impulso missionario dei figli di maria - Figli di Santa Maria Immacolata
impulso missionario dei figli di maria - Figli di Santa Maria Immacolata
impulso missionario dei figli di maria - Figli di Santa Maria Immacolata
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Collana Centenario<br />
IMPULSO MISSIONARIO<br />
DEI<br />
FIGLI DI MARIA<br />
E<strong>di</strong>zioni Risonanze<br />
1
Prelu<strong>di</strong>o della vocazione missionaria <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong><br />
Abbi compassione delle povere anime quando, anche per l'incuria <strong>di</strong> alcuni miei pastori, giacciono<br />
abbandonate ed esposte a tutti i colpi <strong>dei</strong> loro nemici.<br />
Ricordati che sta scritto <strong>di</strong> me: Videns turbas, misertus est eis, quia erant vexati et iacentes sicut oves<br />
non habentes pastorem (Mt 9, 36).<br />
Ma fa che questa tua compassione sia efficace a somiglianza della mia, aiutando per quanto puoi le<br />
anime derelitte.<br />
Non <strong>di</strong>re: “A me non spetta pensare a quelle anime”. A titolo <strong>di</strong> caritá (se puoi con frutto), cre<strong>di</strong> pure<br />
che, se mi ami, ti spetta pensare alle anime <strong>di</strong> tutto il mondo.<br />
(G. Frassinetti, Gesú Cristo regola del sacerdote, O.A., vol 2, pag 563, Roma 1975)<br />
Le missioni<br />
Un altro bellissimo frutto maturato tra i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> è stata la vocazione missionaria. Nella Pia Casa<br />
<strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> il <strong>di</strong>rettore Don Piccardo favoriva le occasioni <strong>di</strong> intrattenersi sulle missioni e gli alunni<br />
erano iscritti all‟opera della <strong>Santa</strong> Infanzia ed a quella della Propagazione della Fede e ne leggevano<br />
assiduamente gli Annali.<br />
Giunta l‟ora <strong>di</strong> Dio, l‟ideale vagheggiato negli anni giovanili, maturato ai pie<strong>di</strong> dell‟altare <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>,<br />
<strong>di</strong>venne realtà e furono una ventina i generosi che in Australia, in Cina, in Birmania, nel Brasile, nel<br />
Messico, negli Stati Uniti svolsero la loro azione nel campo del Signore.<br />
Il P. Antonio Giuseppe Piccardo scrisse per “Risonanze” l‟articolo: “Realizzazioni Missionarie fra i<br />
primi <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>”, dandoci alcuni preziosi particolari.<br />
“Una lettera accorata <strong>di</strong> un Vescovo dell‟Asia, riportata dal perio<strong>di</strong>co Le Missioni Cattoliche, fu la<br />
scintilla che animò a rompere ogni indugio. Si <strong>di</strong>scusse, si sentí la voce <strong>di</strong> Dio ed il chierico Girar<strong>di</strong>,<br />
passando sopra ogni umano riguardo, fu il primo a decidersi e con la bene<strong>di</strong>zione del <strong>di</strong>rettore Don<br />
Piccardo si offrí alle Missioni Estere <strong>di</strong> Milano. Or<strong>di</strong>nato sacerdote, partí nel 1881 per la Cina dove lavorò<br />
intensamente nell‟Ho-nam per 27 anni. Per la strada aperta da lui si avviarono altri <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> e furono:<br />
Gustavo <strong>Maria</strong>, apostolo per 42 anni in Birmania, Ferretti (il primo ragazzo accolto dal Frassinetti) in Nord<br />
America, Luigi Paro<strong>di</strong>, passato ai Gesuiti, fu <strong>missionario</strong> alle Montagne Rocciose, Domenico Poggi in<br />
Brasile, P. Lorenzo Torrazza, Giuseppe Schenone con i signori della Missione, P. Schiaffino e P. E. Vigo,<br />
Gesuiti in Cina, Nicola Grondona in Messico come Salesiano. Inoltre il P. Tragella <strong>di</strong>venne l‟anima della<br />
<strong>di</strong>vulgazione e propaganda missionaria e Don Attilio Garrè che in seguito fondò in S. Ilario (Genova) il<br />
Collegio per le Missioni”.<br />
A questi seguirono altri e Don Piccardo li seguí sempre tutti con un grande amore, mantenendo con essi<br />
affettuosa corrispondenza. Quando alcuni <strong>di</strong> loro rimpatriavano li invitava alla Casa <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>,<br />
cosa che essi gra<strong>di</strong>vano molto. II Piccardo seppe anche essere generoso con i suoi ex alunni <strong>di</strong>venuti<br />
missionari.<br />
Un veterano degli ex allievi missionari scrisse su Risonanze nel numero <strong>di</strong> giugno 1927: “Faccio voti<br />
che a codesta casa benedetta, ora Congregazione, il Signore voglia continuare a mandarvi altri nuovi<br />
can<strong>di</strong>dati a continuare la bella tra<strong>di</strong>zione da me iniziata e sia come una fiammella sprigionata da<br />
2
quell‟amore da cui era penetrato il nostro santo fondatore Giuseppe Frassinetti ed il degno continuatore<br />
della sua opera, l‟in<strong>di</strong>menticabile Superiore Generale P. Antonio Piccardo <strong>di</strong> s. memoria”.<br />
(Tommaso Bertolotto, P. Antonio Piccardo Vita, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, pag 28-30)<br />
Anime generose<br />
Erano entrati ai <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> con un dolce, con un santo sogno nel cuore: un giorno sarebbero stati<br />
Sacerdoti! Oh essi avrebbero lavorato tanto, avrebbero pre<strong>di</strong>cato, avrebbero salvate tante anime! Ma ...<br />
quale sarebbe stato il campo del loro lavoro? Essi non lo sapevano. Avevano sentita nel cuore soave e<br />
vivissima la voce <strong>di</strong> Dio che li chiamava, avevano sentita la Vocazione; e accompagnati chi dal parroco, chi<br />
dalla mamma erano venuti alla Casa <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>. C'era un Direttore tanto buono! Egli li avrebbe<br />
guidati, li avrebbe aiutati.<br />
Entrati in Casa, compresero subito il programma: stu<strong>di</strong>are, pregare e stare allegri. Servite. Domino in<br />
laetitia: ecco lo spirito del Regolamento che informava la comunità. Ed essi pregavano, stu<strong>di</strong>avano e<br />
stavano allegri. Che bei giorni, che bei anni passarono!<br />
Nella Casa <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> avevano trovate fiorenti tre devozioni, tre forze vive dalle quali si<br />
sentivano presi e pervasi: la devozione alla Santissima Eucaristia, la devozione alla Madonna e un grande<br />
amore al Papa. Quanta luce, quanta forza scendeva ai loro giovani cuori accanto a quel piccolo altare della<br />
linda cappella, sotto lo sguardo materno e la bene<strong>di</strong>zione della Madonna, sorridente dalla sua nicchia! Oh<br />
sí, la vocazione maturava, si schiariva, si decideva.<br />
Nelle quoti<strong>di</strong>ane orazioni recitate in comune in cappella, vi era anche un'invocazione particolare e una<br />
preghiera a S. Francesco Saverio, al santo <strong>missionario</strong>, al santo dallo zelo apostolico e dalla fortezza<br />
dell'eroe <strong>di</strong> Cristo. E il santo fu propizio alle loro invocazioni ed essi promisero: saremo missionari.<br />
L'occasione <strong>di</strong> intrattenersi sulle missioni, <strong>di</strong> alimentare la fiamma, era del resto frequente: tutti gli<br />
alunni della Casa erano ascritti all'Opera della <strong>Santa</strong> Infanzia e a quella della Propagazione della Fede e ne<br />
leggevano tanto volentieri gli Annali.<br />
E giunta l'ora <strong>di</strong> Dio, il dolce, il caro sogno vagheggiato nei bei anni giovanili, maturato accanto<br />
all'Altare della Madonna <strong>di</strong>venne una gioconda realtà: e uno e poi due e poi altri partirono per il campo<br />
delle apostoliche fatiche.<br />
E sono una ventina i generosi che sparsi in Australia, in Cina, nel Brasile, nel Messico, negli Stati Uniti<br />
lavorano nel campo del Signore.<br />
S. Francesco Saverio continua ad essere invocato ogni giorno nella Congregazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> .<strong>Maria</strong>,<br />
che lo ha scelto come uno <strong>dei</strong> suoi Protettori ed altre anime è sperabile, accanto all'altare, sotto lo sguardo<br />
<strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong> sentiranno la grande chiamata <strong>di</strong> Dio.<br />
(Il nostro Primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, pag.112)<br />
3
Parte prima<br />
I primi decenni del secolo:<br />
in Sudamerica<br />
A MO’ DI INTRODUZIONE<br />
Padre Minetti è stato bene ispirato dallo Spirito Santo e dalla nostra madre <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong> <strong>di</strong> iniziare<br />
la nostra Congregazione al lavoro pastorale nelle missioni e nello scegliere Padre Bertolotto, giovane<br />
sacerdote, anche se i progetti iniziali su <strong>di</strong> lui erano <strong>di</strong>fferenti.<br />
Penso che sia stata <strong>Maria</strong> a guidare il Padre Bertolotto nei suoi primi passi e a farlo approdare a<br />
O‟Brien.<br />
O‟Brien era ed è un piccolo paese immerso nella sconfinata pianura pampense con strade piene <strong>di</strong> terra<br />
sabbiosa che con la pioggia <strong>di</strong>ventano paludose.<br />
Padre Bertolotto con il suo carattere umano e pieno <strong>di</strong> umorismo e il suo spirito <strong>di</strong> adattamento non si è<br />
spaventato <strong>di</strong> trovare la chiesa trasformata in gallinaio, la casa parrocchiale occupata da una maestra che<br />
non se ne voleva andare, ma con pazienza e costanza è riuscito a rendere O‟Brien punto <strong>di</strong> partenza per<br />
tutto il nostro futuro lavoro <strong>missionario</strong>.<br />
Siamo rimasti ad O‟Brien dal 1928 al 1960. I parroci sono stati: P. Bertolotto, P. Ferrari, P. Platania, P.<br />
Terenziani, P. Forti e P. Caleri.<br />
Ho avuto il piacere immenso <strong>di</strong> visitare O‟Brien e la sua gente nel 1996 per il mio cinquantesimo <strong>di</strong><br />
Or<strong>di</strong>nazione sacerdotale e nel 2002 per il settantacinquesimo <strong>di</strong> fondazione della missione; sono stato<br />
accolto dalla gente in maniera commoventissima da strappare le lagrime. Questo lo <strong>di</strong>co non per mio vanto<br />
ma per far notare l‟opera che tutti noi abbiamo realizzato sotto la guida della cara Madre <strong>di</strong> Gesú e nostra.<br />
4<br />
P. Enrico Caleri
LE NOSTRE MISSIONI O CASE<br />
IN SUD AMERICA<br />
PREFAZIONE<br />
È solo per accon<strong>di</strong>scendere al desiderio manifestato da confratelli, da ex allievi e da amici che mi<br />
indussi a scrivere la storia documentata delle case d'America. Anche il Rev.mo Superiore Generale Lino<br />
Ferrari mi aveva dato personalmente tale incarico. Certamente io desideravo che altri mettessero mano a<br />
questo lavoro perché lo avrebbero fatto con piú libertà nello scrivere, essendo sempre <strong>di</strong>fficile trattare delle<br />
cose proprie con quella santa in<strong>di</strong>fferenza che pure é tanto necessaria, nemo iudex in causa propria.<br />
Da parte mia non vi é quin<strong>di</strong> altro desiderio che quello <strong>di</strong> compiere un atto <strong>di</strong> ubbi<strong>di</strong>enza e <strong>di</strong> essere<br />
con<strong>di</strong>scendente verso quanti mi invitarono a scrivere, nella speranza che la conoscenza <strong>di</strong> ciò che sono e<br />
soprattutto <strong>di</strong> quello che costarono le nostre opere in Argentina e Cile, serva ad accrescere la simpatia <strong>dei</strong><br />
nostri confratelli, amici e benefattori e si uniscano a noi nel ringraziare la Divina Provvidenza per i beni<br />
elargiti alla nostra Congregazione e per il bene compiuto a gloria <strong>di</strong> Dio ed il bene delle anime.<br />
Sento anche il dovere <strong>di</strong> segnalare che in Risonanze molto é stato già pubblicato a piú riprese ma a volte<br />
con errori evidenti <strong>di</strong> nomi, <strong>di</strong> date e <strong>di</strong> circostanze, confondendo fatti <strong>di</strong> cronaca <strong>di</strong> una casa con quella <strong>di</strong><br />
altre, errori in parte giustificati dalla mancanza <strong>di</strong> conoscenza <strong>di</strong> dati storici e geografici <strong>di</strong> regioni tanto<br />
lontane e <strong>di</strong> ambienti tanto <strong>di</strong>fferenti dal nostro ed anche perché chi scrisse non aveva a sua <strong>di</strong>sposizione<br />
documenti che sono conservati nell‟archivio generale della Congregazione.<br />
LA PREPARAZIONE<br />
L'Opera <strong>di</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> che aveva dato centinaia <strong>di</strong> Sacerdoti all'Archi<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Genova e tanti<br />
soggetti ad Istituti Missionari, non poteva e non doveva lasciare cadere l'accorato appello del santo Padre<br />
Pio XI, il Papa delle Missioni.<br />
Ciò che la nostra Congregazione non aveva potuto fare prima, si accingeva, ad attuarlo nel Capitolo del<br />
1926. In quella circostanza i padri capitolari compresero come ormai fosse giunto il tempo <strong>di</strong> concretare<br />
quello che fu anche aspirazione costante del primo superiore Generale, il P. Antonio Piccardo, ed hanno<br />
voluto aggiungere allo scopo speciale della Congregazione anche quello delle missioni all'estero, inserendo<br />
un capitolo speciale nella nuova redazione delle costituzioni.<br />
Fu il nostro veneratissimo P. Antonio Minetti <strong>di</strong> s.m. che, eletto superiore generale, fece sua piú che mai<br />
questa forza <strong>di</strong> volontà per le missioni e non si <strong>di</strong>ede pace finché non poté vederne concretato l‟inizio. Ma<br />
al buon Padre si presentava subito il problema: chi avrebbe mandato per primo ad iniziare la missione? Vi<br />
era don Domenico Poggi che, tornato in patria dopo trenta anni <strong>di</strong> pro<strong>di</strong>giosa attività missionaria in Brasile,<br />
5
enché malfermo <strong>di</strong> salute, si offriva a ripartire accanto ai <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> per essere loro guida e maestro,<br />
ma vi era il pericolo per qualche anno ancora, <strong>di</strong> avere il maestro senza <strong>di</strong>scepoli.<br />
Alcuni che pure avrebbero avute ottimi doti per dare principio ad una opera cosí bella, per vari motivi<br />
giu<strong>di</strong>carono <strong>di</strong> non poter partire.<br />
Eppure urgeva mettere in pratica le <strong>di</strong>sposizioni del capitolo, bisognava ad ogni costo iniziare qualche<br />
cosa oltre oceano.<br />
Il P. Minetti non si <strong>di</strong>ede per vinto e fu a me che allora <strong>di</strong>resse formale invito. Benché il peso fosse<br />
grave, accettai anche perché due fatti, per me importantissimi, già in precedenza mi avevano indotto a<br />
prendere la decisione <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carmi alle missioni e sono i seguenti:<br />
A Roma il primo luglio 1913 moriva santamente il nostro chierico professo Giacomo Peluffo. Prima <strong>di</strong><br />
lasciarci volle salutare tutti, dal Superiore Generale fino all‟ultimo novizio. Quando toccò a me, mi<br />
avvicinai silenzioso al letto, ma egli notò subito la mia presenza, prese la mia mano destra fra le sue e poi<br />
con un filo <strong>di</strong> voce <strong>di</strong>sse: "Caro Bertolotto ... io muoio ... già cominciano per me le ore misteriose ... e<br />
quando si arriva a questo punto, si presentano le cose in modo assai <strong>di</strong>fferente <strong>di</strong> prima ... tu sei giovane e<br />
sano... cerca <strong>di</strong> fare anche quello che non posso fare io ... lavora molto ... ama la Madonna ... ama Ia<br />
Congregazione, onorala ... prega per me e non mi <strong>di</strong>menticare ... ".<br />
Con la piú viva commozione del mio animo promisi al caro confratello che avrei fatto quanto mi<br />
suggeriva; ci salutammo per l'ultima volta e sul punto <strong>di</strong> uscire dalla stanza, soffermandomi un istante a<br />
contemplare quel caro volto che non avrei visto mai piú, rinnovai nel mio cuore la promessa. Le parole del<br />
caro Peluffo "ama la Congregazione, onorala" costituivano tutto un programma <strong>di</strong> vita religiosa in tutte le<br />
manifestazioni <strong>di</strong> spiritualità e <strong>di</strong> azione.<br />
Nel 1915 venne l'ora del servizio militare e della guerra. Nel settembre del 1917, durante un'azione assai<br />
violenta, dopo un bombardamento lacerante ed opprimente, a breve <strong>di</strong>stanza dal nemico attaccante, nel<br />
colmo del nervosismo provocato dallo scoppio delle bombe a mano e dall'intenso fuoco delle mitragliatrici,<br />
nel mio cuore supplicai la Madonna a conservarmi la serenità dello spirito e la padronanza <strong>dei</strong> miei atti,<br />
promettendo, se avessi salva la vita, <strong>di</strong> seguire la mia vocazione e <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carmi anche all'opera delle<br />
missioni.<br />
Con questi precedenti, logicamente appena ricevuto l'invito da P. Minetti, compresi che era giunto il<br />
momento <strong>di</strong> mettere in pratica le promesse fatte alla Madonna e al confratello morente, quin<strong>di</strong> mi misi<br />
subito e completamente a <strong>di</strong>sposizione <strong>dei</strong> Superiori e poco dopo ebbi anche la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> sapere che<br />
anche il P. Ferrari mi avrebbe seguito. Mai <strong>di</strong>menticherò la grande gioia manifestata dal Rev.mo P. Minetti<br />
appena seppe che ero <strong>di</strong>sposto a partire. Mi parlò come padre a <strong>figli</strong>o incoraggiandomi, dandomi consigli<br />
suggeriti dal suo zelo e dal suo spirito <strong>di</strong> uomo <strong>di</strong> Dio, continuando poi anche per lettera l'opera sua <strong>di</strong><br />
superiore e padre.<br />
Avendogli scritto da Genova che da parte della mia famiglia non esisteva nessun ostacolo, mi<br />
rispondeva in data 2 aprile 1927 con queste parole: "A Pasqua si concreterà per le missioni; prega il<br />
Signore che si abbia a fare la sua volontà ... sono contento <strong>di</strong> quello che ti risposero i tuoi. Mi auguro che<br />
tu sia sempre <strong>di</strong> buono spirito e coraggioso perché il demonio fará <strong>di</strong> tutto per impe<strong>di</strong>re il bene...” Infatti<br />
fu cosí.<br />
Cominciarono subito le <strong>di</strong>fficoltà, contrattempi e contrad<strong>di</strong>zioni, ma P. Minetti non desistette dal suo<br />
proposito e mi consigliò <strong>di</strong> offrire al Signore le prime <strong>di</strong>fficoltà e a tirare avanti per la via intrapresa.<br />
Erano state inviate lettere <strong>di</strong> presentazione a vari Vescovi del Brasile e dell'Argentina, ed intanto<br />
nell'attesa il P. Ferrari ed io, nella casa <strong>di</strong> Genova, sotto la guida del P. Poggi, cominciammo lo stu<strong>di</strong>o del<br />
portoghese.<br />
P. Poggi però, considerando le situazioni e le <strong>di</strong>fficoltà che egli aveva dovuto affrontare in trenta anni <strong>di</strong><br />
vita brasiliana, era del parere che in un primo momento si dovesse andare in Argentina. Anche Mons.<br />
Levame u<strong>di</strong>tore della nunziatura, ritornando in quell'anno da Buenos Aires, in un'intervista chiesta dal<br />
nostro Superiore Generale, ed alla quale fummo ammessi anche il P. Poggi, il P. Ferrari ed io, ci consigliò<br />
l'Argentina aggiungendo che sarebbe stata ottima cosa stabilire una stabile base nella grande capitale <strong>di</strong><br />
6
quella nazione, essendo Buenos Aires la città piú importante <strong>di</strong> tutto il Sud America, onde <strong>di</strong> là potere<br />
meglio in seguito attivare e <strong>di</strong>rigere altre iniziative.<br />
Non tardarono a giungere le prime richieste <strong>di</strong> missionari.<br />
Molto interessante quella del Vescovo <strong>di</strong> Pelotas nello stato del Rio Grande do Sur (Brasile) con<br />
l'assicurazione che ci avrebbe ricevuti molto volentieri e sistemati in modo conveniente e che avrebbe<br />
messo a nostra <strong>di</strong>sposizione anche terreni dove stabilire opere nostre.<br />
Dall'Argentina invece, la prima risposta fu una delusione. Mons. Devoto Vescovo ausiliare e Vicario<br />
generale <strong>di</strong> Buenos Aires, scrisse al Rev.mo P. Generale che per il momento non ci poteva ammettere in<br />
<strong>di</strong>ocesi perché altre<br />
congregazioni avevano presentata analoga richiesta, prima <strong>di</strong> noi e bisognava dare loro una<br />
sistemazione. Vi era però in Argentina chi pensava a noi.<br />
Il P. Onorato Piffero, già alunno e poi professore nella nostra casa <strong>di</strong> Genova e che era passato ai<br />
Redentoristi onde de<strong>di</strong>carsi alle missioni, ma sempre a noi affezionatissimo, ci scriveva in luglio 1927 che<br />
Ecc. Mons. Francesco Alberti vescovo <strong>di</strong> La Plata, era contentissimo <strong>di</strong> ricevere i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> nella sua<br />
<strong>di</strong>ocesi. La <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> La Plata comprendeva allora tutta la provincia <strong>di</strong> B. Aires con una superficie grande<br />
come l'Italia, con quattro milioni <strong>di</strong> abitanti ed il territorio della Pampa.<br />
Moltissime borgate (circa un centinaio) erano senza sacerdote e la stessa città <strong>di</strong> La Plata con settanta<br />
mila abitanti aveva solo due parrocchie.<br />
Fu in base alla <strong>di</strong>chiarazione del P. Piffero che fu scelta l'Argentina come primo punto <strong>di</strong> attività ed il P.<br />
Minetti rispose al P. Piffero affidandogli l'incarico <strong>di</strong> trattare con Mons. Vescovo. Non tardò a giungere la<br />
risposta: il Vescovo ci avrebbe assegnata la località <strong>di</strong> Berrazategui, un suburbio della città <strong>di</strong> Quilmes a<br />
circa 40 Km. da B. Aires e dove si sentiva la necessità <strong>di</strong> creare una nuova parrocchia. La popolazione<br />
composta in gran parte <strong>di</strong> famiglie italiane ci avrebbe accolto con simpatia.<br />
Per mezzo della società Italica Gens, <strong>di</strong>retta a Genova dai Salesiani, ci fu facile avere in pochi giorni i<br />
passaporti per il P. Poggi e per me. Però questo implicava per noi un nuovo problema; bisognava de<strong>di</strong>carsi<br />
quasi all'ultimo momento allo stu<strong>di</strong>o della lingua spagnola.<br />
Bisognava pure preparare ogni cosa anche dal punto <strong>di</strong> vista giuri<strong>di</strong>co. Trattandosi <strong>di</strong> recarsi all'estero in<br />
una nazione dove ancora non esistevano case della nostra Congregazione e non potendo calcolare quanto<br />
tempo sarebbe necessario per stabilirne una, occorreva il permesso della Sacra Congregazione <strong>dei</strong><br />
Religiosi, il nulla hosta della Concistoriale ed il voto favorevole del Visitatore Apostolico P. Cristini<br />
C.SS.R.<br />
Venne perciò chiesto ed ottenuto un Rescritto redatto nei termini seguenti: Prot. 5127/27.<br />
“Beatissimo Padre, il Superiore Generale della Congregazione <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> S. <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong> prostrato ai<br />
pie<strong>di</strong> della S. Vostra, in pieno accordo col suo Consiglio, umilmente espone quanto segue: avendo ricevuto<br />
da Ecc.mi Vescovi dell'America Latina domande <strong>di</strong> aprire nelle loro <strong>di</strong>ocesi una casa della<br />
Congregazione, conforme agli scopi della Congregazione medesima, desidera inviarvi il M. R. P.<br />
Tommaso Bertolotto, perché, prima <strong>di</strong> assumere definitivi impegni, veda sul posto le con<strong>di</strong>zioni e ne<br />
informi il Consiglio Superiore. In tale missione sarà accompagnato e coa<strong>di</strong>uvato dal M. R. Don Enrico<br />
Poggi, alunno della nostra casa <strong>di</strong> Genova, affezionatissimo alla Congregazione e pratico <strong>dei</strong> luoghi<br />
essendoci già stato come <strong>missionario</strong> per circa trent’anni.<br />
Chiede pertanto la Facoltà <strong>di</strong> concedere a P. Tommaso Bertolotto <strong>di</strong> rimanere fuori delle case della<br />
Congregazione per un tempo superiore ai sei mesi onde possa recarsi nell'America Latina all'oggetto <strong>di</strong><br />
cui sopra.<br />
Che della grazia... etc...”<br />
-Vigore facultatum a Ss.mo D.no nostro concessarum S. C. Negotiis religiosorum Sodalium praeposita,<br />
attentis expositis atque au<strong>di</strong>to voto Rev.mi Visitatori Apostolici benigne indulget, ut, veris existentibus<br />
narratis, petitam facultatem ad annum pro suo arbitrio et conscentia concedat; facta superiorum obligatione<br />
invigilan<strong>di</strong> ut Religiosus, quantum fieri potest, Regulas sui Institutis observet, vota fideliter custo<strong>di</strong>at et<br />
vitam professionis suae congrue degat. Porro per presens Rescriptum Religiosus nullum Jus adquirit<br />
manen<strong>di</strong> extra claustra ad quem statim re<strong>di</strong>re tenetur, si forte perdurante Indulto, a suis legittimis<br />
7
superioribus revocetur, quibus plene subiectus manet, salvo jure Or<strong>di</strong>nari loci ad normam Sacrorum<br />
canonum et servato insuper concreto “Magni semper” Sacrae Congregationis Concistorialis... Contraris non<br />
obstantibus quibusqunque.<br />
Datum Romae, <strong>di</strong>e 5 augusti l927 f.to: C. Card. Laurenti, Praefectus. Vinc. La Puma, secretario.-<br />
- Facendo uso delle facoltà concessomi dalla S. Congregazione permetto che l'Oratore si avvalga<br />
dell'ottenuta grazia, attenendosi però fedelmente alle norme in<strong>di</strong>cate nel rescritto. Roma, Collegio<br />
Sant‟Alfonso, 10 agosto 1927 f.to: Giacomo <strong>Maria</strong> Cristini C.SS.R. Visitatore Apostolico.<br />
- S. C. Concistorialis: prot. 591/27. Haec S. Congregatio, vigore decreti “Magni Semper” <strong>di</strong>e 20<br />
decembris 1918 e<strong>di</strong>ti, benigne annuit ut sac. Thomae Bertolotto e Congr. Filiorum S. <strong>Maria</strong>e Immaculatae<br />
se conferre possit in Diocesim Platensem ad effectus et juxta normae S. C. de Religiosis sub <strong>di</strong>e 5 augusti<br />
1927 f.to: pro E.mo D. Card. Secret. +Raphael Carlo Rossi Archiep. Thessalon.-<br />
II 5 settembre 1927, P. Poggi, P. Ferrari ed io, accompagnati dal Rev.mo P. Superiore Generale e dal P.<br />
Procuratore Generale P. Tommaso Olcese, fummo ammessi alla presenza del S. Padre Pio XI nella sala del<br />
tronetto.<br />
II S. Padre ci accolse con amabilità e richiesto dove eravamo <strong>di</strong>retti ci <strong>di</strong>sse brevi parole <strong>di</strong><br />
incoraggiamento e <strong>di</strong>sse:<br />
“Andate, là troverete un largo campo <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> anime. II Signore sia con voi! Dominus vos<br />
bene<strong>di</strong>cat et Angelus Domini comitetur in locum ad quem pergitis. Noi vi accompagneremo con la nostra<br />
preghiera. Impartiamo la nostra bene<strong>di</strong>zione alle vostre persone, alle opere che state per intraprendere ed<br />
alle anime che vi saranno affidate”. Con profonda commozione baciammo l'anello che il Santo Padre ci<br />
porgeva e ci ritirammo con letizia <strong>di</strong> recare con noi, con la bene<strong>di</strong>zione del Santo Padre, il suggello della<br />
Volontà <strong>di</strong> Dio.<br />
LA PARTENZA<br />
Nel pomeriggio del 4 ottobre 1927 nella cappella della casa. <strong>di</strong> Genova, si tenne la cerimonia della<br />
bene<strong>di</strong>zione ed imposizione del Crocifisso fatta dal Rev.mo P. Minetti Superiore Generale Erano presenti<br />
superiori e confratelli anche delle case <strong>di</strong> Rivarolo, parenti ed alunni, molti sacerdoti, amici ed ex-allievi, il<br />
clero della parrocchia del Sacro Cuore, S. Ecc. Mons. De Amicis ausiliare dell'Archi<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Genova,<br />
Mons. Bonfilio abate <strong>di</strong> Carignano, Mons. Gennaro delegato <strong>di</strong>ocesano per le vocazioni ed altri.<br />
Dopo la consegna <strong>dei</strong> Crocefissi, P. Minetti tenne un breve <strong>di</strong>scorso; le sue parole lente e paterne,<br />
suscitarono la commozione <strong>di</strong> tutti e concluse <strong>di</strong>cendo: “Andate, andate nel nome del Signore, vi<br />
seguiremo con il cuore, non vi lasceremo soli ...”.<br />
Rispose il P. Poggi insistendo specialmente sul fatto che la nostra partenza doveva fare pensare i giovani<br />
e gli anziani, i giovani per prepararsi degnamente all'apostolato e gli anziani perché capissero la necessità<br />
<strong>di</strong> preparare nuove generazioni <strong>di</strong> volenterosi onde perpetuare l'opera che cominciava. Fece poi notare che<br />
il movente della nostra partenza era del tutto spirituale ed apostolico, "si va in cerca <strong>di</strong> anime perché solo<br />
questa é la volontà <strong>di</strong> Dio". Disse poi: "Vedete in che con<strong>di</strong>zioni partiamo!"<br />
A <strong>di</strong>re il vero le con<strong>di</strong>zioni non erano del tutto lusinghiere data la sua età (60 anni) e la sua malferma<br />
salute. Chi scrive può <strong>di</strong>chiarare che in quel momento abbiamo sentito tutto il peso dell'opera che ci veniva<br />
affidata, considerando le nostre debolezze, ma anche ci sentimmo forti e preparati a tutto. Andavamo<br />
davvero in cerca <strong>di</strong> anime e non <strong>di</strong> denaro o <strong>di</strong> avventura come qualcuno aveva sarcasticamente insinuato<br />
ed il buon Dio doveva certamente venire in nostro aiuto.<br />
La protezione <strong>di</strong> Dio si manifestò subito in un fatto che il mondo può chiamare occasionale, ma che noi<br />
sacerdoti valutiamo come una prova dell‟amorosa Provvidenza <strong>di</strong> Dio. Oltre un mese prima della partenza,<br />
per consiglio <strong>di</strong> P. Poggi, avevo fissato i due posti sul piroscafo Principessa Mafalda della N.G.I. che<br />
doveva partire da Genova l'un<strong>di</strong>ci ottobre; quando poi a fine <strong>di</strong> settembre mi presentai agli uffici della<br />
compagnia per ritirare i biglietti, ebbi la sorpresa <strong>di</strong> constatare un errore, malgrado tutte le assicurazioni<br />
avute in precedenza, sul Mafalda ci era stato riservato un posto <strong>di</strong> seconda classe. Malgrado le mie<br />
8
insistenze e le mie proteste non fu possibile ottenere l'altro biglietto essendo la nave al completo in tutte le<br />
classi. Rassegnato e quasi per forza accettai i due passaggi sulla nave Duca degli Abbruzzi in partenza per<br />
il 5 ottobre.<br />
È vero che questo cambio ci impose il sacrificio <strong>di</strong> ridurre a soli tre giorni la visita <strong>di</strong> congedo alle<br />
nostre famiglie, ma Dio bene<strong>di</strong>sse quel sacrificio perché mentre noi avemmo la fortuna <strong>di</strong> giungere a<br />
destinazione dopo uno splen<strong>di</strong>do viaggio, il Mafalda, affondava tragicamente presso le coste del Brasile. Il<br />
P. Poggi che prima <strong>di</strong> partire mi aveva voluto con sé per bene<strong>di</strong>re la cappella della Madonna da lui fatta<br />
costruire sulla vetta del monte Carmo presso Sarissola, attribuí con ragione le circostanze e l'esito felice del<br />
nostro viaggio alla protezione <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>.<br />
Per parte mia da questo fatto imparai davvero a considerare tutte le vicende della vita come<br />
manifestazione della Divina Provvidenza.<br />
La sera del 4 ottobre, alla cerimonia religiosa seguí un familiare ricevimento <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>o in omaggio a tutti<br />
gli intervenuti. Il giorno seguente nel circolo piú ristretto della Comunità, <strong>dei</strong> Superiori, confratelli ed<br />
alunni della casa, si ripeterono gli auguri e le piú cor<strong>di</strong>ali manifestazioni <strong>di</strong> affetto. Finalmente alle ore 15 i<br />
Superiori ci vollero accompagnare a bordo del Duca degli Abbruzzi e ci separammo da loro e dai parenti<br />
venuti anch'essi a darci l'ultimo saluto, accompagnato da vivissima emozione.<br />
Il Rev.mo P. Minetti ci bene<strong>di</strong>sse e volle essere l'ultimo a darci l'abbraccio <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>o e approfittando <strong>di</strong><br />
un momento in cui eravamo soli presso l'entrata della cabina, mi sussurrò ancora all'orecchio "Sii generoso,<br />
coraggioso, fa tutto per il Signore, per la Madonna, per le anime, per la Congregazione".<br />
Non potemmo trattenere le lacrime. Carissimo e veneratissimo P. Minetti! Queste parole che ascoltai dal<br />
tuo labbro furono per me come il tuo testamento spirituale perché quell'abbraccio fu veramente l'ultimo ...<br />
entrambi lo abbiamo intravisto in quel momento ... al mio ritorno cinque anni dopo, amatissimo P. Minetti,<br />
non c'eri piú.<br />
IL VIAGGIO E L’ARRIVO<br />
Il viaggio fu ottimo sotto ogni aspetto. Avemmo anche occasione <strong>di</strong> fare conoscenza con alcune<br />
famiglie <strong>di</strong> italiani residenti a La Plata che ritornavano in Argentina dopo un viaggio in Italia e che furono<br />
poi nostri cooperatori in varie opere.<br />
Non essendovi cappellano a bordo, toccò a noi organizzare il servizio religioso a richiesta del<br />
comandante ed io ebbi anche l'onore <strong>di</strong> essere scelto per il <strong>di</strong>scorso ufficiale nelle feste per il passaggio<br />
dell'equatore. Vi era tra i viaggiatori anche un anziano sacerdote francese <strong>di</strong>retto al Cile, ma per varie<br />
ragioni lasciò a noi ogni incarico.<br />
Nei porti del Brasile (Bahia, Rio de Janeiro, Santos) il P. Poggi fu felice <strong>di</strong> riabbracciare amici e<br />
sacerdoti missionari italiani, che avvisati del suo passaggio erano giunti dall'interno per salutarlo; quanto a<br />
me in Rio de Janeiro ebbi occasione <strong>di</strong> fare conoscenza personale con un mio zio materno, il dottore<br />
Francesco Bellogamba (vice <strong>di</strong>rettore dell'ospedale militare <strong>di</strong> Rio) e la sua famiglia, <strong>di</strong> cui mi valsi in<br />
seguito per lo svolgimento <strong>di</strong> alcune pratiche per la nostra Congregazione.<br />
Si può <strong>di</strong>re perciò che appena usciti dal porto <strong>di</strong> Genova e ancore prima <strong>di</strong> arrivare a destinazione,<br />
abbiamo cominciato il nostro ministero e preso contatto con persone che ci dovevano poi essere molto utili.<br />
Dopo 20 giorni <strong>di</strong> navigazione, nel pomeriggio del 22 ottobre 1927 sbarcammo a B. Aires. Credevamo<br />
vi fosse ad attenderci il P. Piffero ed invece ci venne incontro il P. Lorenzo Laiti, <strong>di</strong>rettore del collegio<br />
convitto <strong>dei</strong> sordomuti <strong>di</strong> La Plata; ci <strong>di</strong>sse che veniva a nome del vescovo e <strong>di</strong> P. Piffero in quei giorni<br />
ambedue assenti per ragione <strong>di</strong> ministero; ci aiutò nel <strong>di</strong>sbrigo <strong>di</strong> ogni cosa nella dogana e poi con un taxi<br />
ci condusse alla stazione Constitución per prendere il treno rapido per La Plata, dove ci attendeva l'auto<br />
della comunità <strong>di</strong> P. Laiti che ci condusse al suo Istituto nel centro della città (calle 49 entre 5 y 6)<br />
assicurandoci che eravamo suoi gra<strong>di</strong>ti ospiti. Abbiamo subito fraternizzato con quella comunità composta<br />
tutta <strong>di</strong> veneti.<br />
9
Il giorno dopo, celebrata la <strong>Santa</strong> Messa nella cappella dell'Istituto, visita alla città, specialmente ai<br />
lavori in corso per la costruzione della cattedrale e musei. Restammo specialmente sorpresi per il<br />
meraviglioso museo <strong>di</strong> scienze naturali, forse uno <strong>dei</strong> piú belli del mondo e ivi abbiamo ammirato fra le<br />
altre cose piú rare e preziose, lo scheletro <strong>di</strong> un enorme <strong>di</strong>nosauro che era stato scoperto nelle sabbie <strong>di</strong> una<br />
zona desertica pampeana. Bellissima e gran<strong>di</strong>ssima la sala delle mummie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>os e quelle degli uccelli e<br />
delle farfalle.<br />
Ma in quello stesso giorno abbiamo avuto la triste notizia dell'affondamento del piroscafo Mafalda<br />
avvenuto nella notte tra il 25 e il 26. Si parlava <strong>di</strong> oltre trecento morti o scomparsi! E mentre ci venne<br />
spontanea una prece <strong>di</strong> suffragio per le povere vittime della catastrofe, elevammo pure al cielo le preghiere<br />
del ringraziamento a Dio per non aver permesso che ci trovassimo anche noi in quel pericolo.<br />
Il 27 celebrammo la Messa in S. Ponziano e facemmo conoscenza con il parroco <strong>di</strong> quella chiesa, la piú<br />
antica parrocchia <strong>di</strong> quella zona: era Mons. Federico Rasore, <strong>figli</strong>o <strong>di</strong> voltresi, uomo <strong>di</strong> santa vita, ci<br />
<strong>di</strong>ssero, amatissimo e veneratissimo da tutti in città. Ci accolse con affetto, rallegrandosi molto al sapere<br />
che eravamo genovesi e ci fu pro<strong>di</strong>go <strong>di</strong> consigli ed istruzioni su quanto poteva esserci utile ed anche ci<br />
offrí copia <strong>di</strong> vari moduli e schemi per le pratiche amministrative, ministeriali e giuri<strong>di</strong>che vigenti nella<br />
<strong>di</strong>ocesi e nella provincia; ci offrí anche delle intenzioni <strong>di</strong> sante Messe, questo ci fu <strong>di</strong> molto aiuto, perché<br />
al nostro arrivo a B. Aires avevamo in tasca la somma <strong>di</strong> ... cento pesos ...<br />
Come vedremo, questo venerando sacerdote, anche in seguito, doveva esserci <strong>di</strong> valido aiuto, come<br />
consigliere e benefattore nei momenti piú <strong>di</strong>fficili, quando si trattò della fondazione della parrocchia <strong>di</strong> San<br />
Filippo Neri a B. Aires.<br />
Il giorno seguente dalla curia ci avvisarono per telefono che Mons. Vescovo era tornato e ci attendeva.<br />
Ci recammo all'u<strong>di</strong>enza accompagnati dal P. Laiti.<br />
Sua Eccellenza ci accolse paternamente, volle conoscere ogni cosa circa la nostra Congregazione ed i<br />
nostri propositi.<br />
Senza essere mai stato in Italia, parlava perfettamente l'italiano ed anche il genovese, <strong>di</strong>cendoci che non<br />
poteva <strong>di</strong>menticare la lingua parlata dai suoi vecchi che erano <strong>di</strong> Noli.<br />
Circa la nostra destinazione vi fu però una sorpresa. Come abbiamo visto P. Piffero ci aveva scritto che<br />
era volontà del vescovo <strong>di</strong> assegnarci la località <strong>di</strong> Berazategui, ed invece il vescovo ci parlò <strong>di</strong> O'Brien un<br />
paese in giuris<strong>di</strong>zione del comune e parrocchia <strong>di</strong> Bragado da cui <strong>di</strong>sta 60 km ed a 230 Km. da B. Aires<br />
sulla linea ferroviaria del ovest.<br />
Che cosa era accaduto? Mons. Copello fin dall'anno precedente ausiliare e vicario de La Plata, molto<br />
tempo prima del nostro arrivo, durante l'estate era stato ospite nella fattoria del signor Boven, nipote ed<br />
erede <strong>di</strong> Eduardo O'Brien, il fondatore del paese, del quale perciò portava il nome, infatti egli aveva fatto<br />
costruire a sue spese la chiesa de<strong>di</strong>cata a S. Patrizio ed aveva anche donato il terreno per il municipio, per<br />
la scuola, per l'ospedale civile, per il cimitero, per il commissariato <strong>di</strong> polizia ed anche per il campo<br />
sportivo.<br />
Mons. Copello aveva anche amministrato la cresima e la popolazione per mezzo della commissione pro<br />
parrocchia, si era rivolta a lui pregandolo che insistesse presso il vescovo <strong>di</strong>ocesano per portare a O'Brien<br />
un sacerdote parroco. Mons. Copello promise <strong>di</strong> occuparsi della cosa per cui quando seppe del nostro<br />
prossimo arrivo ricordò a Mons. Alberti la richiesta della popolazione <strong>di</strong> O'Brien anche in considerazione<br />
che si trattava <strong>di</strong> una cappellania-vicaria (quasi parrocchia o quasi cappellania curata) vacante da 18 anni<br />
per mancanza <strong>di</strong> sacerdoti. Lo stesso Mons. Copello piú tar<strong>di</strong>, già arcivescovo <strong>di</strong> B. Aires in un'intervista<br />
concessa ai nostri padri <strong>di</strong>sse loro queste precise parole: “Se avete avuto O'Brien da Mons. Alberti lo<br />
dovete a me”.<br />
In quella u<strong>di</strong>enza Mons. Alberti ci invitò a pranzo per il giorno seguente assicurandoci che ci avrebbe<br />
fatto trovare tutti i documenti necessari.<br />
Ritornati all'istituto sordomuti, trovammo il P. Piffero che ci attendeva. L'incontro fu cor<strong>di</strong>alissimo<br />
tanto piú che P. Poggi salutava in lui un vecchio con<strong>di</strong>scepolo ed io un antico professore <strong>di</strong> francese e<br />
scienze naturali nella casa <strong>di</strong> Genova. Parlammo a lungo delle cose nostre e ci lasciammo verso sera con un<br />
affettuoso e reciproco arrivederci.<br />
10
In questa occasione abbiamo notato che P. Piffero e P. Laiti erano due vecchi amici, infatti si erano<br />
conosciuti molti anni prima, quando P. Piffero prima <strong>di</strong> entrare nel noviziato <strong>dei</strong> redentoristi in Spagna,<br />
aveva avuto l'ufficio <strong>di</strong> vice parroco <strong>di</strong> S. Ponziano <strong>di</strong> La Plata.<br />
O'BRIEN<br />
II giorno 30 ottobre visita <strong>di</strong> commiato a Mons. Vescovo che ci regalò anche due bei volumi: “El tesoro<br />
del sacerdote” e “Obras Pre<strong>di</strong>cables”, in lingua spagnola, raccomandandoci <strong>di</strong> servircene per la<br />
me<strong>di</strong>tazione e la pre<strong>di</strong>cazione, incaricò poi il P. Laiti <strong>di</strong> rifornirci <strong>di</strong> ostie e vino per la santa messa e <strong>di</strong><br />
telefonare a O'Brien al seňor Recourt custode della chiesa <strong>di</strong> O'Brien precisando l'ora del nostro arrivo; non<br />
essendovi altro treno dovemmo partire nel pomeriggio del giorno dopo 31 ottobre in piena notte, per essere<br />
presenti in parrocchia per la festa <strong>di</strong> tutti i Santi. Giungemmo cosí a O'Brien alla 1 e 30 in piena notte, con<br />
un tempo pessimo e pioggia e vento da uragano: naturalmente alla stazione nessuno ad attenderci e per <strong>di</strong><br />
piú eravamo gli unici passeggeri a scendere, ma fuori stazione ci venne incontro un italiano, un certo<br />
Giordano che si presentò perché incaricato <strong>di</strong> offrirci il passaggio nella sua auto, una vecchia Ford. I<br />
quattrocento metri <strong>di</strong> strada tutta pozzanghere ed al buio ci fecero capire che certo non eravamo giunti in<br />
una grande borgata.<br />
Il nostro uomo ci condusse ad una osteria, con alloggio e stallatico (come <strong>di</strong>rebbe l'autore della<br />
comme<strong>di</strong>a Paolo Incioda), ma portava il nome <strong>di</strong> Hotel Italia gestito dallo stesso seňor Recourt che insieme<br />
alla sua signora ci accolse tutto premuroso e pro<strong>di</strong>gandosi come meglio poteva. per renderci meno amara<br />
l'entrata in casa sua. Ci spiegò che quello era il miglior locale del paese e che dovevamo restarvi qualche<br />
settimana perché la casa parrocchiale era in affitto ad una maestra che non sembrava <strong>di</strong>sposta a cambiar<br />
domicilio.<br />
Bisognava fare buon viso a cattiva sorte. P. Poggi però si mostrò <strong>di</strong>silluso ed anche un pochino<br />
mortificato ed io cercai <strong>di</strong> fargli coraggio mentre mi venne spontaneo pensare fra me e <strong>di</strong>re che mi era stato<br />
assegnato per compagno appunto per incoraggiarmi ed aiutarmi!<br />
Ci fu assegnata una camera a due letti, l'unica <strong>di</strong>sponibile che prendeva aria e luce da un abbaino perché<br />
senza finestre. Stanchi del viaggio riposammo fino alle sei e trenta. Alle sette Recourt ci condusse alla<br />
chiesa molto vicina; il suo interno benché pulito alla meglio mostrava evidenti i segni dell'uso che se n'era<br />
fatto: un rifugio per galline, pavimento <strong>di</strong> legno con qualche tavola sfondata, finestre con molti vetri rotti,<br />
banchi stile nor<strong>di</strong>co e molto pesanti, unica cosa bella l'altare maggiore in stile gotico in legno nero ben<br />
decorato con tre nicchie, quella centrale con la statua <strong>di</strong> S. Patrizio, titolare della parrocchia e le altre due<br />
con le statue <strong>di</strong> S. Giuseppe e della Vergine <strong>Immacolata</strong>. Vi era un altro altare laterale de<strong>di</strong>cato alla<br />
Vergine <strong>di</strong> Luján. La chiesa in stile gotico e costruita con buon materiale, ma il tetto e la guglia del<br />
campanile erano <strong>di</strong> lamiera zincata inchiodata su travatura <strong>di</strong> legno duro, cosí pure la piccola sacrestia.<br />
Suonammo a lungo la campana, ma fino alle otto e trenta nessuno si fece vivo, poi comparve un ragazzo<br />
sugli un<strong>di</strong>ci anni che ci <strong>di</strong>sse appartenere alla famiglia Garcés secondo lui molto cattolica e due donne ultra<br />
sessantenni, una spagnola della provincia <strong>di</strong> Barcellona e l'altra italiana <strong>di</strong> Sicilia. Con questo pubblico<br />
celebrammo la santa Messa.<br />
Primo ad accedere all'altare fu il P. Poggi che giunto al Sanctus ebbe una sorpresa, al suono del<br />
campanello, dalla mitra <strong>di</strong> S. Patrizio uscí un volatile, non era certo lo Spirito Santo in forma <strong>di</strong> colomba,<br />
ma un bel piccione che, <strong>di</strong>sturbato, fuggí dal suo nido per volteggiare un po‟ per la chiesa e trovare l'uscita<br />
attraverso un vetro rotto.<br />
Dopo il ringraziamento della Messa, una breve conversazione con le due anziane che ci invitarono a<br />
casa loro. Promisi che saremmo andati volentieri ed il ragazzo si offrí ad accompagnarci nel giorno e<br />
nell‟ora che avremo stabilito. Die<strong>di</strong> anche loro l'incarico <strong>di</strong> avvisare quante piú famiglie potevano per la<br />
Messa del giorno dopo, 2 novembre, de<strong>di</strong>cato a tutti i nostri cari defunti.<br />
Alle 12 pranzo all'Hotel Italia nella sala abbastanza grande, pulita, <strong>di</strong>scretamente preparata con varie<br />
tavole e tavolini e qualche pianta ornamentale.<br />
11
Chiesi al signor Recourt se aveva molti clienti e mi rispose: “Lo vedrá fra poco”; infatti giunsero una<br />
dozzina <strong>di</strong> signori (chiamiamoli cosí), il me<strong>di</strong>co, il farmacista, alcuni viaggiatori <strong>di</strong> commercio, gli altri<br />
negozianti o conta<strong>di</strong>ni proprietari terrieri. Il menú buono e abbondante con carne in abbondanza, con<br />
con<strong>di</strong>menti a base <strong>di</strong> grasso <strong>di</strong> suino e burro.<br />
Io mangiai con appetito, non cosí il P. Poggi che avrebbe preferito con<strong>di</strong>menti senza grassi per il suo<br />
stomaco. Dopo qualche istante <strong>di</strong> sorpresa nel vedere due sacerdoti, i clienti arrivando rispondevano<br />
gentilmente al nostro saluto ed il me<strong>di</strong>co specialmente si mostrò piú aperto, volle mettere il suo tavolino<br />
vicino al nostro per conversare. Ci informò <strong>di</strong> tante cose sulla situazione del paese, anche altri a poco a<br />
poco entrarono in conversazione e cosí siamo stati informati che il capo stazione era un italiano, che<br />
esisteva una commissione <strong>di</strong> signore pro parrocchia, che i commercianti avrebbero visto volentieri <strong>dei</strong><br />
sacerdoti in paese, anche per ragioni <strong>di</strong> interessi, etc.<br />
Nel pomeriggio breve giro in paese. Un modesto paese <strong>di</strong> campagna, quasi sperduto nell'immensa<br />
pianura. Nel centro una grande piazza (100 x l00) con piante e fiori ma anche con molte erbacce e cespugli,<br />
e cosa strana tutta recintata da grossa tela metallica per impe<strong>di</strong>re l'entrata alle vacche e ai cavalli in libertà,<br />
mentre potevano entrarvi liberamente galline e tacchini <strong>di</strong> proprietà <strong>dei</strong> vicini. Ai quattro angoli una<br />
apertura per lasciare il passaggio alle persone. Prospicienti ai lati della piazza la chiesa, il commissariato <strong>di</strong><br />
polizia, una scuola, l'ufficio postale, un bar, l'Hotel Italia, una farmacia, la delegazione municipale, qualche<br />
negozio e l'officina elettrica che provvede la luce alle case e all'illuminazione pubblica (sic) una sola<br />
lampa<strong>di</strong>na nell'incrocio delle strade, ma solo dal tramonto fino all'una <strong>di</strong> notte. Nelle altre strade, case per<br />
lo piú <strong>di</strong> umili con<strong>di</strong>zioni e tutte, anche quelle piú <strong>di</strong>stinte, a pian terreno, oltre ai vari lotti <strong>di</strong> terreno<br />
coltivati a ortaggi o in pieno abbandono.<br />
Rientrati verso sera all'hotel trovammo il maggiordomo o fattore del signor Boven, proprietario della<br />
tenuta che fu già del suo zio Eduardo O'Brien, si trattava <strong>di</strong> un giovane sui 25 anni, un buon tedesco che<br />
per non tra<strong>di</strong>re la sua nazionalità ci offrí un buon bicchiere <strong>di</strong> birra e poi si mise a nostra <strong>di</strong>sposizione,<br />
<strong>di</strong>sse, per or<strong>di</strong>ne del suo padrone. Profittai allora della sua cortesia per chiedergli in prestito un cavallo e un<br />
sulky (specie <strong>di</strong> calesse a ruote molto alte) per il giorno dopo. Acconsentí volentieri e cosí, essendo il due<br />
novembre de<strong>di</strong>cato ai morti, nel pomeriggio mi recai al cimitero <strong>di</strong>stante circa due km. Profittai per recitare<br />
il rosario e le esequie per i defunti e questo tra la sorpresa del pubblico perché, come mi <strong>di</strong>sse il becchino<br />
(un emigrante calabrese) in 18 anni che esisteva il paese era la prima volta che un sacerdote entrava in quel<br />
recinto. Feci anche un breve <strong>di</strong>scorso invitando poi la gente a convenire alla santa Messa per la prossima<br />
domenica annunziandone l'orario: alle 8 ed alle 10.<br />
Bisognava pure prendere contatto con le autorità, perciò il giorno seguente accompagnato dal ragazzo<br />
della famiglia Garcés, benché il tempo fosse cattivo e piovoso, alle <strong>di</strong>eci mi presentai al domicilio del<br />
delegato municipale, un certo signor Pagano. Questi si mostrò sorpreso della mia visita e non si degnò<br />
neppure <strong>di</strong> farmi entrare e dovetti contentarmi <strong>di</strong> scambiare con lui poche parole sotto la pioggia; l‟unica<br />
cosa che seppe <strong>di</strong>rmi fu che esisteva una commissione pro parrocchia e che mi mettessi in contatto con essa<br />
e che la sede del comune era la citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Bragado <strong>di</strong>stante 12 leguas (60 km) e che avrei fatto bene ad<br />
andarvi per salutare l'Intendente (sindaco).<br />
Un po‟ quasi in<strong>di</strong>spettito ritornai all'hotel ed il P. Poggi, sentita la relazione <strong>di</strong> quella visita, prima fece<br />
una bella risata e poi esclamò: “Quel tipo deve essere pagano non solo <strong>di</strong> nome ma anche <strong>di</strong> fatto”.<br />
Seguirono le visite al comandante del <strong>di</strong>staccamento <strong>di</strong> polizia, all'ufficiale postale che si mostrarono<br />
gentili e cortesi ed anche servizievoli informandomi <strong>di</strong> quanto, secondo loro, poteva essermi utile.<br />
Alla domenica seguente una dozzina <strong>di</strong> persone alla messa delle otto e qualcuno <strong>di</strong> piú alle <strong>di</strong>eci. Nelle<br />
messe ho letto il decreto del Vescovo che mi nominava cappellano-vicario con tutte le facoltà <strong>di</strong> parroco.<br />
Cosí l'entrata e la presa <strong>di</strong> possesso in O'Brien, cosa molto modesta e certamente anche poco incoraggiante.<br />
Naturalmente in quella prima domenica nessuno chiese la confessione e la comunione, ma il Signore Gesú<br />
Cristo prese pure possesso <strong>di</strong> O'Brien con la sua presenza nel Santissimo Sacramento. Quella stessa sera<br />
riunione <strong>di</strong> consiglio con il P. Poggi nella quale decidemmo <strong>di</strong> informare il Vescovo del vero stato delle<br />
cose e poi postaci la domanda se restare o ritirarci decidemmo <strong>di</strong> restare perché anche quelle <strong>di</strong> O'Brien<br />
erano anime da salvare.<br />
12
Bisognava trovare il modo <strong>di</strong> andare a Bragado per salutare il parroco, metterci d'accordo con lui e fare<br />
anche una visita <strong>di</strong> cortesia all'Intendente.<br />
Per ferrovia sarebbe stato un viaggio piuttosto lungo perché Bragado e O'Brien non sono nella stessa<br />
linea <strong>di</strong>retta; ma venne in nostro aiuto un negoziante il quale mi informò che c'era un commesso che con la<br />
sua auto si recava due o tre volte alla settimana a Bragado e che portava anche passeggeri.<br />
Ma si intende quando le strade fossero transitabili perché nelle stagioni delle gran<strong>di</strong> piogge si<br />
convertono in pozzanghere e acquitrini (lagunas); lo stesso mi promise che si sarebbe interessato: fu cosí<br />
che dopo quin<strong>di</strong>ci giorni della nostra permanenza in O'Brien potei recarmi al capoluogo del comune. Il<br />
parroco, un sacerdote spagnolo, don Aparicio, che era stato avvertito dalla curia de La Plata della nostra<br />
presenza in O'Brien, mi accolse fraternamente, parlammo della nostra situazione e poi lui stesso mi<br />
condusse dall‟Intendente.<br />
Anche questi mi accolse gentilmente, mi fece i migliori auguri <strong>di</strong> buona riuscita e prima <strong>di</strong> congedarmi<br />
si <strong>di</strong>chiarò amico e <strong>di</strong>sposto ad aiutarci per quanto <strong>di</strong>pendeva da lui. Io ringraziai, ma logicamente in quel<br />
momento mi venne spontaneo riferirgli come mi aveva accolto il suo delegato <strong>di</strong> O‟Brien, però per<br />
prudenza preferii tacere.<br />
Alle 12 a pranzo, ospite del parroco che conversando manifestò tutta la sua sod<strong>di</strong>sfazione e promise <strong>di</strong><br />
chiamarci per servizi religiosi e funerali tutte le volte che ci fosse necessità. Nel pomeriggio, prima <strong>di</strong><br />
congedarmi, mi favorí anche con alcune elemosine <strong>di</strong> Messe. Il P. Poggi mi attendeva con una certa ansia<br />
ma fu contentissimo quando gli raccontai dell'accoglienza avuta.<br />
In novembre mentre nell'emisfero Nord è autunno, in quello del Sud è primavera e verso la fine <strong>di</strong> detto<br />
mese termina l'anno scolastico. In tutte le scuole si fa una piccola festa <strong>di</strong> chiusura, cosí anche in O'Brien.<br />
La <strong>di</strong>rettrice della scuola elementare <strong>di</strong>pendente dalla provincia ha creduto bene invitare anche il parroco<br />
insieme alle altre autorità ed ai genitori <strong>dei</strong> ragazzi.<br />
Fu per me una bella occasione per prendere piú <strong>di</strong>retto contatto con la popolazione anche perché la<br />
<strong>di</strong>rettrice gentilmente insistette perché anch'io <strong>di</strong>cessi brevi parole <strong>di</strong> circostanza.<br />
La stessa cerimonia si ripeté nell'altra scuola pri<strong>maria</strong> inferiore <strong>di</strong>pendente dal ministero della Pubblica<br />
Istruzione della nazione e cosí in<strong>di</strong>rettamente presi contatto con tutti gli elementi piú qualificati del paese.<br />
Le due <strong>di</strong>rettrici erano anche socie della commissione pro templo e colsi pertanto l'occasione per dare<br />
loro l'incarico <strong>di</strong> preparare una riunione il piú presto possibile. Questa si tenne verso la fine <strong>di</strong> novembre.<br />
Il P. Poggi ed io esponemmo il nostro programma: restaurare la chiesa, ottenere l'uso della casa<br />
parrocchiale, costruire una sala per le opere parrocchiali, specialmente per una scuola, preparare i bambini<br />
per la prima comunione e dare la nostra adesione a tutte quelle iniziative che potrebbero essere utili allo<br />
sviluppo del paese. Questo programma piacque e seguendo gli usi locali le socie dopo breve <strong>di</strong>scussione<br />
decisero all‟unanimità <strong>di</strong> procurare i fon<strong>di</strong> necessari tassandosi tutte con una piccola quota mensile a<br />
cominciare dal prossimo <strong>di</strong>cembre. Furono anche elette una presidente, una segretaria ed una tesoriera. Le<br />
altre dovevano considerarsi come consigliere e zelatrici.<br />
Io come parroco ringraziai e promisi <strong>di</strong> mettermi subito per una imme<strong>di</strong>ata pulitura della chiesa,<br />
sostituire i vetri rotti e promisi anche una bella Messa <strong>di</strong> mezzanotte per Natale (Misa de gallo, come<br />
<strong>di</strong>cono gli spagnoli, perché a mezzanotte canta il gallo).<br />
Per attirare questa popolazione, agglomerato <strong>di</strong> appartenenti a varie nazionalità e dove non si erano<br />
ancora formate tra<strong>di</strong>zioni, ci voleva qualche cosa <strong>di</strong> nuovo e quin<strong>di</strong> la festa <strong>di</strong> Natale a O'Brien è stata una<br />
bella occasione per cominciare e veramente il nostro primo Natale a O‟Brien è stato abbastanza<br />
movimentato.<br />
Come preparazione ho cercato <strong>di</strong> tradurre l‟inno “Tu scen<strong>di</strong> dalle stelle", una piccola cosa certamente<br />
ma che fu subito bene accolta da un gruppo <strong>di</strong> signorine, che cosí fin dal primo giorno potemmo cantare:<br />
Tu bajas de las estrellas o Rey del cielo<br />
para venir a penar en este suelo<br />
o nińito mio <strong>di</strong>vino yo te veo aquí a temblar<br />
O Dios mio! y todo esto es por amor mio.<br />
13
Come risulta dalla relazione inviata a Roma ai superiori e pubblicata poi su Risonanze, P. Poggi assistito<br />
da due ragazzini in sottana e cotta ha celebrato la Messa cantata a mezzanotte e lo fece proprio con tutto il<br />
suo entusiasmo e anche con profonda commozione ed io ho cercato <strong>di</strong> cantare la messa degli angeli con<br />
altri due ragazzi, si comprende a secco e alla meno peggio perché l'organo o l'armonium erano allora solo<br />
un pio desiderio.<br />
Volentieri per l'occasione il padrone dell'officina elettrica illuminò la chiesa con due lampade da 500 e<br />
cosí anche un bel bambino Gesú poté fare la sua apparizione sul trono dell'altare.<br />
Grande fu l'entusiasmo del pubblico che gremiva la chiesa; non mancarono uomini e giovanotti che in<br />
precedenza avevano promesso <strong>di</strong> intervenire mandando a monte una gran festa da ballo che si doveva fare<br />
come in anni precedenti nella stessa notte.<br />
Naturalmente fu una bella occasione per me per fare al Vangelo un bel <strong>di</strong>scorso spiegando il significato<br />
della solennità ... praticamente una vera lezione <strong>di</strong> catechismo sul Natale. Certamente devo aver detto<br />
anche qualche sproposito linguistico ma anche questo deve essere stato gra<strong>di</strong>to. Cosa strana sono<br />
intervenuti anche una famiglia <strong>di</strong> russi ortodossi e alcuni tedeschi luterani; alla fine mentre sulla porta<br />
salutavo la gente, si avvicinò uno e mi <strong>di</strong>sse: “esta si que es religion”.<br />
Come segno <strong>di</strong> riconoscenza una famiglia benestante a mezzogiorno ha creduto bene inviarci un bel<br />
pranzo.<br />
Alla fine <strong>di</strong> novembre era rimasta libera la casa parrocchiale e ripulita ne abbiamo preso possesso<br />
all'<strong>Immacolata</strong>. Quello che era stata una piccola cucina fu adattata per l'ufficio parrocchiale e delle due<br />
stanze una fu riservata per il P. Poggi e l'altra serví <strong>di</strong> notte come dormitorio del P. Bertolotto e <strong>di</strong> giorno<br />
come sala <strong>di</strong> riunione, sala da pranzo e cucina perché la branda del P. Bertolotto spariva nell‟altra stanza.<br />
La cucina fu cosí costituita da un tavolino con due fornelli a petrolio (calentadores) che finito il pranzo<br />
scomparivano in un arma<strong>di</strong>o insieme alle poche stoviglie.<br />
I tre bagni comunicanti tra loro non avevano finestre ma prendevano aria e luce ciascuno da una porta<br />
esterna con vetri protetta con una tettoia <strong>di</strong> lamiera zincata fissa su armatura <strong>di</strong> legno su colonne tubolari <strong>di</strong><br />
legno. Come la maggior parte delle case del paese solo l‟interno aveva l‟intonaco. Questo era davvero<br />
mettere in pratica il voto <strong>di</strong> povertà.<br />
Subito dopo Natale si ebbero i primi risultati del lavoro compiuto dalle socie; infatti in una seconda<br />
riunione tenutasi a fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre insieme con gli auguri <strong>di</strong> fine anno e capo d‟anno esse presentarono il<br />
resoconto e si mostrarono sod<strong>di</strong>sfatte <strong>di</strong> aver trovato nel commercio locale un certo numero <strong>di</strong> aderenti e <strong>di</strong><br />
aver raccolto la somma <strong>di</strong> novanta pesos, somma allora non in<strong>di</strong>fferente e che si sarebbe raccolta anche in<br />
seguito come contributo mensile in favore della parrocchia. Le ringraziai per il lavoro compiuto e<br />
raccomandai alla segretaria <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere il verbale della riunione e alla tesoriera <strong>di</strong> tenere bene aggiornato il<br />
registro delle offerte e delle consegne fatte mensilmente alla parrocchia e delle altre eventuali spese, come<br />
si usa fare in ogni associazione ben costituita.<br />
Promisi poi che in marzo avrebbe cominciato a funzionare la nostra scuola parrocchiale con la 5a. e la<br />
6a. classe che mancavano in paese.<br />
Le <strong>di</strong>rettrici delle due scuole ed anche delle maestre si <strong>di</strong>chiararono sod<strong>di</strong>sfatte e decise a collaborare.<br />
Dopo la festa dell'Epifania del 1928 anche per consiglio <strong>di</strong> P. Poggi, mi recai a La Plata per parlare con<br />
Mons.Vescovo della nostra situazione e <strong>dei</strong> nostri progetti. Mons. Alberti mi ricevette con grande<br />
cor<strong>di</strong>alità, approvò l'idea <strong>di</strong> iniziare subito la scuola per il prossimo anno scolastico; poi mi chiese se ero<br />
<strong>di</strong>sposto ad accettare l'incarico <strong>di</strong> confessore straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> due comunità in Bragado, quella delle suore<br />
della Compagnia <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> che <strong>di</strong>rigevano un convitto femminile e quelle de las Hermanas pobres<br />
Bonaerenses de San José che prestavano servizio all'Ospedale.<br />
Naturalmente accettai ringraziando e allora il Vescovo a sua volta volle vincere in generosità <strong>di</strong>cendomi<br />
che col primo febbraio mi assegnava 50 messe mensili con l'offerta <strong>di</strong> 4 pesos ciascuna e che ogni fine del<br />
mese avrebbe inviato il vaglia postale. In quella stessa mattina feci visita al P. Laiti, superiore dell'Istituto<br />
<strong>dei</strong> sordomuti che mi accolse fraternamente pregandomi <strong>di</strong> rimanere a pranzo e assicurandomi che sarei<br />
stato sempre gra<strong>di</strong>to ospite ogni volta che mi sarei recato a La Plata.<br />
14
LA NOSTRA SCUOLA<br />
Con la contribuzione <strong>dei</strong> 90 pesos mensili piú la offerta generosa del vescovo con le sante messe e<br />
qualche altro cespite si poteva affrontare il problema della scuola tanto piú che non si trattava <strong>di</strong> costruire<br />
un grande e<strong>di</strong>ficio ma una semplice sala 4 x 5,50.<br />
Si usò il materiale piú comune della zona, mattoni, barro (fango impastato con sostanze grasse) invece<br />
<strong>di</strong> calce, si comprò una porta vetro e una finestra tipo usuale per le case comuni e per il tetto travature in<br />
legno con il soffitto <strong>di</strong> piastre <strong>di</strong> terracotta come i mattoni e poi lamiere zincate; pavimento in mattoni con<br />
uno strato <strong>di</strong> cemento. Un poco <strong>di</strong> calce si usò per mettere a posto la porta e la finestra e l'intonaco interno.<br />
Tutto questo piú la mano d'opera costò pesos 500. Ci siamo serviti dell'opera <strong>di</strong> un buon muratore italiano<br />
che a principio si era mostrato un poco restio con noi per rispetto umano, poi in vista del possibile lavoro<br />
<strong>di</strong>venne amico e condusse a noi tutta la famiglia; <strong>di</strong>venne amico specialmente del P. Poggi col quale la sera<br />
della domenica invece <strong>di</strong> andare all'osteria si tratteneva a giocare a carte.<br />
Come si vede anche questa fu una conquista per il Signore. Il lavoro per la scuola si compí nel mese <strong>di</strong><br />
febbraio e cosí all'inizio dell'anno scolastico a marzo si poterono iniziare le lezioni.<br />
La popolazione visto che si faceva sul serio e che le nostre promesse furono mantenute, ne fu contenta e<br />
cominciarono le iscrizioni che arrivarono a 40; ragazzi <strong>di</strong> tutte le età e classi, con alunni dai sei ai<br />
<strong>di</strong>ciassette anni, alcuni <strong>dei</strong> quali non erano battezzati.<br />
Fu necessario abbinarle: prima e seconda, terza e quarta, quinta e sesta, con orari al mattino e alla sera.<br />
Difficile fu trovare i testi scolastici specialmente per la quinta e per la sesta e in questo ci venne in aiuto<br />
un maestro che scrisse a una casa e<strong>di</strong>trice a La Plata che per lui fece anche uno sconto ed egli poi li passò a<br />
noi a prezzo <strong>di</strong> favore in<strong>di</strong>candoci anche le norme pratiche relative ai programmi.<br />
Ci consigliò <strong>di</strong> fare pagare agli alunni oltre i libri anche una piccola quota, 2 pesos al mese, perché<br />
questo avrebbe fatto stimare <strong>di</strong> piú la scuola oltre ad essere un piccolo e giusto stipen<strong>di</strong>o per noi e cosí fu.<br />
Accanto alla scuola sorse anche un ricreatorio frequentato subito dai nostri alunni e da altri. Questo<br />
favorí la frequenza <strong>dei</strong> ragazzi al catechismo e poi anche alla messa festiva. Ora a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> anni si è<br />
potuto constatare che i migliori elementi del paese furono tutti alunni della nostra scuola.<br />
L'insegnamento ricadde tutto su padre Bertolotto e si rese perciò necessario trovare un aiuto per le<br />
faccende <strong>di</strong> casa e per bidello della scuola e lo trovammo nel <strong>figli</strong>o <strong>di</strong> un buon italiano, un certo signor<br />
Lischiutta, veneto, uno <strong>dei</strong> pochissimi uomini che frequentavano la chiesa ed i sacramenti. Era un operaio<br />
<strong>di</strong> categoria, si <strong>di</strong>rebbe ora specializzato, quin<strong>di</strong> affidammo a lui la riparazione e la pulitura della chiesa. Il<br />
<strong>figli</strong>o frequentava la nostra scuola e ci rimase sempre affezionatissimo e <strong>di</strong>venne poi un uomo onesto, un<br />
buon meccanico e formatasi una famiglia cristiana, fu sempre <strong>di</strong> grande aiuto alla parrocchia.<br />
Nel numero <strong>di</strong> Risonanze dell'agosto del 1928 con il titolo "I primi fiori <strong>di</strong> O'Brien" venne pubblicata<br />
una fotografia <strong>di</strong> 20 <strong>dei</strong> nostri alunni con i Padri Poggi e Bertolotto e neppure manca la ban<strong>di</strong>era nazionale<br />
bianca e celeste.<br />
UN URAGANO DI SABBIA<br />
A questo punto dobbiamo aprire una parentesi per ricordare uno strano fenomeno avvenuto a febbraio.<br />
Erano le tre pomeri<strong>di</strong>ane quando sentimmo colpi <strong>di</strong> pistola, galoppo <strong>di</strong> cavalli e delle grida, che<br />
accadeva? Erano agenti <strong>di</strong> polizia che percorrevano le strade dando l'allarme <strong>di</strong> un grave pericolo. Con i<br />
colpi <strong>di</strong> pistola chiamavano l'attenzione della popolazione mentre gridavano: “Chiudete porte e finestre e<br />
lasciate aperti i cancelli sulle strade”. Con il P. Poggi corremmo sulla strada per poter capire <strong>di</strong> che si<br />
trattava quando si cominciò a sentire come un ululato, come un urlare cupo che veniva dall'ovest ed<br />
apparve all'orizzonte una gigantesca nube nera che avanzava rapidamente rasente terra.<br />
Dopo pochi istanti ci investí un vento impetuoso, ci riparammo allora in casa a <strong>di</strong>re il vero abbastanza<br />
preoccupati. Meno male che le porte e le finestre della chiesa erano chiuse. Dopo altri pochi minuti la nube<br />
15
nera investí il paese; si fece buio tanto che attraverso i vetri non potevamo vedere nulla neppure il bianco<br />
muro della chiesa <strong>di</strong>stante solo 25 metri. Si trattava <strong>di</strong> una tempesta <strong>di</strong> arena calda proveniente dal deserto.<br />
Per fortuna il fenomeno durò poco, cadde anche una breve pioggia che contribuí a schiarire e a purificare<br />
l'aria. Quando tutto finí uscimmo per vedere gli effetti <strong>di</strong> quell‟uragano <strong>di</strong> sabbia. Le foglie degli alberi<br />
erano in parte volate con il vento e le poche rimaste appassite come se fosse piovuta acqua bollente; si<br />
u<strong>di</strong>vano voci che chiedevano aiuto. Poi la gente cominciò ad uscire da casa, si formarono crocchi.<br />
Accompagnato da alcuni volonterosi io feci il giro del paese per sapere se vi fosse qualche ferito; per<br />
fortuna nessuna <strong>di</strong>sgrazia alle persone, ma alcune case scoperchiate, alberi abbattuti e tutto il terreno<br />
coperto <strong>di</strong> uno strato <strong>di</strong> sabbia quasi nera.<br />
Nel nostro giro ci incontrammo in una pattuglia della polizia che faceva lo stesso servizio prendendo<br />
anche nota delle case piú danneggiate. Dai giornali si seppe poi che il fenomeno aveva avuto una<br />
estensione enorme e che era cominciato in una zona semidesertica tra la provincia <strong>di</strong> B. Aires e La Pampa.<br />
LA BUONA STAMPA<br />
Avviata la scuola bisognava pure pensare alla buona stampa, anche perché gli evangelisti della setta<br />
nordamericana <strong>dei</strong> Battisti mandavano i loro satelliti e <strong>di</strong>stribuivano foglietti e libri <strong>di</strong>mostrando uno zelo<br />
ammirabile; c'era poi l‟afflusso della stampa immorale <strong>di</strong> cui Buenos Aires (la Babilonia del Sud) è una<br />
infernale sorgente.<br />
Si presentavano <strong>di</strong>fficoltà apparentemente scoraggianti come il dover scrivere correttamente in una<br />
lingua straniera, l'ambiente poco propizio, le spese ... ma se le regole <strong>di</strong> umana prudenza ci consigliavano il<br />
contrario, il sentimento del dovere ci indusse a cominciare subito. Profittammo <strong>di</strong> una visita al Vescovo e<br />
posto il problema egli ci consigliò <strong>di</strong> cominciare con la <strong>di</strong>stribuzione gratuita <strong>di</strong> qualche pubblicazione già<br />
esistente, specialmente mi in<strong>di</strong>cò "El Sembrador" perio<strong>di</strong>co settimanale molto ben fatto e<strong>di</strong>tato dai padri<br />
della Società del Verbo Divino e a me offrí alcuni esemplari. Accettai volentieri questo consiglio cosí in<br />
aprile cominciai a <strong>di</strong>vulgarlo.<br />
Per fare questo mi servii <strong>di</strong> un giovanetto che aveva l'incarico della <strong>di</strong>stribuzione <strong>dei</strong> giornali a<br />
domicilio. Con il permesso del suo principale ritirava dalla parrocchia il perio<strong>di</strong>co e ne inseriva una copia<br />
in tutti i giornali.<br />
La Prensa, La Nación, La Critica, La Razón, tutti della capitale federale; altre copie venivano <strong>di</strong>stribuite<br />
gratis ai fedeli presenti alla messa festiva.<br />
Naturalmente non mancarono i commenti pro e contra, in piú qualche tempo dopo apparve un articolo<br />
sul "Censor" <strong>di</strong> Bragado che, criticando il fatto <strong>di</strong>ceva: "I nostri amici <strong>di</strong> O'Brien, dato il titolo, credevano<br />
trattarsi <strong>di</strong> una pubblicazione con in<strong>di</strong>cazioni utili agli agricoltori, ma si accorsero con meraviglia che era<br />
ben altra cosa, si tratta <strong>di</strong> religione e <strong>di</strong> una politica che non li interessa affatto".<br />
Siamo poi venuti a sapere chi erano questi amici <strong>di</strong> O'Brien, alcuni pochi emigrati della Spagna e<br />
dell'Italia che si sentivano offesi nelle loro idee anticlericali.<br />
P. Poggi ed io abbiamo deciso <strong>di</strong> tirare avanti lo stesso come nulla fosse ricordando quel verso <strong>di</strong> Dante:<br />
“Non ti curar <strong>di</strong> lor ma guarda e passa".<br />
LA SOCIETÀ ITALIANA “ROMA”<br />
Si tratta <strong>di</strong> una istituzione <strong>di</strong> tipo liberale, una delle tante fondate dai nostri emigranti basata sul<br />
programma <strong>di</strong> un mutuo soccorso e su questo punto avevano la loro ragione <strong>di</strong> esistere perché prima non<br />
esisteva un sistema <strong>di</strong> aiuto sociale come al presente, però secondo lo spirito <strong>dei</strong> tempi quasi tutte dominate<br />
da uno spirito anticlericale. Generalmente venivano riconosciute giuri<strong>di</strong>camente quin<strong>di</strong> potevano possedere<br />
una sede ufficiale con sala da ritrovo e anche biblioteca. Cosí pure era quella <strong>di</strong> O'Brien. Ero stato invitato<br />
16
a visitare la sede dal presidente signor Domingo Gandolfo, <strong>figli</strong>o <strong>di</strong> genovesi, che aveva ceduto in affitto<br />
una parte della sua casa alla società.<br />
Ho notato che nella biblioteca, con un <strong>di</strong>screto numero <strong>di</strong> volumi, vi era <strong>di</strong> tutto fuorché libri <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o,<br />
in generale romanzi e romanzacci, riviste non troppo morali ed anche libri proibiti.<br />
Chiesi spiegazioni al signor Gandolfo sulle attività della società e mi rispose in genovese "Se sciâ<br />
savese" (se lei sapesse) e poi mi spiegò che tra i soci vi erano anche <strong>dei</strong> buoni elementi, ma chi<br />
predominava era un anticlericale sfegatato e perciò nella società si faceva quello che voleva lui. Si trattava<br />
<strong>di</strong> un certo Forti, un romagnolo, uomo <strong>di</strong> poca cultura, faceva il panettiere anzi era il padrone della<br />
panetteria principale esistente in paese.<br />
La società contava molti soci, essendovi iscritti anche i non italiani come pure tutte le famiglie delle<br />
componenti della commissione pro parrocchia in massima parte oriunde spagnole.<br />
Con tutte queste belle informazioni, consigliato anche dal P. Poggi decisi <strong>di</strong> entrare in azione. Chiesi ed<br />
ottenni <strong>di</strong> essere ammesso anch'io tra i soci sottoscrivendomi per la quota <strong>di</strong> 2 pesos mensili, regalai<br />
qualche buon libro per la biblioteca e cosí fui accettato.<br />
Vi era in progetto l'acquisto <strong>di</strong> un terreno per costruire la sede propria piú comoda e piú moderna ed io<br />
proposi <strong>di</strong> fare una bella cerimonia con la bene<strong>di</strong>zione e collocazione della pietra fondamentale con invito<br />
alle autorità ed anche ad altre società sorelle <strong>dei</strong> paesi vicini, Junin, Morse, Bragado, Wames ecc.<br />
L'idea piacque e si decise <strong>di</strong> realizzare una assemblea generale <strong>dei</strong> soci per interessarli tutti a cooperare.<br />
A detta assemblea decisi <strong>di</strong> non partecipare personalmente per lasciare ai <strong>di</strong>rigenti piú libertà <strong>di</strong> azione ...<br />
ma avevo posti i miei addetti che poi mi informarono <strong>di</strong> quanto venne trattato. L'idea <strong>di</strong> un prete nelle loro<br />
file non piacque al signor Segretario che ebbe parole un po‟ troppo spinte contro la chiesa assecondato da<br />
pochi altri, ma prevalse la maggioranza, anzi fu deciso che io dovessi fare un bel <strong>di</strong>scorso in lingua italiana<br />
(a <strong>di</strong>re il vero dove avrebbero trovato un oratore gratis?) .<br />
Per la festa fu scelto un pomeriggio <strong>di</strong> domenica e riuscí splen<strong>di</strong>da. Ban<strong>di</strong>ere italiane e argentine<br />
adornarono le vie del paese, fu invitata anche la banda <strong>dei</strong> ferrovieri <strong>di</strong> Junin, ed io benedetta la pietra, feci<br />
un bel <strong>di</strong>scorso patriottico, pieno <strong>di</strong> nostalgici ricor<strong>di</strong> per la patria lontana che anche io sentivo<br />
profondamente prendendo lo spunto da quel brano del Manzoni in cui descrive l‟ad<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Lucia ai suoi<br />
monti. Ricordai la chiesetta del paese natio, i nostri cari lasciati in patria; non tralasciai <strong>di</strong> incitare i nostri<br />
connazionali al ricordo e all‟amore della patria che abbiamo lasciato e a quella che ci ospitava, l'Argentina.<br />
Nell‟u<strong>di</strong>torio ci furono anche momenti <strong>di</strong> profonda emozione e <strong>di</strong> vivo entusiasmo. Conclusi ricordando<br />
come norma <strong>di</strong> vita la trilogia Dio, patria e famiglia (Dios, patria y hogar) aggiungendo che a chi grida<br />
patria ... patria ma va contro la fede e la morale cristiana non bisogna credergli, perché chi non ha<br />
rettitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> coscienza non sarà mai un vero patriota.<br />
Invitai poi tutti a gridare a gran voce: “Viva la patria italiana, viva la patria argentina”. Naturalmente<br />
applausi prolungati, poi la banda eseguí l'inno nazionale argentino e la marcia reale italiana. Fu un trionfo!<br />
Il commissario <strong>di</strong> polizia <strong>di</strong> Bragado fu il primo a congratularsi con me e poi tutte le autorità ed i principali<br />
del paese, anche il povero Segretario anticlericale non poté ricusare <strong>di</strong> stringermi la mano.<br />
Ritornando ad O‟Brien dopo parecchi anni ho potuto ammirare la nuova sede della società che è una<br />
delle costruzioni piú belle e moderne del paese.<br />
SAN PATRIZIO<br />
Venne poi la festa <strong>di</strong> S. Patrizio patrono del paese e titolare della chiesa.<br />
Si poté fare ben poco perché per gli emigranti spagnoli e italiani questo santo non rientrava nella<br />
tra<strong>di</strong>zione <strong>dei</strong> loro paesi <strong>di</strong> origine ed i pochi irlandesi, da parecchi anni, non essendovi sacerdote avevano<br />
preso l'abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> invitare un <strong>missionario</strong> passionista irlandese del convento <strong>di</strong> B. Aires e facevano la<br />
festa per conto loro in una fattoria (estancia). Questa volta però il passionista si era presentato a noi<br />
qualche giorno prima per salutarci ed informarci che avrebbe riunito i suoi compatrioti nella nostra chiesa.<br />
Ma il 17 si presentarono pochi perché essendo sabato era un giorno <strong>di</strong> lavoro ed altri <strong>dei</strong> paesi vicini<br />
17
avevano preferito recarsi a Mercedes dove la colonia irlandese era ancora numerosa e dove la comunità <strong>dei</strong><br />
Pallottini era della stessa nazionalità ed avevano un bellissimo collegio ed un gran<strong>di</strong>oso tempio gotico<br />
de<strong>di</strong>cato al Santo.<br />
II RITORNO IN PATRIA DEL P. POGGI<br />
Dopo la S. Pasqua con l‟avvicinarsi della cattiva stagione P. Poggi si sentiva sempre piú a <strong>di</strong>sagio e la<br />
sua salute non reggeva; sentiva le conseguenze <strong>dei</strong> <strong>di</strong>sagi sofferti nei suoi trenta anni <strong>di</strong> missione in Brasile<br />
ai quali si aggiungevano i sintomi <strong>di</strong> una vecchiaia precoce. Soffriva anche moralmente e credeva aver<br />
commesso un errore nell‟avere preferito l'Argentina al Brasile.<br />
Cercai <strong>di</strong> confortarlo assicurandolo che anche in Argentina sarebbero venuti per noi tempi migliori ed<br />
anche maggiore raggio <strong>di</strong> azione. Fu allora che mi confidò un'altra sua pena. Mi <strong>di</strong>sse che in Argentina<br />
c‟era anche un suo fratello molto somigliante a lui da sembrare quasi due gemelli, ma che non era affatto<br />
simile a lui nella morale. Da un anno circa aveva avuto le sue ultime notizie: si trovava a Bahía Blanca,<br />
aveva un negozio <strong>di</strong> macelleria, ma che abbandonato tutto era <strong>di</strong>ventato un men<strong>di</strong>cante girovago.<br />
“Se lo dovesse incontrare, aggiunse, lo riceva con carità, lo aiuti, cerchi <strong>di</strong> farlo ravvedere...” e pianse.<br />
Compresi tutta l'amarezza del suo cuore e promisi, presentandosi l'occasione, <strong>di</strong> fare quanto mi chiedeva.<br />
Mi manifestò pure il suo desiderio <strong>di</strong> allungare un pochino il suo viaggio <strong>di</strong> ritorno in patria passando per<br />
l'Uruguay e il Brasile per rivedere ancora una volta amici e colleghi missionari.<br />
Naturalmente accon<strong>di</strong>scesi subito a questo suo desiderio e misi subito a sua <strong>di</strong>sposizione il denaro<br />
occorrente esortandolo anche a recarsi per un po‟ <strong>di</strong> giorni a Buenos Aires dal P. Piffero o a La Plata dal<br />
nostro amico P. Laiti per preparare il viaggio.<br />
Cosí fece e venne poi fissata la sua partenza da O'Brien per il 7 giugno, festa del Corpus Domini. Intanto<br />
per avere elemosine <strong>di</strong> messe da celebrare durante il viaggio mi consigliò <strong>di</strong> scrivere a don Onorio Paro<strong>di</strong>,<br />
ex allievo <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, parroco del Santuario <strong>di</strong> N. S. della Guar<strong>di</strong>a nella città <strong>di</strong> Rosario, allora<br />
appartenente alla <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Fé.<br />
Credevamo che trattandosi <strong>di</strong> un nostro ex allievo della casa <strong>di</strong> Rivarolo e <strong>di</strong> un antico compagno del P.<br />
Poggi, certamente lo avrebbe in qualche modo favorito, ma la risposta fu negativa e redatta in forma tale da<br />
escludere per allora ogni ulteriore corrispondenza.<br />
Il P. Poggi ne rimase sorpreso ma si astenne da ogni commento, solamente <strong>di</strong>sse: “Forse avrà altri<br />
obblighi da sod<strong>di</strong>sfare con la curia <strong>di</strong>ocesana e con i suoi familiari”.<br />
Certamente però restò sempre in lui un benevolo ricordo <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, infatti nel 1933 troviamo il<br />
suo nome iscritto nella lista <strong>dei</strong> soci perpetui <strong>dei</strong> nostri ex allievi e come ebbe a scrivere, riceveva sempre e<br />
leggeva molto volentieri Risonanze.<br />
Il 7 giugno il P. Poggi celebrò la S. Messa alle ore 8 e <strong>di</strong>sse con una certa emozione parole <strong>di</strong> commiato<br />
esortando i fedeli a perseverare nell'amore alla Chiesa e a non <strong>di</strong>menticare l'apostolato del buon esempio.<br />
Dopo la Messa tutti si presentarono per salutarlo. Alla Messa delle 10 celebrata da me volle al Vangelo fare<br />
un <strong>di</strong>scorso e poi dare brevi parole <strong>di</strong> saluto ed ancora alla fine i fedeli vollero salutarlo. Salutò quin<strong>di</strong> tutti<br />
quanti del paese erano soliti assistere alle messe festive.<br />
Alle 12 alcune famiglie che già sapevano delle sua partenza ci prepararono un piccolo pranzo e poi tutti<br />
alla stazione.<br />
Prima <strong>di</strong> lasciare la parrocchia P. Poggi volle accomiatarsi da Gesú Sacramentato, lo accompagnai e<br />
dopo una breve sosta in adorazione gli chiesi la sua bene<strong>di</strong>zione, eravamo commossi.<br />
Certamente in quel momento nostro Signore dal Santo Tabernacolo ha ricolmato <strong>di</strong> grazie e <strong>di</strong><br />
bene<strong>di</strong>zioni l'animo del suo servo fedele che partiva non per abbandono del suo ministero ma per rientrare<br />
in patria a continuare il suo lavoro e preparare anime apostoliche tra gli alunni del Santuario.<br />
Quanto a me, pensavo che forse poteva essere l'ultimo nostro saluto sulla terra, ma per grazia <strong>di</strong> Dio non<br />
fu cosí perché ho potuto riabbracciarlo nel 1932 in occasione del Capitolo Generale.<br />
18
Alla stazione molta gente e quando alle 13 e trenta il treno si mosse si rinnovarono i saluti ad alta voce<br />
agitando i fazzoletti.<br />
Rientrato in casa mi colse un momento <strong>di</strong> sgomento; ero rimasto solo ... solo e fino a quando?<br />
L’ARRIVO DEL P. FERRARI LINO<br />
Dopo una decina <strong>di</strong> giorni dalla partenza <strong>di</strong> P. Poggi arrivò una lettera con la notizia che P. Ferrari<br />
sarebbe partito da Genova con il piroscafo Giulio Cesare la mattina del 14 giugno per arrivare a Buenos<br />
Aires il 29.<br />
La sua partenza da Genova e la commovente cerimonia dell'ad<strong>di</strong>o che si verificò nella casa <strong>di</strong> Genova il<br />
13, è molto ben descritta in Risonanze nel numero <strong>di</strong> agosto 1928, primo volume <strong>di</strong> Risonanze pag. 113,<br />
quin<strong>di</strong> non è il caso <strong>di</strong> ripeterlo qui.<br />
Il giorno dell'arrivo, 29 giugno, era festivo (festa <strong>di</strong> S. Pietro) quin<strong>di</strong> io non potevo allontanarmi dalla<br />
parrocchia, perciò incaricai una persona <strong>di</strong> fiducia, il Signor Leschiutta a recarsi a Buenos Aires per<br />
riceverlo e perché lo riconoscesse gli consegnai anche una fotografia <strong>di</strong> P. Ferrari. Questo nostro<br />
parrocchiano e amico ha compiuto molto bene il suo mandato. Non essendovi treno fino alle 17,30 a<br />
mezzogiorno lo condusse ad una trattoria per il pranzo e poi ad ora conveniente alla stazione <strong>di</strong> Piazza<br />
Once.<br />
A questo riguardo su Risonanze venne pubblicato che in quel giorno ebbe accoglienze paterne e cor<strong>di</strong>ali<br />
dal Vescovo <strong>di</strong> La Plata, che si recò ad ossequiare S. E. il Nunzio apostolico e che si fece anche un dovere<br />
<strong>di</strong> presentarsi al R. Console. Invece non fu cosí perché essendo giorno festivo né il Vescovo né il Nunzio<br />
né il Console ricevevano e poi data la <strong>di</strong>stanza fra Buenos Aires e La Plata (circa 80 Km) non sarebbe stato<br />
possibile effettuare tutte queste visite in un solo giorno. La visita al Vescovo <strong>di</strong> La Plata, P .Ferrari la fece<br />
nella settimana seguente accompagnato da me perché era mio dovere presentarlo al vescovo e chiedere per<br />
lui le facoltà ministeriali. In quella occasione facemmo anche visita al P. Laiti che con grande cor<strong>di</strong>alità ci<br />
invitò anche a pranzo. Quanto al Nunzio Apostolico ed al Console italiano <strong>di</strong> La Plata (e non B. Aires)<br />
siamo andati in altra occasione. Questo per precisare le cose.<br />
P. Ferrari arrivò ad O'Brien dopo la mezzanotte. Era una notte fresca (essendo la stagione invernale) ma<br />
calma e serena. Lo attesi sulla strada davanti all'ingresso del cortile <strong>di</strong> casa con l'unica compagnia del<br />
fedele Perro, il cane. Come ricordava anche dopo molti anni tutte le volte che si presentava l'occasione P.<br />
Ferrari <strong>di</strong>ceva scherzando: “Il mio ingresso in O'Brien è stato speciale, sulla soglia <strong>di</strong> casa fui<br />
cor<strong>di</strong>almente ricevuto dal P. Bertolotto e da un cane nero”.<br />
Ci abbracciammo con effusione e naturalmente dopo aver ringraziato il signor Leschiutta ci siamo<br />
trattenuti in conversazione un paio d'ore prima <strong>di</strong> deciderci ad andare a riposo.<br />
L‟indomani, domenica, celebrò la Messa alle <strong>di</strong>eci ed io lo presentai ai fedeli con brevi parole<br />
d‟occasione e una certa emozione.<br />
Il lunedí seguente prima conoscenza con gli alunni della scuola. Poi in settimana visita a La Plata a S. E.<br />
Mons. Alberti che lo accolse fraternamente e lo intrattenne in cor<strong>di</strong>ale conversazione e poi lo bene<strong>di</strong>sse<br />
formulando i migliori auguri per il suo nuovo campo <strong>di</strong> lavoro. Come ho accennato sopra, a pranzo fummo<br />
ospiti del Padre Laiti e tanto lui quanto i suoi confratelli furono lieti delle notizie che il P. Ferrari poté dare<br />
loro dell'Italia.<br />
Della presenza in O'Brien <strong>di</strong> P. Ferrari <strong>di</strong>ede notizia "El Nacional", giornale <strong>di</strong> Bragado con la seguente<br />
nota <strong>di</strong> cronaca: "Da una settimana si trova in O'Brien il nuovo vice parroco, P. Lino Ferrari, in<br />
sostituzione <strong>di</strong> P. Poggi che partí per l'Europa. Inoltre per sod<strong>di</strong>sfare il desiderio <strong>di</strong> molte famiglie si<br />
cominciò nella scuola parrocchiale una classe serale maschile per adulti".<br />
19
EL AMIGO DE LAS FAMILIAS (PERIODICO MENSILE)<br />
ALTRE ATTIVITÀ<br />
Con l'arrivo del P. Ferrari si è potuto aggiornare meglio il nostro lavoro ed anche attendere alle richieste<br />
<strong>di</strong> sacro ministero in altre zone. Anche la scuola, se ci procurava un po‟ <strong>di</strong> fatica, ci ha dato modo <strong>di</strong><br />
avvicinare sempre piú le famiglie. Pur seguendo con la <strong>di</strong>stribuzione gratuita del settimanale “El<br />
Sembrador” si pensò anche alla pubblicazione <strong>di</strong> una nostra rivista, cercando <strong>di</strong> imitare "L'Amico delle<br />
famiglie" <strong>di</strong> Genova. Per questo ci siamo sobbarcati ad una impresa <strong>di</strong> una certa responsabilità, ma ci siamo<br />
riusciti.<br />
Finanziariamente ci venne in aiuto l'offerta mensile della commissione pro parrocchia ed anche abbiamo<br />
trovato qualche abbonato tra le persone piú abbienti. Ecco quanto pubblicò Risonanze nell'ottobre 1928. “Il<br />
P. Bertolotto ci aveva annunziato la prossima uscita <strong>di</strong> un <strong>figli</strong>o <strong>di</strong> Risonanze e la posta successiva ce lo<br />
reca bell'e maturo: El amigo de las Familias, publicación mensual, con aprobacion del Ill.mo Obispo<br />
<strong>di</strong>ocesano.<br />
II primo numero è promettente, denso <strong>di</strong> materia, con succose istruzioni catechistiche, consigli,<br />
sentenze, orario parrocchiale, ecc.”.<br />
Anche in seguito dopo sette mesi (aprile 1929) Risonanze segnalava con sod<strong>di</strong>sfazione che continuava<br />
regolarmente le sue pubblicazioni El Amigo de las familias, sempre vario, sempre vivace, sempre<br />
informato alle esigenze della vita cristiana.<br />
P. Ferrari che veniva <strong>di</strong>mostrando piú attitu<strong>di</strong>ne per il sacro ministero che per la scuola, in seguito a<br />
richiesta del Vescovo ebbe occasione <strong>di</strong> prestare l'opera sua per un mese nella parrocchia <strong>di</strong> Morón piú<br />
vicino a Buenos Aires, dove lasciò <strong>di</strong> sé ottimo ricordo come mi confidò poi il Vescovo.<br />
Intanto si arrivò alla festa <strong>dei</strong> Santi e commemorazione <strong>dei</strong> defunti.<br />
Che <strong>di</strong>fferenza tra quest'anno e l'anno precedente quando arrivammo ad O'Brien! Evidentemente si era<br />
fatto un bel passo avanti grazie alle iniziative prese, scuola, ricreatorio, visite domiciliari ...<br />
Ci fu <strong>di</strong> conforto e <strong>di</strong> incoraggiamento il fatto che all'inizio del nostro secondo anno <strong>di</strong> attività S. E.<br />
Mons. Alberti, Vescovo <strong>di</strong> La Plata scrisse al Rev.mo P. Minetti, Superiore Generale, una bellissima lettera<br />
manifestando il suo compiacimento per l'opera nostra e <strong>di</strong>chiarandosi pronto ad affidarci altre missioni in<br />
<strong>di</strong>ocesi, appena potessimo addossarcene il peso.<br />
Mentre il Vescovo scriveva questo, il P. Ferrari aveva cominciato a svolgere la sua attività. come vicario<br />
sostituto nella parrocchia <strong>di</strong> Bragado.<br />
Il parroco don Aparicio, <strong>di</strong> nazionalità spagnola, aveva chiesto al Vescovo alcuni mesi <strong>di</strong> licenza per<br />
recarsi in Spagna da dove mancava da parecchi anni, però era <strong>di</strong>fficile per lui trovare un sostituto; allora il<br />
Vescovo si rivolse a noi chiedendoci quasi per favore <strong>di</strong> incaricarci <strong>di</strong> quella importante parrocchia durante<br />
l'assenza del titolare. Non abbiamo dubitato neppure un istante a raccogliere la richiesta e naturalmente<br />
toccò al P. Ferrari tutto il peso <strong>di</strong> quel nuovo lavoro. Si recò a Bragado, prese i dovuti accor<strong>di</strong> con il<br />
parroco e poi a La Plata per riferire al Vescovo su quanto stabilito con don Aparicio ed avere la nomina <strong>di</strong><br />
vicario sostituto servatis de iure servan<strong>di</strong>s.<br />
P. Ferrari fu subito ben accolto dalle autorità e dalla popolazione. Molto politicamente si recò subito a<br />
fare visita <strong>di</strong> cortesia all'Intendente (sindaco), al Commissario <strong>di</strong> polizia, al Direttore dell'ospedale, alle<br />
autorità scolastiche ed alle superiore delle due comunità religiose. Per ragione del suo ufficio entrò subito<br />
in contatto piú <strong>di</strong>retto con le suore Pobres Bonaerenses de San José, congregazione religiosa argentina, in<br />
servizio all'ospedale, che da allora ci furono sempre vicine spiritualmente cooperando con noi nelle varie<br />
attività del sacro ministero e conservando una santa amicizia.<br />
Altra cosa da notare, il concorso <strong>dei</strong> bambini alla messa festiva ed al catechismo. Tutto sembrava<br />
procedere bene quando accadde un fatto <strong>di</strong> rilievo. Era apparsa un‟epidemia influenzale <strong>di</strong> una certa gravità<br />
che colpiva specialmente i bambini.<br />
Le autorità sanitarie proposero all‟Intendente <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nare la chiusura <strong>dei</strong> luoghi pubblici, delle scuole ed<br />
anche della chiesa parrocchiale. Ne derivò un serio problema che P. Ferrari risolse sospendendo<br />
temporaneamente le classi <strong>di</strong> catechismo, ma si oppose decisamente alla chiusura della chiesa e tanto<br />
20
insisté finché venne ad un accordo con le autorità comunali: la chiesa rimarrà aperta solo la domenica<br />
mattina e nei giorni feriali si celebrerà la messa nella cappella dell'ospedale e qualche volta nella cappella<br />
delle suore della Compagnia <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> e da parte sua il comune provvederà nella prima settimana ad una<br />
totale <strong>di</strong>sinfezione del tempio.<br />
Quin<strong>di</strong> tutti contenti, sacerdote, autorità, suore e popolo. P. Ferrari, come poi ci raccontò, si meravigliò<br />
molto osservando in che modo gli inviati del comune procedevano alla <strong>di</strong>sinfezione; si presentarono con<br />
mezzi antiquati, secchi, scope, pennelli da imbianchino, stracci, cose nel caso piú o meno sufficienti per<br />
piccoli locali come sono le stanze degli appartamenti e piccole case, ma che per un e<strong>di</strong>ficio grande erano<br />
inadeguati e costringevano gli operai ad una fatica improba. Come era possibile fare aderire il liquido<br />
<strong>di</strong>sinfettante alle alte colonne, ai muri della navata ed al soffitto della chiesa? Sarebbe stato logico usare gli<br />
spruzzi a pompa, o almeno fare una specie <strong>di</strong> impalcatura come i muratori, invece usarono scale comuni e<br />
cosí dopo 4 giorni <strong>di</strong> molta fatica e <strong>di</strong> pericolose acrobazie avevano compiuto appena la metà del lavoro<br />
quin<strong>di</strong> ... annuente il P. Ferrari decisero <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare alle autorità che la loro opera era compiuta e si<br />
ritirarono lasciando il pavimento inondato con molti secchi d'acqua spumosa.<br />
Le autorità sanitarie venute per il controllo si limitarono a dare uno sguardo alla porta principale e si<br />
ritirarono sod<strong>di</strong>sfatte.<br />
Il P. Ferrari da parte sua durante il lavoro aveva offerto agli operai buoni bicchieri <strong>di</strong> vino e <strong>di</strong> birra ed<br />
essi <strong>di</strong>mostrarono <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>re moltissimo. Altro lavoro importante dovuto all'iniziativa <strong>di</strong> P. Ferrari è stato il<br />
rifacimento della facciata della chiesa, coa<strong>di</strong>uvato da un apposito comitato che riuní le somme necessarie<br />
perché il lavoro riuscisse splen<strong>di</strong>do.<br />
Al termine della sua missione a Bragado autorità e fedeli espressero il loro ringraziamento al P. Ferrari,<br />
lamentando la sua partenza, anzi alcuni avanzarono la proposta <strong>di</strong> presentare al Vescovo una supplica con<br />
la firma delle autorità e <strong>dei</strong> maggiorenti della popolazione per chiedere a S. E. <strong>di</strong> trasferire don Apricio ad<br />
un'altra sede e <strong>di</strong> lasciare definitivamente il P. Ferrari in Bragado.<br />
Naturalmente egli sconsigliò tale cosa assicurando però tutto il suo costante ricordo tanto piú che dalla<br />
vicina O'Brien gli sarà possibile ogni tanto fare una visita a Bragado anche per qualche opera <strong>di</strong> ministero.<br />
Quando tornò don Aparicio, il Vescovo gli chiese se non gli fosse mai venuto il pensiero che P. Ferrari<br />
potesse prendergli definitivamente il posto, questi rispose <strong>di</strong> no perché era sicuro che S. E. non lo avrebbe<br />
mai permesso e poi perché aveva conosciuto molto bene i sacerdoti <strong>di</strong> O'Brien per cui non aveva dubitato<br />
mai della loro lealtà; <strong>di</strong> piú si <strong>di</strong>chiarò contentissimo perché durante la sua permanenza in Bragado P.<br />
Ferrari con la sua accurata amministrazione si era certamente ripagato onestamente del suo lavoro ma <strong>di</strong><br />
piú aveva pagato tutti i debiti della parrocchia e lasciato a lui una buona somma in deposito in un libretto in<br />
banca. Il Vescovo rimase sorpreso e sod<strong>di</strong>sfatto ed a me <strong>di</strong>sse poi privatamente queste parole: “El P.<br />
Ferrari sabe hacerse querer” (sa farsi apprezzare).<br />
LE SUORE FIGLIE DI MARIA IMMACOLATA<br />
Con la scuola parrocchiale, e l'oratorio si era in parte provveduto al bene spirituale ed intellettuale <strong>dei</strong><br />
ragazzi, ma bisognava pure tentare <strong>di</strong> fare qualche cosa anche per le bambine e specialmente per attirare<br />
alla chiesa le giovani.<br />
Nell'occasione della Pasqua del 1928 inviando gli auguri al P. Chiesa, che da circa un anno era stato<br />
nominato <strong>di</strong>rettore spirituale della comunità romana delle <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> M. <strong>Immacolata</strong> gli avevo chiesto se<br />
sarebbe stato possibile avere un piccolo gruppo <strong>di</strong> suore al servizio della parrocchia <strong>di</strong> O'Brien. P. Chiesa<br />
ne parlò con la fondatrice e Superiora Generale Madre Brigida Pastorino che fece sua l'idea e cosí dopo un<br />
secondo scambio <strong>di</strong> corrispondenza per chiarire bene ogni punto furono iniziate le trattative e la dovuta<br />
preparazione.<br />
Da parte nostra in O' Brien bisognava trovare l'ubi consistam, cioè una casa e certamente in un primo<br />
tempo non si poteva sperare <strong>di</strong> avere offerte e sussi<strong>di</strong>, quin<strong>di</strong> toccava a noi sobbarcarci l'onere.<br />
21
Dopo vari sondaggi e proposte si trovò un terreno a soli cento metri dalla casa parrocchiale con una casa<br />
facilmente adattabile. Era <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> quel muratore che aveva costruito la saletta per la nostra scuola.<br />
Ci mettemmo d‟accordo sul prezzo d‟acquisto, quaranta mila pesos, in contanti e si stipulò il contratto<br />
notarile. Subito ci siamo preoccupati per alcuni lavori <strong>di</strong> adattamento della casa.<br />
La commissione <strong>di</strong> signore pro parrocchia si mise al lavoro per provvedere l'arredamento. Non<br />
mancarono i benefattori.<br />
Non furono trascurate le prescrizioni canoniche e tutto fu fatto con il beneplacito del Vescovo <strong>di</strong> La<br />
Plata che ci rilasciò i relativi documenti. Come pubblicò Risonanze nel numero <strong>di</strong> aprile del 1929, le <strong>Figli</strong>e<br />
<strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong> furono liete <strong>di</strong> celebrare il trentennio della loro fondazione con l‟espansione all‟estero<br />
della loro opera. Del doppio fausto avvenimento fu pubblicato un numero illustrativo con la seguente<br />
de<strong>di</strong>ca:<br />
"A Dio benignissimo,<br />
tributa vivissime azioni <strong>di</strong> grazie,<br />
nuovi auspici traendo<br />
<strong>di</strong> sempre piú feconda vita,<br />
dall'apostolato delle sue prime missionarie<br />
che sotto l'egida della Regina delle Vergini e degli apostoli<br />
dell‟alma Roma<br />
in via a lontane plaghe<br />
alla conquista <strong>di</strong> anime,<br />
alla <strong>di</strong>latazione del regno <strong>di</strong> Gesú Cristo”.<br />
Dopo la funzione del religioso commiato nella casa generalizia <strong>di</strong> Roma, accompagnate dalla fondatrice<br />
e madre Superiora Generale Brigida Pastorino, dalla Segretaria Generale e dal nostro P. Chiesa, <strong>di</strong>rettore<br />
spirituale, le quattro suore prescelte si sono recate a Genova e presero imbarco il 21 febbraio sulla nave S.<br />
Giorgio.<br />
Arrivarono a Buenos Aires il 15 marzo. Era stato tutto ben <strong>di</strong>sposto per riceverle. Essendo doveroso e<br />
conveniente che prima <strong>di</strong> prendere il treno per O'Brien si presentassero al Vescovo <strong>di</strong> La Plata all‟arrivo<br />
furono ospiti per quella sera <strong>di</strong> una comunità <strong>di</strong> suore in Buenos Aires e la mattina seguente accompagnate<br />
dal P. Bertolotto proseguirono per La Plata. Rimasero in quella città alcuni giorni accolte come sorelle e<br />
con tutta cor<strong>di</strong>alità dalle suore dell‟istituto del P. Laiti, il quale si era preoccupato affinché tutto procedesse<br />
con or<strong>di</strong>ne e carità. Nel giorno e nell‟ora stabilita dal Vescovo si presentarono a lui che ebbe per loro<br />
paterna accoglienza.<br />
Ripresero il viaggio per O‟Brien accompagnate da P. Bertolotto, vi arrivarono <strong>di</strong> pomeriggio col treno<br />
delle 15,30. Il pranzo era stato servito in treno. Ad O'Brien una inaspettata e tanto piú gra<strong>di</strong>ta accoglienza,<br />
profusione <strong>di</strong> fiori, popolo festante e doni per le prime necessità della casa.<br />
Il bollettino del loro istituto riportò una lettera con le prime notizie redatte nei termini seguenti: “ ... da<br />
10 giorni siamo qui arrivate, ci siamo messe subito al lavoro, stiamo preparando alcune giovinette per la<br />
prima comunione; si preparano alla spicciolata, secondo se si riesce a convincere le giovani e i parenti.<br />
Per altro ha fatto la prima comunione una signora <strong>di</strong> 20 anni; oggi un’altra della stessa età; per Pasqua<br />
speriamo poterne presentare almeno 12 a ricevere Gesú. Abbiamo bisogno <strong>di</strong> preghiere e impegniamo le<br />
novizie a <strong>di</strong>rne molte e con fervore. La nostra scuola comincerà regolarmente in aprile e vi sono giovinette<br />
<strong>di</strong> laboratorio, alcune <strong>di</strong> prima e seconda classe elementare, e bimbi <strong>di</strong> asilo”<br />
In seguito l'erede del signor O‟Brien, il signor Santiago Boven per mezzo del suo maggiordomo, mise a<br />
<strong>di</strong>sposizione delle suore altri due lotti <strong>di</strong> terreno <strong>di</strong> 250 mq ciascuno attiguo a quello acquistato da noi. Con<br />
gli anni le suore <strong>di</strong>vennero proprietarie <strong>di</strong> tutto e poterono anche ingran<strong>di</strong>re la casa e costruire una cappella<br />
propria.<br />
L'ARRIVO DI P. PLATANIA<br />
22
Dopo l'arrivo delle suore, ci fu quello del P. Francesco Platania. Era stata stabilita la sua partenza da<br />
Genova il 20 febbraio, tutto sembrava pronto, ma al momento <strong>di</strong> ritirare il passaporto gli fu notificato che<br />
non glielo potevano consegnare perché prima doveva regolarizzare la sua posizione con le autorità militari.<br />
Che cosa era accaduto? Fatto rive<strong>di</strong>bile e quin<strong>di</strong> non arruolato per due anni consecutivi, avrebbe dovuto<br />
presentarsi una terza volta, non lo fece credendo <strong>di</strong> non doversi presentare piú e poi per vari anni non aveva<br />
piú ricevuto nessuna comunicazione al riguardo dal suo <strong>di</strong>stretto. Assolto dall'accusa <strong>di</strong> renitente, essendo<br />
sacerdote poté anche essere esonerato dal servizio militare in base alle nuove <strong>di</strong>sposizioni stabilite dal<br />
concordato, firmato poco prima tra la S. Sede e lo Stato italiano (11 febbraio 1929).<br />
Riprese e ultimate le pratiche per la partenza proprio all'ultimissima ora prima dell‟imbarco, non fu<br />
possibile avvisare gli amici per la funzione <strong>di</strong> congedo che fu fatta nell'ambito della casa <strong>di</strong> Genova. Prese<br />
imbarco sul Duilio alle ore 11,00 del 4 aprile salutato al porto dai superiori e confratelli, dagli aspiranti e<br />
dal babbo.<br />
Arrivò a Buenos Aires la mattina del 21 aprile ricevuto al porto dal P. Bertolotto che lo presentò poi al<br />
vescovo <strong>di</strong> La Plata. Mons. Alberti che si <strong>di</strong>sse felice <strong>di</strong> poter avere la collaborazione <strong>di</strong> un altro <strong>Figli</strong>o <strong>di</strong><br />
<strong>Maria</strong> e gli concesse le facoltà ministeriali con gli auguri <strong>di</strong> un santo apostolato.<br />
Con l'arrivo delle suore e del P. Platania fu possibile intensificare le nostre attività e la penetrazione<br />
spirituale delle famiglie.<br />
Uno <strong>dei</strong> primi risultati fu la festa del Corpus Domini celebrata per la prima volta con una certa solennità.<br />
Ci piace <strong>di</strong> riportare quanto pubblicò “Flora <strong>Maria</strong>na”, bollettino delle <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong> in<br />
Roma: “...vi è stata a O’Brien una bellissima festa del Corpus Domini.<br />
In quel giorno abbiamo consacrato a Gesú ventidue paggetti. Si entrò in chiesa cantando l' inno<br />
“Pagetos marchamos"; schierati davanti all’altare il Superiore P. Bertolotto bene<strong>di</strong>sse le fasce rosse e le<br />
impose ai bimbi rivolgendo loro delle parola che fecero commuovere i parenti. Ritornando al posto si è<br />
cantato l'inno" Pages somos del Sacramento". Poi fu celebrata la Messa e ci furono molte comunioni<br />
specialnente <strong>di</strong> signorine. Al termine si é usciti dalla chiesa cantando l'inno"A Dios queremos" (Noi<br />
vogliam Dio). Il popolo era felice <strong>di</strong> ammirare i bimbi vestiti <strong>di</strong> bianco con la fascia rossa.<br />
La domenica dopo, 4 giugno, si è benedetta la statua e l'altare del S. Cuore. Riuscí una festa molto<br />
graziosa, appunto perché il popolo entusiasta del giovedí precedente venne in gran numero alla chiesa,<br />
persone mai viste prima, intere famiglie che poi sono venute a ringraziarci ed a ringraziare il P. Superiore<br />
della gioia.loro procurata. Ora compren<strong>di</strong>amo,<strong>di</strong>cevano, quanto si sta bene in chiesa e anche come si deve<br />
stare. Il P. Superiore tutto contento un giorno ci <strong>di</strong>sse: Ci volevano le suore per svegliare questo popolo”.<br />
Di questa festa ne parlò anche il giornale “Il Censor” de Bragado: “El domingo pasado se realizó en la<br />
iglesia de San Patricio de O’Brien la solemne ben<strong>di</strong>ción del nuevo altar del Sagrado Corazón de Jesús.<br />
Como pocas veces el templo viose repleto de fieles”.<br />
A questo punto sento il dovere <strong>di</strong> ricordare il P. Antonio Piccardo, <strong>di</strong>rettore del collegio <strong>di</strong> Rivarolo, che<br />
ha voluto farci un bel regalo, approfittando della visita del P. Platania. Si tratta dell‟armonium e degli<br />
arre<strong>di</strong> sacri, già appartenenti alla villa <strong>di</strong> Serrea, un bel regalo davvero per la nostra chiesa <strong>di</strong> O‟Brien.<br />
Frattanto il P. Platania, subito dopo il suo arrivo cominciò ad addestrarsi con la lingua spagnola e con<br />
l‟ambiente e con il cuore pieno <strong>di</strong> tutto ciò che aveva lasciato per rispondere con generosità alla chiamata<br />
del Signore.<br />
Intanto maturavano i tempi per una nostra parrocchia nella capitale federale. Già nel gennaio 1929 erano<br />
state riprese le trattative che condotte a buon punto, nel giugno <strong>di</strong> quello stesso anno mi obbligarono a<br />
trasferirmi in Buenos Aires affidando la chiesa <strong>di</strong> O'Brien al P. Ferrari naturalmente con il consenso del<br />
vescovo <strong>di</strong> La Plata che bene<strong>di</strong>sse ed incoraggiò la nuova opera.<br />
Cosí venne anche pubblicato su Risonanze, con il P. Ferrari in O‟Brien, il sacro ministero andò<br />
sviluppandosi a poco a poco. Non gli mancarono preoccupazioni spirituali e materiali, infatti fece eseguire<br />
<strong>dei</strong> lavori veramente necessari nella casa parrocchiale per renderla piú confortevole e con la costruzione <strong>di</strong><br />
due vani <strong>dei</strong> quali uno per l'ufficio parrocchiale e l'altro piú grande per le riunioni.<br />
23
Dovette sollecitare anche le offerte per la nuova campana da comprare, per sostituire l'altra ridotta in<br />
malo stato; in questo cercai <strong>di</strong> aiutarlo trattando in Buenos Aires con una <strong>di</strong>tta specializzata, con la quale si<br />
stipulò il contratto per una campana <strong>di</strong> 440 kg al prezzo <strong>di</strong> pesos 3,50 al kg. posta su vagone alla stazione<br />
<strong>di</strong> Once.<br />
Seguitò anche ad occuparsi della scuola fino al termine dell'anno scolastico e della <strong>di</strong>rezione e<br />
compilazione del perio<strong>di</strong>co parrocchiale "El amigo de las familias".<br />
Il nuovo anno 1930 presentò per la scuola un serio problema: i padri Ferrari e Platania <strong>di</strong>mostrarono <strong>di</strong><br />
non aver altitu<strong>di</strong>ne per l‟insegnamento e non c‟è da stupirsi perché non erano stati avviati a questo genere<br />
<strong>di</strong> attività e anche volendo seguire, la nostra sarebbe stata sempre una scuola privata non autorizzata oppure<br />
si sarebbe dovuto prendere un maestro <strong>di</strong>plomato e stipen<strong>di</strong>arlo secondo le leggi vigenti. Neppure le suore,<br />
pur desiderandolo con insistenza, erano in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> assumere un regolare impegno scolastico perché<br />
la loro istruzione si riduceva alla licenza elementare, quin<strong>di</strong> senza una cultura capace <strong>di</strong> affrontare<br />
l‟insegnamento. È vero che quando si trattò con la Superiora Fondatrice Madre Brigida Pastorino essa<br />
assicurava che erano tutte <strong>di</strong>plomate, ma si equivocava su questo titolo perché il loro <strong>di</strong>ploma consisteva in<br />
taglio e cucitura e non in quello <strong>di</strong> una scuola secondaria o magistrale come noi avevamo proposto. A<br />
questo bisogna aggiungere che il provve<strong>di</strong>tore degli stu<strong>di</strong> della provincia <strong>di</strong> Buenos Aires, avendo notato<br />
che in O‟Brien non essendovi nelle scuole elementari la quinta e la sesta classe e che un sacerdote, per <strong>di</strong><br />
piú straniero, le aveva istituite in maniera privata, decise <strong>di</strong> correre ai ripari, <strong>di</strong>sponendo che con il nuovo<br />
anno scolastico, dette classi venissero stabilite regolarmente.<br />
Tutto questo giustifica perché la nostra scuola dovette sospendere l‟attività dopo due anni <strong>di</strong> lavoro<br />
coscienzioso coronato da buoni risultati agli esami.<br />
Le suore da parte loro dovettero contentarsi <strong>di</strong> fare l'asilo infantile e <strong>di</strong> prendere in pensione alcune<br />
ragazze, <strong>figli</strong>e <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni che abitavano lontano dal paese dando loro cosí il modo <strong>di</strong> frequentare senza<br />
<strong>di</strong>sagi le scuole pubbliche.<br />
Presso la parrocchia continuò però a funzionare il ricreatorio maschile e presso le suore quello<br />
femminile. Ho saputo cha la Madre Fondatrice si è lamentata <strong>di</strong> questo stato <strong>di</strong> cose e che avrebbe<br />
desiderato che le sue religiose avessero qualcosa <strong>di</strong> piú importante e <strong>di</strong> piú red<strong>di</strong>tizio, cosa che col tempo e<br />
con l'arrivo <strong>di</strong> nuovi elementi piú idonei hanno potuto realizzare sistemandosi molto bene in varie località<br />
della provincia <strong>di</strong> Buenos Aires ed in altre, dopo varie peripezie e dolorose esperienze.<br />
Come ho fatto notare nella relazione inviata a Roma in occasione del Capitolo Generale, se la nostra<br />
scuola in O'Brien ha dovuto sospendere la sua attività ci rimane però il merito <strong>di</strong> aver affrontato la<br />
situazione, <strong>di</strong> aver beneficato quella popolazione inducendo l'amministrazione provinciale ad agire<br />
istituendo il corso completo elementare cosa che non si era mai ottenuta prima per l'incuria <strong>dei</strong> governanti e<br />
<strong>dei</strong> politicanti <strong>di</strong> professione che, come si sa, nella propaganda elettorale promettono molte cose che poi<br />
non traducono quasi mai in pratica.<br />
Un fatto molto grave venne a turbare le attività in O'Brien. Alla morte del signor Boven proprietario<br />
della fattoria S. Edoardo che aveva ere<strong>di</strong>tato dal fondatore del paese signor Edoardo O‟Brien, gli ere<strong>di</strong><br />
decisero <strong>di</strong> vendere tutto il campo e tra i possibili compratori l'acquirente fu il dottor Elias, ricco<br />
personaggio, che già possedeva una fattoria, La Petaquita, sul cammino che da O‟Brien conduce a Morse<br />
e a Junin.<br />
Primo atto del nuovo proprietario fu <strong>di</strong> licenziare tutti i coloni coltivatori, circa 40 famiglie, lasciando<br />
solo pochi uomini per custo<strong>di</strong>re il bestiame avendo ridotto tutto il campo a pastorizia. Anche gli ere<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
un'altra fattoria, quelli della famiglia Torello, fecero altrettanto. A questo si deve aggiungere l'esodo <strong>di</strong><br />
varie famiglie abitanti nel paese stesso che cominciarono a emigrare stabilendosi in altri centri molto piú<br />
importanti come Junin, Bragado, Mercedes o Buenos Aires per avere la possibilità <strong>di</strong> dare ai loro <strong>figli</strong><br />
un'educazione superiore avviandoli alla carriera degli stu<strong>di</strong> e quin<strong>di</strong> ad una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> vita piú elevata.<br />
Ne derivò da tutto questo una forte <strong>di</strong>minuzione della popolazione della quale ne risentí il commercio<br />
locale ed anche la Chiesa. Vari negozi chiusero le porte e furono demolite pure parecchie case per<br />
utilizzare altrove il materiale. Come conseguenza venne anche a cadere il progetto <strong>di</strong> elevare O'Brien alla<br />
categoria <strong>di</strong> comune in<strong>di</strong>pendente. Questa iniziativa era stata presa al principio del 1929 in considerazione<br />
24
che le autorità del comune <strong>di</strong> Bragado sembravano molto interessate a migliorare ed abbellire il capoluogo<br />
lasciando quasi abbandonate le zone periferiche, O‟Brien compreso.<br />
Già vi erano state interpellanze al parlamento provinciale ed a quello nazionale per incarico dato ad<br />
alcuni deputati.<br />
Ricordo che interpellato e poi anche invitato, anch‟io in nome dalla parrocchia avevo aderito volentieri<br />
con la firma <strong>di</strong> una petizione che fu presentata al Ministero degli Interni ed al governatore della provincia.<br />
A <strong>di</strong>re il vero se questo progetto non poteva essere piú sostenuto a causa dell‟esodo della popolazione<br />
non<strong>di</strong>meno <strong>di</strong>ede anche qualche frutto perché il municipio <strong>di</strong> Bragado fu obbligato ad iniziare anche in<br />
O‟Brien una serie <strong>di</strong> opere pubbliche, residenza ed uffici della delegazione municipale, stazione sanitaria<br />
nuova e piú adeguati e<strong>di</strong>fici scolastici, migliorare l‟illuminazione pubblica ed il servizio telefonico e<br />
specialmente la sistemazione e la manutenzione delle strade che permise ad una compagnia privata <strong>di</strong><br />
pullman <strong>di</strong> stabilire un regolare servizio <strong>di</strong> collegamento con Junin e Bragado.<br />
Il nostro lavoro <strong>di</strong>fficile e silenzioso ma costante e organizzato è stato ufficialmente riconosciuto e<br />
consacrato dalla definitiva erezione in parrocchia <strong>di</strong> O‟Brien e dalla investitura in perpetuo datane alla<br />
nostra Congregazione.<br />
Cosí <strong>di</strong>chiarò il decreto <strong>di</strong> Mons. Alberti vescovo <strong>di</strong> La Plata in data 3 luglio 1930 in cui si afferma la<br />
necessità <strong>di</strong> provvedere alla erezione in parrocchia <strong>di</strong> O‟Brien, fino allora semplice vicaria <strong>di</strong> Bragado, per<br />
la popolazione fissa esistente, per la grande lontananza dalla parrocchia <strong>di</strong> Bragado (60 Km.); si prende<br />
nota che la Congregazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> vi è già al lavoro attendendo alla educazione cristiana della<br />
gioventú; si giu<strong>di</strong>ca che è bene accordare alla Congregazione stessa completa autonomia ecc. ecc. Ciò<br />
affermando il decreto stabilisce: “ ..Noi, in forza delle facoltà che ci corrispondono secondo il <strong>di</strong>ritto,<br />
determiniamo:<br />
1 o Elevare come in effetto eleviamo con il presente decreto la cappellania <strong>di</strong> O’Brien alla categoria <strong>di</strong><br />
parrocchia.<br />
2 o Consegnare in perpetuo detta parrocchia ai RR. PP. della Congregazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> S. M.<br />
<strong>Immacolata</strong> dovendo amministrarla secondo i canoni e il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong>ocesano vigente e quello che potrebbero<br />
stabilire i nostri successori ...”<br />
Risonanze nel pubblicare la notizia ed il presente decreto col numero <strong>di</strong> agosto 1930 aggiunse quanto<br />
segue: “Ci rallegriamo <strong>di</strong> questo attestato ufficiale dell’autorità episcopale <strong>di</strong> La Plata e con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo la<br />
giusta compiacenza che ne avranno i nostri missionari che troveranno in essa un sempre maggior <strong>impulso</strong><br />
nelle opere <strong>di</strong> zelo apostolico”.<br />
LA MORTE DI DON GESINO<br />
La scomparsa <strong>di</strong> persone care è tanto piú dolorosa quanto piú gran<strong>di</strong>, nobili e santi sono stati i vincoli<br />
che ci univano ad esse in questa vita. Una <strong>di</strong> queste è stato don Gesino, morto a Genova il 19 febbraio<br />
1930. Anche noi in Argentina ne abbiano appresa la notizia con dolore e ci siamo associati al doveroso<br />
tributo <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong>, <strong>di</strong> preghiere e <strong>di</strong> affetti.<br />
Quando poi abbiamo ricevuto il numero <strong>di</strong> Risonanze (aprile 1930) interamente de<strong>di</strong>cato alla sua<br />
memoria, io personalmente ho sentito rinnovare nella mia mente il piú caro ricordo <strong>di</strong> lui e nel mio cuore la<br />
commozione piú profonda. Mi sembrò <strong>di</strong> vederlo festante e sorridente accogliermi con onore al ritorno del<br />
mio lungo servizio militare, ricordando con quanta carità accettò allora <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigere il mio spirito e quanto si<br />
interessò per farmi ricuperare con l‟intensità dello stu<strong>di</strong>o parte del tempo perduto.<br />
Rievocai pure la sua persona sembrandomi <strong>di</strong> rivederlo nell‟ottobre 1927 in quei giorni <strong>di</strong> preparazione<br />
per la partenza; con quanto affetto mi presentò la sua generosa offerta accompagnandola con parole che mi<br />
restarono sempre scolpite nel cuore. Quando poi il 17 maggio 1931 nell‟adunata degli ex alunni furono rese<br />
25
speciali onoranze alla sua memoria, dall‟Argentina abbiamo mandato la nostra adesione al P. Antonio G.<br />
Piccardo, <strong>di</strong>rettore del collegio <strong>di</strong> Rivarolo, nei termini seguenti:<br />
“Ci associamo con tutto il nostro sentimento alle onoranze al nostro carissimo Don Gesino e sentiamo<br />
in verità che non lo potremo mai <strong>di</strong>menticare. Egli fu per noi il sacerdote santo ed il maestro paziente e<br />
buono che con la parola e con il suo esempio ci animò alla <strong>di</strong>vina missione dell'apostolato. Sentiamo<br />
pertanto <strong>di</strong> essere presenti in unione <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong> e <strong>di</strong> affetti all'assemblea <strong>di</strong> superiori, alunni ed ex, mentre<br />
affi<strong>di</strong>amo a lei l'incarico <strong>di</strong> rappresentarci alla devota e mesta cerimonia. Per tutti. P. Bertolotto”.<br />
MORTE DI P. ANTONIO MINETTI SUPERIORE GENERALE<br />
12 LUGLIO 1931<br />
Non era ancora <strong>di</strong>leguato l'eco della commemorazione <strong>di</strong> Don Gesino quando cominciarono a giungere<br />
notizie allarmanti sullo stato <strong>di</strong> salute dell‟amatissimo Superiore Generale. Ne abbiamo seguito il corso<br />
della malattia attraverso le comunicazioni che ci giungevano da Roma. Per me specialmente vedevo<br />
avverarsi il presentimento che aveva pervaso il mio animo quando nel 1927 ci demmo l'ultimo saluto e<br />
l'ultimo abbraccio sulla nave che doveva portarmi tanto lontano. Quell‟abbraccio doveva essere l'ultimo.<br />
La notizia della sua morte ci arrecò particolare dolore e tristezza e come telegrafai e scrissi anche a<br />
nome <strong>dei</strong> confratelli, il nostro dolore era tanto piú grande per noi lontani a cui abbiamo dovuto aggiungere<br />
il sacrificio <strong>di</strong> non aver potuto abbracciare per l'ultima volta il nostro veneratissimo Padre Generale e<br />
partecipare ai solenni funerali.<br />
Oltre ai suffragi prescritti dalle costituzioni, il 12 agosto 1931 ci siamo riuniti in O'Brien per il solenne<br />
funerale <strong>di</strong> trigesimo, con larga partecipazione <strong>di</strong> popolo, <strong>di</strong> amici e delle Suore <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong><br />
con le loro alunne. In questa occasione con animo commosso ho rivolto brevi parole ai fedeli non solo per<br />
ringraziarli per la loro partecipazione al nostro lutto, ma anche cercando <strong>di</strong> presentare la paterna figura del<br />
nostro defunto Superiore Generale che tanto si era adoperato per inviare i suoi religiosi in Argentina ed il<br />
primo frutto della sua opera era la nostra presenza in O‟Brien.<br />
Naturalmente abbiamo poi letto con sommo interesse la cronaca <strong>dei</strong> funerali svoltisi a Roma e delle<br />
numerose adesioni e condoglianze <strong>di</strong> car<strong>di</strong>nali, <strong>di</strong> vescovi, <strong>di</strong> alunni ed ex e <strong>di</strong> amici, tra le quali notammo<br />
con piacere quelle <strong>di</strong> S. E. Mons. Copello Ausiliare e Vicario generale <strong>di</strong> Buenos Aires e <strong>di</strong> S. E. Mons.<br />
Alberti vescovo <strong>di</strong> La Plata. S. E. Mons. Devoto le aveva presentate personalmente nel suo viaggio in<br />
Italia.<br />
IL CAPITOLO GENERALE<br />
La scomparsa del Superiore Generale presentò subito per noi un serio problema, quello della nostra<br />
partecipazione al Capitolo Generale per l‟elezione del successore. Si cominciò con scambio <strong>di</strong> lettere con il<br />
Vicario Generale P. Tommaso Olcese. Bisognava stu<strong>di</strong>are la cosa in tutti i piú minuti dettagli per non<br />
trovarci poi <strong>di</strong>nanzi a dolorose sorprese. Eravamo in tre e con tre parrocchie <strong>di</strong>stinte abbastanza lontane tra<br />
loro. Le due relativamente piú vicine erano O‟Brien e Junin, con 50 Km <strong>di</strong> pessima strada. In questa<br />
<strong>di</strong>fficoltà il carissimo P. Poggi cercò in un primo momento <strong>di</strong> venirci in aiuto.<br />
Tornato in Italia nel giugno 1928 perché malaticcio, conoscendo la nostra situazione, si offrí per tornare<br />
a O'Brien per un anno pur sapendo a quali <strong>di</strong>sagi andava incontro data la sua età ed il suo stato fisico.<br />
Infatti avrebbe dovuto trascorrere tre inverni consecutivi e questo sarebbe stato per lui una cosa quasi<br />
impossibile. Io compresi ed ammirai il suo spirito <strong>di</strong> sacrificio ed il suo amore per il bene delle anime, P.<br />
Ferrari e P. Platania ne rimasero anche essi ammirati, ma tutti e tre convenimmo che sarebbe stato<br />
imperdonabile per noi accettare la sua generosa proposta. Come io scrissi a lui, avremmo accettato il suo<br />
sacrificio unicamente in caso estremo se cioè fosse stato impossibile trovare un'altra soluzione.<br />
26
Noi perciò abbiamo insistito per l'invio anche in forma provvisoria e per pochi mesi <strong>di</strong> un sacerdote<br />
giovane, anche scelto fra quelli destinati all‟insegnamento e le ragioni presentate ci sembravano<br />
perfettamente logiche infatti erano le seguenti:<br />
1) La cosa avrebbe meglio impressionato le autorità ecclesiastiche cioè i vescovi e specialmente il<br />
Nunzio Apostolico.<br />
2) Un giovane avrebbe imparato subito la lingua e tornando in Italia sarebbe stato in grado <strong>di</strong><br />
insegnarla ai nostri aspiranti missionari.<br />
3) Uscire dal proprio ambiente troppo ristretto, vedere il mondo nella sua realtà acquistando una<br />
pratica cultura della vita che non si insegna in nessuna scuola del mondo, sarebbe stata la migliore<br />
preparazione per un giovane destinato all'insegnamento. Su questo punto vi era già l'esempio <strong>di</strong> altri istituti<br />
moderni: Don Bosco, Don Guanella , Don Orione, ecc.<br />
Purtroppo le nostre ragioni non vennero con<strong>di</strong>vise a Roma perciò dovemmo fare <strong>di</strong> necessità virtú e fare<br />
del nostro meglio per inviare uno al capitolo a costo <strong>di</strong> qualsiasi sacrificio. Era necessario per il futuro delle<br />
nostre opere fare conoscere in Italia il vero stato delle cose e cercare <strong>di</strong> fare entrare i nostri confratelli<br />
vecchi e giovani in un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> idee piú realistico, piú aperto e comprensivo per il bene della<br />
Congregazione.<br />
Dovendo agire secondo le costituzioni ed in obbe<strong>di</strong>enza alle istruzioni contenute nella lettera<br />
convocatoria del Capitolo, inviataci dal Vicario Generale P. Tommaso Olcese, il 12 febbraio 1932 ci siamo<br />
riuniti in O‟Brien per eleggere il delegato al capitolo. Eravamo in tre e si ebbe il seguente risultato: P.<br />
Ferrari voti 1, P. Bertolotto voti 2, rimanevo quin<strong>di</strong> eletto. Nella stessa riunione ci siamo messi d‟accordo<br />
su 4 punti essenziali e cioè:<br />
1) Il P. Bertolotto resterà in Italia il meno possibile cercando <strong>di</strong> arrivare a Roma per l'inizio del<br />
capitolo e ripartendo subito dopo.<br />
2) Il P. Ferrari andrà a sostituirlo in B. Aires.<br />
3) Il P. Platania seguendo a risiedere in Junin, tutte le domeniche celebrerà una messa in O‟Brien<br />
usando della facoltà <strong>di</strong> binare o trinare secondo deciderà il vescovo <strong>di</strong> La Plata.<br />
4) Dare comunicazione <strong>di</strong> tutto questo al nostro Vicario Generale in Roma ed ai rispettivi or<strong>di</strong>nari <strong>di</strong> B.<br />
Aires e <strong>di</strong> La Plata dovendo essi rilasciare i documenti relativi al P. Ferrari e al P. Platania come vicari<br />
sostituti.<br />
Dopo questa riunione e fino al momento in cui il P. Ferrari dovette sostituirmi nella parrocchia <strong>di</strong> San<br />
Felipe Neri in B. Aires, non avvennero in O'Brien cose degne <strong>di</strong> nota. Come era stato pre<strong>di</strong>sposto, durante<br />
l‟assenza del P. Ferrari la parrocchia fu attesa dal P. Platania. Del resto non era un fatto nuovo anche in<br />
<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> La Plata che un sacerdote servisse temporaneamente due o piú parrocchie per mancanza <strong>di</strong><br />
sacerdoti.<br />
Pochi giorni dopo mio ritorno da Roma, feci una visita a O‟Brien anche per portare alle suore le notizie<br />
e la bene<strong>di</strong>zione della loro Madre Fondatrice. Poi il P. Ferrari tornò in sede riattivando il suo ministero.<br />
Da una lettera dello stesso al Rev.mo Superiore Generale si ha notizia della fondazione del Circolo San<br />
Luigi. Porta la data del 5 <strong>di</strong>cembre 1932. Nella lettera riferisce che i giovani con il pretesto della riunione,<br />
si fermavano fino alle 23 a giocare a carte ed a rompere quelle poche se<strong>di</strong>e che metteva a loro <strong>di</strong>sposizione.<br />
Gli era perciò necessaria una buona dose <strong>di</strong> pazienza perché, se ripresi, non si sarebbero piú fatti vedere<br />
neppure alla messa festiva. Si lamenta poi che non è una gran bella cosa lo stare solo e conclude ... “meno<br />
male che ora avendo l’automobile il P. Platania viene ogni tanto e cosí possiamo vederci con piú<br />
frequenza”.<br />
LA MORTE DI SUOR GABRIELLA<br />
27
Nel 1933 mentre tutto sembrava procedere con una certa tranquillità, un grave lutto venne a colpire la<br />
piccola comunità delle suore.<br />
Suor Gabriella, la piú anziana ed anche la piú esemplare, dopo una breve malattia sopportata con vero<br />
spirito <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> sacrificio, offrendo la sua vita per il bene delle anime, morí santamente il 23 maggio.<br />
La sua morte fu un lutto per tutta la popolazione che partecipò compatta ai funerali. I suoi resti mortali<br />
riposano in un loculo del cimitero <strong>di</strong> Bragado. È stata per noi una dura prova. Le suore si sono rassegnate e<br />
dopo un primo momento <strong>di</strong> sgomento, hanno ripreso la loro or<strong>di</strong>naria attività.<br />
In questa circostanza noi ci siamo comportati con loro come buoni fratelli aiutandole con tutto il cuore<br />
nel morale e nel materiale. Il 28 giugno venne pure celebrato un solenne funerale <strong>di</strong> trigesimo.<br />
LA NUOVA DIOCESI DI MERCEDES<br />
Nel 1934 anche la parrocchia <strong>di</strong> O'Brien ebbe una novità, il passaggio dalla giuris<strong>di</strong>zione dell‟or<strong>di</strong>nario<br />
<strong>di</strong> La Plata a quello <strong>di</strong> Mercedes. La nuova <strong>di</strong>ocesi creata d‟accordo tra il governo argentino e la <strong>Santa</strong><br />
Sede, cominciò a reggere il 20 aprile 1934. Il nuovo vescovo Mons. Juan Chimento, già ausiliare <strong>di</strong> La<br />
Plata incontrò la nostra parrocchia data alla nostra Congregazione ad nutum S. Se<strong>di</strong>s.<br />
Già ci conosceva perciò le nostre relazioni con lui cominciarono subito in modo sod<strong>di</strong>sfacente per lui e<br />
per noi. Gradí moltissimo la nostra visita <strong>di</strong> ossequio ed il saluto che io mi feci in dovere <strong>di</strong> presentargli i<br />
saluti anche a nome del nostro Rev.mo Superiore Generale.<br />
CONGRESSO EUCARISTICO DI BEUNOS AIRES<br />
E VISITA DEL REV. MO SUPERIORE GENERALE<br />
Si veniva preparando il gran<strong>di</strong>oso Congresso Eucaristico Internazionale e naturalmente anche la nostra<br />
parrocchia <strong>di</strong> O‟Brien vi aderí secondo le istruzioni avute dal Vescovo, con una preparazione <strong>di</strong> preghiere,<br />
istruzioni e funzioni speciali ed una delegazione fu pure presente nella capitale nei giorni della<br />
celebrazione del Congresso.<br />
Importantissima anche per O‟Brien la visita del Superiore Generale P. Bruzzone. Anche esternamente<br />
ebbe tutta la solennità delle gran<strong>di</strong> occasioni. La descrisse molto bene il P. Antonio Giuseppe Piccardo<br />
convisitatore nella sua relazione ... “all’arrivo, parrocchiani alla stazione e parrocchiani all’entrata della<br />
chiesa, un ricevimento proprio in regola, le piccole alunne delle suore, l’associazione femminile <strong>di</strong> santa<br />
Teresina, uomini e donne e giovani tutti schierati, la lettura <strong>di</strong> un devoto in<strong>di</strong>rizzo e l’offerta <strong>di</strong> un bel<br />
mazzo <strong>di</strong> fiori al Superiore Generale ed il suono della campana in modo da rendere l'inizio della visita piú<br />
solenne. Venendo essa a coincidere con un corso <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>cazione al popolo in forma <strong>di</strong> missione, si spiega<br />
un intervento maggiore <strong>di</strong> fedeli".<br />
La sacra visita del Superiore Generale ebbe il suo coronamento con la festa dell‟<strong>Immacolata</strong>. Ecco<br />
quanto scrive in proposito il P. Bonaventura in una lettera per i lettori <strong>di</strong> Risonanze: “<strong>Immacolata</strong> con i<br />
fiocchoni quest’anno in O’Brien ... moltissime comunioni. Dopo la Messa cantata celebrata dal parroco P.<br />
Ferrari, si svolse la processione intorno alla grande piazza con la statua dell’<strong>Immacolata</strong>.<br />
Nel pomeriggio ebbe il suo da fare il rev.mo Superiore che per delegazione del Vescovo <strong>di</strong> Mercedes<br />
amministrò circa 300 cresime in 4 riprese approfittando dell’occasione per rivolgere in italiano ai<br />
genitori, ai padrini e ai cresiman<strong>di</strong> calde parole <strong>di</strong> incoraggiamento ed incitando alla pratica <strong>dei</strong> doveri<br />
religiosi e della vita cristiana.<br />
Terminata la parte religiosa in O'Brien, cominciò per il P. Generale la parte poetico-missionaria. Alle<br />
ore 22,00 partí per Junin in automobile dove giunse verso mezzanotte dopo avere percorso un viaggio <strong>di</strong><br />
50 Km tra fango ed interminabili pozzanghere per strade rese impraticabili per le piogge torrenziali ...<br />
delizie abituali <strong>dei</strong> missionari <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>”.<br />
28
UN AFFARE MAL RIUSCITO<br />
Da tempo il P. Ferrari desiderava comprare un auto forse entusiasmato dalla propaganda o forse piú per<br />
avere como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> poter viaggiare per raggiungere nel suo ministero le famiglie piú lontane della sua<br />
parrocchia.<br />
Quando mi propose l'affare gli raccomandai molta prudenza consigliandolo anche ad attendere qualche<br />
buona occasione e specialmente facesse molta attenzione nella scelta del tipo <strong>di</strong> macchina. In un paese<br />
come O‟Brien dove per centinaia <strong>di</strong> Km in qualsiasi <strong>di</strong>rezione esistevano allora solo strade <strong>di</strong> terra ed in<br />
pessime con<strong>di</strong>zioni, occorreva una macchina adatta come poteva essere la Ford americana con un buon<br />
motore e ruote alte per potere transitare senza <strong>di</strong>fficoltà per strade fangose o arenose.<br />
Quando mi propose <strong>di</strong> comprare una Fiat gli <strong>di</strong>ssi <strong>di</strong> no, però un bel giorno si presentò in Buenos Aires<br />
accompagnato da due agenti della Fiat con una vettura nuova che secondo loro serviva al caso nostro. Feci<br />
loro osservare che invece non ci conveniva perché troppo bassa e quin<strong>di</strong> non atta per le strade <strong>di</strong> campagna<br />
e conclusi con il mio parere sfavorevole, cioè un bel no! Anche il P. Platania la pensava allo stesso modo.<br />
P. Ferrari però in seguito, si lasciò convincere e fece il contratto per una macchina Fiat tipo città con un<br />
motore 4 cilindri e <strong>di</strong> poca potenzialità (30 cavalli), per la somma <strong>di</strong> cinque mila pesos.<br />
Purtroppo accade il previsto. Con il cattivo tempo la macchina non serviva; rimaneva nei pantani e nella<br />
zone arenose e si riscaldava il motore. Allora si convinse anche lui <strong>di</strong> aver fatto un cattivo negozio, ma<br />
ormai era tar<strong>di</strong>. In occasione del Congresso Eucaristico la macchina serví ai padri visitatori in Buenos<br />
Aires; poi naturalmente tra le varie <strong>di</strong>sposizioni della santa visita nel novembre 1934 il rev.mo Superiore<br />
Generale incluse che il P. Ferrari cercasse <strong>di</strong> vendere detta macchina appena possibile e se necessario<br />
sostituirla con altra piú adatta. Come si vede fu un negozio sbagliato perché non si riusciva a venderla e<br />
finalmente ridotta in cattivo stato, ceduta ad un meccanico <strong>di</strong> O‟Brien per soli 500 pesos. Era una macchina<br />
da città e non da campagna ... Quando gli agenti della Fiat si ripresentarono per propormi un nuovo<br />
acquisto, li mandai. ... a farsi bene<strong>di</strong>re.<br />
Dopo la visita del Superiore Generale in O‟Brien non vi furono piú avvenimenti importanti perciò il<br />
1935 passò senza novità. Solamente conviene segnalare che si presentò la prospettiva <strong>di</strong> un ampliamento<br />
del territorio parrocchiale essendo stata segnalata alla curia <strong>di</strong> Mercedes, la convenienza <strong>di</strong> staccare la zona<br />
<strong>di</strong> Varnes dalla parrocchia <strong>di</strong> Bragado e <strong>di</strong> assegnarla a quella <strong>di</strong> O'Brien.<br />
1936. LA MORTE DEL P. POGGI<br />
Appena ricevuta la notizia della morte del P. Poggi avvenuta a Busalla il 2 febbraio, il P. Ferrari ne<br />
<strong>di</strong>ede avviso alla popolazione la domenica seguente, poi d'accordo con il P. Platania e con me, preparò il<br />
solenne funerale <strong>di</strong> trigesimo. Toccò a me celebrare la messa solenne e prima delle esequie ho parlato ai<br />
fedeli che gremivano la chiesa ponendo in rilievo le virtú sacerdotali e le attività missionarie del confratello<br />
defunto, esortandoli a conservare il ricordo <strong>di</strong> P. Poggi come incentivo per una vita piú cristiana.<br />
Erano troppo vivi i ricor<strong>di</strong> che mi avevano unito a lui perciò tanto nella celebrazione della messa quanto<br />
nel parlare non ho potuto occultare una certa commozione che pervase anche l'u<strong>di</strong>torio.<br />
Il ricordo <strong>di</strong> P. Poggi restò per molto tempo assai vivo in quanti ebbero la fortuna <strong>di</strong> trattare con lui ed<br />
apprezzarne le gran<strong>di</strong> doti <strong>di</strong> zelante sacerdote.<br />
P. PLATANIA PARROCO DI O’BRIEN<br />
29
In seguito al trasferimento <strong>di</strong> P. Ferrari alla parrocchia <strong>di</strong> San Felipe in B .Aires, previo accordo con<br />
Mons. Chimento, il P. Platania nell‟ottobre del 1930 si trasferí a O‟Brien. Il suo ingresso, secondo la sua<br />
volontà, fu in forma semplicissima tanto piú che la popolazione già, lo conosceva essendovi stato molte<br />
volte a celebrare ed a sostituire saltuariamente il P. Ferrari.<br />
Si mise subito al lavoro con impegno. Era solo, quin<strong>di</strong> si trovò in una posizione piú adatta al suo<br />
temperamento, ma aveva la cooperazione delle suore specialmente per il catechismo, l'or<strong>di</strong>ne e la pulizia<br />
della chiesa. Il suo lavoro in O‟Brien ebbe la piena approvazione del vescovo in occasione della visita<br />
pastorale il 30 ottobre 1937. Questa visita <strong>di</strong> Mons. Chimento merita particolare rilievo, era infatti la prima<br />
volta che un vescovo visitava O'Brien in forma ufficiale. Nell‟estate del 1925 vi era stato in forma privata,<br />
ospite del signor Boven, Mons. Copello allora ausiliare <strong>di</strong> La Plata ed aveva anche conferito il sacramento<br />
della Cresima. Dopo quella data solo l'otto <strong>di</strong>cembre 1934 amministrò la cresima. come delegato del<br />
vescovo <strong>di</strong> Mercedes Mons. Chimento, il nostro Superiore Generale P. Bruzzone. La visita del vescovo fu<br />
perciò un avvenimento memorabile per O'Brien. Il dottor Elias per l‟occasione lo ospitò nella palazzina<br />
della sua Estancia (fattoria) La Pataquita.<br />
In quei giorni anche io mi sono fatto un dovere <strong>di</strong> essere presente a O‟Brien ed ho avuto il piacere <strong>di</strong><br />
costatare che S. E. rimase sod<strong>di</strong>sfatto per l‟accoglienza avuta e specialmente per il numero <strong>di</strong> cresime e <strong>di</strong><br />
comunioni. Ebbe parole <strong>di</strong> lode per lo zelo <strong>di</strong> P. Platania e per le suore <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong>.<br />
P. Platania ebbe anche la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> presentare al Vescovo la chiesa ripulita e con un bel<br />
pavimento nuovo in piastrelle in sostituzione <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> legno. Costituivano anche un bell‟ornamento i 14<br />
bellissimi quadri della Via Crucis che mi erano stati regalati dalla Casa <strong>di</strong> oggetti religiosi “Festinessi e<br />
Defeo” <strong>di</strong> Buenos Aires. Si trattava <strong>di</strong> <strong>di</strong>pinti su tela e non <strong>di</strong> semplici stampe a colori, dotati anche <strong>di</strong><br />
cornice stile gotico confacente a quello della chiesa, e che ho creduto bene farne un dono alla nostra prima<br />
chiesa in Argentina anche perché nella chiesa <strong>di</strong> San Felipe in B. Aires il P. Bonaventura non solo non li<br />
apprezzava ma ne aveva già sciupato uno che ho dovuto far restaurare. Anche l'artistico pulpito in legno<br />
donatoci da Mons. Leonardo Artese parroco dell‟Assunzione della Vergine in B. Aires, serví molto bene<br />
per l‟occasione.<br />
LA MORTE DI P. ANTONIO G. PICCARDO<br />
La fine del 1937 purtroppo segnò un grave lutto per la nostra Congregazione. Anche P. Platania sentí<br />
molta pena per la morte del P. Antonio G. Piccardo che si può <strong>di</strong>re era stato il suo protettore ed egli gli era<br />
molto affezionato anche perché aveva aiutato i suoi famigliari in momenti per loro molto <strong>di</strong>fficili.<br />
ALTRI LAVORI NELLA CHIESA DI O’BRIEN<br />
Nel 1937 P. Platania aveva iniziato altri lavori importanti nella chiesa che terminarono nel 1938. Da<br />
notare la chiusura <strong>di</strong> alcune finestre laterali senza rompere l‟estetica della chiesa e la demolizione delle due<br />
grosse colonne e rispettivi archi davanti all‟altare; non servivano a nulla ed anche dal punto <strong>di</strong> vista<br />
decorativo erano tozze ed ingombranti. Ne risultò una migliore visuale dell‟altare e la chiesa acquistò un<br />
senso <strong>di</strong> maggior lunghezza. Fu davvero un bel lavoro. Anche il coro sopra l‟entrata (cantoria) venne<br />
sostituito con un altro in materiale piú solido e piú elegante. Qualche lavoro anche nella casa parrocchiale<br />
per renderla piú efficiente ed accogliente. P. Platania venne complimentato per tutti questi lavori.<br />
SISTEMAZIONE DELLE CASA OCCUPATA DALLE SUORE<br />
30
Nel l938 si pensò dare una sistemazione definitiva alle suore. La loro casa e terreno erano intestati a me<br />
ed al P. Ferrari ed esse vi avevano apportato <strong>dei</strong> miglioramenti ed eseguiti anche lavori <strong>di</strong> ingran<strong>di</strong>mento;<br />
era quin<strong>di</strong> necessario che tutto fosse <strong>di</strong> loro proprietà onde prevenire eventuali questioni per il futuro. Con<br />
il consenso <strong>dei</strong> rispettivi superiori maggiori <strong>di</strong> Roma, si convenne che non era il caso <strong>di</strong> fare da parte nostra<br />
una donazione ma che le suore la comprassero in una forma molto semplice e senza troppe <strong>di</strong>fficoltà ...<br />
eppure vennero fissate rate mensili, ma con loro si decise il modo seguente: esse avrebbero provveduto al<br />
vitto <strong>di</strong> P. Platania e il valore corrispondente accre<strong>di</strong>tato loro come prezzo della compera fino a<br />
raggiungere piú o meno la somma da noi anticipata per l‟acquisto (4000 pesos). Per vitto si intendeva<br />
solamente i piatti cal<strong>di</strong> per il pranzo e la cena. Cosa molto semplice.<br />
Logicamente il P. Platania avrebbe dovuto calcolare mensilmente una determinata somma equivalente al<br />
prezzo del vitto ricevuto e registrarla nelle entrate in apposita rubrica, in pratica però non fece niente.<br />
Certamente spese detta somma per i restauri della chiesa o della casa, ma neppure questo risultò sul registro<br />
<strong>di</strong> cassa. Avendogli fatto osservare questa irregolarità, specialmente dal Rev.mo Superiore Generale nella<br />
sacra visita <strong>di</strong> quello stesso anno, ne rimase mortificato e cominciò in lui uno stato <strong>di</strong> sconforto e <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sgusto.<br />
Certo egli non era molto pratico <strong>di</strong> amministrazione, <strong>di</strong>fetto un po‟ comune a tutti noi per non aver avuto<br />
una adeguata preparazione. Si andava avanti alla buona e con una certa semplicità, quin<strong>di</strong> anche se le<br />
somme furono spese per cose utili o necessarie, non sempre risultavano ed i superiori non potevano avere il<br />
controllo e la conoscenza esatta dell‟'amministrazione.<br />
VISITA DEL REV. MO SUPERIORE GENERALE A O’BRIEN.<br />
Dopo iniziata ufficialmente la sacra visita in San Felipe, il 26 <strong>di</strong>cembre si recò in O'Brien accolto anche<br />
questa volta, come già nel 1934, con simpatia dalla popolazione, dal P. Platania e dalle suore <strong>di</strong> <strong>Maria</strong><br />
<strong>Immacolata</strong> che lo misero a conoscenza <strong>dei</strong> loro problemi. Il Rev.mo Superiore si compiacque per i lavori<br />
eseguiti e per il bene realizzato. Rimase in O‟Brien qualche giorno, poi iniziata la sacra visita, ritornò a B.<br />
Aires, ma nei primi mesi del 1938 ritornò piú volte a O'Brien e cosí il P. Platania poté esporgli le sue<br />
<strong>di</strong>fficoltà, i suoi problemi in parte derivanti anche dalla situazione della sua famiglia ed avere da lui le<br />
norme ed i consigli necessari. Fu allora che il P. Platania manifestò il desiderio <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>spensato dai voti<br />
ed uscire dalla Congregazione, influí in questo anche lo stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sorientamento del suo fratello Salvatore<br />
sacerdote della nostra Congregazione. Il Rev.mo Superiore lo consigliò paternamente, lasciandolo però<br />
libero <strong>di</strong> meglio stu<strong>di</strong>are la sua situazione prima <strong>di</strong> prendere una decisone cosí grave.<br />
Quando nel maggio 1939 il Rev.mo Superiore terminata la sacra visita in Argentina, ripartí per Roma, il<br />
P. Platania nel salutarlo gli confermò il suo desiderio <strong>di</strong> passare al clero secolare e lo pregò <strong>di</strong> interessare <strong>di</strong><br />
questo suo problema i padri del Consiglio Superiore. Ma il Rev.mo P. Generale arrivò in Italia gravemente<br />
infermo e per alcuni mesi non poté occuparsi né <strong>di</strong> questo né <strong>di</strong> altri problemi. Perciò il P. Platania scrisse<br />
a me chiedendomi <strong>di</strong> favorirlo nel suo desiderio perché, secondo lui, come segretario generale residente a<br />
Roma, avrei potuto cercargli un vescovo benevolo anche in Italia. Questo non era possibile perché a norma<br />
del <strong>di</strong>ritto canonico spettava a lui iniziare la pratica facendo la domanda per iscritto ai superiori maggiori e<br />
cercarsi un vescovo <strong>di</strong>sposto ad incar<strong>di</strong>narlo. Su questo argomento ci fu tra me e P. Platania uno scambio<br />
<strong>di</strong> lettere ma la questione si poté risolvere quando in aprile del 1940 io feci ritorno in Argentina.<br />
31<br />
P. Tommaso Bertolotto
REALIZZAZIONI MISSIONARIE FRA I PRIMI FIGLI DI MARIA<br />
La sperata prossima realizzazione d'una prima missione della Congregazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> ci ha<br />
fatto ricercare come e quanto fin dai primissimi tempi dell'Opera <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> lo spirito <strong>missionario</strong><br />
ne animò i primi alunni e tra essi trovò zelanti campioni e infaticabili pionieri che trovarono poi sempre chi<br />
ne seguí con slancio le orme. “Noi leggevamo un giorno per <strong>di</strong>letto” può <strong>di</strong>re ancor oggi chi iniziò la<br />
generosa schiera...<br />
Giovani alunni <strong>di</strong> teologia, che si animavano a vicenda e gareggiavano nel bene, che erano assillati dal<br />
pensiero del miglior modo <strong>di</strong> rispondere alla alta vocazione, che si scambiavano consigli, eccitamenti in<br />
ricambio <strong>di</strong> tanta amicizia ... il giovane Arecco (chi non ha conosciuto fino a questi ultimi anni Mons.<br />
Arecco anima d'ogni opera buona specialmente giovanile?) e il giovane Ferretti intenti alla lettura del<br />
perio<strong>di</strong>co “Le Missioni Cattoliche” <strong>di</strong> Milano e in esso <strong>di</strong> una lettera accorata <strong>di</strong> un Vescovo dell'Asia che<br />
ripeteva il lamento che pur oggi accorata ripete la Chiesa: Messis multa, operarii pauci.<br />
Alla lettura si associò il giovane Gilar<strong>di</strong>. Si <strong>di</strong>scusse fra i tre; si sentí la voce <strong>di</strong> Dio. E il Gilar<strong>di</strong> rispose<br />
prontamente; tanto prontamente che passando sopra ad ogni umano riguardo si offrí subito al Direttore del<br />
Seminario “Missioni Estere” <strong>di</strong> Milano Mons. Marinoni.<br />
La vocazione manifestatasi attraverso quella lettura e allo zelo <strong>dei</strong> giovani chierici aveva trovato il<br />
terreno ben preparato.<br />
D. Gilar<strong>di</strong> fu accolto a Milano, partí nel 1881 per la Cina e là lavorò indefessamente, nelI‟Ho-nam per<br />
27 anni continui. Ancora vegeto e forte egli attualmente è a Milano addetto all‟insegnamento della teologia<br />
morale ai giovani studenti missionari.<br />
E per la strada aperta da lui si avviarono altri <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> ... Ecco il Luotto che avendo dovuto poi<br />
interrompere per ragioni <strong>di</strong> salute, fu esemplare professore <strong>di</strong> filosofia nei R. Licei e fu strenuo assertore<br />
della perfetta ortodossia del Savonarola; ecco il can. Don <strong>Maria</strong> Gustavo, apostolo per 42 anni della<br />
Birmania, tutto ardore <strong>di</strong> zelo, che nei vari perio<strong>di</strong> in cui la salute scossa l'obbligò a tornare in patria, fu<br />
cosí caro professore fra noi, pur sempre anelando con infinita nostalgia al ritorno fra i suoi Birmani. Intanto<br />
anche il Don Ferretti andava a lavorare nel suo ministero in America a New York.<br />
Quasi contemporaneamente Paro<strong>di</strong> Luigi, passato dai <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> ai Gesuiti, andava <strong>missionario</strong> alle<br />
Montagne Rocciose.<br />
Questi i pionieri, ma la nobile lista non si ferma qui: avrà il merito d'aprire la prossima nostra missione<br />
Don Domenico Poggi che fu al Brasile per 30 anni circa; si consumò nello zelo delle missioni Cinesi il<br />
Padre Lorenzo Torrazza passato anche lui ai Gesuiti; lavorano nella mistica vigna in Oceania il P.<br />
Giuseppe Minetti, in America il Padre Piffero Onorato, passato ai Padri Redentoristi, il rev. Schenone<br />
Giuseppe passato ai Signori della Missione, in Cina il P. Schiaffino <strong>dei</strong> Gesuiti e il Padre E. Vigo.<br />
Lavorò intensamente nel Messico Don Nicolò Grondona passato ai Salesiani, per poco non rimasto<br />
vittima della presente persecuzione. E quanto per le Missioni non lavorarono e non continuano a lavorare il<br />
nostro Don G. B. Tragella anima della <strong>di</strong>vulgazione e della propaganda missionaria e Don Attilio Garré,<br />
fondatore del Collegio per le Missioni in S. Ilario, sviluppatosi meravigliosamente nel corso <strong>di</strong> pochissimi<br />
anni?<br />
Bastino questi brevi cenni, con riserva <strong>di</strong> tornarci su con dettagli <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione, a segnare quanto il<br />
pensiero <strong>missionario</strong> accompagni lo sviluppo dell'Opera <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> e a ben auspicare quin<strong>di</strong> alla<br />
realizzazione <strong>di</strong> questo spirito in un'opera concreta e duratura <strong>di</strong> missioni della Congregazione che con ciò<br />
consacrerà finalmente uno <strong>dei</strong> piú cari ideali accarezzati dal compianto Superiore Generale che certo<br />
l'opera nuova bene<strong>di</strong>rà dal Cielo.<br />
E l'augurio traduciamo nelle parole del veterano <strong>dei</strong> nostri ex allievi missionari il P. A. Gilar<strong>di</strong>:<br />
“Faccio voti perché da codesta benedetta Casa, ora Congregazione, voglia il Signore mandarvi altri<br />
nuovi can<strong>di</strong>dati a continuare la bella tra<strong>di</strong>zione da me iniziata e sia anche quest'apostolato fra le genti<br />
pagane come una fiammella sprigionata da quell'amore da cui era penetrato il nostro santo fondatore G.<br />
32
Frassinetti e il degno continuatore della sua opera l'in<strong>di</strong>menticabile Superiore G-enerale P. Antonio<br />
Piccardo <strong>di</strong> S. M”.<br />
(Da Risonanze 1927)<br />
LA PARTENZA DEI NOSTRI PRIMI MISSIONARI<br />
Il primo sentimento deve essere <strong>di</strong> vive grazie al Signore: poco era mancato che la partenza si<br />
effettuasse sul “Principessa Mafalda”! e partirono a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> cosí pochi giorni, che alla prima notizia<br />
del grave <strong>di</strong>sastro tanti amici, <strong>di</strong>mentichi che il loro piroscafo era il “Duca degli Abruzzi”, rimasero<br />
sgomenti al solo pensiero della possibile sciagura che li avesse incolti proprio loro. Invece avevano toccato<br />
la loro “Terra promessa” proprio due giorni prima! Ringraziamone il cielo.<br />
Si era ventilato il pensiero <strong>di</strong> cui risuonò l'eco nella adunanza sul “Primiero” <strong>di</strong> una manifestazione<br />
pubblica e, per cosí <strong>di</strong>re, in largo stile per l'avvenimento che con l'aiuto <strong>di</strong> Dio sarà per la vita e per l'opera<br />
della Congregazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> l'inizio <strong>di</strong> un nuovo capitolo della piú alta importanza.<br />
Ragioni varie, non ultima quella del modesto riconoscimento del sentirsi ancora un pusillus grex davanti<br />
all'ar<strong>di</strong>mento della nuova impresa, consigliarono <strong>di</strong> sospenderla. Ma il pusillus grex sentí il comando del<br />
Nolite timere come <strong>di</strong>cevamo nell'ultimo numero e armato <strong>di</strong> tanta maggior fiducia m Dio e nella Vergine,<br />
quanto piú era conscio della propria debolezza, in nome <strong>di</strong> questa limitò a manifestazione famigliare quella<br />
su largo stile ventilata e in nome <strong>di</strong> quella entrò coraggiosamente nell'arringo.<br />
La sera del 4 ottobre intorno ai due padri partenti P. Poggi e P. Bertolotto si strinsero con il Superiore<br />
Generale P. Minetti e il P. Olcese venuti da Roma, i superiori tutti della Casa <strong>di</strong> Genova e del Collegio <strong>di</strong><br />
Rivarolo, gli alunni della Casa <strong>di</strong> Genova, aspiranti della Congregazione, una rappresentanza dell' Unione<br />
ex allievi fra cui amiamo ricordare oltre tutti i sopradetti superiori, í membri della presidenza, Don<br />
Gennaro, Don Minetto e Leoncini Giacomo, Mons. Corra<strong>di</strong>, prevosto <strong>di</strong> S. Lorenzo, Mons. Moglia, Mons.<br />
Casella, parroco <strong>di</strong> Pre, il Sac. P. Bruzzone parroco <strong>di</strong> S. Ambrogio, Don Rossi <strong>di</strong> S. Lorenzo, il clero della<br />
parrocchia, ecc. ecc.<br />
Mons. Arcivescovo <strong>di</strong> Genova in u<strong>di</strong>enza accordata pochi giorni prima aveva paternamente benedetto e<br />
beneaugurato alla santa iniziativa. S. E. Mons. G. M. De Amicis volle portare un po' prima il suo plauso e<br />
la sua bene<strong>di</strong>zione e si <strong>di</strong>sse lieto che una nuova opera <strong>di</strong> bene si iniziasse dai <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, lieto come<br />
Vescovo e lieto come Genovese. S. Ecc. Mons. G. Car<strong>di</strong>nale <strong>di</strong> passaggio a Genova pochi giorni prima<br />
aveva anche lui incoraggiato e benedetto.<br />
La funzione fu commovente, se pure il numero limitatissimo. <strong>dei</strong> partenti non poté darle quella solennità<br />
cosí gran<strong>di</strong>osa, accompagnata da tanto concorso <strong>di</strong> popolo che caratterizza ormai la partenza delle<br />
numerose, carovane <strong>di</strong> missionari delle .Congregazioni già .provette.<br />
Riuniti nella Cappella che già tanti anni passati sentí le aspirazioni <strong>di</strong> zelo e <strong>di</strong> apostolato in patria e<br />
fuori <strong>di</strong> tanti che in numero prossimo a quattrocento arrivarono poi ad esercitarlo nella vita missionaria, in<br />
quella religiosa e nella ecclesiastica <strong>di</strong>ocesana,il Superiore Generale bene<strong>di</strong>sse i crocifissi che consegnò ai<br />
due Missionari partenti come programma, e accompagnò la consegna con voce commossa ma ferma,<br />
sottolineando come l'unica spinta all'inizio dell‟opera fosse il desiderio della maggior gloria <strong>di</strong> Dio e della<br />
salute delle anime, inculcando ai due partenti e a chi li avrebbe seguiti, che questa fosse la loro unica mira,<br />
l'unica santa ambizione, promettendo a nome <strong>di</strong> tutti, confratelli e amici efficace ricordo <strong>di</strong> preghiere.<br />
Raccolse le parole paterne e ferme del Superiore Generale, il P. Poggi che rispondendo a nome anche<br />
del compagno ribadendo il concetto con fierezza apostolica: “Si va in cerca <strong>di</strong> anime!…” Ed espresse la<br />
volontà ferrea <strong>di</strong> corrispondere alta fiducia <strong>dei</strong> superiori, <strong>di</strong> affrontare stenti, privazioni. sacrifici per tener<br />
alta la ban<strong>di</strong>era della croce, per salvare anime con l'aiuto del cielo e per preparare la via ad altri e piú<br />
numerosi manipoli <strong>di</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>. E questo lo portò ad una vigorosa perorazione rivolta ai giovani<br />
33
aspiranti della Congregazione presenti, con l'augurio che tanti fra loro sentissero il santo entusiasmo <strong>di</strong><br />
consacrarsi all'opera altissima e che tutti intanto nella pietà la piú soda, nello stu<strong>di</strong>o piú indefesso,<br />
nell'addestrarsi al sacrificio piú generoso se ne rendessero degni. La bene<strong>di</strong>zione del SS. chiuse la festa<br />
religiosa.<br />
A questa seguí un famigliare ricevimento degli amici intervenuti e in esso non mancò la parola calda <strong>di</strong><br />
Don Gennaro che parlò in veste <strong>di</strong> rappresentante della Commissione Missionaria <strong>di</strong>ocesana e <strong>di</strong> segretario<br />
dell'Unione ex allievi, dell'una e dell'altra portando l'adesione calorosa e i voti piú fervi<strong>di</strong>.<br />
Nel circolo piú ristretto della comunità poi, l‟indomani, da superiori ed alunni, con parole <strong>di</strong> augurio,<br />
con parole <strong>di</strong> invi<strong>di</strong>a santa, con in<strong>di</strong>rizzi e poesiole, si coronarono le care manifestazioni, alle quali non<br />
mancarono gli in<strong>di</strong>rizzi, i telegrammi augurali dalle altre Case <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> e quelli degli ospiti della<br />
stessa Casa <strong>di</strong> Genova.<br />
E finalmente i Superiori vollero accompagnare sul “Duca degli Abruzzi” i cari Missionari partenti e non<br />
fu senza commozione vivissima che si staccarono da loro ripetendo i voti <strong>di</strong> tutti, e le speranze che il<br />
piccolo seme che andavano a spargere presto potesse con le bene<strong>di</strong>zioni del Cielo e con la assistenza<br />
materna dell'<strong>Immacolata</strong> germogliare prosperoso e fecondo ... Quod faxit Deus. . ^<br />
Nota simpatica. Nella commozione dell'ora i già soci e membri della Presidenza Sac. Eugenio Minetti e<br />
Leoncini Giacomo si iscrivevano soci perpetui ed esprimevano il desiderio che fosse segnalata la<br />
circostanza in cui compivano tale atto.<br />
Il presidente dell'Unione a prova tangibile dell'interessamento vivo dell'Unione stessa, pur non essendo<br />
stata fatta nessuna sottoscrizione all‟uopo versava come offerta dell'Unione lire cento.<br />
(Da Risonanze 1927)<br />
LE PRIME NOTIZIE<br />
Le prime notízie tanto attese arrivarono verso i 10 <strong>di</strong> novembre: erano state scritte in navigazione il 18<br />
ottobre, però prima dell'arrivo, forse non lungi dal luogo, dove pochi giorni dopo doveva miseramente<br />
affondare il Mafalda! Erano notizie <strong>di</strong> buon viaggio, sentimenti commossi all‟avvicinarsi alla nuova patria<br />
con un pensiero alla patria lasciata con generosità per l'alto ideale...<br />
Dopo una decina <strong>di</strong> giorni il Duca degli Abruzzi era arrivato; si era raggiunto La Plata, si attendevano le<br />
<strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> Mons. Vescovo. Ed ecco finalmente la notizia definitiva, scritta agli amici delle<br />
“Risonanze” dal P. Bertolotto anche a nome del suo compagno P. Poggi. La riportiamo senz'altro, non<br />
senza <strong>di</strong>chiarare all'amico lontano che ce ne ripromettiamo altre, che ci <strong>di</strong>cano sempre piú buone cose, che<br />
possano fra noi accrescere e allargare l'aura <strong>di</strong> simpatia che si associò ai primi passi, e che possa essere<br />
richiamo <strong>di</strong> nuove energie nel nuovo campo, per tanti <strong>dei</strong> nostri aspiranti, e perché no? anche per altri<br />
incoraggiati e attratti e vinti dall'esempio. E lasciamo la parola a P, Bertolotto:<br />
34<br />
O' Brien, 5 novembre 1927.<br />
Caro Padre Piccardo,<br />
mancherei al mio dovere se non mi ricordassi <strong>di</strong> lei e della Unione ex allievi. Mai come ora che ne sono<br />
lontano sentii tanto vivo il vincolo che ci unisce nel Signore. Sono certo che desidera qualche notizia da<br />
pubblicare su “Risonanze” ed eccomi a lei con la presente.<br />
Appena arrivati a Buenos Aires trovammo subito un sacerdote ed un commesso viaggiatore, entrambi<br />
italiani, inviati da Mons. Vescovo Francesco Alberti affinché si incaricassero <strong>di</strong> noi e del nostro bagaglio.<br />
Mons. Vescovo ci accolse con grande gentilezza ed affetto paterno: eravamo i primi <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> S. <strong>Maria</strong><br />
<strong>Immacolata</strong> che giungevano in terra americana ed Egli si <strong>di</strong>mostrò lieto <strong>di</strong> ospitarci nella sua <strong>di</strong>ocesi. Ci<br />
offrí
poi <strong>di</strong> venire qui ad O' Brien, paese che <strong>di</strong>sta 230 Km. da Buenos Aires. Si può <strong>di</strong>re che è una colonia <strong>di</strong><br />
Europei: infatti la colonia è composta <strong>di</strong> Italiani, Spagnoli, Irlandesi, Tedeschi e qualche Francese.<br />
Il Vescovo mi ha subito nominato parroco ed ora mi trovo già al lavoro. II territorio è molto vasto e non<br />
so neppure quanti giorni mi saranno necessari per fate il giro della parrocchia. Pensi che il cimitero, che<br />
non è certo ai confini, si trova a sette chilometri della Chiesa ... mi sarebbe conveniente un buon auto o un<br />
magnifico cavallo, ma per il momento bisogna che mi contenti <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> S. Francesco. Però non mi<br />
manca<br />
né salute né buona volontà e sotto la sicura guida <strong>di</strong> P. Poggi spero potrò compiere meno peggio il mio<br />
dovere.<br />
La Chiesa è <strong>di</strong> uno stile che non so neppure io classificare: è abbastanza ampia e si presenta bene. È<br />
de<strong>di</strong>cata a S. Patrizio, protettore dell'Irlanda, essendo stata costruita da un buon irlandese il sig. O' Brien,<br />
che <strong>di</strong>ede pure il nome al paese.<br />
Come ci <strong>di</strong>sse Mons. Vescovo qui vicino alla Chiesa vi é possibilità <strong>di</strong> aprire una scuola ed un collegio,<br />
ma certo non subito. La casa è come tutte le case del campo, poca cosa: consta <strong>di</strong> due camere e <strong>di</strong> una<br />
cucina, tutto a pianterreno; avendo però intorno molto terreno, potrà presto essere ingran<strong>di</strong>ta o adattata<br />
in modo da essere per lo meno comoda.<br />
Come vede gli inizi sono molto umili, ma non é stato lo stesso per la prima Casa <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> a<br />
Genova? lo spero molto nell'aiuto <strong>di</strong> Dio, nelle preghiere <strong>dei</strong> Confratelli e <strong>di</strong> tutti i componenti l'Unione ex<br />
Allievi, ai quali per mezzo suo mando un particolare saluto e ricordo. Si, mi ricor<strong>di</strong> a tutti e <strong>di</strong>ca ai soci<br />
che non <strong>di</strong>mentichino i Missionari <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, che in terreno molto arido una vera terra <strong>di</strong><br />
missione, come <strong>di</strong>sse Mons. Vescovo iniziano il lavoro per il comune ideale della gloria <strong>di</strong> Dio, la salute<br />
delle anime e anche per la <strong>di</strong>ffusione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>.<br />
35<br />
P. Tommaso Bertolotto.<br />
S. E. Rev.ma Mons. FRANCESCO ALBERTI, Vescovo <strong>di</strong> La Plata, si degnava nel frattempo assicurare<br />
al nostro Rev.mo Superiore Generale la sua alta protezione e il suo paterno compiacimento con i voti<br />
migliori che i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> potessero fare tanto bene nel campo ancora incolto offerto loro da <strong>di</strong>ssodare.<br />
La nostra Unione si unisce ai sensi <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> verso il Presule illustre e buono ed è<br />
lieta <strong>di</strong> presentare a Lui gli omaggi piú rispettosi e gli auguri piú vivi, essa che con il cuore accompagna i<br />
primi Missionari che spiegano sul campo del lavoro apostolico m quella plaga la ban<strong>di</strong>era <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Maria</strong>.<br />
(Da Risonanze 1927)<br />
CILE - RIVOLUZIONE DEL 1973<br />
Nonostante le penose privazioni <strong>di</strong> vitto che i nostri confratelli <strong>di</strong> Santiago e Valparaiso sentirono nei.<br />
mesi precedenti e imme<strong>di</strong>atamente seguenti la Rivoluzione Militare contro Allende (nell‟ambito del cui<br />
governo si preparava la famosa ora Z con grande bagno <strong>di</strong> sangue degli oppositori) sia essi che le<br />
popolazioni delle parrocchie loro affidate furono salvi.<br />
Mi permetto riportare un. brano della lettera del 2-10-1973 del P. Ettore Pasquale parroco <strong>di</strong> N. S. della<br />
Speranza. a Valparaiso (parrocchia sul Cerro omonimo, con popolazione <strong>di</strong> operai e poveri ,<br />
numerosissima)<br />
“Grazie a Dio e alla Madonna del Carmine siamo salvi! Se fosse arrivata l'ora"zeta" solo qui nel Cerro<br />
sarebbero scomparse 283 famiglie; tra esse noi.
Grazie alla Madonna del Carmine!: E noi già un mese prima, tutte le sere portavamo la Madonna <strong>di</strong><br />
casa in casa recitando il Rosario e pre<strong>di</strong>cando.<br />
Piú <strong>di</strong> una volta in quelle sere raccontai alla gente la grazia della Madonna della Guar<strong>di</strong>a che salvò<br />
Genova dalla guerra (e dalla <strong>di</strong>struzione).<br />
Raccontai il voto fatto dal Card, Boetto <strong>di</strong> fare missioni <strong>di</strong> 20 giorni in 50 parrocchie della città, se la<br />
guerra non fosse passata per le strade <strong>di</strong> Genova (1945).<br />
Poi lei sa la storia: il generale tedesco che consegnò le chiavi della città al Car<strong>di</strong>nale Botto…e p,<br />
Ettore a fare le Missioni alla Parrocchia <strong>dei</strong> Diecimila Crocifissi.<br />
Quando lei verrà, la gente le <strong>di</strong>rà…<br />
P. Ettore Pasquali<br />
(Da Testimonianze <strong>Maria</strong>ne, Roma 1975)<br />
LA MADONNA NELLA MIA VITA<br />
Uno <strong>dei</strong> ricor<strong>di</strong> piú cari della mia infanzia e adolescenza è quello della mia piissima mamma. Da essa<br />
fratelli e sorelle da piccoli abbiamo imparato a pregare e la recita del santo Rosario ogni sera, era una<br />
abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> famiglia - caro anche il ricordo del mese <strong>di</strong> maggio a cui ci faceva partecipare in parrocchia o<br />
al Santuario del Boschetto nei limiti del possibile e quando essa non poteva, ci faceva accompagnare dalla<br />
persona <strong>di</strong> servizio.<br />
Dalla mamma ho imparato anche tante giaculatorie che non ha mai <strong>di</strong>menticate e che mi furono <strong>di</strong> aiuto e<br />
<strong>di</strong> conforto nella mia lunga vita.<br />
La mamma era devotissima della Madonna del Buon Consiglio tanto venerata a Genova specialmente nella<br />
Cattedrale, ed ogni volta che si recava in città non tralasciava <strong>di</strong> farle una visita, e quando era possibile<br />
voleva che la accompagnassi specialmente quando, socia delle conferenza <strong>di</strong> San Vincenzo, si recava a<br />
visitare l'Ospedale Pamatone e allora mi metteva in mano la bustina con la offerta perché la consegnassi<br />
alle piú povere anziane e dandole un bacio <strong>di</strong>cessi loro: nonnina questo ve lo manda la Madonna. Penso<br />
che questa è la ragione delle vocazioni sorte nella mia famiglia.<br />
Durante il corso ginnasiale trascorso come alunno interno della Casa <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> a Genova (negli<br />
anni 1907-1912) ricordo che si celebrava con solennità il mese <strong>di</strong> Maggio che io seguivo volentieri, Non<br />
mi mancarono in quegli anni momenti <strong>di</strong> dubbio, <strong>di</strong> pena e <strong>di</strong>fficoltà fisiche e spirituali (cosa comune a<br />
tutti i giovani) ma in quelle belle sere del mese <strong>maria</strong>no ed anche nel canto <strong>dei</strong> vespri domenicali seguiti<br />
dalla Bene<strong>di</strong>zione Eucaristica. ho trascorso momenti <strong>di</strong> vero gusto spirituale.<br />
Di quegli anni ricordo pure le visite che ci faceva due o tre volte all'anno per alcuni giorni il P. Antonio<br />
Piccardo Superiore Generale quando arrivava da Roma accolto con una certa solennità e con nostra gioia.<br />
Ricordo che a volte specialmente alla sera dopo cena si tratteneva in ricreazione con noi; lo ascoltavamo<br />
volentieri; ci parlava <strong>di</strong> tante cose e concludeva invitandoci ad amare la Madonna ed a servirla noi<br />
specialmente nella Pia Casa <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>.<br />
Entrato poi in congregazione ebbi la fortuna <strong>di</strong> avere per maestro <strong>dei</strong> novizi e padre spirituale il P. Antonio<br />
Minetti <strong>di</strong> santa ed in<strong>di</strong>menticabile memoria. Vi fu anche per me in quel periodo qualche momento <strong>di</strong><br />
dubbio o <strong>di</strong> esitazione ed egli mi insegnò a vincere ogni <strong>di</strong>fficoltà sotto lo sguardo materno <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>,<br />
Inoltre non potrò mai <strong>di</strong>menticare il caro confratello ch. Giacomo Peluppo ed ho sempre avuto vive nella<br />
mente le parole <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>o che mi <strong>di</strong>sse in punto <strong>di</strong> morte: “Ama la Madonna, ama la<br />
Congregazione…onorala”<br />
Verso la fine del 1914 venne l'ora del servizio militare e nei 57 mesi <strong>di</strong> quella vita venni a trovarmi nelle<br />
situazioni piú svariate, buone e cattive, liete e tristi. Per chi non ha fatto il servizio militare e per <strong>di</strong> piú in<br />
tempo <strong>di</strong> guerra non può farsi una idea <strong>di</strong> certe situazioni e <strong>di</strong> certe sofferenze fisiche e morali.<br />
Per quanto riguarda la mia devozione alla Madonna in quelle circostanze, ricordo che l'ho sempre pregata<br />
ed inoltre nel 1917 durante una azione <strong>di</strong> guerra molto violenta, dopo un lungo bombardamento lacerante<br />
36
ed opprimente, a breve <strong>di</strong>stanza del nemico attaccante, nel colmo del nervosismo; supplicai la Madonna a<br />
conservarmi la serenità dello spirito e la padronanza <strong>dei</strong> miei atti, promettendo se avessi salva la vita <strong>di</strong><br />
seguire nella sua e mia Congregazione e de<strong>di</strong>carmi anche alle missioni.<br />
Nel periodo della prigionia in Germania, dopo Caporetto, sei mesi in un campo <strong>di</strong> concentramento ed altri<br />
otto obbligato a lavori <strong>di</strong> campagna in una fattoria, mi è stato <strong>di</strong> grande conforto specialmente la recita del<br />
Santo Rosario...<br />
Rimpatriato nel marzo del 1919 ed ottenuta una licenza <strong>di</strong> 20 giorni mi sono fatto un dovere <strong>di</strong> recarmi al<br />
Santuario del Boschetto insieme ai miei familiari per ringraziare la Madonna delle grazie che mi aveva<br />
concesse, incolumità personale e la conservazione della fede e della vocazione.<br />
Circa il mio apostolato <strong>maria</strong>no, come sacerdote, in Argentina,nella fondazione <strong>di</strong> tutte le nostre parrocchie<br />
che ho dovuto curare personalmente, ho cercato <strong>di</strong> dare vita alla Congregazione delle <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> come<br />
si faceva allora; ed esse formarono il nucleo <strong>di</strong> buone catechiste e in seguito la base del centro delle giovani<br />
<strong>di</strong> azione cattolica.<br />
In O'Brien nel 1927 avevo trovato che vi era nella chiesa la statua della Madonna <strong>di</strong> Lujan e questo mi è<br />
servito <strong>di</strong> base per l'inizio dell'apostolato. In Argentina e specialmente nella provincia <strong>di</strong> Buenos Aires,<br />
Lujan è il Santuario principe. Cosí appena avviata la vita parrocchiale, ho potuto organizzare un bel<br />
pellegrinaggio da O'Brien a Lujan con treno speciale e per la propaganda mi sono servito <strong>di</strong> alcune famiglie<br />
<strong>di</strong> irlandesi.influenti nella zona e cattolici praticanti; fu un vero trionfo anche perché era il primo che si<br />
realizzava in quella zona.<br />
In genere ho notato che nelle varie zone affidate alle nostre cure spirituali la popolazione è formata da<br />
oriun<strong>di</strong> <strong>di</strong> varie nazioni europee specialmente dell'Italia, della Spagna, del Portogallo ecc, dove sono tanti<br />
Santuari <strong>maria</strong>ni e da questo ho preso l'occasione, tanto nella pre<strong>di</strong>cazione come nelle riunioni famigliari<br />
ed anche in conversazioni private, per ricordare i loro paesi <strong>di</strong> origine richiamando il ricordo <strong>di</strong> tante feste e<br />
<strong>di</strong> certe cerimonie e pellegrinaggi ai Santuari delle loro province.<br />
Per molti questo serví come un risveglio per ritornare poco a poco alla pratica della vita cristiana. Con<br />
questo ho avuto anche la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> assistere a conversioni sincere ed al ritorno a Dio <strong>di</strong> tanti che lo<br />
avevano <strong>di</strong>menticato,<br />
Con lo sviluppo delle nostre opere assistiamo ora allo spettacolo <strong>di</strong> realizzazioni veramente belle ed anche<br />
gran<strong>di</strong>ose sorte e cresciute sotto la protezione <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>.<br />
Durante il Congresso Eucaristico internazionale <strong>di</strong> Buenos Aires nel 1934 c'è stata una giornata de<strong>di</strong>cata<br />
alla Madonna ed anche quello fu un vero trionfo e sono stato felice <strong>di</strong> avervi potuto partecipare<br />
<strong>di</strong>rettamente come membro della commissione italiana.<br />
Nel 1954, anno <strong>Maria</strong>no, vi fu presso il Santuario <strong>di</strong> N. Signora <strong>di</strong> Lujan una giornata straor<strong>di</strong>naria con<br />
riunioni al mattino e nel pomeriggio sotto la presidenza del Rev.mo Padre Larraona, segretario della S.<br />
Congregazione <strong>dei</strong> religiosi e poi car<strong>di</strong>nale ed io ho avuto la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> parteciparvi in nome e<br />
rappresentanza della nostra Congregazione.<br />
Ora nei miei tar<strong>di</strong> anni ringrazio la nostra Madre <strong>Immacolata</strong> che mi ha concesso <strong>di</strong> trascorrerli in questa<br />
casa ad Essa de<strong>di</strong>cata dove nel silenzio e nel raccoglimento posso con tranquillità pensare all'anima mia.<br />
Chiedere perdono delle mie colpe e delle negligenze ed errori commessi nell'esercizio del sacro ministero e<br />
nella vita religiosa, in attesa e nella fiducia <strong>di</strong> poterla ringraziare in cielo.<br />
Ecco con tutta semplicità quanto ricordo della mia vita e del mio ministero relazionato con la mia<br />
devozione alla Madonna.<br />
Roma, 14 maggio 1975<br />
(Da Testimonianze <strong>Maria</strong>ne, Roma 1975)<br />
37<br />
P- Tommaso Bertolotto
Parte seconda<br />
Verso il terzo millennio<br />
LA FECONDITÀ MISSIONARIA DELLA CONSACRAZIONE<br />
La storia attesta le gran<strong>di</strong> benemerenze delle famiglie religiose nella propagazione della fede e nella<br />
formazione <strong>di</strong> nuove Chiese: dalle antiche istituzioni monastiche agli or<strong>di</strong>ni me<strong>di</strong>evali, fino alle moderne<br />
congregazioni.<br />
Agli istituti <strong>di</strong> vita attiva ad<strong>di</strong>to gli immensi spazi della carità, dell'annunzio evangelico, dell'educazione<br />
cristiana, della cultura e della solidarietà verso i poveri, i <strong>di</strong>scriminati, gli emarginati e oppressi.<br />
Tali istituti, tendano o meno a un fine strettamente <strong>missionario</strong>, si devono interrogare circa la loro<br />
possibilità e <strong>di</strong>sponibilità a estendere la propria azione per estendere il regno <strong>di</strong> Dio. Questa richiesta è stata<br />
accolta nei tempi piú recenti da non pochi istituti, ma vorrei che fosse meglio considerata e attuata per un<br />
autentico servizio.<br />
La Chiesa deve far conoscere i gran<strong>di</strong> valori evangelici <strong>di</strong> cui è portatrice, e nessuno li testimonia piú<br />
efficacemente <strong>di</strong> chi fa professione <strong>di</strong> vita consacrata nella castità, povertà e obbe<strong>di</strong>enza, in totale<br />
donazione a Dio e in piena <strong>di</strong>sponibilità a servire l'uomo e la società <strong>di</strong> Cristo.<br />
.<br />
IL CAMMINO CONTINUA<br />
38<br />
Dai <strong>di</strong>scorsi del Papa Giovanni Paolo II<br />
L‟ansia missionaria della Chiesa cosí viva in Padre Piccardo e che si è inverata negli anni successivi ha<br />
spinto i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> a nuove aperture che da non molte iniziate incominciano ora ad assumere una
fisionomia piú definita. Questo cammino lo tratteggiamo attraverso scritti ufficiali e no. Sono essi un primo<br />
sprazzo <strong>di</strong> luce su una storia che si sta appena delineando.<br />
Un ritorno alle ra<strong>di</strong>ci spirituali<br />
guardando verso oriente<br />
LETTERA DI FAMIGLIA 38<br />
39<br />
Roma, 15 gennaio 1989<br />
Festa della Provvidenza<br />
Miei Confratelli,<br />
il 25 gennaio partirò per una proposta vocazionale nelle lontane Filippine. Verrà con me il P. Barberini<br />
che, nonostante i suoi 72 anni, non ha perso il suo entusiasmo. A voi, cari confratelli, l'invito alla preghiera:<br />
rimanete sul monte con Mosè, con Gesú, supplicando con fiducia il Padre.<br />
L'aspetto vocazionale appartiene organicamente a tutta la Congregazione e ne manifesta la <strong>di</strong>mensione<br />
piú vitale. Esso traduce in trasparenza la sponsalità e la paternità spirituale <strong>di</strong> ogni confratello: nessuno<br />
deve sentirsi dunque espropriato da questa interiore necessità <strong>di</strong> comunicare vita.<br />
Il nostro essere religiosi, il nostro servire da religiosi si esprime e si autentica anzitutto nel comunicare<br />
frutti <strong>di</strong> vita, segni vivi della presenza <strong>di</strong> Dio tra noi. È questo un ruolo molto esigente, è questo il nostro<br />
imperativo vitale.<br />
Ognuno si senta tramite <strong>di</strong> questo Dio che in Cristo chiama e si dona sempre e ovunque, ognuno<br />
personalizzi la chiamata in un <strong>di</strong>alogo spirituale con il giovane: <strong>di</strong>alogo che susciti libertà, orientamento al<br />
dono, fino al dono <strong>di</strong> sé. Ogni nostro luogo <strong>di</strong> preghiera o <strong>di</strong> lavoro possa <strong>di</strong>venire luogo <strong>di</strong> trasparenza<br />
vocazionale.<br />
Andando nelle Filippine porto nel mio animo quei sentimenti che animarono i primi tre <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong><br />
nel salire al santuario della Madonnetta: aiutare i ragazzi poveri a seguire Cristo nella vocazione<br />
sacerdotale.<br />
Lo vedo come un ritorno alle nostre ra<strong>di</strong>ci spirituali e storiche ed insieme un superamento <strong>di</strong> quella certa<br />
propensione ad appagarsi nelle posizioni a noi piú consone, o piú comode, o piú gratificanti.<br />
Cari confratelli. lasciamoci sorprendere dal Signore e, se necessario lasciamoci pure spiazzare. Come<br />
<strong>Maria</strong>. viviamo nello stupore della fede: ciò che abbiamo ricevuto dall'Angelo, me<strong>di</strong>tiamolo. preghiamolo.<br />
viviamolo e ridoniamolo ad Elisabetta, a Giuseppe, ai pastori, ai magi, ai confratelli ai nostri giovani.<br />
Grazie per la preghiera ed i segni <strong>di</strong> fede con i quali voi confratelli, uniti ai molti amici <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Maria</strong>, accompagnerete questo viaggio: grazie nella benevolenza e nella riconoscenza piú sincera.<br />
Ringrazio le Suore Riparatrici del Sacro Cuore che ci hanno aperto la strada e affido alla Vergine <strong>Santa</strong><br />
ed al P. Renzi questa iniziativa vocazionale. Vi saluto con affetto.<br />
Missione Filippine<br />
sta sorgendo qualcosa <strong>di</strong> nuovo<br />
LETTERA DI FAMIGLIA 40<br />
P. Luigi Fain Binda<br />
Superiore. Generale<br />
Roma, 2 aprile 1989
Miei Confratelli,<br />
siamo rientrati l‟8 marzo dopo 18 ore <strong>di</strong> volo e 40 giorni <strong>di</strong> permanenza nelle Filippine. È una nazione<br />
simile all‟Italia per numero <strong>di</strong> abitanti ed estensione; ma frazionata in 7000 isole. La<br />
popolazione è molto religiosa, accogliente, laboriosa, mite e frugale nelle sue esigenze: il cibo piú<br />
comune è il riso, il pesce e la frutta tropicale. La famiglia è numerosa e unita, alta è pure la percentuale<br />
degli studenti. La classe me<strong>di</strong>a è molto esigua, molti sono i ricchi ma ancor piú i poveri in quanto il salario<br />
dell‟operaio o lo stipen<strong>di</strong>o dell‟insegnante e dell‟impiegato è relativamente basso.Molti poi sono i<br />
poverissimi, ossia quanti hanno un lavoro precario in città o in campagna.<br />
Per questo nel foglio <strong>di</strong> proposta vocazionale che ho inviato oltre alle in<strong>di</strong>cazioni circa lo spirito della<br />
Congregazione e le sue opere, mi sono permesso <strong>di</strong> accennare ai centers of assistance to the poor, anche<br />
incoraggiato dall'art. 90 delle Costituzioni.<br />
I sacerdoti e le suore godono <strong>di</strong> molto rispetto. Le vocazioni sacerdotali e religiose hanno raggiunto il<br />
livello piú alto 10 anni fa, ma anche ora i seminari e gli aspirantati maschili e femminili sono fiorenti.<br />
Dicono che le vocazioni femminili hanno piú tenuta, soprattutto quelle formate m Italia.<br />
Noi dobbiamo una grande riconoscenza alle Suore Riparatrici del Sacro Cuore che ci hanno ospitato a<br />
Manila ed aiutato in mille mo<strong>di</strong>.<br />
Attraverso il Card. Sin abbiamo incontrato una Chiesa attenta, che sente il bisogno della presenza <strong>dei</strong><br />
Religiosi e li accoglie con gratitu<strong>di</strong>ne. Dopo il cor<strong>di</strong>ale benvenuto ed il suo interessamento il Car<strong>di</strong>nale ci<br />
ha<br />
invitato ad aprire presto una casa-seminario a Manila, confidandoci, con sguardo lungimirante, che<br />
vede delinearsi nelle Filippine il centro <strong>missionario</strong> proiettato verso la Cina.<br />
Il nostro Consiglio superiore in data 28.3.89, dopo aver ascoltato la relazione sul lavoro svolto nel<br />
viaggio <strong>missionario</strong> nelle Filippine, ha deliberato l'acquisto <strong>di</strong> una casa a Manila, situata nelle vicinanze<br />
delle Suore Riparatrici e <strong>dei</strong> Padri Rogazionisti ed ha approvato la proposta <strong>di</strong> accogliere m Italia il primo<br />
nucleo <strong>di</strong> Aspiranti.<br />
Cari confratelli, il desiderio <strong>di</strong> Dio ci accomuna tutti, tutti siamo stati raggiunti dal suo amore che<br />
chiama e accompagna, perdona e sorprende. Si, lasciamoci sorprendere dalle cose belle che deve ancora<br />
fare in noi. Porto ancora negli occhi i colori del mare e quasi in trasparenza i volti, gli sguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> tanti<br />
giovani incontrati nelle chiese, per le strade, nelle scuole, nelle università ed in particolare i nomi <strong>di</strong> quelli<br />
che hanno risposto Si alla chiamata vocazionale.<br />
È iniziato con loro un coraggioso <strong>di</strong>alogo <strong>di</strong> fede, una proposta <strong>di</strong> assiduità con il Signore .È Cristo che<br />
vogliono seguire ed amare <strong>di</strong> un amore cosí grande che tutto il resto viene relativizzato a questo e<br />
l'abbandonare la casa, la famiglia, lo stu<strong>di</strong>o, il lavoro, è un grande segno <strong>di</strong> povertà e <strong>di</strong> coraggio. Sono<br />
questi i primi aspiranti che il Signore ci dona dal lontano Oriente.<br />
Una confidenza: in questa itineranza vocazionale mi ha guidato solo tanta fede, mi hanno sorretto le<br />
centinaia <strong>di</strong> persone in preghiera, cominciando dal buon P. Barberini, cosí assiduo nella cappella delle<br />
Suore Riparatrici. Nella mia vita sacerdotale non mi era ancora accaduto <strong>di</strong> celebrare l'Eucaristia per 40<br />
giorni <strong>di</strong> seguito, seguendo quest'unica intenzione: Signore, Vocazioni! e l'efficacia della preghiera l'ho<br />
toccata con mano, tanto da <strong>di</strong>re piú volte: E' il Signore.<br />
Sono partito come analfabeta, senza conoscere l'inglese e tanto meno il tagalog ed ecco una suora, un<br />
piccolo pro<strong>di</strong>gio <strong>di</strong> qualità umane e <strong>di</strong> grazia <strong>di</strong> Dio, che mi ha aiutato, accompagnato, tradotto con rara<br />
sensibilità nelle varie lingue e, garantendo con la sua presenza e con la sua fisionomia tipicamente filippina<br />
da Manila a Iloilo, a Cebú e a Bohol, ci si aprivani i conventi e le case <strong>dei</strong> vescovi per ospitarci.<br />
L'aereo il geepnee, il triciclo. erano i mezzi <strong>di</strong> trasporto; l‟obbiettivo: arrivare in quella chiesa, in quella<br />
scuola, in quelle università per incontrare i giovani come <strong>Figli</strong>o <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, con una proposta da <strong>Figli</strong>o <strong>di</strong><br />
40
<strong>Maria</strong> che si sviluppava abitualmente in tre incontri e, dove era possibile, si concludeva con la visita alla<br />
famiglia, pregando insieme. Sono <strong>di</strong>eci. do<strong>di</strong>ci, i giovani amici che stanno preparando i documenti per<br />
venire in Italia.<br />
Sta sorgendo qualcosa <strong>di</strong> nuovo, siamo in gara con noi stessi e con il tempo; è necessario pensare in<br />
modo nuovo, guardare oltre la propria porta <strong>di</strong> casa, andare oltre certi modelli <strong>di</strong> lavoro troppo in<strong>di</strong>viduale,<br />
entrare in una nuova cultura vocazionale.<br />
Sento <strong>di</strong> avere bisogno per questo progetto <strong>di</strong> tutti voi e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una forte concentrazione <strong>di</strong> forze, <strong>di</strong><br />
volontà, <strong>di</strong> idealità, <strong>di</strong> preghiera. Dobbiamo respirare a due polmoni: quello <strong>di</strong> casa e quello <strong>di</strong><br />
Congregazione.<br />
Gli aspiranti filippini verranno m Italia, vengono come gruppo, come comunità <strong>di</strong> aspiranti alla nostra<br />
stessa vita religiosa; questo è un avvenimento importante da leggere con intelligenza e con fede. È un<br />
valore grande, ma anche un problema; valore e problema circa la nostra identità, la nostra appartenenza, la<br />
nostra partecipazione. Ossia:<br />
• Ci apre ad un apporto pluralistico <strong>di</strong> energie, <strong>di</strong> costumi, <strong>di</strong> cultura, <strong>di</strong> lingua, pur nella stessa fede e<br />
nello stesso Spirito.<br />
• La nostra appartenenza alla Congregazione si <strong>di</strong>lata, si confronta con nuove realtà e si misura e si<br />
verifica sulla capacità <strong>di</strong> accogliere e farsi accogliere nella reciproca fiducia.<br />
• La nostra partecipazione a questo progetto <strong>di</strong> crescita va nell'or<strong>di</strong>ne della comunicazione <strong>dei</strong> valori,<br />
delle idee, <strong>dei</strong> beni, e quin<strong>di</strong> nella con<strong>di</strong>visione delle fatiche, nel reciproco aiuto per costruire il Regno <strong>di</strong><br />
Dio.<br />
A questo proposito invito ogni confratello ed ogni comunità a riflettere con animo costruttivo ed a<br />
pregare, in modo da pre<strong>di</strong>sporre le con<strong>di</strong>zioni piú idonee a questo incontro <strong>di</strong> grazia, che il Signore ci dona.<br />
Vi saluto con affetto<br />
P. Luigi Fain Binda<br />
Superiore Generale<br />
LETTERA DI FAMIGLIA 41<br />
Il sogno polacco<br />
Roma, 25 marzo 1990<br />
Annunciazione <strong>di</strong> Gesú<br />
Miei Confratelli,<br />
sentiamo la voce <strong>di</strong> Dio negli avvenimenti <strong>di</strong> questi ultimi mesi? L'esigenza <strong>di</strong> libertà che si è<br />
sprigionata ed affermata all‟Est, il richiamo coraggioso alle ra<strong>di</strong>ci spirituali dell'uomo, non ci pongono in<br />
ascolto?<br />
Non ci rimandano allo Spirito perché rafforzi anche in noi l'uomo interiore (Ef, 3)? Non riaffiora anche<br />
in noi spontaneo, come acqua sorgiva, il richiamo perentorio <strong>di</strong> Gesú: dunque pregate (Lc 10)?<br />
Stupore, gioia, riconoscenza, invade il nostro animo, ripensando ai vari Mindszenty, Beran, Wyszyńsky,<br />
Stepinac e cento e mille altri testimoni <strong>di</strong> Cristo.<br />
La vocazione al martirio <strong>dei</strong> fratelli dell‟Est ci fa uscire dai nostri fragili equivoci e ci porta al centro <strong>di</strong><br />
quell‟Evento Pasquale che rende possibile il dare la propria vita. Entriamo anche noi in umiltà ed in<br />
preghiera in questi eventi <strong>di</strong> eccezionale grandezza: le trombe <strong>di</strong> Gerico risuonano ancora!<br />
La preghiera è davvero forte, non delude mai, pren<strong>di</strong>amo fiducia, il Signore ci vuole aperti a nuove<br />
speranze in questa nuova grande casa comune europea.<br />
41
Da un anno vado coltivando un sogno, quello <strong>di</strong> andare in Polonia e in Cecoslovacchia, per una proposta<br />
vocazionale; voi, carissimi, seguitemi con la preghiera e fate pregare. Presto partirò.<br />
La nostra presenza a Tarnów<br />
LETTERA DI FAMIGLIA 45<br />
42<br />
Roma 13 febbraio 1991<br />
Molte sono le me<strong>di</strong>azioni che il Signore ci offre attraverso la sua Parola, la liturgia, i tempi liturgici, i<br />
cammini <strong>di</strong> fede, le persone, gli ambienti, gli eventi, ma ricor<strong>di</strong>amolo: la comunità religiosa non potrà mai<br />
essere sostituita nel suo compito <strong>di</strong> testimonianza e <strong>di</strong> annuncio; rimarrà sempre valido quel: "venite a<br />
vedere" (Gv 1,39) che ci interpella e ci responsabilizza alla sorgente stessa del nostro esistere. del nostro<br />
spirituale co<strong>di</strong>ce genetico.<br />
Come <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> la preghiera ed il <strong>di</strong>alogo, primizia della carità sono i tratti sorgivi ed essenziali<br />
della nostra fisionomia spirituale, il cammino lungo il quale an<strong>di</strong>amo maturando la nostra vocazione alla<br />
santità <strong>di</strong>venendo un vero focolare vocazionale. Portiamo questo fuoco all'Est.<br />
Entro il mese <strong>di</strong> aprile 1991 si realizzerà la presenza della nostra <strong>di</strong>letta Congregazione in terra <strong>di</strong><br />
Polonia ed esattamente nella Diocesi <strong>di</strong> Tarnów, inizialmente presso il santuario <strong>di</strong> Tuchów, retto dai Padri<br />
Redentoristi, sede del loro studentato teologico.<br />
I carissimi padri Valter Palombi e Mario Roncella hanno offerto la loro generosa <strong>di</strong>sponibilità ad<br />
avviare questo nuovo campo <strong>di</strong> lavoro.<br />
In questa santa Quaresima prepariamo e sosteniamo la nuova missione con una preghiera incessante.<br />
Grazie, Signore; grazie, Vergine <strong>Immacolata</strong>; grazie confratelli tutti.<br />
Preghiamo, preghiamo per la pace.<br />
Vi saluto con affetto<br />
P. Luigi Fain Binda<br />
Superiore Generale<br />
In<strong>di</strong>rizzo in Polonia:<br />
Ul. Wysoka 1<br />
33-170 TUCHÓW<br />
Polonia<br />
Missione-Polonia<br />
Miei Confratelli,<br />
LETTERA DI FAMIGLIA 52<br />
Roma, 25 ottobre 1992<br />
Otto ottobre 1992: da Verona a BRZOZÓWKA sono 1200 Km. Il viaggio in autunno è un incanto, tra<br />
cento e piú tonalità <strong>di</strong> giallo che <strong>di</strong>alogano tra loro nel riflettere e quasi rifrangere i raggi del sole in una<br />
pioggia ritmata <strong>di</strong> luce e tu, senza accorgerti, ti ritrovi come in preghiera in una lunga cattedrale dalle<br />
vetrate che si rincorrono tra faggi e larici, tra pioppi, aceri e betulle.
È la sesta volta che parto per la Polonia e questo è stato un trasferimento gioioso, su <strong>di</strong> un Ford Transit,<br />
carico all'inverosimile <strong>di</strong> ogni ben <strong>di</strong> Dio, con al volante P. Venturino ed il Signor Adamo e come<br />
navigatori o, meglio, programmatori missionari P. Marcello ed il Signor Franco Palma.<br />
È aria <strong>di</strong> festa quando si va per bene<strong>di</strong>re, per inaugurare qualche cosa che senti profondamente tua, della<br />
tua Congregazione, <strong>di</strong> quella realtà sacra che porti dentro <strong>di</strong> te come carne della tua carne e che riconosci<br />
nei confratelli, nelle loro comunità, nelle loro case ovunque esse siano.<br />
È grande festa quando nasce una casa missionaria-vocazionale: senti che l'amore <strong>di</strong> Dio è efficace e ciò<br />
che nasce <strong>di</strong>viene un <strong>figli</strong>o pre<strong>di</strong>letto. Oggi BRZOZÓWKA è una realtà: grazie caro P. Valter, caro P.<br />
Mario, caro P. Francesco.<br />
Sono convinto per educazione, per cultura e per esperienza che il carisma <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> S. <strong>Maria</strong><br />
<strong>Immacolata</strong> sia oggi quanto mai attuale, data la fisionomia spirituale, <strong>maria</strong>na, familiare ed apostolica, con<br />
quella sua particolare attenzione ai giovani per una educazione ai valori che contano, mirando alla<br />
ra<strong>di</strong>calità intellettuale, evangelica e vocazionale.<br />
Incoraggiato dalla apertura missionaria-vocazionale nell'area Asiatica. parlandone in Consiglio<br />
Superiore, si è ritenuto giunto il momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>latare il nostro cuore e la nostra presenza all‟Europa<br />
dell‟Est, iniziando dalla Slovacchia-Polonia.<br />
Molti confratelli hanno con<strong>di</strong>viso subito questo progetto e centinaia <strong>di</strong> persone a noi vicine, dalle<br />
Sorelle <strong>di</strong> Oristano, alle Comunità del Poetto, agli amici <strong>di</strong> tutte le nostre Case, hanno manifestato la loro<br />
sollecitu<strong>di</strong>ne impegnandosi a sostenere la Missione-Polonia, imitando Mosè in preghiera.<br />
Non era ancora uscita la Redemptoris missio, infatti è del 7 <strong>di</strong>cembre 1990, ma da tempo andavo<br />
coltivando in me quanto ho poi visto confermato e ampliato ai numeri 60-2, 62, 73, 78 della medesima:<br />
• l'amore apre alla missione;<br />
• la missione rinnova la Chiesa, rinvigorisce la fede e l'identità cristiana, dà nuovo entusiasmo e nuove<br />
motivazioni;<br />
• le comunità ecclesiali devono collegarsi, scambiarsi energie e mezzi;<br />
• il sacrificio del <strong>missionario</strong> deve essere con<strong>di</strong>viso e sostenuto da quelli <strong>dei</strong> laici;<br />
• oggi crescono le offerte e minacciano <strong>di</strong> scomparire le vocazioni missionarie!<br />
Animato da questo medesimo spirito, il 21 novembre 1989 mi recai, accompagnato dal nostro P. Muzzi,<br />
presso il Segretario della Conferenza Episcopale Polacca, Mons. Dąbrowski, qui a Roma. L'arcivescovo ci<br />
ascoltò con interesse, profuse i suoi consigli, in<strong>di</strong>cò la strada piú adatta e bene<strong>di</strong>sse la coraggiosa iniziativa,<br />
scrivendo in polacco su <strong>di</strong> un minuscolo foglietto, che aveva a portata <strong>di</strong> mano, la prima proposta<br />
vocazionale per i giovani: Chcesz nasladować Jezusa z bliska w zvcin zakonnym? (vuoi seguire Gesú piú<br />
da vicino nella vita religiosa?).<br />
Il 18 <strong>di</strong>cembre 1989 m Argentina, accompagnato dal nostro P. Mario Quadraccia, confidai il progetto-<br />
Polonia al <strong>missionario</strong> P. Eugenio Gancarz della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Tarnów, che accettò <strong>di</strong> accompagnarmi nel<br />
giugno successivo, in quanto lui stesso desiderava andare a visitare la mamma anziana e pregare sulla<br />
tomba del papà.<br />
Ritornato m Italia, il 10 gennaio mi recai alla Chiesa Polacca m via delle Botteghe Oscure dove<br />
l'anziano mons. Michalwasky mi regalò il libro per la S. Messa e mi introdusse alla prima lezione <strong>di</strong> lettura.<br />
Successivamente, in febbraio, Sr. <strong>Maria</strong> Ruthkowski, la stessa che curò con tanta cura il nostro P. Renzi<br />
alla Clinica Villa Pia in Roma, mi aiutò a preparare il primo depliant in polacco, che poi il nostro Padre<br />
Dino Greco mi fece tradurre in slovacco da un suo amico salesiano dell'U.P.S.<br />
Il 19 giugno 1990 partii da Roma in aereo con i Padri Eugenio e Taddeo, polacchi, per Warszawa,<br />
Czestochowa, Kraków e Tarnów per avere un primo incontro con quella realtà ecclesiale, sociale, umana<br />
d'oltre cortina.<br />
A mons. Bobowski. ausiliare <strong>di</strong> Tarnów, che il 29 giugno mi intrattenne cor<strong>di</strong>almente a colazione e si<br />
esprimeva in buon italiano, ricordo <strong>di</strong> aver detto che in Polonia stavo ammirando il verde <strong>dei</strong> prati e <strong>dei</strong><br />
boschi, il trepido ridestarsi <strong>di</strong> un popolo alla libertà, il sorriso <strong>dei</strong> bambini che illuminava quelle loro gote<br />
43
accentuatamente rosee, la povertà <strong>di</strong>gnitosa della gente, la religiosità semplice e senza rispetto umano delle<br />
persone ed i 300 seminaristi della sua Diocesi.<br />
Dopo 30 giorni, allo scadere del visto, ritornai in Italia ed il 7 agosto ebbi modo <strong>di</strong> recarmi in Vaticano<br />
da mons. Sodano, Segretario per le relazioni tra gli Stati, per illustrare a Lui la Missione-Polonia e<br />
riceverne la sua solidarietà attiva, dono della lunga e bella amicizia con noi, <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, che risale al<br />
tempo della sua Nunziatura in Chile.<br />
Il 22 agosto ripartii per la Polonia, ma in macchina, per avere piú possibilità <strong>di</strong> movimento, con l‟intento<br />
<strong>di</strong> poter tessere una rete <strong>di</strong> amicizie da Bratislava a Rzeszów, a Kolbuszowa, a Brzezna, a Warszawa e<br />
Ciechanów, dove l'amico Ryszard Czugajewski avrebbe messo a <strong>di</strong>sposizione tutto il suo tempo, le sue<br />
conoscenze e il suo entusiasmo.<br />
Il 15 agosto ero a Częstochowa, dove potei concelebrare con il Card. Pironio, presente come delegato<br />
del Papa per lanciare l'incontro giovani per l'anno successivo, e con il Card. Glemp che proprio in quella<br />
omelia<br />
<strong>di</strong>chiarò che l'insegnamento della religione passava dalla parrocchia alla scuola statale.<br />
Dopo la S. Messa, quanto mai suggestiva davanti a cinquecentomila pellegrini, ebbi modo <strong>di</strong> salutare e<br />
scambiare qualche parola e ricevere l'incoraggiamento dal Card. Pironio che ben conosceva i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong><br />
dagli anni della sua missione pastorale in Argentina.<br />
È stato m questo secondo viaggio, ed esattamente il 21 agosto, che ho conosciuto i Padri Redentoristi <strong>di</strong><br />
Tuchów e, attraverso il Rettore del loro studentato P. Wróbel, ha preso avvio l'ipotesi <strong>di</strong> una nostra<br />
permanenza presso <strong>di</strong> loro, che poi sarebbe <strong>di</strong>ventata realtà attraverso l'affettuoso interessamento del P.<br />
Zirilli, Procuratore Generale del loro Istituto e carissimo amico <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, venuto espressamente al<br />
Mascherone il 21 settembre 1990.<br />
Il 30 agosto, accompagnato dall'amico ing. Ryszard, ebbi la grazia <strong>di</strong> concelebrare con il S. Padre a<br />
Castel Gandolfo e poter poi chiedere, in una breve conversazione, la bene<strong>di</strong>zione sulla Missione-Polonia.<br />
che volle accompagnare con il suo augurio, stringendomi amichevolmente la mano.<br />
Con la nomina del nuovo vescovo <strong>di</strong> Tarnów nella splen<strong>di</strong>da persona <strong>di</strong> Józepf Życinsky, già decano<br />
alla facoltà <strong>di</strong> filosofia a Kraków, abbiamo avuto l'interlocutore a cui rivolgere la nostra supplica.<br />
Il vescovo consacrato il primo novembre 1990, il 31 <strong>di</strong>cembre ci ha concesso <strong>di</strong> incontrarlo al Collegio<br />
Polacco in Roma.<br />
La nostra prima lettera ufficiale è del 15 ottobre 1990. In essa viene presentata la Congregazione e si<br />
espongono le ragioni della nostra richiesta che vengono poi riba<strong>di</strong>te con autorevolezza e messa per iscritto<br />
dal Card. Sodano in data 5 <strong>di</strong>cembre 1990 a conclusione <strong>di</strong> una cor<strong>di</strong>ale u<strong>di</strong>enza.<br />
Soltanto il 24 aprile del 1991, dopo il delicato intervento al cuore del nostro P. Matteo all'ospedale <strong>di</strong><br />
Trieste, possiamo partire per Tuchów, dove veniamo accolti con premura dai Padri Redentoristi. Ha cosí<br />
inizio con Padre Valter e P. Mario Roncella la nostra prima comunità in terra polacca.<br />
Il 29 aprile veniamo ricevuti in Episcopio dal Vescovo con grande gentilezza e simpatia. È un momento<br />
<strong>di</strong> vera fraternità sacerdotale nel quale mons. Vescovo ci incoraggia, ci invita allo stu<strong>di</strong>o della lingua,<br />
promette la sua vicinanza e ci in<strong>di</strong>ca il santuario <strong>di</strong> S. Gerardo a Lubaszowa come possibile campo <strong>di</strong><br />
lavoro.<br />
I cari Padri Valter e Mario rientreranno in Italia il 30 giugno per le vacanze e ripartiranno con i nostri<br />
professi studenti il 22 luglio per Kraków e Częstochowa facendo ritorno a Verona il 20 agosto.<br />
Ben presto inizia per P. Valter la prova <strong>di</strong> una lunga sofferenza che lo costringerà a letto per vari mesi.<br />
In tale prova <strong>di</strong>viene per noi <strong>di</strong> esempio per la sua forza <strong>di</strong> animo e per la sua fede.<br />
Solo il giorno sette <strong>di</strong> novembre del 1991 riparte definitivamente la Missione-Polonia con P. Mario<br />
Roncella e P. Francesco Puddu, ma nelle prime ore dell'otto novembre, esattamente alle 2,30 ci aspetta la<br />
Madonnina della notte, proprio lí dove la macchina si ferma contro il terrapieno della ferrovia. Il Vescovo<br />
ne farà cenno in conclusione della sua omelia il 10 ottobre 1992.<br />
Io ritornerò in Polonia ancora il 21 marzo del 1992 per visitare i confratelli, per sollecitare il<br />
riconoscimento giuri<strong>di</strong>co da parte della Conferenza Episcopale e quin<strong>di</strong> dello Stato polacco con il segreto<br />
44
desiderio <strong>di</strong> cercare casa che, provvidenzialmente, troviamo il 30 marzo in periferia <strong>di</strong> Tarnów, sulla strada<br />
per Kielce. a Brzozówka.<br />
Il giorno 31 marzo, a pranzo dal Vescovo, concor<strong>di</strong>amo l'opportunità <strong>di</strong> proseguire la presenza m<br />
Polonia con una nostra piccola opera, lasciando cadere quin<strong>di</strong> il progetto Lubaszowa.<br />
Ed eccoci al 9 ottobre, vigilia della inaugurazione con festoni, coriandoli, tanti amici, tanti dolci.<br />
Costatiamo con vera gioia come la presenza <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, attraverso P. Mario e P. Francesco, sia stata<br />
feconda e ne ringraziamo il buon Dio. La casa è pronta, frutto <strong>di</strong> tante fatiche <strong>di</strong> P. Mario e della<br />
collaborazione <strong>di</strong> tanti amici <strong>di</strong> Verona e del Signor Armando, solerte potatore e poeta.<br />
Anche la bella cappella, che ha avuto come <strong>di</strong>rettore <strong>dei</strong> lavori P. Puddu, è pronta per essere benedetta e<br />
i genitori <strong>di</strong> P. Francesco sorridono compiaciuti.<br />
Il 10 ottobre è festa grande per tutto il rione sparso nella campagna; sono presenti il parroco, il vice<br />
parroco e piú <strong>di</strong> 200 persone prendono posto nel prato a<strong>di</strong>acente alla cappella.<br />
Davvero meravigliosi gli amici Redentoristi per il servizio all'altare, la musica, il canto e la solenne<br />
concelebrazione con i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, esaltando cosí nel gioioso sacrificio eucaristico quella amicizia ricca<br />
<strong>di</strong> umanità, <strong>di</strong> solidarietà e <strong>di</strong> fede che ci hanno voluto donare.<br />
Affido ai cari Padri Mario e Francesco l'impegno <strong>di</strong> vivere con naturalezza le beatitu<strong>di</strong>ni <strong>maria</strong>ne in<br />
modo da aiutare i giovani a scoprire con gioia la loro vocazione. Ai padri affido altresí il compito <strong>di</strong><br />
raccontarci le storie operate dall'amore del buon Dio attraverso <strong>di</strong> loro.<br />
Grazie! E che la Madonna <strong>di</strong> Jasna Góra ci bene<strong>di</strong>ca tutti.<br />
Vi saluto con affetto<br />
P. Luigi Fain Binda<br />
Superiore Generale<br />
Missione-Messico<br />
LETTERA DI FAMIGLIA 53<br />
45<br />
Roma 3 <strong>di</strong>cembre 1992<br />
Quest'anno guar<strong>di</strong>amo all'<strong>Immacolata</strong> attraverso la tilma <strong>di</strong> Juan Diego e su quella tilma non <strong>di</strong>pinta da<br />
mano <strong>di</strong> uomo come l'innocenza <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, an<strong>di</strong>amo mirando a santo volto della Madonna <strong>di</strong> Guadalupe in<br />
quell'atteggiamento che affascina per la sua composta interiorità, per il suo raccoglimento estatico, per la<br />
sua profon<strong>di</strong>tà contemplativa che è memoria, profezia e dono. In quella sua materna fisionomia meticcia<br />
cogliamo l'unità <strong>di</strong> razze <strong>di</strong>verse, ossia la vocazione missionaria <strong>di</strong> affratellare ogni uomo in Cristo.<br />
Educhiamoci ai sentimenti <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, riproducendo in noi quella fisionomia spirituale, quel volto<br />
interiore, come per generazione adottiva, per attrazione dovuta ad una accon<strong>di</strong>scendenza, ad una<br />
assuefazione del cuore che <strong>di</strong>aloga con gli sguar<strong>di</strong>, con le parole, con i gesti semplici, con i silenzi, con il<br />
dono <strong>di</strong> sé, con la consegna <strong>di</strong> sé: Totus tuus.<br />
La Missione-Mexico è nata per intuito <strong>di</strong> fede, guidata e sostenuta dalla preghiera <strong>di</strong> centinaia e<br />
centinaia <strong>di</strong> persone amiche, vissuta nella certezza che evangelizzando ci si evangelizza, donando si riceve,<br />
in quanto la bene<strong>di</strong>zione è sempre reciproca.<br />
Aprire una casa con l'obiettivo <strong>missionario</strong>-giovanile-vocazionale è aprirci ad una funzione adottiva: è<br />
ridestare il senso <strong>di</strong> paternità, è crescere nell'attenzione all'altro, un ricondurre la propria vita a maggior<br />
essenzialità, maturando nella fede e nella povertà evangelica.
Fin dall'inizio è stata posta sotto la protezione della Madonna e del nostro Frassinetti, la cui Alleanza <strong>di</strong><br />
pace è stata pregata da migliaia <strong>di</strong> persone.<br />
Grande è stato il fascino <strong>di</strong> Nostra Signora <strong>di</strong> Guadalupe e provvidenziale la ricorrenza del V centenario<br />
della evangelizzazione dell'America Latina, ma tutto questo si raccorda ed entra in una prospettiva <strong>di</strong><br />
Congregazione, quella <strong>di</strong> allargare gli orizzonti della nostra presenza in America Latina, <strong>di</strong>latandoli<br />
dall'estremo Sud all'estremo Nord in modo da moltiplicare le possibilità <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> fraternità<br />
nell'interscambio perio<strong>di</strong>co tra i due emisferi.<br />
Sono certo che ridestare lo spirito <strong>missionario</strong>-giovanile-vocazionale è rievangelizzare il carisma del<br />
nostro Istituto, è rispondere realisticamente alle attese del S. Padre e <strong>dei</strong> Confratelli che in Fratel Marsilio e<br />
P. Eugenio riscoprono il proprio generoso entusiasmo apostolico. Non ultimo è l‟intento <strong>di</strong> coinvolgere i<br />
giovani in una tensione <strong>di</strong> amicizia, <strong>di</strong> sostegno, <strong>di</strong> sequela; è quin<strong>di</strong> sprigionare vita, coraggio, gioia.<br />
Cari Confratelli, sarà capitato anche a voi <strong>di</strong> sognare ad occhi aperti, accorgendovi poi, con sorpresa,<br />
che ciò che stavate intensamente desiderando era lí davanti, nella novità, come dono, come un Natale, dove<br />
il Bene<strong>di</strong>ctus della promessa ed il Magnificat della pienezza quasi coincidono. A me è capitato in Mexico,<br />
durante il terzo viaggio, dopo che l'Arcivescovo <strong>di</strong> Morelia, seguendo i suoi piani e non i nostri, ci aveva<br />
proposto, come campo <strong>di</strong> lavoro, la città <strong>di</strong> Zitácuaro.<br />
Ma an<strong>di</strong>amo con or<strong>di</strong>ne: appoggiato dal Consiglio Superiore della Congregazione, già nel 1991, avevo<br />
avviato i primi colloqui con Istituti Religiosi che operano in Mexico. Ricordo il P. Saverio, le Suore della<br />
Carità ed in particolare le Serve <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> Ministre degli infermi, ma tra il 9 e il 21 ottobre venivo a<br />
conoscere il carissimo P. Samuel Bernardo Lemus, giornalista, scrittore e poeta e, soprattutto, uomo <strong>di</strong> Dio:<br />
confidavo ed affidavo quin<strong>di</strong> a lui il progetto, perché mi introducesse nel <strong>di</strong>fficile mondo Messicano, allora<br />
ancora sotto la vecchia Costituzione, decisamente antiecclesiastica.<br />
Il mio primo viaggio esplorativo e <strong>di</strong> ricognizione si è realizzato tra il 19 gennaio ed il 2 febbraio 1992,<br />
dal Santuario <strong>di</strong> Guadalupe al premuroso delegato del S. Padre mons. G. Prigione, alla città <strong>di</strong> Toluca, <strong>di</strong><br />
Morelia, <strong>di</strong> Puruan<strong>di</strong>ro, <strong>di</strong> Tacambaro, <strong>di</strong> Queretaro, incontrando e parlando con molte persone, con 28<br />
sacerdoti e sette vescovi e, tra questi, con l'Arcivescovo <strong>di</strong> Morelia mons. Estanislao Alcárez Figueroa che<br />
festeggerà i 50 anni <strong>di</strong> Sacerdozio il 19 <strong>di</strong>cembre 1992.<br />
Nel secondo viaggio, tra il 25 luglio e a 12 agosto, partendo sempre dalla Madonna <strong>di</strong> Guadalupe ed<br />
arrivando a Culibete, ho dato piú tempo alle Suore Serve <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> Ministre degli infermi nello stato del<br />
Mexico ed in quello <strong>di</strong> León ed esse hanno promesso la loro attiva collaborazione nella proposta<br />
vocazionale ai giovani. È <strong>di</strong> questo secondo periodo anche l'acquisto <strong>di</strong> un terreno nella periferia <strong>di</strong> Morelia<br />
per la nostra futura casa.<br />
In data 5 settembre partiva da Roma, accompagnata dagli auspici del Card, Sodano, la richiesta ufficiale<br />
della nostra Congregazione ad essere presente nella Diocesi <strong>di</strong> Morella.<br />
Nel terzo viaggio, 13-22 novembre, per coinvolgere maggiormente i confratelli <strong>di</strong> oltre Oceano, ho<br />
invitato a venire con me il P. Sozzi, delegato del P. Generale per l'Argentina-Cile e la sua presenza è stata<br />
preziosa, come pure l'aiuto premuroso <strong>di</strong> P. F. Lara. Particolarmente impegnativo si è rivelato il colloquio<br />
con l'Arcivescovo Mons. Estanislao al quale, dopo aver espresso la gratitu<strong>di</strong>ne per essere stati accolti come<br />
<strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> nella sua Diocesi e dopo aver prestato obbe<strong>di</strong>enza nell'accettare Zitácuaro da lui proposta, è<br />
stata fatta presente la necessità per la nostra Congregazione <strong>di</strong> avere una sede anche in Morelia-città, da<br />
dove inviare i nostri giovani a frequentare il rispettivo seminario. La decisione da parte dell'Arcivescovo e<br />
suo Consiglio <strong>di</strong> governo verrà presa proprio oggi 3 <strong>di</strong>cembre, festa <strong>di</strong> S. Francesco Saverio, mentre vi sto<br />
scrivendo. Nel mio cuore c'è tanta fiducia.<br />
Ritorniamo ora a Zitácuaro per una breve conoscenza. È una città <strong>di</strong> 230.000 abitanti, che si fregia dal<br />
1868 del titolo <strong>di</strong> Eroica. È un centro agricolo-commerciale a metà strada tra Mexico e Morelia, situato ad<br />
una altezza <strong>di</strong> 1900 metri, a Nord Est nello Stato <strong>di</strong> Michoacán, al 19° grado <strong>di</strong> latitu<strong>di</strong>ne Nord ed al 100°<br />
grado <strong>di</strong> longitu<strong>di</strong>ne Ovest del meri<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> Greenwich.<br />
Vi sono 6 parrocchie e 12 sacerdoti. Noi siamo la prima Congregazione Religiosa maschile a piantarvi<br />
la tenda e questo ci puó fare onore.<br />
46
La lingua è la spagnola, la temperatura oscilla tra i 10 gra<strong>di</strong> e i 35, il tenore <strong>di</strong> vita è povero. La nostra<br />
casa: 6 vani a pian terreno e quattro camere al piano superiore in un ranch <strong>di</strong> circa un ettaro, appena fuori<br />
città, nel verde, a 300 metri dalla Cappella <strong>di</strong> S. Francesco. aperta solo il sabato per una santa Messa.<br />
Circondata lungo tutto il suo perimetro da un robusto muro <strong>di</strong> pietra e mattoni, si accede da un cancello<br />
in ferro che immette in un viale-giar<strong>di</strong>no per poi allargarsi in un prato ben curato sino ad una decina <strong>di</strong><br />
vani-rimessa addossati ad un lato del muro <strong>di</strong> cinta. C'è poi la casetta per i piccoli attrezzi agricoli, un<br />
forno, un campetto <strong>di</strong> pallacanestro e tanta fantasia, tanta voglia <strong>di</strong> adattare il tutto per accogliere i giovani<br />
della città e avviarli ad un incontro sempre piú reale con il Natale <strong>di</strong> Cristo Signore, nostra forza e nostra<br />
speranza.<br />
Festeggeremo qui il nostro primo Natale messicano; voi ricordateci nella preghiera con tanta simpatia e<br />
noi affideremo i vostri desideri piú belli alla Vergine <strong>di</strong> Guadalupe.<br />
Un grande abbraccio.<br />
• L'otto <strong>di</strong>cembre sarò ad Oristano con P. Barberini e festeggeremo l‟<strong>Immacolata</strong> pregando con i<br />
Confratelli missionari P. Eugenio e Fratel Marsilio.<br />
• Partiremo per il Mexico il 17 <strong>di</strong>cembre e sarà con noi anche il P. Benvenuti con il suo solito<br />
entusiasmo. P. Marcello, Missionario ed esperto in lavori, troverà il tempo per prestare la sua intelligente<br />
collaborazione.<br />
• In gennaio ci raggiungeranno P. Ruben e P. Francesco dal Cile. Dall'Argentina verrà il professo<br />
Hector ed il postulante Juan Soto che si fermeranno per alcuni mesi. Per giugno è previsto l'arrivo del P.<br />
Roberto. Come vedete, c'è vita<br />
• Infine ricor<strong>di</strong>amo Hector che ha presentato la domanda per la professione perpetua e Juan Soto che<br />
chiede <strong>di</strong> entrare in noviziato.<br />
A tutti buona <strong>Immacolata</strong> e Buon Natale<br />
Ecco il nostro in<strong>di</strong>rizzo in Mexico:<br />
Casa "Hijos de <strong>Santa</strong> María Inmaculada"<br />
Coatepec de Morelos - A. P. 179<br />
ZITACUARO - MICH. C.P. 61500<br />
Telef. 0052-725.30727 MEXICO<br />
LETTERA DI FAMIGLIA 54<br />
47<br />
Padre Luigi Fain Binda<br />
Superiore Generale<br />
Natale in Mexico<br />
Roma, 18 febbraio 1993<br />
Miei Confratelli,<br />
Nella notte <strong>di</strong> Natale abbiamo concelebrato l'Eucaristia all'aperto, nella nostra nuova sede <strong>di</strong> Zitácuaro,<br />
in Mexico. Il clima era mite, l'atmosfera <strong>di</strong> un silenzio fascinoso avvolgeva ogni cosa, la luce che pioveva<br />
dai gran<strong>di</strong> fari animava il verde del prato, <strong>dei</strong> cespugli, degli alberi, contenti <strong>di</strong> far corona ai personaggi del<br />
presepio, quasi a misura <strong>di</strong> uomo: presagio <strong>dei</strong> giovani che presto verranno alla nostra casa.<br />
La Madonnina in legno, portata da Roma, dono <strong>dei</strong> Signori Picciolini, l'abbiamo posta sull‟altare perché<br />
prendesse possesso <strong>di</strong> tutta quella meravigliosa realtà che stava per nascere proprio nella notte <strong>di</strong> Natale<br />
con i suoi <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>.<br />
C'era nel cuore anche un filo <strong>di</strong> nostalgia perché lontani da mille affetti, ma presto stemperata,<br />
illuminata e tramutata m preghiera dall'abbraccio affettuoso tra noi.<br />
Erano presenti anche i primi fedeli, una primizia <strong>di</strong> amici, ancora titubanti nell'osservare quei misteriosi<br />
quattro re-magi venuti da lontano.
Nei giorni successivi ci hanno raggiunto P. Marcoal<strong>di</strong> e P. Ruben venuti dal Cile (9 ore <strong>di</strong> volo) e poi P.<br />
Roncella dalla Polonia e attualmente, il professo Hector, che presto emetterà la sua professione perpetua, e<br />
il futuro novizio Juan Soto che rimarrà piú a lungo.<br />
È stato un avvio molto bello, davvero fraterno, ricco <strong>di</strong> presenze mirate ad aiutare e ad incoraggiare i<br />
nostri pionieri. Grazie carissimi P. Attilio, P. Francesco, P. Ruben, P. Mario, Hector, Juan.<br />
A fratel Marsilio e a P. Eugenio giunga l'augurio <strong>di</strong> buon compleanno ormai prossimo e <strong>di</strong> buon lavoro<br />
giovanile e vocazionale.<br />
Vi siamo vicini e preghiamo con voi.<br />
Padre Luigi Fain Binda<br />
Superiore Generale<br />
FATTI DI CRONACA<br />
ANGOLO DEL CENTRO MISSIONARIO<br />
Prende il via l’attività del Centro Missionario all'interno della Congregazione:<br />
lettera del Direttore P. Miotto Marcello.<br />
Carissimi Confratelli,<br />
il Segretario Generale ha reso nota la mia nomina <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>natore e Animatore delle Opere Missionarie<br />
della Congregazione.<br />
Ormai è una realtà; la nostra Congregazione è aperta alla "Missio ad Gentes": siamo presenti in Italia,<br />
Cile, Argentina, Filippine, Polonia; e anche nella nostra Congregazione, come in molte altre, è scaturita<br />
l'esigenza <strong>di</strong> un Centro Missionario.<br />
Desidero fare un cammino insieme con voi per animare l'attività missionaria della nostra<br />
Congregazione. Sono in attesa della vostra collaborazione che a voi sembrerà piú<br />
opportuna; da parte mia c'è tutta, totale, la mia <strong>di</strong>sponibilità per un lavoro concreto.<br />
È giunto il momento per passare dalle parole ai fatti con gesti concreti. C‟è stata una prima raccolta <strong>di</strong><br />
nominativi per iniziare su basi concrete un <strong>di</strong>alogo costruttivo.<br />
Da piú parti ho avuto attestazioni <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione, <strong>di</strong> corresponsabilità per la nascita del "Centro<br />
Missionario" e questo è un buon avvio.<br />
I canali <strong>di</strong> informazione, <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong> interscambio su fatti, esperienze, progetti, avverranno sia tramite<br />
la nostra rivista "Risonanze" che tramite un opuscolo, come può essere l‟attuale. Inoltre verranno effettuate<br />
visite ai nascenti gruppi missionari, a famiglie e persone.<br />
Un caro e fraterno saluto nel Signore.<br />
Padre Marcello Miotto fsmi<br />
Centro Missionario<br />
Congregazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Mana <strong>Immacolata</strong><br />
Via del Mascherone 55<br />
00186 R O M A<br />
(da Risonanze 2, 1992, pag.14)<br />
LA CAPANNA DI TERESA<br />
48
Nelle Filippine tre sono le meraviglie piú belle: il magnifico verde-azzurro del mare, l'elegante<br />
sventolare delle palme <strong>di</strong> cocco e le facce allegre <strong>dei</strong> bambini.<br />
Ce ne sono ovunque, saltano e strillano tutto il giorno, giocano con lattine rotte e aquiloni e col loro<br />
bianco sorriso danno felicità e pace.<br />
Pantaloni rotti, scalzi e sempre con la fionda in tasca: possono colpire una noce <strong>di</strong> cocco da 20 metri e le<br />
braghe <strong>di</strong> un turista da una bici in corsa. È un esercito <strong>di</strong> monelli, ma se Gesú ritornasse bambino penso che<br />
ne <strong>di</strong>verrebbe il capobanda.<br />
Tra loro c'è Teresa. La prima volta che ci siamo incontrati è stato quando da una noce <strong>di</strong> cocco lei mi<br />
lanciava sassi in testa. Per farla scendere ho dovuto prometterle 13 caramelle alla frutta, una bottiglietta <strong>di</strong><br />
coca-cola e, dopo il lancio <strong>di</strong> noci pesanti, anche la penna biro che avevo in tasca.<br />
Mentre Teresa scendeva dal cocco mi accorsi <strong>di</strong> altri due mocciosi nascosti lassú. Teresa aveva sei anni,<br />
senza scarpe e con una maglietta piena <strong>di</strong> strappi. Mi guardava con i suoi gran<strong>di</strong> occhini neri, mentre con<br />
una mano si teneva i pantaloni che le scendevano giú perché erano del fratello maggiore e senza elastico.<br />
Siamo <strong>di</strong>ventati amici dopo che con una lunga molletta da bucato le ho fissato lo sbracamento.<br />
Teresa è ritornata ancora, tante volte, prima da sola poi con i suoi otto fratellini, poi con altri suoi amici<br />
monelli, tutti sotto i <strong>di</strong>eci anni, orgogliosa <strong>di</strong> mostrare loro i nasi lunghi e le caramelle <strong>dei</strong> Padri <strong>di</strong> via<br />
Athens.<br />
Anche se siamo amici, Teresa non mi ha mai rivolto una parola, solo occhiate e sorrisi. Lei arriva al<br />
nostro cancello, si siede e aspetta. Dopo un po‟ comincia a lanciare sassi, cosí noi ce ne accorgiamo e la<br />
facciamo entrare per mangiare qualcosa.<br />
Teresa stu<strong>di</strong>a <strong>di</strong> pomeriggio da certe brave suore, ma <strong>di</strong> mattina gira tutti i bidoni <strong>di</strong> Merville per cercare<br />
nella spazzatura <strong>dei</strong> ricconi bottiglie e plastica da rivendere per qualche centesimo. Teresa gira sempre col<br />
suo grosso sacco pieno <strong>di</strong> rifiuti e quando trova qualche giocattolo rotto lo posa sul tavolo del giar<strong>di</strong>no<br />
come<br />
un trofeo e vuole che le si <strong>di</strong>ca che è bello e che lei è bravissima. Lei ride come un gatto; non ce la vuole<br />
dare questa sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> sentirci <strong>di</strong>re "grazie".<br />
Teresa ha 8 fratellini e una mamma d'oro, ma il papà non ce l'ha piú, perché è scappato con un'altra<br />
donna lasciandoli soli.<br />
La prima volta che era venuta si era buttata a ridere dando spintoni ai fratellini e si era beccata uno<br />
schiaffo. Cosí per protesta per una settimana non si è fatta piú vedere. Ora insegna ai fratellini a farsi il<br />
segno della Croce e la preghiera prima <strong>di</strong> mangiare e riempie il piatto degli altri prima <strong>di</strong> riempire il suo.<br />
Dopo mangiato gioca un po‟ con i suoi trofei. ci guarda e ci prende in giro per il nostro naso lungo. poi se<br />
ne va e <strong>di</strong>ce grazie con un sorriso trascinandosi <strong>di</strong>etro il grosso sacco <strong>di</strong> plastica e bottiglie.<br />
Mi ero sempre chiesto come facesse Lei stracciona ad entrare a Merville che è un villaggio circondato<br />
da mura da tre metri e con guar<strong>di</strong>e armate ad ogni cancello. Cosí un giorno l'abbiamo accompagnata a casa.<br />
Insieme ad altri due seminaristi; l'abbiamo caricata sulla bicicletta e ci siamo avviati verso la strada<br />
misteriosa e segreta da cui entrano nel villaggio senza essere visti.<br />
Teresa era seduta sul portapacchi mentre noi pedalavamo e rideva stupita <strong>di</strong> poter "volare" senza<br />
trascinare il grosso sacco, messo sul portapacchi dl un'altra bici. Dopo 10 minuti giungemmo ad un prato<br />
appartato. Lasciammo la bici e proseguimmo a pie<strong>di</strong> nell'erba. Il muro <strong>di</strong> Mervllle ci stava davanti e non<br />
sapevo proprio come avremmo potuto scavalcarlo. Ma ecco che il prato <strong>di</strong>venta una riva scoscesa. dove nel<br />
fondo scorre un piccolo torrente. Nel punto dove il torrente passa da Merville verso Manila il muro si<br />
interrompe per 3 metri, all'altezza <strong>di</strong> una grossa roccia. che bisogna ar<strong>di</strong>tamente scavalcare per giungere<br />
dall'altra parte. Teresa mi <strong>di</strong>ede la sua mano minuta e fu facile compiere la traversata. Ecco da dove<br />
entravano questi monelli: dal passaggio segreto del torrente!<br />
Passato il guado risalimmo la riva opposta e dopo pochi passi nell'erba alta del prato ci si mostrò davanti<br />
una misera bidonville. Baracche sopra baracche, costruite a mo‟ <strong>di</strong> palafitte per affrontare la piena del<br />
torrente durante la stagione delle piogge.<br />
Teresa conosceva tutti e con sicurezza ci guidò attraverso uno stretto viottolo alla sua casa. Piú che una<br />
casa é una palafitta elevata un metro dal terreno, <strong>di</strong> circa 10 metri quadrati, con una lamiera per tetto e<br />
49
pannelli pubblicitari vecchi per pareti. Sulla porta c'era un volto amico che ci sorrideva: "Nanay Ko" (mia<br />
mamma), <strong>di</strong>sse Teresa, rompendo con il piú bel nome del mondo il suo lungo mutismo, con orgoglio ci<br />
introdusse a casa sua.<br />
Quando mio papà mi parlava <strong>di</strong> miseria al mio paese prima della guerra, io non sapevo cosa fosse.<br />
Entrando in quella catapecchia ho cominciato a capire; e mentre i 9 fratellini e la mamma ci facevano festa<br />
con i loro sorrisi e le loro voci, risentivo la voce <strong>di</strong> mio padre tanti anni ad<strong>di</strong>etro: "Polenta schietta, senza<br />
con<strong>di</strong>mento, e due castagne bollite che facevano da companatico ... la minestra fatta <strong>di</strong> acqua bollita e <strong>di</strong><br />
qualunque altra cosa che potesse dargli colore eccetto che <strong>di</strong> sostanza, tanto per riempire lo stomaco che<br />
si lamentava come un vecchio mulino ad acqua senza grano da macinare ... la carne era solo per i malati<br />
gravi, ma non troppo, altrimenti era inutile. e la pelle della pancia che ci toccava quella della schiena".<br />
Io non avevo niente in tasca, ma se l'avessi avuto mi sarei vergognato a tirarlo fuori. Quanta fame in questa<br />
gente, quanta speranza negli occhioni <strong>di</strong> questi bambini, quanto desiderio <strong>di</strong> mangiare qualche coscia <strong>di</strong><br />
pollo, <strong>di</strong> comperare matite colorate per la scuola, <strong>di</strong> vestire una camicetta senza strappi e scarpe senza<br />
buchi. La mamma non aveva niente da offrirci. ma ci parlò <strong>dei</strong> suoi nove bei bambini e dopo un'oretta<br />
ce ne andammo a casa, ritornando verso il passaggio segreto del torrente. Prima <strong>di</strong> attraversare la roccia<br />
Teresa ci salutò e con un grosso bacione sulla guancia ci <strong>di</strong>sse a modo suo "grazie".<br />
50<br />
P. Paolo Pirlo fsmi<br />
(N.B. Parte delle offerte che ci perverranno saranno destinate all'aiuto <strong>di</strong> Teresa e <strong>di</strong> mille altri bambini<br />
che vorrebbero trovare qualcuno a cui poter <strong>di</strong>re "grazíe".)<br />
(da Risonanze 5, 1991, pag.12)<br />
TUTTI AL MARE CON MARITAS<br />
Salve amici, pronti ad imbarcarvi sulla penna stilografica del Manila Reporter che vi porterà nel caldo<br />
ed appassionato mondo <strong>dei</strong> tropici, sempre pieno <strong>di</strong> sole e <strong>di</strong> avventure.<br />
Questa volta l‟abbiamo fatta grossa! Il lunedì dì delle Ceneri il nostro Benje, seminarista tuttofare, ha<br />
trasformato uno scatolone <strong>di</strong> sapone in una cassetta per le offerte, scrivendoci sopra con il pennarello blu:<br />
“MARITAS”.<br />
Ai vespri ogni seminarista ha sborsato il 10% <strong>dei</strong> suoi poveri risparmi, a cui si sono aggiunti giorno<br />
dopo giorno quelli <strong>di</strong> altri benefattori. Era il primo giorno <strong>di</strong> Quaresima e l‟inizio dell‟Associazione<br />
Maritas, finalizzata all‟aiuto spirituale e materiale <strong>dei</strong> piú poveri.<br />
La prima spe<strong>di</strong>zione è stata fatta alla Smoking Mountain <strong>di</strong> Manila, la montagna fumante, fatta <strong>di</strong> rifiuti<br />
in costante combustione, ai cui pie<strong>di</strong> risiedono migliaia <strong>di</strong> baracche e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperati che vivono raccogliendo<br />
plastica e vetro dai rifiuti.<br />
Con due sacchi <strong>di</strong> riso, qualche scatoletta <strong>di</strong> sar<strong>di</strong>ne e una chitarra ci siamo inoltrati nella baraccopoli,<br />
facendo ben presto un primo elenco <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci famiglie povere da aiutare. Il sabato seguente erano già<br />
quin<strong>di</strong>ci le famiglie e in seguito non le abbiamo contate piú. La baracca base non era piú larga <strong>di</strong><br />
venticinque metri quadrati, ma funzionava come efficiente centro <strong>di</strong> assistenza spirituale e materiale. Prima<br />
trenta minuti <strong>di</strong> preghiera, canti e lo<strong>di</strong> a Dio, poi la <strong>di</strong>stribuzione <strong>dei</strong> pacchi.<br />
Una signora ci <strong>di</strong>sse: “Sabato prossimo invece del riso preferisco che mi portiate una Bibbia”. E cosí è<br />
stato. Perché “non <strong>di</strong> solo pane vive l‟uomo, ma <strong>di</strong> ogni Parola che esce dalla bocca <strong>di</strong> Dio”.<br />
Una bambina invece mi ha fatto visitare la sua minuscola baracca, tre metri per tre ed alta un metro.<br />
Durante la stagione delle piogge si riempie <strong>di</strong> acqua e <strong>di</strong> spazzatura, però troneggia nella parete principale<br />
un bel ritratto del Sacro Cuore <strong>di</strong> Gesú. Cosí a lei, oltre al riso, le ho dato anche un bacio … a nome del<br />
Sacro Cuore.
Un carpentiere invece se ne stava triste seduto fuori della sua capanna. Era rimasto <strong>di</strong>soccupato perché<br />
gli avevano rubato il martello, la sega e lo scalpello. Cosí, invece del riso, gli abbiamo comprato<br />
nuovamente gli strumenti del mestiere e assieme al lavoro ha recuperato anche un bel sorriso.<br />
„<br />
In un‟altra baracca c‟era un bambino morto ed invece del riso gli abbiamo donato una bara bianca e una<br />
bene<strong>di</strong>zione.<br />
I piú vivaci erano comunque i bambini, sempre alle nostre costole e cosí ce li siamo portati tutti al mare,<br />
il lunedì <strong>di</strong> Pasquetta. Che festa per queste povere creature vedere il mare, loro che vivono tra rifiuti e<br />
vecchie lamiere.<br />
Prima <strong>di</strong> partire abbiamo pregato la Vergine <strong>Maria</strong>, perché ci proteggesse da ogni pericolo. Sulla strada<br />
del ritorno, mentre i venti bambini a bordo cantavano tutti felici, pieni <strong>di</strong> sole e <strong>di</strong> salse<strong>di</strong>ne, una ruota<br />
posteriore si è staccata <strong>di</strong> colpo. Io ho visto la ruota dallo specchietto retrovisore e mi son detto: “Ad<strong>di</strong>o<br />
festa”. Ed invece la Jeep s‟è accasciata dolce dolce sul fianco, come un buon cammello. Nessuno s‟è fatto<br />
nulla, neppure un graffio: Grazie <strong>Maria</strong>!<br />
Ricomposta la carovana e raccolti i cocci siamo ritornati a Manila, e lí ci aspettava un‟altra sorpresa. Un<br />
ladruncolo si era intrufolato nel seminario, svaligiando tutte le offerte <strong>di</strong> Maritas che tenevo nel cassetto, e<br />
portandosi via la videocamera regalatami per la Prima Messa dai miei compaesani Masonesi. Pazienza per<br />
la videocamera, perché Gesú ce lo aveva detto: “Non accumulate tesori in terra,che il ladro ruba e la<br />
ruggine consuma, ma in cielo”.<br />
Invece per Maritas mi è <strong>di</strong>spiaciuto. Tanti altri progetti per i poveri che ora resteranno appesi al chiodo,<br />
fin quando qualche buon Robin Hood non ci aiuterà a rimetterli in moto.<br />
Comunque a noi la vita piace cosí, piena <strong>di</strong> colpi <strong>di</strong> scena e <strong>di</strong> avventure, tutto per amore del Signore e<br />
della Vergine <strong>Maria</strong>. E mi veniva in mente Don Camillo, che voleva prendere a sberle un ladro <strong>di</strong> chiesa,<br />
ma il Crocifisso gli <strong>di</strong>sse: “Camillo, le tue mani sono per bene<strong>di</strong>re”. E lui rispose: “Si, Signore, ma non i<br />
pie<strong>di</strong>”. E prese il birbante a calcioni, mentre Gesú faceva finta <strong>di</strong> non vedere.<br />
(da Risonanze 3, 1992 pag.15)<br />
BENVENUTI A QUESTA VOSTRA CASA, FRATELLI<br />
51<br />
P. Paolo Pirlo fsmi<br />
Abbiamo ricevuto da p. Eugenio questo scritto. Sono le parole <strong>di</strong> benvenuto che i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> hanno<br />
ricevuto poco tempo dopo il loro arrivo a Zitacuaro e durante un incontro in casa <strong>di</strong> Catalina (la cuoca<br />
della comunità religiosa).<br />
Sono parole bellissime, scritte e lette da una donna messicana, che basterebbero da sole a dare un<br />
senso alla vita <strong>di</strong> questa nostra missione.<br />
Benvenuti a questa vostra casa, fratelli. Benvenuti tutti a questo semplice convivio.<br />
Dicono che "Dio stringe il cappio ma non impicca". Siccome noi parrocchiani <strong>di</strong> questa comunità<br />
sentivamo l'abbandono della nostra chiesa, il vostro arrivo è stato quasi un miracolo, una bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
Dio, nostro Signore.<br />
Ed è questa grande gioia che ci ha fatto radunare qui per darvi il piú cor<strong>di</strong>ale benvenuto e per farvi<br />
sapere che siamo desiderosi che la nostra chiesa <strong>di</strong>venti una delle piú importanti della zona, perché siamo<br />
sicuri che con la vostra guida e aiuto potremo ricuperare tanti fratelli che ci hanno lasciato.<br />
Vogliamo che i bambini s'avvicinino <strong>di</strong> piú a Dio, che la gioventú partecipi piú attivamente, che gli<br />
adulti vengano piú spesso in chiesa, infine che tutti noi cattolici ci raduniamo intorno alla Chiesa per vivere<br />
nelle fedeltà agli insegnamenti <strong>di</strong> Cristo, nostro Signore.<br />
E per raggiungere questo, vi chie<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> essere voi l'anello che unisce questa catena. Ed essendo cosí<br />
vicini al tempo <strong>di</strong> Quaresima approfittiamo per riconciliarci con Dio, ascoltando le parole dell'apostolo
Paolo quando <strong>di</strong>cono: "Nel tempo favorevole ti ho ascoltato e nel giorno della salvezza ti ho soccorso.<br />
Orbene, ora è il tempo favorevole, ora è il giorno della salvezza".<br />
Benvenuti ancora fratelli e che questo vostro soggiorno qui sia felice e fortunato.<br />
Ren<strong>di</strong>amo grazie a Dio.<br />
(Da Risonanaze 4, 1993, pag.16)<br />
UNA CRONACA DEL CAMPO A COATEPEC DE MORELOS<br />
L'apertura missionaria, che ha richiesto alla Congregazione grande <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> energie e forze, ma che<br />
è stata fonte <strong>di</strong> ricchezze e <strong>di</strong> grazie, non è passata senza lasciare un segno concreto anche nella nostra<br />
comunità <strong>di</strong> <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>.<br />
Il Signore ha voluto che anche per noi iniziasse un cammino <strong>di</strong> apertura verso terre lontane dove la<br />
Congregazione sta rivelando una sensibilità vocazionale anche verso l'aspetto femminile.<br />
È dalla terra messicana che il Signore ci ha dato chiari segni e ci ha chiamato ad una presenza concreta<br />
come comunità.<br />
La nostra <strong>di</strong>sponibilità è stata piena e la nostra risposta pronta perché il progetto rispondeva alle nostre<br />
aspirazioni e al nostro fine specifico vocazionale.<br />
Ritrovarci in piena sintonia con la nostra identità <strong>di</strong> <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> e lavorare insieme ai Padri in uno<br />
spirito <strong>di</strong> famiglia per il medesimo fine, è stato per noi una pioggia <strong>di</strong> grazie e bene<strong>di</strong>zioni.<br />
Abbiamo camminato non inseguendo progetti astratti o elaborati a tavolino, ma sulle orme che il<br />
Signore aveva posto nella nostra storia concreta.<br />
La morte <strong>di</strong> Marsilio, per la Congregazione e per noi, è stata un fatto sconvolgente e significativo. In<br />
essa abbiamo visto attuata la Parola che <strong>di</strong>ce: "Se il chicco <strong>di</strong> grano non muore rimane solo".<br />
Anche la sua sepoltura in terra messicana è segno che la missione mette ra<strong>di</strong>ci in quei suolo e <strong>di</strong>venta<br />
pianta che produce frutto.<br />
Richiamate dalia morte <strong>di</strong> Marsilio ci siamo affrettate a correre accanto a Padre Eugenio senza altra<br />
fínalità se non quella della sollecitu<strong>di</strong>ne verso un fratello.<br />
P, Eugenio ci ha accolte e presentate come sorelle della Congregazione; questo è stato per noi un<br />
momento nel quale ci siamo sentite profondamente capite e in perfetta sintonia <strong>di</strong> spirito. Ma al <strong>di</strong> là del<br />
gesto <strong>di</strong> accoglienza, la gente messicana, che aveva recepito la presenza missionaria della<br />
Congregazione quale risposta <strong>di</strong> Dio ad un'attesa <strong>di</strong> anni, si è mostrata attratta da questa piccola comunità<br />
femminile.<br />
Soprattutto alcune ragazze hanno voluto approfon<strong>di</strong>re la conoscenza instaurando un contatto epistolare<br />
con noi e domandando a Padre Eugenio nuovi particolari sulla nostra realtà.<br />
Anche i chierici cileni, Francisco ed Hernan hanno dato il loro contributo in questo senso. Entrambi,<br />
insieme a Padre Eugenio, si sono fatti carico non solo della pastorale vocazionale rivolta ai ragazzi, ma<br />
anche <strong>di</strong> questa nuova realtà che sempre piú chiedeva <strong>di</strong> essere presa in considerazione. Pertanto, dopo<br />
aver seguito queste ragazze per un anno, P. Eugenio ha chiesto il nostro intervento per un Campo<br />
vocaziona1e finalizzato alla conoscenza del carisma e dello stile <strong>di</strong> vita delle <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>.<br />
Nella proposta <strong>di</strong> Padre Eugenio abbiamo visto l'incalzare <strong>di</strong> un progetto che non poteva essere solo<br />
frutto della volontà umana ma <strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno del Signore che ci apriva orizzonti piú vasti.<br />
I mezzi e le possibilità erano inadeguati, tenendo conto della nostra povertà materiale e spirituale, ma ci<br />
sosteneva la fiducia che chi suscita nel cuore dell'uomo gran<strong>di</strong> aspirazioni, è poi capace <strong>di</strong> fornire i mezzi<br />
per portare a compimento l'opera iniziata. E cosí è avvenuto.<br />
Questa esperienza <strong>di</strong> collaborazione fra le due comunità, <strong>Figli</strong> e <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, può essere l'inizio <strong>di</strong> un<br />
cammino verso quella meta che sta a cuore ad entrambi: vivere lo spirito <strong>di</strong> famiglia in vista della crescita<br />
vocazionale secondo il modello <strong>di</strong> Nazaret.<br />
52
(da Risonanze 5, 1994 pag.8)<br />
UNA NUOVA TERRA<br />
53<br />
Le <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong><br />
Il 25 Aprile alle ore 6 del mattino nel santuario <strong>maria</strong>no <strong>di</strong> Jasna Góra a Częstochowa, al suono<br />
squillante delle trombe, si è aperto il sipario che custo<strong>di</strong>sce come in un forziere la preziosa immagine della<br />
Madonna Nera.<br />
Questo avviene ogni mattina alle 6. Però il 25 aprile tra i sacerdoti che celebravano l'Eucaristia c'erano<br />
anche tre pellegrini, reduci da un lungo viaggio. Eravamo P. Luigi, P. Mario e P. Valter che compivano il<br />
primo doveroso omaggio a Colei che è considerata non solo Regina, ma anche Madre della Polonia: la<br />
Vergine <strong>Maria</strong>.<br />
A questa nostra madre abbiamo chiesto consiglio, aiuto e intercessione; abbiamo chiesto che ci <strong>di</strong>a la<br />
chiave per scoprire il misterioso <strong>di</strong>segno che Dio ha preparato per la nostra Congregazione in terra polacca.<br />
L'accoglienza del vescovo e <strong>dei</strong> P.Redentoristi è stata affabile e cor<strong>di</strong>ale; qualcuno <strong>dei</strong> padri piú giovani<br />
vede la nostra presenza nel territorio come una grazia <strong>di</strong> Dio. Alcune persone, già in terra polacca, pregano<br />
per la nostra opera, come tante persone da tempo fanno in Italia.<br />
Nel viaggio fatto a Varsavia per incontrare i due ragazzi che sono già in corrispondenza con il Padre<br />
Generale, abbiamo constatato che in germe il Signore ha preparato anche qui e tra i laici "la nostra seconda<br />
Congregazione.<br />
Veramente si apre davanti a noi una nuova terra, una terra che vuole tirarci fuori dallo scoraggiamento,<br />
dal <strong>di</strong>sorientamento. Una terra che apparentemente fa paura per le enormi <strong>di</strong>fficoltà che presenta, ma è la<br />
terra che Dio ha arato perché possa essere gettato il seme a tempo opportuno.<br />
In questo periodo <strong>di</strong> feste gran<strong>di</strong> per la liturgia polacca e <strong>di</strong> intenso fervore della popolazione per il mese<br />
<strong>di</strong> maggio, cominciamo a sentire il polso <strong>di</strong> questo popolo.<br />
È il polso <strong>di</strong> un popolo che si inginocchia molto spesso, soprattutto <strong>di</strong> fronte all'invocazione "Agnello <strong>di</strong><br />
Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà <strong>di</strong> noi!".<br />
Un popolo che non ha perso la fiducia e la confidenza nella potenza <strong>di</strong> Dio e nella intercessione <strong>di</strong><br />
<strong>Maria</strong>. Un popolo che riconosce che la propria situazione è dovuta ai peccati dell'uomo.<br />
<strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong>, la piena <strong>di</strong> grazia, sarà speranza per noi e per loro che dopo ogni caduta anelano a<br />
risorgere e camminare verso il regno promesso. Questa è la terra del nostro o<strong>di</strong>erno pellegrinare in unione<br />
con quanti ci stanno sostenendo e incoraggiando.<br />
Padre Valter Palombi fsmi<br />
Pubblichiamo molto volentieri queste prime notizie dalla Polonia che riguardano l'inizio della nostra<br />
nuova missione. Comunichiamo l'in<strong>di</strong>rizzo <strong>dei</strong> padri Valter e Mario in modo che possiate sostenerli con il<br />
vostro incoraggiamento:<br />
Ulica Wysoka 1<br />
33170 Tuchów.<br />
Approfittiamo inoltre dell'occasione per ringraziare molto Padre Valter per tutto il suo lavoro <strong>di</strong> questi<br />
ultimi anni come redattore <strong>di</strong> questa rivista.<br />
(da Risonanze 3, 1991 pag 6)
SULLE RIVE DEL DNIEPER<br />
Guardo estatico il grande fiume, leggendario e mitico nei ricor<strong>di</strong> e nella immaginazione <strong>di</strong> un ex<br />
studente <strong>di</strong> geografia.<br />
Or si muove ad onde leggere, si scuote, si adagia con delicatezza sul suo letto, ancora sussulta come per<br />
sgranchirsi le ossa.<br />
E Kiev è lí, riflette nelle sue acque le immagini dell'antico monastero <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Sofia e racconta la storia<br />
lunga e travagliata <strong>di</strong> un popolo che ora tenta <strong>di</strong> riscoprire e riconquistare alcuni tratti della sua identità.<br />
Con gli occhi fissi nelle azzurre acque rivivo avvenimenti ed impressioni del mio soggiorno in Ucraina;<br />
ripeto suoni ed echi, richiamo alla memoria gli incontri, risuonano gli inviti <strong>di</strong> venire e venire presto: ci<br />
sono città con oltre un milione <strong>di</strong> abitanti senza nessun sacerdote e senza chiesa, ripercorro le strade con il<br />
fango fino ai ginocchi, mi risento addosso i cani ucraini che amano molto mordere i preti italiani...<br />
Come non ripensare alla gente che ruba quoti<strong>di</strong>anamente il fieno (statale) per la mucche, ai paesi senza<br />
strade, alla luce elettrica che appare per poche ore e talvolta mezz'ore, ai mercanti pieni degli avanzi<br />
dell'Occidente ai trenta dollari mensili <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o?<br />
E la fede? E i bisogni interiori? E i valori? La maggior opera d'arte è l'arte <strong>di</strong> sopravvivere, che causa<br />
<strong>di</strong>visioni, in<strong>di</strong>fferenza, egoismi e sopraffazioni.<br />
L'impressione <strong>di</strong> fondo che si ha della gente è che è un popolo non piú cristiano, ma anche post-pagano.<br />
La <strong>di</strong>sillusione e la mancanza <strong>di</strong> prospettive sembrano avere la meglio.<br />
I sacerdoti cattolici (molto pochi) e i pope ortodossi non vivono nel miglior accordo e la confusione<br />
nella gente aumenta e la religione acquista una funzione "magico-sacrale".<br />
Sento la voce del Signore, nonostante tutto questo, anzi proprio per tutto questo, che invita; tuttavia<br />
vuole missionari senza borsa né bastone, con una sola tunica, perché la lotta esige armi leggere per potersi<br />
muovere con agilità.<br />
II grande flusso ed influsso <strong>di</strong> spiritualità è defluito dalla foce del Dnieper attraverso il mare fino a noi.<br />
Dimostreremo <strong>di</strong> essere riconoscenti quando inizieremo a risalire il grande fiume fino alle sorgenti.<br />
P. Venturino Cicciotti fsmi<br />
(da Risonanze, n. 1, 1998, pag. 28)<br />
LITUANIA - II PELLEGRINAGGIO ALLA MADONNA DI OSTRO BRAMA<br />
La Litania: una delle nazioni dell'Europa dell'Est. Alcune decine <strong>di</strong> anni fa era un territorio della<br />
Polonia. Oggi è un paese in<strong>di</strong>pendente con la sua storia ancora giovane con le sue tra<strong>di</strong>zioni, con la sua<br />
cultura e con la sua lingua anche se buona parte del popolo lituano parla il polacco.<br />
La Lituania è abbastanza piccola dal punto <strong>di</strong> vista territoriale ed i suoi abitanti sono poco numerosi<br />
(circa 3 milioni). v<br />
È proprio lí che all'inizio <strong>di</strong> luglio ci siamo recati per partecipare al pellegrinaggio che partiva dal paese<br />
Ejszyszki e terminava ai pie<strong>di</strong> della Madonna <strong>di</strong> Ostro Brama a Vilnius<br />
Per P. Venturino non era la prima volta, mentre per Janusz e per me si presentava come una nuova<br />
espenenza.<br />
Vorrei ricordare che P. Venturino già alcuni anni fa ha cominciato a lavorare con i giovani lituani. È<br />
stato proprio lui a portare un gruppo <strong>di</strong> giovani lituani all'Incontro Giovanile a Cagliari. Inoltre, si è recato<br />
spesso in Lituania per gli esercizi spirituali ai ragazzi; all'inizio <strong>di</strong> quest‟anno si sono svolti anche nella<br />
nostra casa a Brzozówka (Polonia).<br />
Infine, per l'iniziativa <strong>di</strong> P. Venturino da alcuni anni si organizzano vacanze in Polonia per i bambini<br />
lituani provenienti dalle famiglie piú povere.<br />
54
Ritornando al nostro pellegrinaggio, la strada che dovevamo percorrere non era molto lunga, circa cento<br />
chilometri in quattro giorni.<br />
Al pellegrinaggio hanno partecipato circa 300 persone, in maggioranza giovani C'erano alcuni sacerdoti,<br />
religiosi, religiose ed i giovani <strong>di</strong> un seminario lituano<br />
Il punto centrale <strong>di</strong> ogni giornata è stata la celebrazione della <strong>Santa</strong> Messa; non mancavano ovviamente<br />
conferenze, canti, momenti <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione.<br />
Tutto si è svolto in un clima <strong>di</strong> gioiosa fraternità e <strong>di</strong> preghiera. Ogni pellegrino portava nel suo cuore le<br />
proprie intenzioni da offrire alla Madonna, nella speranza del suo materno aiuto<br />
Partecipando a questo pellegrinaggio abbiamo avuto la possibilità <strong>di</strong> far conoscere ai giovani lituani la<br />
nostra Congregazione. Abbiamo presentato alcuni tratti della storia <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, del nostro carisma;<br />
abbiamo con<strong>di</strong>viso l'esperienza della nostra vocazione tra i FSMI.<br />
P. Venturino ha tenuto alcune conferenze sul tema della vocazione e della chiamata alla santità. Dopo<br />
quattro giorni <strong>di</strong> cammino, stanchi ma con la gioia nel cuore siamo arrivati ad Ostro Brama, il santuario piú<br />
caro al popolo lituano.<br />
Ai pie<strong>di</strong> della Madonna della Misericor<strong>di</strong>a è stata celebrata la <strong>Santa</strong> Messa come conclusione del<br />
pellegrinaggio. Ringraziamo il Buon Dio che ci ha dato la grazia <strong>di</strong> camminare ad Ostro Brama e don<br />
Waldemar che ci ha invitato a partecipare a questo pellegrinaggio.<br />
Ci siamo poi fermati ancora un giorno per visitare Vilnius - la capitale della Lituania È una città molto<br />
bella, nonostante alcune chiese cattoliche siano state abbandonate al tempo del comunismo, mentre altre<br />
trasformate in magazzini agricoli.<br />
Negli ultimi anni si è verificato un lento ritorno alla fede, attraverso le iniziative <strong>di</strong> restauro e <strong>di</strong><br />
riappropnazione degli e<strong>di</strong>fici religiosi.<br />
Il lavoro è ancora agli inizi. Il popolo lituano necessita <strong>di</strong> un solido cammino <strong>di</strong> fede Chissà se in futuro<br />
questo <strong>di</strong>fficile compito non spetterà anche a noi, <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong>?<br />
(da Risonanze n 5, 2001, pag.30)<br />
e il cammino a passi lenti ma cadenzati continua…<br />
55<br />
Piotr Pacura fsmi
INDICE<br />
Prelu<strong>di</strong>o della vocazione <strong>missionario</strong> <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>…..<br />
Le missioni…..<br />
Anime generose….<br />
Parte prima<br />
I primi decenni del secolo: in Sudamerica<br />
A mo‟ <strong>di</strong> introduzione….<br />
Le nostre missioni o case in Sudamerica.<br />
Prefazione….<br />
La preparazione…<br />
La partenza….<br />
Il viaggio e l‟arrivo….<br />
O‟Brien<br />
La nostra scuola….<br />
Un uragano <strong>di</strong> sabbia….<br />
La buona stampa….<br />
La società italiana “Roma”….<br />
San Patrizio….<br />
Il ritorno in patria <strong>di</strong> P. Poggi….<br />
L‟arrivo del P. Lino Ferrari…<br />
El amigo de las familias (Perio<strong>di</strong>co mensile). Altre attività…<br />
Le suore <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong>…<br />
L‟arrivo <strong>di</strong> P. Platania….<br />
La morte <strong>di</strong> don Gesino….<br />
Morte <strong>di</strong> P. Antonio Minetti Superiore Generale. 12 luglio 1931…<br />
Il Capitolo Generale….<br />
La morte <strong>di</strong> Suor Gabriella….<br />
La nuova <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Mercedes….<br />
Congresso Eucaristico <strong>di</strong> Buenos Aires e visita del Rev.mo Superiore Generale….<br />
Un affare mal riuscito….<br />
1936. La morte del P. Poggi….<br />
P. Platania parroco <strong>di</strong> O‟Brien….<br />
La morte <strong>di</strong> P. Antonio G. Piccardo….<br />
Altri lavori nella chiesa <strong>di</strong> O‟Brien…<br />
Sistemazione della casa occupata dalle suore….<br />
Visita del Rev.mo Superiore Generale a O‟Brien….<br />
Realizzazioni missionarie tra i primi <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>…..<br />
La partenza <strong>dei</strong> nostri primi missionari….<br />
Le prime notizie….<br />
Cile – Rivoluzione del 1973….<br />
La Madonna nella mia vita….<br />
Parte seconda<br />
Verso il terzo millennio<br />
La fecon<strong>di</strong>tà missionaria della consacrazione….<br />
Il cammino continua….<br />
56
Lettera <strong>di</strong> famiglia 38…..<br />
Lettera <strong>di</strong> famiglia 40….<br />
Lettera <strong>di</strong> famiglia 41…..<br />
Lettera <strong>di</strong> famiglia 45….<br />
Lettera <strong>di</strong> famiglia 52….<br />
Lettera <strong>di</strong> famiglia 53….<br />
Lettera dfi famiglia 54….<br />
Fatti <strong>di</strong> cronaca<br />
Angolo del centro <strong>missionario</strong>….<br />
La capanna <strong>di</strong> Teresa…<br />
Tutti al mare con Maritas…<br />
Benvenuti a questa casa, fratelli….<br />
Una cronaca del campo a Coatepec de Morelos….<br />
Una nuova terra….<br />
Sulle rive del Dnieper…<br />
Lituania – Il pellegrinaggio alla Madonna <strong>di</strong> Ostro Brama…<br />
57