strong>di</strong>ca tante<br />

energie ad istruire il processo informativo per la Causa <strong>di</strong> Beatificazione del nostro Servo <strong>di</strong> Dio<br />

presso il trib<strong>un</strong>ale arci<strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> Genova, appena costituitosi. Prestò a questo lavoro gran cura: si<br />

interessò <strong>di</strong> ogni sessione, <strong>di</strong> ogni testimone e poi portò la “positio” a Roma, alla Congregazione dei<br />

Riti e la consegnò <strong>come</strong> <strong>un</strong> consegnare tutto se stesso, con gioia.<br />

Gli erano sempre piaciute le vite dei santi!» 131 .<br />

Questo fu <strong>un</strong> fulmine a ciel sereno, nell’accezione piú autentica dell’espressione. È il<br />

momento drammatico della croce. Rileggendo la storia, con sapienza retrospettiva, appare<br />

abbastanza chiaro che Padre Piccardo abbia sentito e seguito quell’esortazione che nella Bibbia<br />

risuona ben 365 volte ed è rivolta ai profeti, a Maria e agli apostoli: “Non temere” ed anche<br />

“Continua solo ad aver fede”, nello sforzo <strong>di</strong> confermare gli altri fratelli.<br />

Nella commemorazione per il cinquantesimo <strong>di</strong> sacerdozio <strong>di</strong>ce Mons. Giacomo Ghio:<br />

«Sarei in<strong>di</strong>screto se volessi toccare anche da lontano i dolori e le lacrime che hanno spesso nutrito<br />

l’anima vostra, i martiri che avete consumato in silenzio: essi sono scritti in cielo e ciò vi basta» 132<br />

Era <strong>un</strong> impegno interiore <strong>di</strong> Padre Piccardo mantenere l’<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> intenti: il cammino <strong>di</strong><br />

com<strong>un</strong>ione passava attraverso la valle del pianto; mai si rilevano atteggiamenti <strong>di</strong> autocommiserazione,<br />

che sorgono spontanei <strong>di</strong> fronte alla domanda: “Perché mai questa situazione?”.<br />

La com<strong>un</strong>ione con i fratelli, visti e riconsiderati alla luce <strong>di</strong> Dio, non si è atrofizzata in lui, perché la<br />

forma e il fondamento della com<strong>un</strong>ione fraterna è la croce <strong>come</strong> mistero <strong>di</strong> passione e <strong>di</strong> amore. E<br />

131 Come <strong>Figli</strong> al Padre, in AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, Ed. Risonanze, Roma 2004, 16-17.<br />

132 GHIO G., Il suo giubileo sacerdotale, in AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, Ed. Risonanze, Roma 2004, 67.


60<br />

proprio quella sofferenza fecondava e cementava l’<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> Padre Piccardo con la Congregazione,<br />

sua creatura e dei membri tra <strong>di</strong> loro.<br />

Sembra <strong>di</strong> sentire riecheggiare le parole del Frassinetti: «Io non avrei mai creduto che questo<br />

tempo che si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> tribolazione dovesse essere sí <strong>come</strong> finora il fu, il piú felice della mia vita; ciò<br />

che mi rincresce è che non ne approfitto, quanto sarebbe conveniente» 133.<br />

Nel momento del suo ritiro forzato, del suo governo “sotto tutela”, mentre sperimentava la<br />

verità dell’affermazione del Vangelo «Chi mi vuol seguire rinneghi se stesso» (Lc 9, 23) e «Non c’è<br />

amore piú grande che dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13), il Padre Piccardo <strong>di</strong>venta il nuovo<br />

“genitore” della Congregazione: la genera nel dolore; si può <strong>di</strong>re che si chiude l’arco <strong>di</strong><br />

congi<strong>un</strong>zione tra lui e il Frassinetti.<br />

«Se dolori ed amarezze non gli mancarono, grazie alla nobiltà dell’animo suo e quell’arte<br />

sapiente che usava nel saperle nascondere, tutto seppe sopportare forte e tranquillo; nel silenzio<br />

paziente e nella confidente preghiera seppe aspettare l’ora della serenità» 134<br />

L’immagine <strong>di</strong> <strong>un</strong> uomo riconciliato emerge da alc<strong>un</strong>e righe <strong>di</strong> <strong>un</strong>a lettera circolare <strong>di</strong> Padre<br />

Piccardo: «Inculco ai Superiori … <strong>un</strong>a larghezza <strong>di</strong> cuore e <strong>un</strong>a grande carità che influisca<br />

efficacemente su tutta la famiglia religiosa … E questa grande larghezza <strong>di</strong> cuore e questa grande<br />

carità raccomando a tutti e ai singoli confratelli, <strong>come</strong> quella che chiamerà sul capo in modo<br />

speciale le bene<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Dio» 135 .<br />

La relazione <strong>di</strong> Padre Piccardo con i singoli confratelli e anche con coloro che <strong>di</strong>videvano<br />

con lui la responsabilità <strong>di</strong> governo non ha subito turbamento e inclinazioni. Con i suoi piú stretti<br />

collaboratori esistevano tensioni, che mal gestite, gli hanno procurato dolori e <strong>di</strong>ssapori, ma queste<br />

tensioni non sono <strong>di</strong>ventate conflitti, e questo ha favorito la com<strong>un</strong>icazione nella verità e impe<strong>di</strong>to il<br />

crearsi <strong>di</strong> <strong>un</strong> ambiente settario.<br />

Nei l<strong>un</strong>ghi nove anni <strong>di</strong> guida della Congregazione “sotto tutela” del visitatore, non ha<br />

parlato o scritto granché ma si può facilmente intuire che sia la sua parola <strong>come</strong> il suo silenzio<br />

avevano <strong>un</strong> carattere altamente com<strong>un</strong>icativo.<br />

La sua è stata <strong>un</strong>a com<strong>un</strong>icazione “buona” perché avvenuta nella verità e nella carità<br />

animata dalla paressia, cioè da quella franchezza evangelica, che non cede il posto alla pavi<strong>di</strong>tà e<br />

all’acquiescenza. Scrive per esempio nella circolare n° 11: «Abbiamo giu<strong>di</strong>cato essere necessario<br />

pigliare e segnalarvi <strong>di</strong>sposizioni tassative» 136 .<br />

Nelle sue com<strong>un</strong>icazioni scritte nel periodo del Visitatore troviamo sempre <strong>di</strong>scorsi e<br />

messaggi “oggettivi”: i sentimenti in genere e in particolare quelli piú veri che albergano nelle<br />

pieghe della sua anima Padre Piccardo non li metteva sulla carta … certi <strong>di</strong>amanti esposti alla luce,<br />

perdono <strong>di</strong> lucentezza.<br />

Se cerchiamo <strong>un</strong>a prova per valutare positivamente la testimonianza <strong>di</strong> sofferenza silenziosa<br />

<strong>di</strong> Padre Piccardo, la troviamo nel suo vivere con gli altri, con i confratelli, con i chierici e con gli<br />

133<br />

FRASSINETTI G., Opere ascetiche, vol. II, 637.<br />

134<br />

CHIESA G., Il ritorno alla casa <strong>madre</strong>, in AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, Ed. Risonanze, Roma 2004,<br />

152.<br />

135<br />

Circolare n° 11, 22 ottobre 1924, 15, Archivio FSMI, Roma.<br />

136 Ibid., 14.


61<br />

aspiranti nella semplicità e nella quoti<strong>di</strong>anità. Non traspare neppure <strong>un</strong> atteggiamento <strong>di</strong> chi accusa<br />

<strong>un</strong>a forma “<strong>di</strong> asse<strong>di</strong>o” ma trova il delicato <strong>di</strong>to <strong>di</strong> Dio che scrive in bella calligrafia su pagine<br />

sgualcite la sua storia <strong>di</strong> salvezza.<br />

La sofferenza che il giusto sopporta per la fedeltà all’alleanza è <strong>un</strong>a prova della vali<strong>di</strong>tà della<br />

sua testimonianza e <strong>un</strong>a profezia per la fecon<strong>di</strong>tà della sua opera.


62<br />

IL TRASFERIMENTO DEL NOVIZIATO<br />

Era scoppiata la prima guerra mon<strong>di</strong>ale e l’Italia <strong>come</strong> il resto d’Europa era in fermento e in<br />

agitazione. I chierici e i sacerdoti giovani adatti alle armi erano stati richiamati chi al fronte, chi nei<br />

servizi logistici dell’esercito; il Concordato sarà stipulato solo nel 1929.<br />

Da quasi due anni erano entrati <strong>come</strong> can<strong>di</strong>dati alla Congregazione due sacerdoti: Giovanni<br />

Battista Pregliasco della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Mondoví e Tommaso Lombardo <strong>di</strong> Genova. La loro esperienza<br />

<strong>di</strong> avvicinamento e <strong>di</strong> conoscenza della Congregazione si svolgeva a Lugnano in Teverina, facendo<br />

contemporaneamente scuola agli aspiranti che lí stu<strong>di</strong>avano.<br />

Era ormai maturo il tempo che anche essi facessero il noviziato. A causa del richiamo alle<br />

armi si lamentava <strong>un</strong>a scarsezza <strong>di</strong> personale; chi avrebbe potuto sostituirli nell’insegnamento? A<br />

Roma c’era la com<strong>un</strong>ità del noviziato con tre novizi e il loro Maestro Padre Antonio Minetti.<br />

Nella ri<strong>un</strong>ione del Consiglio Generalizio del 27 <strong>di</strong>cembre 1915 fu approvata la proposta del<br />

trasferimento provvisorio del noviziato a Lugnano in Teverina, in modo da dare ai due sacerdoti la<br />

possibilità <strong>di</strong> fare il noviziato e agli aspiranti <strong>di</strong> continuare con regolarità l’anno scolastico. La<br />

proposta messa ai voti ebbe tre voti favorevoli e due contrari, fu d<strong>un</strong>que approvata.<br />

L’<strong>un</strong><strong>di</strong>ci gennaio 1916 il Padre Piccardo in qualità <strong>di</strong> Superiore Generale in<strong>di</strong>rizzò<br />

<strong>un</strong>’istanza alla Sacra Congregazione dei Religiosi chiedendo licenza per il trasferimento provvisorio<br />

fino al novembre del 1916 dei tre novizi con il loro Maestro a Lugnano in Teverina e chiedeva la<br />

facoltà per i due sacerdoti Tommaso Lombardo e Giovanni Pregliasco <strong>di</strong> poter continuare, durante<br />

il loro noviziato, quell’insegnamento che già portavano avanti con gli aspiranti. Aggi<strong>un</strong>geva: «Si fa<br />

notare che nella Casa <strong>di</strong> Lugnano i novizi possono essere benissimo custo<strong>di</strong>ti, ed in <strong>un</strong> locale<br />

apposito adattissimo e separato dal resto della Casa» 137 . La Sacra Congregazione concesse con<br />

facilità i permessi richiesti.<br />

Padre Piccardo edotto dalla sua l<strong>un</strong>ga esperienza, capiva che la capacità <strong>di</strong> adattare la legge<br />

alla situazione, senza infrangere la vali<strong>di</strong>tà e la sostanza della stessa, l’accettare il bene lac<strong>un</strong>oso,<br />

con sguardo l<strong>un</strong>gimirante in vista del meglio e della pienezza dell’osservanza della legge, è frutto <strong>di</strong><br />

sapienza, è intelligenza e senso del reale.<br />

Aiuta la comprensione della situazione la riflessione <strong>di</strong> <strong>un</strong> noto autore: «L’adattamento alle<br />

situazioni concrete, espresse dal tempo – luogo, non è solo frutto <strong>di</strong> accorgimento prudenziale<br />

umano.<br />

Gli antichi ammaestrati da <strong>un</strong>a costante lettura della Sacra Scrittura, spingevano lo sguardo<br />

oltre le leggi <strong>di</strong> <strong>un</strong> sano adattamento prudenziale.<br />

La <strong>di</strong>screzione, che i Padri avevano in grande stima, era <strong>come</strong> <strong>un</strong>a luce dello Spirito che<br />

faceva scorgere l’ora <strong>di</strong> Dio, in ogni momento, in ogni situazione. Da ciò il bisogno dell’adattabilità<br />

a quel momento, a quella situazione <strong>di</strong>retti e guidati dalla Parola <strong>di</strong> Dio e dalla carità.<br />

Se esiste il rischio <strong>di</strong> relativizzare la verità o <strong>di</strong> farla coincidere con <strong>di</strong>scutibili soluzioni<br />

soggettive, non è minore quello <strong>di</strong> rendere statica la regola, avulsa dal cammino della storia in cui si<br />

invera.<br />

137 Lettera alla Sacra Congregazione dei Religiosi, Archivio FSMI, Roma.


63<br />

È in fondo il rischio della fede che bisogna correre. L’ambiente e il tempo sono con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> <strong>un</strong>a rilettura pluralistica della regola» 138 .<br />

Fu in quella situazione che si volle tradurre <strong>un</strong>a regola o forse semplicemente <strong>un</strong>a<br />

consuetu<strong>di</strong>ne anziché riprodurre <strong>un</strong>o standard adattandola alla situazione contingente. Era capriccio<br />

o <strong>di</strong>scernimento?<br />

Padre Antonio Minetti si sentí stravolto da quella decisione. Egli era il Maestro dei novizi<br />

che doveva trasferirsi a Lugnano. La sua fu <strong>un</strong>a reazione rigida, <strong>di</strong>fensiva e senza richiamo ad <strong>un</strong>o<br />

scambio <strong>di</strong>alettico. Si può forse pensare ad <strong>un</strong> letteralismo morale che porta ad interpretare in<br />

maniera gretta la norma, impedendo visuali ampie dove c’è spazio per il buon senso, l’eccezione, la<br />

comprensione ed in ultima analisi l’umano?<br />

Il giorno seguente 28 <strong>di</strong>cembre Padre Minetti si recò dal Car<strong>di</strong>nale Vicario Basilio Pompili,<br />

Protettore della Congregazione, con <strong>un</strong>a lettera (pensata e scritta probabilmente nella notte)<br />

confidenziale e riservata in cui sottolineava l’assenza <strong>di</strong> giustificazione “per <strong>un</strong> provve<strong>di</strong>mento così<br />

grave”. «Io le chiedo per amore alla nostra Congregazione <strong>di</strong> aiutarci a fare le cose bene e <strong>come</strong> si<br />

deve e quin<strong>di</strong> a respingere l’istanza» 139<br />

Aggi<strong>un</strong>ge inoltre che la volontà del Superiore Generale sempre prevale su tutto e che<br />

Monsignor Faberi «<strong>come</strong> al solito, appoggiò la proposta, che credo dannosa, perché si continua a<br />

fare le cose alla meglio per non <strong>di</strong>re alla peggio» 140 .<br />

Si legge in “Acta et agenda” redatta da Padre Tommaso Gaggero: «16 maggio. E<br />

specialmente dell’essere andato D. Minetti in giro prima <strong>di</strong> partire per Lugnano a fare chiacchiere<br />

con Car<strong>di</strong>nali, Prelati e altolocati facendo loro notare la grande inconvenienza <strong>di</strong> trasportare il<br />

noviziato a Lugnano» 141 . La lettera riservata e confidenziale <strong>di</strong> Padre Minetti passa <strong>di</strong> mano in<br />

mano e le notizie <strong>di</strong> bocca in bocca.<br />

Nel voto contrario nel Consiglio Generalizio aveva appoggiato Padre Minetti, Padre<br />

Tommaso Olcese terzo Consultore. Padre Carlo Olivari in <strong>un</strong>a lettera al Padre Minetti del 20<br />

gennaio 1916 scrive: «Io ho votato pel noviziato a Lugnano, non per alc<strong>un</strong> riguardo personale, ma<br />

per l’opport<strong>un</strong>ità della cosa che mi pareva troppo evidente … Non ho capito l’opposizione <strong>di</strong> Don<br />

Olcese il quale troppo volentieri tira le questioni nel campo della personalità»; piú avanti definisce<br />

quella dell’Olcese «opposizione sistematica al Superiore» 142 .<br />

Una reazione a catena a maglie così strette ci fa capire che essa era la p<strong>un</strong>ta <strong>di</strong> <strong>un</strong> iceberg e<br />

l’occasione per far emergere ciò che da tempo era nascosto ma con frequenza serpeggiava.<br />

C’è <strong>un</strong> episo<strong>di</strong>o, che <strong>come</strong> spesso accade, nella sua apparente insignificanza getta luce sulla<br />

personalità e anche sulle motivazioni a doppio corso.<br />

Nel secondo Capitolo Generale P. Minetti <strong>di</strong> sua iniziativa corresse segretamente <strong>un</strong> verbale.<br />

La cosa resa nota causò il <strong>di</strong>ssapore <strong>di</strong> Padre Piccardo e <strong>un</strong> rimprovero all’autore del gesto.<br />

138 B. CALATI, Pluralismo <strong>di</strong> interpretazione della Regola Benedettina, in Figura e f<strong>un</strong>zione dell’autorità nella<br />

com<strong>un</strong>ità religiosa, E<strong>di</strong>zioni Paoline, Cinisello Balsamo 1978, 419.<br />

139 Archivio FSMI, Roma.<br />

140 Archivio FSMI, Roma.<br />

141 Archivio FSMI, Roma.<br />

142 Archivio FSMI, Roma.


64<br />

Proprio durante il secondo Capitolo Generale nel 1910, i primi otto religiosi emisero i voti<br />

perpetui e in tale occasione si era invertito l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> precedenza nell’emettere la professione.<br />

I primi tre della Congregazione Diocesana Romana (Piccardo, Minetti e Olcese) erano stati<br />

equiparati agli altri sei che si erano aggi<strong>un</strong>ti nella costituzione della Congregazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto<br />

pontificio. La cosa agli occhi <strong>di</strong> Padre Minetti non aveva solo valore nominale, infatti «questa<br />

affermazione <strong>di</strong> uguaglianza – egli scrive – dei nuovi venuti con i tre padri, <strong>di</strong>rei, confondatori<br />

…» 143 .<br />

Egli si sentiva confondatore e sentiva <strong>come</strong> ingombrante la onnipresenza e la decisionalità<br />

del Padre Piccardo e assillante l’ingerenza <strong>di</strong> Monsignor Faberi, che ne era <strong>come</strong> l’ombra.<br />

Il doversi conquistare il dovuto, a suo parere, legittimo e meritato riconoscimento, lo sforzo<br />

<strong>di</strong> riguadagnare la stima <strong>di</strong> sé, nel momento in cui veniva mandato a Lugnano cioè emarginato e<br />

spiazzato, ha giocato in lui <strong>un</strong> brutto scherzo.<br />

Egli era entrato tra i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria nel 1874, accolto da Padre Piccardo. Non aveva<br />

praticamente ness<strong>un</strong>o stu<strong>di</strong>o e fu messo inizialmente a fare il cuoco. Ricuperati alc<strong>un</strong>i anni <strong>di</strong><br />

scuola, <strong>di</strong>venuto al<strong>un</strong>no or<strong>di</strong>nario, non si <strong>di</strong>stingueva per la scienza ma per la pietà.<br />

Dopo l’or<strong>di</strong>nazione sacerdotale era stato coa<strong>di</strong>utore nella parrocchia <strong>di</strong> Pedemonte in Val<br />

Polcevera ma poi era ritornato alla Casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, dove svolse alc<strong>un</strong>i ruoli ausiliari.<br />

Convinto <strong>di</strong> <strong>un</strong>’idea personale <strong>di</strong> perfezione aderí alla Congregazione e seguí Padre Piccardo<br />

a Roma.<br />

Carenza <strong>di</strong> elasticità piú che <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> idee creò <strong>un</strong>a certa <strong>di</strong>stanza dagli altri, e questo<br />

isolamento soffuso <strong>di</strong> pietà e <strong>di</strong> <strong>un</strong>’aureola <strong>di</strong> santità lo poneva sopra <strong>un</strong>a specie <strong>di</strong> pie<strong>di</strong>stallo. Di<br />

Padre Piccardo aveva <strong>un</strong> timore reverenziale connotato da <strong>un</strong> <strong>di</strong>stacco e <strong>un</strong> non meglio espresso<br />

<strong>di</strong>ssenso; rivolgendosi al Visitatore lo definisce, <strong>come</strong> in concorrenza con Padre Piccardo, «quasi<br />

nostro Superiore» 144 . In <strong>un</strong>a lettera al Padre Piccardo scrive <strong>un</strong> po’ risentito: « … salva la riverenza,<br />

mi permetto farle notare <strong>un</strong>a cosa ed è: che prima mi ha sempre in<strong>di</strong>rizzato le lettere … Al P.<br />

Minetti, ed ora le in<strong>di</strong>rizza al Sig. Don Minetti» 145 .<br />

Padre Piccardo lo ha avuto a fianco fin dall’inizio. Ha vissuto con lui il tempo della<br />

costruzione e il tempo delle ansie; non si conosce ness<strong>un</strong>a parola, ness<strong>un</strong>o scritto <strong>di</strong> rimostranza<br />

verso Padre Minetti.<br />

Egli ha sempre accolto tutti quelli che il Signore inviava <strong>come</strong> doni e nella misura delle<br />

capacità li valorizzava. In lui non c’erano moine e <strong>di</strong>stinzioni ma virile atteggiamento <strong>di</strong> fraternità,<br />

anche se l’altro era debole e anche se, forse senza saperlo, stava tradendo la sua fiducia.<br />

143 Relazione all Congregazione dei Religiosi del 22 giugno 1915. Archivio della Congregazione per gli istituti <strong>di</strong> vita<br />

consacrata e le società <strong>di</strong> vita apostolica, Città del Vaticano, 40/16.<br />

144 Lettera circolare del 30 giugno 1917. Archivio FSMI, Roma.<br />

145 Archivio FSMI, Roma.


65<br />

LA VISITA APOSTOLICA<br />

La visita richiama la tensione umano-<strong>di</strong>vina dell’incontro; sia da <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista biblico<br />

(Dio visita il suo popolo), sia umano in<strong>di</strong>ca l’attesa, l’accoglienza, la gioia della con<strong>di</strong>visione e del<br />

ritrovarsi.<br />

La storia della Vita religiosa ci descrive la visita 146 <strong>come</strong> strumento <strong>di</strong> coesione e <strong>di</strong> identità.<br />

La visita detta canonica è quella attuata a scadenza perio<strong>di</strong>ca dal Vescovo e dai legittimi superiori;<br />

<strong>di</strong> altra natura è la visita detta apostolica. Essa è or<strong>di</strong>nata dalla suprema autorità della Chiesa e ogni<br />

visitatore riceve facoltà speciali e adatte ai problemi che si devono affrontare e ai casi che si<br />

incontrano.<br />

La prassi semplificata, dal Concilio Vaticano II, prevede la nomina <strong>di</strong> <strong>un</strong> visitatore per<br />

l’insorgere <strong>di</strong> <strong>un</strong> problema particolare in <strong>un</strong> determinato Istituto; è prevista quin<strong>di</strong> <strong>un</strong>a attività ad<br />

inquirendum et referendum. Non era cosí nel precedente Diritto Canonico, in cui era tratteggiata<br />

<strong>un</strong>a <strong>di</strong>versa figura <strong>di</strong> visitatore.<br />

C’era il visitatore-superiore, vicario per la <strong>Santa</strong> Sede per <strong>un</strong> determinato istituto con potestà<br />

<strong>di</strong> Superiore maggiore; veniva nominato quando si intendeva cambiare il governo dell’Istituto.<br />

C’era anche il visitatore apostolico or<strong>di</strong>nario, che veniva messo a capo dell’Istituto senza però<br />

sospendere il regime or<strong>di</strong>nario. La nomina dell’<strong>un</strong>o e dell’altro era riservata al Sommo Pontefice.<br />

Nonostante che la visita fosse <strong>un</strong>o strumento giuri<strong>di</strong>co <strong>di</strong> coesione e <strong>di</strong> aiuto, non ha mai<br />

goduto la simpatia tra i religiosi, che lo hanno sentito <strong>come</strong> strumento <strong>di</strong> controllo, <strong>come</strong> <strong>di</strong> fatto<br />

veniva applicato, e il piú delle volte non ha avuto esiti felici.<br />

«È con questa lettera, che il 2 del venturo ottobre – scriveva Padre Piccardo ai confratelli il<br />

30 giugno del 1916 – ann<strong>un</strong>zio la Convocazione del Capitolo Generale or<strong>di</strong>nario della nostra<br />

Congregazione nella Casa Generalizia <strong>di</strong> Roma».<br />

Le attese che riponeva nel Capitolo erano rilevanti: «<strong>Figli</strong> carissimi, cominciamo a pregare<br />

per il buon esito del Capitolo generale, che è cosa <strong>di</strong> alta importanza per l’avvenire della<br />

Congregazione» 147 .<br />

L’aspettativa e la sicura tranquillità del Padre Piccardo furono recise con <strong>un</strong> solo colpo;<br />

recatosi in u<strong>di</strong>enza dal Santo Padre il 23 luglio, nel corso <strong>di</strong> <strong>un</strong> l<strong>un</strong>go colloquio ebbe l’amara<br />

sorpresa <strong>di</strong> apprendere che veniva nominato <strong>un</strong> visitatore apostolico e che la Congregazione veniva<br />

posta fuori del <strong>di</strong>ritto com<strong>un</strong>e, era perciò sospesa la celebrazione del Capitolo e i poteri passavano<br />

in mano alla persona che sarebbe stata designata 148 .<br />

146<br />

Ve<strong>di</strong> AA.VV, Visita, in G. PELLICCIA-G. ROCCA, Dizionario degli Istituti <strong>di</strong> Perfezione, E<strong>di</strong>zioni Paoline, Roma<br />

2003, Vol. X, 112-159.<br />

147<br />

Lettera circolare n° 10 del 30-06-1916, in Circolari dei Superiori Generali 1903-1965, Roma 1968, 13-14. (Pro<br />

manuscripto)<br />

148<br />

Vale la pena riportare <strong>come</strong> P. Gaggero in Acta et Agenda riporta l’episo<strong>di</strong>o: «Col Superiore vado all’u<strong>di</strong>enza del<br />

Papa. I palafrenieri fanno osservare che sul biglietto non vi è scritto che lui, il Generale. Mi fanno poi passare nella sala<br />

degli arazzi in aspettativa finché il Superiore lo doman<strong>di</strong> al Papa…Il Superiore ebbe <strong>un</strong>’u<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> circa venti minuti e<br />

dopo sono introdotto anche io. Il Papa <strong>di</strong>ce che non c’è bisogno <strong>di</strong> domandarmi <strong>come</strong> sto … soggi<strong>un</strong>gendo al Superiore<br />

che sono persona importante avendo in mano la borsa della Congregazione … (si capisce tutte queste cose <strong>di</strong>sse<br />

scherzando). Ed essendo venuto il cameriere partecipante Mons. Gerlac ad avvisare che era ora dell’U<strong>di</strong>enza generale ci<br />

bene<strong>di</strong>ce e ci congeda.


66<br />

C’erano in giro chiacchiere <strong>di</strong> questo tipo, ma erano voci <strong>di</strong> corridoio a cui è prudente non<br />

porgere l’orecchio. Il trasferimento del Noviziato e per conseguenza del Maestro dei Novizi a<br />

Lugnano in Teverina, aveva suscitato il risentimento e tutto l’ardore <strong>di</strong> opposizione <strong>di</strong> qualc<strong>un</strong>o. Il<br />

pellegrinare da Monsignori e Car<strong>di</strong>nali <strong>di</strong> Padre Minetti, <strong>come</strong> si esprime P. Tommaso Gaggero nei<br />

suoi <strong>di</strong>ari, produsse <strong>un</strong> effetto insperato. In <strong>un</strong>a lettera ufficiale al Car<strong>di</strong>nale Cagiano Prefetto della<br />

Congregazione dei Religiosi, il Car<strong>di</strong>nale Pompili, Vicario <strong>di</strong> Roma e Protettore della<br />

Congregazione cosí si esprime: «P. Antonio Piccardo … pur volendo il contrario, avvia la<br />

Congregazione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata alla <strong>di</strong>ssoluzione e alla rovina. In questo stato<br />

<strong>di</strong> cose, credo mio dovere, a scanso <strong>di</strong> responsabilità, <strong>di</strong> invocare dalla S. C. la nomina <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />

Visitatore Apostolico, il quale con prudenza, pazienza e dottrina esamini le presenti con<strong>di</strong>zioni dei<br />

<strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata, suggerisca gli opport<strong>un</strong>i rime<strong>di</strong>, e con energia e vigilanza instauri<br />

la vera vita religiosa, e con questa l’or<strong>di</strong>ne e la saggia amministrazione» 149 .<br />

Il Car<strong>di</strong>nale Pietro Respighi, era stato nominato da Pio X Protettore e sostegno del nascente<br />

Istituto; egli si serviva <strong>come</strong> plenipotenziario e persona <strong>di</strong> fiducia <strong>di</strong> Mons. Faberj. Il nuovo Vicario<br />

<strong>di</strong> Roma, il Car<strong>di</strong>nale Pompili, aveva emarginato Mons. Faberj, non considerandolo adatto per i<br />

compiti che svolgeva in Vicariato, e lo aveva fatto Canonico della Basilica <strong>di</strong> San Pietro. Egli<br />

tuttavia partecipava ancora alla vita e alle decisioni dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, essendone stato incaricato<br />

dalla Congregazione dei Religiosi, sebbene non avesse tutti i sacri crismi dal <strong>di</strong>retto Superiore, che<br />

non glieli aveva com<strong>un</strong>que revocati. Due Consultori, ossia P. Minetti e P. Olcese, non vedevano <strong>di</strong><br />

buon occhio Mons. Faberi, perché troppo obbe<strong>di</strong>ente al Padre Piccardo e troppo remissivo. Questo<br />

intreccio <strong>di</strong> circostanze fece sí che non si considerò la gravità <strong>di</strong> <strong>un</strong> Visitatore Apostolico, ma si<br />

desiderò solo <strong>un</strong> successore del poco apprezzato Monsignore.<br />

Lo spirito con il quale il visitatore si è introdotto nella nuova realtà è <strong>di</strong> non facile e <strong>un</strong>ivoca<br />

interpretazione. Certamente egli non era a conoscenza della storia e della vita interna della<br />

Congregazione; scrive infatti nella lettera <strong>di</strong> presentazione: «La S. Congregazione dei Religiosi, a<br />

mia insaputa, mi ha nominato visitatore apostolico del vostro benemerito Istituto, che da oltre<br />

trecento (!?!) anni sta operando tanto bene nella mistica vigna del Signore» 150 .<br />

È complicato comprendere il motivo e i retroscena della visita apostolica; il visitatore in<br />

alc<strong>un</strong>e righe della stessa lettera descrive i suoi compiti: «La cosa che soprattutto raccomando ora e<br />

sempre, è la pace, l’<strong>un</strong>ione, la carità fraterna; sapendosi compatire l’<strong>un</strong> l’altro, badando piú<br />

all’adempimento dei propri doveri, che alla <strong>di</strong>fesa dei nostri <strong>di</strong>ritti». Ed aggi<strong>un</strong>ge piú avanti: «Mi<br />

perdonerete, Padri e Fratelli <strong>di</strong>lettissimi, se vi scrivo in questa maniera, lo faccio perché questo è il<br />

desiderio <strong>di</strong> Sua Santità e della S. Congregazione. Dalla pace, <strong>un</strong>ione e carità fraterna, <strong>di</strong>pende il<br />

conseguimento del fine pel quale fu mandata la Visita Apostolica» 151 .<br />

Il Superiore poi mi <strong>di</strong>ce che parlò al Papa della nostra Congregazione, ed egli, <strong>come</strong> già altra volta, gli chiese se non<br />

aveva <strong>un</strong> Visitatore. Il Superiore rispose che non ve ne fu mai, e che v’è Mons. Faberi che conosce bene tutto e tutti e i<br />

nostri <strong>di</strong>fetti e le nostre virtú se ve ne sono, il quale fu delegato alla nostra Congregazione dei Religiosi e non già <strong>come</strong><br />

facente parte del Vicariato, il quale però ora per delicatezza essendo uscito dal Vicariato <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> non volersene piú<br />

occupare, ma che però faceva assai bene ecc. Il Papa sorrise <strong>un</strong> pochino, ma nulla aggi<strong>un</strong>se. Il Superiore continuò<br />

<strong>di</strong>cendo che a ottobre avremo il Capitolo e che egli scade da Superiore, avendo già governato per 12 anni. Il Papa si<br />

meravigliò che fossero già do<strong>di</strong>ci anni, ma nulla <strong>di</strong>sse in proposito … Non <strong>di</strong>sse al Papa che Padre Minetti fece ricorso<br />

alla Congregazione».<br />

149 Archivio del Vicariato <strong>di</strong> Roma, 5, 19/16, 24 gennaio 1916.<br />

150 Archivio FSMI, Roma.<br />

151 Ibid.


67<br />

Padre Piccardo negli scritti ufficiali e nelle relazioni non rileva problemi <strong>di</strong> grande entità,<br />

osserva che la vita procede normalmente e se ci sono <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> relazione, sono <strong>di</strong> genere<br />

caratteriale. La lettera del Padre Minetti al Car<strong>di</strong>nale Pompili ha fatto saltare equilibri e scattare<br />

meccanismi, forse da tempo innescati; ed è stato mandato <strong>un</strong> visitatore, non per risolvere problemi<br />

specifici ma per essere <strong>un</strong> “Padre Generale” alternativo.<br />

Padre Giacomo Cristini 152 , della Congregazione del Santissimo Redentore, visitatore<br />

apostolico della Congregazione, aveva avuto dalla <strong>Santa</strong> Sede vari incarichi <strong>come</strong> visitatore; era<br />

nato a Veroli (Fr) il 1 marzo 1853. Entrò nel seminario <strong>di</strong>ocesano dove fece gli stu<strong>di</strong> teologici. Per<br />

sfuggire il servizio militare si fece amputare due <strong>di</strong>ta e abusando <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali, sempre allo stesso<br />

scopo, contrasse malattie, che dovette portare fino alla morte. Fu fatto Vice rettore e Professore del<br />

seminario, ma sentendosi chiamato a perfezione piú alta, decise <strong>di</strong> entrare tra i Redentoristi, fra i<br />

quali professò il 27 luglio 1879. Scrisse libri <strong>di</strong> carattere ascetico, fu eletto provinciale della<br />

Provincia Romana ed in seguito Rettore della Casa Generalizia. Si de<strong>di</strong>cò soprattutto alla<br />

confessione e alla <strong>di</strong>rezione spirituale. Morí a Roma il 16 <strong>di</strong>cembre 1928.<br />

La sua supposta considerazione <strong>di</strong> aver trovato nella Congregazione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria <strong>un</strong><br />

nuovo campo <strong>di</strong> comando piú che <strong>un</strong> nuovo campo <strong>di</strong> lavoro, lo faceva intervenire in ogni<br />

circostanza con <strong>di</strong>sposizioni molto dettagliate, rimproveri al Padre Piccardo e sforzo <strong>di</strong> <strong>un</strong>a captatio<br />

benevolentiae dei vari confratelli. Un paio a lui continuamente si rivolgevano ma piú per sfogo che<br />

vera collaborazione; <strong>di</strong> essi, anche involontariamente, egli <strong>di</strong>venta <strong>un</strong>a copertura per celare il<br />

desiderio <strong>di</strong> prevalere.<br />

Si deve anche notare che il buon Padre Cristini era stato visitatore soprattutto <strong>di</strong> Istituti<br />

femminili. Il richiamo ai <strong>di</strong>ritti del visitatore, l’ampliamento dei poteri, la facoltà <strong>di</strong> indagare, la<br />

possibilità <strong>di</strong> intervenire incontravano nelle religiose piú debole resistenza e piú facile ossequiosità.<br />

Tale fu il nostro, <strong>come</strong> si rileva dai verbali dei Consigli, che sempre a lui dovevano riferirsi e da lui<br />

essere presieduti.<br />

La visita si protrasse per tre<strong>di</strong>ci anni, il decreto <strong>di</strong> chiusura è del 7 gennaio 1928. Scrive il<br />

visitatore il 13 febbraio 1920 (dopo quattro anni <strong>di</strong> visita), <strong>di</strong> aver ricevuto dalla Sacra<br />

Congregazione l’ingi<strong>un</strong>zione <strong>di</strong> proseguire nel delicatissimo compito <strong>di</strong> visitatore 153 . Nelle norme<br />

dei Decreti pontifici e nella prassi ecclesiastica si <strong>di</strong>ce che la visita non doveva durare piú <strong>di</strong> tre<br />

giorni, al massimo cinque 154 ; <strong>un</strong> tempo infinito <strong>come</strong> la presenza del visitatore tra i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria si<br />

può considerare <strong>un</strong>a grossa rarità nella storia della Chiesa.<br />

In <strong>un</strong>a lettera del 10 novembre 1927 il Car<strong>di</strong>nale Vicario <strong>di</strong> Roma Basilio Pompili scrivendo<br />

al prefetto della S. Congregazione dei Religiosi per raccomandare l’approvazione delle costituzioni<br />

dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria, aggi<strong>un</strong>ge: «Ritengo poi che, … sia opport<strong>un</strong>o che abbia termine la Visita<br />

Apostolica» 155 .<br />

Il Padre Cristini seriamente ammalato considera chiusa la visita, per cui viene emesso il<br />

Decreto della S. Congregazione dei Religiosi in cui si afferma che i problemi sono risolti. Nel<br />

frattempo il «troppo vecchio e malandato per la grave età e con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute» 156 Padre Generale,<br />

152<br />

Cfr Analecta Congregationis SSmi Redentoris, Typis Cuggiani, Roma 1929, Annus VII, 378-381.<br />

153<br />

Ibid.<br />

154<br />

Cfr Visita, op. cit.<br />

155<br />

Archivio FSMI, Roma.<br />

156<br />

Cfr Verbale del Consiglio Generalizio del 12-14 Agosto 1925, Archivio FSMI, Roma.


68<br />

Padre Antonio Piccardo aveva lasciato da oltre due anni questo mondo. In tutti quegli anni non si<br />

era arreso, non si era ritirato “sull’Aventino” o in “standby”, aveva continuato ad assistere, curare e<br />

amare i suoi figli e la sua Congregazione, anche se avrebbe potuto ripetere con il salmista: «Sei tu,<br />

mio compagno, mio amico e confidente; ci legava <strong>un</strong>a dolce amicizia, verso la casa <strong>di</strong> Dio<br />

camminavamo in festa» (Sal. 55,14-15).<br />

Resta <strong>un</strong>a prassi senza spiegazione quella <strong>di</strong> nominare <strong>un</strong> visitatore senza nemmeno sentire<br />

il Superiore Generale e <strong>di</strong> congelare <strong>un</strong> Capitolo già convocato, che poteva essere la chiave <strong>di</strong><br />

soluzione <strong>di</strong> eventuali incongruenze. Forse la Congregazione era sotto osservazione, forse non<br />

godeva buona stima e fiducia e si pensava che non era sufficiente <strong>un</strong> Capitolo Generale per<br />

apportare cambiamenti significativi. Sorge pur sempre la domanda: quali erano le situazioni che<br />

dovevano essere cambiate, <strong>di</strong> quali problemi si trattava? Nel Decreto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>zione della Visita non è<br />

specificato 157 .<br />

I sacerdoti che cooperavano con Padre Piccardo nella istruzione e quelli poi che lo avevano<br />

seguito nella vita religiosa nella Congregazione erano tutti “cosa” sua, e lo riguardavano <strong>come</strong><br />

Padre. Ad <strong>un</strong> tratto qualc<strong>un</strong>o si ribella al Padre, si cerca <strong>un</strong> rifugio estraneo, pur con i sacri sigilli<br />

del Vaticano, ma è <strong>un</strong> rifugio senza il cuore <strong>di</strong> <strong>padre</strong>. Restano <strong>come</strong> orfani. Il Padre rimane vigile e<br />

soffre.<br />

La prova a cui è stato sottoposto Padre Piccardo è stato <strong>un</strong> cammino duro e faticoso, <strong>un</strong><br />

tempo l<strong>un</strong>go, infinito. Il Signore lo ha chiamato a fare il noviziato, da cui, per indulto <strong>di</strong> Pio X,<br />

insieme ai suoi compagni, era stato <strong>di</strong>spensato; nel noviziato occorre avanzare, non è consentito<br />

sostare o in<strong>di</strong>etreggiare. Il viaggio interiore lo ha portato dal Tabor al Golgota. Il suo deserto lo ha<br />

condotto all’incontro, all’amicizia, ad <strong>un</strong> amore genuino che scaturisce da <strong>un</strong>a sorgente profonda.<br />

Deve essere avvenuto <strong>un</strong> passaggio interiore e <strong>di</strong> purificazione che si sintetizza nella nota frase:<br />

“Quanti lo amavano e quanto lo amavano!”.<br />

Padre Piccardo si è <strong>di</strong>mostrato <strong>un</strong> uomo paziente. La pazienza non era in lui impassibilità<br />

ma <strong>un</strong> l<strong>un</strong>go respiro del suo desiderio e della sua fiducia nel futuro. Dalla sua bocca e dalla sua<br />

penna non è uscita <strong>un</strong>a sola parola <strong>di</strong> lagnanza per la situazione che si era creata; la sua era <strong>un</strong>a<br />

pazienza umile che gli faceva accettare la personale limitatezza; ma era nello stesso tempo speranza<br />

che generava fedeltà e perseveranza. Con la sua pazienza è stato <strong>un</strong> supporto per gli altri, <strong>un</strong><br />

sostegno per la Congregazione e la sua storia: ha continuato, nonostante che fosse stato<br />

surrettiziamente esautorato, ad essere Superiore Generale, ed interiormente si sentiva nella<br />

pienezza delle sue f<strong>un</strong>zioni. Era certo che il Signore non turba mai la gioia dei suoi figli se non per<br />

prepararne <strong>un</strong>a piú grande.<br />

Dato l’ostracismo a Padre Piccardo, alc<strong>un</strong>i sono rimasti alla conduzione, guidati dal filo<br />

rosso della voglia <strong>di</strong> affermarsi, quasi continuamente domandandosi chi fra <strong>di</strong> loro era il maggiore.<br />

Si è isolata la figura carismatica <strong>di</strong> Padre Piccardo, ma la Congregazione non è rimasta senza p<strong>un</strong>to<br />

<strong>di</strong> riferimento perché lui, sebbene sul Calvario è stato sempre ben visibile.<br />

157 Cfr. Decreto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>zione della Visita Canonica, Archivio FSMI, Roma.


69<br />

LE DUE LAMPADE<br />

Ci racconta don Rosina che Padre Piccardo aveva visto <strong>un</strong>a sola volta il Frassinetti mentre<br />

con la camerata dei seminaristi andava a passeggio. Era allora Genova <strong>un</strong>a piccola città <strong>di</strong> provincia<br />

non molto popolata: ogni avvenimento o fatto veniva socialmente omologato e correva perciò <strong>di</strong><br />

bocca in bocca, le gesta del Frassinetti e dei suoi amici non potevano passare inosservate e i suoi<br />

scritti in particolare erano novità ed anche <strong>un</strong>a rarità. Che Padre Piccardo li conoscesse e li<br />

apprezzasse lo si deduce dalle numerose citazioni e riferimenti <strong>di</strong> cui sono piene le pagine del <strong>di</strong>ario<br />

della Pia Casa, che redasse lui personalmente i primi quattro anni e dall’in<strong>di</strong>rizzo data alla sua<br />

azione pedagogica, perfettamente in linea con il pensiero del Priore.<br />

Padre Luigi Fain Binda nell’introduzione ad <strong>un</strong>o scritto su P. Piccardo afferma che chi<br />

conobbe il priore <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Sabina in Genova, anche solo attraverso i suoi scritti e chi conobbe ed<br />

ebbe familiarità con P. Piccardo è portato a confessare che queste due anime sante si sono davvero<br />

incontrate spiritualmente nel cammino della vita e che lo spirito dell’<strong>un</strong>a si è trasfuso in quella<br />

dell’altro 158 dove il giovane ere<strong>di</strong>ta dal maestro lo spirito <strong>di</strong> servire la Chiesa ad ogni costo, lí, dove<br />

è piú <strong>di</strong>fficile, quello <strong>di</strong> giovare ai sacerdoti.<br />

L’in<strong>di</strong>cazione del Piccardo <strong>come</strong> responsabile della “Casa per l’avviamento dei giovinetti<br />

poveri agli stu<strong>di</strong> ecclesiastici” fatta dal Semino, era piaciuta al Frassinetti che lo vedeva <strong>come</strong> suo<br />

collaboratore nell’opera che stava muovendo i primi passi 159 . «Egli fece sua la risposta <strong>di</strong> Pietro<br />

Olivari al Frassinetti riguardo al primo giovane: "Pren<strong>di</strong>amolo con noi". Tutta la sua vita fu <strong>un</strong><br />

"cerchiamoli noi, teniamoli noi, educhiamoli noi, formiamoli noi ed anche alle spese pensiamo noi"<br />

e con questo spirito <strong>di</strong> audace intraprendenza apostolica, sorsero nuove Case, e sorse cosí <strong>un</strong>a nuova<br />

Congregazione, la nostra, per tanti <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria» 160 .<br />

L’opera <strong>di</strong> P. Piccardo è <strong>un</strong>a risposta ai bisogni del tempo, ere<strong>di</strong>tà accolta dal Frassinetti, ed<br />

anche a Roma, fin dai primi approcci, il Piccardo è segnato <strong>come</strong> erede <strong>di</strong> quel fuoco <strong>di</strong> Elia che<br />

ardeva nel Frassinetti. Egli aveva scritto in <strong>un</strong>a nota della Teologia Morale (era il 1867): «In<br />

Genova alc<strong>un</strong>i pochi <strong>Figli</strong> (della Pia Unione) <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata si sono rad<strong>un</strong>ati a far vita<br />

com<strong>un</strong>e … e si accingono a promuovere altra opera, che, benedetta da Dio, avrà grande risultato per<br />

il bene della Chiesa» 161 .<br />

Padre Piccardo stesso in <strong>un</strong>a lettera circolare racconta: «Era la terza domenica <strong>di</strong> gennaio<br />

dell'anno 1866 ed alc<strong>un</strong>i giovani furono veduti salire insieme, <strong>di</strong> buon mattino, al Santuario della<br />

Madonnetta in Genova, ascoltare la <strong>Santa</strong> Messa ed accostarsi, con grande devozione, alla <strong>Santa</strong><br />

Com<strong>un</strong>ione. Dopo avere implorato la bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Maria Santissima, ritornati in città, presero<br />

alloggio in <strong>un</strong> piccolo appartamento presso la canonica <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Sabina.<br />

Chi erano? Erano giovani operai appartenenti alla Pia Unione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria<br />

Immacolata, fondata dal servo <strong>di</strong> Dio Priore Giuseppe Frassinetti, i quali, con la guida del <strong>di</strong>rettore<br />

della Tipografia della Gioventú, Pietro Olivari, anch'egli della Pia Unione, si <strong>un</strong>ivano a vita com<strong>un</strong>e<br />

sotto la <strong>di</strong>rezione del loro Fondatore.<br />

158<br />

Come figli al Padre (nota a pie’ <strong>di</strong> pagina), AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma<br />

2004, 4.<br />

159<br />

FAIN BINDA L., Come figli al Padre, AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2004,<br />

7.<br />

160<br />

P. PISONI T., Lettera n° 11 del 1-12-94, Archivio FSMI, Roma.<br />

161<br />

FRASSINETTI G., Compen<strong>di</strong>o della Teologia morale, Vol. II, Società E<strong>di</strong>trice Internazionale, Torino 1948, 219.


70<br />

E quale era lo scopo <strong>di</strong> questa vita che essi intraprendevano? Oltre al fine principale della<br />

loro santificazione, si erano proposti, ritenendo ciasched<strong>un</strong>o il proprio impiego, coi risparmi che<br />

avrebbero fatto vivendo cosí insieme, <strong>di</strong> mantenere e prendersi cura <strong>di</strong> qualche giovanetto che<br />

avesse inclinazione allo stato ecclesiastico. Ecco, fratelli e figli carissimi, l'origine dell'Opera<br />

nostra» 162 .<br />

Con la sua de<strong>di</strong>zione che non aveva ness<strong>un</strong>a attrattiva carrieristica e che egli aveva<br />

abbracciato con spirito <strong>di</strong> fede in Dio e <strong>di</strong> fiducia in colui che ne aveva promosso lo sboccio, ha<br />

<strong>di</strong>schiuso la porta del santuario a <strong>un</strong>a innumerevole schiera <strong>di</strong> giovani e ai piú <strong>di</strong> essi la via<br />

sembrava chiusa da ogni parte.<br />

Questa creatura che Padre Piccardo aveva ricevuta in gemma e che coltivava con forza e con<br />

delicatezza, vero depositario dell’idea frassinettiana, da valente artefice la nutriva e la potenziava<br />

nel suo sviluppo e nella trasformazione in corso d’opera. Egli stesso era pieno <strong>di</strong> stupore per ciò che<br />

si operava attraverso <strong>di</strong> lui, per tutto quello che gli fioriva tra le <strong>di</strong>ta. «Pensando <strong>come</strong> la piccola<br />

pianticella dell’Opera nostra sia poco a poco <strong>di</strong>venuta grande, si sia <strong>di</strong>latata, <strong>come</strong> abbia potuto, per<br />

grazia speciale della <strong>Santa</strong> Sede, mettersi in Congregazione perché essa si possa perpetuare<br />

nell’avvenire, noi dobbiamo sentirci pieni <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne verso Gesú e verso Maria Santissima» 163 .<br />

La consapevolezza che questa opera era chiamata a valicare le soglie dell’inatteso, cresceva<br />

e si chiariva sempre <strong>di</strong> piú. «Lo Spirito che continuò a regnare nei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria perio<strong>di</strong>camente<br />

faceva riproporre la questione e rinnovare i tentativi <strong>di</strong> costituirsi in vera e propria congregazione<br />

religiosa» 164 . Era desiderio <strong>di</strong> creare forme nuove era, o forse era <strong>un</strong> tuffo salutare alle acque delle<br />

origini che lo spirito del Frassinetti aveva creato e che egli dal Cielo teneva vivo nel cuore e nella<br />

mente degli spirituali suoi figli? Si può affermare che era <strong>un</strong>a pianta nuova innestata su <strong>un</strong> verde<br />

ceppo preesistente.<br />

Il carisma <strong>di</strong> fondatore emergeva poco a poco fino a <strong>di</strong>venire quella consapevolezza che<br />

portò Padre Piccardo a rifiutare con sicurezza interiore ogni proposta <strong>di</strong> “Associazione <strong>di</strong> Oblati”<br />

sia da parte del Vescovo Manacorda, che <strong>di</strong> Reggio e in particolare <strong>di</strong> Pulciano. Eppure «egli non<br />

permise mai che la sua figura e le sue opere sviassero l'attenzione dal Ven. G. Frassinetti <strong>di</strong> cui si<br />

considerava continuatore e che ad<strong>di</strong>tò sempre <strong>come</strong> Fondatore dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> S. M. Immacolata» 165 .<br />

In tutte le circostanze, soprattutto in quelle ufficiali, mise sempre in grande risalto la figura<br />

del santo sacerdote Giuseppe Frassinetti. Il 6 agosto 1877 festa <strong>di</strong> San Luigi, si tenne l’accademia<br />

per l’inaugurazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo ritratto del Priore. Tema dell’Accademia vita e opere del<br />

Frassinetti 166 . Il 15 <strong>di</strong>cembre del 1904, ricorreva il primo centenario della nascita: felice<br />

coincidenza anche questa, per cui era possibile festeggiare con l'Immacolata Patrona <strong>di</strong> cui ricorreva<br />

il cinquantesimo della <strong>di</strong>chiarazione del dogma, la memoria <strong>di</strong> chi, gettandone le basi, volle a Lei<br />

sacro quell'Istituto che fu la pupilla degli occhi suoi. Come ricordo delle feste giubilari il P.<br />

Piccardo fece pubblicare <strong>un</strong> bel numero <strong>un</strong>ico <strong>di</strong> 70 pagine con 22 illustrazioni dal titolo:<br />

“L’Immacolata ed il Frassinetti” (Tipografia della Gioventú 1907) ... nella prima parte si descrivono<br />

le feste giubilari e nella seconda si parla del Frassinetti, ricorrendo il centenario della sua nascita. In<br />

refettorio sulle pareti laterali era presentati in bellissimo or<strong>di</strong>ne i ritratti <strong>di</strong> Mons. Charvaz, <strong>di</strong> Mons.<br />

162 PICCARDO A., Lettera circolare del 13 gennaio 1916, Archivio FSMI, Roma.<br />

163 PICCARDO A., Lettera Circolare. del 13 gennaio 1916, Archivio FSMI, Roma.<br />

164 FAIN BINDA L., Lett. <strong>di</strong> fam. n° 33, 1-12-2003, Archivio FSMI, Roma.<br />

165 PISONI T., lettera 11 del 1-12-94, Archivio FSMI, Roma.<br />

166 FASSIOLO D., Memorie storiche intorno alla vita del Sac. Giuseppe Frassinetti, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, 2003, 104.


71<br />

Magnasco e Mons. Reggio e quello del fondatore dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria il Priore Giuseppe Frassinetti,<br />

cui facevano corona quelli degli antichi superiori, collaboratori e benefattori della Pia Opera 167 .<br />

Il fascino, si può <strong>di</strong>re la <strong>di</strong>pendenza riconoscente, era cosí profonda che il Superiore<br />

Generale P. Antonio Piccardo non si contentò solo <strong>di</strong> semplici commemorazioni o rievocazioni, ma<br />

volle erigere al Fondatore <strong>un</strong> monumento, stanziando, insieme al Suo Consiglio Superiore, a fondo<br />

perduto, la somma, allora ingente, <strong>di</strong> lire centomila per la stampa <strong>di</strong> tutti i suoi scritti, e<strong>di</strong>ti e ine<strong>di</strong>ti,<br />

che <strong>di</strong>ede <strong>un</strong>a collana <strong>di</strong> 13 volumi, vero arco trionfale attorno alla gigantesca figura <strong>di</strong> Giuseppe<br />

Frassinetti 168 , incaricando Don Giuseppe Capurro che, passò buona parte della vita a cercare ed<br />

or<strong>di</strong>nare, anche fuori Genova e tra notevoli <strong>di</strong>fficoltà, quanto piú o meno oggi sappiamo ed abbiamo<br />

del Ven. Priore 169 . «Raccolse e fece raccogliere tutto il Provabile per scoprirne e <strong>di</strong>vulgarne i meriti<br />

anche in vista del processo canonico che Egli ardentemente volle» 170 . «P. Piccardo con senso <strong>di</strong><br />

grande umiltà e da uomo <strong>come</strong> era animato dallo Spirito Divino <strong>di</strong>ceva: “Sancta Santis”, quin<strong>di</strong><br />

trattava veramente le cose del Frassinetti <strong>come</strong> <strong>di</strong> <strong>un</strong> santo e in modo santo. Non si <strong>di</strong>chiarò<br />

contento e sod<strong>di</strong>sfatto finché non vide coronati i suoi desideri col processo della causa <strong>di</strong><br />

beatificazione del Frassinetti... Il Consiglio Superiore della Congregazione in seduta plenaria del 3<br />

aprile 1909 aveva deliberato l’introduzione del processo canonico e che egli stesso era stato eletto<br />

postulatore ... Si mise subito al lavoro, nel luglio del 1915 si poté iniziare il processo or<strong>di</strong>nario; il 26<br />

gennaio 1916, con tutta la formalità <strong>di</strong> rito, venne costituito il trib<strong>un</strong>ale <strong>di</strong>ocesano. Da allora il P.<br />

Piccardo si interessò <strong>di</strong> ogni singola sessione del trib<strong>un</strong>ale, <strong>di</strong> ogni singolo teste, <strong>di</strong>mostrando cosí<br />

con quanto amore e calore caldeggiava la causa.<br />

«Nel 1921 il processo or<strong>di</strong>nario a Genova era terminato e negli ultimi giorni dell’aprile <strong>di</strong><br />

quello stesso anno, accompagnato dal vice postulatore, Don G. Capurro, volle egli stesso essere il<br />

portatore degli atti del processo a Roma e presentarli alla Sacra Congregazione dei Riti. In quel<br />

momento sembrò che egli facesse la consegna <strong>di</strong> tutto se stesso all’autorità apostolica. Chi scrive<br />

queste memorie in quell’anno si trovava a Genova nella casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria e ricorda in<br />

proposito questo particolare. Un bel pomeriggio <strong>di</strong> aprile 1921 il P. Piccardo fece ri<strong>un</strong>ire in salone<br />

tutta la com<strong>un</strong>ità, Superiori e al<strong>un</strong>ni. Su <strong>un</strong> tavolo aveva fatto preparare i 27 volumi sigillati in otto<br />

grossi pacchi e ad<strong>di</strong>tandoli <strong>di</strong>sse: “Questi pacchi contengono tutti gli atti del processo svoltosi<br />

presso la Curia <strong>di</strong> Genova riguardanti la causa del Frassinetti. Questa sera parto per Roma e li porto<br />

con me perché voglio consegnarli personalmente alla <strong>Santa</strong> Sede. È <strong>un</strong> grande avvenimento e<br />

desidero che lo ricor<strong>di</strong>ate”. II giorno stesso in cui gli atti del processo furono depositati presso la<br />

Sacra Congregazione dei Riti, Sua Santità Benedetto XV riceveva in u<strong>di</strong>enza privata il Padre<br />

Piccardo e Don Capurro. Si compiacque che il processo fosse stato portato a Roma, augurandosi <strong>di</strong><br />

poter presto salutare il Frassinetti Venerabile. Ma non cosí presto doveva terminare l’esame degli<br />

scritti e d’altra parte anche i giorni del Padre Piccardo erano contati, per cui non gli fu possibile<br />

vedere compiuti questi suoi voti» 171 .<br />

«La figura del nostro primo Superiore Generale, osserva Padre Minetti nella Lettera<br />

Circolare del 4-4-1926, eletto da Dio a prendere quasi in culla l’opera del Frassinetti e portarla a<br />

rigoglioso sviluppo, rimane scolpita nell’animo <strong>come</strong> <strong>un</strong>a forte personalità, illuminata da profonda<br />

pietà, da generoso spirito <strong>di</strong> sacrificio e da operosità instancabile».<br />

167<br />

BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2003, 83-84.<br />

168<br />

VACCARI G., S. Pio X e il Piccardo , in AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma<br />

2004, 45<br />

169<br />

PISONI T., Lettera n° 11 del 1-12-94, Archivio FSMI, Roma.<br />

170<br />

Ibid.<br />

171<br />

BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2003, 111-112.


72<br />

«Il Frassinetti non vide che l'alba dell'Opera, il Piccardo non vide la Congregazione aperta al<br />

ministero nelle parrocchie ed in Opere fuori d'Italia: la Provvidenza ha i suoi tempi» 172 , ma l’<strong>un</strong>o e<br />

l’altro splendono <strong>come</strong> lampade e riverberano sui loro figli ed ere<strong>di</strong> il bagliore della loro grazia.<br />

172 PISONI T., Lettera n° 11 del 1-12-94, Archivio FSMI, Roma.


73<br />

LA SUA MORTE<br />

Il 10 maggio del 1903 segna la data del testamento <strong>di</strong> Padre Piccardo. «È reale che l’uomo<br />

non vuole e non desidera prendere in considerazione la fine della propria vita sulla terra e solo<br />

occasionalmente e <strong>di</strong> sfuggita accetta <strong>di</strong> riflettere sulla possibilità della propria morte» 173 . Eppure la<br />

vita ci chiama ad essere obbe<strong>di</strong>enti alla caducità che essa contiene: l’uomo ha <strong>un</strong> legame stretto con<br />

la terra da cui è stato tratto. Riconoscere che Dio è creatore, è accettare lo stato <strong>di</strong> creatura, cioè il<br />

risultato della volontà e dell’azione <strong>di</strong> Dio.<br />

Scrivendo il suo testamento Padre Piccardo si abbandona a Dio per essere accolto, al <strong>di</strong> là<br />

della morte, da quelle mani che l’hanno plasmato dalla terra. Significativamente il foglio riporta<br />

nell’intestazione la scritta “In osculo Domini”<br />

«Raccomando l'anima mia al mio Dio, mio Creatore, mio Redentore, mio ultimo fine. La<br />

raccomando alla SS. Vergine Maria Immacolata, a San Giuseppe, al mio Angelo Custode a<br />

Sant’Antonio Abate e a tutti gli Angeli e Santi del Para<strong>di</strong>so. Imploro dalla misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio il<br />

perdono <strong>di</strong> tutti i miei peccati voglio morire nelle braccia della <strong>Santa</strong> Romana Chiesa,<br />

protestandomi <strong>di</strong> voler essere fino all'ultimo istante della mia vita figlio obbe<strong>di</strong>entissimo <strong>di</strong> tanta<br />

Madre, sottomesso con piena e tutta sincerità <strong>di</strong> mente e <strong>di</strong> cuore a tutti gli insegnamenti, precetti e<br />

consigli del Sommo Pontefice, Vicario <strong>di</strong> Dio in terra, rifiutando e abominando tutto ciò che a<br />

questi insegnamenti e in qual<strong>un</strong>que maniera si oppone. Cosí il buon Dio mi aiuti e la SS. Vergine<br />

Immacolata.<br />

Di tutti i miei beni immobili, <strong>come</strong> anche <strong>di</strong> quel poco denaro, mobiglio, oggetti che potessi<br />

avere all’epoca della mia morte, istituisco e nomino mio erede <strong>un</strong>iversale mio nipote, figlio del<br />

def<strong>un</strong>to mio fratello Tommaso, cioè il sacerdote Antonio Piccardo, nativo <strong>di</strong> Voltri (Genova),<br />

residente a Rivarolo Ligure.<br />

Da ultimo annullo qualsiasi altro testamento che potessi aver fatto anteriormente alla data<br />

del presente».<br />

Roma 10 maggio 1903<br />

Sacerdote Antonio Piccardo fu Pasquale» 174 .<br />

Padre Piccardo era <strong>un</strong> uomo mi intensa attività, <strong>di</strong> luci<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> mente e <strong>di</strong> vivacità<br />

d’espressione e questo suo modo <strong>di</strong> essere poteva ingannare molti sulla sua età ma ormai si avviava<br />

verso il compimento dell’ottant<strong>un</strong>esimo anno <strong>di</strong> vita. «Egli sorrideva sempre a tutti <strong>di</strong> <strong>un</strong> sorriso<br />

che, anche negli ultimi anni della sua vita, si mantenne, anche quando <strong>un</strong>a piega <strong>un</strong> po’ amara agli<br />

angoli delle sue labbra sottili, tra<strong>di</strong>va l’interna sofferenza; quel sorriso era l’espressione della carità<br />

che animava il suo spirito a fare il bene sempre e dov<strong>un</strong>que» 175 .<br />

Padre Tommaso Bertolotto, testimone oculare, cosí ci racconta gli ultimi giorni <strong>di</strong> Padre<br />

Piccardo. «L’anno successivo, Anno Santo 1925, fu l’ultimo della sua vita. P. Piccardo presagiva<br />

forse la sua prossima fine? Scrisse il P. Vaccari: “In settembre, <strong>un</strong>a sera, improvvisamente gi<strong>un</strong>se a<br />

Roma da Genova il veneratissimo Padre e alla nostra domanda per sapere <strong>come</strong> mai si era deciso a<br />

fare <strong>un</strong> simile viaggio da solo, rispose che era venuto per acquistare il giubileo con il<br />

pellegrinaggio genovese presieduto dall’Arcivescovo Mons. Dalmazio Minoretti e prendere ancora<br />

173<br />

BIANCHI E., Vivere la morte, Piero Gribau<strong>di</strong> E<strong>di</strong>tore, Torino 1987, 74.<br />

174<br />

Archivio FSMI, Roma.<br />

175<br />

MARCHI G., Settantacinquesimo, Congregazione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata, Roma 1941, 60.


74<br />

<strong>un</strong>a bene<strong>di</strong>zione dal Papa. Infatti, nonostante le forze gli mancassero, compí tutte le pratiche<br />

prescritte per il giubileo e partecipò all’u<strong>di</strong>enza pontificia.<br />

Quando il Santo Padre Pio XI, passando in rassegna i pellegrini, vide il P. Piccardo esclamò:<br />

“Ecco <strong>un</strong> pellegrino carissimo e desideratissimo” e <strong>di</strong>cendo queste parole gli passò sopra le spalle,<br />

quasi in paterno abbraccio, la sua augusta mano. In questo gesto e in queste parole vi era il<br />

riconoscimento più augusto e solenne della profonda filiale venerazione del P. Piccardo per il<br />

Vicario <strong>di</strong> Cristo in terra.<br />

II pellegrino stava per finire il suo mortale pellegrinaggio e la bene<strong>di</strong>zione del Papa <strong>un</strong>ita al<br />

perdono giubilare gli schiudeva le porte del cielo» 176 .<br />

Si mise in viaggio da Genova a Roma <strong>come</strong> se presentisse qualche scherzo da parte del<br />

Signore. Il venire a Roma per ricevere l’indulgenza del giubileo e poi mettersi nelle mani <strong>di</strong> Dio,<br />

effettuando la consegna <strong>di</strong> se stesso tra i suoi e nel luogo in cui il mandato, per il quale era vissuto,<br />

aveva raggi<strong>un</strong>to il compimento, era in fondo morire da “Padre generale”.<br />

«La mattina del 24 il Padre Minetti, entrando nella sua camera, lo trovò bocconi a terra, alla<br />

sua chiamata d’urgenza fu <strong>un</strong> accorrere <strong>di</strong> al<strong>un</strong>ni, confratelli e persone <strong>di</strong> servizio. Il malato fu<br />

messo a letto e gli fu riscontrata <strong>un</strong>a forte febbre e <strong>un</strong>a grande depressione intellettiva; gli furono<br />

apprestate le cure piú urgenti e, data la gravità del caso, anche il santo viatico» 177 . E lí al<br />

Mascherone nella manifestazione della sua debolezza era sommerso in <strong>un</strong> mare <strong>di</strong> attenzioni, <strong>di</strong><br />

cure, <strong>di</strong> delicatezze anche da parte <strong>di</strong> persone che non avevano ness<strong>un</strong> motivo particolare che le<br />

obbligasse a questo, e da coloro dai quali non ti saresti aspettato <strong>un</strong>a simile <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> affetto.<br />

«II Santo Padre Pio XI informato della gravità dello stato <strong>di</strong> P. Piccardo, per mezzo <strong>di</strong> S. E.<br />

Mons. Lavitrano, Arcivescovo <strong>di</strong> Palermo, nostro ospite, gli inviò la sua paterna affettuosissima<br />

Bene<strong>di</strong>zione» 178 . «L’interessamento per la sua preziosa esistenza fu generale e molte personalità del<br />

clero e del laicato <strong>di</strong> Roma furono a visitarlo; quando saltuariamente il male gli lasciava qualche<br />

lucido intervallo, si mostrava <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>re la visita <strong>di</strong> persone a lui piú care» 179 .<br />

Il corpo si andava esaurendo sempre piú e la mente non sempre era lucida, «II giorno 28,<br />

con piena conoscenza, poté confessarsi <strong>un</strong>’ultima volta e ricevere con trasporto nuovamente il Santo<br />

Viatico dopo il quale esclamò: “Sono tanto contento <strong>di</strong> aver fatto la <strong>Santa</strong> Com<strong>un</strong>ione”. II giorno<br />

seguente gli fu amministrata l’Estrema Unzione ed egli seguí con attenzione la cerimonia,<br />

rispondendo alle preghiere» 180 .<br />

I <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria: Padri e chierici erano intorno al suo letto. Egli nel sopore rivedeva i suoi<br />

al<strong>un</strong>ni, quelli che erano <strong>di</strong>venuti suoi figli, la meravigliosa bontà del Signore, la provvida presenza<br />

della Vergine Immacolata, il bene fatto e ricevuto, l’amore dato, il Regno <strong>di</strong> Dio che si era <strong>un</strong><br />

tantino allargato …<br />

Nel 1893 in occasione del suo venticinquesimo <strong>di</strong> sacerdozio gli antichi al<strong>un</strong>ni gli avevano<br />

donato <strong>un</strong> ritratto con contorni <strong>di</strong> figure allegoriche. «Spiccavano tra l’altro, due graziosi angioletti<br />

recanti <strong>un</strong> cartello con questa frase del Salmo: Venite, filii, au<strong>di</strong>te me, timorem Domini docebo vos.<br />

176 BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2003, 137.<br />

177 Ibid., 138.<br />

178 Ibid., 139.<br />

179 Ibid., 138.<br />

180 Ibid., 138.


75<br />

Il commento che ne fece Padre Piccardo nel ringraziare gli al<strong>un</strong>ni fu: Non potevate interpretare<br />

meglio il mio pensiero a vostro riguardo, sí, proprio questo voglio insegnarvi, il santo timore <strong>di</strong> Dio;<br />

ma prima <strong>di</strong> tutto fate <strong>di</strong> amarlo Dio, se lo amerete vi guarderete dal commettere colpa per timore <strong>di</strong><br />

offenderlo» 181 .<br />

II 1° novembre il P. Profumo S.J. professore nel Collegio Leoniano <strong>di</strong> Anagni, che fu <strong>un</strong>o<br />

dei primi al<strong>un</strong>ni <strong>di</strong> Don Piccardo, gli chiese <strong>un</strong>a speciale bene<strong>di</strong>zione ed in lui bene<strong>di</strong>sse tutta la<br />

falange dei suoi ex al<strong>un</strong>ni sparsi per ogni dove. A chi si accomiatava da lui <strong>di</strong>ceva: “Lavorate, fate,<br />

fate, fate del bene”.<br />

La notte tra il 2 e il 3 entrò in agonia; P. Minetti rinnovò l’assoluzione e, recitate le<br />

preghiere degli agonizzanti, il veneratissimo Superiore, all’1,40 sentí <strong>un</strong> grido “Ecco lo sposo<br />

andategli incontro” e cosí spirò serenamente nel bacio del Signore, e <strong>come</strong> <strong>di</strong>ce il libro <strong>di</strong> Ester “si<br />

presentò al Re”.<br />

Con questo suo ultimo atto <strong>di</strong> consegna nella morte interrompeva ogni com<strong>un</strong>icazione con i<br />

suoi figli <strong>di</strong> cui si era sentito e professato <strong>padre</strong>, che gli erano stati attorno ed avevano fatta propria<br />

in qualche modo la morte del Padre, <strong>come</strong> la morte <strong>di</strong> <strong>un</strong> patriarca. Il suo cammino era gi<strong>un</strong>to al<br />

p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> rottura <strong>di</strong> ogni relazione personale ma si apriva su <strong>un</strong> nuovo firmamento che gli permetteva<br />

<strong>di</strong> vedere il Volto <strong>di</strong> Dio cosí a l<strong>un</strong>go cercato. Ed arrivò sorella morte, <strong>un</strong>a sorella strana ed<br />

implacabile ma che gli dava l’occasione <strong>di</strong> raggi<strong>un</strong>gere il desiderio profondo che lo animava: essere<br />

con Cristo, sentire la calda luce dell’Immacolata Vergine; <strong>un</strong>a mano pietosa gli chiuse gli occhi e <strong>un</strong><br />

velo bianco ne coprí il volto.<br />

Il compianto fu grande, le esequie a Roma e a Genova furono solenni, la partecipazione<br />

numerosissima 182 . «Egli tornò santamente al Signore, dopo l<strong>un</strong>ga operosa giornata. Lo<br />

“bene<strong>di</strong>ssero gli uomini; lo premi Id<strong>di</strong>o! Il suo nome <strong>di</strong>venne strumento <strong>di</strong> opere sante nelle mani<br />

della Provvidenza <strong>di</strong>vina; sarà in memoria eterna, perché è il nome <strong>di</strong> <strong>un</strong> giusto» 183 .<br />

181 G. CHIESA, Patres nostri, Settantacinquesimo, Congregazione dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Maria Immacolata, Roma, 1941, 19.<br />

182 Per notizie circa le esequie si rimanda a BERTOLOTTO T., Vita del Padre Antonio Piccardo, E<strong>di</strong>zioni Risonanze,<br />

Roma 2003, 138-144 e a AA.VV., Il nostro primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, Roma 2004, passim.<br />

183 In memoria del P. Antonio Piccardo, Risonanze, numero speciale, s.d., Genova.


76<br />

INDICE<br />

Introduzione pag. 3<br />

I primi anni “ 4<br />

Nella casa dei <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> Maria “ 7<br />

Uomo dai rapporti forti “ 11<br />

Padre Piccardo, uomo <strong>di</strong> preghiera “ 15<br />

Con i suoi compagni “ 18<br />

Rettore dei Seminari “ 23<br />

Padre Piccardo educatore “ 26<br />

Seguire l’ispirazione e , tra le opposizioni, rimanere fedele alla Chiesa “ 31<br />

Padre Piccardo fondatore? “ 35<br />

Lo sguardo p<strong>un</strong>tato verso terre lontane e verso nuovi orizzonti “ 39<br />

Il cammino della Regola “ 42<br />

La svolta “ 46<br />

Padre Piccardo Superiore “ 49<br />

Padre Piccardo e il Papa “ 53<br />

Difficoltà <strong>di</strong> relazione “ 58<br />

Il trasferimento del noviziato “ 62<br />

La visita apostolica “ 65<br />

Le due lampade “ 69<br />

La sua morte “ 73

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!