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DON ORESTE BENZI, IL PRETE DEGLI ULTIMI - Pro loco di San ...

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L’ALPONE 2<br />

L’INTERVISTA<br />

Se arrivando a <strong>San</strong> Giovanni si chiede <strong>di</strong> Enrico<br />

Dal Cero più d’uno, prima <strong>di</strong> rispondere, ci pensa.<br />

Ma, se si <strong>di</strong>ce “Orso”, non si riscontra alcuna esitazione:<br />

tutti in<strong>di</strong>cano con sicurezza il “re del mattone”<br />

per antonomasia. Un personaggio <strong>di</strong> 73 anni<br />

compiuti, “venuto dalla gavetta”, che ha occupato<br />

la scena nel mondo dell’e<strong>di</strong>lizia per ben 50 anni, da<br />

quando cioè, <strong>di</strong> ritorno dalla Svizzera nell’ormai<br />

lontano 1955, aveva deciso <strong>di</strong> mettersi in proprio. I<br />

quattro anni <strong>di</strong> esperienza in terra elvetica gli erano<br />

serviti per accumulare il denaro necessario per realizzare<br />

un sogno cullato fin da quando, giovanissimo,<br />

faceva da manovale a suo padre, anche lui<br />

muratore. Figlio d’arte, quin<strong>di</strong>, ma con grande<br />

determinazione personale.<br />

Prima <strong>di</strong> rispondere alle domande, sotto l’occhio<br />

vigile della moglie Natalina, esibisce i suoi<br />

segue da pag. 1<br />

Cinquant’anni fra cemento e mattoni<br />

Don Oreste Benzi, il prete degli ultimi<br />

fine <strong>di</strong> permettere il graduale inserimento<br />

nella società dei propri ospiti. Esemplari in tal<br />

senso si sono rivelate le testimonianze <strong>di</strong> due<br />

volontarie che lavorano all’interno <strong>di</strong> tali<br />

strutture: una madre <strong>di</strong> famiglia che assieme<br />

al marito ha “allargato” le mura <strong>di</strong> casa per<br />

de<strong>di</strong>carsi ad altri ragazzi meno fortunati; una<br />

giovane poco più che ventenne che accu<strong>di</strong>sce<br />

alcuni ragazzi, fra cui una bambina <strong>di</strong> pochi<br />

mesi cerebrolesa.<br />

La serata si è trasformata così, senza che<br />

nessuno se ne accorgesse, in una lezione <strong>di</strong><br />

vita e soprattutto <strong>di</strong> testimonianza cristiana: le<br />

case-famiglia <strong>di</strong> don Benzi oggi sono moltissime,<br />

coprono i settori più <strong>di</strong>sperati della<br />

segue da pag. 1<br />

Valeria Fracca, miss per gioco<br />

Valeria Fracca durante la sfilata a S. Giovanni<br />

Ilarione.<br />

do le mie avversarie, avevo notato ragazze molto più<br />

belle. È stata, completamente, una sorpresa.”<br />

D. “Hai trovato sostegno nella tua famiglia, partecipando<br />

al concorso?”<br />

R. “Sì, sì. Soprattutto da mia cognata che mi ha<br />

“costretto” a partecipare. Io ero restia, ma lei ha insistito<br />

finché mi sono iscritta”.<br />

D. “Com’è l’ambiente dei concorsi? Il clima tra<br />

le partecipanti è stato lo stesso qui a <strong>San</strong> Giovanni e<br />

a Verona, oppure hai notato una <strong>di</strong>fferenza... visto<br />

che a Verona, essendo la finale, sarebbe potuta esserci<br />

più competizione”.<br />

R. ”No, no. Non c’era alcuna competizione. Anzi,<br />

c’era molta unione già qui a <strong>San</strong> Giovanni, poi, a<br />

Verona, ci conoscevamo già, e perciò c’è stato un bel<br />

clima...”<br />

D. “Strano, perché io ho assistito ad un’altra<br />

serata del concorso e, dopo la premiazione, sono<br />

nate delle polemiche e proteste tra le partecipanti e<br />

anche, e soprattutto, con i genitori, per la presunta<br />

‘premiazione guidata’...”.<br />

R. “Davvero?! Qui, a <strong>San</strong> Giovanni, non c’è stata<br />

“trofei”, attestazioni pubbliche per l’attività da lui<br />

svolta nel settore: un attestato <strong>di</strong> benemerenza del<br />

Ministro del lavoro e della Previdenza sociale per<br />

l’impegno profuso nell’addestramento degli appren<strong>di</strong>sti<br />

(1960); una pergamena in occasione del<br />

quarantennale del Collegio dei Costruttori della<br />

provincia <strong>di</strong> Verona (1986) e, dulcis in fundo, il<br />

pubblico riconoscimento che l’Amministrazione<br />

comunale, sulla base <strong>di</strong> un’ormai consolidata tra<strong>di</strong>zione,<br />

gli ha offerto alla vigilia della 70ª sagra delle<br />

castagne, lo scorso 9 ottobre, “per aver contribuito<br />

allo sviluppo economico, sociale e culturale della<br />

comunità”.<br />

Tutto è cominciato con l’emigrazione in<br />

Svizzera...<br />

In Svizzera, come emigrante, ci sono andato dal<br />

1952 al 1955. Quattro anni a Thun, nel Cantone<br />

tedesco, alle <strong>di</strong>pendenze <strong>di</strong> un costruttore belga che<br />

mi ha trasmesso l’impegno per il lavoro ma anche<br />

il coraggio <strong>di</strong> guardare con fiducia al futuro. Questo<br />

mi è servito molto, ma altrettanto mi era servito<br />

lavorare, fin dall’adolescenza, con mio padre,<br />

muratore autonomo occasionale nel nostro paese.<br />

Così è cominciata la mia personale e fortunata<br />

avventura nel mondo dell’e<strong>di</strong>lizia.<br />

Perché, fin da subito, non ha tentato in Italia<br />

invece che andare all’estero?<br />

E’ presto detto. A <strong>San</strong> Giovanni la ricostruzione<br />

postbellica stentava a decollare, il lavoro scarseggiava<br />

e il sostentamento per la famiglia pesava interamente<br />

sulle braccia <strong>di</strong> mio padre che lavorava saltuariamente.<br />

La Svizzera costituiva, a quel tempo,<br />

una sorta <strong>di</strong> miraggio che attirava molti giovani.<br />

Personalmente ho chiamato oltr’Alpe molti miei<br />

coetanei compaesani che, quando mi sono messo in<br />

proprio, ho anche assunto come <strong>di</strong>pendenti perché<br />

ne conoscevo le doti e le capacità.<br />

A proposito <strong>di</strong> “mettersi in proprio” ... quale la<br />

realtà sociale e si stanno <strong>di</strong>ffondendo anche<br />

all’estero. Eppure il prete <strong>di</strong> Rimini rimane<br />

quello che è sempre stato, un “innamorato”<br />

delle creature <strong>di</strong> Dio e un inguaribile ottimista,<br />

con una fiducia inattaccabile nella <strong>Pro</strong>vvidenza<br />

che si “legge” facilmente sul suo volto<br />

ingenuo e spontaneo, pronto al sorriso ma<br />

anche all’in<strong>di</strong>gnazione per quanto vede quoti<strong>di</strong>anamente<br />

accadere nelle strade del mondo.<br />

Per questo, la sua ultima parola <strong>di</strong>venta comunque<br />

una domanda provocatoria che scuote<br />

credenti e non credenti: come si può rimanere<br />

in<strong>di</strong>fferenti e sor<strong>di</strong> <strong>di</strong> fronte a tanta sofferenza?<br />

DARIO BRUNI<br />

alcuna competizione o polemica”.<br />

D. “Cosa pensi del pregiu<strong>di</strong>zio che corre intorno<br />

ai concorsi riguardo la corrispondenza tra bellezza<br />

e... stupi<strong>di</strong>tà?”<br />

R. “Ma, credo che possa variare da persona a persona...”<br />

D. “Mi viene in mente ‘Miss Italia’, dove una<br />

concorrente ha in<strong>di</strong>cato il suo film preferito, e, poi<br />

quando doveva raccontarlo, ha ammesso che non<br />

1’aveva visto. Oppure, una ha detto il titolo della sua<br />

canzone preferita, attribuendola ad un altro cantante...”<br />

R. “Davvero?! Non l’ho visto... comunque, credo<br />

che una persona debba essere valutata solo dopo<br />

averla conosciuta e averle parlato assieme. Non puoi<br />

partire con il pregiu<strong>di</strong>zio”.<br />

D. “Cre<strong>di</strong> che, veramente, i concorsi favoriscano<br />

la nascita <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> bellezza, quasi a rischio<br />

<strong>di</strong> anoressia?”<br />

R. “Non credo che i concorsi siano così forti.<br />

Forse la televisione... ma invita a prendersi cura maggiormente<br />

del proprio corpo, non a raggiungere prototipi<br />

assur<strong>di</strong>. Per esempio, Serena del Grande<br />

Fratello (il cognome mi è sconosciuto, e non m’importa<br />

<strong>di</strong> cercarlo n.r.d.), dopo un periodo dalla sua<br />

uscita dalla Casa, ha subito un notevole cambiamento<br />

fisico. È <strong>di</strong>venuta più tonica”.<br />

D. “Ma, secondo te, avrebbe fatto quel corso<br />

tonificatore se non fosse andata in Tv?”<br />

R. “Beh... non credo”.<br />

D. “Crepet ha detto che nel selezionare le concorrenti<br />

<strong>di</strong> “Miss Italia”, la giuria ha cercato <strong>di</strong> eliminare<br />

quelle più magre. Cosa ne pensi?”<br />

R. “Beh, non ne ero al corrente, ma credo che<br />

abbiano fatto bene”.<br />

D. “Ora che hai vinto il concorso, vuoi andare<br />

avanti?”<br />

R. “Sì, avevo in mente <strong>di</strong> partecipare ad altri concorsi...<br />

magari l’anno prossimo. Ci sarebbe ‘Miss<br />

Padania’ che mi alletta...”.<br />

D. “Quin<strong>di</strong>, hai intenzione <strong>di</strong> far parte del mondo<br />

dello spettacolo?”<br />

R. “Sì, mi piacerebbe farne parte... però... una<br />

volta ho partecipato a ‘Striscia la notizia’, come pubblico.<br />

Mi è piaciuto tantissimo. Veramente. Ho una<br />

passione per queste cose”.<br />

D. “Che ruolo vorresti ricoprire, allora, in questo<br />

mondo?”<br />

R. “Qualsiasi!” (ride).<br />

ROBERTA COSTANTINI<br />

denominazione della sua impresa agli esor<strong>di</strong>?<br />

La prima era chiamata “Impresa e<strong>di</strong>le Dal Cero<br />

Enrico e Antonio Bordon”, verso la metà degli anni<br />

’50; la seconda “Impresa Dal Cero Enrico e Angelo<br />

Bordon”, intorno al 1960. Infine, “Impresa e<strong>di</strong>le<br />

Dal Cero Enrico”, dai primi anni sessanta e fino al<br />

2000 quando ho ceduto l’attività a mio figlio<br />

Stefano che ha costituito la “Dal Cero costruzioni<br />

s.r.l.”.<br />

A proposito <strong>di</strong> figli... entrambi figli d’arte?<br />

Soltanto Stefano, il maggiore, nato nel 1960,<br />

sposato con tre figli: un maschio e due femmine la<br />

prima delle quali, dopo aver conseguito il <strong>di</strong>ploma<br />

<strong>di</strong> geometra, sta frequentando un corso <strong>di</strong> laurea in<br />

geologia. Silvio, il secondogenito, nato tre anni<br />

dopo, si de<strong>di</strong>ca con passione al lavoro dei campi.<br />

Ha due figli, un maschio e una femmina.<br />

Torniamo all’esperienza personale: in che anno<br />

è avvenuta la svolta decisiva per la sua vita?<br />

Intorno ai primi anni sessanta. L’Italia (e anche<br />

<strong>San</strong> Giovanni Ilarione) aveva cominciato a risollevarsi<br />

dalla batosta della guerra e tutti guardavamo<br />

con fiducia al futuro. Per buona parte degli anni<br />

cinquanta il lavoro nel settore e<strong>di</strong>lizio era, costituito<br />

da ristrutturazioni <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici rurali. Il mio primo<br />

impegno nel settore pubblico fu la costruzione delle<br />

cabine per la <strong>di</strong>stribuzione dell’energia elettrica, su<br />

incarico delle Aziende municipalizzate <strong>di</strong> Verona,<br />

nei comuni <strong>di</strong> Vestenanova e <strong>San</strong> Giovanni. Ma il<br />

boom vero e proprio si ebbe con la costruzione dei<br />

primi calzaturifici.<br />

Ne vuole ricordare qualcuno...?<br />

Il “Luisa”, il “Valbrunella” per esempio ... e poi<br />

“Frau”, “Sartori”... per non parlare dei condomini<br />

nelle nuove lottizzazioni a valle del centro abitato<br />

del paese. Era quello il tempo in cui il territorio era<br />

ufficialmente classificato come “zona depressa”.<br />

Gli impren<strong>di</strong>tori godevano <strong>di</strong> facilitazioni e contributi<br />

particolari. Anche i piani regolatori erano<br />

meno vincolanti.<br />

Qualche fiore all’occhiello?<br />

Due, in particolare: la ricostruzione della chiesetta<br />

<strong>di</strong> <strong>San</strong> Zeno a Castello e l’e<strong>di</strong>ficio della scuola<br />

materna del capoluogo, intitolata a papa Luciani.<br />

In quale ambito territoriale si è prevalentemente<br />

sviluppata 1’attività della sua impresa?<br />

Oltre che a <strong>San</strong> Giovanni naturalmente, a<br />

Chiampo e Arzignano, soprattutto con interventi<br />

nel settore artigianale e industriale. L’intera vallata<br />

dell’Alpone è stata bacino privilegiato con innumerevoli<br />

cantieri a Vestenanova, Roncà e Montecchia.<br />

Per quanto riguarda quest’ultima località ricordo il<br />

teatro (attualmente “sala della comunità”), il centro<br />

giovanile e il campo da calcio parrocchiale.<br />

Il numero massimo <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti?<br />

Oltre cento negli anni ’70/’80. Poi è cominciato<br />

un lento calo dovuto in parte alla parziale saturazione<br />

del mercato, in parte per la concorrenza da<br />

parte anche <strong>di</strong> ex <strong>di</strong>pendenti che, a loro volta, si<br />

mettevano in proprio. Per la verità stava cambiando<br />

anche il modo <strong>di</strong> lavorare... più macchine, più tecnologia,<br />

più specializzazione. Inizialmente l’impresa<br />

e<strong>di</strong>le doveva provvedere a tutto, fatta eccezione<br />

per gli impianti termoidraulico ed elettrico. Oggi<br />

molti servizi vengono subappaltati a terzi (pavimenti,<br />

intonaci, tinteggiatura…). La <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> cui è<br />

titolare mio figlio, per esempio, sviluppa un volume<br />

<strong>di</strong> lavoro superiore con un quinto dei <strong>di</strong>pendenti<br />

rispetto a quelli che io stesso avevo nel periodo<br />

più fiorente.<br />

Che cosa rimpiange del passato e che cosa vorrebbe<br />

ancora dalla vita?<br />

Nessun rimpianto. Lavorando sodo ho ottenuto<br />

ciò che, tuttavia, penso <strong>di</strong> aver anche meritato.<br />

Quanto ad ulteriori attese... spero <strong>di</strong> continuare a<br />

star bene. La salute, ad una certa età, è qualcosa che<br />

non ha prezzo.<br />

DELIO VICENTINI<br />

Scuola e professionalità<br />

A colloquio con il nuovo <strong>di</strong>rigente scolastico<br />

Una vita de<strong>di</strong>ta alla scuola, prima come maestro<br />

elementare poi come psicopedagogista e<br />

responsabile <strong>di</strong> vari progetti nella sua Caprino<br />

Veronese, ora come <strong>di</strong>rigente incaricato a <strong>San</strong><br />

Giovanni. Questo, in rapida sintesi, il ritratto del<br />

dott. Luigi Facchini, 53 anni, che per la prima<br />

volta affronta un compito certamente molto<br />

impegnativo e nuovo. Impegnativo perché nuovo<br />

ma soprattutto perché coincide con un periodo in<br />

cui le novità nella scuola italiana sono numerose<br />

e significative, strettamente connesse con la<br />

riforma in atto ai vari livelli. Le novità, tuttavia,<br />

non lo spaventano perché, già in precedenza, la<br />

sua attività professionale non era stata limitata<br />

all’insegnamento. I vari progetti <strong>di</strong> continuità <strong>di</strong><br />

cui era stato responsabile avevano favorito contatti<br />

e rapporti con docenti e <strong>di</strong>rigenti <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ni e<br />

gra<strong>di</strong> scolastici <strong>di</strong>versi.<br />

Dott. Facchini, perché proprio a <strong>San</strong> Giovanni<br />

Ilarione, da Caprino Veronese?<br />

È presto detto. Le se<strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibili erano tre o<br />

quattro in tutto e, tra queste, <strong>San</strong> Giovanni mi è<br />

sembrata la più compatibile con la mia precedente<br />

esperienza, nonostante la non trascurabile<br />

<strong>di</strong>stanza. Inoltre le informazioni preventivamente<br />

acquisite sono state tutte concor<strong>di</strong> nel descrivermi<br />

in termini positivi la situazione.<br />

Sono trascorsi ormai tre mesi dall’inizio delle<br />

lezioni, quali problemi ha dovuto affrontare?<br />

Prima <strong>di</strong> tutto, il problema della progressiva<br />

entrata in vigore della riforma della scuola che<br />

per il primo ciclo dell’istruzione (scuola dell’infanzia,<br />

primaria e secondaria <strong>di</strong> 1º grado) è, si<br />

può <strong>di</strong>re, a pieno regime. Per certi aspetti mi ha<br />

giovato molto la precedente esperienza non strettamente<br />

legata all’attività <strong>di</strong> insegnamento. Lo<br />

sforzo iniziale è stato quello <strong>di</strong> capire lo stile<br />

operativo già in essere, nel tentativo - che spero<br />

riuscito - <strong>di</strong> inserirmi senza forzature, ma anche<br />

senza rinunciare al personale metodo <strong>di</strong> lavoro.<br />

Un mix <strong>di</strong> continuità e <strong>di</strong>scontinuità, insomma.<br />

Vogliamo scendere un po’ nei particolari?<br />

Personalmente mi sono sempre sforzato, per<br />

indole personale, <strong>di</strong> prestare molta attenzione ai<br />

rapporti umani, a rispettare le persone prima<br />

ancora delle norme. È una questione <strong>di</strong> scelta <strong>di</strong><br />

L’anno volge al termine e per gli alpini si è<br />

giunti agli ultimi appuntamenti della stagione.<br />

La notte <strong>di</strong> Natale dopo la <strong>San</strong>ta Messa <strong>di</strong><br />

mezzanotte aspettiamo tutti all’uscita <strong>di</strong> chiesa<br />

a prendere un caldo bicchiere <strong>di</strong> thè o <strong>di</strong><br />

cioccolata!<br />

Non mancate nemmeno al “Buielo alpino”,<br />

presso la baita, il pomeriggio del giorno<br />

dell’Epifania.<br />

Domenica 15 gennaio è fissato il primo<br />

vita. Gli impegni prioritari, nella presente circostanza,<br />

sono il coor<strong>di</strong>namento del personale<br />

docente e non docente, la socializzazione delle<br />

informazioni, l’atteggiamento <strong>di</strong> ascolto per<br />

cogliere esigenze e bisogni. Nei confronti <strong>di</strong><br />

tutti, alunni e genitori in primo luogo.<br />

La scuola è in movimento… quali gli aspetti<br />

della riforma Moratti particolarmente impegnativi?<br />

Innanzitutto l’esercizio, <strong>di</strong>retto e in<strong>di</strong>retto,<br />

dell’autonomia con tutte le problematiche connesse<br />

sul piano amministrativo-gestionale, pedagogico-<strong>di</strong>dattico<br />

e organizzativo. Basti pensare<br />

alla <strong>di</strong>versa modalità nel programmare gli interventi<br />

educativi me<strong>di</strong>ante processi fortemente<br />

personalizzati e alla preparazione/complessità<br />

degli strumenti <strong>di</strong> valutazione, in primo luogo il<br />

portfolio delle competenze dell’alunno. A questo<br />

proposito preciso che sono stati già costituiti<br />

appositi gruppi <strong>di</strong> lavoro, sia a livello <strong>di</strong> istituto<br />

tra docenti <strong>di</strong> varie <strong>di</strong>scipline che a livello provinciale<br />

tra <strong>di</strong>rigenti scolastici. E’ bene ricordare<br />

anche un fattore <strong>di</strong> forte <strong>di</strong>mensionamento dell’autonomia:<br />

la scarsità delle risorse economiche<br />

che impe<strong>di</strong>scono <strong>di</strong> nominare supplenti per<br />

assenze fino a cinque giorni con la conseguente<br />

necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre gli alunni tra le classi.<br />

Ed ora alcune risposte telegrafiche: come<br />

sono i rapporti con i genitori?<br />

Di reciproco rispetto e stima con conseguente<br />

valorizzazione dei rispettivi ruoli<br />

... e con le Amministrazioni comunali?<br />

Sono caratterizzati da una buona <strong>di</strong>sponibilità<br />

<strong>di</strong> fondo nei confronti della scuola, con tutti i<br />

problemi che gli stessi comuni devono affrontare<br />

e risolvere in un periodo <strong>di</strong>fficile per tutti.<br />

Autonomia e riforma... più luci o ombre?<br />

Luci e ombre, <strong>di</strong>pende dallo spirito con cui<br />

vengono affrontati i problemi ai vari livelli.<br />

Definisca con quattro parole per i nostri lettori<br />

il clima che si respira, oggi, nella scuola.<br />

Impegno, complessità, collaborazione e progettualità.<br />

C’è da lavorare per tutti. Buon lavoro.<br />

D.V.<br />

Dal gruppo alpini<br />

appuntamento del nuovo anno sociale 2006,<br />

con la festa del tesseramento ed il pranzo<br />

sociale.<br />

Invitiamo i soci e gli amici a rinnovare l’iscrizione<br />

all’associazione versando la quota<br />

sociale in occasione dei due appuntamenti che<br />

abbiamo sopra citato!<br />

Il Gruppo Alpini porge a tutti i lettori de<br />

“L’Alpone” i migliori AUGURI DU BUONE<br />

FESTE!

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