10.06.2013 Views

impulso missionario dei figli di maria - Figli di Santa Maria Immacolata

impulso missionario dei figli di maria - Figli di Santa Maria Immacolata

impulso missionario dei figli di maria - Figli di Santa Maria Immacolata

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Collana Centenario<br />

IMPULSO MISSIONARIO<br />

DEI<br />

FIGLI DI MARIA<br />

E<strong>di</strong>zioni Risonanze<br />

1


Prelu<strong>di</strong>o della vocazione missionaria <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong><br />

Abbi compassione delle povere anime quando, anche per l'incuria <strong>di</strong> alcuni miei pastori, giacciono<br />

abbandonate ed esposte a tutti i colpi <strong>dei</strong> loro nemici.<br />

Ricordati che sta scritto <strong>di</strong> me: Videns turbas, misertus est eis, quia erant vexati et iacentes sicut oves<br />

non habentes pastorem (Mt 9, 36).<br />

Ma fa che questa tua compassione sia efficace a somiglianza della mia, aiutando per quanto puoi le<br />

anime derelitte.<br />

Non <strong>di</strong>re: “A me non spetta pensare a quelle anime”. A titolo <strong>di</strong> caritá (se puoi con frutto), cre<strong>di</strong> pure<br />

che, se mi ami, ti spetta pensare alle anime <strong>di</strong> tutto il mondo.<br />

(G. Frassinetti, Gesú Cristo regola del sacerdote, O.A., vol 2, pag 563, Roma 1975)<br />

Le missioni<br />

Un altro bellissimo frutto maturato tra i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> è stata la vocazione missionaria. Nella Pia Casa<br />

<strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> il <strong>di</strong>rettore Don Piccardo favoriva le occasioni <strong>di</strong> intrattenersi sulle missioni e gli alunni<br />

erano iscritti all‟opera della <strong>Santa</strong> Infanzia ed a quella della Propagazione della Fede e ne leggevano<br />

assiduamente gli Annali.<br />

Giunta l‟ora <strong>di</strong> Dio, l‟ideale vagheggiato negli anni giovanili, maturato ai pie<strong>di</strong> dell‟altare <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>,<br />

<strong>di</strong>venne realtà e furono una ventina i generosi che in Australia, in Cina, in Birmania, nel Brasile, nel<br />

Messico, negli Stati Uniti svolsero la loro azione nel campo del Signore.<br />

Il P. Antonio Giuseppe Piccardo scrisse per “Risonanze” l‟articolo: “Realizzazioni Missionarie fra i<br />

primi <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>”, dandoci alcuni preziosi particolari.<br />

“Una lettera accorata <strong>di</strong> un Vescovo dell‟Asia, riportata dal perio<strong>di</strong>co Le Missioni Cattoliche, fu la<br />

scintilla che animò a rompere ogni indugio. Si <strong>di</strong>scusse, si sentí la voce <strong>di</strong> Dio ed il chierico Girar<strong>di</strong>,<br />

passando sopra ogni umano riguardo, fu il primo a decidersi e con la bene<strong>di</strong>zione del <strong>di</strong>rettore Don<br />

Piccardo si offrí alle Missioni Estere <strong>di</strong> Milano. Or<strong>di</strong>nato sacerdote, partí nel 1881 per la Cina dove lavorò<br />

intensamente nell‟Ho-nam per 27 anni. Per la strada aperta da lui si avviarono altri <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> e furono:<br />

Gustavo <strong>Maria</strong>, apostolo per 42 anni in Birmania, Ferretti (il primo ragazzo accolto dal Frassinetti) in Nord<br />

America, Luigi Paro<strong>di</strong>, passato ai Gesuiti, fu <strong>missionario</strong> alle Montagne Rocciose, Domenico Poggi in<br />

Brasile, P. Lorenzo Torrazza, Giuseppe Schenone con i signori della Missione, P. Schiaffino e P. E. Vigo,<br />

Gesuiti in Cina, Nicola Grondona in Messico come Salesiano. Inoltre il P. Tragella <strong>di</strong>venne l‟anima della<br />

<strong>di</strong>vulgazione e propaganda missionaria e Don Attilio Garrè che in seguito fondò in S. Ilario (Genova) il<br />

Collegio per le Missioni”.<br />

A questi seguirono altri e Don Piccardo li seguí sempre tutti con un grande amore, mantenendo con essi<br />

affettuosa corrispondenza. Quando alcuni <strong>di</strong> loro rimpatriavano li invitava alla Casa <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>,<br />

cosa che essi gra<strong>di</strong>vano molto. II Piccardo seppe anche essere generoso con i suoi ex alunni <strong>di</strong>venuti<br />

missionari.<br />

Un veterano degli ex allievi missionari scrisse su Risonanze nel numero <strong>di</strong> giugno 1927: “Faccio voti<br />

che a codesta casa benedetta, ora Congregazione, il Signore voglia continuare a mandarvi altri nuovi<br />

can<strong>di</strong>dati a continuare la bella tra<strong>di</strong>zione da me iniziata e sia come una fiammella sprigionata da<br />

2


quell‟amore da cui era penetrato il nostro santo fondatore Giuseppe Frassinetti ed il degno continuatore<br />

della sua opera, l‟in<strong>di</strong>menticabile Superiore Generale P. Antonio Piccardo <strong>di</strong> s. memoria”.<br />

(Tommaso Bertolotto, P. Antonio Piccardo Vita, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, pag 28-30)<br />

Anime generose<br />

Erano entrati ai <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> con un dolce, con un santo sogno nel cuore: un giorno sarebbero stati<br />

Sacerdoti! Oh essi avrebbero lavorato tanto, avrebbero pre<strong>di</strong>cato, avrebbero salvate tante anime! Ma ...<br />

quale sarebbe stato il campo del loro lavoro? Essi non lo sapevano. Avevano sentita nel cuore soave e<br />

vivissima la voce <strong>di</strong> Dio che li chiamava, avevano sentita la Vocazione; e accompagnati chi dal parroco, chi<br />

dalla mamma erano venuti alla Casa <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>. C'era un Direttore tanto buono! Egli li avrebbe<br />

guidati, li avrebbe aiutati.<br />

Entrati in Casa, compresero subito il programma: stu<strong>di</strong>are, pregare e stare allegri. Servite. Domino in<br />

laetitia: ecco lo spirito del Regolamento che informava la comunità. Ed essi pregavano, stu<strong>di</strong>avano e<br />

stavano allegri. Che bei giorni, che bei anni passarono!<br />

Nella Casa <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> avevano trovate fiorenti tre devozioni, tre forze vive dalle quali si<br />

sentivano presi e pervasi: la devozione alla Santissima Eucaristia, la devozione alla Madonna e un grande<br />

amore al Papa. Quanta luce, quanta forza scendeva ai loro giovani cuori accanto a quel piccolo altare della<br />

linda cappella, sotto lo sguardo materno e la bene<strong>di</strong>zione della Madonna, sorridente dalla sua nicchia! Oh<br />

sí, la vocazione maturava, si schiariva, si decideva.<br />

Nelle quoti<strong>di</strong>ane orazioni recitate in comune in cappella, vi era anche un'invocazione particolare e una<br />

preghiera a S. Francesco Saverio, al santo <strong>missionario</strong>, al santo dallo zelo apostolico e dalla fortezza<br />

dell'eroe <strong>di</strong> Cristo. E il santo fu propizio alle loro invocazioni ed essi promisero: saremo missionari.<br />

L'occasione <strong>di</strong> intrattenersi sulle missioni, <strong>di</strong> alimentare la fiamma, era del resto frequente: tutti gli<br />

alunni della Casa erano ascritti all'Opera della <strong>Santa</strong> Infanzia e a quella della Propagazione della Fede e ne<br />

leggevano tanto volentieri gli Annali.<br />

E giunta l'ora <strong>di</strong> Dio, il dolce, il caro sogno vagheggiato nei bei anni giovanili, maturato accanto<br />

all'Altare della Madonna <strong>di</strong>venne una gioconda realtà: e uno e poi due e poi altri partirono per il campo<br />

delle apostoliche fatiche.<br />

E sono una ventina i generosi che sparsi in Australia, in Cina, nel Brasile, nel Messico, negli Stati Uniti<br />

lavorano nel campo del Signore.<br />

S. Francesco Saverio continua ad essere invocato ogni giorno nella Congregazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> .<strong>Maria</strong>,<br />

che lo ha scelto come uno <strong>dei</strong> suoi Protettori ed altre anime è sperabile, accanto all'altare, sotto lo sguardo<br />

<strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong> sentiranno la grande chiamata <strong>di</strong> Dio.<br />

(Il nostro Primo Superiore Generale, E<strong>di</strong>zioni Risonanze, pag.112)<br />

3


Parte prima<br />

I primi decenni del secolo:<br />

in Sudamerica<br />

A MO’ DI INTRODUZIONE<br />

Padre Minetti è stato bene ispirato dallo Spirito Santo e dalla nostra madre <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong> <strong>di</strong> iniziare<br />

la nostra Congregazione al lavoro pastorale nelle missioni e nello scegliere Padre Bertolotto, giovane<br />

sacerdote, anche se i progetti iniziali su <strong>di</strong> lui erano <strong>di</strong>fferenti.<br />

Penso che sia stata <strong>Maria</strong> a guidare il Padre Bertolotto nei suoi primi passi e a farlo approdare a<br />

O‟Brien.<br />

O‟Brien era ed è un piccolo paese immerso nella sconfinata pianura pampense con strade piene <strong>di</strong> terra<br />

sabbiosa che con la pioggia <strong>di</strong>ventano paludose.<br />

Padre Bertolotto con il suo carattere umano e pieno <strong>di</strong> umorismo e il suo spirito <strong>di</strong> adattamento non si è<br />

spaventato <strong>di</strong> trovare la chiesa trasformata in gallinaio, la casa parrocchiale occupata da una maestra che<br />

non se ne voleva andare, ma con pazienza e costanza è riuscito a rendere O‟Brien punto <strong>di</strong> partenza per<br />

tutto il nostro futuro lavoro <strong>missionario</strong>.<br />

Siamo rimasti ad O‟Brien dal 1928 al 1960. I parroci sono stati: P. Bertolotto, P. Ferrari, P. Platania, P.<br />

Terenziani, P. Forti e P. Caleri.<br />

Ho avuto il piacere immenso <strong>di</strong> visitare O‟Brien e la sua gente nel 1996 per il mio cinquantesimo <strong>di</strong><br />

Or<strong>di</strong>nazione sacerdotale e nel 2002 per il settantacinquesimo <strong>di</strong> fondazione della missione; sono stato<br />

accolto dalla gente in maniera commoventissima da strappare le lagrime. Questo lo <strong>di</strong>co non per mio vanto<br />

ma per far notare l‟opera che tutti noi abbiamo realizzato sotto la guida della cara Madre <strong>di</strong> Gesú e nostra.<br />

4<br />

P. Enrico Caleri


LE NOSTRE MISSIONI O CASE<br />

IN SUD AMERICA<br />

PREFAZIONE<br />

È solo per accon<strong>di</strong>scendere al desiderio manifestato da confratelli, da ex allievi e da amici che mi<br />

indussi a scrivere la storia documentata delle case d'America. Anche il Rev.mo Superiore Generale Lino<br />

Ferrari mi aveva dato personalmente tale incarico. Certamente io desideravo che altri mettessero mano a<br />

questo lavoro perché lo avrebbero fatto con piú libertà nello scrivere, essendo sempre <strong>di</strong>fficile trattare delle<br />

cose proprie con quella santa in<strong>di</strong>fferenza che pure é tanto necessaria, nemo iudex in causa propria.<br />

Da parte mia non vi é quin<strong>di</strong> altro desiderio che quello <strong>di</strong> compiere un atto <strong>di</strong> ubbi<strong>di</strong>enza e <strong>di</strong> essere<br />

con<strong>di</strong>scendente verso quanti mi invitarono a scrivere, nella speranza che la conoscenza <strong>di</strong> ciò che sono e<br />

soprattutto <strong>di</strong> quello che costarono le nostre opere in Argentina e Cile, serva ad accrescere la simpatia <strong>dei</strong><br />

nostri confratelli, amici e benefattori e si uniscano a noi nel ringraziare la Divina Provvidenza per i beni<br />

elargiti alla nostra Congregazione e per il bene compiuto a gloria <strong>di</strong> Dio ed il bene delle anime.<br />

Sento anche il dovere <strong>di</strong> segnalare che in Risonanze molto é stato già pubblicato a piú riprese ma a volte<br />

con errori evidenti <strong>di</strong> nomi, <strong>di</strong> date e <strong>di</strong> circostanze, confondendo fatti <strong>di</strong> cronaca <strong>di</strong> una casa con quella <strong>di</strong><br />

altre, errori in parte giustificati dalla mancanza <strong>di</strong> conoscenza <strong>di</strong> dati storici e geografici <strong>di</strong> regioni tanto<br />

lontane e <strong>di</strong> ambienti tanto <strong>di</strong>fferenti dal nostro ed anche perché chi scrisse non aveva a sua <strong>di</strong>sposizione<br />

documenti che sono conservati nell‟archivio generale della Congregazione.<br />

LA PREPARAZIONE<br />

L'Opera <strong>di</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> che aveva dato centinaia <strong>di</strong> Sacerdoti all'Archi<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Genova e tanti<br />

soggetti ad Istituti Missionari, non poteva e non doveva lasciare cadere l'accorato appello del santo Padre<br />

Pio XI, il Papa delle Missioni.<br />

Ciò che la nostra Congregazione non aveva potuto fare prima, si accingeva, ad attuarlo nel Capitolo del<br />

1926. In quella circostanza i padri capitolari compresero come ormai fosse giunto il tempo <strong>di</strong> concretare<br />

quello che fu anche aspirazione costante del primo superiore Generale, il P. Antonio Piccardo, ed hanno<br />

voluto aggiungere allo scopo speciale della Congregazione anche quello delle missioni all'estero, inserendo<br />

un capitolo speciale nella nuova redazione delle costituzioni.<br />

Fu il nostro veneratissimo P. Antonio Minetti <strong>di</strong> s.m. che, eletto superiore generale, fece sua piú che mai<br />

questa forza <strong>di</strong> volontà per le missioni e non si <strong>di</strong>ede pace finché non poté vederne concretato l‟inizio. Ma<br />

al buon Padre si presentava subito il problema: chi avrebbe mandato per primo ad iniziare la missione? Vi<br />

era don Domenico Poggi che, tornato in patria dopo trenta anni <strong>di</strong> pro<strong>di</strong>giosa attività missionaria in Brasile,<br />

5


enché malfermo <strong>di</strong> salute, si offriva a ripartire accanto ai <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> per essere loro guida e maestro,<br />

ma vi era il pericolo per qualche anno ancora, <strong>di</strong> avere il maestro senza <strong>di</strong>scepoli.<br />

Alcuni che pure avrebbero avute ottimi doti per dare principio ad una opera cosí bella, per vari motivi<br />

giu<strong>di</strong>carono <strong>di</strong> non poter partire.<br />

Eppure urgeva mettere in pratica le <strong>di</strong>sposizioni del capitolo, bisognava ad ogni costo iniziare qualche<br />

cosa oltre oceano.<br />

Il P. Minetti non si <strong>di</strong>ede per vinto e fu a me che allora <strong>di</strong>resse formale invito. Benché il peso fosse<br />

grave, accettai anche perché due fatti, per me importantissimi, già in precedenza mi avevano indotto a<br />

prendere la decisione <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carmi alle missioni e sono i seguenti:<br />

A Roma il primo luglio 1913 moriva santamente il nostro chierico professo Giacomo Peluffo. Prima <strong>di</strong><br />

lasciarci volle salutare tutti, dal Superiore Generale fino all‟ultimo novizio. Quando toccò a me, mi<br />

avvicinai silenzioso al letto, ma egli notò subito la mia presenza, prese la mia mano destra fra le sue e poi<br />

con un filo <strong>di</strong> voce <strong>di</strong>sse: "Caro Bertolotto ... io muoio ... già cominciano per me le ore misteriose ... e<br />

quando si arriva a questo punto, si presentano le cose in modo assai <strong>di</strong>fferente <strong>di</strong> prima ... tu sei giovane e<br />

sano... cerca <strong>di</strong> fare anche quello che non posso fare io ... lavora molto ... ama la Madonna ... ama Ia<br />

Congregazione, onorala ... prega per me e non mi <strong>di</strong>menticare ... ".<br />

Con la piú viva commozione del mio animo promisi al caro confratello che avrei fatto quanto mi<br />

suggeriva; ci salutammo per l'ultima volta e sul punto <strong>di</strong> uscire dalla stanza, soffermandomi un istante a<br />

contemplare quel caro volto che non avrei visto mai piú, rinnovai nel mio cuore la promessa. Le parole del<br />

caro Peluffo "ama la Congregazione, onorala" costituivano tutto un programma <strong>di</strong> vita religiosa in tutte le<br />

manifestazioni <strong>di</strong> spiritualità e <strong>di</strong> azione.<br />

Nel 1915 venne l'ora del servizio militare e della guerra. Nel settembre del 1917, durante un'azione assai<br />

violenta, dopo un bombardamento lacerante ed opprimente, a breve <strong>di</strong>stanza dal nemico attaccante, nel<br />

colmo del nervosismo provocato dallo scoppio delle bombe a mano e dall'intenso fuoco delle mitragliatrici,<br />

nel mio cuore supplicai la Madonna a conservarmi la serenità dello spirito e la padronanza <strong>dei</strong> miei atti,<br />

promettendo, se avessi salva la vita, <strong>di</strong> seguire la mia vocazione e <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carmi anche all'opera delle<br />

missioni.<br />

Con questi precedenti, logicamente appena ricevuto l'invito da P. Minetti, compresi che era giunto il<br />

momento <strong>di</strong> mettere in pratica le promesse fatte alla Madonna e al confratello morente, quin<strong>di</strong> mi misi<br />

subito e completamente a <strong>di</strong>sposizione <strong>dei</strong> Superiori e poco dopo ebbi anche la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> sapere che<br />

anche il P. Ferrari mi avrebbe seguito. Mai <strong>di</strong>menticherò la grande gioia manifestata dal Rev.mo P. Minetti<br />

appena seppe che ero <strong>di</strong>sposto a partire. Mi parlò come padre a <strong>figli</strong>o incoraggiandomi, dandomi consigli<br />

suggeriti dal suo zelo e dal suo spirito <strong>di</strong> uomo <strong>di</strong> Dio, continuando poi anche per lettera l'opera sua <strong>di</strong><br />

superiore e padre.<br />

Avendogli scritto da Genova che da parte della mia famiglia non esisteva nessun ostacolo, mi<br />

rispondeva in data 2 aprile 1927 con queste parole: "A Pasqua si concreterà per le missioni; prega il<br />

Signore che si abbia a fare la sua volontà ... sono contento <strong>di</strong> quello che ti risposero i tuoi. Mi auguro che<br />

tu sia sempre <strong>di</strong> buono spirito e coraggioso perché il demonio fará <strong>di</strong> tutto per impe<strong>di</strong>re il bene...” Infatti<br />

fu cosí.<br />

Cominciarono subito le <strong>di</strong>fficoltà, contrattempi e contrad<strong>di</strong>zioni, ma P. Minetti non desistette dal suo<br />

proposito e mi consigliò <strong>di</strong> offrire al Signore le prime <strong>di</strong>fficoltà e a tirare avanti per la via intrapresa.<br />

Erano state inviate lettere <strong>di</strong> presentazione a vari Vescovi del Brasile e dell'Argentina, ed intanto<br />

nell'attesa il P. Ferrari ed io, nella casa <strong>di</strong> Genova, sotto la guida del P. Poggi, cominciammo lo stu<strong>di</strong>o del<br />

portoghese.<br />

P. Poggi però, considerando le situazioni e le <strong>di</strong>fficoltà che egli aveva dovuto affrontare in trenta anni <strong>di</strong><br />

vita brasiliana, era del parere che in un primo momento si dovesse andare in Argentina. Anche Mons.<br />

Levame u<strong>di</strong>tore della nunziatura, ritornando in quell'anno da Buenos Aires, in un'intervista chiesta dal<br />

nostro Superiore Generale, ed alla quale fummo ammessi anche il P. Poggi, il P. Ferrari ed io, ci consigliò<br />

l'Argentina aggiungendo che sarebbe stata ottima cosa stabilire una stabile base nella grande capitale <strong>di</strong><br />

6


quella nazione, essendo Buenos Aires la città piú importante <strong>di</strong> tutto il Sud America, onde <strong>di</strong> là potere<br />

meglio in seguito attivare e <strong>di</strong>rigere altre iniziative.<br />

Non tardarono a giungere le prime richieste <strong>di</strong> missionari.<br />

Molto interessante quella del Vescovo <strong>di</strong> Pelotas nello stato del Rio Grande do Sur (Brasile) con<br />

l'assicurazione che ci avrebbe ricevuti molto volentieri e sistemati in modo conveniente e che avrebbe<br />

messo a nostra <strong>di</strong>sposizione anche terreni dove stabilire opere nostre.<br />

Dall'Argentina invece, la prima risposta fu una delusione. Mons. Devoto Vescovo ausiliare e Vicario<br />

generale <strong>di</strong> Buenos Aires, scrisse al Rev.mo P. Generale che per il momento non ci poteva ammettere in<br />

<strong>di</strong>ocesi perché altre<br />

congregazioni avevano presentata analoga richiesta, prima <strong>di</strong> noi e bisognava dare loro una<br />

sistemazione. Vi era però in Argentina chi pensava a noi.<br />

Il P. Onorato Piffero, già alunno e poi professore nella nostra casa <strong>di</strong> Genova e che era passato ai<br />

Redentoristi onde de<strong>di</strong>carsi alle missioni, ma sempre a noi affezionatissimo, ci scriveva in luglio 1927 che<br />

Ecc. Mons. Francesco Alberti vescovo <strong>di</strong> La Plata, era contentissimo <strong>di</strong> ricevere i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> nella sua<br />

<strong>di</strong>ocesi. La <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> La Plata comprendeva allora tutta la provincia <strong>di</strong> B. Aires con una superficie grande<br />

come l'Italia, con quattro milioni <strong>di</strong> abitanti ed il territorio della Pampa.<br />

Moltissime borgate (circa un centinaio) erano senza sacerdote e la stessa città <strong>di</strong> La Plata con settanta<br />

mila abitanti aveva solo due parrocchie.<br />

Fu in base alla <strong>di</strong>chiarazione del P. Piffero che fu scelta l'Argentina come primo punto <strong>di</strong> attività ed il P.<br />

Minetti rispose al P. Piffero affidandogli l'incarico <strong>di</strong> trattare con Mons. Vescovo. Non tardò a giungere la<br />

risposta: il Vescovo ci avrebbe assegnata la località <strong>di</strong> Berrazategui, un suburbio della città <strong>di</strong> Quilmes a<br />

circa 40 Km. da B. Aires e dove si sentiva la necessità <strong>di</strong> creare una nuova parrocchia. La popolazione<br />

composta in gran parte <strong>di</strong> famiglie italiane ci avrebbe accolto con simpatia.<br />

Per mezzo della società Italica Gens, <strong>di</strong>retta a Genova dai Salesiani, ci fu facile avere in pochi giorni i<br />

passaporti per il P. Poggi e per me. Però questo implicava per noi un nuovo problema; bisognava de<strong>di</strong>carsi<br />

quasi all'ultimo momento allo stu<strong>di</strong>o della lingua spagnola.<br />

Bisognava pure preparare ogni cosa anche dal punto <strong>di</strong> vista giuri<strong>di</strong>co. Trattandosi <strong>di</strong> recarsi all'estero in<br />

una nazione dove ancora non esistevano case della nostra Congregazione e non potendo calcolare quanto<br />

tempo sarebbe necessario per stabilirne una, occorreva il permesso della Sacra Congregazione <strong>dei</strong><br />

Religiosi, il nulla hosta della Concistoriale ed il voto favorevole del Visitatore Apostolico P. Cristini<br />

C.SS.R.<br />

Venne perciò chiesto ed ottenuto un Rescritto redatto nei termini seguenti: Prot. 5127/27.<br />

“Beatissimo Padre, il Superiore Generale della Congregazione <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> S. <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong> prostrato ai<br />

pie<strong>di</strong> della S. Vostra, in pieno accordo col suo Consiglio, umilmente espone quanto segue: avendo ricevuto<br />

da Ecc.mi Vescovi dell'America Latina domande <strong>di</strong> aprire nelle loro <strong>di</strong>ocesi una casa della<br />

Congregazione, conforme agli scopi della Congregazione medesima, desidera inviarvi il M. R. P.<br />

Tommaso Bertolotto, perché, prima <strong>di</strong> assumere definitivi impegni, veda sul posto le con<strong>di</strong>zioni e ne<br />

informi il Consiglio Superiore. In tale missione sarà accompagnato e coa<strong>di</strong>uvato dal M. R. Don Enrico<br />

Poggi, alunno della nostra casa <strong>di</strong> Genova, affezionatissimo alla Congregazione e pratico <strong>dei</strong> luoghi<br />

essendoci già stato come <strong>missionario</strong> per circa trent’anni.<br />

Chiede pertanto la Facoltà <strong>di</strong> concedere a P. Tommaso Bertolotto <strong>di</strong> rimanere fuori delle case della<br />

Congregazione per un tempo superiore ai sei mesi onde possa recarsi nell'America Latina all'oggetto <strong>di</strong><br />

cui sopra.<br />

Che della grazia... etc...”<br />

-Vigore facultatum a Ss.mo D.no nostro concessarum S. C. Negotiis religiosorum Sodalium praeposita,<br />

attentis expositis atque au<strong>di</strong>to voto Rev.mi Visitatori Apostolici benigne indulget, ut, veris existentibus<br />

narratis, petitam facultatem ad annum pro suo arbitrio et conscentia concedat; facta superiorum obligatione<br />

invigilan<strong>di</strong> ut Religiosus, quantum fieri potest, Regulas sui Institutis observet, vota fideliter custo<strong>di</strong>at et<br />

vitam professionis suae congrue degat. Porro per presens Rescriptum Religiosus nullum Jus adquirit<br />

manen<strong>di</strong> extra claustra ad quem statim re<strong>di</strong>re tenetur, si forte perdurante Indulto, a suis legittimis<br />

7


superioribus revocetur, quibus plene subiectus manet, salvo jure Or<strong>di</strong>nari loci ad normam Sacrorum<br />

canonum et servato insuper concreto “Magni semper” Sacrae Congregationis Concistorialis... Contraris non<br />

obstantibus quibusqunque.<br />

Datum Romae, <strong>di</strong>e 5 augusti l927 f.to: C. Card. Laurenti, Praefectus. Vinc. La Puma, secretario.-<br />

- Facendo uso delle facoltà concessomi dalla S. Congregazione permetto che l'Oratore si avvalga<br />

dell'ottenuta grazia, attenendosi però fedelmente alle norme in<strong>di</strong>cate nel rescritto. Roma, Collegio<br />

Sant‟Alfonso, 10 agosto 1927 f.to: Giacomo <strong>Maria</strong> Cristini C.SS.R. Visitatore Apostolico.<br />

- S. C. Concistorialis: prot. 591/27. Haec S. Congregatio, vigore decreti “Magni Semper” <strong>di</strong>e 20<br />

decembris 1918 e<strong>di</strong>ti, benigne annuit ut sac. Thomae Bertolotto e Congr. Filiorum S. <strong>Maria</strong>e Immaculatae<br />

se conferre possit in Diocesim Platensem ad effectus et juxta normae S. C. de Religiosis sub <strong>di</strong>e 5 augusti<br />

1927 f.to: pro E.mo D. Card. Secret. +Raphael Carlo Rossi Archiep. Thessalon.-<br />

II 5 settembre 1927, P. Poggi, P. Ferrari ed io, accompagnati dal Rev.mo P. Superiore Generale e dal P.<br />

Procuratore Generale P. Tommaso Olcese, fummo ammessi alla presenza del S. Padre Pio XI nella sala del<br />

tronetto.<br />

II S. Padre ci accolse con amabilità e richiesto dove eravamo <strong>di</strong>retti ci <strong>di</strong>sse brevi parole <strong>di</strong><br />

incoraggiamento e <strong>di</strong>sse:<br />

“Andate, là troverete un largo campo <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> anime. II Signore sia con voi! Dominus vos<br />

bene<strong>di</strong>cat et Angelus Domini comitetur in locum ad quem pergitis. Noi vi accompagneremo con la nostra<br />

preghiera. Impartiamo la nostra bene<strong>di</strong>zione alle vostre persone, alle opere che state per intraprendere ed<br />

alle anime che vi saranno affidate”. Con profonda commozione baciammo l'anello che il Santo Padre ci<br />

porgeva e ci ritirammo con letizia <strong>di</strong> recare con noi, con la bene<strong>di</strong>zione del Santo Padre, il suggello della<br />

Volontà <strong>di</strong> Dio.<br />

LA PARTENZA<br />

Nel pomeriggio del 4 ottobre 1927 nella cappella della casa. <strong>di</strong> Genova, si tenne la cerimonia della<br />

bene<strong>di</strong>zione ed imposizione del Crocifisso fatta dal Rev.mo P. Minetti Superiore Generale Erano presenti<br />

superiori e confratelli anche delle case <strong>di</strong> Rivarolo, parenti ed alunni, molti sacerdoti, amici ed ex-allievi, il<br />

clero della parrocchia del Sacro Cuore, S. Ecc. Mons. De Amicis ausiliare dell'Archi<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Genova,<br />

Mons. Bonfilio abate <strong>di</strong> Carignano, Mons. Gennaro delegato <strong>di</strong>ocesano per le vocazioni ed altri.<br />

Dopo la consegna <strong>dei</strong> Crocefissi, P. Minetti tenne un breve <strong>di</strong>scorso; le sue parole lente e paterne,<br />

suscitarono la commozione <strong>di</strong> tutti e concluse <strong>di</strong>cendo: “Andate, andate nel nome del Signore, vi<br />

seguiremo con il cuore, non vi lasceremo soli ...”.<br />

Rispose il P. Poggi insistendo specialmente sul fatto che la nostra partenza doveva fare pensare i giovani<br />

e gli anziani, i giovani per prepararsi degnamente all'apostolato e gli anziani perché capissero la necessità<br />

<strong>di</strong> preparare nuove generazioni <strong>di</strong> volenterosi onde perpetuare l'opera che cominciava. Fece poi notare che<br />

il movente della nostra partenza era del tutto spirituale ed apostolico, "si va in cerca <strong>di</strong> anime perché solo<br />

questa é la volontà <strong>di</strong> Dio". Disse poi: "Vedete in che con<strong>di</strong>zioni partiamo!"<br />

A <strong>di</strong>re il vero le con<strong>di</strong>zioni non erano del tutto lusinghiere data la sua età (60 anni) e la sua malferma<br />

salute. Chi scrive può <strong>di</strong>chiarare che in quel momento abbiamo sentito tutto il peso dell'opera che ci veniva<br />

affidata, considerando le nostre debolezze, ma anche ci sentimmo forti e preparati a tutto. Andavamo<br />

davvero in cerca <strong>di</strong> anime e non <strong>di</strong> denaro o <strong>di</strong> avventura come qualcuno aveva sarcasticamente insinuato<br />

ed il buon Dio doveva certamente venire in nostro aiuto.<br />

La protezione <strong>di</strong> Dio si manifestò subito in un fatto che il mondo può chiamare occasionale, ma che noi<br />

sacerdoti valutiamo come una prova dell‟amorosa Provvidenza <strong>di</strong> Dio. Oltre un mese prima della partenza,<br />

per consiglio <strong>di</strong> P. Poggi, avevo fissato i due posti sul piroscafo Principessa Mafalda della N.G.I. che<br />

doveva partire da Genova l'un<strong>di</strong>ci ottobre; quando poi a fine <strong>di</strong> settembre mi presentai agli uffici della<br />

compagnia per ritirare i biglietti, ebbi la sorpresa <strong>di</strong> constatare un errore, malgrado tutte le assicurazioni<br />

avute in precedenza, sul Mafalda ci era stato riservato un posto <strong>di</strong> seconda classe. Malgrado le mie<br />

8


insistenze e le mie proteste non fu possibile ottenere l'altro biglietto essendo la nave al completo in tutte le<br />

classi. Rassegnato e quasi per forza accettai i due passaggi sulla nave Duca degli Abbruzzi in partenza per<br />

il 5 ottobre.<br />

È vero che questo cambio ci impose il sacrificio <strong>di</strong> ridurre a soli tre giorni la visita <strong>di</strong> congedo alle<br />

nostre famiglie, ma Dio bene<strong>di</strong>sse quel sacrificio perché mentre noi avemmo la fortuna <strong>di</strong> giungere a<br />

destinazione dopo uno splen<strong>di</strong>do viaggio, il Mafalda, affondava tragicamente presso le coste del Brasile. Il<br />

P. Poggi che prima <strong>di</strong> partire mi aveva voluto con sé per bene<strong>di</strong>re la cappella della Madonna da lui fatta<br />

costruire sulla vetta del monte Carmo presso Sarissola, attribuí con ragione le circostanze e l'esito felice del<br />

nostro viaggio alla protezione <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>.<br />

Per parte mia da questo fatto imparai davvero a considerare tutte le vicende della vita come<br />

manifestazione della Divina Provvidenza.<br />

La sera del 4 ottobre, alla cerimonia religiosa seguí un familiare ricevimento <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>o in omaggio a tutti<br />

gli intervenuti. Il giorno seguente nel circolo piú ristretto della Comunità, <strong>dei</strong> Superiori, confratelli ed<br />

alunni della casa, si ripeterono gli auguri e le piú cor<strong>di</strong>ali manifestazioni <strong>di</strong> affetto. Finalmente alle ore 15 i<br />

Superiori ci vollero accompagnare a bordo del Duca degli Abbruzzi e ci separammo da loro e dai parenti<br />

venuti anch'essi a darci l'ultimo saluto, accompagnato da vivissima emozione.<br />

Il Rev.mo P. Minetti ci bene<strong>di</strong>sse e volle essere l'ultimo a darci l'abbraccio <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>o e approfittando <strong>di</strong><br />

un momento in cui eravamo soli presso l'entrata della cabina, mi sussurrò ancora all'orecchio "Sii generoso,<br />

coraggioso, fa tutto per il Signore, per la Madonna, per le anime, per la Congregazione".<br />

Non potemmo trattenere le lacrime. Carissimo e veneratissimo P. Minetti! Queste parole che ascoltai dal<br />

tuo labbro furono per me come il tuo testamento spirituale perché quell'abbraccio fu veramente l'ultimo ...<br />

entrambi lo abbiamo intravisto in quel momento ... al mio ritorno cinque anni dopo, amatissimo P. Minetti,<br />

non c'eri piú.<br />

IL VIAGGIO E L’ARRIVO<br />

Il viaggio fu ottimo sotto ogni aspetto. Avemmo anche occasione <strong>di</strong> fare conoscenza con alcune<br />

famiglie <strong>di</strong> italiani residenti a La Plata che ritornavano in Argentina dopo un viaggio in Italia e che furono<br />

poi nostri cooperatori in varie opere.<br />

Non essendovi cappellano a bordo, toccò a noi organizzare il servizio religioso a richiesta del<br />

comandante ed io ebbi anche l'onore <strong>di</strong> essere scelto per il <strong>di</strong>scorso ufficiale nelle feste per il passaggio<br />

dell'equatore. Vi era tra i viaggiatori anche un anziano sacerdote francese <strong>di</strong>retto al Cile, ma per varie<br />

ragioni lasciò a noi ogni incarico.<br />

Nei porti del Brasile (Bahia, Rio de Janeiro, Santos) il P. Poggi fu felice <strong>di</strong> riabbracciare amici e<br />

sacerdoti missionari italiani, che avvisati del suo passaggio erano giunti dall'interno per salutarlo; quanto a<br />

me in Rio de Janeiro ebbi occasione <strong>di</strong> fare conoscenza personale con un mio zio materno, il dottore<br />

Francesco Bellogamba (vice <strong>di</strong>rettore dell'ospedale militare <strong>di</strong> Rio) e la sua famiglia, <strong>di</strong> cui mi valsi in<br />

seguito per lo svolgimento <strong>di</strong> alcune pratiche per la nostra Congregazione.<br />

Si può <strong>di</strong>re perciò che appena usciti dal porto <strong>di</strong> Genova e ancore prima <strong>di</strong> arrivare a destinazione,<br />

abbiamo cominciato il nostro ministero e preso contatto con persone che ci dovevano poi essere molto utili.<br />

Dopo 20 giorni <strong>di</strong> navigazione, nel pomeriggio del 22 ottobre 1927 sbarcammo a B. Aires. Credevamo<br />

vi fosse ad attenderci il P. Piffero ed invece ci venne incontro il P. Lorenzo Laiti, <strong>di</strong>rettore del collegio<br />

convitto <strong>dei</strong> sordomuti <strong>di</strong> La Plata; ci <strong>di</strong>sse che veniva a nome del vescovo e <strong>di</strong> P. Piffero in quei giorni<br />

ambedue assenti per ragione <strong>di</strong> ministero; ci aiutò nel <strong>di</strong>sbrigo <strong>di</strong> ogni cosa nella dogana e poi con un taxi<br />

ci condusse alla stazione Constitución per prendere il treno rapido per La Plata, dove ci attendeva l'auto<br />

della comunità <strong>di</strong> P. Laiti che ci condusse al suo Istituto nel centro della città (calle 49 entre 5 y 6)<br />

assicurandoci che eravamo suoi gra<strong>di</strong>ti ospiti. Abbiamo subito fraternizzato con quella comunità composta<br />

tutta <strong>di</strong> veneti.<br />

9


Il giorno dopo, celebrata la <strong>Santa</strong> Messa nella cappella dell'Istituto, visita alla città, specialmente ai<br />

lavori in corso per la costruzione della cattedrale e musei. Restammo specialmente sorpresi per il<br />

meraviglioso museo <strong>di</strong> scienze naturali, forse uno <strong>dei</strong> piú belli del mondo e ivi abbiamo ammirato fra le<br />

altre cose piú rare e preziose, lo scheletro <strong>di</strong> un enorme <strong>di</strong>nosauro che era stato scoperto nelle sabbie <strong>di</strong> una<br />

zona desertica pampeana. Bellissima e gran<strong>di</strong>ssima la sala delle mummie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>os e quelle degli uccelli e<br />

delle farfalle.<br />

Ma in quello stesso giorno abbiamo avuto la triste notizia dell'affondamento del piroscafo Mafalda<br />

avvenuto nella notte tra il 25 e il 26. Si parlava <strong>di</strong> oltre trecento morti o scomparsi! E mentre ci venne<br />

spontanea una prece <strong>di</strong> suffragio per le povere vittime della catastrofe, elevammo pure al cielo le preghiere<br />

del ringraziamento a Dio per non aver permesso che ci trovassimo anche noi in quel pericolo.<br />

Il 27 celebrammo la Messa in S. Ponziano e facemmo conoscenza con il parroco <strong>di</strong> quella chiesa, la piú<br />

antica parrocchia <strong>di</strong> quella zona: era Mons. Federico Rasore, <strong>figli</strong>o <strong>di</strong> voltresi, uomo <strong>di</strong> santa vita, ci<br />

<strong>di</strong>ssero, amatissimo e veneratissimo da tutti in città. Ci accolse con affetto, rallegrandosi molto al sapere<br />

che eravamo genovesi e ci fu pro<strong>di</strong>go <strong>di</strong> consigli ed istruzioni su quanto poteva esserci utile ed anche ci<br />

offrí copia <strong>di</strong> vari moduli e schemi per le pratiche amministrative, ministeriali e giuri<strong>di</strong>che vigenti nella<br />

<strong>di</strong>ocesi e nella provincia; ci offrí anche delle intenzioni <strong>di</strong> sante Messe, questo ci fu <strong>di</strong> molto aiuto, perché<br />

al nostro arrivo a B. Aires avevamo in tasca la somma <strong>di</strong> ... cento pesos ...<br />

Come vedremo, questo venerando sacerdote, anche in seguito, doveva esserci <strong>di</strong> valido aiuto, come<br />

consigliere e benefattore nei momenti piú <strong>di</strong>fficili, quando si trattò della fondazione della parrocchia <strong>di</strong> San<br />

Filippo Neri a B. Aires.<br />

Il giorno seguente dalla curia ci avvisarono per telefono che Mons. Vescovo era tornato e ci attendeva.<br />

Ci recammo all'u<strong>di</strong>enza accompagnati dal P. Laiti.<br />

Sua Eccellenza ci accolse paternamente, volle conoscere ogni cosa circa la nostra Congregazione ed i<br />

nostri propositi.<br />

Senza essere mai stato in Italia, parlava perfettamente l'italiano ed anche il genovese, <strong>di</strong>cendoci che non<br />

poteva <strong>di</strong>menticare la lingua parlata dai suoi vecchi che erano <strong>di</strong> Noli.<br />

Circa la nostra destinazione vi fu però una sorpresa. Come abbiamo visto P. Piffero ci aveva scritto che<br />

era volontà del vescovo <strong>di</strong> assegnarci la località <strong>di</strong> Berazategui, ed invece il vescovo ci parlò <strong>di</strong> O'Brien un<br />

paese in giuris<strong>di</strong>zione del comune e parrocchia <strong>di</strong> Bragado da cui <strong>di</strong>sta 60 km ed a 230 Km. da B. Aires<br />

sulla linea ferroviaria del ovest.<br />

Che cosa era accaduto? Mons. Copello fin dall'anno precedente ausiliare e vicario de La Plata, molto<br />

tempo prima del nostro arrivo, durante l'estate era stato ospite nella fattoria del signor Boven, nipote ed<br />

erede <strong>di</strong> Eduardo O'Brien, il fondatore del paese, del quale perciò portava il nome, infatti egli aveva fatto<br />

costruire a sue spese la chiesa de<strong>di</strong>cata a S. Patrizio ed aveva anche donato il terreno per il municipio, per<br />

la scuola, per l'ospedale civile, per il cimitero, per il commissariato <strong>di</strong> polizia ed anche per il campo<br />

sportivo.<br />

Mons. Copello aveva anche amministrato la cresima e la popolazione per mezzo della commissione pro<br />

parrocchia, si era rivolta a lui pregandolo che insistesse presso il vescovo <strong>di</strong>ocesano per portare a O'Brien<br />

un sacerdote parroco. Mons. Copello promise <strong>di</strong> occuparsi della cosa per cui quando seppe del nostro<br />

prossimo arrivo ricordò a Mons. Alberti la richiesta della popolazione <strong>di</strong> O'Brien anche in considerazione<br />

che si trattava <strong>di</strong> una cappellania-vicaria (quasi parrocchia o quasi cappellania curata) vacante da 18 anni<br />

per mancanza <strong>di</strong> sacerdoti. Lo stesso Mons. Copello piú tar<strong>di</strong>, già arcivescovo <strong>di</strong> B. Aires in un'intervista<br />

concessa ai nostri padri <strong>di</strong>sse loro queste precise parole: “Se avete avuto O'Brien da Mons. Alberti lo<br />

dovete a me”.<br />

In quella u<strong>di</strong>enza Mons. Alberti ci invitò a pranzo per il giorno seguente assicurandoci che ci avrebbe<br />

fatto trovare tutti i documenti necessari.<br />

Ritornati all'istituto sordomuti, trovammo il P. Piffero che ci attendeva. L'incontro fu cor<strong>di</strong>alissimo<br />

tanto piú che P. Poggi salutava in lui un vecchio con<strong>di</strong>scepolo ed io un antico professore <strong>di</strong> francese e<br />

scienze naturali nella casa <strong>di</strong> Genova. Parlammo a lungo delle cose nostre e ci lasciammo verso sera con un<br />

affettuoso e reciproco arrivederci.<br />

10


In questa occasione abbiamo notato che P. Piffero e P. Laiti erano due vecchi amici, infatti si erano<br />

conosciuti molti anni prima, quando P. Piffero prima <strong>di</strong> entrare nel noviziato <strong>dei</strong> redentoristi in Spagna,<br />

aveva avuto l'ufficio <strong>di</strong> vice parroco <strong>di</strong> S. Ponziano <strong>di</strong> La Plata.<br />

O'BRIEN<br />

II giorno 30 ottobre visita <strong>di</strong> commiato a Mons. Vescovo che ci regalò anche due bei volumi: “El tesoro<br />

del sacerdote” e “Obras Pre<strong>di</strong>cables”, in lingua spagnola, raccomandandoci <strong>di</strong> servircene per la<br />

me<strong>di</strong>tazione e la pre<strong>di</strong>cazione, incaricò poi il P. Laiti <strong>di</strong> rifornirci <strong>di</strong> ostie e vino per la santa messa e <strong>di</strong><br />

telefonare a O'Brien al seňor Recourt custode della chiesa <strong>di</strong> O'Brien precisando l'ora del nostro arrivo; non<br />

essendovi altro treno dovemmo partire nel pomeriggio del giorno dopo 31 ottobre in piena notte, per essere<br />

presenti in parrocchia per la festa <strong>di</strong> tutti i Santi. Giungemmo cosí a O'Brien alla 1 e 30 in piena notte, con<br />

un tempo pessimo e pioggia e vento da uragano: naturalmente alla stazione nessuno ad attenderci e per <strong>di</strong><br />

piú eravamo gli unici passeggeri a scendere, ma fuori stazione ci venne incontro un italiano, un certo<br />

Giordano che si presentò perché incaricato <strong>di</strong> offrirci il passaggio nella sua auto, una vecchia Ford. I<br />

quattrocento metri <strong>di</strong> strada tutta pozzanghere ed al buio ci fecero capire che certo non eravamo giunti in<br />

una grande borgata.<br />

Il nostro uomo ci condusse ad una osteria, con alloggio e stallatico (come <strong>di</strong>rebbe l'autore della<br />

comme<strong>di</strong>a Paolo Incioda), ma portava il nome <strong>di</strong> Hotel Italia gestito dallo stesso seňor Recourt che insieme<br />

alla sua signora ci accolse tutto premuroso e pro<strong>di</strong>gandosi come meglio poteva. per renderci meno amara<br />

l'entrata in casa sua. Ci spiegò che quello era il miglior locale del paese e che dovevamo restarvi qualche<br />

settimana perché la casa parrocchiale era in affitto ad una maestra che non sembrava <strong>di</strong>sposta a cambiar<br />

domicilio.<br />

Bisognava fare buon viso a cattiva sorte. P. Poggi però si mostrò <strong>di</strong>silluso ed anche un pochino<br />

mortificato ed io cercai <strong>di</strong> fargli coraggio mentre mi venne spontaneo pensare fra me e <strong>di</strong>re che mi era stato<br />

assegnato per compagno appunto per incoraggiarmi ed aiutarmi!<br />

Ci fu assegnata una camera a due letti, l'unica <strong>di</strong>sponibile che prendeva aria e luce da un abbaino perché<br />

senza finestre. Stanchi del viaggio riposammo fino alle sei e trenta. Alle sette Recourt ci condusse alla<br />

chiesa molto vicina; il suo interno benché pulito alla meglio mostrava evidenti i segni dell'uso che se n'era<br />

fatto: un rifugio per galline, pavimento <strong>di</strong> legno con qualche tavola sfondata, finestre con molti vetri rotti,<br />

banchi stile nor<strong>di</strong>co e molto pesanti, unica cosa bella l'altare maggiore in stile gotico in legno nero ben<br />

decorato con tre nicchie, quella centrale con la statua <strong>di</strong> S. Patrizio, titolare della parrocchia e le altre due<br />

con le statue <strong>di</strong> S. Giuseppe e della Vergine <strong>Immacolata</strong>. Vi era un altro altare laterale de<strong>di</strong>cato alla<br />

Vergine <strong>di</strong> Luján. La chiesa in stile gotico e costruita con buon materiale, ma il tetto e la guglia del<br />

campanile erano <strong>di</strong> lamiera zincata inchiodata su travatura <strong>di</strong> legno duro, cosí pure la piccola sacrestia.<br />

Suonammo a lungo la campana, ma fino alle otto e trenta nessuno si fece vivo, poi comparve un ragazzo<br />

sugli un<strong>di</strong>ci anni che ci <strong>di</strong>sse appartenere alla famiglia Garcés secondo lui molto cattolica e due donne ultra<br />

sessantenni, una spagnola della provincia <strong>di</strong> Barcellona e l'altra italiana <strong>di</strong> Sicilia. Con questo pubblico<br />

celebrammo la santa Messa.<br />

Primo ad accedere all'altare fu il P. Poggi che giunto al Sanctus ebbe una sorpresa, al suono del<br />

campanello, dalla mitra <strong>di</strong> S. Patrizio uscí un volatile, non era certo lo Spirito Santo in forma <strong>di</strong> colomba,<br />

ma un bel piccione che, <strong>di</strong>sturbato, fuggí dal suo nido per volteggiare un po‟ per la chiesa e trovare l'uscita<br />

attraverso un vetro rotto.<br />

Dopo il ringraziamento della Messa, una breve conversazione con le due anziane che ci invitarono a<br />

casa loro. Promisi che saremmo andati volentieri ed il ragazzo si offrí ad accompagnarci nel giorno e<br />

nell‟ora che avremo stabilito. Die<strong>di</strong> anche loro l'incarico <strong>di</strong> avvisare quante piú famiglie potevano per la<br />

Messa del giorno dopo, 2 novembre, de<strong>di</strong>cato a tutti i nostri cari defunti.<br />

Alle 12 pranzo all'Hotel Italia nella sala abbastanza grande, pulita, <strong>di</strong>scretamente preparata con varie<br />

tavole e tavolini e qualche pianta ornamentale.<br />

11


Chiesi al signor Recourt se aveva molti clienti e mi rispose: “Lo vedrá fra poco”; infatti giunsero una<br />

dozzina <strong>di</strong> signori (chiamiamoli cosí), il me<strong>di</strong>co, il farmacista, alcuni viaggiatori <strong>di</strong> commercio, gli altri<br />

negozianti o conta<strong>di</strong>ni proprietari terrieri. Il menú buono e abbondante con carne in abbondanza, con<br />

con<strong>di</strong>menti a base <strong>di</strong> grasso <strong>di</strong> suino e burro.<br />

Io mangiai con appetito, non cosí il P. Poggi che avrebbe preferito con<strong>di</strong>menti senza grassi per il suo<br />

stomaco. Dopo qualche istante <strong>di</strong> sorpresa nel vedere due sacerdoti, i clienti arrivando rispondevano<br />

gentilmente al nostro saluto ed il me<strong>di</strong>co specialmente si mostrò piú aperto, volle mettere il suo tavolino<br />

vicino al nostro per conversare. Ci informò <strong>di</strong> tante cose sulla situazione del paese, anche altri a poco a<br />

poco entrarono in conversazione e cosí siamo stati informati che il capo stazione era un italiano, che<br />

esisteva una commissione <strong>di</strong> signore pro parrocchia, che i commercianti avrebbero visto volentieri <strong>dei</strong><br />

sacerdoti in paese, anche per ragioni <strong>di</strong> interessi, etc.<br />

Nel pomeriggio breve giro in paese. Un modesto paese <strong>di</strong> campagna, quasi sperduto nell'immensa<br />

pianura. Nel centro una grande piazza (100 x l00) con piante e fiori ma anche con molte erbacce e cespugli,<br />

e cosa strana tutta recintata da grossa tela metallica per impe<strong>di</strong>re l'entrata alle vacche e ai cavalli in libertà,<br />

mentre potevano entrarvi liberamente galline e tacchini <strong>di</strong> proprietà <strong>dei</strong> vicini. Ai quattro angoli una<br />

apertura per lasciare il passaggio alle persone. Prospicienti ai lati della piazza la chiesa, il commissariato <strong>di</strong><br />

polizia, una scuola, l'ufficio postale, un bar, l'Hotel Italia, una farmacia, la delegazione municipale, qualche<br />

negozio e l'officina elettrica che provvede la luce alle case e all'illuminazione pubblica (sic) una sola<br />

lampa<strong>di</strong>na nell'incrocio delle strade, ma solo dal tramonto fino all'una <strong>di</strong> notte. Nelle altre strade, case per<br />

lo piú <strong>di</strong> umili con<strong>di</strong>zioni e tutte, anche quelle piú <strong>di</strong>stinte, a pian terreno, oltre ai vari lotti <strong>di</strong> terreno<br />

coltivati a ortaggi o in pieno abbandono.<br />

Rientrati verso sera all'hotel trovammo il maggiordomo o fattore del signor Boven, proprietario della<br />

tenuta che fu già del suo zio Eduardo O'Brien, si trattava <strong>di</strong> un giovane sui 25 anni, un buon tedesco che<br />

per non tra<strong>di</strong>re la sua nazionalità ci offrí un buon bicchiere <strong>di</strong> birra e poi si mise a nostra <strong>di</strong>sposizione,<br />

<strong>di</strong>sse, per or<strong>di</strong>ne del suo padrone. Profittai allora della sua cortesia per chiedergli in prestito un cavallo e un<br />

sulky (specie <strong>di</strong> calesse a ruote molto alte) per il giorno dopo. Acconsentí volentieri e cosí, essendo il due<br />

novembre de<strong>di</strong>cato ai morti, nel pomeriggio mi recai al cimitero <strong>di</strong>stante circa due km. Profittai per recitare<br />

il rosario e le esequie per i defunti e questo tra la sorpresa del pubblico perché, come mi <strong>di</strong>sse il becchino<br />

(un emigrante calabrese) in 18 anni che esisteva il paese era la prima volta che un sacerdote entrava in quel<br />

recinto. Feci anche un breve <strong>di</strong>scorso invitando poi la gente a convenire alla santa Messa per la prossima<br />

domenica annunziandone l'orario: alle 8 ed alle 10.<br />

Bisognava pure prendere contatto con le autorità, perciò il giorno seguente accompagnato dal ragazzo<br />

della famiglia Garcés, benché il tempo fosse cattivo e piovoso, alle <strong>di</strong>eci mi presentai al domicilio del<br />

delegato municipale, un certo signor Pagano. Questi si mostrò sorpreso della mia visita e non si degnò<br />

neppure <strong>di</strong> farmi entrare e dovetti contentarmi <strong>di</strong> scambiare con lui poche parole sotto la pioggia; l‟unica<br />

cosa che seppe <strong>di</strong>rmi fu che esisteva una commissione pro parrocchia e che mi mettessi in contatto con essa<br />

e che la sede del comune era la citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Bragado <strong>di</strong>stante 12 leguas (60 km) e che avrei fatto bene ad<br />

andarvi per salutare l'Intendente (sindaco).<br />

Un po‟ quasi in<strong>di</strong>spettito ritornai all'hotel ed il P. Poggi, sentita la relazione <strong>di</strong> quella visita, prima fece<br />

una bella risata e poi esclamò: “Quel tipo deve essere pagano non solo <strong>di</strong> nome ma anche <strong>di</strong> fatto”.<br />

Seguirono le visite al comandante del <strong>di</strong>staccamento <strong>di</strong> polizia, all'ufficiale postale che si mostrarono<br />

gentili e cortesi ed anche servizievoli informandomi <strong>di</strong> quanto, secondo loro, poteva essermi utile.<br />

Alla domenica seguente una dozzina <strong>di</strong> persone alla messa delle otto e qualcuno <strong>di</strong> piú alle <strong>di</strong>eci. Nelle<br />

messe ho letto il decreto del Vescovo che mi nominava cappellano-vicario con tutte le facoltà <strong>di</strong> parroco.<br />

Cosí l'entrata e la presa <strong>di</strong> possesso in O'Brien, cosa molto modesta e certamente anche poco incoraggiante.<br />

Naturalmente in quella prima domenica nessuno chiese la confessione e la comunione, ma il Signore Gesú<br />

Cristo prese pure possesso <strong>di</strong> O'Brien con la sua presenza nel Santissimo Sacramento. Quella stessa sera<br />

riunione <strong>di</strong> consiglio con il P. Poggi nella quale decidemmo <strong>di</strong> informare il Vescovo del vero stato delle<br />

cose e poi postaci la domanda se restare o ritirarci decidemmo <strong>di</strong> restare perché anche quelle <strong>di</strong> O'Brien<br />

erano anime da salvare.<br />

12


Bisognava trovare il modo <strong>di</strong> andare a Bragado per salutare il parroco, metterci d'accordo con lui e fare<br />

anche una visita <strong>di</strong> cortesia all'Intendente.<br />

Per ferrovia sarebbe stato un viaggio piuttosto lungo perché Bragado e O'Brien non sono nella stessa<br />

linea <strong>di</strong>retta; ma venne in nostro aiuto un negoziante il quale mi informò che c'era un commesso che con la<br />

sua auto si recava due o tre volte alla settimana a Bragado e che portava anche passeggeri.<br />

Ma si intende quando le strade fossero transitabili perché nelle stagioni delle gran<strong>di</strong> piogge si<br />

convertono in pozzanghere e acquitrini (lagunas); lo stesso mi promise che si sarebbe interessato: fu cosí<br />

che dopo quin<strong>di</strong>ci giorni della nostra permanenza in O'Brien potei recarmi al capoluogo del comune. Il<br />

parroco, un sacerdote spagnolo, don Aparicio, che era stato avvertito dalla curia de La Plata della nostra<br />

presenza in O'Brien, mi accolse fraternamente, parlammo della nostra situazione e poi lui stesso mi<br />

condusse dall‟Intendente.<br />

Anche questi mi accolse gentilmente, mi fece i migliori auguri <strong>di</strong> buona riuscita e prima <strong>di</strong> congedarmi<br />

si <strong>di</strong>chiarò amico e <strong>di</strong>sposto ad aiutarci per quanto <strong>di</strong>pendeva da lui. Io ringraziai, ma logicamente in quel<br />

momento mi venne spontaneo riferirgli come mi aveva accolto il suo delegato <strong>di</strong> O‟Brien, però per<br />

prudenza preferii tacere.<br />

Alle 12 a pranzo, ospite del parroco che conversando manifestò tutta la sua sod<strong>di</strong>sfazione e promise <strong>di</strong><br />

chiamarci per servizi religiosi e funerali tutte le volte che ci fosse necessità. Nel pomeriggio, prima <strong>di</strong><br />

congedarmi, mi favorí anche con alcune elemosine <strong>di</strong> Messe. Il P. Poggi mi attendeva con una certa ansia<br />

ma fu contentissimo quando gli raccontai dell'accoglienza avuta.<br />

In novembre mentre nell'emisfero Nord è autunno, in quello del Sud è primavera e verso la fine <strong>di</strong> detto<br />

mese termina l'anno scolastico. In tutte le scuole si fa una piccola festa <strong>di</strong> chiusura, cosí anche in O'Brien.<br />

La <strong>di</strong>rettrice della scuola elementare <strong>di</strong>pendente dalla provincia ha creduto bene invitare anche il parroco<br />

insieme alle altre autorità ed ai genitori <strong>dei</strong> ragazzi.<br />

Fu per me una bella occasione per prendere piú <strong>di</strong>retto contatto con la popolazione anche perché la<br />

<strong>di</strong>rettrice gentilmente insistette perché anch'io <strong>di</strong>cessi brevi parole <strong>di</strong> circostanza.<br />

La stessa cerimonia si ripeté nell'altra scuola pri<strong>maria</strong> inferiore <strong>di</strong>pendente dal ministero della Pubblica<br />

Istruzione della nazione e cosí in<strong>di</strong>rettamente presi contatto con tutti gli elementi piú qualificati del paese.<br />

Le due <strong>di</strong>rettrici erano anche socie della commissione pro templo e colsi pertanto l'occasione per dare<br />

loro l'incarico <strong>di</strong> preparare una riunione il piú presto possibile. Questa si tenne verso la fine <strong>di</strong> novembre.<br />

Il P. Poggi ed io esponemmo il nostro programma: restaurare la chiesa, ottenere l'uso della casa<br />

parrocchiale, costruire una sala per le opere parrocchiali, specialmente per una scuola, preparare i bambini<br />

per la prima comunione e dare la nostra adesione a tutte quelle iniziative che potrebbero essere utili allo<br />

sviluppo del paese. Questo programma piacque e seguendo gli usi locali le socie dopo breve <strong>di</strong>scussione<br />

decisero all‟unanimità <strong>di</strong> procurare i fon<strong>di</strong> necessari tassandosi tutte con una piccola quota mensile a<br />

cominciare dal prossimo <strong>di</strong>cembre. Furono anche elette una presidente, una segretaria ed una tesoriera. Le<br />

altre dovevano considerarsi come consigliere e zelatrici.<br />

Io come parroco ringraziai e promisi <strong>di</strong> mettermi subito per una imme<strong>di</strong>ata pulitura della chiesa,<br />

sostituire i vetri rotti e promisi anche una bella Messa <strong>di</strong> mezzanotte per Natale (Misa de gallo, come<br />

<strong>di</strong>cono gli spagnoli, perché a mezzanotte canta il gallo).<br />

Per attirare questa popolazione, agglomerato <strong>di</strong> appartenenti a varie nazionalità e dove non si erano<br />

ancora formate tra<strong>di</strong>zioni, ci voleva qualche cosa <strong>di</strong> nuovo e quin<strong>di</strong> la festa <strong>di</strong> Natale a O'Brien è stata una<br />

bella occasione per cominciare e veramente il nostro primo Natale a O‟Brien è stato abbastanza<br />

movimentato.<br />

Come preparazione ho cercato <strong>di</strong> tradurre l‟inno “Tu scen<strong>di</strong> dalle stelle", una piccola cosa certamente<br />

ma che fu subito bene accolta da un gruppo <strong>di</strong> signorine, che cosí fin dal primo giorno potemmo cantare:<br />

Tu bajas de las estrellas o Rey del cielo<br />

para venir a penar en este suelo<br />

o nińito mio <strong>di</strong>vino yo te veo aquí a temblar<br />

O Dios mio! y todo esto es por amor mio.<br />

13


Come risulta dalla relazione inviata a Roma ai superiori e pubblicata poi su Risonanze, P. Poggi assistito<br />

da due ragazzini in sottana e cotta ha celebrato la Messa cantata a mezzanotte e lo fece proprio con tutto il<br />

suo entusiasmo e anche con profonda commozione ed io ho cercato <strong>di</strong> cantare la messa degli angeli con<br />

altri due ragazzi, si comprende a secco e alla meno peggio perché l'organo o l'armonium erano allora solo<br />

un pio desiderio.<br />

Volentieri per l'occasione il padrone dell'officina elettrica illuminò la chiesa con due lampade da 500 e<br />

cosí anche un bel bambino Gesú poté fare la sua apparizione sul trono dell'altare.<br />

Grande fu l'entusiasmo del pubblico che gremiva la chiesa; non mancarono uomini e giovanotti che in<br />

precedenza avevano promesso <strong>di</strong> intervenire mandando a monte una gran festa da ballo che si doveva fare<br />

come in anni precedenti nella stessa notte.<br />

Naturalmente fu una bella occasione per me per fare al Vangelo un bel <strong>di</strong>scorso spiegando il significato<br />

della solennità ... praticamente una vera lezione <strong>di</strong> catechismo sul Natale. Certamente devo aver detto<br />

anche qualche sproposito linguistico ma anche questo deve essere stato gra<strong>di</strong>to. Cosa strana sono<br />

intervenuti anche una famiglia <strong>di</strong> russi ortodossi e alcuni tedeschi luterani; alla fine mentre sulla porta<br />

salutavo la gente, si avvicinò uno e mi <strong>di</strong>sse: “esta si que es religion”.<br />

Come segno <strong>di</strong> riconoscenza una famiglia benestante a mezzogiorno ha creduto bene inviarci un bel<br />

pranzo.<br />

Alla fine <strong>di</strong> novembre era rimasta libera la casa parrocchiale e ripulita ne abbiamo preso possesso<br />

all'<strong>Immacolata</strong>. Quello che era stata una piccola cucina fu adattata per l'ufficio parrocchiale e delle due<br />

stanze una fu riservata per il P. Poggi e l'altra serví <strong>di</strong> notte come dormitorio del P. Bertolotto e <strong>di</strong> giorno<br />

come sala <strong>di</strong> riunione, sala da pranzo e cucina perché la branda del P. Bertolotto spariva nell‟altra stanza.<br />

La cucina fu cosí costituita da un tavolino con due fornelli a petrolio (calentadores) che finito il pranzo<br />

scomparivano in un arma<strong>di</strong>o insieme alle poche stoviglie.<br />

I tre bagni comunicanti tra loro non avevano finestre ma prendevano aria e luce ciascuno da una porta<br />

esterna con vetri protetta con una tettoia <strong>di</strong> lamiera zincata fissa su armatura <strong>di</strong> legno su colonne tubolari <strong>di</strong><br />

legno. Come la maggior parte delle case del paese solo l‟interno aveva l‟intonaco. Questo era davvero<br />

mettere in pratica il voto <strong>di</strong> povertà.<br />

Subito dopo Natale si ebbero i primi risultati del lavoro compiuto dalle socie; infatti in una seconda<br />

riunione tenutasi a fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre insieme con gli auguri <strong>di</strong> fine anno e capo d‟anno esse presentarono il<br />

resoconto e si mostrarono sod<strong>di</strong>sfatte <strong>di</strong> aver trovato nel commercio locale un certo numero <strong>di</strong> aderenti e <strong>di</strong><br />

aver raccolto la somma <strong>di</strong> novanta pesos, somma allora non in<strong>di</strong>fferente e che si sarebbe raccolta anche in<br />

seguito come contributo mensile in favore della parrocchia. Le ringraziai per il lavoro compiuto e<br />

raccomandai alla segretaria <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere il verbale della riunione e alla tesoriera <strong>di</strong> tenere bene aggiornato il<br />

registro delle offerte e delle consegne fatte mensilmente alla parrocchia e delle altre eventuali spese, come<br />

si usa fare in ogni associazione ben costituita.<br />

Promisi poi che in marzo avrebbe cominciato a funzionare la nostra scuola parrocchiale con la 5a. e la<br />

6a. classe che mancavano in paese.<br />

Le <strong>di</strong>rettrici delle due scuole ed anche delle maestre si <strong>di</strong>chiararono sod<strong>di</strong>sfatte e decise a collaborare.<br />

Dopo la festa dell'Epifania del 1928 anche per consiglio <strong>di</strong> P. Poggi, mi recai a La Plata per parlare con<br />

Mons.Vescovo della nostra situazione e <strong>dei</strong> nostri progetti. Mons. Alberti mi ricevette con grande<br />

cor<strong>di</strong>alità, approvò l'idea <strong>di</strong> iniziare subito la scuola per il prossimo anno scolastico; poi mi chiese se ero<br />

<strong>di</strong>sposto ad accettare l'incarico <strong>di</strong> confessore straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> due comunità in Bragado, quella delle suore<br />

della Compagnia <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> che <strong>di</strong>rigevano un convitto femminile e quelle de las Hermanas pobres<br />

Bonaerenses de San José che prestavano servizio all'Ospedale.<br />

Naturalmente accettai ringraziando e allora il Vescovo a sua volta volle vincere in generosità <strong>di</strong>cendomi<br />

che col primo febbraio mi assegnava 50 messe mensili con l'offerta <strong>di</strong> 4 pesos ciascuna e che ogni fine del<br />

mese avrebbe inviato il vaglia postale. In quella stessa mattina feci visita al P. Laiti, superiore dell'Istituto<br />

<strong>dei</strong> sordomuti che mi accolse fraternamente pregandomi <strong>di</strong> rimanere a pranzo e assicurandomi che sarei<br />

stato sempre gra<strong>di</strong>to ospite ogni volta che mi sarei recato a La Plata.<br />

14


LA NOSTRA SCUOLA<br />

Con la contribuzione <strong>dei</strong> 90 pesos mensili piú la offerta generosa del vescovo con le sante messe e<br />

qualche altro cespite si poteva affrontare il problema della scuola tanto piú che non si trattava <strong>di</strong> costruire<br />

un grande e<strong>di</strong>ficio ma una semplice sala 4 x 5,50.<br />

Si usò il materiale piú comune della zona, mattoni, barro (fango impastato con sostanze grasse) invece<br />

<strong>di</strong> calce, si comprò una porta vetro e una finestra tipo usuale per le case comuni e per il tetto travature in<br />

legno con il soffitto <strong>di</strong> piastre <strong>di</strong> terracotta come i mattoni e poi lamiere zincate; pavimento in mattoni con<br />

uno strato <strong>di</strong> cemento. Un poco <strong>di</strong> calce si usò per mettere a posto la porta e la finestra e l'intonaco interno.<br />

Tutto questo piú la mano d'opera costò pesos 500. Ci siamo serviti dell'opera <strong>di</strong> un buon muratore italiano<br />

che a principio si era mostrato un poco restio con noi per rispetto umano, poi in vista del possibile lavoro<br />

<strong>di</strong>venne amico e condusse a noi tutta la famiglia; <strong>di</strong>venne amico specialmente del P. Poggi col quale la sera<br />

della domenica invece <strong>di</strong> andare all'osteria si tratteneva a giocare a carte.<br />

Come si vede anche questa fu una conquista per il Signore. Il lavoro per la scuola si compí nel mese <strong>di</strong><br />

febbraio e cosí all'inizio dell'anno scolastico a marzo si poterono iniziare le lezioni.<br />

La popolazione visto che si faceva sul serio e che le nostre promesse furono mantenute, ne fu contenta e<br />

cominciarono le iscrizioni che arrivarono a 40; ragazzi <strong>di</strong> tutte le età e classi, con alunni dai sei ai<br />

<strong>di</strong>ciassette anni, alcuni <strong>dei</strong> quali non erano battezzati.<br />

Fu necessario abbinarle: prima e seconda, terza e quarta, quinta e sesta, con orari al mattino e alla sera.<br />

Difficile fu trovare i testi scolastici specialmente per la quinta e per la sesta e in questo ci venne in aiuto<br />

un maestro che scrisse a una casa e<strong>di</strong>trice a La Plata che per lui fece anche uno sconto ed egli poi li passò a<br />

noi a prezzo <strong>di</strong> favore in<strong>di</strong>candoci anche le norme pratiche relative ai programmi.<br />

Ci consigliò <strong>di</strong> fare pagare agli alunni oltre i libri anche una piccola quota, 2 pesos al mese, perché<br />

questo avrebbe fatto stimare <strong>di</strong> piú la scuola oltre ad essere un piccolo e giusto stipen<strong>di</strong>o per noi e cosí fu.<br />

Accanto alla scuola sorse anche un ricreatorio frequentato subito dai nostri alunni e da altri. Questo<br />

favorí la frequenza <strong>dei</strong> ragazzi al catechismo e poi anche alla messa festiva. Ora a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> anni si è<br />

potuto constatare che i migliori elementi del paese furono tutti alunni della nostra scuola.<br />

L'insegnamento ricadde tutto su padre Bertolotto e si rese perciò necessario trovare un aiuto per le<br />

faccende <strong>di</strong> casa e per bidello della scuola e lo trovammo nel <strong>figli</strong>o <strong>di</strong> un buon italiano, un certo signor<br />

Lischiutta, veneto, uno <strong>dei</strong> pochissimi uomini che frequentavano la chiesa ed i sacramenti. Era un operaio<br />

<strong>di</strong> categoria, si <strong>di</strong>rebbe ora specializzato, quin<strong>di</strong> affidammo a lui la riparazione e la pulitura della chiesa. Il<br />

<strong>figli</strong>o frequentava la nostra scuola e ci rimase sempre affezionatissimo e <strong>di</strong>venne poi un uomo onesto, un<br />

buon meccanico e formatasi una famiglia cristiana, fu sempre <strong>di</strong> grande aiuto alla parrocchia.<br />

Nel numero <strong>di</strong> Risonanze dell'agosto del 1928 con il titolo "I primi fiori <strong>di</strong> O'Brien" venne pubblicata<br />

una fotografia <strong>di</strong> 20 <strong>dei</strong> nostri alunni con i Padri Poggi e Bertolotto e neppure manca la ban<strong>di</strong>era nazionale<br />

bianca e celeste.<br />

UN URAGANO DI SABBIA<br />

A questo punto dobbiamo aprire una parentesi per ricordare uno strano fenomeno avvenuto a febbraio.<br />

Erano le tre pomeri<strong>di</strong>ane quando sentimmo colpi <strong>di</strong> pistola, galoppo <strong>di</strong> cavalli e delle grida, che<br />

accadeva? Erano agenti <strong>di</strong> polizia che percorrevano le strade dando l'allarme <strong>di</strong> un grave pericolo. Con i<br />

colpi <strong>di</strong> pistola chiamavano l'attenzione della popolazione mentre gridavano: “Chiudete porte e finestre e<br />

lasciate aperti i cancelli sulle strade”. Con il P. Poggi corremmo sulla strada per poter capire <strong>di</strong> che si<br />

trattava quando si cominciò a sentire come un ululato, come un urlare cupo che veniva dall'ovest ed<br />

apparve all'orizzonte una gigantesca nube nera che avanzava rapidamente rasente terra.<br />

Dopo pochi istanti ci investí un vento impetuoso, ci riparammo allora in casa a <strong>di</strong>re il vero abbastanza<br />

preoccupati. Meno male che le porte e le finestre della chiesa erano chiuse. Dopo altri pochi minuti la nube<br />

15


nera investí il paese; si fece buio tanto che attraverso i vetri non potevamo vedere nulla neppure il bianco<br />

muro della chiesa <strong>di</strong>stante solo 25 metri. Si trattava <strong>di</strong> una tempesta <strong>di</strong> arena calda proveniente dal deserto.<br />

Per fortuna il fenomeno durò poco, cadde anche una breve pioggia che contribuí a schiarire e a purificare<br />

l'aria. Quando tutto finí uscimmo per vedere gli effetti <strong>di</strong> quell‟uragano <strong>di</strong> sabbia. Le foglie degli alberi<br />

erano in parte volate con il vento e le poche rimaste appassite come se fosse piovuta acqua bollente; si<br />

u<strong>di</strong>vano voci che chiedevano aiuto. Poi la gente cominciò ad uscire da casa, si formarono crocchi.<br />

Accompagnato da alcuni volonterosi io feci il giro del paese per sapere se vi fosse qualche ferito; per<br />

fortuna nessuna <strong>di</strong>sgrazia alle persone, ma alcune case scoperchiate, alberi abbattuti e tutto il terreno<br />

coperto <strong>di</strong> uno strato <strong>di</strong> sabbia quasi nera.<br />

Nel nostro giro ci incontrammo in una pattuglia della polizia che faceva lo stesso servizio prendendo<br />

anche nota delle case piú danneggiate. Dai giornali si seppe poi che il fenomeno aveva avuto una<br />

estensione enorme e che era cominciato in una zona semidesertica tra la provincia <strong>di</strong> B. Aires e La Pampa.<br />

LA BUONA STAMPA<br />

Avviata la scuola bisognava pure pensare alla buona stampa, anche perché gli evangelisti della setta<br />

nordamericana <strong>dei</strong> Battisti mandavano i loro satelliti e <strong>di</strong>stribuivano foglietti e libri <strong>di</strong>mostrando uno zelo<br />

ammirabile; c'era poi l‟afflusso della stampa immorale <strong>di</strong> cui Buenos Aires (la Babilonia del Sud) è una<br />

infernale sorgente.<br />

Si presentavano <strong>di</strong>fficoltà apparentemente scoraggianti come il dover scrivere correttamente in una<br />

lingua straniera, l'ambiente poco propizio, le spese ... ma se le regole <strong>di</strong> umana prudenza ci consigliavano il<br />

contrario, il sentimento del dovere ci indusse a cominciare subito. Profittammo <strong>di</strong> una visita al Vescovo e<br />

posto il problema egli ci consigliò <strong>di</strong> cominciare con la <strong>di</strong>stribuzione gratuita <strong>di</strong> qualche pubblicazione già<br />

esistente, specialmente mi in<strong>di</strong>cò "El Sembrador" perio<strong>di</strong>co settimanale molto ben fatto e<strong>di</strong>tato dai padri<br />

della Società del Verbo Divino e a me offrí alcuni esemplari. Accettai volentieri questo consiglio cosí in<br />

aprile cominciai a <strong>di</strong>vulgarlo.<br />

Per fare questo mi servii <strong>di</strong> un giovanetto che aveva l'incarico della <strong>di</strong>stribuzione <strong>dei</strong> giornali a<br />

domicilio. Con il permesso del suo principale ritirava dalla parrocchia il perio<strong>di</strong>co e ne inseriva una copia<br />

in tutti i giornali.<br />

La Prensa, La Nación, La Critica, La Razón, tutti della capitale federale; altre copie venivano <strong>di</strong>stribuite<br />

gratis ai fedeli presenti alla messa festiva.<br />

Naturalmente non mancarono i commenti pro e contra, in piú qualche tempo dopo apparve un articolo<br />

sul "Censor" <strong>di</strong> Bragado che, criticando il fatto <strong>di</strong>ceva: "I nostri amici <strong>di</strong> O'Brien, dato il titolo, credevano<br />

trattarsi <strong>di</strong> una pubblicazione con in<strong>di</strong>cazioni utili agli agricoltori, ma si accorsero con meraviglia che era<br />

ben altra cosa, si tratta <strong>di</strong> religione e <strong>di</strong> una politica che non li interessa affatto".<br />

Siamo poi venuti a sapere chi erano questi amici <strong>di</strong> O'Brien, alcuni pochi emigrati della Spagna e<br />

dell'Italia che si sentivano offesi nelle loro idee anticlericali.<br />

P. Poggi ed io abbiamo deciso <strong>di</strong> tirare avanti lo stesso come nulla fosse ricordando quel verso <strong>di</strong> Dante:<br />

“Non ti curar <strong>di</strong> lor ma guarda e passa".<br />

LA SOCIETÀ ITALIANA “ROMA”<br />

Si tratta <strong>di</strong> una istituzione <strong>di</strong> tipo liberale, una delle tante fondate dai nostri emigranti basata sul<br />

programma <strong>di</strong> un mutuo soccorso e su questo punto avevano la loro ragione <strong>di</strong> esistere perché prima non<br />

esisteva un sistema <strong>di</strong> aiuto sociale come al presente, però secondo lo spirito <strong>dei</strong> tempi quasi tutte dominate<br />

da uno spirito anticlericale. Generalmente venivano riconosciute giuri<strong>di</strong>camente quin<strong>di</strong> potevano possedere<br />

una sede ufficiale con sala da ritrovo e anche biblioteca. Cosí pure era quella <strong>di</strong> O'Brien. Ero stato invitato<br />

16


a visitare la sede dal presidente signor Domingo Gandolfo, <strong>figli</strong>o <strong>di</strong> genovesi, che aveva ceduto in affitto<br />

una parte della sua casa alla società.<br />

Ho notato che nella biblioteca, con un <strong>di</strong>screto numero <strong>di</strong> volumi, vi era <strong>di</strong> tutto fuorché libri <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o,<br />

in generale romanzi e romanzacci, riviste non troppo morali ed anche libri proibiti.<br />

Chiesi spiegazioni al signor Gandolfo sulle attività della società e mi rispose in genovese "Se sciâ<br />

savese" (se lei sapesse) e poi mi spiegò che tra i soci vi erano anche <strong>dei</strong> buoni elementi, ma chi<br />

predominava era un anticlericale sfegatato e perciò nella società si faceva quello che voleva lui. Si trattava<br />

<strong>di</strong> un certo Forti, un romagnolo, uomo <strong>di</strong> poca cultura, faceva il panettiere anzi era il padrone della<br />

panetteria principale esistente in paese.<br />

La società contava molti soci, essendovi iscritti anche i non italiani come pure tutte le famiglie delle<br />

componenti della commissione pro parrocchia in massima parte oriunde spagnole.<br />

Con tutte queste belle informazioni, consigliato anche dal P. Poggi decisi <strong>di</strong> entrare in azione. Chiesi ed<br />

ottenni <strong>di</strong> essere ammesso anch'io tra i soci sottoscrivendomi per la quota <strong>di</strong> 2 pesos mensili, regalai<br />

qualche buon libro per la biblioteca e cosí fui accettato.<br />

Vi era in progetto l'acquisto <strong>di</strong> un terreno per costruire la sede propria piú comoda e piú moderna ed io<br />

proposi <strong>di</strong> fare una bella cerimonia con la bene<strong>di</strong>zione e collocazione della pietra fondamentale con invito<br />

alle autorità ed anche ad altre società sorelle <strong>dei</strong> paesi vicini, Junin, Morse, Bragado, Wames ecc.<br />

L'idea piacque e si decise <strong>di</strong> realizzare una assemblea generale <strong>dei</strong> soci per interessarli tutti a cooperare.<br />

A detta assemblea decisi <strong>di</strong> non partecipare personalmente per lasciare ai <strong>di</strong>rigenti piú libertà <strong>di</strong> azione ...<br />

ma avevo posti i miei addetti che poi mi informarono <strong>di</strong> quanto venne trattato. L'idea <strong>di</strong> un prete nelle loro<br />

file non piacque al signor Segretario che ebbe parole un po‟ troppo spinte contro la chiesa assecondato da<br />

pochi altri, ma prevalse la maggioranza, anzi fu deciso che io dovessi fare un bel <strong>di</strong>scorso in lingua italiana<br />

(a <strong>di</strong>re il vero dove avrebbero trovato un oratore gratis?) .<br />

Per la festa fu scelto un pomeriggio <strong>di</strong> domenica e riuscí splen<strong>di</strong>da. Ban<strong>di</strong>ere italiane e argentine<br />

adornarono le vie del paese, fu invitata anche la banda <strong>dei</strong> ferrovieri <strong>di</strong> Junin, ed io benedetta la pietra, feci<br />

un bel <strong>di</strong>scorso patriottico, pieno <strong>di</strong> nostalgici ricor<strong>di</strong> per la patria lontana che anche io sentivo<br />

profondamente prendendo lo spunto da quel brano del Manzoni in cui descrive l‟ad<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Lucia ai suoi<br />

monti. Ricordai la chiesetta del paese natio, i nostri cari lasciati in patria; non tralasciai <strong>di</strong> incitare i nostri<br />

connazionali al ricordo e all‟amore della patria che abbiamo lasciato e a quella che ci ospitava, l'Argentina.<br />

Nell‟u<strong>di</strong>torio ci furono anche momenti <strong>di</strong> profonda emozione e <strong>di</strong> vivo entusiasmo. Conclusi ricordando<br />

come norma <strong>di</strong> vita la trilogia Dio, patria e famiglia (Dios, patria y hogar) aggiungendo che a chi grida<br />

patria ... patria ma va contro la fede e la morale cristiana non bisogna credergli, perché chi non ha<br />

rettitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> coscienza non sarà mai un vero patriota.<br />

Invitai poi tutti a gridare a gran voce: “Viva la patria italiana, viva la patria argentina”. Naturalmente<br />

applausi prolungati, poi la banda eseguí l'inno nazionale argentino e la marcia reale italiana. Fu un trionfo!<br />

Il commissario <strong>di</strong> polizia <strong>di</strong> Bragado fu il primo a congratularsi con me e poi tutte le autorità ed i principali<br />

del paese, anche il povero Segretario anticlericale non poté ricusare <strong>di</strong> stringermi la mano.<br />

Ritornando ad O‟Brien dopo parecchi anni ho potuto ammirare la nuova sede della società che è una<br />

delle costruzioni piú belle e moderne del paese.<br />

SAN PATRIZIO<br />

Venne poi la festa <strong>di</strong> S. Patrizio patrono del paese e titolare della chiesa.<br />

Si poté fare ben poco perché per gli emigranti spagnoli e italiani questo santo non rientrava nella<br />

tra<strong>di</strong>zione <strong>dei</strong> loro paesi <strong>di</strong> origine ed i pochi irlandesi, da parecchi anni, non essendovi sacerdote avevano<br />

preso l'abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> invitare un <strong>missionario</strong> passionista irlandese del convento <strong>di</strong> B. Aires e facevano la<br />

festa per conto loro in una fattoria (estancia). Questa volta però il passionista si era presentato a noi<br />

qualche giorno prima per salutarci ed informarci che avrebbe riunito i suoi compatrioti nella nostra chiesa.<br />

Ma il 17 si presentarono pochi perché essendo sabato era un giorno <strong>di</strong> lavoro ed altri <strong>dei</strong> paesi vicini<br />

17


avevano preferito recarsi a Mercedes dove la colonia irlandese era ancora numerosa e dove la comunità <strong>dei</strong><br />

Pallottini era della stessa nazionalità ed avevano un bellissimo collegio ed un gran<strong>di</strong>oso tempio gotico<br />

de<strong>di</strong>cato al Santo.<br />

II RITORNO IN PATRIA DEL P. POGGI<br />

Dopo la S. Pasqua con l‟avvicinarsi della cattiva stagione P. Poggi si sentiva sempre piú a <strong>di</strong>sagio e la<br />

sua salute non reggeva; sentiva le conseguenze <strong>dei</strong> <strong>di</strong>sagi sofferti nei suoi trenta anni <strong>di</strong> missione in Brasile<br />

ai quali si aggiungevano i sintomi <strong>di</strong> una vecchiaia precoce. Soffriva anche moralmente e credeva aver<br />

commesso un errore nell‟avere preferito l'Argentina al Brasile.<br />

Cercai <strong>di</strong> confortarlo assicurandolo che anche in Argentina sarebbero venuti per noi tempi migliori ed<br />

anche maggiore raggio <strong>di</strong> azione. Fu allora che mi confidò un'altra sua pena. Mi <strong>di</strong>sse che in Argentina<br />

c‟era anche un suo fratello molto somigliante a lui da sembrare quasi due gemelli, ma che non era affatto<br />

simile a lui nella morale. Da un anno circa aveva avuto le sue ultime notizie: si trovava a Bahía Blanca,<br />

aveva un negozio <strong>di</strong> macelleria, ma che abbandonato tutto era <strong>di</strong>ventato un men<strong>di</strong>cante girovago.<br />

“Se lo dovesse incontrare, aggiunse, lo riceva con carità, lo aiuti, cerchi <strong>di</strong> farlo ravvedere...” e pianse.<br />

Compresi tutta l'amarezza del suo cuore e promisi, presentandosi l'occasione, <strong>di</strong> fare quanto mi chiedeva.<br />

Mi manifestò pure il suo desiderio <strong>di</strong> allungare un pochino il suo viaggio <strong>di</strong> ritorno in patria passando per<br />

l'Uruguay e il Brasile per rivedere ancora una volta amici e colleghi missionari.<br />

Naturalmente accon<strong>di</strong>scesi subito a questo suo desiderio e misi subito a sua <strong>di</strong>sposizione il denaro<br />

occorrente esortandolo anche a recarsi per un po‟ <strong>di</strong> giorni a Buenos Aires dal P. Piffero o a La Plata dal<br />

nostro amico P. Laiti per preparare il viaggio.<br />

Cosí fece e venne poi fissata la sua partenza da O'Brien per il 7 giugno, festa del Corpus Domini. Intanto<br />

per avere elemosine <strong>di</strong> messe da celebrare durante il viaggio mi consigliò <strong>di</strong> scrivere a don Onorio Paro<strong>di</strong>,<br />

ex allievo <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, parroco del Santuario <strong>di</strong> N. S. della Guar<strong>di</strong>a nella città <strong>di</strong> Rosario, allora<br />

appartenente alla <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Fé.<br />

Credevamo che trattandosi <strong>di</strong> un nostro ex allievo della casa <strong>di</strong> Rivarolo e <strong>di</strong> un antico compagno del P.<br />

Poggi, certamente lo avrebbe in qualche modo favorito, ma la risposta fu negativa e redatta in forma tale da<br />

escludere per allora ogni ulteriore corrispondenza.<br />

Il P. Poggi ne rimase sorpreso ma si astenne da ogni commento, solamente <strong>di</strong>sse: “Forse avrà altri<br />

obblighi da sod<strong>di</strong>sfare con la curia <strong>di</strong>ocesana e con i suoi familiari”.<br />

Certamente però restò sempre in lui un benevolo ricordo <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, infatti nel 1933 troviamo il<br />

suo nome iscritto nella lista <strong>dei</strong> soci perpetui <strong>dei</strong> nostri ex allievi e come ebbe a scrivere, riceveva sempre e<br />

leggeva molto volentieri Risonanze.<br />

Il 7 giugno il P. Poggi celebrò la S. Messa alle ore 8 e <strong>di</strong>sse con una certa emozione parole <strong>di</strong> commiato<br />

esortando i fedeli a perseverare nell'amore alla Chiesa e a non <strong>di</strong>menticare l'apostolato del buon esempio.<br />

Dopo la Messa tutti si presentarono per salutarlo. Alla Messa delle 10 celebrata da me volle al Vangelo fare<br />

un <strong>di</strong>scorso e poi dare brevi parole <strong>di</strong> saluto ed ancora alla fine i fedeli vollero salutarlo. Salutò quin<strong>di</strong> tutti<br />

quanti del paese erano soliti assistere alle messe festive.<br />

Alle 12 alcune famiglie che già sapevano delle sua partenza ci prepararono un piccolo pranzo e poi tutti<br />

alla stazione.<br />

Prima <strong>di</strong> lasciare la parrocchia P. Poggi volle accomiatarsi da Gesú Sacramentato, lo accompagnai e<br />

dopo una breve sosta in adorazione gli chiesi la sua bene<strong>di</strong>zione, eravamo commossi.<br />

Certamente in quel momento nostro Signore dal Santo Tabernacolo ha ricolmato <strong>di</strong> grazie e <strong>di</strong><br />

bene<strong>di</strong>zioni l'animo del suo servo fedele che partiva non per abbandono del suo ministero ma per rientrare<br />

in patria a continuare il suo lavoro e preparare anime apostoliche tra gli alunni del Santuario.<br />

Quanto a me, pensavo che forse poteva essere l'ultimo nostro saluto sulla terra, ma per grazia <strong>di</strong> Dio non<br />

fu cosí perché ho potuto riabbracciarlo nel 1932 in occasione del Capitolo Generale.<br />

18


Alla stazione molta gente e quando alle 13 e trenta il treno si mosse si rinnovarono i saluti ad alta voce<br />

agitando i fazzoletti.<br />

Rientrato in casa mi colse un momento <strong>di</strong> sgomento; ero rimasto solo ... solo e fino a quando?<br />

L’ARRIVO DEL P. FERRARI LINO<br />

Dopo una decina <strong>di</strong> giorni dalla partenza <strong>di</strong> P. Poggi arrivò una lettera con la notizia che P. Ferrari<br />

sarebbe partito da Genova con il piroscafo Giulio Cesare la mattina del 14 giugno per arrivare a Buenos<br />

Aires il 29.<br />

La sua partenza da Genova e la commovente cerimonia dell'ad<strong>di</strong>o che si verificò nella casa <strong>di</strong> Genova il<br />

13, è molto ben descritta in Risonanze nel numero <strong>di</strong> agosto 1928, primo volume <strong>di</strong> Risonanze pag. 113,<br />

quin<strong>di</strong> non è il caso <strong>di</strong> ripeterlo qui.<br />

Il giorno dell'arrivo, 29 giugno, era festivo (festa <strong>di</strong> S. Pietro) quin<strong>di</strong> io non potevo allontanarmi dalla<br />

parrocchia, perciò incaricai una persona <strong>di</strong> fiducia, il Signor Leschiutta a recarsi a Buenos Aires per<br />

riceverlo e perché lo riconoscesse gli consegnai anche una fotografia <strong>di</strong> P. Ferrari. Questo nostro<br />

parrocchiano e amico ha compiuto molto bene il suo mandato. Non essendovi treno fino alle 17,30 a<br />

mezzogiorno lo condusse ad una trattoria per il pranzo e poi ad ora conveniente alla stazione <strong>di</strong> Piazza<br />

Once.<br />

A questo riguardo su Risonanze venne pubblicato che in quel giorno ebbe accoglienze paterne e cor<strong>di</strong>ali<br />

dal Vescovo <strong>di</strong> La Plata, che si recò ad ossequiare S. E. il Nunzio apostolico e che si fece anche un dovere<br />

<strong>di</strong> presentarsi al R. Console. Invece non fu cosí perché essendo giorno festivo né il Vescovo né il Nunzio<br />

né il Console ricevevano e poi data la <strong>di</strong>stanza fra Buenos Aires e La Plata (circa 80 Km) non sarebbe stato<br />

possibile effettuare tutte queste visite in un solo giorno. La visita al Vescovo <strong>di</strong> La Plata, P .Ferrari la fece<br />

nella settimana seguente accompagnato da me perché era mio dovere presentarlo al vescovo e chiedere per<br />

lui le facoltà ministeriali. In quella occasione facemmo anche visita al P. Laiti che con grande cor<strong>di</strong>alità ci<br />

invitò anche a pranzo. Quanto al Nunzio Apostolico ed al Console italiano <strong>di</strong> La Plata (e non B. Aires)<br />

siamo andati in altra occasione. Questo per precisare le cose.<br />

P. Ferrari arrivò ad O'Brien dopo la mezzanotte. Era una notte fresca (essendo la stagione invernale) ma<br />

calma e serena. Lo attesi sulla strada davanti all'ingresso del cortile <strong>di</strong> casa con l'unica compagnia del<br />

fedele Perro, il cane. Come ricordava anche dopo molti anni tutte le volte che si presentava l'occasione P.<br />

Ferrari <strong>di</strong>ceva scherzando: “Il mio ingresso in O'Brien è stato speciale, sulla soglia <strong>di</strong> casa fui<br />

cor<strong>di</strong>almente ricevuto dal P. Bertolotto e da un cane nero”.<br />

Ci abbracciammo con effusione e naturalmente dopo aver ringraziato il signor Leschiutta ci siamo<br />

trattenuti in conversazione un paio d'ore prima <strong>di</strong> deciderci ad andare a riposo.<br />

L‟indomani, domenica, celebrò la Messa alle <strong>di</strong>eci ed io lo presentai ai fedeli con brevi parole<br />

d‟occasione e una certa emozione.<br />

Il lunedí seguente prima conoscenza con gli alunni della scuola. Poi in settimana visita a La Plata a S. E.<br />

Mons. Alberti che lo accolse fraternamente e lo intrattenne in cor<strong>di</strong>ale conversazione e poi lo bene<strong>di</strong>sse<br />

formulando i migliori auguri per il suo nuovo campo <strong>di</strong> lavoro. Come ho accennato sopra, a pranzo fummo<br />

ospiti del Padre Laiti e tanto lui quanto i suoi confratelli furono lieti delle notizie che il P. Ferrari poté dare<br />

loro dell'Italia.<br />

Della presenza in O'Brien <strong>di</strong> P. Ferrari <strong>di</strong>ede notizia "El Nacional", giornale <strong>di</strong> Bragado con la seguente<br />

nota <strong>di</strong> cronaca: "Da una settimana si trova in O'Brien il nuovo vice parroco, P. Lino Ferrari, in<br />

sostituzione <strong>di</strong> P. Poggi che partí per l'Europa. Inoltre per sod<strong>di</strong>sfare il desiderio <strong>di</strong> molte famiglie si<br />

cominciò nella scuola parrocchiale una classe serale maschile per adulti".<br />

19


EL AMIGO DE LAS FAMILIAS (PERIODICO MENSILE)<br />

ALTRE ATTIVITÀ<br />

Con l'arrivo del P. Ferrari si è potuto aggiornare meglio il nostro lavoro ed anche attendere alle richieste<br />

<strong>di</strong> sacro ministero in altre zone. Anche la scuola, se ci procurava un po‟ <strong>di</strong> fatica, ci ha dato modo <strong>di</strong><br />

avvicinare sempre piú le famiglie. Pur seguendo con la <strong>di</strong>stribuzione gratuita del settimanale “El<br />

Sembrador” si pensò anche alla pubblicazione <strong>di</strong> una nostra rivista, cercando <strong>di</strong> imitare "L'Amico delle<br />

famiglie" <strong>di</strong> Genova. Per questo ci siamo sobbarcati ad una impresa <strong>di</strong> una certa responsabilità, ma ci siamo<br />

riusciti.<br />

Finanziariamente ci venne in aiuto l'offerta mensile della commissione pro parrocchia ed anche abbiamo<br />

trovato qualche abbonato tra le persone piú abbienti. Ecco quanto pubblicò Risonanze nell'ottobre 1928. “Il<br />

P. Bertolotto ci aveva annunziato la prossima uscita <strong>di</strong> un <strong>figli</strong>o <strong>di</strong> Risonanze e la posta successiva ce lo<br />

reca bell'e maturo: El amigo de las Familias, publicación mensual, con aprobacion del Ill.mo Obispo<br />

<strong>di</strong>ocesano.<br />

II primo numero è promettente, denso <strong>di</strong> materia, con succose istruzioni catechistiche, consigli,<br />

sentenze, orario parrocchiale, ecc.”.<br />

Anche in seguito dopo sette mesi (aprile 1929) Risonanze segnalava con sod<strong>di</strong>sfazione che continuava<br />

regolarmente le sue pubblicazioni El Amigo de las familias, sempre vario, sempre vivace, sempre<br />

informato alle esigenze della vita cristiana.<br />

P. Ferrari che veniva <strong>di</strong>mostrando piú attitu<strong>di</strong>ne per il sacro ministero che per la scuola, in seguito a<br />

richiesta del Vescovo ebbe occasione <strong>di</strong> prestare l'opera sua per un mese nella parrocchia <strong>di</strong> Morón piú<br />

vicino a Buenos Aires, dove lasciò <strong>di</strong> sé ottimo ricordo come mi confidò poi il Vescovo.<br />

Intanto si arrivò alla festa <strong>dei</strong> Santi e commemorazione <strong>dei</strong> defunti.<br />

Che <strong>di</strong>fferenza tra quest'anno e l'anno precedente quando arrivammo ad O'Brien! Evidentemente si era<br />

fatto un bel passo avanti grazie alle iniziative prese, scuola, ricreatorio, visite domiciliari ...<br />

Ci fu <strong>di</strong> conforto e <strong>di</strong> incoraggiamento il fatto che all'inizio del nostro secondo anno <strong>di</strong> attività S. E.<br />

Mons. Alberti, Vescovo <strong>di</strong> La Plata scrisse al Rev.mo P. Minetti, Superiore Generale, una bellissima lettera<br />

manifestando il suo compiacimento per l'opera nostra e <strong>di</strong>chiarandosi pronto ad affidarci altre missioni in<br />

<strong>di</strong>ocesi, appena potessimo addossarcene il peso.<br />

Mentre il Vescovo scriveva questo, il P. Ferrari aveva cominciato a svolgere la sua attività. come vicario<br />

sostituto nella parrocchia <strong>di</strong> Bragado.<br />

Il parroco don Aparicio, <strong>di</strong> nazionalità spagnola, aveva chiesto al Vescovo alcuni mesi <strong>di</strong> licenza per<br />

recarsi in Spagna da dove mancava da parecchi anni, però era <strong>di</strong>fficile per lui trovare un sostituto; allora il<br />

Vescovo si rivolse a noi chiedendoci quasi per favore <strong>di</strong> incaricarci <strong>di</strong> quella importante parrocchia durante<br />

l'assenza del titolare. Non abbiamo dubitato neppure un istante a raccogliere la richiesta e naturalmente<br />

toccò al P. Ferrari tutto il peso <strong>di</strong> quel nuovo lavoro. Si recò a Bragado, prese i dovuti accor<strong>di</strong> con il<br />

parroco e poi a La Plata per riferire al Vescovo su quanto stabilito con don Aparicio ed avere la nomina <strong>di</strong><br />

vicario sostituto servatis de iure servan<strong>di</strong>s.<br />

P. Ferrari fu subito ben accolto dalle autorità e dalla popolazione. Molto politicamente si recò subito a<br />

fare visita <strong>di</strong> cortesia all'Intendente (sindaco), al Commissario <strong>di</strong> polizia, al Direttore dell'ospedale, alle<br />

autorità scolastiche ed alle superiore delle due comunità religiose. Per ragione del suo ufficio entrò subito<br />

in contatto piú <strong>di</strong>retto con le suore Pobres Bonaerenses de San José, congregazione religiosa argentina, in<br />

servizio all'ospedale, che da allora ci furono sempre vicine spiritualmente cooperando con noi nelle varie<br />

attività del sacro ministero e conservando una santa amicizia.<br />

Altra cosa da notare, il concorso <strong>dei</strong> bambini alla messa festiva ed al catechismo. Tutto sembrava<br />

procedere bene quando accadde un fatto <strong>di</strong> rilievo. Era apparsa un‟epidemia influenzale <strong>di</strong> una certa gravità<br />

che colpiva specialmente i bambini.<br />

Le autorità sanitarie proposero all‟Intendente <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nare la chiusura <strong>dei</strong> luoghi pubblici, delle scuole ed<br />

anche della chiesa parrocchiale. Ne derivò un serio problema che P. Ferrari risolse sospendendo<br />

temporaneamente le classi <strong>di</strong> catechismo, ma si oppose decisamente alla chiusura della chiesa e tanto<br />

20


insisté finché venne ad un accordo con le autorità comunali: la chiesa rimarrà aperta solo la domenica<br />

mattina e nei giorni feriali si celebrerà la messa nella cappella dell'ospedale e qualche volta nella cappella<br />

delle suore della Compagnia <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> e da parte sua il comune provvederà nella prima settimana ad una<br />

totale <strong>di</strong>sinfezione del tempio.<br />

Quin<strong>di</strong> tutti contenti, sacerdote, autorità, suore e popolo. P. Ferrari, come poi ci raccontò, si meravigliò<br />

molto osservando in che modo gli inviati del comune procedevano alla <strong>di</strong>sinfezione; si presentarono con<br />

mezzi antiquati, secchi, scope, pennelli da imbianchino, stracci, cose nel caso piú o meno sufficienti per<br />

piccoli locali come sono le stanze degli appartamenti e piccole case, ma che per un e<strong>di</strong>ficio grande erano<br />

inadeguati e costringevano gli operai ad una fatica improba. Come era possibile fare aderire il liquido<br />

<strong>di</strong>sinfettante alle alte colonne, ai muri della navata ed al soffitto della chiesa? Sarebbe stato logico usare gli<br />

spruzzi a pompa, o almeno fare una specie <strong>di</strong> impalcatura come i muratori, invece usarono scale comuni e<br />

cosí dopo 4 giorni <strong>di</strong> molta fatica e <strong>di</strong> pericolose acrobazie avevano compiuto appena la metà del lavoro<br />

quin<strong>di</strong> ... annuente il P. Ferrari decisero <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare alle autorità che la loro opera era compiuta e si<br />

ritirarono lasciando il pavimento inondato con molti secchi d'acqua spumosa.<br />

Le autorità sanitarie venute per il controllo si limitarono a dare uno sguardo alla porta principale e si<br />

ritirarono sod<strong>di</strong>sfatte.<br />

Il P. Ferrari da parte sua durante il lavoro aveva offerto agli operai buoni bicchieri <strong>di</strong> vino e <strong>di</strong> birra ed<br />

essi <strong>di</strong>mostrarono <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>re moltissimo. Altro lavoro importante dovuto all'iniziativa <strong>di</strong> P. Ferrari è stato il<br />

rifacimento della facciata della chiesa, coa<strong>di</strong>uvato da un apposito comitato che riuní le somme necessarie<br />

perché il lavoro riuscisse splen<strong>di</strong>do.<br />

Al termine della sua missione a Bragado autorità e fedeli espressero il loro ringraziamento al P. Ferrari,<br />

lamentando la sua partenza, anzi alcuni avanzarono la proposta <strong>di</strong> presentare al Vescovo una supplica con<br />

la firma delle autorità e <strong>dei</strong> maggiorenti della popolazione per chiedere a S. E. <strong>di</strong> trasferire don Apricio ad<br />

un'altra sede e <strong>di</strong> lasciare definitivamente il P. Ferrari in Bragado.<br />

Naturalmente egli sconsigliò tale cosa assicurando però tutto il suo costante ricordo tanto piú che dalla<br />

vicina O'Brien gli sarà possibile ogni tanto fare una visita a Bragado anche per qualche opera <strong>di</strong> ministero.<br />

Quando tornò don Aparicio, il Vescovo gli chiese se non gli fosse mai venuto il pensiero che P. Ferrari<br />

potesse prendergli definitivamente il posto, questi rispose <strong>di</strong> no perché era sicuro che S. E. non lo avrebbe<br />

mai permesso e poi perché aveva conosciuto molto bene i sacerdoti <strong>di</strong> O'Brien per cui non aveva dubitato<br />

mai della loro lealtà; <strong>di</strong> piú si <strong>di</strong>chiarò contentissimo perché durante la sua permanenza in Bragado P.<br />

Ferrari con la sua accurata amministrazione si era certamente ripagato onestamente del suo lavoro ma <strong>di</strong><br />

piú aveva pagato tutti i debiti della parrocchia e lasciato a lui una buona somma in deposito in un libretto in<br />

banca. Il Vescovo rimase sorpreso e sod<strong>di</strong>sfatto ed a me <strong>di</strong>sse poi privatamente queste parole: “El P.<br />

Ferrari sabe hacerse querer” (sa farsi apprezzare).<br />

LE SUORE FIGLIE DI MARIA IMMACOLATA<br />

Con la scuola parrocchiale, e l'oratorio si era in parte provveduto al bene spirituale ed intellettuale <strong>dei</strong><br />

ragazzi, ma bisognava pure tentare <strong>di</strong> fare qualche cosa anche per le bambine e specialmente per attirare<br />

alla chiesa le giovani.<br />

Nell'occasione della Pasqua del 1928 inviando gli auguri al P. Chiesa, che da circa un anno era stato<br />

nominato <strong>di</strong>rettore spirituale della comunità romana delle <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> M. <strong>Immacolata</strong> gli avevo chiesto se<br />

sarebbe stato possibile avere un piccolo gruppo <strong>di</strong> suore al servizio della parrocchia <strong>di</strong> O'Brien. P. Chiesa<br />

ne parlò con la fondatrice e Superiora Generale Madre Brigida Pastorino che fece sua l'idea e cosí dopo un<br />

secondo scambio <strong>di</strong> corrispondenza per chiarire bene ogni punto furono iniziate le trattative e la dovuta<br />

preparazione.<br />

Da parte nostra in O' Brien bisognava trovare l'ubi consistam, cioè una casa e certamente in un primo<br />

tempo non si poteva sperare <strong>di</strong> avere offerte e sussi<strong>di</strong>, quin<strong>di</strong> toccava a noi sobbarcarci l'onere.<br />

21


Dopo vari sondaggi e proposte si trovò un terreno a soli cento metri dalla casa parrocchiale con una casa<br />

facilmente adattabile. Era <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> quel muratore che aveva costruito la saletta per la nostra scuola.<br />

Ci mettemmo d‟accordo sul prezzo d‟acquisto, quaranta mila pesos, in contanti e si stipulò il contratto<br />

notarile. Subito ci siamo preoccupati per alcuni lavori <strong>di</strong> adattamento della casa.<br />

La commissione <strong>di</strong> signore pro parrocchia si mise al lavoro per provvedere l'arredamento. Non<br />

mancarono i benefattori.<br />

Non furono trascurate le prescrizioni canoniche e tutto fu fatto con il beneplacito del Vescovo <strong>di</strong> La<br />

Plata che ci rilasciò i relativi documenti. Come pubblicò Risonanze nel numero <strong>di</strong> aprile del 1929, le <strong>Figli</strong>e<br />

<strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong> furono liete <strong>di</strong> celebrare il trentennio della loro fondazione con l‟espansione all‟estero<br />

della loro opera. Del doppio fausto avvenimento fu pubblicato un numero illustrativo con la seguente<br />

de<strong>di</strong>ca:<br />

"A Dio benignissimo,<br />

tributa vivissime azioni <strong>di</strong> grazie,<br />

nuovi auspici traendo<br />

<strong>di</strong> sempre piú feconda vita,<br />

dall'apostolato delle sue prime missionarie<br />

che sotto l'egida della Regina delle Vergini e degli apostoli<br />

dell‟alma Roma<br />

in via a lontane plaghe<br />

alla conquista <strong>di</strong> anime,<br />

alla <strong>di</strong>latazione del regno <strong>di</strong> Gesú Cristo”.<br />

Dopo la funzione del religioso commiato nella casa generalizia <strong>di</strong> Roma, accompagnate dalla fondatrice<br />

e madre Superiora Generale Brigida Pastorino, dalla Segretaria Generale e dal nostro P. Chiesa, <strong>di</strong>rettore<br />

spirituale, le quattro suore prescelte si sono recate a Genova e presero imbarco il 21 febbraio sulla nave S.<br />

Giorgio.<br />

Arrivarono a Buenos Aires il 15 marzo. Era stato tutto ben <strong>di</strong>sposto per riceverle. Essendo doveroso e<br />

conveniente che prima <strong>di</strong> prendere il treno per O'Brien si presentassero al Vescovo <strong>di</strong> La Plata all‟arrivo<br />

furono ospiti per quella sera <strong>di</strong> una comunità <strong>di</strong> suore in Buenos Aires e la mattina seguente accompagnate<br />

dal P. Bertolotto proseguirono per La Plata. Rimasero in quella città alcuni giorni accolte come sorelle e<br />

con tutta cor<strong>di</strong>alità dalle suore dell‟istituto del P. Laiti, il quale si era preoccupato affinché tutto procedesse<br />

con or<strong>di</strong>ne e carità. Nel giorno e nell‟ora stabilita dal Vescovo si presentarono a lui che ebbe per loro<br />

paterna accoglienza.<br />

Ripresero il viaggio per O‟Brien accompagnate da P. Bertolotto, vi arrivarono <strong>di</strong> pomeriggio col treno<br />

delle 15,30. Il pranzo era stato servito in treno. Ad O'Brien una inaspettata e tanto piú gra<strong>di</strong>ta accoglienza,<br />

profusione <strong>di</strong> fiori, popolo festante e doni per le prime necessità della casa.<br />

Il bollettino del loro istituto riportò una lettera con le prime notizie redatte nei termini seguenti: “ ... da<br />

10 giorni siamo qui arrivate, ci siamo messe subito al lavoro, stiamo preparando alcune giovinette per la<br />

prima comunione; si preparano alla spicciolata, secondo se si riesce a convincere le giovani e i parenti.<br />

Per altro ha fatto la prima comunione una signora <strong>di</strong> 20 anni; oggi un’altra della stessa età; per Pasqua<br />

speriamo poterne presentare almeno 12 a ricevere Gesú. Abbiamo bisogno <strong>di</strong> preghiere e impegniamo le<br />

novizie a <strong>di</strong>rne molte e con fervore. La nostra scuola comincerà regolarmente in aprile e vi sono giovinette<br />

<strong>di</strong> laboratorio, alcune <strong>di</strong> prima e seconda classe elementare, e bimbi <strong>di</strong> asilo”<br />

In seguito l'erede del signor O‟Brien, il signor Santiago Boven per mezzo del suo maggiordomo, mise a<br />

<strong>di</strong>sposizione delle suore altri due lotti <strong>di</strong> terreno <strong>di</strong> 250 mq ciascuno attiguo a quello acquistato da noi. Con<br />

gli anni le suore <strong>di</strong>vennero proprietarie <strong>di</strong> tutto e poterono anche ingran<strong>di</strong>re la casa e costruire una cappella<br />

propria.<br />

L'ARRIVO DI P. PLATANIA<br />

22


Dopo l'arrivo delle suore, ci fu quello del P. Francesco Platania. Era stata stabilita la sua partenza da<br />

Genova il 20 febbraio, tutto sembrava pronto, ma al momento <strong>di</strong> ritirare il passaporto gli fu notificato che<br />

non glielo potevano consegnare perché prima doveva regolarizzare la sua posizione con le autorità militari.<br />

Che cosa era accaduto? Fatto rive<strong>di</strong>bile e quin<strong>di</strong> non arruolato per due anni consecutivi, avrebbe dovuto<br />

presentarsi una terza volta, non lo fece credendo <strong>di</strong> non doversi presentare piú e poi per vari anni non aveva<br />

piú ricevuto nessuna comunicazione al riguardo dal suo <strong>di</strong>stretto. Assolto dall'accusa <strong>di</strong> renitente, essendo<br />

sacerdote poté anche essere esonerato dal servizio militare in base alle nuove <strong>di</strong>sposizioni stabilite dal<br />

concordato, firmato poco prima tra la S. Sede e lo Stato italiano (11 febbraio 1929).<br />

Riprese e ultimate le pratiche per la partenza proprio all'ultimissima ora prima dell‟imbarco, non fu<br />

possibile avvisare gli amici per la funzione <strong>di</strong> congedo che fu fatta nell'ambito della casa <strong>di</strong> Genova. Prese<br />

imbarco sul Duilio alle ore 11,00 del 4 aprile salutato al porto dai superiori e confratelli, dagli aspiranti e<br />

dal babbo.<br />

Arrivò a Buenos Aires la mattina del 21 aprile ricevuto al porto dal P. Bertolotto che lo presentò poi al<br />

vescovo <strong>di</strong> La Plata. Mons. Alberti che si <strong>di</strong>sse felice <strong>di</strong> poter avere la collaborazione <strong>di</strong> un altro <strong>Figli</strong>o <strong>di</strong><br />

<strong>Maria</strong> e gli concesse le facoltà ministeriali con gli auguri <strong>di</strong> un santo apostolato.<br />

Con l'arrivo delle suore e del P. Platania fu possibile intensificare le nostre attività e la penetrazione<br />

spirituale delle famiglie.<br />

Uno <strong>dei</strong> primi risultati fu la festa del Corpus Domini celebrata per la prima volta con una certa solennità.<br />

Ci piace <strong>di</strong> riportare quanto pubblicò “Flora <strong>Maria</strong>na”, bollettino delle <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong> in<br />

Roma: “...vi è stata a O’Brien una bellissima festa del Corpus Domini.<br />

In quel giorno abbiamo consacrato a Gesú ventidue paggetti. Si entrò in chiesa cantando l' inno<br />

“Pagetos marchamos"; schierati davanti all’altare il Superiore P. Bertolotto bene<strong>di</strong>sse le fasce rosse e le<br />

impose ai bimbi rivolgendo loro delle parola che fecero commuovere i parenti. Ritornando al posto si è<br />

cantato l'inno" Pages somos del Sacramento". Poi fu celebrata la Messa e ci furono molte comunioni<br />

specialnente <strong>di</strong> signorine. Al termine si é usciti dalla chiesa cantando l'inno"A Dios queremos" (Noi<br />

vogliam Dio). Il popolo era felice <strong>di</strong> ammirare i bimbi vestiti <strong>di</strong> bianco con la fascia rossa.<br />

La domenica dopo, 4 giugno, si è benedetta la statua e l'altare del S. Cuore. Riuscí una festa molto<br />

graziosa, appunto perché il popolo entusiasta del giovedí precedente venne in gran numero alla chiesa,<br />

persone mai viste prima, intere famiglie che poi sono venute a ringraziarci ed a ringraziare il P. Superiore<br />

della gioia.loro procurata. Ora compren<strong>di</strong>amo,<strong>di</strong>cevano, quanto si sta bene in chiesa e anche come si deve<br />

stare. Il P. Superiore tutto contento un giorno ci <strong>di</strong>sse: Ci volevano le suore per svegliare questo popolo”.<br />

Di questa festa ne parlò anche il giornale “Il Censor” de Bragado: “El domingo pasado se realizó en la<br />

iglesia de San Patricio de O’Brien la solemne ben<strong>di</strong>ción del nuevo altar del Sagrado Corazón de Jesús.<br />

Como pocas veces el templo viose repleto de fieles”.<br />

A questo punto sento il dovere <strong>di</strong> ricordare il P. Antonio Piccardo, <strong>di</strong>rettore del collegio <strong>di</strong> Rivarolo, che<br />

ha voluto farci un bel regalo, approfittando della visita del P. Platania. Si tratta dell‟armonium e degli<br />

arre<strong>di</strong> sacri, già appartenenti alla villa <strong>di</strong> Serrea, un bel regalo davvero per la nostra chiesa <strong>di</strong> O‟Brien.<br />

Frattanto il P. Platania, subito dopo il suo arrivo cominciò ad addestrarsi con la lingua spagnola e con<br />

l‟ambiente e con il cuore pieno <strong>di</strong> tutto ciò che aveva lasciato per rispondere con generosità alla chiamata<br />

del Signore.<br />

Intanto maturavano i tempi per una nostra parrocchia nella capitale federale. Già nel gennaio 1929 erano<br />

state riprese le trattative che condotte a buon punto, nel giugno <strong>di</strong> quello stesso anno mi obbligarono a<br />

trasferirmi in Buenos Aires affidando la chiesa <strong>di</strong> O'Brien al P. Ferrari naturalmente con il consenso del<br />

vescovo <strong>di</strong> La Plata che bene<strong>di</strong>sse ed incoraggiò la nuova opera.<br />

Cosí venne anche pubblicato su Risonanze, con il P. Ferrari in O‟Brien, il sacro ministero andò<br />

sviluppandosi a poco a poco. Non gli mancarono preoccupazioni spirituali e materiali, infatti fece eseguire<br />

<strong>dei</strong> lavori veramente necessari nella casa parrocchiale per renderla piú confortevole e con la costruzione <strong>di</strong><br />

due vani <strong>dei</strong> quali uno per l'ufficio parrocchiale e l'altro piú grande per le riunioni.<br />

23


Dovette sollecitare anche le offerte per la nuova campana da comprare, per sostituire l'altra ridotta in<br />

malo stato; in questo cercai <strong>di</strong> aiutarlo trattando in Buenos Aires con una <strong>di</strong>tta specializzata, con la quale si<br />

stipulò il contratto per una campana <strong>di</strong> 440 kg al prezzo <strong>di</strong> pesos 3,50 al kg. posta su vagone alla stazione<br />

<strong>di</strong> Once.<br />

Seguitò anche ad occuparsi della scuola fino al termine dell'anno scolastico e della <strong>di</strong>rezione e<br />

compilazione del perio<strong>di</strong>co parrocchiale "El amigo de las familias".<br />

Il nuovo anno 1930 presentò per la scuola un serio problema: i padri Ferrari e Platania <strong>di</strong>mostrarono <strong>di</strong><br />

non aver altitu<strong>di</strong>ne per l‟insegnamento e non c‟è da stupirsi perché non erano stati avviati a questo genere<br />

<strong>di</strong> attività e anche volendo seguire, la nostra sarebbe stata sempre una scuola privata non autorizzata oppure<br />

si sarebbe dovuto prendere un maestro <strong>di</strong>plomato e stipen<strong>di</strong>arlo secondo le leggi vigenti. Neppure le suore,<br />

pur desiderandolo con insistenza, erano in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> assumere un regolare impegno scolastico perché<br />

la loro istruzione si riduceva alla licenza elementare, quin<strong>di</strong> senza una cultura capace <strong>di</strong> affrontare<br />

l‟insegnamento. È vero che quando si trattò con la Superiora Fondatrice Madre Brigida Pastorino essa<br />

assicurava che erano tutte <strong>di</strong>plomate, ma si equivocava su questo titolo perché il loro <strong>di</strong>ploma consisteva in<br />

taglio e cucitura e non in quello <strong>di</strong> una scuola secondaria o magistrale come noi avevamo proposto. A<br />

questo bisogna aggiungere che il provve<strong>di</strong>tore degli stu<strong>di</strong> della provincia <strong>di</strong> Buenos Aires, avendo notato<br />

che in O‟Brien non essendovi nelle scuole elementari la quinta e la sesta classe e che un sacerdote, per <strong>di</strong><br />

piú straniero, le aveva istituite in maniera privata, decise <strong>di</strong> correre ai ripari, <strong>di</strong>sponendo che con il nuovo<br />

anno scolastico, dette classi venissero stabilite regolarmente.<br />

Tutto questo giustifica perché la nostra scuola dovette sospendere l‟attività dopo due anni <strong>di</strong> lavoro<br />

coscienzioso coronato da buoni risultati agli esami.<br />

Le suore da parte loro dovettero contentarsi <strong>di</strong> fare l'asilo infantile e <strong>di</strong> prendere in pensione alcune<br />

ragazze, <strong>figli</strong>e <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni che abitavano lontano dal paese dando loro cosí il modo <strong>di</strong> frequentare senza<br />

<strong>di</strong>sagi le scuole pubbliche.<br />

Presso la parrocchia continuò però a funzionare il ricreatorio maschile e presso le suore quello<br />

femminile. Ho saputo cha la Madre Fondatrice si è lamentata <strong>di</strong> questo stato <strong>di</strong> cose e che avrebbe<br />

desiderato che le sue religiose avessero qualcosa <strong>di</strong> piú importante e <strong>di</strong> piú red<strong>di</strong>tizio, cosa che col tempo e<br />

con l'arrivo <strong>di</strong> nuovi elementi piú idonei hanno potuto realizzare sistemandosi molto bene in varie località<br />

della provincia <strong>di</strong> Buenos Aires ed in altre, dopo varie peripezie e dolorose esperienze.<br />

Come ho fatto notare nella relazione inviata a Roma in occasione del Capitolo Generale, se la nostra<br />

scuola in O'Brien ha dovuto sospendere la sua attività ci rimane però il merito <strong>di</strong> aver affrontato la<br />

situazione, <strong>di</strong> aver beneficato quella popolazione inducendo l'amministrazione provinciale ad agire<br />

istituendo il corso completo elementare cosa che non si era mai ottenuta prima per l'incuria <strong>dei</strong> governanti e<br />

<strong>dei</strong> politicanti <strong>di</strong> professione che, come si sa, nella propaganda elettorale promettono molte cose che poi<br />

non traducono quasi mai in pratica.<br />

Un fatto molto grave venne a turbare le attività in O'Brien. Alla morte del signor Boven proprietario<br />

della fattoria S. Edoardo che aveva ere<strong>di</strong>tato dal fondatore del paese signor Edoardo O‟Brien, gli ere<strong>di</strong><br />

decisero <strong>di</strong> vendere tutto il campo e tra i possibili compratori l'acquirente fu il dottor Elias, ricco<br />

personaggio, che già possedeva una fattoria, La Petaquita, sul cammino che da O‟Brien conduce a Morse<br />

e a Junin.<br />

Primo atto del nuovo proprietario fu <strong>di</strong> licenziare tutti i coloni coltivatori, circa 40 famiglie, lasciando<br />

solo pochi uomini per custo<strong>di</strong>re il bestiame avendo ridotto tutto il campo a pastorizia. Anche gli ere<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

un'altra fattoria, quelli della famiglia Torello, fecero altrettanto. A questo si deve aggiungere l'esodo <strong>di</strong><br />

varie famiglie abitanti nel paese stesso che cominciarono a emigrare stabilendosi in altri centri molto piú<br />

importanti come Junin, Bragado, Mercedes o Buenos Aires per avere la possibilità <strong>di</strong> dare ai loro <strong>figli</strong><br />

un'educazione superiore avviandoli alla carriera degli stu<strong>di</strong> e quin<strong>di</strong> ad una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> vita piú elevata.<br />

Ne derivò da tutto questo una forte <strong>di</strong>minuzione della popolazione della quale ne risentí il commercio<br />

locale ed anche la Chiesa. Vari negozi chiusero le porte e furono demolite pure parecchie case per<br />

utilizzare altrove il materiale. Come conseguenza venne anche a cadere il progetto <strong>di</strong> elevare O'Brien alla<br />

categoria <strong>di</strong> comune in<strong>di</strong>pendente. Questa iniziativa era stata presa al principio del 1929 in considerazione<br />

24


che le autorità del comune <strong>di</strong> Bragado sembravano molto interessate a migliorare ed abbellire il capoluogo<br />

lasciando quasi abbandonate le zone periferiche, O‟Brien compreso.<br />

Già vi erano state interpellanze al parlamento provinciale ed a quello nazionale per incarico dato ad<br />

alcuni deputati.<br />

Ricordo che interpellato e poi anche invitato, anch‟io in nome dalla parrocchia avevo aderito volentieri<br />

con la firma <strong>di</strong> una petizione che fu presentata al Ministero degli Interni ed al governatore della provincia.<br />

A <strong>di</strong>re il vero se questo progetto non poteva essere piú sostenuto a causa dell‟esodo della popolazione<br />

non<strong>di</strong>meno <strong>di</strong>ede anche qualche frutto perché il municipio <strong>di</strong> Bragado fu obbligato ad iniziare anche in<br />

O‟Brien una serie <strong>di</strong> opere pubbliche, residenza ed uffici della delegazione municipale, stazione sanitaria<br />

nuova e piú adeguati e<strong>di</strong>fici scolastici, migliorare l‟illuminazione pubblica ed il servizio telefonico e<br />

specialmente la sistemazione e la manutenzione delle strade che permise ad una compagnia privata <strong>di</strong><br />

pullman <strong>di</strong> stabilire un regolare servizio <strong>di</strong> collegamento con Junin e Bragado.<br />

Il nostro lavoro <strong>di</strong>fficile e silenzioso ma costante e organizzato è stato ufficialmente riconosciuto e<br />

consacrato dalla definitiva erezione in parrocchia <strong>di</strong> O‟Brien e dalla investitura in perpetuo datane alla<br />

nostra Congregazione.<br />

Cosí <strong>di</strong>chiarò il decreto <strong>di</strong> Mons. Alberti vescovo <strong>di</strong> La Plata in data 3 luglio 1930 in cui si afferma la<br />

necessità <strong>di</strong> provvedere alla erezione in parrocchia <strong>di</strong> O‟Brien, fino allora semplice vicaria <strong>di</strong> Bragado, per<br />

la popolazione fissa esistente, per la grande lontananza dalla parrocchia <strong>di</strong> Bragado (60 Km.); si prende<br />

nota che la Congregazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> vi è già al lavoro attendendo alla educazione cristiana della<br />

gioventú; si giu<strong>di</strong>ca che è bene accordare alla Congregazione stessa completa autonomia ecc. ecc. Ciò<br />

affermando il decreto stabilisce: “ ..Noi, in forza delle facoltà che ci corrispondono secondo il <strong>di</strong>ritto,<br />

determiniamo:<br />

1 o Elevare come in effetto eleviamo con il presente decreto la cappellania <strong>di</strong> O’Brien alla categoria <strong>di</strong><br />

parrocchia.<br />

2 o Consegnare in perpetuo detta parrocchia ai RR. PP. della Congregazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> S. M.<br />

<strong>Immacolata</strong> dovendo amministrarla secondo i canoni e il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong>ocesano vigente e quello che potrebbero<br />

stabilire i nostri successori ...”<br />

Risonanze nel pubblicare la notizia ed il presente decreto col numero <strong>di</strong> agosto 1930 aggiunse quanto<br />

segue: “Ci rallegriamo <strong>di</strong> questo attestato ufficiale dell’autorità episcopale <strong>di</strong> La Plata e con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo la<br />

giusta compiacenza che ne avranno i nostri missionari che troveranno in essa un sempre maggior <strong>impulso</strong><br />

nelle opere <strong>di</strong> zelo apostolico”.<br />

LA MORTE DI DON GESINO<br />

La scomparsa <strong>di</strong> persone care è tanto piú dolorosa quanto piú gran<strong>di</strong>, nobili e santi sono stati i vincoli<br />

che ci univano ad esse in questa vita. Una <strong>di</strong> queste è stato don Gesino, morto a Genova il 19 febbraio<br />

1930. Anche noi in Argentina ne abbiano appresa la notizia con dolore e ci siamo associati al doveroso<br />

tributo <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong>, <strong>di</strong> preghiere e <strong>di</strong> affetti.<br />

Quando poi abbiamo ricevuto il numero <strong>di</strong> Risonanze (aprile 1930) interamente de<strong>di</strong>cato alla sua<br />

memoria, io personalmente ho sentito rinnovare nella mia mente il piú caro ricordo <strong>di</strong> lui e nel mio cuore la<br />

commozione piú profonda. Mi sembrò <strong>di</strong> vederlo festante e sorridente accogliermi con onore al ritorno del<br />

mio lungo servizio militare, ricordando con quanta carità accettò allora <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigere il mio spirito e quanto si<br />

interessò per farmi ricuperare con l‟intensità dello stu<strong>di</strong>o parte del tempo perduto.<br />

Rievocai pure la sua persona sembrandomi <strong>di</strong> rivederlo nell‟ottobre 1927 in quei giorni <strong>di</strong> preparazione<br />

per la partenza; con quanto affetto mi presentò la sua generosa offerta accompagnandola con parole che mi<br />

restarono sempre scolpite nel cuore. Quando poi il 17 maggio 1931 nell‟adunata degli ex alunni furono rese<br />

25


speciali onoranze alla sua memoria, dall‟Argentina abbiamo mandato la nostra adesione al P. Antonio G.<br />

Piccardo, <strong>di</strong>rettore del collegio <strong>di</strong> Rivarolo, nei termini seguenti:<br />

“Ci associamo con tutto il nostro sentimento alle onoranze al nostro carissimo Don Gesino e sentiamo<br />

in verità che non lo potremo mai <strong>di</strong>menticare. Egli fu per noi il sacerdote santo ed il maestro paziente e<br />

buono che con la parola e con il suo esempio ci animò alla <strong>di</strong>vina missione dell'apostolato. Sentiamo<br />

pertanto <strong>di</strong> essere presenti in unione <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong> e <strong>di</strong> affetti all'assemblea <strong>di</strong> superiori, alunni ed ex, mentre<br />

affi<strong>di</strong>amo a lei l'incarico <strong>di</strong> rappresentarci alla devota e mesta cerimonia. Per tutti. P. Bertolotto”.<br />

MORTE DI P. ANTONIO MINETTI SUPERIORE GENERALE<br />

12 LUGLIO 1931<br />

Non era ancora <strong>di</strong>leguato l'eco della commemorazione <strong>di</strong> Don Gesino quando cominciarono a giungere<br />

notizie allarmanti sullo stato <strong>di</strong> salute dell‟amatissimo Superiore Generale. Ne abbiamo seguito il corso<br />

della malattia attraverso le comunicazioni che ci giungevano da Roma. Per me specialmente vedevo<br />

avverarsi il presentimento che aveva pervaso il mio animo quando nel 1927 ci demmo l'ultimo saluto e<br />

l'ultimo abbraccio sulla nave che doveva portarmi tanto lontano. Quell‟abbraccio doveva essere l'ultimo.<br />

La notizia della sua morte ci arrecò particolare dolore e tristezza e come telegrafai e scrissi anche a<br />

nome <strong>dei</strong> confratelli, il nostro dolore era tanto piú grande per noi lontani a cui abbiamo dovuto aggiungere<br />

il sacrificio <strong>di</strong> non aver potuto abbracciare per l'ultima volta il nostro veneratissimo Padre Generale e<br />

partecipare ai solenni funerali.<br />

Oltre ai suffragi prescritti dalle costituzioni, il 12 agosto 1931 ci siamo riuniti in O'Brien per il solenne<br />

funerale <strong>di</strong> trigesimo, con larga partecipazione <strong>di</strong> popolo, <strong>di</strong> amici e delle Suore <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong><br />

con le loro alunne. In questa occasione con animo commosso ho rivolto brevi parole ai fedeli non solo per<br />

ringraziarli per la loro partecipazione al nostro lutto, ma anche cercando <strong>di</strong> presentare la paterna figura del<br />

nostro defunto Superiore Generale che tanto si era adoperato per inviare i suoi religiosi in Argentina ed il<br />

primo frutto della sua opera era la nostra presenza in O‟Brien.<br />

Naturalmente abbiamo poi letto con sommo interesse la cronaca <strong>dei</strong> funerali svoltisi a Roma e delle<br />

numerose adesioni e condoglianze <strong>di</strong> car<strong>di</strong>nali, <strong>di</strong> vescovi, <strong>di</strong> alunni ed ex e <strong>di</strong> amici, tra le quali notammo<br />

con piacere quelle <strong>di</strong> S. E. Mons. Copello Ausiliare e Vicario generale <strong>di</strong> Buenos Aires e <strong>di</strong> S. E. Mons.<br />

Alberti vescovo <strong>di</strong> La Plata. S. E. Mons. Devoto le aveva presentate personalmente nel suo viaggio in<br />

Italia.<br />

IL CAPITOLO GENERALE<br />

La scomparsa del Superiore Generale presentò subito per noi un serio problema, quello della nostra<br />

partecipazione al Capitolo Generale per l‟elezione del successore. Si cominciò con scambio <strong>di</strong> lettere con il<br />

Vicario Generale P. Tommaso Olcese. Bisognava stu<strong>di</strong>are la cosa in tutti i piú minuti dettagli per non<br />

trovarci poi <strong>di</strong>nanzi a dolorose sorprese. Eravamo in tre e con tre parrocchie <strong>di</strong>stinte abbastanza lontane tra<br />

loro. Le due relativamente piú vicine erano O‟Brien e Junin, con 50 Km <strong>di</strong> pessima strada. In questa<br />

<strong>di</strong>fficoltà il carissimo P. Poggi cercò in un primo momento <strong>di</strong> venirci in aiuto.<br />

Tornato in Italia nel giugno 1928 perché malaticcio, conoscendo la nostra situazione, si offrí per tornare<br />

a O'Brien per un anno pur sapendo a quali <strong>di</strong>sagi andava incontro data la sua età ed il suo stato fisico.<br />

Infatti avrebbe dovuto trascorrere tre inverni consecutivi e questo sarebbe stato per lui una cosa quasi<br />

impossibile. Io compresi ed ammirai il suo spirito <strong>di</strong> sacrificio ed il suo amore per il bene delle anime, P.<br />

Ferrari e P. Platania ne rimasero anche essi ammirati, ma tutti e tre convenimmo che sarebbe stato<br />

imperdonabile per noi accettare la sua generosa proposta. Come io scrissi a lui, avremmo accettato il suo<br />

sacrificio unicamente in caso estremo se cioè fosse stato impossibile trovare un'altra soluzione.<br />

26


Noi perciò abbiamo insistito per l'invio anche in forma provvisoria e per pochi mesi <strong>di</strong> un sacerdote<br />

giovane, anche scelto fra quelli destinati all‟insegnamento e le ragioni presentate ci sembravano<br />

perfettamente logiche infatti erano le seguenti:<br />

1) La cosa avrebbe meglio impressionato le autorità ecclesiastiche cioè i vescovi e specialmente il<br />

Nunzio Apostolico.<br />

2) Un giovane avrebbe imparato subito la lingua e tornando in Italia sarebbe stato in grado <strong>di</strong><br />

insegnarla ai nostri aspiranti missionari.<br />

3) Uscire dal proprio ambiente troppo ristretto, vedere il mondo nella sua realtà acquistando una<br />

pratica cultura della vita che non si insegna in nessuna scuola del mondo, sarebbe stata la migliore<br />

preparazione per un giovane destinato all'insegnamento. Su questo punto vi era già l'esempio <strong>di</strong> altri istituti<br />

moderni: Don Bosco, Don Guanella , Don Orione, ecc.<br />

Purtroppo le nostre ragioni non vennero con<strong>di</strong>vise a Roma perciò dovemmo fare <strong>di</strong> necessità virtú e fare<br />

del nostro meglio per inviare uno al capitolo a costo <strong>di</strong> qualsiasi sacrificio. Era necessario per il futuro delle<br />

nostre opere fare conoscere in Italia il vero stato delle cose e cercare <strong>di</strong> fare entrare i nostri confratelli<br />

vecchi e giovani in un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> idee piú realistico, piú aperto e comprensivo per il bene della<br />

Congregazione.<br />

Dovendo agire secondo le costituzioni ed in obbe<strong>di</strong>enza alle istruzioni contenute nella lettera<br />

convocatoria del Capitolo, inviataci dal Vicario Generale P. Tommaso Olcese, il 12 febbraio 1932 ci siamo<br />

riuniti in O‟Brien per eleggere il delegato al capitolo. Eravamo in tre e si ebbe il seguente risultato: P.<br />

Ferrari voti 1, P. Bertolotto voti 2, rimanevo quin<strong>di</strong> eletto. Nella stessa riunione ci siamo messi d‟accordo<br />

su 4 punti essenziali e cioè:<br />

1) Il P. Bertolotto resterà in Italia il meno possibile cercando <strong>di</strong> arrivare a Roma per l'inizio del<br />

capitolo e ripartendo subito dopo.<br />

2) Il P. Ferrari andrà a sostituirlo in B. Aires.<br />

3) Il P. Platania seguendo a risiedere in Junin, tutte le domeniche celebrerà una messa in O‟Brien<br />

usando della facoltà <strong>di</strong> binare o trinare secondo deciderà il vescovo <strong>di</strong> La Plata.<br />

4) Dare comunicazione <strong>di</strong> tutto questo al nostro Vicario Generale in Roma ed ai rispettivi or<strong>di</strong>nari <strong>di</strong> B.<br />

Aires e <strong>di</strong> La Plata dovendo essi rilasciare i documenti relativi al P. Ferrari e al P. Platania come vicari<br />

sostituti.<br />

Dopo questa riunione e fino al momento in cui il P. Ferrari dovette sostituirmi nella parrocchia <strong>di</strong> San<br />

Felipe Neri in B. Aires, non avvennero in O'Brien cose degne <strong>di</strong> nota. Come era stato pre<strong>di</strong>sposto, durante<br />

l‟assenza del P. Ferrari la parrocchia fu attesa dal P. Platania. Del resto non era un fatto nuovo anche in<br />

<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> La Plata che un sacerdote servisse temporaneamente due o piú parrocchie per mancanza <strong>di</strong><br />

sacerdoti.<br />

Pochi giorni dopo mio ritorno da Roma, feci una visita a O‟Brien anche per portare alle suore le notizie<br />

e la bene<strong>di</strong>zione della loro Madre Fondatrice. Poi il P. Ferrari tornò in sede riattivando il suo ministero.<br />

Da una lettera dello stesso al Rev.mo Superiore Generale si ha notizia della fondazione del Circolo San<br />

Luigi. Porta la data del 5 <strong>di</strong>cembre 1932. Nella lettera riferisce che i giovani con il pretesto della riunione,<br />

si fermavano fino alle 23 a giocare a carte ed a rompere quelle poche se<strong>di</strong>e che metteva a loro <strong>di</strong>sposizione.<br />

Gli era perciò necessaria una buona dose <strong>di</strong> pazienza perché, se ripresi, non si sarebbero piú fatti vedere<br />

neppure alla messa festiva. Si lamenta poi che non è una gran bella cosa lo stare solo e conclude ... “meno<br />

male che ora avendo l’automobile il P. Platania viene ogni tanto e cosí possiamo vederci con piú<br />

frequenza”.<br />

LA MORTE DI SUOR GABRIELLA<br />

27


Nel 1933 mentre tutto sembrava procedere con una certa tranquillità, un grave lutto venne a colpire la<br />

piccola comunità delle suore.<br />

Suor Gabriella, la piú anziana ed anche la piú esemplare, dopo una breve malattia sopportata con vero<br />

spirito <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> sacrificio, offrendo la sua vita per il bene delle anime, morí santamente il 23 maggio.<br />

La sua morte fu un lutto per tutta la popolazione che partecipò compatta ai funerali. I suoi resti mortali<br />

riposano in un loculo del cimitero <strong>di</strong> Bragado. È stata per noi una dura prova. Le suore si sono rassegnate e<br />

dopo un primo momento <strong>di</strong> sgomento, hanno ripreso la loro or<strong>di</strong>naria attività.<br />

In questa circostanza noi ci siamo comportati con loro come buoni fratelli aiutandole con tutto il cuore<br />

nel morale e nel materiale. Il 28 giugno venne pure celebrato un solenne funerale <strong>di</strong> trigesimo.<br />

LA NUOVA DIOCESI DI MERCEDES<br />

Nel 1934 anche la parrocchia <strong>di</strong> O'Brien ebbe una novità, il passaggio dalla giuris<strong>di</strong>zione dell‟or<strong>di</strong>nario<br />

<strong>di</strong> La Plata a quello <strong>di</strong> Mercedes. La nuova <strong>di</strong>ocesi creata d‟accordo tra il governo argentino e la <strong>Santa</strong><br />

Sede, cominciò a reggere il 20 aprile 1934. Il nuovo vescovo Mons. Juan Chimento, già ausiliare <strong>di</strong> La<br />

Plata incontrò la nostra parrocchia data alla nostra Congregazione ad nutum S. Se<strong>di</strong>s.<br />

Già ci conosceva perciò le nostre relazioni con lui cominciarono subito in modo sod<strong>di</strong>sfacente per lui e<br />

per noi. Gradí moltissimo la nostra visita <strong>di</strong> ossequio ed il saluto che io mi feci in dovere <strong>di</strong> presentargli i<br />

saluti anche a nome del nostro Rev.mo Superiore Generale.<br />

CONGRESSO EUCARISTICO DI BEUNOS AIRES<br />

E VISITA DEL REV. MO SUPERIORE GENERALE<br />

Si veniva preparando il gran<strong>di</strong>oso Congresso Eucaristico Internazionale e naturalmente anche la nostra<br />

parrocchia <strong>di</strong> O‟Brien vi aderí secondo le istruzioni avute dal Vescovo, con una preparazione <strong>di</strong> preghiere,<br />

istruzioni e funzioni speciali ed una delegazione fu pure presente nella capitale nei giorni della<br />

celebrazione del Congresso.<br />

Importantissima anche per O‟Brien la visita del Superiore Generale P. Bruzzone. Anche esternamente<br />

ebbe tutta la solennità delle gran<strong>di</strong> occasioni. La descrisse molto bene il P. Antonio Giuseppe Piccardo<br />

convisitatore nella sua relazione ... “all’arrivo, parrocchiani alla stazione e parrocchiani all’entrata della<br />

chiesa, un ricevimento proprio in regola, le piccole alunne delle suore, l’associazione femminile <strong>di</strong> santa<br />

Teresina, uomini e donne e giovani tutti schierati, la lettura <strong>di</strong> un devoto in<strong>di</strong>rizzo e l’offerta <strong>di</strong> un bel<br />

mazzo <strong>di</strong> fiori al Superiore Generale ed il suono della campana in modo da rendere l'inizio della visita piú<br />

solenne. Venendo essa a coincidere con un corso <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>cazione al popolo in forma <strong>di</strong> missione, si spiega<br />

un intervento maggiore <strong>di</strong> fedeli".<br />

La sacra visita del Superiore Generale ebbe il suo coronamento con la festa dell‟<strong>Immacolata</strong>. Ecco<br />

quanto scrive in proposito il P. Bonaventura in una lettera per i lettori <strong>di</strong> Risonanze: “<strong>Immacolata</strong> con i<br />

fiocchoni quest’anno in O’Brien ... moltissime comunioni. Dopo la Messa cantata celebrata dal parroco P.<br />

Ferrari, si svolse la processione intorno alla grande piazza con la statua dell’<strong>Immacolata</strong>.<br />

Nel pomeriggio ebbe il suo da fare il rev.mo Superiore che per delegazione del Vescovo <strong>di</strong> Mercedes<br />

amministrò circa 300 cresime in 4 riprese approfittando dell’occasione per rivolgere in italiano ai<br />

genitori, ai padrini e ai cresiman<strong>di</strong> calde parole <strong>di</strong> incoraggiamento ed incitando alla pratica <strong>dei</strong> doveri<br />

religiosi e della vita cristiana.<br />

Terminata la parte religiosa in O'Brien, cominciò per il P. Generale la parte poetico-missionaria. Alle<br />

ore 22,00 partí per Junin in automobile dove giunse verso mezzanotte dopo avere percorso un viaggio <strong>di</strong><br />

50 Km tra fango ed interminabili pozzanghere per strade rese impraticabili per le piogge torrenziali ...<br />

delizie abituali <strong>dei</strong> missionari <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>”.<br />

28


UN AFFARE MAL RIUSCITO<br />

Da tempo il P. Ferrari desiderava comprare un auto forse entusiasmato dalla propaganda o forse piú per<br />

avere como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> poter viaggiare per raggiungere nel suo ministero le famiglie piú lontane della sua<br />

parrocchia.<br />

Quando mi propose l'affare gli raccomandai molta prudenza consigliandolo anche ad attendere qualche<br />

buona occasione e specialmente facesse molta attenzione nella scelta del tipo <strong>di</strong> macchina. In un paese<br />

come O‟Brien dove per centinaia <strong>di</strong> Km in qualsiasi <strong>di</strong>rezione esistevano allora solo strade <strong>di</strong> terra ed in<br />

pessime con<strong>di</strong>zioni, occorreva una macchina adatta come poteva essere la Ford americana con un buon<br />

motore e ruote alte per potere transitare senza <strong>di</strong>fficoltà per strade fangose o arenose.<br />

Quando mi propose <strong>di</strong> comprare una Fiat gli <strong>di</strong>ssi <strong>di</strong> no, però un bel giorno si presentò in Buenos Aires<br />

accompagnato da due agenti della Fiat con una vettura nuova che secondo loro serviva al caso nostro. Feci<br />

loro osservare che invece non ci conveniva perché troppo bassa e quin<strong>di</strong> non atta per le strade <strong>di</strong> campagna<br />

e conclusi con il mio parere sfavorevole, cioè un bel no! Anche il P. Platania la pensava allo stesso modo.<br />

P. Ferrari però in seguito, si lasciò convincere e fece il contratto per una macchina Fiat tipo città con un<br />

motore 4 cilindri e <strong>di</strong> poca potenzialità (30 cavalli), per la somma <strong>di</strong> cinque mila pesos.<br />

Purtroppo accade il previsto. Con il cattivo tempo la macchina non serviva; rimaneva nei pantani e nella<br />

zone arenose e si riscaldava il motore. Allora si convinse anche lui <strong>di</strong> aver fatto un cattivo negozio, ma<br />

ormai era tar<strong>di</strong>. In occasione del Congresso Eucaristico la macchina serví ai padri visitatori in Buenos<br />

Aires; poi naturalmente tra le varie <strong>di</strong>sposizioni della santa visita nel novembre 1934 il rev.mo Superiore<br />

Generale incluse che il P. Ferrari cercasse <strong>di</strong> vendere detta macchina appena possibile e se necessario<br />

sostituirla con altra piú adatta. Come si vede fu un negozio sbagliato perché non si riusciva a venderla e<br />

finalmente ridotta in cattivo stato, ceduta ad un meccanico <strong>di</strong> O‟Brien per soli 500 pesos. Era una macchina<br />

da città e non da campagna ... Quando gli agenti della Fiat si ripresentarono per propormi un nuovo<br />

acquisto, li mandai. ... a farsi bene<strong>di</strong>re.<br />

Dopo la visita del Superiore Generale in O‟Brien non vi furono piú avvenimenti importanti perciò il<br />

1935 passò senza novità. Solamente conviene segnalare che si presentò la prospettiva <strong>di</strong> un ampliamento<br />

del territorio parrocchiale essendo stata segnalata alla curia <strong>di</strong> Mercedes, la convenienza <strong>di</strong> staccare la zona<br />

<strong>di</strong> Varnes dalla parrocchia <strong>di</strong> Bragado e <strong>di</strong> assegnarla a quella <strong>di</strong> O'Brien.<br />

1936. LA MORTE DEL P. POGGI<br />

Appena ricevuta la notizia della morte del P. Poggi avvenuta a Busalla il 2 febbraio, il P. Ferrari ne<br />

<strong>di</strong>ede avviso alla popolazione la domenica seguente, poi d'accordo con il P. Platania e con me, preparò il<br />

solenne funerale <strong>di</strong> trigesimo. Toccò a me celebrare la messa solenne e prima delle esequie ho parlato ai<br />

fedeli che gremivano la chiesa ponendo in rilievo le virtú sacerdotali e le attività missionarie del confratello<br />

defunto, esortandoli a conservare il ricordo <strong>di</strong> P. Poggi come incentivo per una vita piú cristiana.<br />

Erano troppo vivi i ricor<strong>di</strong> che mi avevano unito a lui perciò tanto nella celebrazione della messa quanto<br />

nel parlare non ho potuto occultare una certa commozione che pervase anche l'u<strong>di</strong>torio.<br />

Il ricordo <strong>di</strong> P. Poggi restò per molto tempo assai vivo in quanti ebbero la fortuna <strong>di</strong> trattare con lui ed<br />

apprezzarne le gran<strong>di</strong> doti <strong>di</strong> zelante sacerdote.<br />

P. PLATANIA PARROCO DI O’BRIEN<br />

29


In seguito al trasferimento <strong>di</strong> P. Ferrari alla parrocchia <strong>di</strong> San Felipe in B .Aires, previo accordo con<br />

Mons. Chimento, il P. Platania nell‟ottobre del 1930 si trasferí a O‟Brien. Il suo ingresso, secondo la sua<br />

volontà, fu in forma semplicissima tanto piú che la popolazione già, lo conosceva essendovi stato molte<br />

volte a celebrare ed a sostituire saltuariamente il P. Ferrari.<br />

Si mise subito al lavoro con impegno. Era solo, quin<strong>di</strong> si trovò in una posizione piú adatta al suo<br />

temperamento, ma aveva la cooperazione delle suore specialmente per il catechismo, l'or<strong>di</strong>ne e la pulizia<br />

della chiesa. Il suo lavoro in O‟Brien ebbe la piena approvazione del vescovo in occasione della visita<br />

pastorale il 30 ottobre 1937. Questa visita <strong>di</strong> Mons. Chimento merita particolare rilievo, era infatti la prima<br />

volta che un vescovo visitava O'Brien in forma ufficiale. Nell‟estate del 1925 vi era stato in forma privata,<br />

ospite del signor Boven, Mons. Copello allora ausiliare <strong>di</strong> La Plata ed aveva anche conferito il sacramento<br />

della Cresima. Dopo quella data solo l'otto <strong>di</strong>cembre 1934 amministrò la cresima. come delegato del<br />

vescovo <strong>di</strong> Mercedes Mons. Chimento, il nostro Superiore Generale P. Bruzzone. La visita del vescovo fu<br />

perciò un avvenimento memorabile per O'Brien. Il dottor Elias per l‟occasione lo ospitò nella palazzina<br />

della sua Estancia (fattoria) La Pataquita.<br />

In quei giorni anche io mi sono fatto un dovere <strong>di</strong> essere presente a O‟Brien ed ho avuto il piacere <strong>di</strong><br />

costatare che S. E. rimase sod<strong>di</strong>sfatto per l‟accoglienza avuta e specialmente per il numero <strong>di</strong> cresime e <strong>di</strong><br />

comunioni. Ebbe parole <strong>di</strong> lode per lo zelo <strong>di</strong> P. Platania e per le suore <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong>.<br />

P. Platania ebbe anche la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> presentare al Vescovo la chiesa ripulita e con un bel<br />

pavimento nuovo in piastrelle in sostituzione <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> legno. Costituivano anche un bell‟ornamento i 14<br />

bellissimi quadri della Via Crucis che mi erano stati regalati dalla Casa <strong>di</strong> oggetti religiosi “Festinessi e<br />

Defeo” <strong>di</strong> Buenos Aires. Si trattava <strong>di</strong> <strong>di</strong>pinti su tela e non <strong>di</strong> semplici stampe a colori, dotati anche <strong>di</strong><br />

cornice stile gotico confacente a quello della chiesa, e che ho creduto bene farne un dono alla nostra prima<br />

chiesa in Argentina anche perché nella chiesa <strong>di</strong> San Felipe in B. Aires il P. Bonaventura non solo non li<br />

apprezzava ma ne aveva già sciupato uno che ho dovuto far restaurare. Anche l'artistico pulpito in legno<br />

donatoci da Mons. Leonardo Artese parroco dell‟Assunzione della Vergine in B. Aires, serví molto bene<br />

per l‟occasione.<br />

LA MORTE DI P. ANTONIO G. PICCARDO<br />

La fine del 1937 purtroppo segnò un grave lutto per la nostra Congregazione. Anche P. Platania sentí<br />

molta pena per la morte del P. Antonio G. Piccardo che si può <strong>di</strong>re era stato il suo protettore ed egli gli era<br />

molto affezionato anche perché aveva aiutato i suoi famigliari in momenti per loro molto <strong>di</strong>fficili.<br />

ALTRI LAVORI NELLA CHIESA DI O’BRIEN<br />

Nel 1937 P. Platania aveva iniziato altri lavori importanti nella chiesa che terminarono nel 1938. Da<br />

notare la chiusura <strong>di</strong> alcune finestre laterali senza rompere l‟estetica della chiesa e la demolizione delle due<br />

grosse colonne e rispettivi archi davanti all‟altare; non servivano a nulla ed anche dal punto <strong>di</strong> vista<br />

decorativo erano tozze ed ingombranti. Ne risultò una migliore visuale dell‟altare e la chiesa acquistò un<br />

senso <strong>di</strong> maggior lunghezza. Fu davvero un bel lavoro. Anche il coro sopra l‟entrata (cantoria) venne<br />

sostituito con un altro in materiale piú solido e piú elegante. Qualche lavoro anche nella casa parrocchiale<br />

per renderla piú efficiente ed accogliente. P. Platania venne complimentato per tutti questi lavori.<br />

SISTEMAZIONE DELLE CASA OCCUPATA DALLE SUORE<br />

30


Nel l938 si pensò dare una sistemazione definitiva alle suore. La loro casa e terreno erano intestati a me<br />

ed al P. Ferrari ed esse vi avevano apportato <strong>dei</strong> miglioramenti ed eseguiti anche lavori <strong>di</strong> ingran<strong>di</strong>mento;<br />

era quin<strong>di</strong> necessario che tutto fosse <strong>di</strong> loro proprietà onde prevenire eventuali questioni per il futuro. Con<br />

il consenso <strong>dei</strong> rispettivi superiori maggiori <strong>di</strong> Roma, si convenne che non era il caso <strong>di</strong> fare da parte nostra<br />

una donazione ma che le suore la comprassero in una forma molto semplice e senza troppe <strong>di</strong>fficoltà ...<br />

eppure vennero fissate rate mensili, ma con loro si decise il modo seguente: esse avrebbero provveduto al<br />

vitto <strong>di</strong> P. Platania e il valore corrispondente accre<strong>di</strong>tato loro come prezzo della compera fino a<br />

raggiungere piú o meno la somma da noi anticipata per l‟acquisto (4000 pesos). Per vitto si intendeva<br />

solamente i piatti cal<strong>di</strong> per il pranzo e la cena. Cosa molto semplice.<br />

Logicamente il P. Platania avrebbe dovuto calcolare mensilmente una determinata somma equivalente al<br />

prezzo del vitto ricevuto e registrarla nelle entrate in apposita rubrica, in pratica però non fece niente.<br />

Certamente spese detta somma per i restauri della chiesa o della casa, ma neppure questo risultò sul registro<br />

<strong>di</strong> cassa. Avendogli fatto osservare questa irregolarità, specialmente dal Rev.mo Superiore Generale nella<br />

sacra visita <strong>di</strong> quello stesso anno, ne rimase mortificato e cominciò in lui uno stato <strong>di</strong> sconforto e <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sgusto.<br />

Certo egli non era molto pratico <strong>di</strong> amministrazione, <strong>di</strong>fetto un po‟ comune a tutti noi per non aver avuto<br />

una adeguata preparazione. Si andava avanti alla buona e con una certa semplicità, quin<strong>di</strong> anche se le<br />

somme furono spese per cose utili o necessarie, non sempre risultavano ed i superiori non potevano avere il<br />

controllo e la conoscenza esatta dell‟'amministrazione.<br />

VISITA DEL REV. MO SUPERIORE GENERALE A O’BRIEN.<br />

Dopo iniziata ufficialmente la sacra visita in San Felipe, il 26 <strong>di</strong>cembre si recò in O'Brien accolto anche<br />

questa volta, come già nel 1934, con simpatia dalla popolazione, dal P. Platania e dalle suore <strong>di</strong> <strong>Maria</strong><br />

<strong>Immacolata</strong> che lo misero a conoscenza <strong>dei</strong> loro problemi. Il Rev.mo Superiore si compiacque per i lavori<br />

eseguiti e per il bene realizzato. Rimase in O‟Brien qualche giorno, poi iniziata la sacra visita, ritornò a B.<br />

Aires, ma nei primi mesi del 1938 ritornò piú volte a O'Brien e cosí il P. Platania poté esporgli le sue<br />

<strong>di</strong>fficoltà, i suoi problemi in parte derivanti anche dalla situazione della sua famiglia ed avere da lui le<br />

norme ed i consigli necessari. Fu allora che il P. Platania manifestò il desiderio <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>spensato dai voti<br />

ed uscire dalla Congregazione, influí in questo anche lo stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sorientamento del suo fratello Salvatore<br />

sacerdote della nostra Congregazione. Il Rev.mo Superiore lo consigliò paternamente, lasciandolo però<br />

libero <strong>di</strong> meglio stu<strong>di</strong>are la sua situazione prima <strong>di</strong> prendere una decisone cosí grave.<br />

Quando nel maggio 1939 il Rev.mo Superiore terminata la sacra visita in Argentina, ripartí per Roma, il<br />

P. Platania nel salutarlo gli confermò il suo desiderio <strong>di</strong> passare al clero secolare e lo pregò <strong>di</strong> interessare <strong>di</strong><br />

questo suo problema i padri del Consiglio Superiore. Ma il Rev.mo P. Generale arrivò in Italia gravemente<br />

infermo e per alcuni mesi non poté occuparsi né <strong>di</strong> questo né <strong>di</strong> altri problemi. Perciò il P. Platania scrisse<br />

a me chiedendomi <strong>di</strong> favorirlo nel suo desiderio perché, secondo lui, come segretario generale residente a<br />

Roma, avrei potuto cercargli un vescovo benevolo anche in Italia. Questo non era possibile perché a norma<br />

del <strong>di</strong>ritto canonico spettava a lui iniziare la pratica facendo la domanda per iscritto ai superiori maggiori e<br />

cercarsi un vescovo <strong>di</strong>sposto ad incar<strong>di</strong>narlo. Su questo argomento ci fu tra me e P. Platania uno scambio<br />

<strong>di</strong> lettere ma la questione si poté risolvere quando in aprile del 1940 io feci ritorno in Argentina.<br />

31<br />

P. Tommaso Bertolotto


REALIZZAZIONI MISSIONARIE FRA I PRIMI FIGLI DI MARIA<br />

La sperata prossima realizzazione d'una prima missione della Congregazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> ci ha<br />

fatto ricercare come e quanto fin dai primissimi tempi dell'Opera <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> lo spirito <strong>missionario</strong><br />

ne animò i primi alunni e tra essi trovò zelanti campioni e infaticabili pionieri che trovarono poi sempre chi<br />

ne seguí con slancio le orme. “Noi leggevamo un giorno per <strong>di</strong>letto” può <strong>di</strong>re ancor oggi chi iniziò la<br />

generosa schiera...<br />

Giovani alunni <strong>di</strong> teologia, che si animavano a vicenda e gareggiavano nel bene, che erano assillati dal<br />

pensiero del miglior modo <strong>di</strong> rispondere alla alta vocazione, che si scambiavano consigli, eccitamenti in<br />

ricambio <strong>di</strong> tanta amicizia ... il giovane Arecco (chi non ha conosciuto fino a questi ultimi anni Mons.<br />

Arecco anima d'ogni opera buona specialmente giovanile?) e il giovane Ferretti intenti alla lettura del<br />

perio<strong>di</strong>co “Le Missioni Cattoliche” <strong>di</strong> Milano e in esso <strong>di</strong> una lettera accorata <strong>di</strong> un Vescovo dell'Asia che<br />

ripeteva il lamento che pur oggi accorata ripete la Chiesa: Messis multa, operarii pauci.<br />

Alla lettura si associò il giovane Gilar<strong>di</strong>. Si <strong>di</strong>scusse fra i tre; si sentí la voce <strong>di</strong> Dio. E il Gilar<strong>di</strong> rispose<br />

prontamente; tanto prontamente che passando sopra ad ogni umano riguardo si offrí subito al Direttore del<br />

Seminario “Missioni Estere” <strong>di</strong> Milano Mons. Marinoni.<br />

La vocazione manifestatasi attraverso quella lettura e allo zelo <strong>dei</strong> giovani chierici aveva trovato il<br />

terreno ben preparato.<br />

D. Gilar<strong>di</strong> fu accolto a Milano, partí nel 1881 per la Cina e là lavorò indefessamente, nelI‟Ho-nam per<br />

27 anni continui. Ancora vegeto e forte egli attualmente è a Milano addetto all‟insegnamento della teologia<br />

morale ai giovani studenti missionari.<br />

E per la strada aperta da lui si avviarono altri <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> ... Ecco il Luotto che avendo dovuto poi<br />

interrompere per ragioni <strong>di</strong> salute, fu esemplare professore <strong>di</strong> filosofia nei R. Licei e fu strenuo assertore<br />

della perfetta ortodossia del Savonarola; ecco il can. Don <strong>Maria</strong> Gustavo, apostolo per 42 anni della<br />

Birmania, tutto ardore <strong>di</strong> zelo, che nei vari perio<strong>di</strong> in cui la salute scossa l'obbligò a tornare in patria, fu<br />

cosí caro professore fra noi, pur sempre anelando con infinita nostalgia al ritorno fra i suoi Birmani. Intanto<br />

anche il Don Ferretti andava a lavorare nel suo ministero in America a New York.<br />

Quasi contemporaneamente Paro<strong>di</strong> Luigi, passato dai <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> ai Gesuiti, andava <strong>missionario</strong> alle<br />

Montagne Rocciose.<br />

Questi i pionieri, ma la nobile lista non si ferma qui: avrà il merito d'aprire la prossima nostra missione<br />

Don Domenico Poggi che fu al Brasile per 30 anni circa; si consumò nello zelo delle missioni Cinesi il<br />

Padre Lorenzo Torrazza passato anche lui ai Gesuiti; lavorano nella mistica vigna in Oceania il P.<br />

Giuseppe Minetti, in America il Padre Piffero Onorato, passato ai Padri Redentoristi, il rev. Schenone<br />

Giuseppe passato ai Signori della Missione, in Cina il P. Schiaffino <strong>dei</strong> Gesuiti e il Padre E. Vigo.<br />

Lavorò intensamente nel Messico Don Nicolò Grondona passato ai Salesiani, per poco non rimasto<br />

vittima della presente persecuzione. E quanto per le Missioni non lavorarono e non continuano a lavorare il<br />

nostro Don G. B. Tragella anima della <strong>di</strong>vulgazione e della propaganda missionaria e Don Attilio Garré,<br />

fondatore del Collegio per le Missioni in S. Ilario, sviluppatosi meravigliosamente nel corso <strong>di</strong> pochissimi<br />

anni?<br />

Bastino questi brevi cenni, con riserva <strong>di</strong> tornarci su con dettagli <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione, a segnare quanto il<br />

pensiero <strong>missionario</strong> accompagni lo sviluppo dell'Opera <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> e a ben auspicare quin<strong>di</strong> alla<br />

realizzazione <strong>di</strong> questo spirito in un'opera concreta e duratura <strong>di</strong> missioni della Congregazione che con ciò<br />

consacrerà finalmente uno <strong>dei</strong> piú cari ideali accarezzati dal compianto Superiore Generale che certo<br />

l'opera nuova bene<strong>di</strong>rà dal Cielo.<br />

E l'augurio traduciamo nelle parole del veterano <strong>dei</strong> nostri ex allievi missionari il P. A. Gilar<strong>di</strong>:<br />

“Faccio voti perché da codesta benedetta Casa, ora Congregazione, voglia il Signore mandarvi altri<br />

nuovi can<strong>di</strong>dati a continuare la bella tra<strong>di</strong>zione da me iniziata e sia anche quest'apostolato fra le genti<br />

pagane come una fiammella sprigionata da quell'amore da cui era penetrato il nostro santo fondatore G.<br />

32


Frassinetti e il degno continuatore della sua opera l'in<strong>di</strong>menticabile Superiore G-enerale P. Antonio<br />

Piccardo <strong>di</strong> S. M”.<br />

(Da Risonanze 1927)<br />

LA PARTENZA DEI NOSTRI PRIMI MISSIONARI<br />

Il primo sentimento deve essere <strong>di</strong> vive grazie al Signore: poco era mancato che la partenza si<br />

effettuasse sul “Principessa Mafalda”! e partirono a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> cosí pochi giorni, che alla prima notizia<br />

del grave <strong>di</strong>sastro tanti amici, <strong>di</strong>mentichi che il loro piroscafo era il “Duca degli Abruzzi”, rimasero<br />

sgomenti al solo pensiero della possibile sciagura che li avesse incolti proprio loro. Invece avevano toccato<br />

la loro “Terra promessa” proprio due giorni prima! Ringraziamone il cielo.<br />

Si era ventilato il pensiero <strong>di</strong> cui risuonò l'eco nella adunanza sul “Primiero” <strong>di</strong> una manifestazione<br />

pubblica e, per cosí <strong>di</strong>re, in largo stile per l'avvenimento che con l'aiuto <strong>di</strong> Dio sarà per la vita e per l'opera<br />

della Congregazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> l'inizio <strong>di</strong> un nuovo capitolo della piú alta importanza.<br />

Ragioni varie, non ultima quella del modesto riconoscimento del sentirsi ancora un pusillus grex davanti<br />

all'ar<strong>di</strong>mento della nuova impresa, consigliarono <strong>di</strong> sospenderla. Ma il pusillus grex sentí il comando del<br />

Nolite timere come <strong>di</strong>cevamo nell'ultimo numero e armato <strong>di</strong> tanta maggior fiducia m Dio e nella Vergine,<br />

quanto piú era conscio della propria debolezza, in nome <strong>di</strong> questa limitò a manifestazione famigliare quella<br />

su largo stile ventilata e in nome <strong>di</strong> quella entrò coraggiosamente nell'arringo.<br />

La sera del 4 ottobre intorno ai due padri partenti P. Poggi e P. Bertolotto si strinsero con il Superiore<br />

Generale P. Minetti e il P. Olcese venuti da Roma, i superiori tutti della Casa <strong>di</strong> Genova e del Collegio <strong>di</strong><br />

Rivarolo, gli alunni della Casa <strong>di</strong> Genova, aspiranti della Congregazione, una rappresentanza dell' Unione<br />

ex allievi fra cui amiamo ricordare oltre tutti i sopradetti superiori, í membri della presidenza, Don<br />

Gennaro, Don Minetto e Leoncini Giacomo, Mons. Corra<strong>di</strong>, prevosto <strong>di</strong> S. Lorenzo, Mons. Moglia, Mons.<br />

Casella, parroco <strong>di</strong> Pre, il Sac. P. Bruzzone parroco <strong>di</strong> S. Ambrogio, Don Rossi <strong>di</strong> S. Lorenzo, il clero della<br />

parrocchia, ecc. ecc.<br />

Mons. Arcivescovo <strong>di</strong> Genova in u<strong>di</strong>enza accordata pochi giorni prima aveva paternamente benedetto e<br />

beneaugurato alla santa iniziativa. S. E. Mons. G. M. De Amicis volle portare un po' prima il suo plauso e<br />

la sua bene<strong>di</strong>zione e si <strong>di</strong>sse lieto che una nuova opera <strong>di</strong> bene si iniziasse dai <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, lieto come<br />

Vescovo e lieto come Genovese. S. Ecc. Mons. G. Car<strong>di</strong>nale <strong>di</strong> passaggio a Genova pochi giorni prima<br />

aveva anche lui incoraggiato e benedetto.<br />

La funzione fu commovente, se pure il numero limitatissimo. <strong>dei</strong> partenti non poté darle quella solennità<br />

cosí gran<strong>di</strong>osa, accompagnata da tanto concorso <strong>di</strong> popolo che caratterizza ormai la partenza delle<br />

numerose, carovane <strong>di</strong> missionari delle .Congregazioni già .provette.<br />

Riuniti nella Cappella che già tanti anni passati sentí le aspirazioni <strong>di</strong> zelo e <strong>di</strong> apostolato in patria e<br />

fuori <strong>di</strong> tanti che in numero prossimo a quattrocento arrivarono poi ad esercitarlo nella vita missionaria, in<br />

quella religiosa e nella ecclesiastica <strong>di</strong>ocesana,il Superiore Generale bene<strong>di</strong>sse i crocifissi che consegnò ai<br />

due Missionari partenti come programma, e accompagnò la consegna con voce commossa ma ferma,<br />

sottolineando come l'unica spinta all'inizio dell‟opera fosse il desiderio della maggior gloria <strong>di</strong> Dio e della<br />

salute delle anime, inculcando ai due partenti e a chi li avrebbe seguiti, che questa fosse la loro unica mira,<br />

l'unica santa ambizione, promettendo a nome <strong>di</strong> tutti, confratelli e amici efficace ricordo <strong>di</strong> preghiere.<br />

Raccolse le parole paterne e ferme del Superiore Generale, il P. Poggi che rispondendo a nome anche<br />

del compagno ribadendo il concetto con fierezza apostolica: “Si va in cerca <strong>di</strong> anime!…” Ed espresse la<br />

volontà ferrea <strong>di</strong> corrispondere alta fiducia <strong>dei</strong> superiori, <strong>di</strong> affrontare stenti, privazioni. sacrifici per tener<br />

alta la ban<strong>di</strong>era della croce, per salvare anime con l'aiuto del cielo e per preparare la via ad altri e piú<br />

numerosi manipoli <strong>di</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>. E questo lo portò ad una vigorosa perorazione rivolta ai giovani<br />

33


aspiranti della Congregazione presenti, con l'augurio che tanti fra loro sentissero il santo entusiasmo <strong>di</strong><br />

consacrarsi all'opera altissima e che tutti intanto nella pietà la piú soda, nello stu<strong>di</strong>o piú indefesso,<br />

nell'addestrarsi al sacrificio piú generoso se ne rendessero degni. La bene<strong>di</strong>zione del SS. chiuse la festa<br />

religiosa.<br />

A questa seguí un famigliare ricevimento degli amici intervenuti e in esso non mancò la parola calda <strong>di</strong><br />

Don Gennaro che parlò in veste <strong>di</strong> rappresentante della Commissione Missionaria <strong>di</strong>ocesana e <strong>di</strong> segretario<br />

dell'Unione ex allievi, dell'una e dell'altra portando l'adesione calorosa e i voti piú fervi<strong>di</strong>.<br />

Nel circolo piú ristretto della comunità poi, l‟indomani, da superiori ed alunni, con parole <strong>di</strong> augurio,<br />

con parole <strong>di</strong> invi<strong>di</strong>a santa, con in<strong>di</strong>rizzi e poesiole, si coronarono le care manifestazioni, alle quali non<br />

mancarono gli in<strong>di</strong>rizzi, i telegrammi augurali dalle altre Case <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> e quelli degli ospiti della<br />

stessa Casa <strong>di</strong> Genova.<br />

E finalmente i Superiori vollero accompagnare sul “Duca degli Abruzzi” i cari Missionari partenti e non<br />

fu senza commozione vivissima che si staccarono da loro ripetendo i voti <strong>di</strong> tutti, e le speranze che il<br />

piccolo seme che andavano a spargere presto potesse con le bene<strong>di</strong>zioni del Cielo e con la assistenza<br />

materna dell'<strong>Immacolata</strong> germogliare prosperoso e fecondo ... Quod faxit Deus. . ^<br />

Nota simpatica. Nella commozione dell'ora i già soci e membri della Presidenza Sac. Eugenio Minetti e<br />

Leoncini Giacomo si iscrivevano soci perpetui ed esprimevano il desiderio che fosse segnalata la<br />

circostanza in cui compivano tale atto.<br />

Il presidente dell'Unione a prova tangibile dell'interessamento vivo dell'Unione stessa, pur non essendo<br />

stata fatta nessuna sottoscrizione all‟uopo versava come offerta dell'Unione lire cento.<br />

(Da Risonanze 1927)<br />

LE PRIME NOTIZIE<br />

Le prime notízie tanto attese arrivarono verso i 10 <strong>di</strong> novembre: erano state scritte in navigazione il 18<br />

ottobre, però prima dell'arrivo, forse non lungi dal luogo, dove pochi giorni dopo doveva miseramente<br />

affondare il Mafalda! Erano notizie <strong>di</strong> buon viaggio, sentimenti commossi all‟avvicinarsi alla nuova patria<br />

con un pensiero alla patria lasciata con generosità per l'alto ideale...<br />

Dopo una decina <strong>di</strong> giorni il Duca degli Abruzzi era arrivato; si era raggiunto La Plata, si attendevano le<br />

<strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> Mons. Vescovo. Ed ecco finalmente la notizia definitiva, scritta agli amici delle<br />

“Risonanze” dal P. Bertolotto anche a nome del suo compagno P. Poggi. La riportiamo senz'altro, non<br />

senza <strong>di</strong>chiarare all'amico lontano che ce ne ripromettiamo altre, che ci <strong>di</strong>cano sempre piú buone cose, che<br />

possano fra noi accrescere e allargare l'aura <strong>di</strong> simpatia che si associò ai primi passi, e che possa essere<br />

richiamo <strong>di</strong> nuove energie nel nuovo campo, per tanti <strong>dei</strong> nostri aspiranti, e perché no? anche per altri<br />

incoraggiati e attratti e vinti dall'esempio. E lasciamo la parola a P, Bertolotto:<br />

34<br />

O' Brien, 5 novembre 1927.<br />

Caro Padre Piccardo,<br />

mancherei al mio dovere se non mi ricordassi <strong>di</strong> lei e della Unione ex allievi. Mai come ora che ne sono<br />

lontano sentii tanto vivo il vincolo che ci unisce nel Signore. Sono certo che desidera qualche notizia da<br />

pubblicare su “Risonanze” ed eccomi a lei con la presente.<br />

Appena arrivati a Buenos Aires trovammo subito un sacerdote ed un commesso viaggiatore, entrambi<br />

italiani, inviati da Mons. Vescovo Francesco Alberti affinché si incaricassero <strong>di</strong> noi e del nostro bagaglio.<br />

Mons. Vescovo ci accolse con grande gentilezza ed affetto paterno: eravamo i primi <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> S. <strong>Maria</strong><br />

<strong>Immacolata</strong> che giungevano in terra americana ed Egli si <strong>di</strong>mostrò lieto <strong>di</strong> ospitarci nella sua <strong>di</strong>ocesi. Ci<br />

offrí


poi <strong>di</strong> venire qui ad O' Brien, paese che <strong>di</strong>sta 230 Km. da Buenos Aires. Si può <strong>di</strong>re che è una colonia <strong>di</strong><br />

Europei: infatti la colonia è composta <strong>di</strong> Italiani, Spagnoli, Irlandesi, Tedeschi e qualche Francese.<br />

Il Vescovo mi ha subito nominato parroco ed ora mi trovo già al lavoro. II territorio è molto vasto e non<br />

so neppure quanti giorni mi saranno necessari per fate il giro della parrocchia. Pensi che il cimitero, che<br />

non è certo ai confini, si trova a sette chilometri della Chiesa ... mi sarebbe conveniente un buon auto o un<br />

magnifico cavallo, ma per il momento bisogna che mi contenti <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> S. Francesco. Però non mi<br />

manca<br />

né salute né buona volontà e sotto la sicura guida <strong>di</strong> P. Poggi spero potrò compiere meno peggio il mio<br />

dovere.<br />

La Chiesa è <strong>di</strong> uno stile che non so neppure io classificare: è abbastanza ampia e si presenta bene. È<br />

de<strong>di</strong>cata a S. Patrizio, protettore dell'Irlanda, essendo stata costruita da un buon irlandese il sig. O' Brien,<br />

che <strong>di</strong>ede pure il nome al paese.<br />

Come ci <strong>di</strong>sse Mons. Vescovo qui vicino alla Chiesa vi é possibilità <strong>di</strong> aprire una scuola ed un collegio,<br />

ma certo non subito. La casa è come tutte le case del campo, poca cosa: consta <strong>di</strong> due camere e <strong>di</strong> una<br />

cucina, tutto a pianterreno; avendo però intorno molto terreno, potrà presto essere ingran<strong>di</strong>ta o adattata<br />

in modo da essere per lo meno comoda.<br />

Come vede gli inizi sono molto umili, ma non é stato lo stesso per la prima Casa <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> a<br />

Genova? lo spero molto nell'aiuto <strong>di</strong> Dio, nelle preghiere <strong>dei</strong> Confratelli e <strong>di</strong> tutti i componenti l'Unione ex<br />

Allievi, ai quali per mezzo suo mando un particolare saluto e ricordo. Si, mi ricor<strong>di</strong> a tutti e <strong>di</strong>ca ai soci<br />

che non <strong>di</strong>mentichino i Missionari <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, che in terreno molto arido una vera terra <strong>di</strong><br />

missione, come <strong>di</strong>sse Mons. Vescovo iniziano il lavoro per il comune ideale della gloria <strong>di</strong> Dio, la salute<br />

delle anime e anche per la <strong>di</strong>ffusione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>.<br />

35<br />

P. Tommaso Bertolotto.<br />

S. E. Rev.ma Mons. FRANCESCO ALBERTI, Vescovo <strong>di</strong> La Plata, si degnava nel frattempo assicurare<br />

al nostro Rev.mo Superiore Generale la sua alta protezione e il suo paterno compiacimento con i voti<br />

migliori che i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> potessero fare tanto bene nel campo ancora incolto offerto loro da <strong>di</strong>ssodare.<br />

La nostra Unione si unisce ai sensi <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> verso il Presule illustre e buono ed è<br />

lieta <strong>di</strong> presentare a Lui gli omaggi piú rispettosi e gli auguri piú vivi, essa che con il cuore accompagna i<br />

primi Missionari che spiegano sul campo del lavoro apostolico m quella plaga la ban<strong>di</strong>era <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Maria</strong>.<br />

(Da Risonanze 1927)<br />

CILE - RIVOLUZIONE DEL 1973<br />

Nonostante le penose privazioni <strong>di</strong> vitto che i nostri confratelli <strong>di</strong> Santiago e Valparaiso sentirono nei.<br />

mesi precedenti e imme<strong>di</strong>atamente seguenti la Rivoluzione Militare contro Allende (nell‟ambito del cui<br />

governo si preparava la famosa ora Z con grande bagno <strong>di</strong> sangue degli oppositori) sia essi che le<br />

popolazioni delle parrocchie loro affidate furono salvi.<br />

Mi permetto riportare un. brano della lettera del 2-10-1973 del P. Ettore Pasquale parroco <strong>di</strong> N. S. della<br />

Speranza. a Valparaiso (parrocchia sul Cerro omonimo, con popolazione <strong>di</strong> operai e poveri ,<br />

numerosissima)<br />

“Grazie a Dio e alla Madonna del Carmine siamo salvi! Se fosse arrivata l'ora"zeta" solo qui nel Cerro<br />

sarebbero scomparse 283 famiglie; tra esse noi.


Grazie alla Madonna del Carmine!: E noi già un mese prima, tutte le sere portavamo la Madonna <strong>di</strong><br />

casa in casa recitando il Rosario e pre<strong>di</strong>cando.<br />

Piú <strong>di</strong> una volta in quelle sere raccontai alla gente la grazia della Madonna della Guar<strong>di</strong>a che salvò<br />

Genova dalla guerra (e dalla <strong>di</strong>struzione).<br />

Raccontai il voto fatto dal Card, Boetto <strong>di</strong> fare missioni <strong>di</strong> 20 giorni in 50 parrocchie della città, se la<br />

guerra non fosse passata per le strade <strong>di</strong> Genova (1945).<br />

Poi lei sa la storia: il generale tedesco che consegnò le chiavi della città al Car<strong>di</strong>nale Botto…e p,<br />

Ettore a fare le Missioni alla Parrocchia <strong>dei</strong> Diecimila Crocifissi.<br />

Quando lei verrà, la gente le <strong>di</strong>rà…<br />

P. Ettore Pasquali<br />

(Da Testimonianze <strong>Maria</strong>ne, Roma 1975)<br />

LA MADONNA NELLA MIA VITA<br />

Uno <strong>dei</strong> ricor<strong>di</strong> piú cari della mia infanzia e adolescenza è quello della mia piissima mamma. Da essa<br />

fratelli e sorelle da piccoli abbiamo imparato a pregare e la recita del santo Rosario ogni sera, era una<br />

abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> famiglia - caro anche il ricordo del mese <strong>di</strong> maggio a cui ci faceva partecipare in parrocchia o<br />

al Santuario del Boschetto nei limiti del possibile e quando essa non poteva, ci faceva accompagnare dalla<br />

persona <strong>di</strong> servizio.<br />

Dalla mamma ho imparato anche tante giaculatorie che non ha mai <strong>di</strong>menticate e che mi furono <strong>di</strong> aiuto e<br />

<strong>di</strong> conforto nella mia lunga vita.<br />

La mamma era devotissima della Madonna del Buon Consiglio tanto venerata a Genova specialmente nella<br />

Cattedrale, ed ogni volta che si recava in città non tralasciava <strong>di</strong> farle una visita, e quando era possibile<br />

voleva che la accompagnassi specialmente quando, socia delle conferenza <strong>di</strong> San Vincenzo, si recava a<br />

visitare l'Ospedale Pamatone e allora mi metteva in mano la bustina con la offerta perché la consegnassi<br />

alle piú povere anziane e dandole un bacio <strong>di</strong>cessi loro: nonnina questo ve lo manda la Madonna. Penso<br />

che questa è la ragione delle vocazioni sorte nella mia famiglia.<br />

Durante il corso ginnasiale trascorso come alunno interno della Casa <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> a Genova (negli<br />

anni 1907-1912) ricordo che si celebrava con solennità il mese <strong>di</strong> Maggio che io seguivo volentieri, Non<br />

mi mancarono in quegli anni momenti <strong>di</strong> dubbio, <strong>di</strong> pena e <strong>di</strong>fficoltà fisiche e spirituali (cosa comune a<br />

tutti i giovani) ma in quelle belle sere del mese <strong>maria</strong>no ed anche nel canto <strong>dei</strong> vespri domenicali seguiti<br />

dalla Bene<strong>di</strong>zione Eucaristica. ho trascorso momenti <strong>di</strong> vero gusto spirituale.<br />

Di quegli anni ricordo pure le visite che ci faceva due o tre volte all'anno per alcuni giorni il P. Antonio<br />

Piccardo Superiore Generale quando arrivava da Roma accolto con una certa solennità e con nostra gioia.<br />

Ricordo che a volte specialmente alla sera dopo cena si tratteneva in ricreazione con noi; lo ascoltavamo<br />

volentieri; ci parlava <strong>di</strong> tante cose e concludeva invitandoci ad amare la Madonna ed a servirla noi<br />

specialmente nella Pia Casa <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>.<br />

Entrato poi in congregazione ebbi la fortuna <strong>di</strong> avere per maestro <strong>dei</strong> novizi e padre spirituale il P. Antonio<br />

Minetti <strong>di</strong> santa ed in<strong>di</strong>menticabile memoria. Vi fu anche per me in quel periodo qualche momento <strong>di</strong><br />

dubbio o <strong>di</strong> esitazione ed egli mi insegnò a vincere ogni <strong>di</strong>fficoltà sotto lo sguardo materno <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>,<br />

Inoltre non potrò mai <strong>di</strong>menticare il caro confratello ch. Giacomo Peluppo ed ho sempre avuto vive nella<br />

mente le parole <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>o che mi <strong>di</strong>sse in punto <strong>di</strong> morte: “Ama la Madonna, ama la<br />

Congregazione…onorala”<br />

Verso la fine del 1914 venne l'ora del servizio militare e nei 57 mesi <strong>di</strong> quella vita venni a trovarmi nelle<br />

situazioni piú svariate, buone e cattive, liete e tristi. Per chi non ha fatto il servizio militare e per <strong>di</strong> piú in<br />

tempo <strong>di</strong> guerra non può farsi una idea <strong>di</strong> certe situazioni e <strong>di</strong> certe sofferenze fisiche e morali.<br />

Per quanto riguarda la mia devozione alla Madonna in quelle circostanze, ricordo che l'ho sempre pregata<br />

ed inoltre nel 1917 durante una azione <strong>di</strong> guerra molto violenta, dopo un lungo bombardamento lacerante<br />

36


ed opprimente, a breve <strong>di</strong>stanza del nemico attaccante, nel colmo del nervosismo; supplicai la Madonna a<br />

conservarmi la serenità dello spirito e la padronanza <strong>dei</strong> miei atti, promettendo se avessi salva la vita <strong>di</strong><br />

seguire nella sua e mia Congregazione e de<strong>di</strong>carmi anche alle missioni.<br />

Nel periodo della prigionia in Germania, dopo Caporetto, sei mesi in un campo <strong>di</strong> concentramento ed altri<br />

otto obbligato a lavori <strong>di</strong> campagna in una fattoria, mi è stato <strong>di</strong> grande conforto specialmente la recita del<br />

Santo Rosario...<br />

Rimpatriato nel marzo del 1919 ed ottenuta una licenza <strong>di</strong> 20 giorni mi sono fatto un dovere <strong>di</strong> recarmi al<br />

Santuario del Boschetto insieme ai miei familiari per ringraziare la Madonna delle grazie che mi aveva<br />

concesse, incolumità personale e la conservazione della fede e della vocazione.<br />

Circa il mio apostolato <strong>maria</strong>no, come sacerdote, in Argentina,nella fondazione <strong>di</strong> tutte le nostre parrocchie<br />

che ho dovuto curare personalmente, ho cercato <strong>di</strong> dare vita alla Congregazione delle <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> come<br />

si faceva allora; ed esse formarono il nucleo <strong>di</strong> buone catechiste e in seguito la base del centro delle giovani<br />

<strong>di</strong> azione cattolica.<br />

In O'Brien nel 1927 avevo trovato che vi era nella chiesa la statua della Madonna <strong>di</strong> Lujan e questo mi è<br />

servito <strong>di</strong> base per l'inizio dell'apostolato. In Argentina e specialmente nella provincia <strong>di</strong> Buenos Aires,<br />

Lujan è il Santuario principe. Cosí appena avviata la vita parrocchiale, ho potuto organizzare un bel<br />

pellegrinaggio da O'Brien a Lujan con treno speciale e per la propaganda mi sono servito <strong>di</strong> alcune famiglie<br />

<strong>di</strong> irlandesi.influenti nella zona e cattolici praticanti; fu un vero trionfo anche perché era il primo che si<br />

realizzava in quella zona.<br />

In genere ho notato che nelle varie zone affidate alle nostre cure spirituali la popolazione è formata da<br />

oriun<strong>di</strong> <strong>di</strong> varie nazioni europee specialmente dell'Italia, della Spagna, del Portogallo ecc, dove sono tanti<br />

Santuari <strong>maria</strong>ni e da questo ho preso l'occasione, tanto nella pre<strong>di</strong>cazione come nelle riunioni famigliari<br />

ed anche in conversazioni private, per ricordare i loro paesi <strong>di</strong> origine richiamando il ricordo <strong>di</strong> tante feste e<br />

<strong>di</strong> certe cerimonie e pellegrinaggi ai Santuari delle loro province.<br />

Per molti questo serví come un risveglio per ritornare poco a poco alla pratica della vita cristiana. Con<br />

questo ho avuto anche la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> assistere a conversioni sincere ed al ritorno a Dio <strong>di</strong> tanti che lo<br />

avevano <strong>di</strong>menticato,<br />

Con lo sviluppo delle nostre opere assistiamo ora allo spettacolo <strong>di</strong> realizzazioni veramente belle ed anche<br />

gran<strong>di</strong>ose sorte e cresciute sotto la protezione <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>.<br />

Durante il Congresso Eucaristico internazionale <strong>di</strong> Buenos Aires nel 1934 c'è stata una giornata de<strong>di</strong>cata<br />

alla Madonna ed anche quello fu un vero trionfo e sono stato felice <strong>di</strong> avervi potuto partecipare<br />

<strong>di</strong>rettamente come membro della commissione italiana.<br />

Nel 1954, anno <strong>Maria</strong>no, vi fu presso il Santuario <strong>di</strong> N. Signora <strong>di</strong> Lujan una giornata straor<strong>di</strong>naria con<br />

riunioni al mattino e nel pomeriggio sotto la presidenza del Rev.mo Padre Larraona, segretario della S.<br />

Congregazione <strong>dei</strong> religiosi e poi car<strong>di</strong>nale ed io ho avuto la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> parteciparvi in nome e<br />

rappresentanza della nostra Congregazione.<br />

Ora nei miei tar<strong>di</strong> anni ringrazio la nostra Madre <strong>Immacolata</strong> che mi ha concesso <strong>di</strong> trascorrerli in questa<br />

casa ad Essa de<strong>di</strong>cata dove nel silenzio e nel raccoglimento posso con tranquillità pensare all'anima mia.<br />

Chiedere perdono delle mie colpe e delle negligenze ed errori commessi nell'esercizio del sacro ministero e<br />

nella vita religiosa, in attesa e nella fiducia <strong>di</strong> poterla ringraziare in cielo.<br />

Ecco con tutta semplicità quanto ricordo della mia vita e del mio ministero relazionato con la mia<br />

devozione alla Madonna.<br />

Roma, 14 maggio 1975<br />

(Da Testimonianze <strong>Maria</strong>ne, Roma 1975)<br />

37<br />

P- Tommaso Bertolotto


Parte seconda<br />

Verso il terzo millennio<br />

LA FECONDITÀ MISSIONARIA DELLA CONSACRAZIONE<br />

La storia attesta le gran<strong>di</strong> benemerenze delle famiglie religiose nella propagazione della fede e nella<br />

formazione <strong>di</strong> nuove Chiese: dalle antiche istituzioni monastiche agli or<strong>di</strong>ni me<strong>di</strong>evali, fino alle moderne<br />

congregazioni.<br />

Agli istituti <strong>di</strong> vita attiva ad<strong>di</strong>to gli immensi spazi della carità, dell'annunzio evangelico, dell'educazione<br />

cristiana, della cultura e della solidarietà verso i poveri, i <strong>di</strong>scriminati, gli emarginati e oppressi.<br />

Tali istituti, tendano o meno a un fine strettamente <strong>missionario</strong>, si devono interrogare circa la loro<br />

possibilità e <strong>di</strong>sponibilità a estendere la propria azione per estendere il regno <strong>di</strong> Dio. Questa richiesta è stata<br />

accolta nei tempi piú recenti da non pochi istituti, ma vorrei che fosse meglio considerata e attuata per un<br />

autentico servizio.<br />

La Chiesa deve far conoscere i gran<strong>di</strong> valori evangelici <strong>di</strong> cui è portatrice, e nessuno li testimonia piú<br />

efficacemente <strong>di</strong> chi fa professione <strong>di</strong> vita consacrata nella castità, povertà e obbe<strong>di</strong>enza, in totale<br />

donazione a Dio e in piena <strong>di</strong>sponibilità a servire l'uomo e la società <strong>di</strong> Cristo.<br />

.<br />

IL CAMMINO CONTINUA<br />

38<br />

Dai <strong>di</strong>scorsi del Papa Giovanni Paolo II<br />

L‟ansia missionaria della Chiesa cosí viva in Padre Piccardo e che si è inverata negli anni successivi ha<br />

spinto i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> a nuove aperture che da non molte iniziate incominciano ora ad assumere una


fisionomia piú definita. Questo cammino lo tratteggiamo attraverso scritti ufficiali e no. Sono essi un primo<br />

sprazzo <strong>di</strong> luce su una storia che si sta appena delineando.<br />

Un ritorno alle ra<strong>di</strong>ci spirituali<br />

guardando verso oriente<br />

LETTERA DI FAMIGLIA 38<br />

39<br />

Roma, 15 gennaio 1989<br />

Festa della Provvidenza<br />

Miei Confratelli,<br />

il 25 gennaio partirò per una proposta vocazionale nelle lontane Filippine. Verrà con me il P. Barberini<br />

che, nonostante i suoi 72 anni, non ha perso il suo entusiasmo. A voi, cari confratelli, l'invito alla preghiera:<br />

rimanete sul monte con Mosè, con Gesú, supplicando con fiducia il Padre.<br />

L'aspetto vocazionale appartiene organicamente a tutta la Congregazione e ne manifesta la <strong>di</strong>mensione<br />

piú vitale. Esso traduce in trasparenza la sponsalità e la paternità spirituale <strong>di</strong> ogni confratello: nessuno<br />

deve sentirsi dunque espropriato da questa interiore necessità <strong>di</strong> comunicare vita.<br />

Il nostro essere religiosi, il nostro servire da religiosi si esprime e si autentica anzitutto nel comunicare<br />

frutti <strong>di</strong> vita, segni vivi della presenza <strong>di</strong> Dio tra noi. È questo un ruolo molto esigente, è questo il nostro<br />

imperativo vitale.<br />

Ognuno si senta tramite <strong>di</strong> questo Dio che in Cristo chiama e si dona sempre e ovunque, ognuno<br />

personalizzi la chiamata in un <strong>di</strong>alogo spirituale con il giovane: <strong>di</strong>alogo che susciti libertà, orientamento al<br />

dono, fino al dono <strong>di</strong> sé. Ogni nostro luogo <strong>di</strong> preghiera o <strong>di</strong> lavoro possa <strong>di</strong>venire luogo <strong>di</strong> trasparenza<br />

vocazionale.<br />

Andando nelle Filippine porto nel mio animo quei sentimenti che animarono i primi tre <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong><br />

nel salire al santuario della Madonnetta: aiutare i ragazzi poveri a seguire Cristo nella vocazione<br />

sacerdotale.<br />

Lo vedo come un ritorno alle nostre ra<strong>di</strong>ci spirituali e storiche ed insieme un superamento <strong>di</strong> quella certa<br />

propensione ad appagarsi nelle posizioni a noi piú consone, o piú comode, o piú gratificanti.<br />

Cari confratelli. lasciamoci sorprendere dal Signore e, se necessario lasciamoci pure spiazzare. Come<br />

<strong>Maria</strong>. viviamo nello stupore della fede: ciò che abbiamo ricevuto dall'Angelo, me<strong>di</strong>tiamolo. preghiamolo.<br />

viviamolo e ridoniamolo ad Elisabetta, a Giuseppe, ai pastori, ai magi, ai confratelli ai nostri giovani.<br />

Grazie per la preghiera ed i segni <strong>di</strong> fede con i quali voi confratelli, uniti ai molti amici <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Maria</strong>, accompagnerete questo viaggio: grazie nella benevolenza e nella riconoscenza piú sincera.<br />

Ringrazio le Suore Riparatrici del Sacro Cuore che ci hanno aperto la strada e affido alla Vergine <strong>Santa</strong><br />

ed al P. Renzi questa iniziativa vocazionale. Vi saluto con affetto.<br />

Missione Filippine<br />

sta sorgendo qualcosa <strong>di</strong> nuovo<br />

LETTERA DI FAMIGLIA 40<br />

P. Luigi Fain Binda<br />

Superiore. Generale<br />

Roma, 2 aprile 1989


Miei Confratelli,<br />

siamo rientrati l‟8 marzo dopo 18 ore <strong>di</strong> volo e 40 giorni <strong>di</strong> permanenza nelle Filippine. È una nazione<br />

simile all‟Italia per numero <strong>di</strong> abitanti ed estensione; ma frazionata in 7000 isole. La<br />

popolazione è molto religiosa, accogliente, laboriosa, mite e frugale nelle sue esigenze: il cibo piú<br />

comune è il riso, il pesce e la frutta tropicale. La famiglia è numerosa e unita, alta è pure la percentuale<br />

degli studenti. La classe me<strong>di</strong>a è molto esigua, molti sono i ricchi ma ancor piú i poveri in quanto il salario<br />

dell‟operaio o lo stipen<strong>di</strong>o dell‟insegnante e dell‟impiegato è relativamente basso.Molti poi sono i<br />

poverissimi, ossia quanti hanno un lavoro precario in città o in campagna.<br />

Per questo nel foglio <strong>di</strong> proposta vocazionale che ho inviato oltre alle in<strong>di</strong>cazioni circa lo spirito della<br />

Congregazione e le sue opere, mi sono permesso <strong>di</strong> accennare ai centers of assistance to the poor, anche<br />

incoraggiato dall'art. 90 delle Costituzioni.<br />

I sacerdoti e le suore godono <strong>di</strong> molto rispetto. Le vocazioni sacerdotali e religiose hanno raggiunto il<br />

livello piú alto 10 anni fa, ma anche ora i seminari e gli aspirantati maschili e femminili sono fiorenti.<br />

Dicono che le vocazioni femminili hanno piú tenuta, soprattutto quelle formate m Italia.<br />

Noi dobbiamo una grande riconoscenza alle Suore Riparatrici del Sacro Cuore che ci hanno ospitato a<br />

Manila ed aiutato in mille mo<strong>di</strong>.<br />

Attraverso il Card. Sin abbiamo incontrato una Chiesa attenta, che sente il bisogno della presenza <strong>dei</strong><br />

Religiosi e li accoglie con gratitu<strong>di</strong>ne. Dopo il cor<strong>di</strong>ale benvenuto ed il suo interessamento il Car<strong>di</strong>nale ci<br />

ha<br />

invitato ad aprire presto una casa-seminario a Manila, confidandoci, con sguardo lungimirante, che<br />

vede delinearsi nelle Filippine il centro <strong>missionario</strong> proiettato verso la Cina.<br />

Il nostro Consiglio superiore in data 28.3.89, dopo aver ascoltato la relazione sul lavoro svolto nel<br />

viaggio <strong>missionario</strong> nelle Filippine, ha deliberato l'acquisto <strong>di</strong> una casa a Manila, situata nelle vicinanze<br />

delle Suore Riparatrici e <strong>dei</strong> Padri Rogazionisti ed ha approvato la proposta <strong>di</strong> accogliere m Italia il primo<br />

nucleo <strong>di</strong> Aspiranti.<br />

Cari confratelli, il desiderio <strong>di</strong> Dio ci accomuna tutti, tutti siamo stati raggiunti dal suo amore che<br />

chiama e accompagna, perdona e sorprende. Si, lasciamoci sorprendere dalle cose belle che deve ancora<br />

fare in noi. Porto ancora negli occhi i colori del mare e quasi in trasparenza i volti, gli sguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> tanti<br />

giovani incontrati nelle chiese, per le strade, nelle scuole, nelle università ed in particolare i nomi <strong>di</strong> quelli<br />

che hanno risposto Si alla chiamata vocazionale.<br />

È iniziato con loro un coraggioso <strong>di</strong>alogo <strong>di</strong> fede, una proposta <strong>di</strong> assiduità con il Signore .È Cristo che<br />

vogliono seguire ed amare <strong>di</strong> un amore cosí grande che tutto il resto viene relativizzato a questo e<br />

l'abbandonare la casa, la famiglia, lo stu<strong>di</strong>o, il lavoro, è un grande segno <strong>di</strong> povertà e <strong>di</strong> coraggio. Sono<br />

questi i primi aspiranti che il Signore ci dona dal lontano Oriente.<br />

Una confidenza: in questa itineranza vocazionale mi ha guidato solo tanta fede, mi hanno sorretto le<br />

centinaia <strong>di</strong> persone in preghiera, cominciando dal buon P. Barberini, cosí assiduo nella cappella delle<br />

Suore Riparatrici. Nella mia vita sacerdotale non mi era ancora accaduto <strong>di</strong> celebrare l'Eucaristia per 40<br />

giorni <strong>di</strong> seguito, seguendo quest'unica intenzione: Signore, Vocazioni! e l'efficacia della preghiera l'ho<br />

toccata con mano, tanto da <strong>di</strong>re piú volte: E' il Signore.<br />

Sono partito come analfabeta, senza conoscere l'inglese e tanto meno il tagalog ed ecco una suora, un<br />

piccolo pro<strong>di</strong>gio <strong>di</strong> qualità umane e <strong>di</strong> grazia <strong>di</strong> Dio, che mi ha aiutato, accompagnato, tradotto con rara<br />

sensibilità nelle varie lingue e, garantendo con la sua presenza e con la sua fisionomia tipicamente filippina<br />

da Manila a Iloilo, a Cebú e a Bohol, ci si aprivani i conventi e le case <strong>dei</strong> vescovi per ospitarci.<br />

L'aereo il geepnee, il triciclo. erano i mezzi <strong>di</strong> trasporto; l‟obbiettivo: arrivare in quella chiesa, in quella<br />

scuola, in quelle università per incontrare i giovani come <strong>Figli</strong>o <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, con una proposta da <strong>Figli</strong>o <strong>di</strong><br />

40


<strong>Maria</strong> che si sviluppava abitualmente in tre incontri e, dove era possibile, si concludeva con la visita alla<br />

famiglia, pregando insieme. Sono <strong>di</strong>eci. do<strong>di</strong>ci, i giovani amici che stanno preparando i documenti per<br />

venire in Italia.<br />

Sta sorgendo qualcosa <strong>di</strong> nuovo, siamo in gara con noi stessi e con il tempo; è necessario pensare in<br />

modo nuovo, guardare oltre la propria porta <strong>di</strong> casa, andare oltre certi modelli <strong>di</strong> lavoro troppo in<strong>di</strong>viduale,<br />

entrare in una nuova cultura vocazionale.<br />

Sento <strong>di</strong> avere bisogno per questo progetto <strong>di</strong> tutti voi e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una forte concentrazione <strong>di</strong> forze, <strong>di</strong><br />

volontà, <strong>di</strong> idealità, <strong>di</strong> preghiera. Dobbiamo respirare a due polmoni: quello <strong>di</strong> casa e quello <strong>di</strong><br />

Congregazione.<br />

Gli aspiranti filippini verranno m Italia, vengono come gruppo, come comunità <strong>di</strong> aspiranti alla nostra<br />

stessa vita religiosa; questo è un avvenimento importante da leggere con intelligenza e con fede. È un<br />

valore grande, ma anche un problema; valore e problema circa la nostra identità, la nostra appartenenza, la<br />

nostra partecipazione. Ossia:<br />

• Ci apre ad un apporto pluralistico <strong>di</strong> energie, <strong>di</strong> costumi, <strong>di</strong> cultura, <strong>di</strong> lingua, pur nella stessa fede e<br />

nello stesso Spirito.<br />

• La nostra appartenenza alla Congregazione si <strong>di</strong>lata, si confronta con nuove realtà e si misura e si<br />

verifica sulla capacità <strong>di</strong> accogliere e farsi accogliere nella reciproca fiducia.<br />

• La nostra partecipazione a questo progetto <strong>di</strong> crescita va nell'or<strong>di</strong>ne della comunicazione <strong>dei</strong> valori,<br />

delle idee, <strong>dei</strong> beni, e quin<strong>di</strong> nella con<strong>di</strong>visione delle fatiche, nel reciproco aiuto per costruire il Regno <strong>di</strong><br />

Dio.<br />

A questo proposito invito ogni confratello ed ogni comunità a riflettere con animo costruttivo ed a<br />

pregare, in modo da pre<strong>di</strong>sporre le con<strong>di</strong>zioni piú idonee a questo incontro <strong>di</strong> grazia, che il Signore ci dona.<br />

Vi saluto con affetto<br />

P. Luigi Fain Binda<br />

Superiore Generale<br />

LETTERA DI FAMIGLIA 41<br />

Il sogno polacco<br />

Roma, 25 marzo 1990<br />

Annunciazione <strong>di</strong> Gesú<br />

Miei Confratelli,<br />

sentiamo la voce <strong>di</strong> Dio negli avvenimenti <strong>di</strong> questi ultimi mesi? L'esigenza <strong>di</strong> libertà che si è<br />

sprigionata ed affermata all‟Est, il richiamo coraggioso alle ra<strong>di</strong>ci spirituali dell'uomo, non ci pongono in<br />

ascolto?<br />

Non ci rimandano allo Spirito perché rafforzi anche in noi l'uomo interiore (Ef, 3)? Non riaffiora anche<br />

in noi spontaneo, come acqua sorgiva, il richiamo perentorio <strong>di</strong> Gesú: dunque pregate (Lc 10)?<br />

Stupore, gioia, riconoscenza, invade il nostro animo, ripensando ai vari Mindszenty, Beran, Wyszyńsky,<br />

Stepinac e cento e mille altri testimoni <strong>di</strong> Cristo.<br />

La vocazione al martirio <strong>dei</strong> fratelli dell‟Est ci fa uscire dai nostri fragili equivoci e ci porta al centro <strong>di</strong><br />

quell‟Evento Pasquale che rende possibile il dare la propria vita. Entriamo anche noi in umiltà ed in<br />

preghiera in questi eventi <strong>di</strong> eccezionale grandezza: le trombe <strong>di</strong> Gerico risuonano ancora!<br />

La preghiera è davvero forte, non delude mai, pren<strong>di</strong>amo fiducia, il Signore ci vuole aperti a nuove<br />

speranze in questa nuova grande casa comune europea.<br />

41


Da un anno vado coltivando un sogno, quello <strong>di</strong> andare in Polonia e in Cecoslovacchia, per una proposta<br />

vocazionale; voi, carissimi, seguitemi con la preghiera e fate pregare. Presto partirò.<br />

La nostra presenza a Tarnów<br />

LETTERA DI FAMIGLIA 45<br />

42<br />

Roma 13 febbraio 1991<br />

Molte sono le me<strong>di</strong>azioni che il Signore ci offre attraverso la sua Parola, la liturgia, i tempi liturgici, i<br />

cammini <strong>di</strong> fede, le persone, gli ambienti, gli eventi, ma ricor<strong>di</strong>amolo: la comunità religiosa non potrà mai<br />

essere sostituita nel suo compito <strong>di</strong> testimonianza e <strong>di</strong> annuncio; rimarrà sempre valido quel: "venite a<br />

vedere" (Gv 1,39) che ci interpella e ci responsabilizza alla sorgente stessa del nostro esistere. del nostro<br />

spirituale co<strong>di</strong>ce genetico.<br />

Come <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> la preghiera ed il <strong>di</strong>alogo, primizia della carità sono i tratti sorgivi ed essenziali<br />

della nostra fisionomia spirituale, il cammino lungo il quale an<strong>di</strong>amo maturando la nostra vocazione alla<br />

santità <strong>di</strong>venendo un vero focolare vocazionale. Portiamo questo fuoco all'Est.<br />

Entro il mese <strong>di</strong> aprile 1991 si realizzerà la presenza della nostra <strong>di</strong>letta Congregazione in terra <strong>di</strong><br />

Polonia ed esattamente nella Diocesi <strong>di</strong> Tarnów, inizialmente presso il santuario <strong>di</strong> Tuchów, retto dai Padri<br />

Redentoristi, sede del loro studentato teologico.<br />

I carissimi padri Valter Palombi e Mario Roncella hanno offerto la loro generosa <strong>di</strong>sponibilità ad<br />

avviare questo nuovo campo <strong>di</strong> lavoro.<br />

In questa santa Quaresima prepariamo e sosteniamo la nuova missione con una preghiera incessante.<br />

Grazie, Signore; grazie, Vergine <strong>Immacolata</strong>; grazie confratelli tutti.<br />

Preghiamo, preghiamo per la pace.<br />

Vi saluto con affetto<br />

P. Luigi Fain Binda<br />

Superiore Generale<br />

In<strong>di</strong>rizzo in Polonia:<br />

Ul. Wysoka 1<br />

33-170 TUCHÓW<br />

Polonia<br />

Missione-Polonia<br />

Miei Confratelli,<br />

LETTERA DI FAMIGLIA 52<br />

Roma, 25 ottobre 1992<br />

Otto ottobre 1992: da Verona a BRZOZÓWKA sono 1200 Km. Il viaggio in autunno è un incanto, tra<br />

cento e piú tonalità <strong>di</strong> giallo che <strong>di</strong>alogano tra loro nel riflettere e quasi rifrangere i raggi del sole in una<br />

pioggia ritmata <strong>di</strong> luce e tu, senza accorgerti, ti ritrovi come in preghiera in una lunga cattedrale dalle<br />

vetrate che si rincorrono tra faggi e larici, tra pioppi, aceri e betulle.


È la sesta volta che parto per la Polonia e questo è stato un trasferimento gioioso, su <strong>di</strong> un Ford Transit,<br />

carico all'inverosimile <strong>di</strong> ogni ben <strong>di</strong> Dio, con al volante P. Venturino ed il Signor Adamo e come<br />

navigatori o, meglio, programmatori missionari P. Marcello ed il Signor Franco Palma.<br />

È aria <strong>di</strong> festa quando si va per bene<strong>di</strong>re, per inaugurare qualche cosa che senti profondamente tua, della<br />

tua Congregazione, <strong>di</strong> quella realtà sacra che porti dentro <strong>di</strong> te come carne della tua carne e che riconosci<br />

nei confratelli, nelle loro comunità, nelle loro case ovunque esse siano.<br />

È grande festa quando nasce una casa missionaria-vocazionale: senti che l'amore <strong>di</strong> Dio è efficace e ciò<br />

che nasce <strong>di</strong>viene un <strong>figli</strong>o pre<strong>di</strong>letto. Oggi BRZOZÓWKA è una realtà: grazie caro P. Valter, caro P.<br />

Mario, caro P. Francesco.<br />

Sono convinto per educazione, per cultura e per esperienza che il carisma <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> S. <strong>Maria</strong><br />

<strong>Immacolata</strong> sia oggi quanto mai attuale, data la fisionomia spirituale, <strong>maria</strong>na, familiare ed apostolica, con<br />

quella sua particolare attenzione ai giovani per una educazione ai valori che contano, mirando alla<br />

ra<strong>di</strong>calità intellettuale, evangelica e vocazionale.<br />

Incoraggiato dalla apertura missionaria-vocazionale nell'area Asiatica. parlandone in Consiglio<br />

Superiore, si è ritenuto giunto il momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>latare il nostro cuore e la nostra presenza all‟Europa<br />

dell‟Est, iniziando dalla Slovacchia-Polonia.<br />

Molti confratelli hanno con<strong>di</strong>viso subito questo progetto e centinaia <strong>di</strong> persone a noi vicine, dalle<br />

Sorelle <strong>di</strong> Oristano, alle Comunità del Poetto, agli amici <strong>di</strong> tutte le nostre Case, hanno manifestato la loro<br />

sollecitu<strong>di</strong>ne impegnandosi a sostenere la Missione-Polonia, imitando Mosè in preghiera.<br />

Non era ancora uscita la Redemptoris missio, infatti è del 7 <strong>di</strong>cembre 1990, ma da tempo andavo<br />

coltivando in me quanto ho poi visto confermato e ampliato ai numeri 60-2, 62, 73, 78 della medesima:<br />

• l'amore apre alla missione;<br />

• la missione rinnova la Chiesa, rinvigorisce la fede e l'identità cristiana, dà nuovo entusiasmo e nuove<br />

motivazioni;<br />

• le comunità ecclesiali devono collegarsi, scambiarsi energie e mezzi;<br />

• il sacrificio del <strong>missionario</strong> deve essere con<strong>di</strong>viso e sostenuto da quelli <strong>dei</strong> laici;<br />

• oggi crescono le offerte e minacciano <strong>di</strong> scomparire le vocazioni missionarie!<br />

Animato da questo medesimo spirito, il 21 novembre 1989 mi recai, accompagnato dal nostro P. Muzzi,<br />

presso il Segretario della Conferenza Episcopale Polacca, Mons. Dąbrowski, qui a Roma. L'arcivescovo ci<br />

ascoltò con interesse, profuse i suoi consigli, in<strong>di</strong>cò la strada piú adatta e bene<strong>di</strong>sse la coraggiosa iniziativa,<br />

scrivendo in polacco su <strong>di</strong> un minuscolo foglietto, che aveva a portata <strong>di</strong> mano, la prima proposta<br />

vocazionale per i giovani: Chcesz nasladować Jezusa z bliska w zvcin zakonnym? (vuoi seguire Gesú piú<br />

da vicino nella vita religiosa?).<br />

Il 18 <strong>di</strong>cembre 1989 m Argentina, accompagnato dal nostro P. Mario Quadraccia, confidai il progetto-<br />

Polonia al <strong>missionario</strong> P. Eugenio Gancarz della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Tarnów, che accettò <strong>di</strong> accompagnarmi nel<br />

giugno successivo, in quanto lui stesso desiderava andare a visitare la mamma anziana e pregare sulla<br />

tomba del papà.<br />

Ritornato m Italia, il 10 gennaio mi recai alla Chiesa Polacca m via delle Botteghe Oscure dove<br />

l'anziano mons. Michalwasky mi regalò il libro per la S. Messa e mi introdusse alla prima lezione <strong>di</strong> lettura.<br />

Successivamente, in febbraio, Sr. <strong>Maria</strong> Ruthkowski, la stessa che curò con tanta cura il nostro P. Renzi<br />

alla Clinica Villa Pia in Roma, mi aiutò a preparare il primo depliant in polacco, che poi il nostro Padre<br />

Dino Greco mi fece tradurre in slovacco da un suo amico salesiano dell'U.P.S.<br />

Il 19 giugno 1990 partii da Roma in aereo con i Padri Eugenio e Taddeo, polacchi, per Warszawa,<br />

Czestochowa, Kraków e Tarnów per avere un primo incontro con quella realtà ecclesiale, sociale, umana<br />

d'oltre cortina.<br />

A mons. Bobowski. ausiliare <strong>di</strong> Tarnów, che il 29 giugno mi intrattenne cor<strong>di</strong>almente a colazione e si<br />

esprimeva in buon italiano, ricordo <strong>di</strong> aver detto che in Polonia stavo ammirando il verde <strong>dei</strong> prati e <strong>dei</strong><br />

boschi, il trepido ridestarsi <strong>di</strong> un popolo alla libertà, il sorriso <strong>dei</strong> bambini che illuminava quelle loro gote<br />

43


accentuatamente rosee, la povertà <strong>di</strong>gnitosa della gente, la religiosità semplice e senza rispetto umano delle<br />

persone ed i 300 seminaristi della sua Diocesi.<br />

Dopo 30 giorni, allo scadere del visto, ritornai in Italia ed il 7 agosto ebbi modo <strong>di</strong> recarmi in Vaticano<br />

da mons. Sodano, Segretario per le relazioni tra gli Stati, per illustrare a Lui la Missione-Polonia e<br />

riceverne la sua solidarietà attiva, dono della lunga e bella amicizia con noi, <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, che risale al<br />

tempo della sua Nunziatura in Chile.<br />

Il 22 agosto ripartii per la Polonia, ma in macchina, per avere piú possibilità <strong>di</strong> movimento, con l‟intento<br />

<strong>di</strong> poter tessere una rete <strong>di</strong> amicizie da Bratislava a Rzeszów, a Kolbuszowa, a Brzezna, a Warszawa e<br />

Ciechanów, dove l'amico Ryszard Czugajewski avrebbe messo a <strong>di</strong>sposizione tutto il suo tempo, le sue<br />

conoscenze e il suo entusiasmo.<br />

Il 15 agosto ero a Częstochowa, dove potei concelebrare con il Card. Pironio, presente come delegato<br />

del Papa per lanciare l'incontro giovani per l'anno successivo, e con il Card. Glemp che proprio in quella<br />

omelia<br />

<strong>di</strong>chiarò che l'insegnamento della religione passava dalla parrocchia alla scuola statale.<br />

Dopo la S. Messa, quanto mai suggestiva davanti a cinquecentomila pellegrini, ebbi modo <strong>di</strong> salutare e<br />

scambiare qualche parola e ricevere l'incoraggiamento dal Card. Pironio che ben conosceva i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong><br />

dagli anni della sua missione pastorale in Argentina.<br />

È stato m questo secondo viaggio, ed esattamente il 21 agosto, che ho conosciuto i Padri Redentoristi <strong>di</strong><br />

Tuchów e, attraverso il Rettore del loro studentato P. Wróbel, ha preso avvio l'ipotesi <strong>di</strong> una nostra<br />

permanenza presso <strong>di</strong> loro, che poi sarebbe <strong>di</strong>ventata realtà attraverso l'affettuoso interessamento del P.<br />

Zirilli, Procuratore Generale del loro Istituto e carissimo amico <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, venuto espressamente al<br />

Mascherone il 21 settembre 1990.<br />

Il 30 agosto, accompagnato dall'amico ing. Ryszard, ebbi la grazia <strong>di</strong> concelebrare con il S. Padre a<br />

Castel Gandolfo e poter poi chiedere, in una breve conversazione, la bene<strong>di</strong>zione sulla Missione-Polonia.<br />

che volle accompagnare con il suo augurio, stringendomi amichevolmente la mano.<br />

Con la nomina del nuovo vescovo <strong>di</strong> Tarnów nella splen<strong>di</strong>da persona <strong>di</strong> Józepf Życinsky, già decano<br />

alla facoltà <strong>di</strong> filosofia a Kraków, abbiamo avuto l'interlocutore a cui rivolgere la nostra supplica.<br />

Il vescovo consacrato il primo novembre 1990, il 31 <strong>di</strong>cembre ci ha concesso <strong>di</strong> incontrarlo al Collegio<br />

Polacco in Roma.<br />

La nostra prima lettera ufficiale è del 15 ottobre 1990. In essa viene presentata la Congregazione e si<br />

espongono le ragioni della nostra richiesta che vengono poi riba<strong>di</strong>te con autorevolezza e messa per iscritto<br />

dal Card. Sodano in data 5 <strong>di</strong>cembre 1990 a conclusione <strong>di</strong> una cor<strong>di</strong>ale u<strong>di</strong>enza.<br />

Soltanto il 24 aprile del 1991, dopo il delicato intervento al cuore del nostro P. Matteo all'ospedale <strong>di</strong><br />

Trieste, possiamo partire per Tuchów, dove veniamo accolti con premura dai Padri Redentoristi. Ha cosí<br />

inizio con Padre Valter e P. Mario Roncella la nostra prima comunità in terra polacca.<br />

Il 29 aprile veniamo ricevuti in Episcopio dal Vescovo con grande gentilezza e simpatia. È un momento<br />

<strong>di</strong> vera fraternità sacerdotale nel quale mons. Vescovo ci incoraggia, ci invita allo stu<strong>di</strong>o della lingua,<br />

promette la sua vicinanza e ci in<strong>di</strong>ca il santuario <strong>di</strong> S. Gerardo a Lubaszowa come possibile campo <strong>di</strong><br />

lavoro.<br />

I cari Padri Valter e Mario rientreranno in Italia il 30 giugno per le vacanze e ripartiranno con i nostri<br />

professi studenti il 22 luglio per Kraków e Częstochowa facendo ritorno a Verona il 20 agosto.<br />

Ben presto inizia per P. Valter la prova <strong>di</strong> una lunga sofferenza che lo costringerà a letto per vari mesi.<br />

In tale prova <strong>di</strong>viene per noi <strong>di</strong> esempio per la sua forza <strong>di</strong> animo e per la sua fede.<br />

Solo il giorno sette <strong>di</strong> novembre del 1991 riparte definitivamente la Missione-Polonia con P. Mario<br />

Roncella e P. Francesco Puddu, ma nelle prime ore dell'otto novembre, esattamente alle 2,30 ci aspetta la<br />

Madonnina della notte, proprio lí dove la macchina si ferma contro il terrapieno della ferrovia. Il Vescovo<br />

ne farà cenno in conclusione della sua omelia il 10 ottobre 1992.<br />

Io ritornerò in Polonia ancora il 21 marzo del 1992 per visitare i confratelli, per sollecitare il<br />

riconoscimento giuri<strong>di</strong>co da parte della Conferenza Episcopale e quin<strong>di</strong> dello Stato polacco con il segreto<br />

44


desiderio <strong>di</strong> cercare casa che, provvidenzialmente, troviamo il 30 marzo in periferia <strong>di</strong> Tarnów, sulla strada<br />

per Kielce. a Brzozówka.<br />

Il giorno 31 marzo, a pranzo dal Vescovo, concor<strong>di</strong>amo l'opportunità <strong>di</strong> proseguire la presenza m<br />

Polonia con una nostra piccola opera, lasciando cadere quin<strong>di</strong> il progetto Lubaszowa.<br />

Ed eccoci al 9 ottobre, vigilia della inaugurazione con festoni, coriandoli, tanti amici, tanti dolci.<br />

Costatiamo con vera gioia come la presenza <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, attraverso P. Mario e P. Francesco, sia stata<br />

feconda e ne ringraziamo il buon Dio. La casa è pronta, frutto <strong>di</strong> tante fatiche <strong>di</strong> P. Mario e della<br />

collaborazione <strong>di</strong> tanti amici <strong>di</strong> Verona e del Signor Armando, solerte potatore e poeta.<br />

Anche la bella cappella, che ha avuto come <strong>di</strong>rettore <strong>dei</strong> lavori P. Puddu, è pronta per essere benedetta e<br />

i genitori <strong>di</strong> P. Francesco sorridono compiaciuti.<br />

Il 10 ottobre è festa grande per tutto il rione sparso nella campagna; sono presenti il parroco, il vice<br />

parroco e piú <strong>di</strong> 200 persone prendono posto nel prato a<strong>di</strong>acente alla cappella.<br />

Davvero meravigliosi gli amici Redentoristi per il servizio all'altare, la musica, il canto e la solenne<br />

concelebrazione con i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, esaltando cosí nel gioioso sacrificio eucaristico quella amicizia ricca<br />

<strong>di</strong> umanità, <strong>di</strong> solidarietà e <strong>di</strong> fede che ci hanno voluto donare.<br />

Affido ai cari Padri Mario e Francesco l'impegno <strong>di</strong> vivere con naturalezza le beatitu<strong>di</strong>ni <strong>maria</strong>ne in<br />

modo da aiutare i giovani a scoprire con gioia la loro vocazione. Ai padri affido altresí il compito <strong>di</strong><br />

raccontarci le storie operate dall'amore del buon Dio attraverso <strong>di</strong> loro.<br />

Grazie! E che la Madonna <strong>di</strong> Jasna Góra ci bene<strong>di</strong>ca tutti.<br />

Vi saluto con affetto<br />

P. Luigi Fain Binda<br />

Superiore Generale<br />

Missione-Messico<br />

LETTERA DI FAMIGLIA 53<br />

45<br />

Roma 3 <strong>di</strong>cembre 1992<br />

Quest'anno guar<strong>di</strong>amo all'<strong>Immacolata</strong> attraverso la tilma <strong>di</strong> Juan Diego e su quella tilma non <strong>di</strong>pinta da<br />

mano <strong>di</strong> uomo come l'innocenza <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, an<strong>di</strong>amo mirando a santo volto della Madonna <strong>di</strong> Guadalupe in<br />

quell'atteggiamento che affascina per la sua composta interiorità, per il suo raccoglimento estatico, per la<br />

sua profon<strong>di</strong>tà contemplativa che è memoria, profezia e dono. In quella sua materna fisionomia meticcia<br />

cogliamo l'unità <strong>di</strong> razze <strong>di</strong>verse, ossia la vocazione missionaria <strong>di</strong> affratellare ogni uomo in Cristo.<br />

Educhiamoci ai sentimenti <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, riproducendo in noi quella fisionomia spirituale, quel volto<br />

interiore, come per generazione adottiva, per attrazione dovuta ad una accon<strong>di</strong>scendenza, ad una<br />

assuefazione del cuore che <strong>di</strong>aloga con gli sguar<strong>di</strong>, con le parole, con i gesti semplici, con i silenzi, con il<br />

dono <strong>di</strong> sé, con la consegna <strong>di</strong> sé: Totus tuus.<br />

La Missione-Mexico è nata per intuito <strong>di</strong> fede, guidata e sostenuta dalla preghiera <strong>di</strong> centinaia e<br />

centinaia <strong>di</strong> persone amiche, vissuta nella certezza che evangelizzando ci si evangelizza, donando si riceve,<br />

in quanto la bene<strong>di</strong>zione è sempre reciproca.<br />

Aprire una casa con l'obiettivo <strong>missionario</strong>-giovanile-vocazionale è aprirci ad una funzione adottiva: è<br />

ridestare il senso <strong>di</strong> paternità, è crescere nell'attenzione all'altro, un ricondurre la propria vita a maggior<br />

essenzialità, maturando nella fede e nella povertà evangelica.


Fin dall'inizio è stata posta sotto la protezione della Madonna e del nostro Frassinetti, la cui Alleanza <strong>di</strong><br />

pace è stata pregata da migliaia <strong>di</strong> persone.<br />

Grande è stato il fascino <strong>di</strong> Nostra Signora <strong>di</strong> Guadalupe e provvidenziale la ricorrenza del V centenario<br />

della evangelizzazione dell'America Latina, ma tutto questo si raccorda ed entra in una prospettiva <strong>di</strong><br />

Congregazione, quella <strong>di</strong> allargare gli orizzonti della nostra presenza in America Latina, <strong>di</strong>latandoli<br />

dall'estremo Sud all'estremo Nord in modo da moltiplicare le possibilità <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> fraternità<br />

nell'interscambio perio<strong>di</strong>co tra i due emisferi.<br />

Sono certo che ridestare lo spirito <strong>missionario</strong>-giovanile-vocazionale è rievangelizzare il carisma del<br />

nostro Istituto, è rispondere realisticamente alle attese del S. Padre e <strong>dei</strong> Confratelli che in Fratel Marsilio e<br />

P. Eugenio riscoprono il proprio generoso entusiasmo apostolico. Non ultimo è l‟intento <strong>di</strong> coinvolgere i<br />

giovani in una tensione <strong>di</strong> amicizia, <strong>di</strong> sostegno, <strong>di</strong> sequela; è quin<strong>di</strong> sprigionare vita, coraggio, gioia.<br />

Cari Confratelli, sarà capitato anche a voi <strong>di</strong> sognare ad occhi aperti, accorgendovi poi, con sorpresa,<br />

che ciò che stavate intensamente desiderando era lí davanti, nella novità, come dono, come un Natale, dove<br />

il Bene<strong>di</strong>ctus della promessa ed il Magnificat della pienezza quasi coincidono. A me è capitato in Mexico,<br />

durante il terzo viaggio, dopo che l'Arcivescovo <strong>di</strong> Morelia, seguendo i suoi piani e non i nostri, ci aveva<br />

proposto, come campo <strong>di</strong> lavoro, la città <strong>di</strong> Zitácuaro.<br />

Ma an<strong>di</strong>amo con or<strong>di</strong>ne: appoggiato dal Consiglio Superiore della Congregazione, già nel 1991, avevo<br />

avviato i primi colloqui con Istituti Religiosi che operano in Mexico. Ricordo il P. Saverio, le Suore della<br />

Carità ed in particolare le Serve <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> Ministre degli infermi, ma tra il 9 e il 21 ottobre venivo a<br />

conoscere il carissimo P. Samuel Bernardo Lemus, giornalista, scrittore e poeta e, soprattutto, uomo <strong>di</strong> Dio:<br />

confidavo ed affidavo quin<strong>di</strong> a lui il progetto, perché mi introducesse nel <strong>di</strong>fficile mondo Messicano, allora<br />

ancora sotto la vecchia Costituzione, decisamente antiecclesiastica.<br />

Il mio primo viaggio esplorativo e <strong>di</strong> ricognizione si è realizzato tra il 19 gennaio ed il 2 febbraio 1992,<br />

dal Santuario <strong>di</strong> Guadalupe al premuroso delegato del S. Padre mons. G. Prigione, alla città <strong>di</strong> Toluca, <strong>di</strong><br />

Morelia, <strong>di</strong> Puruan<strong>di</strong>ro, <strong>di</strong> Tacambaro, <strong>di</strong> Queretaro, incontrando e parlando con molte persone, con 28<br />

sacerdoti e sette vescovi e, tra questi, con l'Arcivescovo <strong>di</strong> Morelia mons. Estanislao Alcárez Figueroa che<br />

festeggerà i 50 anni <strong>di</strong> Sacerdozio il 19 <strong>di</strong>cembre 1992.<br />

Nel secondo viaggio, tra il 25 luglio e a 12 agosto, partendo sempre dalla Madonna <strong>di</strong> Guadalupe ed<br />

arrivando a Culibete, ho dato piú tempo alle Suore Serve <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> Ministre degli infermi nello stato del<br />

Mexico ed in quello <strong>di</strong> León ed esse hanno promesso la loro attiva collaborazione nella proposta<br />

vocazionale ai giovani. È <strong>di</strong> questo secondo periodo anche l'acquisto <strong>di</strong> un terreno nella periferia <strong>di</strong> Morelia<br />

per la nostra futura casa.<br />

In data 5 settembre partiva da Roma, accompagnata dagli auspici del Card, Sodano, la richiesta ufficiale<br />

della nostra Congregazione ad essere presente nella Diocesi <strong>di</strong> Morella.<br />

Nel terzo viaggio, 13-22 novembre, per coinvolgere maggiormente i confratelli <strong>di</strong> oltre Oceano, ho<br />

invitato a venire con me il P. Sozzi, delegato del P. Generale per l'Argentina-Cile e la sua presenza è stata<br />

preziosa, come pure l'aiuto premuroso <strong>di</strong> P. F. Lara. Particolarmente impegnativo si è rivelato il colloquio<br />

con l'Arcivescovo Mons. Estanislao al quale, dopo aver espresso la gratitu<strong>di</strong>ne per essere stati accolti come<br />

<strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> nella sua Diocesi e dopo aver prestato obbe<strong>di</strong>enza nell'accettare Zitácuaro da lui proposta, è<br />

stata fatta presente la necessità per la nostra Congregazione <strong>di</strong> avere una sede anche in Morelia-città, da<br />

dove inviare i nostri giovani a frequentare il rispettivo seminario. La decisione da parte dell'Arcivescovo e<br />

suo Consiglio <strong>di</strong> governo verrà presa proprio oggi 3 <strong>di</strong>cembre, festa <strong>di</strong> S. Francesco Saverio, mentre vi sto<br />

scrivendo. Nel mio cuore c'è tanta fiducia.<br />

Ritorniamo ora a Zitácuaro per una breve conoscenza. È una città <strong>di</strong> 230.000 abitanti, che si fregia dal<br />

1868 del titolo <strong>di</strong> Eroica. È un centro agricolo-commerciale a metà strada tra Mexico e Morelia, situato ad<br />

una altezza <strong>di</strong> 1900 metri, a Nord Est nello Stato <strong>di</strong> Michoacán, al 19° grado <strong>di</strong> latitu<strong>di</strong>ne Nord ed al 100°<br />

grado <strong>di</strong> longitu<strong>di</strong>ne Ovest del meri<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> Greenwich.<br />

Vi sono 6 parrocchie e 12 sacerdoti. Noi siamo la prima Congregazione Religiosa maschile a piantarvi<br />

la tenda e questo ci puó fare onore.<br />

46


La lingua è la spagnola, la temperatura oscilla tra i 10 gra<strong>di</strong> e i 35, il tenore <strong>di</strong> vita è povero. La nostra<br />

casa: 6 vani a pian terreno e quattro camere al piano superiore in un ranch <strong>di</strong> circa un ettaro, appena fuori<br />

città, nel verde, a 300 metri dalla Cappella <strong>di</strong> S. Francesco. aperta solo il sabato per una santa Messa.<br />

Circondata lungo tutto il suo perimetro da un robusto muro <strong>di</strong> pietra e mattoni, si accede da un cancello<br />

in ferro che immette in un viale-giar<strong>di</strong>no per poi allargarsi in un prato ben curato sino ad una decina <strong>di</strong><br />

vani-rimessa addossati ad un lato del muro <strong>di</strong> cinta. C'è poi la casetta per i piccoli attrezzi agricoli, un<br />

forno, un campetto <strong>di</strong> pallacanestro e tanta fantasia, tanta voglia <strong>di</strong> adattare il tutto per accogliere i giovani<br />

della città e avviarli ad un incontro sempre piú reale con il Natale <strong>di</strong> Cristo Signore, nostra forza e nostra<br />

speranza.<br />

Festeggeremo qui il nostro primo Natale messicano; voi ricordateci nella preghiera con tanta simpatia e<br />

noi affideremo i vostri desideri piú belli alla Vergine <strong>di</strong> Guadalupe.<br />

Un grande abbraccio.<br />

• L'otto <strong>di</strong>cembre sarò ad Oristano con P. Barberini e festeggeremo l‟<strong>Immacolata</strong> pregando con i<br />

Confratelli missionari P. Eugenio e Fratel Marsilio.<br />

• Partiremo per il Mexico il 17 <strong>di</strong>cembre e sarà con noi anche il P. Benvenuti con il suo solito<br />

entusiasmo. P. Marcello, Missionario ed esperto in lavori, troverà il tempo per prestare la sua intelligente<br />

collaborazione.<br />

• In gennaio ci raggiungeranno P. Ruben e P. Francesco dal Cile. Dall'Argentina verrà il professo<br />

Hector ed il postulante Juan Soto che si fermeranno per alcuni mesi. Per giugno è previsto l'arrivo del P.<br />

Roberto. Come vedete, c'è vita<br />

• Infine ricor<strong>di</strong>amo Hector che ha presentato la domanda per la professione perpetua e Juan Soto che<br />

chiede <strong>di</strong> entrare in noviziato.<br />

A tutti buona <strong>Immacolata</strong> e Buon Natale<br />

Ecco il nostro in<strong>di</strong>rizzo in Mexico:<br />

Casa "Hijos de <strong>Santa</strong> María Inmaculada"<br />

Coatepec de Morelos - A. P. 179<br />

ZITACUARO - MICH. C.P. 61500<br />

Telef. 0052-725.30727 MEXICO<br />

LETTERA DI FAMIGLIA 54<br />

47<br />

Padre Luigi Fain Binda<br />

Superiore Generale<br />

Natale in Mexico<br />

Roma, 18 febbraio 1993<br />

Miei Confratelli,<br />

Nella notte <strong>di</strong> Natale abbiamo concelebrato l'Eucaristia all'aperto, nella nostra nuova sede <strong>di</strong> Zitácuaro,<br />

in Mexico. Il clima era mite, l'atmosfera <strong>di</strong> un silenzio fascinoso avvolgeva ogni cosa, la luce che pioveva<br />

dai gran<strong>di</strong> fari animava il verde del prato, <strong>dei</strong> cespugli, degli alberi, contenti <strong>di</strong> far corona ai personaggi del<br />

presepio, quasi a misura <strong>di</strong> uomo: presagio <strong>dei</strong> giovani che presto verranno alla nostra casa.<br />

La Madonnina in legno, portata da Roma, dono <strong>dei</strong> Signori Picciolini, l'abbiamo posta sull‟altare perché<br />

prendesse possesso <strong>di</strong> tutta quella meravigliosa realtà che stava per nascere proprio nella notte <strong>di</strong> Natale<br />

con i suoi <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>.<br />

C'era nel cuore anche un filo <strong>di</strong> nostalgia perché lontani da mille affetti, ma presto stemperata,<br />

illuminata e tramutata m preghiera dall'abbraccio affettuoso tra noi.<br />

Erano presenti anche i primi fedeli, una primizia <strong>di</strong> amici, ancora titubanti nell'osservare quei misteriosi<br />

quattro re-magi venuti da lontano.


Nei giorni successivi ci hanno raggiunto P. Marcoal<strong>di</strong> e P. Ruben venuti dal Cile (9 ore <strong>di</strong> volo) e poi P.<br />

Roncella dalla Polonia e attualmente, il professo Hector, che presto emetterà la sua professione perpetua, e<br />

il futuro novizio Juan Soto che rimarrà piú a lungo.<br />

È stato un avvio molto bello, davvero fraterno, ricco <strong>di</strong> presenze mirate ad aiutare e ad incoraggiare i<br />

nostri pionieri. Grazie carissimi P. Attilio, P. Francesco, P. Ruben, P. Mario, Hector, Juan.<br />

A fratel Marsilio e a P. Eugenio giunga l'augurio <strong>di</strong> buon compleanno ormai prossimo e <strong>di</strong> buon lavoro<br />

giovanile e vocazionale.<br />

Vi siamo vicini e preghiamo con voi.<br />

Padre Luigi Fain Binda<br />

Superiore Generale<br />

FATTI DI CRONACA<br />

ANGOLO DEL CENTRO MISSIONARIO<br />

Prende il via l’attività del Centro Missionario all'interno della Congregazione:<br />

lettera del Direttore P. Miotto Marcello.<br />

Carissimi Confratelli,<br />

il Segretario Generale ha reso nota la mia nomina <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>natore e Animatore delle Opere Missionarie<br />

della Congregazione.<br />

Ormai è una realtà; la nostra Congregazione è aperta alla "Missio ad Gentes": siamo presenti in Italia,<br />

Cile, Argentina, Filippine, Polonia; e anche nella nostra Congregazione, come in molte altre, è scaturita<br />

l'esigenza <strong>di</strong> un Centro Missionario.<br />

Desidero fare un cammino insieme con voi per animare l'attività missionaria della nostra<br />

Congregazione. Sono in attesa della vostra collaborazione che a voi sembrerà piú<br />

opportuna; da parte mia c'è tutta, totale, la mia <strong>di</strong>sponibilità per un lavoro concreto.<br />

È giunto il momento per passare dalle parole ai fatti con gesti concreti. C‟è stata una prima raccolta <strong>di</strong><br />

nominativi per iniziare su basi concrete un <strong>di</strong>alogo costruttivo.<br />

Da piú parti ho avuto attestazioni <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione, <strong>di</strong> corresponsabilità per la nascita del "Centro<br />

Missionario" e questo è un buon avvio.<br />

I canali <strong>di</strong> informazione, <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong> interscambio su fatti, esperienze, progetti, avverranno sia tramite<br />

la nostra rivista "Risonanze" che tramite un opuscolo, come può essere l‟attuale. Inoltre verranno effettuate<br />

visite ai nascenti gruppi missionari, a famiglie e persone.<br />

Un caro e fraterno saluto nel Signore.<br />

Padre Marcello Miotto fsmi<br />

Centro Missionario<br />

Congregazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Mana <strong>Immacolata</strong><br />

Via del Mascherone 55<br />

00186 R O M A<br />

(da Risonanze 2, 1992, pag.14)<br />

LA CAPANNA DI TERESA<br />

48


Nelle Filippine tre sono le meraviglie piú belle: il magnifico verde-azzurro del mare, l'elegante<br />

sventolare delle palme <strong>di</strong> cocco e le facce allegre <strong>dei</strong> bambini.<br />

Ce ne sono ovunque, saltano e strillano tutto il giorno, giocano con lattine rotte e aquiloni e col loro<br />

bianco sorriso danno felicità e pace.<br />

Pantaloni rotti, scalzi e sempre con la fionda in tasca: possono colpire una noce <strong>di</strong> cocco da 20 metri e le<br />

braghe <strong>di</strong> un turista da una bici in corsa. È un esercito <strong>di</strong> monelli, ma se Gesú ritornasse bambino penso che<br />

ne <strong>di</strong>verrebbe il capobanda.<br />

Tra loro c'è Teresa. La prima volta che ci siamo incontrati è stato quando da una noce <strong>di</strong> cocco lei mi<br />

lanciava sassi in testa. Per farla scendere ho dovuto prometterle 13 caramelle alla frutta, una bottiglietta <strong>di</strong><br />

coca-cola e, dopo il lancio <strong>di</strong> noci pesanti, anche la penna biro che avevo in tasca.<br />

Mentre Teresa scendeva dal cocco mi accorsi <strong>di</strong> altri due mocciosi nascosti lassú. Teresa aveva sei anni,<br />

senza scarpe e con una maglietta piena <strong>di</strong> strappi. Mi guardava con i suoi gran<strong>di</strong> occhini neri, mentre con<br />

una mano si teneva i pantaloni che le scendevano giú perché erano del fratello maggiore e senza elastico.<br />

Siamo <strong>di</strong>ventati amici dopo che con una lunga molletta da bucato le ho fissato lo sbracamento.<br />

Teresa è ritornata ancora, tante volte, prima da sola poi con i suoi otto fratellini, poi con altri suoi amici<br />

monelli, tutti sotto i <strong>di</strong>eci anni, orgogliosa <strong>di</strong> mostrare loro i nasi lunghi e le caramelle <strong>dei</strong> Padri <strong>di</strong> via<br />

Athens.<br />

Anche se siamo amici, Teresa non mi ha mai rivolto una parola, solo occhiate e sorrisi. Lei arriva al<br />

nostro cancello, si siede e aspetta. Dopo un po‟ comincia a lanciare sassi, cosí noi ce ne accorgiamo e la<br />

facciamo entrare per mangiare qualcosa.<br />

Teresa stu<strong>di</strong>a <strong>di</strong> pomeriggio da certe brave suore, ma <strong>di</strong> mattina gira tutti i bidoni <strong>di</strong> Merville per cercare<br />

nella spazzatura <strong>dei</strong> ricconi bottiglie e plastica da rivendere per qualche centesimo. Teresa gira sempre col<br />

suo grosso sacco pieno <strong>di</strong> rifiuti e quando trova qualche giocattolo rotto lo posa sul tavolo del giar<strong>di</strong>no<br />

come<br />

un trofeo e vuole che le si <strong>di</strong>ca che è bello e che lei è bravissima. Lei ride come un gatto; non ce la vuole<br />

dare questa sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> sentirci <strong>di</strong>re "grazie".<br />

Teresa ha 8 fratellini e una mamma d'oro, ma il papà non ce l'ha piú, perché è scappato con un'altra<br />

donna lasciandoli soli.<br />

La prima volta che era venuta si era buttata a ridere dando spintoni ai fratellini e si era beccata uno<br />

schiaffo. Cosí per protesta per una settimana non si è fatta piú vedere. Ora insegna ai fratellini a farsi il<br />

segno della Croce e la preghiera prima <strong>di</strong> mangiare e riempie il piatto degli altri prima <strong>di</strong> riempire il suo.<br />

Dopo mangiato gioca un po‟ con i suoi trofei. ci guarda e ci prende in giro per il nostro naso lungo. poi se<br />

ne va e <strong>di</strong>ce grazie con un sorriso trascinandosi <strong>di</strong>etro il grosso sacco <strong>di</strong> plastica e bottiglie.<br />

Mi ero sempre chiesto come facesse Lei stracciona ad entrare a Merville che è un villaggio circondato<br />

da mura da tre metri e con guar<strong>di</strong>e armate ad ogni cancello. Cosí un giorno l'abbiamo accompagnata a casa.<br />

Insieme ad altri due seminaristi; l'abbiamo caricata sulla bicicletta e ci siamo avviati verso la strada<br />

misteriosa e segreta da cui entrano nel villaggio senza essere visti.<br />

Teresa era seduta sul portapacchi mentre noi pedalavamo e rideva stupita <strong>di</strong> poter "volare" senza<br />

trascinare il grosso sacco, messo sul portapacchi dl un'altra bici. Dopo 10 minuti giungemmo ad un prato<br />

appartato. Lasciammo la bici e proseguimmo a pie<strong>di</strong> nell'erba. Il muro <strong>di</strong> Mervllle ci stava davanti e non<br />

sapevo proprio come avremmo potuto scavalcarlo. Ma ecco che il prato <strong>di</strong>venta una riva scoscesa. dove nel<br />

fondo scorre un piccolo torrente. Nel punto dove il torrente passa da Merville verso Manila il muro si<br />

interrompe per 3 metri, all'altezza <strong>di</strong> una grossa roccia. che bisogna ar<strong>di</strong>tamente scavalcare per giungere<br />

dall'altra parte. Teresa mi <strong>di</strong>ede la sua mano minuta e fu facile compiere la traversata. Ecco da dove<br />

entravano questi monelli: dal passaggio segreto del torrente!<br />

Passato il guado risalimmo la riva opposta e dopo pochi passi nell'erba alta del prato ci si mostrò davanti<br />

una misera bidonville. Baracche sopra baracche, costruite a mo‟ <strong>di</strong> palafitte per affrontare la piena del<br />

torrente durante la stagione delle piogge.<br />

Teresa conosceva tutti e con sicurezza ci guidò attraverso uno stretto viottolo alla sua casa. Piú che una<br />

casa é una palafitta elevata un metro dal terreno, <strong>di</strong> circa 10 metri quadrati, con una lamiera per tetto e<br />

49


pannelli pubblicitari vecchi per pareti. Sulla porta c'era un volto amico che ci sorrideva: "Nanay Ko" (mia<br />

mamma), <strong>di</strong>sse Teresa, rompendo con il piú bel nome del mondo il suo lungo mutismo, con orgoglio ci<br />

introdusse a casa sua.<br />

Quando mio papà mi parlava <strong>di</strong> miseria al mio paese prima della guerra, io non sapevo cosa fosse.<br />

Entrando in quella catapecchia ho cominciato a capire; e mentre i 9 fratellini e la mamma ci facevano festa<br />

con i loro sorrisi e le loro voci, risentivo la voce <strong>di</strong> mio padre tanti anni ad<strong>di</strong>etro: "Polenta schietta, senza<br />

con<strong>di</strong>mento, e due castagne bollite che facevano da companatico ... la minestra fatta <strong>di</strong> acqua bollita e <strong>di</strong><br />

qualunque altra cosa che potesse dargli colore eccetto che <strong>di</strong> sostanza, tanto per riempire lo stomaco che<br />

si lamentava come un vecchio mulino ad acqua senza grano da macinare ... la carne era solo per i malati<br />

gravi, ma non troppo, altrimenti era inutile. e la pelle della pancia che ci toccava quella della schiena".<br />

Io non avevo niente in tasca, ma se l'avessi avuto mi sarei vergognato a tirarlo fuori. Quanta fame in questa<br />

gente, quanta speranza negli occhioni <strong>di</strong> questi bambini, quanto desiderio <strong>di</strong> mangiare qualche coscia <strong>di</strong><br />

pollo, <strong>di</strong> comperare matite colorate per la scuola, <strong>di</strong> vestire una camicetta senza strappi e scarpe senza<br />

buchi. La mamma non aveva niente da offrirci. ma ci parlò <strong>dei</strong> suoi nove bei bambini e dopo un'oretta<br />

ce ne andammo a casa, ritornando verso il passaggio segreto del torrente. Prima <strong>di</strong> attraversare la roccia<br />

Teresa ci salutò e con un grosso bacione sulla guancia ci <strong>di</strong>sse a modo suo "grazie".<br />

50<br />

P. Paolo Pirlo fsmi<br />

(N.B. Parte delle offerte che ci perverranno saranno destinate all'aiuto <strong>di</strong> Teresa e <strong>di</strong> mille altri bambini<br />

che vorrebbero trovare qualcuno a cui poter <strong>di</strong>re "grazíe".)<br />

(da Risonanze 5, 1991, pag.12)<br />

TUTTI AL MARE CON MARITAS<br />

Salve amici, pronti ad imbarcarvi sulla penna stilografica del Manila Reporter che vi porterà nel caldo<br />

ed appassionato mondo <strong>dei</strong> tropici, sempre pieno <strong>di</strong> sole e <strong>di</strong> avventure.<br />

Questa volta l‟abbiamo fatta grossa! Il lunedì dì delle Ceneri il nostro Benje, seminarista tuttofare, ha<br />

trasformato uno scatolone <strong>di</strong> sapone in una cassetta per le offerte, scrivendoci sopra con il pennarello blu:<br />

“MARITAS”.<br />

Ai vespri ogni seminarista ha sborsato il 10% <strong>dei</strong> suoi poveri risparmi, a cui si sono aggiunti giorno<br />

dopo giorno quelli <strong>di</strong> altri benefattori. Era il primo giorno <strong>di</strong> Quaresima e l‟inizio dell‟Associazione<br />

Maritas, finalizzata all‟aiuto spirituale e materiale <strong>dei</strong> piú poveri.<br />

La prima spe<strong>di</strong>zione è stata fatta alla Smoking Mountain <strong>di</strong> Manila, la montagna fumante, fatta <strong>di</strong> rifiuti<br />

in costante combustione, ai cui pie<strong>di</strong> risiedono migliaia <strong>di</strong> baracche e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperati che vivono raccogliendo<br />

plastica e vetro dai rifiuti.<br />

Con due sacchi <strong>di</strong> riso, qualche scatoletta <strong>di</strong> sar<strong>di</strong>ne e una chitarra ci siamo inoltrati nella baraccopoli,<br />

facendo ben presto un primo elenco <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci famiglie povere da aiutare. Il sabato seguente erano già<br />

quin<strong>di</strong>ci le famiglie e in seguito non le abbiamo contate piú. La baracca base non era piú larga <strong>di</strong><br />

venticinque metri quadrati, ma funzionava come efficiente centro <strong>di</strong> assistenza spirituale e materiale. Prima<br />

trenta minuti <strong>di</strong> preghiera, canti e lo<strong>di</strong> a Dio, poi la <strong>di</strong>stribuzione <strong>dei</strong> pacchi.<br />

Una signora ci <strong>di</strong>sse: “Sabato prossimo invece del riso preferisco che mi portiate una Bibbia”. E cosí è<br />

stato. Perché “non <strong>di</strong> solo pane vive l‟uomo, ma <strong>di</strong> ogni Parola che esce dalla bocca <strong>di</strong> Dio”.<br />

Una bambina invece mi ha fatto visitare la sua minuscola baracca, tre metri per tre ed alta un metro.<br />

Durante la stagione delle piogge si riempie <strong>di</strong> acqua e <strong>di</strong> spazzatura, però troneggia nella parete principale<br />

un bel ritratto del Sacro Cuore <strong>di</strong> Gesú. Cosí a lei, oltre al riso, le ho dato anche un bacio … a nome del<br />

Sacro Cuore.


Un carpentiere invece se ne stava triste seduto fuori della sua capanna. Era rimasto <strong>di</strong>soccupato perché<br />

gli avevano rubato il martello, la sega e lo scalpello. Cosí, invece del riso, gli abbiamo comprato<br />

nuovamente gli strumenti del mestiere e assieme al lavoro ha recuperato anche un bel sorriso.<br />

„<br />

In un‟altra baracca c‟era un bambino morto ed invece del riso gli abbiamo donato una bara bianca e una<br />

bene<strong>di</strong>zione.<br />

I piú vivaci erano comunque i bambini, sempre alle nostre costole e cosí ce li siamo portati tutti al mare,<br />

il lunedì <strong>di</strong> Pasquetta. Che festa per queste povere creature vedere il mare, loro che vivono tra rifiuti e<br />

vecchie lamiere.<br />

Prima <strong>di</strong> partire abbiamo pregato la Vergine <strong>Maria</strong>, perché ci proteggesse da ogni pericolo. Sulla strada<br />

del ritorno, mentre i venti bambini a bordo cantavano tutti felici, pieni <strong>di</strong> sole e <strong>di</strong> salse<strong>di</strong>ne, una ruota<br />

posteriore si è staccata <strong>di</strong> colpo. Io ho visto la ruota dallo specchietto retrovisore e mi son detto: “Ad<strong>di</strong>o<br />

festa”. Ed invece la Jeep s‟è accasciata dolce dolce sul fianco, come un buon cammello. Nessuno s‟è fatto<br />

nulla, neppure un graffio: Grazie <strong>Maria</strong>!<br />

Ricomposta la carovana e raccolti i cocci siamo ritornati a Manila, e lí ci aspettava un‟altra sorpresa. Un<br />

ladruncolo si era intrufolato nel seminario, svaligiando tutte le offerte <strong>di</strong> Maritas che tenevo nel cassetto, e<br />

portandosi via la videocamera regalatami per la Prima Messa dai miei compaesani Masonesi. Pazienza per<br />

la videocamera, perché Gesú ce lo aveva detto: “Non accumulate tesori in terra,che il ladro ruba e la<br />

ruggine consuma, ma in cielo”.<br />

Invece per Maritas mi è <strong>di</strong>spiaciuto. Tanti altri progetti per i poveri che ora resteranno appesi al chiodo,<br />

fin quando qualche buon Robin Hood non ci aiuterà a rimetterli in moto.<br />

Comunque a noi la vita piace cosí, piena <strong>di</strong> colpi <strong>di</strong> scena e <strong>di</strong> avventure, tutto per amore del Signore e<br />

della Vergine <strong>Maria</strong>. E mi veniva in mente Don Camillo, che voleva prendere a sberle un ladro <strong>di</strong> chiesa,<br />

ma il Crocifisso gli <strong>di</strong>sse: “Camillo, le tue mani sono per bene<strong>di</strong>re”. E lui rispose: “Si, Signore, ma non i<br />

pie<strong>di</strong>”. E prese il birbante a calcioni, mentre Gesú faceva finta <strong>di</strong> non vedere.<br />

(da Risonanze 3, 1992 pag.15)<br />

BENVENUTI A QUESTA VOSTRA CASA, FRATELLI<br />

51<br />

P. Paolo Pirlo fsmi<br />

Abbiamo ricevuto da p. Eugenio questo scritto. Sono le parole <strong>di</strong> benvenuto che i <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> hanno<br />

ricevuto poco tempo dopo il loro arrivo a Zitacuaro e durante un incontro in casa <strong>di</strong> Catalina (la cuoca<br />

della comunità religiosa).<br />

Sono parole bellissime, scritte e lette da una donna messicana, che basterebbero da sole a dare un<br />

senso alla vita <strong>di</strong> questa nostra missione.<br />

Benvenuti a questa vostra casa, fratelli. Benvenuti tutti a questo semplice convivio.<br />

Dicono che "Dio stringe il cappio ma non impicca". Siccome noi parrocchiani <strong>di</strong> questa comunità<br />

sentivamo l'abbandono della nostra chiesa, il vostro arrivo è stato quasi un miracolo, una bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

Dio, nostro Signore.<br />

Ed è questa grande gioia che ci ha fatto radunare qui per darvi il piú cor<strong>di</strong>ale benvenuto e per farvi<br />

sapere che siamo desiderosi che la nostra chiesa <strong>di</strong>venti una delle piú importanti della zona, perché siamo<br />

sicuri che con la vostra guida e aiuto potremo ricuperare tanti fratelli che ci hanno lasciato.<br />

Vogliamo che i bambini s'avvicinino <strong>di</strong> piú a Dio, che la gioventú partecipi piú attivamente, che gli<br />

adulti vengano piú spesso in chiesa, infine che tutti noi cattolici ci raduniamo intorno alla Chiesa per vivere<br />

nelle fedeltà agli insegnamenti <strong>di</strong> Cristo, nostro Signore.<br />

E per raggiungere questo, vi chie<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> essere voi l'anello che unisce questa catena. Ed essendo cosí<br />

vicini al tempo <strong>di</strong> Quaresima approfittiamo per riconciliarci con Dio, ascoltando le parole dell'apostolo


Paolo quando <strong>di</strong>cono: "Nel tempo favorevole ti ho ascoltato e nel giorno della salvezza ti ho soccorso.<br />

Orbene, ora è il tempo favorevole, ora è il giorno della salvezza".<br />

Benvenuti ancora fratelli e che questo vostro soggiorno qui sia felice e fortunato.<br />

Ren<strong>di</strong>amo grazie a Dio.<br />

(Da Risonanaze 4, 1993, pag.16)<br />

UNA CRONACA DEL CAMPO A COATEPEC DE MORELOS<br />

L'apertura missionaria, che ha richiesto alla Congregazione grande <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> energie e forze, ma che<br />

è stata fonte <strong>di</strong> ricchezze e <strong>di</strong> grazie, non è passata senza lasciare un segno concreto anche nella nostra<br />

comunità <strong>di</strong> <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>.<br />

Il Signore ha voluto che anche per noi iniziasse un cammino <strong>di</strong> apertura verso terre lontane dove la<br />

Congregazione sta rivelando una sensibilità vocazionale anche verso l'aspetto femminile.<br />

È dalla terra messicana che il Signore ci ha dato chiari segni e ci ha chiamato ad una presenza concreta<br />

come comunità.<br />

La nostra <strong>di</strong>sponibilità è stata piena e la nostra risposta pronta perché il progetto rispondeva alle nostre<br />

aspirazioni e al nostro fine specifico vocazionale.<br />

Ritrovarci in piena sintonia con la nostra identità <strong>di</strong> <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> e lavorare insieme ai Padri in uno<br />

spirito <strong>di</strong> famiglia per il medesimo fine, è stato per noi una pioggia <strong>di</strong> grazie e bene<strong>di</strong>zioni.<br />

Abbiamo camminato non inseguendo progetti astratti o elaborati a tavolino, ma sulle orme che il<br />

Signore aveva posto nella nostra storia concreta.<br />

La morte <strong>di</strong> Marsilio, per la Congregazione e per noi, è stata un fatto sconvolgente e significativo. In<br />

essa abbiamo visto attuata la Parola che <strong>di</strong>ce: "Se il chicco <strong>di</strong> grano non muore rimane solo".<br />

Anche la sua sepoltura in terra messicana è segno che la missione mette ra<strong>di</strong>ci in quei suolo e <strong>di</strong>venta<br />

pianta che produce frutto.<br />

Richiamate dalia morte <strong>di</strong> Marsilio ci siamo affrettate a correre accanto a Padre Eugenio senza altra<br />

fínalità se non quella della sollecitu<strong>di</strong>ne verso un fratello.<br />

P, Eugenio ci ha accolte e presentate come sorelle della Congregazione; questo è stato per noi un<br />

momento nel quale ci siamo sentite profondamente capite e in perfetta sintonia <strong>di</strong> spirito. Ma al <strong>di</strong> là del<br />

gesto <strong>di</strong> accoglienza, la gente messicana, che aveva recepito la presenza missionaria della<br />

Congregazione quale risposta <strong>di</strong> Dio ad un'attesa <strong>di</strong> anni, si è mostrata attratta da questa piccola comunità<br />

femminile.<br />

Soprattutto alcune ragazze hanno voluto approfon<strong>di</strong>re la conoscenza instaurando un contatto epistolare<br />

con noi e domandando a Padre Eugenio nuovi particolari sulla nostra realtà.<br />

Anche i chierici cileni, Francisco ed Hernan hanno dato il loro contributo in questo senso. Entrambi,<br />

insieme a Padre Eugenio, si sono fatti carico non solo della pastorale vocazionale rivolta ai ragazzi, ma<br />

anche <strong>di</strong> questa nuova realtà che sempre piú chiedeva <strong>di</strong> essere presa in considerazione. Pertanto, dopo<br />

aver seguito queste ragazze per un anno, P. Eugenio ha chiesto il nostro intervento per un Campo<br />

vocaziona1e finalizzato alla conoscenza del carisma e dello stile <strong>di</strong> vita delle <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>.<br />

Nella proposta <strong>di</strong> Padre Eugenio abbiamo visto l'incalzare <strong>di</strong> un progetto che non poteva essere solo<br />

frutto della volontà umana ma <strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno del Signore che ci apriva orizzonti piú vasti.<br />

I mezzi e le possibilità erano inadeguati, tenendo conto della nostra povertà materiale e spirituale, ma ci<br />

sosteneva la fiducia che chi suscita nel cuore dell'uomo gran<strong>di</strong> aspirazioni, è poi capace <strong>di</strong> fornire i mezzi<br />

per portare a compimento l'opera iniziata. E cosí è avvenuto.<br />

Questa esperienza <strong>di</strong> collaborazione fra le due comunità, <strong>Figli</strong> e <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, può essere l'inizio <strong>di</strong> un<br />

cammino verso quella meta che sta a cuore ad entrambi: vivere lo spirito <strong>di</strong> famiglia in vista della crescita<br />

vocazionale secondo il modello <strong>di</strong> Nazaret.<br />

52


(da Risonanze 5, 1994 pag.8)<br />

UNA NUOVA TERRA<br />

53<br />

Le <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong><br />

Il 25 Aprile alle ore 6 del mattino nel santuario <strong>maria</strong>no <strong>di</strong> Jasna Góra a Częstochowa, al suono<br />

squillante delle trombe, si è aperto il sipario che custo<strong>di</strong>sce come in un forziere la preziosa immagine della<br />

Madonna Nera.<br />

Questo avviene ogni mattina alle 6. Però il 25 aprile tra i sacerdoti che celebravano l'Eucaristia c'erano<br />

anche tre pellegrini, reduci da un lungo viaggio. Eravamo P. Luigi, P. Mario e P. Valter che compivano il<br />

primo doveroso omaggio a Colei che è considerata non solo Regina, ma anche Madre della Polonia: la<br />

Vergine <strong>Maria</strong>.<br />

A questa nostra madre abbiamo chiesto consiglio, aiuto e intercessione; abbiamo chiesto che ci <strong>di</strong>a la<br />

chiave per scoprire il misterioso <strong>di</strong>segno che Dio ha preparato per la nostra Congregazione in terra polacca.<br />

L'accoglienza del vescovo e <strong>dei</strong> P.Redentoristi è stata affabile e cor<strong>di</strong>ale; qualcuno <strong>dei</strong> padri piú giovani<br />

vede la nostra presenza nel territorio come una grazia <strong>di</strong> Dio. Alcune persone, già in terra polacca, pregano<br />

per la nostra opera, come tante persone da tempo fanno in Italia.<br />

Nel viaggio fatto a Varsavia per incontrare i due ragazzi che sono già in corrispondenza con il Padre<br />

Generale, abbiamo constatato che in germe il Signore ha preparato anche qui e tra i laici "la nostra seconda<br />

Congregazione.<br />

Veramente si apre davanti a noi una nuova terra, una terra che vuole tirarci fuori dallo scoraggiamento,<br />

dal <strong>di</strong>sorientamento. Una terra che apparentemente fa paura per le enormi <strong>di</strong>fficoltà che presenta, ma è la<br />

terra che Dio ha arato perché possa essere gettato il seme a tempo opportuno.<br />

In questo periodo <strong>di</strong> feste gran<strong>di</strong> per la liturgia polacca e <strong>di</strong> intenso fervore della popolazione per il mese<br />

<strong>di</strong> maggio, cominciamo a sentire il polso <strong>di</strong> questo popolo.<br />

È il polso <strong>di</strong> un popolo che si inginocchia molto spesso, soprattutto <strong>di</strong> fronte all'invocazione "Agnello <strong>di</strong><br />

Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà <strong>di</strong> noi!".<br />

Un popolo che non ha perso la fiducia e la confidenza nella potenza <strong>di</strong> Dio e nella intercessione <strong>di</strong><br />

<strong>Maria</strong>. Un popolo che riconosce che la propria situazione è dovuta ai peccati dell'uomo.<br />

<strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong>, la piena <strong>di</strong> grazia, sarà speranza per noi e per loro che dopo ogni caduta anelano a<br />

risorgere e camminare verso il regno promesso. Questa è la terra del nostro o<strong>di</strong>erno pellegrinare in unione<br />

con quanti ci stanno sostenendo e incoraggiando.<br />

Padre Valter Palombi fsmi<br />

Pubblichiamo molto volentieri queste prime notizie dalla Polonia che riguardano l'inizio della nostra<br />

nuova missione. Comunichiamo l'in<strong>di</strong>rizzo <strong>dei</strong> padri Valter e Mario in modo che possiate sostenerli con il<br />

vostro incoraggiamento:<br />

Ulica Wysoka 1<br />

33170 Tuchów.<br />

Approfittiamo inoltre dell'occasione per ringraziare molto Padre Valter per tutto il suo lavoro <strong>di</strong> questi<br />

ultimi anni come redattore <strong>di</strong> questa rivista.<br />

(da Risonanze 3, 1991 pag 6)


SULLE RIVE DEL DNIEPER<br />

Guardo estatico il grande fiume, leggendario e mitico nei ricor<strong>di</strong> e nella immaginazione <strong>di</strong> un ex<br />

studente <strong>di</strong> geografia.<br />

Or si muove ad onde leggere, si scuote, si adagia con delicatezza sul suo letto, ancora sussulta come per<br />

sgranchirsi le ossa.<br />

E Kiev è lí, riflette nelle sue acque le immagini dell'antico monastero <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Sofia e racconta la storia<br />

lunga e travagliata <strong>di</strong> un popolo che ora tenta <strong>di</strong> riscoprire e riconquistare alcuni tratti della sua identità.<br />

Con gli occhi fissi nelle azzurre acque rivivo avvenimenti ed impressioni del mio soggiorno in Ucraina;<br />

ripeto suoni ed echi, richiamo alla memoria gli incontri, risuonano gli inviti <strong>di</strong> venire e venire presto: ci<br />

sono città con oltre un milione <strong>di</strong> abitanti senza nessun sacerdote e senza chiesa, ripercorro le strade con il<br />

fango fino ai ginocchi, mi risento addosso i cani ucraini che amano molto mordere i preti italiani...<br />

Come non ripensare alla gente che ruba quoti<strong>di</strong>anamente il fieno (statale) per la mucche, ai paesi senza<br />

strade, alla luce elettrica che appare per poche ore e talvolta mezz'ore, ai mercanti pieni degli avanzi<br />

dell'Occidente ai trenta dollari mensili <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o?<br />

E la fede? E i bisogni interiori? E i valori? La maggior opera d'arte è l'arte <strong>di</strong> sopravvivere, che causa<br />

<strong>di</strong>visioni, in<strong>di</strong>fferenza, egoismi e sopraffazioni.<br />

L'impressione <strong>di</strong> fondo che si ha della gente è che è un popolo non piú cristiano, ma anche post-pagano.<br />

La <strong>di</strong>sillusione e la mancanza <strong>di</strong> prospettive sembrano avere la meglio.<br />

I sacerdoti cattolici (molto pochi) e i pope ortodossi non vivono nel miglior accordo e la confusione<br />

nella gente aumenta e la religione acquista una funzione "magico-sacrale".<br />

Sento la voce del Signore, nonostante tutto questo, anzi proprio per tutto questo, che invita; tuttavia<br />

vuole missionari senza borsa né bastone, con una sola tunica, perché la lotta esige armi leggere per potersi<br />

muovere con agilità.<br />

II grande flusso ed influsso <strong>di</strong> spiritualità è defluito dalla foce del Dnieper attraverso il mare fino a noi.<br />

Dimostreremo <strong>di</strong> essere riconoscenti quando inizieremo a risalire il grande fiume fino alle sorgenti.<br />

P. Venturino Cicciotti fsmi<br />

(da Risonanze, n. 1, 1998, pag. 28)<br />

LITUANIA - II PELLEGRINAGGIO ALLA MADONNA DI OSTRO BRAMA<br />

La Litania: una delle nazioni dell'Europa dell'Est. Alcune decine <strong>di</strong> anni fa era un territorio della<br />

Polonia. Oggi è un paese in<strong>di</strong>pendente con la sua storia ancora giovane con le sue tra<strong>di</strong>zioni, con la sua<br />

cultura e con la sua lingua anche se buona parte del popolo lituano parla il polacco.<br />

La Lituania è abbastanza piccola dal punto <strong>di</strong> vista territoriale ed i suoi abitanti sono poco numerosi<br />

(circa 3 milioni). v<br />

È proprio lí che all'inizio <strong>di</strong> luglio ci siamo recati per partecipare al pellegrinaggio che partiva dal paese<br />

Ejszyszki e terminava ai pie<strong>di</strong> della Madonna <strong>di</strong> Ostro Brama a Vilnius<br />

Per P. Venturino non era la prima volta, mentre per Janusz e per me si presentava come una nuova<br />

espenenza.<br />

Vorrei ricordare che P. Venturino già alcuni anni fa ha cominciato a lavorare con i giovani lituani. È<br />

stato proprio lui a portare un gruppo <strong>di</strong> giovani lituani all'Incontro Giovanile a Cagliari. Inoltre, si è recato<br />

spesso in Lituania per gli esercizi spirituali ai ragazzi; all'inizio <strong>di</strong> quest‟anno si sono svolti anche nella<br />

nostra casa a Brzozówka (Polonia).<br />

Infine, per l'iniziativa <strong>di</strong> P. Venturino da alcuni anni si organizzano vacanze in Polonia per i bambini<br />

lituani provenienti dalle famiglie piú povere.<br />

54


Ritornando al nostro pellegrinaggio, la strada che dovevamo percorrere non era molto lunga, circa cento<br />

chilometri in quattro giorni.<br />

Al pellegrinaggio hanno partecipato circa 300 persone, in maggioranza giovani C'erano alcuni sacerdoti,<br />

religiosi, religiose ed i giovani <strong>di</strong> un seminario lituano<br />

Il punto centrale <strong>di</strong> ogni giornata è stata la celebrazione della <strong>Santa</strong> Messa; non mancavano ovviamente<br />

conferenze, canti, momenti <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione.<br />

Tutto si è svolto in un clima <strong>di</strong> gioiosa fraternità e <strong>di</strong> preghiera. Ogni pellegrino portava nel suo cuore le<br />

proprie intenzioni da offrire alla Madonna, nella speranza del suo materno aiuto<br />

Partecipando a questo pellegrinaggio abbiamo avuto la possibilità <strong>di</strong> far conoscere ai giovani lituani la<br />

nostra Congregazione. Abbiamo presentato alcuni tratti della storia <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>, del nostro carisma;<br />

abbiamo con<strong>di</strong>viso l'esperienza della nostra vocazione tra i FSMI.<br />

P. Venturino ha tenuto alcune conferenze sul tema della vocazione e della chiamata alla santità. Dopo<br />

quattro giorni <strong>di</strong> cammino, stanchi ma con la gioia nel cuore siamo arrivati ad Ostro Brama, il santuario piú<br />

caro al popolo lituano.<br />

Ai pie<strong>di</strong> della Madonna della Misericor<strong>di</strong>a è stata celebrata la <strong>Santa</strong> Messa come conclusione del<br />

pellegrinaggio. Ringraziamo il Buon Dio che ci ha dato la grazia <strong>di</strong> camminare ad Ostro Brama e don<br />

Waldemar che ci ha invitato a partecipare a questo pellegrinaggio.<br />

Ci siamo poi fermati ancora un giorno per visitare Vilnius - la capitale della Lituania È una città molto<br />

bella, nonostante alcune chiese cattoliche siano state abbandonate al tempo del comunismo, mentre altre<br />

trasformate in magazzini agricoli.<br />

Negli ultimi anni si è verificato un lento ritorno alla fede, attraverso le iniziative <strong>di</strong> restauro e <strong>di</strong><br />

riappropnazione degli e<strong>di</strong>fici religiosi.<br />

Il lavoro è ancora agli inizi. Il popolo lituano necessita <strong>di</strong> un solido cammino <strong>di</strong> fede Chissà se in futuro<br />

questo <strong>di</strong>fficile compito non spetterà anche a noi, <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong>?<br />

(da Risonanze n 5, 2001, pag.30)<br />

e il cammino a passi lenti ma cadenzati continua…<br />

55<br />

Piotr Pacura fsmi


INDICE<br />

Prelu<strong>di</strong>o della vocazione <strong>missionario</strong> <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>…..<br />

Le missioni…..<br />

Anime generose….<br />

Parte prima<br />

I primi decenni del secolo: in Sudamerica<br />

A mo‟ <strong>di</strong> introduzione….<br />

Le nostre missioni o case in Sudamerica.<br />

Prefazione….<br />

La preparazione…<br />

La partenza….<br />

Il viaggio e l‟arrivo….<br />

O‟Brien<br />

La nostra scuola….<br />

Un uragano <strong>di</strong> sabbia….<br />

La buona stampa….<br />

La società italiana “Roma”….<br />

San Patrizio….<br />

Il ritorno in patria <strong>di</strong> P. Poggi….<br />

L‟arrivo del P. Lino Ferrari…<br />

El amigo de las familias (Perio<strong>di</strong>co mensile). Altre attività…<br />

Le suore <strong>Figli</strong>e <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Immacolata</strong>…<br />

L‟arrivo <strong>di</strong> P. Platania….<br />

La morte <strong>di</strong> don Gesino….<br />

Morte <strong>di</strong> P. Antonio Minetti Superiore Generale. 12 luglio 1931…<br />

Il Capitolo Generale….<br />

La morte <strong>di</strong> Suor Gabriella….<br />

La nuova <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Mercedes….<br />

Congresso Eucaristico <strong>di</strong> Buenos Aires e visita del Rev.mo Superiore Generale….<br />

Un affare mal riuscito….<br />

1936. La morte del P. Poggi….<br />

P. Platania parroco <strong>di</strong> O‟Brien….<br />

La morte <strong>di</strong> P. Antonio G. Piccardo….<br />

Altri lavori nella chiesa <strong>di</strong> O‟Brien…<br />

Sistemazione della casa occupata dalle suore….<br />

Visita del Rev.mo Superiore Generale a O‟Brien….<br />

Realizzazioni missionarie tra i primi <strong>Figli</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong>…..<br />

La partenza <strong>dei</strong> nostri primi missionari….<br />

Le prime notizie….<br />

Cile – Rivoluzione del 1973….<br />

La Madonna nella mia vita….<br />

Parte seconda<br />

Verso il terzo millennio<br />

La fecon<strong>di</strong>tà missionaria della consacrazione….<br />

Il cammino continua….<br />

56


Lettera <strong>di</strong> famiglia 38…..<br />

Lettera <strong>di</strong> famiglia 40….<br />

Lettera <strong>di</strong> famiglia 41…..<br />

Lettera <strong>di</strong> famiglia 45….<br />

Lettera <strong>di</strong> famiglia 52….<br />

Lettera <strong>di</strong> famiglia 53….<br />

Lettera dfi famiglia 54….<br />

Fatti <strong>di</strong> cronaca<br />

Angolo del centro <strong>missionario</strong>….<br />

La capanna <strong>di</strong> Teresa…<br />

Tutti al mare con Maritas…<br />

Benvenuti a questa casa, fratelli….<br />

Una cronaca del campo a Coatepec de Morelos….<br />

Una nuova terra….<br />

Sulle rive del Dnieper…<br />

Lituania – Il pellegrinaggio alla Madonna <strong>di</strong> Ostro Brama…<br />

57

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!