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Sagra delle Castagne - Pro loco di San Giovanni Ilarione

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SAN GIOVANNI ILARIONE<br />

77 a 77 <strong>Sagra</strong> <strong>delle</strong><br />

a <strong>Sagra</strong> <strong>delle</strong> <strong>delle</strong> <strong>delle</strong> <strong>delle</strong> <strong>delle</strong> <strong>delle</strong> <strong>delle</strong> <strong>delle</strong> <strong>delle</strong> <strong>delle</strong> <strong>delle</strong> <strong>delle</strong><br />

<strong>Pro</strong> Loco <strong>di</strong><br />

<strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong><br />

<strong>Castagne</strong><br />

2012 2012 2012 2012 2012 2012 2012<br />

SAN GIOVANNI ILARIONE<br />

11-12-13-14-15<br />

OTTOBRE 2012<br />

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11-15 ottobre 2012<br />

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2<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Approfittiamo <strong>di</strong> queste pagine per salutare tutti i visitatori della <strong>Sagra</strong> <strong>delle</strong><br />

<strong>Castagne</strong> e<strong>di</strong>zione 2012, ma anche i concitta<strong>di</strong>ni che tornano a festeggiare nel<br />

loro paese natale gli anni della gioventù.<br />

Con il tra<strong>di</strong>zionale libretto <strong>di</strong> quest’anno la <strong>Pro</strong> Loco fa un altro passo in avanti<br />

nella conoscenza <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong>: ad essere protagonisti sono i<br />

religiosi nati in queste zone, molti dei quali si son fatti onore in varie parti del<br />

mondo, <strong>di</strong>ventando esempio per le popolazioni locali, dalle quali sono ancor<br />

oggi ricordati con affetto e riconoscenza.<br />

La <strong>Sagra</strong> <strong>delle</strong> <strong>Castagne</strong> ripresenta in questo modo uno dei suoi elementi più<br />

caratteristici, quello <strong>di</strong> valorizzare quanto <strong>di</strong> buono c’è stato e c’è ancora nella<br />

nostra gente, convinta che in questa maniera si arricchisca l’identità <strong>di</strong> tutti<br />

gli ilarionesi e si propongano esempi che, per l’alto valore morale e religioso,<br />

rappresentano un valore aggiunto per tutti, ma in particolare per le nuove<br />

generazioni.<br />

Se tutte le associazioni e, verrebbe da <strong>di</strong>re, ogni singolo citta<strong>di</strong>no del paese fossero<br />

in sintonia con questi intenti, senz’altro riusciremmo insieme a superare<br />

le piccole o gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>visioni che spesso affiorano fra associazioni o gruppi che<br />

operano sul territorio.<br />

È questo il mio augurio per la nuova stagione <strong>di</strong> attività che si sta aprendo:<br />

avere tutti un unico fine, quello <strong>di</strong> lavorare per il bene <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong>.<br />

E la <strong>Sagra</strong> <strong>delle</strong> <strong>Castagne</strong>, che è il momento in cui tutti ci riconosciamo, è<br />

l’occasione buona per <strong>di</strong>mostrare l’affetto con il nostro paese.<br />

Il Presidente <strong>Pro</strong> Loco<br />

Franco cavazzola<br />

L’Amministrazione Comunale e la <strong>Pro</strong> Loco <strong>di</strong> <strong>San</strong> Gio<br />

vanni <strong>Ilarione</strong> ringraziano vivamente tutti gli sponsor,<br />

<strong>di</strong>tte o privati, che che con il loro prezioso prezioso contributo contributo rendo<br />

no no possibile la realizzazione realizzazione <strong>di</strong> questo libretto e dell’an<br />

nuale <strong>Sagra</strong> <strong>delle</strong> <strong>Castagne</strong> e tutti coloro che nei gior<br />

ni della della sagra si si impegnano per il funzionamento dei<br />

<strong>di</strong>versi stand enogastronomici e <strong>delle</strong> <strong>delle</strong> <strong>di</strong>verse iniziative<br />

(mostre, spettacoli e intrattenimenti vari) vari) volte ad ani<br />

mare una <strong>delle</strong> <strong>delle</strong> più antiche e conosciute feste della no<br />

stra vallata.<br />

Grazie a tutti


77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Generazioni <strong>di</strong> qualità...<br />

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4<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Saluto del Sindaco<br />

È con grande piacere e un pizzico <strong>di</strong> orgoglio<br />

che saluto, per la prima volta in qualità <strong>di</strong><br />

sindaco, i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong><br />

dalle pagine dell’ormai tra<strong>di</strong>zionale “Libretto<br />

della <strong>Sagra</strong> <strong>delle</strong> <strong>Castagne</strong>”. Nell’avvicinarsi<br />

a questo importante appuntamento, che<br />

ormai da un secolo costituisce uno dei momenti<br />

più significativi per la nostra comunità,<br />

il mio pensiero <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> stima<br />

va innanzitutto a quanti, all’interno dei<br />

gruppi e <strong>delle</strong> associazioni operanti sul territorio,<br />

lavorano per rendere sempre migliore<br />

questa manifestazione, <strong>di</strong>venuta nel tempo<br />

una vera e propria “vetrina” per i tanti visitatori<br />

provenienti dalla vallata e dall’intera<br />

provincia.<br />

L’auspicio mio e dell’Amministrazione comunale<br />

è che ancora una volta si ripeta<br />

quel piccolo miracolo che solo una <strong>Sagra</strong> <strong>di</strong><br />

gran<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni e valori riesce a compiere:<br />

costruire cioè un momento <strong>di</strong> incontro e<br />

<strong>di</strong> amicizia in cui persone <strong>di</strong>verse per provenienza<br />

ed età (penso ad esempio ai tanti<br />

nostri emigrati che tornano nei luoghi della<br />

loro infanzia proprio in occasione dell’amata<br />

sagra) riscoprono il piacere <strong>di</strong> ritrovarsi e <strong>di</strong><br />

stare insieme, magari anche solo per qualche<br />

ora.<br />

Un grazie anche ai redattori <strong>di</strong> questa pubblicazione,<br />

de<strong>di</strong>cata quest’anno ai tanti nostri<br />

concitta<strong>di</strong>ni che, per scelta religiosa,<br />

hanno lasciato il paese natale per de<strong>di</strong>care la<br />

propria vita agli altri: la loro esperienza sia <strong>di</strong><br />

esempio e <strong>di</strong> stimolo per tutti noi, in particolare<br />

per le nuove generazioni, perché sappiano<br />

mettere a servizio della società in cui<br />

vivono il loro entusiasmo e le loro qualità.<br />

A tutti voi, un sincero augurio: Buona <strong>Sagra</strong><br />

<strong>delle</strong> <strong>Castagne</strong> 2012!<br />

Il sindaco<br />

EllEn cavazza<br />

Nel mondo per<br />

scelta e per amore<br />

Chi vive a <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong> se lo sarà<br />

domandato più <strong>di</strong> una volta: quanti sono i<br />

religiosi partiti dalle nostra contrade e sparsi<br />

in giro per il mondo? Sicuramente tanti,<br />

al punto che quando ci siamo messi a voler<br />

raccontare <strong>di</strong> loro sul libretto <strong>di</strong> quest’anno,<br />

abbiamo dovuto restringere il campo, limitandoci<br />

dapprima a quelli già defunti e poi,<br />

restringendo ancora il cerchio, focalizzando<br />

l’attenzione sui maschi e demandando<br />

ad altre e<strong>di</strong>zioni il <strong>di</strong>scorso sulle tantissime<br />

religiose partite da <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong>.<br />

Anche così ci siamo trovati a dover fare una<br />

selezione, sulla base del materiale che avevamo<br />

a <strong>di</strong>sposizione e <strong>delle</strong> notizie che riuscivamo<br />

a raccogliere nei pochi mesi che<br />

ci separavano dalla pubblicazione. Il che<br />

significa che ci scusiamo fin d’ora se, involontariamente,<br />

abbiamo lasciato da parte<br />

qualche bella figura <strong>di</strong> religioso, sulla quale<br />

ci riserviamo <strong>di</strong> tornarci più avanti, magari<br />

nelle pagine de “L’Alpone”, contando anche<br />

sulle segnalazioni dei nostri pazienti<br />

lettori.<br />

L’importante è, come in altre occasioni, che<br />

il libretto rimanga uno strumento <strong>di</strong> conoscenza<br />

e <strong>di</strong> valorizzazione <strong>di</strong> ciò che il paese<br />

riesce ad essere e a dare: non nascon<strong>di</strong>amo<br />

però la convinzione, frutto forse anche <strong>di</strong><br />

un legittimo orgoglio campanilistico, che<br />

molte <strong>delle</strong> persone che sono partite da <strong>San</strong><br />

<strong>Giovanni</strong> in passato (per motivi <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong>o o, come in questo caso, per vocazione<br />

religiosa) hanno reso un buon servizio al<br />

paese, <strong>di</strong>stinguendosi spesso per le loro capacità<br />

e i risultati ottenuti. Un bell’auspicio<br />

per i nostri giovani, che sempre più saranno<br />

chiamati a sostenere in futuro questa sfida,<br />

affrontata e spesso vinta in passato da tanti<br />

loro compaesani.<br />

I redattori


77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Una processione d’altri tempi davanti alla chiesa, con la tipica <strong>di</strong>visione dei fedeli fra maschi e femmine<br />

Un paese <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni<br />

conta<strong>di</strong>ni, , emigranti e... ... preti<br />

Per molti secoli <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong> ha con<strong>di</strong>viso<br />

con altri paesi la povertà, con una economia basata su<br />

un’agricoltura intensiva e <strong>di</strong> sussistenza. Coloro che<br />

possedevano campi li coltivavano per avere prodotti<br />

utili al mantenimento della propria famiglia, solo alcuni<br />

possidenti potevano permettersi una produzione da<br />

mettere sul circuito commerciale.<br />

Il lavoro manuale nei campi - braccia e zappa - era<br />

quello più <strong>di</strong>ffuso. Lavori <strong>di</strong>versi potevano essere quelli<br />

degli autotrasportatori (i cavallari), degli addetti ai<br />

mulini (munaro), <strong>di</strong> qualche manovale e muratore, <strong>di</strong><br />

operai della filanda (quando venne costruita); a <strong>San</strong><br />

Martino <strong>di</strong> ogni anno, 11 novembre, alcune o molte<br />

famiglie dovevano cambiare alloggio, padrone e lavoro.<br />

Restava l’emigrazione come valvola <strong>di</strong> sfogo o necessità<br />

per i troppi giovani senza lavoro e senza prospettive. Il<br />

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Veneto ha con<strong>di</strong>viso con l’Italia del Sud per molto tempo<br />

questo fenomeno, che ha raggiunto numeri straor<strong>di</strong>nari.<br />

Fino agli anni ‘60-70 del Novecento, erano centinaia<br />

gli emigranti che dalla Valle d’Alpone si spostavano nei<br />

territori italiani <strong>di</strong> prima industrializzazione (Milano,<br />

Torino) o all’estero (Germania, Francia, Belgio, America,<br />

Australia) in cerca <strong>di</strong> lavoro e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una vita più<br />

sod<strong>di</strong>sfacente. Molti si sono fermati nel nuovo posto,<br />

qualcuno ha fatto, come si <strong>di</strong>ce, fortuna, un certo<br />

numero è ritornato nei suoi paesi natali.<br />

Qualche ragazzo del paese, erano eccezioni, si dava<br />

agli stu<strong>di</strong>, <strong>di</strong>ventando me<strong>di</strong>co, avvocato, notaio: <strong>di</strong> solito<br />

i figli <strong>di</strong> famiglie ben posizionate economicamente (Balzi,<br />

Fontana, Gritti, Macerata, Puschiavo ecc.); altri giovani<br />

<strong>di</strong>ventavano maestri o professori raggiungendo anche<br />

una certa notorietà, come <strong>Giovanni</strong> e Mario Marcazzan.<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

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Non era infrequente che un certo numero <strong>di</strong> giovani<br />

entrasse in qualche collegio religioso e <strong>di</strong>ventasse fratello<br />

o religioso <strong>di</strong> una congregazione o più semplicemente<br />

sacerdote <strong>di</strong>ocesano, in questo caso della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />

Vicenza, a cui <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> ancora appartiene.<br />

D’altra parte, la missione o professione <strong>di</strong> prete era<br />

ambita anche dalle famiglie e in<strong>di</strong>rizzare un figliolo (o<br />

figliola quando si trattava <strong>di</strong> femmina per <strong>di</strong>ventare<br />

suora) o più in quella <strong>di</strong>rezione voleva <strong>di</strong>re, oltre ad<br />

un’espressione <strong>di</strong> religiosità e <strong>di</strong> fede, anche risolvere per<br />

sempre il problema <strong>di</strong> una bocca da sfamare ed era anche<br />

una sod<strong>di</strong>sfazione vedere un proprio figliuolo, vestito <strong>di</strong><br />

talare, “<strong>di</strong>re messa” ed essere tenuto in considerazione<br />

dalla gente. Alcuni hanno raggiunto anche in questo<br />

campo notorietà, come l’abate A. Rivato nell’Ottocento,<br />

padre Giuseppe Beschin e il vescovo Angelo Rivato nel<br />

Novecento.<br />

In un paese come <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> il parroco era una<br />

<strong>delle</strong> figure più autorevoli ed importanti nella comunità,<br />

per motivi spirituali, ma era anche un punto <strong>di</strong> riferimento<br />

per altri problemi <strong>di</strong> carattere esistenziale ed<br />

economico. Insieme al me<strong>di</strong>co, al farmacista, al sindaco<br />

rappresentava una persona “stu<strong>di</strong>à”, a cui si ricorreva<br />

facilmente e frequentemente, anche per dei consigli. Alle<br />

sue <strong>di</strong>pendenze aveva un sacrestano, una perpetua, un<br />

organista, una schiera <strong>di</strong> maestri e maestre <strong>di</strong> dottrina,<br />

un gruppo <strong>di</strong> chierichetti; organizzava le sole gite <strong>di</strong><br />

allora verso città e santuari; teneva occupati con giochi<br />

i ragazzi, allestendo dei luoghi appositi; <strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong><br />

sala, dove prosperava una compagnia teatrale, e del<br />

cinema, dove si proiettavano i primi film, naturalmente<br />

“censurati”. La parrocchia insomma era un luogo <strong>di</strong><br />

spiritualità, <strong>di</strong> formazione, <strong>di</strong> ritrovo e <strong>di</strong> giochi.<br />

Se oggi i ragazzi hanno come modelli le persone<br />

osannate nei mezzi <strong>di</strong> comunicazione, come i campioni<br />

sportivi, gli attori cinematografici, i cantanti o altre che<br />

si sono affermate nella vita, un tempo in uno spazio<br />

ristretto che non oltrepassava i confini del paese e a<br />

stento arrivava alla città più vicina, i modelli offerti e da<br />

imitare rimanevano spesso all’interno <strong>di</strong> una proposta<br />

<strong>di</strong> carattere religioso: erano i santi e i gran<strong>di</strong> personaggi<br />

cristiani, con la loro vita narrata nei libri <strong>di</strong> devozione e<br />

nelle filmine ‘Don Bosco’ e illustrata nei ‘santini’; erano<br />

le persone che nel paese erano rispettate come i maestri,<br />

i professori, i me<strong>di</strong>ci; erano anche i preti: se un ragazzino<br />

<strong>di</strong>mostrava capacità e volontà <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are, era lo stesso<br />

maestro/a e parroco ad in<strong>di</strong>rizzare la famiglia a collocarlo<br />

nel seminario <strong>di</strong>ocesano o in altri istituti religiosi; altre<br />

possibilità erano aperte solo ai ricchi.<br />

Anche in questo modo, forse, si spiega la presenza <strong>di</strong><br />

molti preti nei propri paesi nell’Ottocento. Di solito vi<br />

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Ivana<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

era il parroco, uno o due coa<strong>di</strong>utori o cappellani, ed altri<br />

preti non <strong>di</strong>rettamente in cura d’anime, che aiutavano<br />

in parrocchia o come confessori, pre<strong>di</strong>catori, catechisti<br />

o che svolgevano una funzione civile come il far scuola<br />

per i ragazzi, ad esempio don Angelo Allegri nel 1775<br />

(alle ‘figliuole’ in quel tempo pensava Lucia Trevisan).<br />

Quasi tutti vivevano in famiglia propria o presso parenti,<br />

finché il vescovo non <strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong>versamente e li<br />

destinava presso altre parrocchie.<br />

Dall’elenco seguente, che abbiano composto da<br />

svariate fonti, si può notare il numero elevato <strong>di</strong> persone<br />

che un tempo si de<strong>di</strong>cavano alla vita sacerdotale. Ciò<br />

si spiega con l’importanza, come abbiamo detto, che<br />

rivestiva la parrocchia, centro <strong>di</strong> vita spirituale ma anche<br />

culturale ed assistenziale; con le molte funzioni <strong>di</strong> culto<br />

<strong>di</strong> un tempo (molti funerali, molti battesimi, assistenza<br />

in caso <strong>di</strong> agonia poiché tutti morivano a casa propria,<br />

frequenza totale o quasi dei fedeli ai sacramenti) o <strong>di</strong><br />

accompagnamento educativo con i ragazzi e giovani<br />

(Azione Cattolica, teatro, cinema, gite).<br />

Così il parroco Bartolomeo Frigo presentava se<br />

stesso al vescovo <strong>di</strong> Vicenza, mons. Priuli, in visita nella<br />

parrocchia nel 1745: “Sono sacerdote <strong>di</strong> Sorio, ho anni<br />

75, e sono anni 38 che sono rettore <strong>di</strong> questa Chiesa<br />

Parrocchiale <strong>di</strong> S. <strong>Giovanni</strong> in Lerogna, […] è eretta<br />

[…] sotto l’invocazione <strong>di</strong> S. <strong>Giovanni</strong> Battista e <strong>di</strong> S.<br />

<strong>Ilarione</strong>. […] In questa cura vi sono anime da comunione<br />

1483, ancora incapaci n. 633, in tutte 2226. Vi sono tre<br />

Comari Allevadoresse esaminate, e bene istruite circa la<br />

forma del Battesimo. […] Faccio ogni festa la Dottrina<br />

cristiana, pre<strong>di</strong>co dall’Altare al mio Popolo. <strong>Pro</strong>curo <strong>di</strong><br />

fare il dover mio, tanto nell’Amministrazione dei SS.mi<br />

Sacramenti, quanto in ogni altra assistenza spirituale a<br />

queste anime, e specialmente verso i moribon<strong>di</strong>, quali<br />

mai abbandono, se non sono spirati; ho sacerdoti, che<br />

mi portano ajuto nella Cura stessa; tengo Servo, e Serva<br />

<strong>di</strong> età avanzata per i miei bisogni domestici; vado alla<br />

congregazione de’ casi <strong>di</strong> coscienza, vesto modestamente<br />

<strong>di</strong> nero, procuro <strong>di</strong> vivere secondo il mio stato <strong>di</strong> Parroco,<br />

osservo i Comandamenti Episcopali, e procuro che siano<br />

osservati. Mostro tutte le Lettere Pastorali, E<strong>di</strong>tti, Or<strong>di</strong>ni e<br />

Decreti emanati sotto il Vescovato <strong>di</strong> V.S. Ill.ma, così pure<br />

le Costituzioni Sinodali, e le Carte tutte appartenenti a<br />

questa mia Chiesa, e Beneficio, quali ugualmente, che<br />

i Libri Parrocchiali custo<strong>di</strong>sco colla maggior <strong>di</strong>ligenza”.<br />

Tanti sacerdoti<br />

Ecco un elenco in or<strong>di</strong>ne alfabetico <strong>di</strong> sacerdoti<br />

defunti, certamente non completo nel numero e<br />

da definire con più esattezza nei dettagli, nati a <strong>San</strong><br />

<strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong>.<br />

Via Monfalcone, 6 - SAN GIOVANNI ILARIONE (VR)<br />

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8<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

STORES<br />

via roma, 26 verona<br />

C.C. Le PiramiDi viCenZa


Allegri Andrea Domenico <strong>di</strong> Iseppo, nato il 1 gennaio<br />

1759; nel 1821 risiede in paese.<br />

Allegri Angelo, nel 1775 pubblico precettore (cioè<br />

maestro).<br />

Allegri Attilio, presente in paese nel 1708.<br />

Allegri <strong>Giovanni</strong>: vedere più avanti il relativo articolo.<br />

Anzi Francesco (22 ottobre 1816-1900) <strong>di</strong> Michel<br />

Angelo e <strong>di</strong> Speranza Alberti <strong>di</strong> Castelcerino, sposati il 27<br />

novembre 1815; dopo essere stato da giovane segretario<br />

del vescovo Cappellari, <strong>di</strong>venne canonico della cattedrale<br />

<strong>di</strong> Vicenza nel 1877 e dal 1882 arciprete della stessa.<br />

Anzi Gaetano Rafaelo <strong>di</strong> Michel Angelo e <strong>di</strong> Speranza<br />

Alberti, nato il 24 ottobre 1830, prete dal 23 <strong>di</strong>cembre<br />

1854, professore <strong>di</strong> religione nel liceo <strong>di</strong> Vicenza e poi<br />

maestro a Barbarano.<br />

Bacco Maurizio, vedere più avanti il relativo articolo.<br />

Beltrame Domenico, presente in parrocchia nel 1708.<br />

Benetti Michelangelo, dal 1875 al 1880 a Cattignano<br />

Beschin Giuseppe <strong>di</strong> Arcangelo e Luigia Samicheli<br />

(padre Ignazio), nato il 26 agosto 1880 e morto il 29<br />

ottobre 1952.<br />

Burinato Angelo, a Cattignano dal 1895.<br />

Casarotto Antonio Luigi <strong>di</strong> Angelo e <strong>di</strong> Luigia<br />

Micheletto, nato il 24 febbraio 1920 in Via Bagatini e<br />

morto il 25 <strong>di</strong>cembre 1954, salesiano.<br />

Cavazza <strong>San</strong>te, nel 1868-1879 è cappellano in <strong>San</strong>ta<br />

Caterina.<br />

Coffele Florindo, nato il 9 settembre 1822, da <strong>Giovanni</strong><br />

e Maddalena Soprana presso la contrada<br />

Scandolaro, prete dal 24 marzo 1849; coa<strong>di</strong>utore presso<br />

la parrocchia <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> Battista nel 1896.<br />

Coffele Lino: vedere più avanti il relativo articolo.<br />

Dal Cero Gaetano, presente dal 1887-1889 presso la<br />

parrocchia <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta Caterina.<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Damini <strong>Giovanni</strong>, nato il 29 giugno 1714 da Zen e<br />

Anna Rossetti, presente in paese nel 1745.<br />

Damini Valente.<br />

Fattori Bernar<strong>di</strong>no, presente in paese nella prima<br />

parte del Settecento.<br />

Fattori Cesare, cappellano a Cattignano dal 1891 al<br />

1899.<br />

Fattori GioBatta, presente in paese nel 1708.<br />

Ferrari Angelo.<br />

Filippozzi Michelangelo, nato nel 1830, prete dal 6<br />

luglio 1856.<br />

Fiori Antonio, cappellano dal 1872 al 1875 e dal 1880<br />

al 1885 a Cattignano.<br />

Gaspari Antonio, coa<strong>di</strong>utore dal 1849 al 1853 a <strong>San</strong><br />

<strong>Giovanni</strong> Battista.<br />

Gecchele Valerio Benvenuto: vedere più avanti il<br />

relativo articolo.<br />

Gritti Ippolito, presente in paese nel 1708.<br />

Leaso Luigi, coa<strong>di</strong>utore dal 1829 al 1833 a <strong>San</strong><br />

<strong>Giovanni</strong> Battista.<br />

Lovatin Domenico <strong>di</strong> Antonio e <strong>di</strong> Beatrice Menegolo,<br />

nato il 4 agosto 1829, prete dal 23 <strong>di</strong>cembre 1854.<br />

Lovatin Agostino, Francesco e Luigi: vedere più<br />

avanti il relativo articolo.<br />

Lovato Attilio: vedere più avanti il relativo articolo.<br />

Lovato Francesco.<br />

Lovato Tomaso, coa<strong>di</strong>utore dal 1800 al 1823 a <strong>San</strong><br />

<strong>Giovanni</strong> Battista.<br />

Marcazzan Francesco.<br />

Marchesini Egi<strong>di</strong>o (padre Pacifico): vedere più avanti<br />

il relativo articolo.<br />

Marcigaglia Antonio Gaetano <strong>di</strong> Albino e Giuseppina<br />

Marcazzan, nato il 19 agosto 1881, morto il 4 giugno<br />

1966, salesiano.<br />

9


10<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

gastronomia e rosticceria<br />

in occasione della<br />

<strong>Sagra</strong> <strong>delle</strong> <strong>Castagne</strong><br />

vi proponiamo<br />

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Marcigaglia Luigi Pietro <strong>di</strong> Albino e Giuseppina<br />

Marcazzan, nato l’1 agosto 1883, morto 29 novembre<br />

1959, salesiano.<br />

Mela Carlo, presente in paese nei primi anni del<br />

Settecento.<br />

Mela Carlo junior, fratello del precedente, minore <strong>di</strong><br />

sette anni.<br />

Mella Albino Pio <strong>di</strong> GioBatta e <strong>di</strong> Teresa Perazzolo,<br />

nato il 23 luglio 1856, prete dal 10 agosto 1879,<br />

cappellano dal 1883 al 1886 a <strong>San</strong>ta Caterina.<br />

Minaretti Antonio, nato 23 agosto 1897, morto 19<br />

ottobre 1931, missionario saveriano.<br />

Munaretti Antonio, presente in parrocchia nel 1775.<br />

Panarotto <strong>Giovanni</strong>: vedere più avanti il relativo<br />

articolo.<br />

Panarotto Feliciano.<br />

Panarotto Francesco, nato nel 1715, presente in<br />

parrocchia nella prima metà del Settecento.<br />

Panarotto Luigi: vedere più avanti il relativo articolo.<br />

Panato Danilo: vedere più avanti il relativo articolo.<br />

Pozza Antonio, dal 1876 al 1879 coa<strong>di</strong>utore a <strong>San</strong><br />

<strong>Giovanni</strong> Battista; dal 1879 al 1883 a <strong>San</strong>ta Caterina.<br />

Pozza Giuseppe, presente a Cattignano nel 1775.<br />

Rigodanzo Severino <strong>di</strong> GioBatta e <strong>di</strong> Rosina Pozza,<br />

nato in Via Mella il 28 agosto 1915 e morto il 29<br />

settembre 1943, chierico salesiano.<br />

Rivato Pietro Antonio <strong>di</strong> Natale e Catterina Sartori,<br />

nato il 17 maggio 1787 e morto nel 1876, abate,<br />

professore <strong>di</strong> filosofia nel liceo <strong>di</strong> Brescia, poi in quello <strong>di</strong><br />

Verona, <strong>di</strong>rettore del ginnasio liceale <strong>di</strong> Mantova prima e<br />

<strong>di</strong> Padova poi e infine professore <strong>di</strong> filosofia all’Università<br />

<strong>di</strong> Padova.<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Roccabianca Pietro Antonio <strong>di</strong> Felice e <strong>di</strong> Angela<br />

Mani, nato l’8 novembre 1823, prete dal 24 marzo 1849.<br />

Rossetti Domenico, presente in parrocchia nella<br />

prima metà del Settecento.<br />

Salata <strong>Giovanni</strong>, dal 1879 al 1889 a <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong><br />

Battista, poi in America.<br />

Salgaro Mario: vedere più avanti il relativo articolo.<br />

Sartori Gerolimo, nato il 30 gennaio 1718 <strong>di</strong><br />

Bernar<strong>di</strong>no e <strong>di</strong> Caterina Morelli, presente in parrocchia<br />

nel 1775.<br />

Sartori Ludovico, cappellano dal 1823 al 1871 a<br />

Cattignano.<br />

Sartori Luigi, presente in parrocchia come confessore<br />

nel 1775.<br />

Sartori Mariano, nato l’1 <strong>di</strong>cembre 1903 e morto il 6<br />

giugno 1987, dei Poveri Servi della Divina <strong>Pro</strong>vvidenza<br />

(Don Calabria).<br />

Simoncello Evangelista, nato il 3 giugno 1822 e<br />

or<strong>di</strong>nato sacerdote il 24 marzo 1849.<br />

Soprana Alessandro.<br />

Soprana Andrea, coa<strong>di</strong>utore dal 1813 al 1838 e dal<br />

1833 al 1849 a <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> Battista.<br />

Soprana Cherubino (padre Nazario): vedere più<br />

avanti il relativo articolo.<br />

Soprana Gio Batta <strong>di</strong> Gianmaria e <strong>di</strong> Maria Cristofali,<br />

nato il 27 agosto del 1775, presente in parrocchia nel<br />

1821.<br />

Soprana Pietro (padre Ceciliano): vedere più avanti il<br />

relativo articolo.<br />

Tessari Antonio <strong>di</strong> Michele e <strong>di</strong> Maria Cavazza, nato il<br />

6 gennaio 1713, presente in parrocchia nel 1775.<br />

Tessari <strong>Giovanni</strong>.<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

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Tessari Michele, presente a Cattignano ai primi<br />

dell’Ottocento.<br />

Urbani Luigi, presente in parrocchia sul finire<br />

dell’Ottocento.<br />

Valentini Agostino: vedere più avanti il relativo<br />

articolo.<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Zanchi Andrea, cappellano <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta Caterina dal<br />

1800 al 1813.<br />

Zanchi Pietro Andrea, coa<strong>di</strong>utore nella parrocchia dal<br />

1816 al 1862.<br />

Zanchi Pietro, dal 1815 al 1868 a <strong>San</strong>ta Caterina.<br />

Mario Gecchele<br />

I sacerdoti a <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong> nel 1978, in occasione dell’inaugurazione della Scuola Materna “Papa Luciani”: (da sinistra) Padre<br />

Ignazio Damini, Don Agostino Perin vicario <strong>di</strong> Montecchia, il vescovo Arnoldo Onisto, don Francesco Meneghello parroco <strong>di</strong> S. Caterina<br />

in Villa, don Adelio Mantiero parroco <strong>di</strong> Castello, don Paolo Baio cappellano <strong>di</strong> Villa<br />

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Don Angelo Rivato, vescovo <strong>di</strong> Ponta de Pedras dal<br />

1967 al 2002, è senza dubbio il religioso più conosciuto<br />

del nostro paese.<br />

Nato in contrada Rivati il 3 <strong>di</strong>cembre 1924 da<br />

Leonardo e da Elvira Cavazza, dopo le elementari in<br />

paese, il ginnasio a Verona, entrò nel seminario <strong>di</strong><br />

Vicenza e fu or<strong>di</strong>nato sacerdote il 29 giugno 1951.<br />

Entrato poi nell’or<strong>di</strong>ne dei Gesuiti col desiderio <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ventare missionario, partiva da Genova alla volta<br />

del Brasile il 17 febbraio 1960, <strong>di</strong>venendo il 29 aprile<br />

1965 prelato nullius a Ponta de Pedras, un’isola sul Rio<br />

<strong>delle</strong> Amazzoni, e poi vescovo, consacrato dal car<strong>di</strong>nale<br />

vicentino Sebastiano Baggio.<br />

Nel giugno del 2005, soggiornando qualche tempo<br />

a <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong>, mi fece chiamare perché voleva<br />

raccontarsi e ricordare la sua vita e mi <strong>di</strong>sse: fanne<br />

quello che vuoi <strong>di</strong> quello che ti racconto, dopo che<br />

sono morto. Sono state due mattinate (6 e 13 giugno)<br />

<strong>di</strong> intervista molto coinvolgenti; mi trovavo <strong>di</strong>nanzi un<br />

uomo avanti con gli anni, ma pieno <strong>di</strong> entusiasmo per<br />

la vita, che si interrogava continuamente sul suo passato<br />

e sentiva il bisogno <strong>di</strong> raccontarlo ad altri. E’ stato bello<br />

anche per me.<br />

Ha raccontato la sua infanzia, stuzzicato dalla<br />

mia curiosità, le sue <strong>di</strong>fficoltà negli stu<strong>di</strong>, la salute<br />

cagionevole, i suoi incontri con Chiara Lubich, il<br />

contatto con padre Pio, con don Calabria e poi la sua<br />

attività pastorale come prete e come vescovo. Purtroppo,<br />

non so spiegarmi perché, alcune registrazioni sono<br />

risultate mute all’ascolto o<strong>di</strong>erno. Presento quin<strong>di</strong> in<br />

questa occasione una parte <strong>di</strong> quanto mi ha raccontato<br />

da quando <strong>di</strong>venne vescovo. Il colloquio si è svolto<br />

in modo informale e mi ha chiesto <strong>di</strong> usare il tu<br />

confidenziale, come risulta dalla trascrizione.<br />

Mario: Raccontami <strong>di</strong> quando sei <strong>di</strong>ventato prelato<br />

nullius e poi vescovo, partecipando così al Concilio ecumenico<br />

Vaticano II<br />

Angelo: La nomina a vescovo, primo vescovo <strong>di</strong><br />

questa regione ha suscitato nella nostra vita, nel mio<br />

cuore una forte e umile presenza del Signore Dio, come<br />

in tante realtà umane fra tanti sacerdoti che hanno<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012


Angelo Rivato con papa <strong>Giovanni</strong> Paolo II<br />

lavorato fra i Gesuiti; questa consacrazione episcopale<br />

mi ha dato la grazia <strong>di</strong> partecipare al Concilio nel 1965,<br />

all’ultima sessione.<br />

La prima grazia è stata che sono andato a casa con<br />

la bene<strong>di</strong>zione del santo papa <strong>Giovanni</strong> XXIII, il papa<br />

stava bene, lucido, ed è stata una grande grazia; mi<br />

ricordo le campane del Castello che suonavano a festa<br />

perché ritornava questo suo figlio vescovo.<br />

A Roma è stata un’esperienza forte, io ero ospite nella<br />

curia dei padri gesuiti e gli incontri <strong>di</strong> vescovi brasiliani<br />

si facevano nella grande casa, la Domus Mariae, in<br />

via Aurelia. Quando sono entrato in <strong>San</strong> Pietro ho<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

incontrato il prof. Mario Bigarella <strong>di</strong> Vicenza e mi ha<br />

salutato: - Guarda, come, io che volevo essere vescovo<br />

e tu che non hai pensato sei vescovo -. Queste le prime<br />

parole <strong>di</strong> mons. Bigarella.<br />

Questo incontro con tutti i vescovi della terra<br />

interpellava la nostra presenza missionaria. Facendo<br />

il viaggio dal Brasile a Roma, non so perché, sono<br />

passato dagli Stati Uniti senza sapere una parola <strong>di</strong><br />

inglese e sono andato là, avevo due o tre in<strong>di</strong>rizzi e mi è<br />

sembrato un contrasto forte vedere la realtà dei Gesuiti<br />

negli USA a New York, questa grande università, questi<br />

gran<strong>di</strong> collegi, queste gran<strong>di</strong> case, tutto bello, tutto<br />

meraviglioso, io che arrivavo da una povertà <strong>di</strong>ciamo<br />

così marajoara unica sulla terra; anche altri missionari<br />

che sono stati in Africa hanno detto che era una realtà<br />

complicata, ho avuto dentro <strong>di</strong> me una rivolta, un<br />

forte contrasto fra la ricchezza americana e la realtà del<br />

Marajo.<br />

Mario: Cosa ti ha provocato questo?<br />

Angelo: Mi ha provocato una interpellazione, pensa<br />

che io non avevo clergyman, avevo solo dei documenti,<br />

ma sono andato in un negozio e mi hanno dato un<br />

clergyman tipo americano e non l’ho pagato, ho firmato<br />

ed ho pagato dopo; per <strong>di</strong>rti che questa persona ha<br />

creduto sulla parola, altrimenti non potevo circolare<br />

liberamente negli Usa, non avevo “l’abito nuziale”.<br />

Dopo ho trovato a Chigago, dove parlavano spagnolo,<br />

un missionario italiano, il paesano padre Costalunga.<br />

Bene, a questo concilio mi ero messo nella schiera<br />

dei vescovi “<strong>di</strong> sinistra”, per <strong>di</strong>re una cosa brutta, tipo<br />

Camara, tipo due tre vescovi francesi, progressisti, non<br />

contestatori, volevano che il concilio fosse un inizio.<br />

Mi ricordo che andavo tutte le mattine dalla casa dei<br />

Gesuiti al Vaticano a pie<strong>di</strong> (erano 500 metri o meno)<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Fine anni ‘40: si riconoscono a sinistra il parroco <strong>di</strong> Castello, don Giuseppe Dal Molin con accanto il futuro don <strong>Giovanni</strong> Allegri: a<br />

destra l’allora cappellano don Damiano Andriolo con accanto il futuro don Mario Salgaro; in alto, contrassegnato dall’asterisco, il<br />

futuro Vescovo Angelo Maria Rivato<br />

assieme ad un padre, Padre Pedro generale dei Gesuiti,<br />

con il quale parlavo: era molto saggio, mi ha aiutato<br />

a crescere <strong>di</strong> una crescita armoniosa, <strong>di</strong> una crescita<br />

equilibrata, anche lui <strong>di</strong>ceva che la Chiesa ha bisogno <strong>di</strong><br />

una forte rinnovazione.<br />

C’erano le conferenze, ogni gruppo linguistico<br />

faceva degli incontri, teologi che venivano a parlare,<br />

e mi ricordo che questi incontri noi della lingua<br />

portoghese qualche volta anche spagnola, si facevano<br />

nella Domus Mariae e là si poteva parlare, interrogarsi,<br />

parlare con i professori teologi. Mi ricordo che noi prelati<br />

nullius nella sala eravamo gli ultimi, e quando hanno<br />

dato questo anello è successo un fatto molto curioso.<br />

I miei compagni sono andati da Don Angelo, ma erano<br />

terminati gli anelli. Sono andato da un prete religioso <strong>di</strong><br />

don Orione, che mi ha dato l’anello.<br />

Ogni gruppo leggeva il testo che poi era presentato<br />

nella sessione plenaria: mi ricordo che quando si<br />

parlava <strong>di</strong> missionari, si <strong>di</strong>ceva che dovevamo mettere<br />

in chiaro che chi va in missione deve essere il migliore,<br />

perché succedeva che qualche congregazione mandava<br />

in missione coloro che non erano buoni, non efficienti.<br />

Finalmente un vescovo ha detto, sostenuto anche<br />

da padre Arrupe: “Dobbiamo mandare in missione i<br />

migliori che abbiamo”. Quando abbiamo approvato la<br />

Gau<strong>di</strong>um ed Spes, un tema era sulla relazione fra papa e<br />

le altre conferenze episcopali; si voleva che fosse un poco<br />

rinnovato strutturalmente il Vaticano nel rapporto con<br />

il mondo; un vescovo è andato a parlare pubblicamente<br />

e ha insistito in una forma forte sopra questa necessità,<br />

<strong>di</strong> avere un cambiamento. Come cambiare? Ut unum<br />

sint.<br />

Mario: Il concilio ti ha cambiato? Quale l’effetto del<br />

concilio su <strong>di</strong> te?<br />

Angelo: È stato un qualcosa che mi ha veramente<br />

cambiato dentro la testa: si <strong>di</strong>ceva ama la <strong>di</strong>ocesi<br />

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una <strong>di</strong>mensione universale concreta; io sentivo che ogni<br />

vescovo era mio fratello, è stato in questa occasione che<br />

un vescovo americano <strong>di</strong> una regione <strong>di</strong> Chicago mi ha<br />

fatto un depliant in inglese riguardante la missione, che<br />

ho ancora in Brasile, mi ha dato un orologio da polso,<br />

perché lui aveva lo stesso mio stemma, “ubi caritas<br />

deus”, eravamo quattro vescovi con lo stesso stemma.<br />

Ecco l’ecumenismo: come amare le altre religioni, altri<br />

movimenti, bud<strong>di</strong>sti, mussulmani, come fratelli tuoi.<br />

Mario: Ad esempio, tu quando sei andato missionario<br />

sei andato là con lo spirito <strong>di</strong> convertirli o <strong>di</strong> vivere con loro?<br />

Angelo: Vivere con loro. Mai avuto l’idea <strong>di</strong><br />

imporre qualcosa, anche perché non avevo la struttura<br />

io; io sono nato qui conta<strong>di</strong>no ed ho conservato la mia<br />

realtà antropologica, sociologica conta<strong>di</strong>na, ho sempre<br />

avuto una comprensione, tanto che il nunzio apostolico<br />

Baggio vicentino quando sono andato al concilio mi<br />

ha mandato una lettera: - Don Angelo ricordati che sei<br />

vescovo, comportati da vescovo, non solo da missionario,<br />

la tua <strong>di</strong>gnità, il vestire - perché aveva capito che io ero<br />

un poco sinistroide e aveva questa paura.<br />

Il concilio mi ha aiutato a vivere l’ottimismo, come<br />

la Madonna che <strong>di</strong>ce “L’onnipotente fa in me cose<br />

belle”, io ho imparato ad essere ottimista, lo ero già<br />

per natura, non sei tu che fai, Dio ti ha dato questa<br />

funzione, questa attività <strong>di</strong> vescovo per amare non per<br />

comandare, è <strong>di</strong>fficile, devi prendere decisioni; ogni<br />

vescovo che parlava, dalla Corea all’Australia, sentivi<br />

sempre una speranza, una gioia nel cuore, sentivi che<br />

la Trinità non è solo Dio padre, Dio figlio e Spirito<br />

<strong>San</strong>to, la Trinità era presente, da questo ottimismo è<br />

nata anche l’unità, quello che era importante fra tante<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

nazioni. C’era un vescovo <strong>delle</strong> isole Salomone, anche<br />

lui là sperduto senza comunicazioni, senza telefono, la<br />

gioia <strong>di</strong> Dio che mi ama. Ottimismo e unità. Da questa<br />

amicizia riconosceranno che siete miei <strong>di</strong>scepoli, non<br />

per le opere che fate, ma per quello che vivete e che<br />

amate.<br />

Mario: Ce l’hai ancora questo ottimismo?<br />

Angelo: Sì, sempre, sempre. Forse l’ho ricevuto dalla<br />

mia mamma, che quando sono andato in missione, mi<br />

ha detto: - Se Dio ti chiama, tu vai con gioia -; anche<br />

<strong>Giovanni</strong> XXIII: - Se Dio ti chiama, ti ha fatto vescovo<br />

che non avevi mai pensato, vuol <strong>di</strong>re che Dio ti ama<br />

-. Con questo ottimismo, ho capito che bisognava<br />

scoprire nelle persone il positivo <strong>di</strong> Dio, non il negativo<br />

in ogni persona umana; io dal Concilio sono tornato<br />

a casa con questo. Tant’è vero che dopo, prima che<br />

terminasse il concilio, durante una vacanza sono andato<br />

in Svizzera che non sapevo una parola <strong>di</strong> tedesco ma<br />

avevo conosciuto un padre e allora sono andato là in<br />

Svizzera da solo; mi ricordo, sono arrivato a Zurigo e in<br />

treno sono andato da Mons. Rossi, nella sua parrocchia<br />

nella zona tedesca; il concilio ti ha trasmesso una serie<br />

<strong>di</strong> attività, <strong>di</strong> realtà umane meravigliose.<br />

Mario: Il tuo ottimismo si è scontrato con la realtà dove<br />

poi sei andato a fare il missionario?<br />

Angelo: Sì, si è scontrato e non si è scontrato perché<br />

io sono andato a Belen il 24 <strong>di</strong>cembre 1965 e la prima<br />

cosa bella che ho visto che ha lasciato là un gesuita,<br />

fratello Rolando, è che doveva terminare una casa <strong>di</strong><br />

gesuiti che ancora c’è oggi dove vivo: era coperta, non<br />

ha lasciato là sol<strong>di</strong>, ho trovato un grande commerciante<br />

<strong>di</strong> Belen il quale ha dato tutto il materiale per costruire<br />

la casa, io quando sono ritornato ho portato in Brasile<br />

(mi ricordo ancora perché me li ha dati il generale padre<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012


Arrupe) 20 mila dollari; con questi sono andato dal<br />

commerciante e mi ha fatto ancora uno sconto del 20%;<br />

è stato una cosa grande, meravigliosa, questo dal lato<br />

umano.<br />

Ma andando alla realtà pastorale del Marajo <strong>di</strong> quel<br />

tempo, c’erano due preti nella missione, si doveva<br />

lavorare con i laici, questo ottimismo mi ha aiutato<br />

tantissimo perché dovevo sempre credere. Dopo il<br />

concilio arrivò un prete <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> e dopo laici, Giuliano<br />

ed altri, Gaspare e sua moglie, una figlia nata là, a loro<br />

dovevo trasmettere fiducia, tanto che è successo che<br />

quello che <strong>di</strong>cevo loro capivano. Anche oggi quando<br />

parla il prete in chiesa saranno 10%, 20% per cento<br />

che capiscono, gli altri <strong>di</strong>cono: - Ha parlato bene<br />

-. Io all’inizio per dare forza ai laici usavo la Bibbia e<br />

mandavo loro a pre<strong>di</strong>care. Quando io volevo <strong>di</strong>re una<br />

cosa <strong>di</strong>cevo: - Spiega tu un uomo, una donna con il tuo<br />

linguaggio -; vale più <strong>di</strong>eci minuti <strong>di</strong> una laico, <strong>di</strong> una<br />

laica che un’ora del vescovo, era così.<br />

Un prete gesuita mi ha denunciato a Roma, sosteneva<br />

che questi preti <strong>di</strong>cevano eresie teologiche.<br />

Nel 1967 sono ritornato a Roma, sono andato ed ho<br />

spiegato, mostrato e avevo registrato qualche cosa.<br />

Quando un conta<strong>di</strong>no <strong>di</strong>ceva: Noi siamo come bicchieri<br />

pieni <strong>di</strong> acqua. Questa acqua può essere bella filtrata,<br />

dei nostri fiumi, ma nessuna persona è vuota, tutte le<br />

persone sono piene, sono bicchieri pieni -, allora io ho<br />

fatto sentire questo.<br />

Un altro conta<strong>di</strong>no <strong>di</strong>ceva: - Per spiegare la Trinità<br />

guardate, - e ha chiamato sua moglie Domenica e i suoi<br />

cinque figli, io ho ascoltato e registrato: - Io sono la<br />

presenza <strong>di</strong> Dio padre, mia moglie è Dio spirito santo e<br />

i figli sono Gesù, noi siamo una Trinità qui dentro nella<br />

mia casa -. L’ho fatto sentire a Roma: - Che bello, che<br />

<strong>di</strong> Marcazzan Franco<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

bello! - anche un teologo Danielou, e Ranher <strong>di</strong>cevano:<br />

- Che meraviglia <strong>di</strong> Dio, questo è la Vhiesa !-.<br />

Un altro <strong>di</strong>ceva, “poiché tutte le persone hanno<br />

denti bianchi e sangue rosso, tutti siamo uguali” ed è<br />

vero. Io sempre quando mi chiedevano le cose non le<br />

nascondevo; ho chiesto ad un altro in una chiesetta<br />

fatta <strong>di</strong> legno: - Cosa <strong>di</strong>te voi? Tutti siamo figli dello<br />

stesso papà, Dio -; quando <strong>Giovanni</strong> Paolo I ha detto<br />

che Dio è un papà e una mamma, si sono scandalizzati.<br />

Veramente questo catechista aveva capito che siamo<br />

tutti figli della stessa madre. Un’altra volta uno mi<br />

chiama sulla strada, quando c’è stata la rivoluzione<br />

degli studenti in Francia<br />

Mario: Nel ‘68<br />

Angelo: Sì, nel ‘68; - Don Angelo, hai sentito gli<br />

studenti in Francia fanno sciopero perché sono solidali<br />

con noi conta<strong>di</strong>ni, coi poveri -; un altro mi chiama e<br />

mi <strong>di</strong>ce: - Hai sentito cosa è successo -; - No - ; <strong>di</strong>ce<br />

che è uscita adesso la moda unisexy, - Per noi poveri è<br />

una meraviglia, perché io posso usare i vestiti della mia<br />

donna e la donna i miei vestiti -.<br />

Mi ricordo sempre quando è morta una giovane <strong>di</strong><br />

15 anni, era a Belen a stu<strong>di</strong>are, per una tubercolosi, si<br />

chiamava Maria Auxiliadora. La mamma, un dolore<br />

grande, la mamma, se non è morta adesso è ancora viva,<br />

<strong>di</strong> questa ragazza <strong>di</strong>sse: - Dio mi ha dato con mio marito<br />

questa figlia, adesso lui ha avuto bisogno <strong>di</strong> questa mia<br />

figlia e me l’ha portata via. Che lei dal para<strong>di</strong>so continui<br />

a bene<strong>di</strong>re tutti noi !-. Una fede, un dolore come quello<br />

della Madonna sotto la croce. Bello. Tanti fatti. Ho<br />

questo ottimismo.<br />

(Intervista effettuata da Mario Gecchele a mons. Angelo<br />

Rivato il 13 giugno 2005 in contrada Rivati)<br />

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In anni ormai lontani poteva capitare che un<br />

sacerdote trascorresse tutta la sua esistenza <strong>di</strong> prete in<br />

un’unica parrocchia: è il caso <strong>di</strong> don <strong>Giovanni</strong> Allegri che,<br />

or<strong>di</strong>nato nel giugno del 1948, entrò come cappellano a<br />

Tezze <strong>di</strong> Arzignano il 1° settembre dello stesso anno e vi<br />

rimase per tutta la vita, appunto come cappellano fino al<br />

1966, poi come parroco per il resto della sua vita.<br />

Don <strong>Giovanni</strong> Battista Allegri era nato a <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong><br />

<strong>Ilarione</strong>, precisamente in contrada Zini, il 30 luglio 1924<br />

da Augusto e Amabile Lovatin, e dopo le elementari<br />

aveva preso la via del Seminario <strong>di</strong> Vicenza, dove fu<br />

or<strong>di</strong>nato all’età <strong>di</strong> 24 anni.<br />

Il giovane sacerdote entrò ben presto in sintonia con<br />

la gente <strong>di</strong> Tezze e con il parroco don Pietro Ronconi,<br />

con il quale collaborò fin dall’inizio nell’impresa che<br />

coinvolse tutta la popolazione per quasi un decennio: la<br />

costruzione della nuova chiesa parrocchiale, inaugurata<br />

dal vescovo ausiliare Carlo Fanton il 15 settembre 1962,<br />

a cui si aggiunse, subito dopo, la costruzione della nuova<br />

canonica.<br />

Grazie anche alla collaborazione con l’anziano parroco,<br />

don <strong>Giovanni</strong> era quin<strong>di</strong> pronto per assumere la<br />

guida della comunità, cosa che avvenne alla scomparsa <strong>di</strong><br />

don Ronconi, avvenuta nel novembre del 1966. Trascorso<br />

un anno in cui la carica venne assegnata al cappellano<br />

pro tempore, il 24 settembre 1967 don <strong>Giovanni</strong><br />

fece il suo ingresso come parroco in una giornata che<br />

ancora oggi molti citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Tezze ricordano bene: il<br />

corteo che proveniva da <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> era composto<br />

da un centinaio <strong>di</strong> automobili, festosamente accolto<br />

nel piazzale del monumento dalle autorità comunali al<br />

gran completo e da una folla che accompagnò poi in<br />

chiesa il loro nuovo pastore, che conoscevano da ormai<br />

vent’anni e che stimavano al punto da fargli trovare<br />

come regalo, per l’occasione, una nuova Fiat 850, alla<br />

fine dalla cerimonia. In onore del festeggiato vi fu anche<br />

un’accademia allestita dalla locale scuola materna e, a<br />

sera, un concerto del coro <strong>di</strong> Trissino.<br />

Sebbene la parrocchia non potesse più <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong><br />

un cappellano, don <strong>Giovanni</strong> intensificò l’impegno a<br />

servizio della comunità, sfruttando al meglio l’aiuto,<br />

spesso temporaneo, <strong>di</strong> vari coa<strong>di</strong>utori, fra cui l’anziano<br />

don Giacobbe Mettifogo, che dopo il ritiro dall’attività<br />

pastorale per motivi <strong>di</strong> salute, trascorse a Tezze gli ultimi<br />

sei anni fraternamente assistito dal parroco. Ma fra i tanti<br />

“aiutanti” del parroco – e in questo don <strong>Giovanni</strong> fu tra<br />

i primi in assoluto – vanno ricordati anche i sacerdoti<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Un giovane don <strong>Giovanni</strong> Allegri, ancora cappellano<br />

stranieri, per lo più in<strong>di</strong>ani, chiamati a sostenere l’azione<br />

liturgica soprattutto nei momenti più impegnativi<br />

dell’anno. Fervevano intanto i lavori per le numerose<br />

opere avviate: nell’ottobre 1979 la scuola materna “Oliva<br />

Marcheluzzo”, già retta dall’ente religioso attraverso le<br />

suore maestre <strong>di</strong> S. Dorotea, venne formalmente donata<br />

da parte del comune e costituì uno dei car<strong>di</strong>ni dell’azione<br />

educativa <strong>delle</strong> nuove generazioni; vennero realizzate<br />

le rifiniture interne alla nuova chiesa, abbellita negli<br />

anni ’80 con le opere del pittore <strong>Giovanni</strong> Fiore Fiorini,<br />

pregevoli tele dalle <strong>di</strong>mensioni notevoli che servirono a<br />

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vivacizzare l’ambiente interno dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

Dal 1977 al 1983 fu la volta della Casa della comunità<br />

e degli attigui impianti sportivi, vero e proprio centro <strong>di</strong><br />

raccolta per le attività parrocchiali e per la gioventù in<br />

particolare: i locali della Casa della comunità non furono<br />

pensati solo per il catechismo – attività pastorale che<br />

rimase comunque al centro dell’azione <strong>di</strong> don <strong>Giovanni</strong><br />

– ma anche per le iniziative ricreative, come il piccolo<br />

teatro ricavato all’interno, il bar e la casa del custode,<br />

mentre attorno al campetto sportivo sorgevano i primi<br />

campi da tennis, da basket e da pallavolo.<br />

Con<strong>di</strong>videndo con i propri fedeli la comune devozione<br />

per sant’Agata, patrona della comunità, dal 1986<br />

l’attenzione del parroco si concentrò sul restauro della<br />

vecchia chiesa parrocchiale, bisognosa <strong>di</strong> intervento<br />

nelle strutture e nella pala, <strong>di</strong> scuola del Maganza,<br />

che ricorda l’asse<strong>di</strong>o al castello <strong>di</strong> Arzignano del 1413<br />

da parte degli Ungari e il relativo voto fatto alla santa<br />

catanese, motivo per cui fu e<strong>di</strong>ficata la chiesa stessa: i<br />

lavori si prolungarono fino al 1993, ma servirono per<br />

restituire in tutta la sua bellezza alla citta<strong>di</strong>nanza un<br />

gioiello architettonico che rischiava <strong>di</strong> andare perduto.<br />

Don Govanni Allegri a Sotto il Monte, a fianco del fratello <strong>di</strong><br />

Papa <strong>Giovanni</strong> XXIII<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Don <strong>Giovanni</strong> Allegri fra i giovani <strong>di</strong> Tezze<br />

Nella nuova chiesa intanto si pensava ad inaugurare<br />

le nuove campane (nel 1990) e alla realizzazione del<br />

nuovo altare, opera in marmo scolpita dall’artista<br />

Sammartin fra il ’96 e il ’97, a cui fecero seguito due<br />

bassorilievi negli altari laterali della Madonna e <strong>di</strong> S.<br />

Agata. Erano però giunti anche gli ultimi anni <strong>di</strong> vita per<br />

don <strong>Giovanni</strong> Allegri, che non fece in tempo a vedere la<br />

posa dell’ambone, anch’esso in marmo scolpito, frutto<br />

(come molti altri lavori) della generosità <strong>di</strong> alcuni privati<br />

citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Tezze, presso i quali don <strong>Giovanni</strong> godeva <strong>di</strong><br />

totale fiducia e stima.<br />

Colpito da un’embolia cerebrale il 9 <strong>di</strong>cembre 1997<br />

e subito ricoverato all’ospedale <strong>di</strong> Arzignano, vi morì<br />

tre giorni dopo, fra l’unanime compianto <strong>di</strong> chi l’aveva<br />

conosciuto ed apprezzato.<br />

Ma al <strong>di</strong> là <strong>delle</strong> opere materiali, il sacerdote venuto<br />

da <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong> è ancor oggi ricordato per<br />

aver dato vita e sostenuto un’intensa attività in campo<br />

ricreativo e pastorale, riuscendo a riunire in vivacissimi<br />

gruppi i giovani <strong>di</strong> allora, molti dei quali ancor oggi sono<br />

attivi in parrocchia: memorabili rimangono le numerose<br />

gite allestite nel corso degli anni. Esemplare in tal senso<br />

fu anche l’impegno profuso da don <strong>Giovanni</strong> nell’ambito<br />

della musica sacra, valorizzando al massimo grado il coro<br />

parrocchiale ma promuovendo anche il canto giovanile,<br />

con l’organizzazione <strong>di</strong> recite e rappresentazioni che<br />

coinvolgevano un gran numero <strong>di</strong> persone. Ancor oggi,<br />

a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tanti anni la rassegna <strong>di</strong> cori parrocchiali<br />

allestita in occasione della Festa <strong>di</strong> S. Agata è a lui<br />

intitolata.<br />

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È una figura <strong>di</strong> missionario poco conosciuta in paese,<br />

vuoi per il tempo trascorso, vuoi per le vicissitu<strong>di</strong>ni<br />

della guerra e per aver qualche notizia atten<strong>di</strong>bile si è<br />

setacciato nella memoria dei nipoti, ai quali va un plauso<br />

per la <strong>di</strong>sponibilità ed accoglienza.<br />

Fratello Maurizio Bacco, e lo chiameremo sem-pre<br />

fratello, perché non ha mai voluto giungere al sacerdozio<br />

all’interno della famiglia francescana, nasce ai Bacchi <strong>di</strong><br />

<strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong> il 9 luglio 1909, figlio <strong>di</strong> Augusto<br />

Antonio e <strong>di</strong> Barro Elisabetta Regina, trevigiana originaria<br />

<strong>di</strong> Arcade. Papà con ogni probabilità è carabiniere in<br />

questa citta<strong>di</strong>na della marca trevigiana ed incontra quella<br />

giovane maestra e subito se ne innamora e la sposa,<br />

tornando nella casa paterna. Qui insieme danno origine<br />

ad una grande famiglia, 11 figli tra maschi e femmine,<br />

una vera tribù. Il nostro fratello Maurizio è il quinto in<br />

or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> arrivo, ma il primo dei maschietti e gli viene<br />

imposto il nome <strong>di</strong> Gino. È un ragazzino buono, docile,<br />

pronto all’obbe<strong>di</strong>enza, sempre <strong>di</strong>sposto a sacrificarsi<br />

per gli altri. In casa si vive in un clima <strong>di</strong> comprensione<br />

ed amore, seguendo i principi <strong>di</strong> onestà, <strong>di</strong> operosità e<br />

<strong>di</strong> preghiera. Non si conosce la data nella quale Gino<br />

chiede <strong>di</strong> entrare a far parte della comunità francescana,<br />

certamente viene catturato dal messaggio che i frati<br />

cercatori, nei perio<strong>di</strong>ci giri per la questua, seminano fra<br />

la gente, specialmente tra i ragazzi. A Chiampo rimane<br />

estasiato dall’or<strong>di</strong>ne che vi regna, dall’amore e dalla<br />

devozione per la Madonna. É pure incantato e cerca <strong>di</strong><br />

imitare le virtù e il cammino verso la perfezione <strong>di</strong> Fra’<br />

Clau<strong>di</strong>o Granzotto, il fratello scultore che sta costruendo<br />

la grotta <strong>di</strong> Lourdes e che sta pure salendo l’ultimo dei<br />

gra<strong>di</strong>ni della santità. Richiesto <strong>di</strong> operare a Pola, allora<br />

terra italiana in Jugoslavia, accetta volentieri <strong>di</strong> mettersi<br />

al servizio <strong>di</strong> quella comunità francescana e <strong>di</strong> quelle<br />

popolazioni <strong>di</strong> chiara ori-gine veneziana. È una comunità<br />

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Fratel ratel M MMaurizio<br />

aurizio B BBacco<br />

acco<br />

La semplicità degli ultimi<br />

ma qui fratello Maurizio si trova perfettamente a suo<br />

agio. I frati sono visti volentieri, persone simpatiche e<br />

povere in mezzo ai poveri. A turbare questo clima <strong>di</strong><br />

operosità e <strong>di</strong> collaborazione arriva la guerra. É una guerra<br />

senza regole, da entrambe le parti. Le truppe partigiane,<br />

regolari e non, <strong>di</strong> Tito avanzano facendo terra bruciata<br />

<strong>di</strong> quanto sa e ricorda l’esercito occupante italiano e<br />

tedesco. Anche per i frati iniziano i “misteri dolorosi”.<br />

Su un’isoletta, davanti a Pola, il frate superiore sta<br />

molto male, gli altri confratelli scappano e solo fratello<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

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Maurizio si offre ad assisterlo fino alla morte. Rientra<br />

poi nel convento <strong>di</strong> Pola e si mette a <strong>di</strong>sposizione della<br />

scarna comunità <strong>di</strong> confratelli che qui si è ricostituita,<br />

ma il clima politico è molto cambiato, <strong>di</strong>venendo<br />

decisamente ostile. Il monastero viene bruciato, i frati<br />

più importanti deportati. Possono rimanere solo tre frati,<br />

ritenuti i più insignificanti, a voler <strong>di</strong>mostrare che il regime<br />

non perseguita la Chiesa. Fratel Maurizio ha salva la vita<br />

grazie all’intervento <strong>di</strong> influenti personalità della città.<br />

Si va avanti così, con continui ed asfissianti controlli, si<br />

aspetta sempre che la polizia politica vada a prenderli. La<br />

gente invece è buona nei loro confronti, dà quello che ha,<br />

quello che può, sottraendolo al fabbisogno quoti<strong>di</strong>ano.<br />

Anche se formalmente non contrario alla religione, il<br />

regime comunista instaurato da Tito in pratica cerca <strong>di</strong><br />

ostacolare ogni pratica o manifestazione religiosa. I frati<br />

possono restare dentro il convento, ma non possono<br />

uscire indossando l’abito francescano, è permesso solo il<br />

vestito della gente comune. La maggior parte <strong>di</strong> coloro<br />

che escono non fanno più ritorno, spariscono nel nulla,<br />

requisiti dalla polizia <strong>di</strong> regime.<br />

Il nostro protagonista viene maltrattato e può<br />

rientrare in patria solo 20 anni dopo la fine della guerra,<br />

quando le maglie della repressione cominciano un po’<br />

ad ammorbi<strong>di</strong>rsi. Nel contempo, però può comunicare<br />

con la famiglia <strong>di</strong> origine, chiede notizie e saputo che<br />

la moglie <strong>di</strong> Roberto, suo fratello più giovane, aspetta<br />

un figlio, chiede che al nascituro venga imposto il nome<br />

<strong>di</strong> Maurizio e ben volentieri in questo desiderio viene<br />

assecondato, così pure come era stato in precedenza<br />

accontentato, quando aveva manifestato alla sorella<br />

Maria, sposa <strong>di</strong> Massimo Lovatin e madre <strong>di</strong> quattro<br />

sacerdoti scalabriniani, il desiderio <strong>di</strong> dare il nome <strong>di</strong><br />

Danilo al bambino che le stava per venire al mondo.<br />

Quando rientra a casa è molto <strong>di</strong>magrito, quasi<br />

uno scheletro, indossa un saio tutto rattoppato e a<br />

chi gli fa notare questo risponde che <strong>San</strong> Francesco<br />

certamente non aveva una veste migliore. Si meraviglia<br />

dell’abbondanza che si trova in Italia, e siamo solo nel<br />

1964, figurarsi poi…, visita le famiglie dei fratelli e <strong>delle</strong><br />

sorelle accresciute dai nuovi arrivati, porta ai giovani<br />

nipoti tutta la sua semplicità e simpatia. Raccoglie e fa<br />

incetta dei mozziconi <strong>di</strong> sigaro (“tochi de toscan”) che<br />

<strong>di</strong> Danese Anna e C.<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

trova, per portarseli in convento, ai confratelli abituati a<br />

fumare, come anche lui si è abituato durante la guerra. È<br />

una specie <strong>di</strong> piccolo tesoro. Ed ogni volta che rientra in<br />

famiglia i fratelli si ricordano sempre <strong>di</strong> mettergli nella<br />

borsa alcune scatole <strong>di</strong> profumati sigari, che vengono<br />

successivamente con<strong>di</strong>visi con i confratelli stessi e<br />

fumati con parsimonia. In un momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><br />

salute chiede <strong>di</strong> poter essere richiamato nel convento<br />

<strong>di</strong> Chiampo, ma non viene accontentato dai Superori.<br />

Allora rimane sempre là, a Pola, a testimoniare la povertà<br />

e la semplicità francescana. Ogni 7-8 anni rientra in<br />

famiglia, si rifornisce <strong>di</strong> roba, <strong>di</strong> scarpe nuove che poi<br />

dà in beneficenza, per lui bastano ed avanzano i sandali<br />

ormai consunti e il saio rattoppato. Dopo la morte <strong>di</strong><br />

Tito il clima politico cambia, il convento rifiorisce con<br />

l’arrivo <strong>di</strong> nuovi frati da Chiampo e anche locali.<br />

I nipoti, Agostino in primis, con la mamma, adesso<br />

che possono, vanno a fargli visita, ospitati da famiglie del<br />

posto, ma sempre sotto il controllo della polizia. Quanta<br />

povertà! Manca quasi tutto, soprattutto il formaggio e il<br />

caffè. Alla proposta <strong>di</strong> poter rientrare a Chiampo da parte<br />

dei Superiori, adesso fratel Maurizio risponde <strong>di</strong> no e<br />

continua la sua vita semplice e trasparente, lontano dal<br />

lusso e dalle como<strong>di</strong>tà. Qui lo coglie sorella morte il 15<br />

luglio 1983. Viene annunciato il suo decesso al nipote<br />

Agostino per telefono. Egli parte subito con la mamma<br />

alla volta <strong>di</strong> Pola. Rifornitosi <strong>di</strong> viveri a Trieste, arriva<br />

a destinazione mentre è in corso la S.Messa <strong>delle</strong> 6.00<br />

del mattino. Lo zio è già chiuso nella bara. Non avendo<br />

egli espresso nessuna volontà circa la sua sepoltura,<br />

Agostino decide, a spese dei nipoti, <strong>di</strong> portarlo in Italia,<br />

fargli rivisitare da morto per l’ultima volta la contrà dei<br />

Bacchi, per poi tumularlo, dopo il funerale a Castello<br />

officiato dal parroco don Adelio Mantiero, nella tomba<br />

<strong>di</strong> famiglia nel locale cimitero. Fratello Maurizio è stato<br />

testimone <strong>di</strong> un’epoca <strong>di</strong>versa, forse ormai lontana,<br />

che la storia tende a <strong>di</strong>menticare, invece è giusto ed è<br />

pure dovere storico ricordare la figura <strong>di</strong> questo fratello<br />

francescano un po’ <strong>di</strong>messo, che ha vissuto in mezzo<br />

alla tempesta comunista, ma che ha saputo mantenersi<br />

sempre fedele nel portare avanti la semplicità, il candore<br />

e il messaggio del Poverello <strong>di</strong> Assisi.<br />

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11-15 ottobre 2012


77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Don on L LLino<br />

ino C CCoffe<br />

offe offeLe<br />

Il parroco <strong>di</strong> <strong>San</strong> Bortolo <strong>di</strong> Arzignano<br />

Ad Arzignano gli hanno de<strong>di</strong>cato una via e su <strong>di</strong> lui<br />

è stato scritto perfino un libro, in occasione dei primi<br />

40 anni <strong>di</strong> permanenza nella parrocchia <strong>di</strong> <strong>San</strong> Bortolo:<br />

basterebbe questo per capire come don Lino Coffele abbia<br />

ricoperto un ruolo rilevante nella comunità parrocchiale<br />

arzignanese e come il suo ricordo sia ancora vivo fra la<br />

gente del posto.<br />

Nato a <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong>, nella parte superiore<br />

della contrada Marcazzani (comunemente detta<br />

“Rampini”), l’8 settembre 1914 da Augusto e Adele Pozza,<br />

Adelino Leone Coffele (questo il nome <strong>di</strong> battesimo)<br />

vede la sua vita segnata fin dai primi anni dalla per<strong>di</strong>ta<br />

del padre, caduto mentre soldato <strong>di</strong>fendeva la patria<br />

sull’Ortigara: grazie alla piccola pensione <strong>di</strong> guerra<br />

la madre può accompagnare la crescita del figlio ed<br />

assecondare il desiderio <strong>di</strong> entrare in seminario, da dove<br />

esce al completamento degli stu<strong>di</strong>, l’11 giugno 1938,<br />

quando è or<strong>di</strong>nato sacerdote dal vescovo Fer<strong>di</strong>nando<br />

LAVORI EDILI<br />

BESCHIN<br />

AUGUSTO<br />

Rodolfi.<br />

Il suo primo impegno pastorale, come cappellano,<br />

è a Sarcedo, dove rimane dal 1938 al 1942; trascorre<br />

quin<strong>di</strong> un biennio a Noventa Vicentina, dal ’42 al ’44,<br />

per approdare infine a <strong>San</strong> Bortolo <strong>di</strong> Arzignano.<br />

L’arrivo nella nuova parrocchia – amava ripetere don<br />

Lino – avvenne in bicicletta da Noventa Vicentina, era<br />

l’antivigilia del Natale 1944, in piena guerra mon<strong>di</strong>ale,<br />

tra i mille pericoli che incombevano sulla popolazione:<br />

ciò malgrado il vecchio parroco don Basilio De Rosso<br />

volle egualmente celebrare la messa <strong>di</strong> mezzanotte, e<br />

il giovane cappellano trascorse tutta la serata dentro il<br />

confessionale, al punto “da uscirne mezzo stor<strong>di</strong>to, ma<br />

sod<strong>di</strong>sfatto”.<br />

Tre anni dopo spetterà a lui chiudere gli occhi<br />

all’amato parroco e sostituirlo alla guida della comunità<br />

<strong>di</strong> <strong>San</strong> Bortolo: il 16 novembre 1947, giungendo da<br />

Vicenza accompagnato dal vescovo Carlo Fanton, viene<br />

accolto dai suoi parrocchiani che gli fanno ala fino alla<br />

chiesa. Il festoso corteo è aperto dalla fanfara e dalle<br />

autorità citta<strong>di</strong>ne, mentre tutt’intorno è un susseguirsi<br />

ininterrotto <strong>di</strong> scriscioni e archi floreali. Dopo la messa,<br />

ad aspettarlo c’è un rinfresco aperto a tutti, nel corso<br />

del quale gli viene fatto dono, a nome dei parrocchiani,<br />

<strong>di</strong> una nuova e rombante moto Guzzi, che sostituirà<br />

la bicicletta. Già da allora, a sostenere il suo servizio<br />

pastorale vi sarà sempre la presenza, in qualità <strong>di</strong><br />

perpetua, della fedele cugina Anna Pozza.<br />

Il dopoguerra, con i suoi mille strascichi <strong>di</strong> vendette<br />

e ripicche personali, vede don Coffele ben fermo<br />

sulla strada della riconciliazione, ma anche della<br />

riaffermazione dei valori cristiani: sono soprattutto i<br />

giovani ad essergli vicino in questi primi momenti, con<br />

i quali dà avvio a <strong>di</strong>verse attività socio-ricreative che<br />

costituiscono motivo <strong>di</strong> aggregazione anche per i fedeli<br />

<strong>di</strong> altre parrocchie. Sono gli anni del passaggio della<br />

Madonna Pellegrina (1949) e dell’Anno <strong>San</strong>to (1950),<br />

che vede anche un nutrito gruppo <strong>di</strong> parrocchiani,<br />

guidati da don Lino, recarsi in pellegrinaggio a Roma.<br />

Gli anni ’50 si svolgono all’insegna dei primi importanti<br />

interventi alle strutture e<strong>di</strong>lizie: nel ’53 viene ristrutturata<br />

la canonica, rimessa a nuovo la casa della Dottrina<br />

Cristiana, nel ’58 viene costruita una cappella de<strong>di</strong>cata<br />

alla Madonna <strong>di</strong> Lourdes, un anno dopo tocca al vecchio<br />

organo essere sostituito, a tutto vantaggio <strong>delle</strong> funzioni<br />

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liturgiche. I lavori continuano nel decennio successivo<br />

con la collocazione <strong>delle</strong> nuove campane (portate da tre<br />

a sei), l’istallazione dell’impianto <strong>di</strong> riscaldamento della<br />

chiesa, la costruzione del massiccio muro <strong>di</strong> sostegno<br />

alla chiesa stessa e dell’ampia scalinata in porfido.<br />

Nel ’68 ha inizio la costruzione della nuova Casa<br />

della Dottrina, non senza qualche polemica per motivi<br />

<strong>di</strong> carattere “panoramico”, ma a lavoro ultimato<br />

l’e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong>venta un punto <strong>di</strong> incontro <strong>di</strong> interesse<br />

pubblico soprattutto per le nuove generazioni, tanto da<br />

ospitare, per qualche anno, perfino la scuola elementare.<br />

Negli anni ’70 si eseguono importanti ritocchi alle guglie<br />

della chiesa, che vengono rimosse e sostituite, mentre<br />

il decennio successivo si fa notare per il crescente<br />

interesse dell’impegno giovanile per i temi sociali e<br />

missionari: sorge il gruppo “Il Messaggio-giovani <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />

Bortolo” e prende avvio la pubblicazione del perio<strong>di</strong>co<br />

“Il Campanile”, tutte iniziative sostenute fortemente da<br />

don Lino, come lo sarà nel 1983 la costruzione <strong>di</strong> una<br />

imponente croce marmorea sulla cima del monte Sese, a<br />

chiusura dell’anno santo straor<strong>di</strong>nario, in collaborazione<br />

con i marinai della sezione <strong>di</strong> Arzignano.<br />

Nasce in questi anni, su iniziativa del gruppo “Il<br />

Messaggio”, una serie <strong>di</strong> attività a carattere culturale,<br />

come la rappresentazione della Via Crucis vivente e,<br />

subito dopo, la costruzione del villaggio <strong>di</strong> Betlemme<br />

per un Presepio vivente: due iniziative che <strong>di</strong> anno<br />

in anno registrano un continuo arricchimento e<br />

perfezionamento, tanto da <strong>di</strong>ventare fra le attrazioni<br />

più attese ed apprezzate della zona anche nei decenni<br />

successivi.<br />

Il 16 <strong>di</strong>cembre 1984 la sua amata comunità gli riserva<br />

una giornata del tutto straor<strong>di</strong>naria: sono trascorsi 40<br />

anni esatti da quando, in biciletta e nel freddo pungente<br />

<strong>di</strong> un <strong>di</strong>cembre ormai lontano, il giovane cappellano<br />

era arrivato a <strong>San</strong> Bortolo <strong>di</strong> Arzignano. L’occasione<br />

è festeggiata con calore da tutti i parrocchiani, che<br />

nel presentargli il volumetto scritto in suo onore gli<br />

de<strong>di</strong>cano queste significative parole: “Ecco, don Lino,<br />

perché Ti vogliamo bene: Ti vogliamo bene per il tuo<br />

Vangelo, per la tua bontà, per la tua generosità e vorremmo<br />

che dappertutto la Parola <strong>di</strong> Dio, come tu sempre hai fatto,<br />

venisse calata come Gesù la portò ai Suoi <strong>di</strong>scepoli. Resta con<br />

noi, resta così”.<br />

Anche gli ultimi tre anni <strong>di</strong> vita trascorrono<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Il neo-parroco don Lino entra nella parrocchia <strong>di</strong> S. Bortolo<br />

(1947)<br />

nell’attenzione premurosa verso i propri fedeli, sostenuto<br />

negli ultimi mesi – quelli in cui attraversa il suo personale<br />

calvario <strong>di</strong> malattia e sofferenza – da don Mario Rizzo,<br />

che poi lo sostituirà alla guida della parrocchia.<br />

Don Lino Coffele si spegne il 7 giugno 1987, ponendo<br />

fine a 49 anni <strong>di</strong> intenso servizio pastorale, <strong>di</strong> cui 43<br />

de<strong>di</strong>cati a quella che era <strong>di</strong>ventata definitivamente la<br />

“sua” gente <strong>di</strong> <strong>San</strong> Bortolo.<br />

Dario Bruni<br />

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ed innalza gli umili, perché nella piccola frazione <strong>di</strong><br />

Cattignano ha fatto veramente il “pieno” <strong>di</strong> operai al<br />

Suo servizio nel corso del XX secolo e padre Valerio Gecchele<br />

è uno dei primi e dei più rappresentativi. Nasce ai<br />

Salgari <strong>di</strong> Cattignano, figlio <strong>di</strong> Benvenuto Augusto Gecchele,<br />

eroe della prima guerra mon<strong>di</strong>ale e che i segni li<br />

porta ancora zoppicando, per quella fucilata ricevuta ad<br />

un piede. È il quarto in una famiglia <strong>di</strong> 8 figli, 7 maschi e<br />

1 femmina, la mamma Adelaide Lovato muore <strong>di</strong> parto,<br />

dando alla luce l’ultimo nato. Al fonte battesimale gli<br />

viene imposto il nome <strong>di</strong> Gelindo.<br />

La sua vita pertanto è subito in salita. Nato il 17 febbraio<br />

1917, è catturato dal messaggio <strong>di</strong> semplicità, <strong>di</strong> serenità<br />

e <strong>di</strong> allegria dei frati della vicina pieve <strong>di</strong> Chiampo<br />

che perio<strong>di</strong>camente passano per la questua. Sono poveri,<br />

sono scalzi, ma sono tanto felici. Il nostro ragazzo, dopo<br />

la scuola elementare, il 20 <strong>di</strong>cembre 1929 entra nel collegio<br />

<strong>di</strong> Chiampo, per seguire quella strada che fin da<br />

piccolo l’ha sempre attratto. Dopo 4 anni passa a <strong>San</strong><br />

Francesco del Deserto per il noviziato e, trascorso l’anno<br />

<strong>di</strong> prova, emette i primi voti il 4 ottobre 1933, ricorrenza<br />

<strong>di</strong> <strong>San</strong> Francesco ed Anno santo. Dopo il liceo e gli stu<strong>di</strong><br />

approfon<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> filosofia e teologia, stu<strong>di</strong> durante i quali<br />

evidenzia la sua caparbia tenacia <strong>di</strong> riuscire e <strong>di</strong> superare<br />

ogni ostacolo, viene consacrato sacerdote il 26 maggio<br />

1940 a Vittorio Veneto. La famiglia sua, il papà, sono<br />

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21ª Mostra dell’Artigia<br />

Giovedì 11<br />

Ore 20.30 Presso il teatro parrocchiale convegno sul tema:<br />

“Le sfide del vino tra nuove regole e nuovi mercati”<br />

Venerdì 12<br />

Ore 21.00 Piazza della Chiesa Afro City Stargate Sotto le Stelle<br />

con DJ YANO e Live Percussion Kuma<br />

Sabato 13<br />

Ore 16.00 Ricevimento <strong>delle</strong> Autorità presso la sede municipale e Sfilata con la Banda<br />

Musicale “GIUSEPPE VERDI” <strong>di</strong> Montecchia <strong>di</strong> Crosara e S. <strong>Giovanni</strong> Il.<br />

Ore 16.30 Visita agli stands della Mostra Artigianale in piazza Aldo Moro e alle mostre<br />

<strong>di</strong> pittura<br />

Ore 17.00 Inaugurazione del Rifacimento Gra<strong>di</strong>nata piazza Martiri e Castagnata<br />

per tutti<br />

Ore 21.00 Piazza della Chiesa Val d’Alpone in Movimento con REPINO DJ voice<br />

SAMA & GINO TOMBARA alle percussioni<br />

Mostra Itinerante<br />

“I <strong>Pro</strong>messi Sposi”<br />

<strong>di</strong> Alessandro Manzoni<br />

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11-15 ottobre 2012<br />

Domenica 14<br />

Ore 14.30 Sfilata per le vie del paese della Banda Musicale “GIUSEPPE VERDI”<br />

con le Conta<strong>di</strong>nelle in costumi tipici.<br />

Ore 15.00 Spettacolo per bambini <strong>di</strong> arte circense con “SuperVik Funambolik”<br />

Ore 16.00 Cerimonia ufficiale <strong>di</strong> consegna da parte dell’AVIS, in collaborazione con CRI<br />

<strong>di</strong> un defibrillatore alle Società sportive <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong><br />

Ore 16.30 “Battitura <strong>delle</strong> <strong>Castagne</strong>” nel castagneto con degustazione <strong>di</strong> “Polenta<br />

e Scopeton” per tutti i presenti<br />

Ore 17.00 La tra<strong>di</strong>zione in piazza con giochi tipici con la pigiatura dell’uva e la presenza<br />

<strong>delle</strong> cantine<br />

Ore 18.30 Happy Hour con ricco buffet per tutti<br />

Ore 20.30 SAN GIOVANNI IN MOSTRA 2ª E<strong>di</strong>zione<br />

Ore 23.00 DJ COFFEE con musica a 360° sotto le stelle<br />

Lunedì 15<br />

Ore 10.00 Piazza A. Moro Dimostrazione pratica della Lavorazione del formaggio<br />

Dimostrazioni <strong>di</strong> risparmio energetico con Energie alternative<br />

Ore 21.00 Serata musicale con l’orchestra Spettacolo “MARCO E I NIAGARA” ballo<br />

liscio su pista, musica anni 60-70-80 e latino americano<br />

21ª Mostra<br />

Impresa Artigianale<br />

Mostra <strong>di</strong> Pittura<br />

presso Casa Trevisan<br />

Domenica Pomeriggio<br />

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Tema “La <strong>Sagra</strong> <strong>delle</strong><br />

<strong>Castagne</strong>”<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

orgogliosi <strong>di</strong> questo figlio e fratello che, pur mingherlino<br />

nel fisico, sa affrontare e superare ogni <strong>di</strong>fficoltà. La sua<br />

or<strong>di</strong>nazione sacerdotale viene pure a colmare un vuoto e<br />

a portare una luce <strong>di</strong> conforto nella medesima famiglia:<br />

il 6 gennaio 1940, infatti, il fratello Marcello aveva perso<br />

la vita in un incidente <strong>di</strong> caccia, all’età <strong>di</strong> 20 anni. Il nostro<br />

novello sacerdote ha ancora le mani che profumano<br />

dell’olio della consacrazione che il 10 giugno scoppia la<br />

guerra. Inizialmente sembra una guerra lontana e il nostro<br />

Gelindo, <strong>di</strong>venuto padre Valerio dopo il noviziato,<br />

torna sui libri per un anno de<strong>di</strong>candosi allo stu<strong>di</strong>o della<br />

sacra eloquenza a Venezia.<br />

Intanto la necessità <strong>di</strong> assistenza spirituale per le<br />

truppe al fronte inducono l’esercito a chiedere la <strong>di</strong>sponibilità<br />

<strong>di</strong> sacerdoti anche alla provincia francescana veneta,<br />

la quale offre i suoi figli migliori. Ecco allora padre<br />

Valerio vestire la <strong>di</strong>visa, prestare servizio come cappellano<br />

militare a Caserta nel 1943, per poi passare l’anno<br />

successivo a bordo <strong>delle</strong> navi militari Caio Duilio, Cesare<br />

Augusto e Cristoforo Colombo, <strong>di</strong> stanza nella rada<br />

<strong>di</strong> Taranto. Diviene il confidente ed amico dei marinai e<br />

del personale tutto, presta la propria opera <strong>di</strong> soccorso ai<br />

molti morti e feriti in seguito all’attacco alle navi da parte<br />

<strong>delle</strong> potenze alleate. L’esperienza della guerra lascia<br />

in questo figlio <strong>di</strong> <strong>San</strong> Francesco, uomo <strong>di</strong> pace, un’impronta<br />

incancellabile. D’ora in avanti nella sua vita sarà<br />

sempre un alfiere della pace, della giustizia ed un fiero<br />

avversario <strong>di</strong> ogni sopruso. Terminata la guerra, rientra<br />

in convento e matura l’idea <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi totalmente agli<br />

altri in prima persona e partire missionario. Innumerevoli<br />

sono le richieste <strong>di</strong> sacerdoti nelle terre <strong>di</strong> missione,<br />

ma dal Centro America arriva pressante la richiesta dei<br />

Padre Valerio e la sua passione per l’astronomia<br />

vescovi alla provincia veneta per poter subito <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong><br />

giovani missionari. Padre Valerio è un po’ dubbioso sulla<br />

destinazione, si apre e si confida con il confratello fra’<br />

Clau<strong>di</strong>o Granzotto, il famoso scultore della grotta alla<br />

Pieve <strong>di</strong> Chiampo e oggi beato, il quale gli risponde (e<br />

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sono le testuali parole riportate da padre Valerio stesso)<br />

“Fa’ quello che il Signore ti in<strong>di</strong>cherà questa notte”, e<br />

nella notte nel sogno arriva El Salvador. I dubbi sono fugati<br />

e si parte, arrivando l’11 febbraio 1948 a El Salvador.<br />

Dopo un breve appren<strong>di</strong>stato presso il seminario maggiore<br />

con la lingua spagnola, che a chi parla il <strong>di</strong>aletto<br />

veneto non crea eccessive <strong>di</strong>fficoltà, si vede affidata la<br />

sua prima comunità, a Tejutla. La gente accoglie il nuovo<br />

sacerdote con entusiasmo e grande cor<strong>di</strong>alità. Si mette<br />

subito all’opera con l’entusiasmo conta<strong>di</strong>no, imparato<br />

dal papà, quando <strong>di</strong>ssodava la terra per un raccolto migliore<br />

e più abbondante.<br />

Fa ri<strong>di</strong>pingere la vecchia chiesa, anche per catturare<br />

spiritualmente l’anima e la sensibilità amerinda, costruisce<br />

con l’aiuto <strong>di</strong> tutti un grande salone per le riunioni,<br />

mette mano e fa ricostruire il convento. Capisce che il<br />

futuro della piccola, ma attiva nazione del Centro America,<br />

è la gioventù e per questo riorganizza ra<strong>di</strong>calmente la<br />

locale Azione Cattolica, la quale raggiungerà il considerevole<br />

numero <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 300 aderenti. Nelle località vicine,<br />

<strong>di</strong> sua pertinenza, costruisce oratori per i giovani, per<br />

la formazione <strong>di</strong> catechisti e li visita al ritmo quasi quoti<strong>di</strong>ano.<br />

La presenza e il contatto con i giovani fanno fiorire<br />

il lui l’interesse per gli Scouts, <strong>di</strong>venendo cappellano<br />

nazionale e rappresentandoli nel raduno mon<strong>di</strong>ale sia in<br />

Giappone e successivamente in Svezia.<br />

Una persona così intraprendente non può fermarsi<br />

in un solo posto ed allora, dopo 7 anni a Tejutla, viene<br />

destinato a Jayaque, ove ha modo <strong>di</strong> ricostruire la chiesa<br />

del Calvario e a fondare la banda musicale. Vi rimane dal<br />

1955 al 1960. Successivamente, per 12 lunghi anni, dal<br />

1960 al 1972, lo troviamo a <strong>San</strong> Pedro Masaguat, dove<br />

<strong>di</strong> Casotto Franco & C.<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Con il telescopio e altri confratelli<br />

mette mano e ricostruisce la chiesa, con annesso il classico<br />

grande salone per le riunioni. Infine torna a Tejutla,<br />

e vi lavora con il medesimo entusiasmo del primo approccio<br />

nel 1948, è un po’ un ritorno a casa. Purtroppo<br />

El Salvador sta vivendo una delicata e critica situazione<br />

interna: la guerra civile miete vittime in ogni dove, la più<br />

illustre <strong>delle</strong> quali è il car<strong>di</strong>nale Oscar Romero, assassinato<br />

mentre celebra la messa. Gli interessi <strong>delle</strong> superpotenze<br />

sono palesi a tutti, tanto da far esclamare al primate<br />

della chiesa salvadoregna “ …gli altri ci mettono le armi,<br />

noi ci mettiamo i morti”. La guerra, l’o<strong>di</strong>o, la violenza<br />

che padre Valerio pensava fossero un capitolo chiuso ed<br />

un ricordo della gioventù, si presentano in tutta la loro<br />

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utalità ed incidono fortemente sul suo spirito e sul suo<br />

fisico.I guerriglieri gli rubano la vecchia jeep, suo mezzo<br />

<strong>di</strong> trasporto per la missione e per gli approvvigionamenti,<br />

una volta viene minacciato con il coltello alla gola,<br />

per la sua <strong>di</strong>fesa della popolazione inerme. Il suo cuore<br />

comincia a dare qualche segno <strong>di</strong> allarme. Uomo <strong>di</strong> pace,<br />

vero figlio <strong>di</strong> <strong>San</strong> Francesco, cerca in tutti i mo<strong>di</strong> la via<br />

della conciliazione e del perdono e così, quando si tiene<br />

il primo incontro <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo per la pace a la Palma, tutto<br />

il mondo collegato lo vede in prima fila alzare le mani e<br />

gridare: “Vogliamo la pace!” La guerra civile termina ufficialmente<br />

il 16 gennaio 1992, portando con sé la triste<br />

ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 75.000 morti. Nei suoi perio<strong>di</strong>ci rientri<br />

in patria ne approfitta per rimettersi in sesto, per visitare<br />

le famiglie dei fratelli, per ritemprare le forze. ma il suo<br />

spirito è sempre laggiù. Gli ultimi anni li passa ad aiutare<br />

il parroco del Barrios <strong>San</strong> Marcos, con lo spirito sempre<br />

giovane e combattivo. Nutre la passione per l’astronomia,<br />

si è infatti costruito da solo un piccolo osservatorio<br />

astronomico e <strong>di</strong> notte gli piace puntare dalla terrazza <strong>di</strong><br />

Nogarotto, una porzione <strong>di</strong> terreno silenzioso,<br />

nonostante sia circondato da strade, un pugno <strong>di</strong> case<br />

raccolte attorno ad una chiesetta che testimonia la fede<br />

e l’attaccamento religioso della gente.<br />

In una <strong>di</strong> queste case, nella famiglia <strong>di</strong> Massimo<br />

Lovatin e Maria Bacco, il Signore ha attinto a piene<br />

mani, chiamando ben 4 figli maschi su 5 ad operare<br />

attivamente nella sua vigna e a percorrere i quattro<br />

continenti portando il messaggio <strong>di</strong> salvezza: nell’or<strong>di</strong>ne<br />

Luigi, Francesco,Valentino ed Agostino. Dei quattro<br />

solo Valentino è ancora in vita, anche se in precarie<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute e noi ci soffermeremo sulle figure<br />

degli altri tre fratelli, che hanno raggiunto la casa del<br />

padre.<br />

Papà Massimo lavora come operaio nella vicina<br />

miniera <strong>di</strong> carbone “Motto Fagiani” e fatica a crescere la<br />

numerosa famiglia <strong>di</strong> sette figli, 5 maschi e 3 femmine,<br />

ma assolutamente non si oppone alla chiamata <strong>di</strong> Dio e<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

casa il telescopio e vagare per lo spazio infinito e contemplare<br />

la bellezza e la grandezza della creazione <strong>di</strong> Dio, ringraziandolo<br />

per “fratello sole, sorella luna e l’altre stelle”.<br />

Un momento <strong>di</strong> gioia autentica, <strong>di</strong> intima gioia interiore<br />

padre Valerio lo vive nel marzo 1983, durante la<br />

visita in El Salvador <strong>di</strong> <strong>Giovanni</strong> Paolo II. Il papa chiede<br />

espressamente al car<strong>di</strong>nale <strong>di</strong> S. Salvador <strong>di</strong> avere, durante<br />

al S.Messa ufficiale, alla sua sinistra come concelebrante<br />

il più anziano fra i sacerdoti e i missionari in servizio e<br />

questo è padre Valerio Gecchele, inoltre lo vuole vicino<br />

a mensa e lo invita ad impartire insieme a lui, il papa, la<br />

solenne bene<strong>di</strong>zione alla nazione. Sono momenti <strong>di</strong> gratificazione<br />

indescrivibili, un vero anticipo <strong>di</strong> para<strong>di</strong>so.<br />

In para<strong>di</strong>so padre Valerio, invece, vola il 29 settembre<br />

1990, a seguito <strong>di</strong> ce<strong>di</strong>mento car<strong>di</strong>aco. Per volontà unanime<br />

della popolazione, quasi a furor <strong>di</strong> popolo, viene<br />

sepolto in chiesa, ai pie<strong>di</strong> dell’altare <strong>di</strong> Maria, a Tejutla,<br />

in mezzo ai suoi giovani, in mezzo alla sua gente, per la<br />

quale ha tanto lavorato e che ha tanto amato.<br />

Padri adri L LLuigi<br />

uigi uigi, , F FFrancesco<br />

rancesco<br />

rancesco, , agostino<br />

gostino L LLovatin<br />

ovatin<br />

I tre moschettieri <strong>di</strong> Dio<br />

Gianni Sartori<br />

al desiderio dei figli <strong>di</strong> seguire la propria strada, anche se<br />

alcune robuste braccia gli sarebbero servite a meraviglia.<br />

LUIGI, il primo, nasce il 27 marzo 1929. È la<br />

consolazione dei giovani genitori. Frequenta la scuola<br />

elementare a <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong>, percorrendo i 4 km<br />

<strong>di</strong> andata e 4 <strong>di</strong> ritorno sempre a pie<strong>di</strong>, fino alla quinta<br />

elementare. La prima esperienza <strong>di</strong> collegio la affronta<br />

dai frati a Chiampo, ma ben presto si ammala e non può<br />

continuare. Ritorna a casa un anno, si riprende e chiede<br />

<strong>di</strong> tornare nel medesimo collegio. I frati nicchiano,<br />

danno risposte vaghe, pensano che non sia tagliato<br />

per la vita religiosa. Nel frattempo il fratello Francesco<br />

parte per Bassano del Grappa, nel collegio dei padri<br />

Scalabriniani, figli spirituali del vescovo <strong>di</strong> Piacenza<br />

mons. Scalabrini, ora beato. Francesco è ben voluto dai<br />

superiori, parla con loro del fratello ed essi sono ben<br />

lieti <strong>di</strong> accoglierlo. Parte allora anche Luigi, pieno <strong>di</strong><br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

<strong>di</strong> Dario Prando<br />

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Da sinistra: Agostino, Valentino (unico ancora vivo), Luigi e<br />

Francesco, tutti sacerdoti Scalabriniani<br />

entusiasmo, si trova benissimo, la salute rifiorisce, non<br />

pensa più ai frati. Dopo le me<strong>di</strong>e a Bassano, si affronta il<br />

noviziato e il Liceo a Cermenate - CO, infine la teologia<br />

a Piacenza, città ove riceve l’or<strong>di</strong>ne sacerdotale nel<br />

1955. Seguendo lo spirito e l’in<strong>di</strong>rizzo dettato dal <strong>San</strong>to<br />

fondatore, parte missionario per l’Argentina, lavora<br />

nella capitale Buenos Aires, poi a Rosario ed infine a<br />

Ququi. È al servizio degli emigranti italiani, moltissimi<br />

all’epoca, costretti a lasciare la patria per vivere. Partito<br />

da una famiglia <strong>di</strong> poveri, è un povero che soccorre altri<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

poveri, <strong>di</strong>seredati, emarginati, a volte privi <strong>di</strong> speranza.<br />

Suo principale impegno è quello <strong>di</strong> aiutare, soprattutto<br />

istruire la gente, far comprendere che ha una <strong>di</strong>gnità,<br />

che con il lavoro, l’onestà e il sacrificio può elevarsi,<br />

recuperare la <strong>di</strong>mensione umana, essere artefice del<br />

proprio avvenire.<br />

Dal 1963 l’interesse della congregazione, oltre che<br />

agli italiani, si sposta ai poveri, ai bisognosi <strong>di</strong> tutte<br />

le altre nazioni. E il lavoro proprio non manca. Nelle<br />

gran<strong>di</strong> periferie, nelle immense pianure, nell’intricato<br />

costume locale Luigi si destreggia con ardore, con<br />

intuito, con abnegazione. La gente, prima <strong>di</strong>ffidente, ora<br />

lo comprende, capisce che padre Luigi sta dalla parte dei<br />

poveri, dai <strong>di</strong>ritti ignorati o ad<strong>di</strong>rittura calpestati, e per<br />

questo lo segue e lo apprezza. Il nostro missionario non<br />

ha peli sulla lingua e si scontra apertamente contro la<br />

politica <strong>di</strong> Evita Peron, che in facciata trascina il popolo,<br />

i suoi “descamisados”, come era solita chiamare i suoi<br />

sostenitori, ma in pratica sapeva solo portare avanti<br />

gli interessi <strong>di</strong> parte. Luigi è pure <strong>di</strong>ffidente verso i<br />

“desaparecidos”, persone non troppo socialmente raccomandabili,<br />

ma assolutamente non con<strong>di</strong>vide i sistemi<br />

<strong>di</strong> intervento del governo nei loro confronti. È sempre<br />

invitato alle feste della gente, fanno a gara per averlo<br />

alla propria mensa. Durante queste feste ognuno deve<br />

portarsi gli attrezzi per mangiare, le forchette e il coltelli<br />

e non è raro il caso che poi, in preda all’alcool, scoppi<br />

qualche rissa e ci scappi pure il morto. Ogni 5 anni<br />

rientra in Italia, rivede i genitori. L’ultima volta è stata<br />

nel 1998. Ottimo cuoco, vuol preparare il pranzo per il<br />

papà, perché la mamma è già volata in Para<strong>di</strong>so. Nulla<br />

è lasciato al caso. Prepara con gusto e finezza, secondo la<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

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Tutti in gita! Partecipazione massiccia ed entusiasta ad una gita parrocchiale nel 1970: sono visibili, a sinistra, don Francesco Meneghello<br />

e don Antonio Antoniol


cucina sudamericana, ricca <strong>di</strong> spezie piccanti, tanto da<br />

stupire l’anziano genitore. Appena tornato in Argentina,<br />

muore per tumore al pancreas.<br />

La famiglia desidera riportarlo in Italia, seppellirlo<br />

vicino alla madre, ma la popolazione locale si oppone<br />

fermamente, Luigi le ha fatto da guida per lunghi anni,<br />

ha speso la sua esistenza a suo favore e allora lo vuole<br />

per sempre con sé, suo intercessore presso il Signore.<br />

Luigi riposa in un cimitero <strong>di</strong> Buenos Aires, sepolto<br />

in un grande prato con l’erba verde, la medesima erba<br />

che lo aveva visto fanciullo quando portava al pascolo<br />

la mucca del papà, è tornato alla originaria semplicità e<br />

sorride felice.<br />

FRANCESCO, nato il 9 febbraio 1932, il secondo<br />

maschio, è un tipo deciso fin da piccolo. Dopo la scuola<br />

elementare a <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong> incontra un giovane<br />

della vicina contrà Rebeli, Attilio Lovato, quando viene<br />

a casa in estate al termine dell’anno scolastico dalla<br />

congregazione degli Scalabriniani. La proposta che gli<br />

comunica quel giovane, maggiore <strong>di</strong> lui <strong>di</strong> 5 anni, lo<br />

convince e lo elettrizza. È affascinato dalla proposta<br />

missionaria <strong>di</strong> Mons. Scalabrini e ne segue il richiamo.<br />

Siamo nel 1943, in piena guerra mon<strong>di</strong>ale. Passato dalle<br />

case <strong>di</strong> Bassano del Grappa, Cermenate per il Liceo e<br />

la Teologia a Piacenza, viene or<strong>di</strong>nato nella cattedrale<br />

della stessa città il 10 giugno1956. In questi anni <strong>di</strong><br />

collegio ha come compagno il compaesano Giuseppe<br />

Beschin, ora stimatissimo professore universitario in<br />

pensione.<br />

I superiori si accorgono <strong>di</strong> che pasta è fatto questo<br />

novello sacerdote e decidono che farà molta strada.<br />

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Infatti lo inviano in Australia, a seguire i numerosi<br />

emigranti italiani. In questo continente si parla la lingua<br />

inglese. Allora via, destinazione California ad imparare<br />

un inglese perfetto e allo stesso tempo popolare.<br />

Rientrato un mese a casa, parte sulla nave, destinazione<br />

Sidney. Sono 50 giorni <strong>di</strong> lungo viaggio, ma Francesco<br />

non nasconde il suo entusiasmo <strong>di</strong> arrivare presto,<br />

per mettersi subito a <strong>di</strong>sposizione dei più deboli. Gli<br />

italiani, in Australia, sono una minoranza che subito<br />

non ha coscienza <strong>di</strong> sé, viene sfruttata e la madrepatria<br />

si <strong>di</strong>sinteressa completamente <strong>di</strong> loro, ad essa interessa<br />

solo la moneta pregiata risparmiata che arriva alle famiglie<br />

in Italia.<br />

Francesco li aiuta a recuperare la <strong>di</strong>gnità, ripassa<br />

insieme i principi e gli insegnamenti religiosi che hanno<br />

avuto da bambini, fa presente che Cristo lavora e soffre<br />

insieme a loro. Dopo il primo impatto <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffidenza,<br />

<strong>di</strong>viene il loro punto <strong>di</strong> riferimento, il loro consigliere,<br />

l’animatore della loro identità nazionale e religiosa.<br />

Costruisce chiese e oratori, forma persone e catechisti per<br />

aiutare nella comunità, poi viene spostato in altra parte<br />

per ripartire, ricostruire e fare, proporre e vivere insieme<br />

in prima persona gli insegnamenti evangelici. Si batte<br />

per i <strong>di</strong>ritti della gente, organizza conferenze, pre<strong>di</strong>ca<br />

le missioni. Per questo non risulta particolarmente<br />

simpatico agli amministratori locali.<br />

L’Australia la percorre proprio tutta, la sua missione<br />

giostra tra Sidney e Melbourne, è l’anima degli ultimi,<br />

dei <strong>di</strong>seredati, dei <strong>di</strong>sperati, per tutti ha parole <strong>di</strong><br />

conforto, suona nei loro cuori la sveglia “Tu non sei<br />

un <strong>di</strong>sperato, sei un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Dio, Egli ti vuole bene.<br />

Allora datti da fare, mettici tutta la buona volontà per<br />

CIC<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

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meritartelo questo bene” .<br />

La maggior parte degli italiani lavora nelle campagne.<br />

Durante la raccolta <strong>delle</strong> bietole, si lavora lontano, dal<br />

lunedì al sabato e la paga è a scadenza settimanale. Più<br />

della metà si ubriaca, spende tutti i sol<strong>di</strong> e finisce in<br />

prigione. La legge australiana è molto rigorosa in questo.<br />

Ecco Francesco allora attivarsi per farli uscire, insistere<br />

perché venga recuperata la loro <strong>di</strong>gnità umana.<br />

Famiglie intere lavorano nelle immense campagne,<br />

lontano da tutti, perdono il senso dello spazio e del<br />

tempo, la domenica vendono ceste <strong>di</strong> verdura per<br />

acquistare cassette <strong>di</strong> birra ed ubriacarsi. Francesco allora<br />

si attiva, percorre in lungo e in largo le campagne, a<br />

volte impiega 4 ore <strong>di</strong> macchina per raggiungerle, re<strong>di</strong>ge<br />

un giornaletto da destinare loro con le ultime notizie,<br />

le ultime novità in fatto <strong>di</strong> leggi o informazioni, riporta<br />

le notizie dell’Italia. Questo giornaletto rappresenta un<br />

cordone ombelicale tra gli emigranti e la madre patria.<br />

Riceve l’incarico <strong>di</strong> nunzio apostolico per alcuni<br />

anni, ma egli è un soldato in prima linea, non esita a<br />

puntare il <strong>di</strong>to contro l’opulenza della Chiesa ufficiale in<br />

Italia, non è solito incensare i superiori e vuole tornare al<br />

più presto a combattere in prima linea.<br />

Nei suoi perio<strong>di</strong>ci rientri in Italia porta sempre con<br />

sé qualche persona australiana, che vuole conoscere i<br />

genitori e la famiglia <strong>di</strong> questo instancabile missionario.<br />

Per sé non chiede mai niente, gli basta quello che ha,<br />

accetta l’invito a pranzo o a cena da parte degli amici<br />

emigranti, perché “…l’operaio ha <strong>di</strong>ritto alla sua<br />

mercede”. Muore il 12 aprile 2003, ad appena 71 anni,<br />

stroncato da un ictus, nel sonno e così termina la sua<br />

vita, spesa per gli italiani in Australia. Ora riposa nel<br />

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Nuovo continente, a testimoniare ancora con la propria<br />

presenza il suo amore a Dio espresso attraverso il fratelli.<br />

Ha lasciato un grande vuoto fra gli italiani e non. Così<br />

lo ricorda Luigi Mainente, da Cattignano emigrato nel<br />

1959 a Sidney ed ivi ancora residente: “È stato il nostro<br />

amico sincero, il nostro padre, il nostro fratello, è stato<br />

la nostra speranza!”.<br />

AGOSTINO è il più giovane dei fratelli maschi, nasce<br />

nel 1944, quando gli altri sono già via, in collegio. Il suo<br />

destino non è <strong>di</strong>verso da tutti i ragazzi della sua età, cresce<br />

sveglio, curioso, intuitivo. Il cappellano <strong>di</strong> Castello, don<br />

Damiano Andriolo, gli affibbia il soprannome <strong>di</strong> “baco da<br />

seta” per via dei suoi capelli biondo oro. È un ragazzino<br />

intraprendente, intelligente e allo stesso tempo riflessivo.<br />

Non vede l’ora <strong>di</strong> terminare la scuola elementare per<br />

seguire le orme dei fratelli più gran<strong>di</strong>, alcuni già sacerdoti,<br />

nella congregazione scalabriniana. Parte contento ed<br />

allegro, ne segue lo stesso “curriculum stu<strong>di</strong>i et vitae” e<br />

viene or<strong>di</strong>nato sacerdote nel 1969 nella parrocchia <strong>di</strong><br />

Castello dal vescovo Mons.Giuseppe Cognata. Agostino<br />

<strong>di</strong>mostra un’intelligenza straor<strong>di</strong>naria e se ne accorgono<br />

ben presto i suoi Superiori che lo inviano a Roma, a<br />

frequentare l’Università Gregoriana, ove consegue a<br />

pieni voti la licenza in filosofia e teologia. Ha la stoffa per<br />

la classica scalata gerarchica all’interno dell’or<strong>di</strong>ne. Aria<br />

scanzonata, sorriso aperto e contagioso, capelli bion<strong>di</strong> al<br />

vento ed incedere simpatico, egli trasmette il messaggio<br />

evangelico in modo nuovo, quasi provocatorio, per<br />

stimolare chi gli sta <strong>di</strong> fronte all’impegno, ad una seria<br />

riflessione sulla propria vita e a confrontarsi con la<br />

propria coscienza in maniera serena. Grazie anche alla<br />

sua profonda cultura ed alla sua innata spontaneità,<br />

riesce ad essere dotto con i dotti, semplice con i semplici,<br />

comprensivo con gli scettici e i <strong>di</strong>sperati. Trasmette il<br />

messaggio <strong>di</strong> salvezza come un messaggio gioioso, come<br />

un invito simpatico e sincero da parte <strong>di</strong> Dio, un Dio<br />

che non vuole punire o soffocare, ma che chiede solo <strong>di</strong><br />

amare le sue creature, l’importante è che queste accettino<br />

il Suo dono. É innovativo e profondamente aperto alle<br />

necessità sociali. La chiesa deve trovare un linguaggio<br />

nuovo per far giungere ai suoi figli il messaggio <strong>di</strong><br />

Cristo, adatto alle mutate con<strong>di</strong>zioni. I superiori lo<br />

stimano per questo e lo trattengono quale segretario<br />

presso la <strong>di</strong>rezione generale dal 1969 al 1972; poi, al<br />

momento <strong>di</strong> destinarlo all’attività pastorale, che per un<br />

sacerdote rappresenta l’intima essenza, esprimono un<br />

giu<strong>di</strong>zio molto lusinghiero nei suoi confronti: “…hai<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

saputo attendere all’ufficio <strong>di</strong> segretario con semplicità,<br />

con fedeltà, con umile <strong>di</strong>sponibilità, con competenza e<br />

con rispetto senza mai sapere né volere <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no. In<br />

ogni circostanza e circa tutti i problemi, non solo per<br />

quelli più delicati, hai mantenuto riserbo con <strong>di</strong>sinvolta<br />

naturalezza e attento controllo. In ciò hai risposto in<br />

pieno alle nostre attese. Inoltre, in tutto hai portato le<br />

note della serenità, della bonomia e della schiettezza,<br />

senza esibizionismi, nonostante le tue belle doti <strong>di</strong><br />

intelligenza e <strong>di</strong> buon gusto”.<br />

Anche Agostino allora parte, attraversa l’Atlantico,<br />

non in nave come i fratelli, ma su un veloce aeroplano,<br />

con destinazione Canada e Stati Uniti. L’ambiente<br />

sociale ove si trova ad operare è molto <strong>di</strong>fficile e delicato.<br />

Ci sono le gran<strong>di</strong> metropoli, le gran<strong>di</strong> multinazionali<br />

e l’ostentata ricchezza, ma esiste anche l’altra faccia<br />

della medaglia: gente <strong>di</strong>sadattata, senza una meta<br />

nella vita, senza un progetto da seguire, gente che ha<br />

perso la speranza e ogni valore umano. Per loro nella<br />

società sembra non esserci spazio. Ecco allora intervenire<br />

il nostro missionario, con il suo fare amichevole,<br />

testimoniando in prima persona il messaggio <strong>di</strong> amore <strong>di</strong><br />

Dio; ad ognuno <strong>di</strong> essi fa capire e <strong>di</strong>ce “Tu non sei figlio<br />

del caos, ma sei il frutto <strong>di</strong> un pensiero d’amore <strong>di</strong> Dio e<br />

per questo sei molto importante per Lui. Nessuno deve<br />

sentirsi abbandonato”. Alla fine prevale il suo sorriso,<br />

la sua bontà, la sua testimonianza. A tutti Agostino fa<br />

intravedere che alla fine del tunnel buio c’è sempre la<br />

Luce, una luce che accoglie e ristora.<br />

Nel 2005 ritorna in Italia per assumere la <strong>di</strong>rezione<br />

dell’Istituto storico della congregazione, risiedendo a<br />

Roma al Collegio internazionale <strong>San</strong> Carlo Borromeo, <strong>di</strong><br />

cui <strong>di</strong>viene Superiore nel 2006. Dopo due anni rientra<br />

negli Stati Uniti e opera attivamente nell’Illinois, ma il<br />

25 marzo 2010 viene colto da infarto e muore durante il<br />

tragitto all’ospedale, per una visita <strong>di</strong> controllo a seguito<br />

<strong>di</strong> un intervento chirurgico. Anche Agostino raggiunge<br />

così i fratelli Luigi e Francesco in para<strong>di</strong>so ed incontra<br />

certamente anche il beato fondatore Mons. <strong>Giovanni</strong><br />

Scalabrini, per il quale ha attivamente lavorato per<br />

portarne avanti la causa <strong>di</strong> beatificazione, beatificazione<br />

avvenuta il 9 novembre 1997. Singolare coincidenza:<br />

tutti e tre gli Scalabriniani che si sono impegnati in questa<br />

causa <strong>di</strong> beatificazione sono morti prematuramente.<br />

“Attento che non tocchi anche a te…”, gli faceva<br />

notare scherzosamente il fratello Danilo, l’unico fratello<br />

maschio rimasto “laico”. È successo veramente.<br />

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Ci teneva a sottolineare <strong>di</strong> essere nato ai Rebeli <strong>di</strong><br />

Cattignano, padre Attilio Lovato, classe 1927, ultimo<br />

dei quatto figli <strong>di</strong> Albino e Lavinia <strong>Pro</strong>bo, da tutti però<br />

chiamata Amalia per via del nome aggiunto al fonte<br />

battesimale. La famiglia non naviga certo in acque<br />

tranquille dal punto <strong>di</strong> vista economico. É una famiglia<br />

come molte del luogo, ricca <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> valori cristiani,<br />

ma a volte priva dei più basilari mezzi <strong>di</strong> sostentamento.<br />

Dopo la scuola elementare frequentata a Cattignano, già<br />

a 13 anni Attilio in maniera esplicita espone alla mamma<br />

il desiderio <strong>di</strong> seguire la sua vocazione per giungere<br />

allo stato sacerdotale. Si chiede consiglio al curato <strong>di</strong><br />

Cattignano, don Agostino Ceccato, il quale in maniera<br />

alquanto cruda sconsiglia la mamma <strong>di</strong> mandarlo a<br />

stu<strong>di</strong>are, non ritenendolo in grado <strong>di</strong> affrontare le<br />

<strong>di</strong>fficoltà degli stu<strong>di</strong>. Su questo non concorda il giovane<br />

Attilio e non potendo entrare in seminario vescovile in<br />

quanto la famiglia non è in grado <strong>di</strong> sostenere le relative<br />

spese mensili, inoltra domanda all’Istituto scalabriniano<br />

<strong>di</strong> Bassano del Grappa, che adotta una politica <strong>di</strong> spese<br />

<strong>di</strong> gestione molto più leggera e pertanto accessibile.<br />

Durante la guerra, anche in collegio la vita non è facile,<br />

scarseggiano i viveri e si mangiano anche le patate con la<br />

buccia, per riempire lo stomaco. A casa, intanto le brigate<br />

nere continuano a far visita alla famiglia e chiedono<br />

notizie <strong>di</strong> Attilio, per arruolarlo nella TODT, lavoro<br />

coatto al servizio dei tedeschi e sottrarlo ai partigiani<br />

e la mamma ha un bel <strong>di</strong>re che è in collegio, ma le<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

visite continuano. In barba ai preconcetti del curato<br />

don Agostino, il giovane studente viene promosso ogni<br />

anno e dopo il classico percorso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> il 24 marzo<br />

1954 viene consacrato sacerdote insieme al conterraneo<br />

padre Vittorio Beschin dai Vaccari, a Piacenza. Qualche<br />

settimana dopo rientrano al paesello natio per celebrare<br />

insieme la prima S. Messa a Cattignano. Giunti in treno<br />

a Verona, ad attenderli con la macchina c‘è Domenico<br />

Sartori (Menegheto Cinciolo), grande amico <strong>di</strong> famiglia,<br />

che vuol solennizzare l’evento portandoli a casa.<br />

Purtroppo però, superato il centro <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong><br />

<strong>Ilarione</strong>, in località Nebiotti, vuoi per il cattivo stato<br />

della strada, vuoi per altre ragioni, il motore si rifiuta <strong>di</strong><br />

andare avanti, scoppia il ra<strong>di</strong>atore e i nostri due giovani<br />

sacerdoti devono proseguire a pie<strong>di</strong>. Ma è bello lo stesso<br />

e grande è la festa nella piccola frazione. Il parroco <strong>di</strong><br />

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autonoma da Castello) don <strong>Giovanni</strong> Nenzi, persona<br />

ricca <strong>di</strong> iniziative e che ha lasciato un nitido ricordo nella<br />

gente, non crede quasi ai propri occhi: due sacerdoti<br />

novelli in una sola volta! Papà Albino, per solennizzare<br />

l’avvenimento, ingaggia per la giornata la banda<br />

musicale <strong>di</strong> Castello, con grande gioia della popolazione.<br />

È un ritornare ad essere ragazzo, con le corse nei prati e<br />

nei boschi, ma con il carisma da portare nel mondo.<br />

Padre Attilio, trascorso un periodo <strong>di</strong> tempo a Roma<br />

in preparazione alla missione, parte per il Brasile,<br />

con grande entusiasmo e volontà <strong>di</strong> dare. È un tipo<br />

estroverso, furbo, un po’ burlone, una persona con la<br />

quale è impossibile annoiarsi, “on vero Camado”, per<br />

<strong>di</strong>rla con le parole del fratello Luigi. Nella sua nuova<br />

missione, trova una situazione alquanto precaria, ha<br />

lasciato la miseria in Italia per trovare la stessa miseria<br />

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in Italia c’è voglia <strong>di</strong> riscatto, lì un po’ meno. Si rimbocca<br />

le mani con il proponimento <strong>di</strong> dare il massimo, <strong>di</strong>cendo<br />

sempre che quello che non riesce a fare lui, lo farà e<br />

lo completerà il Signore. Tuttavia è triste vedere la<br />

desolazione della popolazione, è impossibile chiudere<br />

gli occhi sulla <strong>di</strong>suguaglianza sociale, i poveri sono<br />

sempre più poveri, ignorano i propri <strong>di</strong>ritti, vengono<br />

volutamente tenuti nello status <strong>di</strong> ignoranza generale<br />

dalle istituzioni, per poter meglio essere controllati<br />

da parte dei pochi gran<strong>di</strong> possidenti, che dominano<br />

la politica e la società. Il governo a parole <strong>di</strong>fende<br />

l’uguaglianza e parità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti, ma in pratica <strong>di</strong>fende<br />

solo i ricchi, perché dominato dai ricchi. Contro questo<br />

stato <strong>di</strong> cose è chiamato a combattere don Attilio, il<br />

quale riscuote apprezzamento e fiducia nella gente,<br />

persone come lui, povero tra i poveri. Gira il Brasile<br />

in lungo e in largo, dalla parrocchia <strong>di</strong> Saran<strong>di</strong>, suo<br />

primo banco <strong>di</strong> prova alle parrocchie <strong>di</strong> Nuova Brescia,<br />

Guairò e Ron<strong>di</strong>nha, contornando la sua opera con<br />

l’ottimismo, la simpatia, la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> sempre. Dal<br />

1963 il regolamento generale della congregazione allarga<br />

la sfera <strong>di</strong> intervento non più solo agli italiani emigrati<br />

in <strong>di</strong>fficoltà, ma anche a tutti i poveri, i bisognosi, i<br />

<strong>di</strong>sperati. Ci sono forti gruppi <strong>di</strong> emigranti peruviani<br />

e boliviani che costituiscono il livello più basso della<br />

società e pertanto sono i più sfruttati, i più mal pagati,<br />

i più malvisti. A questo stato <strong>di</strong> cose padre Attilio non<br />

si sottrae e arriva al punto <strong>di</strong> avere seri problemi con<br />

gruppi armati <strong>di</strong> separatisti brasiliani, ma alla fine tutto si<br />

chiarisce. In Brasile si reca a far visita al Vescovo Rivato,<br />

suo parente, anche per confrontarsi ed attingere lumi e<br />

suggerimenti per meglio lavorare a favore della gente.<br />

Durante i suoi perio<strong>di</strong>ci rientri in patria ritorna<br />

volentieri ai Rebeli, è bello vederlo passeggiare nei<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

vicini boschi della Laita, chiacchierare con gli amici e i<br />

parenti. Si mette a <strong>di</strong>sposizione del parroco don Elio per<br />

le celebrazioni nella chiesa <strong>di</strong> Cattignano, non vuole mai<br />

parlare <strong>di</strong> sé, ma solo della sua gente povera e bisognosa,<br />

non chiede niente <strong>di</strong> personale, ma solo <strong>di</strong>sponibilità<br />

ed apertura per gli altri. Nel 2005 celebra il 50°, anzi il<br />

51° anniversario della prima santa messa, in una chiesa<br />

affollata e plaudente. É rimasto la stessa persona solare<br />

<strong>di</strong> un tempo, arguta, perspicace, sorniona, con un sorriso<br />

che è lo specchio dell’anima. Al successivo e ultimo<br />

rientro in Italia, però, accusa un senso <strong>di</strong> malessere e<br />

il fratello lo sottopone ad una accurata visita da parte<br />

del dott. Olmari, me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> base della famiglia Lovato<br />

e stimato e preparato professionista. Padre Attilio esce<br />

piangendo dall’ambulatorio e capisce che per lui il<br />

Signore sta pronunciando la parola fine.<br />

Tuttavia non perde il caratteristico sorriso e<br />

l’ottimismo. In terra <strong>di</strong> missione ha già da due anni<br />

rinunciato agli incarichi e agli impegni <strong>di</strong> missionario,<br />

ritirandosi nella casa Sao Josè de Passo Fundo. Tornato<br />

nella grande nazione sud americana, si spegne il 14<br />

marzo 2008, esattamente 15 giorni dopo la morte della<br />

cognata Venuta, moglie del fratello Luigi. Sono stati 54<br />

anni <strong>di</strong> missione al servizio <strong>di</strong> Dio e degli altri. Prima <strong>di</strong><br />

morire esprime il desiderio <strong>di</strong> essere ricordato anche nel<br />

cimitero <strong>di</strong> Cattignano e in questo viene prontamente<br />

esau<strong>di</strong>to da parte dei famigliari. La sua salma viene<br />

richiesta dagli abitanti <strong>di</strong> Corrado Alvès, una della tante<br />

parrocchie che lo hanno visto operare, segno tangibile <strong>di</strong><br />

ringraziamento e <strong>di</strong> stima nel confronti del missionario<br />

padre Attilio Lovato, che qui ha costruito una grande<br />

chiesa e dove ha speso i suoi talenti evangelici a favore<br />

degli altri.<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

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La ridente frazione <strong>di</strong> Cattignano, posta a Nord-Est<br />

del paese <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong>, ospita una contrada<br />

ancora incontaminata, abitata da gente seria e onesta,<br />

rude e lavoratrice. A fine 1800 costituiva il regno della<br />

famiglia Marchesini, un gruppo <strong>di</strong> fratelli con relative<br />

famiglie che da solo sembrava una tribù, persone attive,<br />

lavoratrici, che non hanno paura <strong>di</strong> oltrepassare il vicino<br />

confine con l’impero austriaco per commerciare. In<br />

questo gruppo il 12 <strong>di</strong>cembre 1898 sboccia un nuovo<br />

fiore, il piccolo Egi<strong>di</strong>o, figlio <strong>di</strong> Luigi. Viene battezzato<br />

il giorno stesso della nascita, in casa, a motivo della<br />

sua gracilità. Cresce vispo, alla scuola della famiglia,<br />

della mamma in modo particolare, osserva l’ambiente<br />

circostante e si rende conto fin da subito del miracolo<br />

<strong>delle</strong> stagioni e della bontà <strong>di</strong> Dio che le ha create. Fin<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Padre adre P PPacifico<br />

acifico M MMarchesini<br />

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Corriere <strong>di</strong> Cristo nel Sol levante<br />

Elettrauto<br />

da piccolo <strong>di</strong>mostra una particolare devozione per la<br />

Madonna e così quando la campana annuncia l’Ave<br />

Maria, eccolo piegare le fragili ginocchia in segno <strong>di</strong><br />

grande devozione ed amore. Il papà, nel frattempo, ha<br />

acquistato un podere in località Nogarotto, un’intera<br />

contrada, chiamato Capo, con annesso mulino e all’inizio<br />

vi si sposta giornalmente per i lavori necessari per potervi<br />

portare la famiglia. Il piccolo Egi<strong>di</strong>o viene incaricato a<br />

portare la colazione ai lavoratori, ma, passando davanti<br />

alla chiesa <strong>di</strong> Cattignano, vi entra e si ferma sempre a<br />

pregare, salvo poi correre per recuperare il tempo. A<br />

12 anni manifesta alla mamma il desiderio <strong>di</strong> andare<br />

in collegio dai frati a Chiampo. Capisce che il mondo<br />

non si ferma a Cattignano e si sente spinto e curioso<br />

a voler andare lontano, portare il vangelo <strong>di</strong> Cristo a<br />

chi non lo ha mai sentito nominare, sente prepotente<br />

la chiamata al sacerdozio. Il 12 maggio 1910 entra nel<br />

Collegio serafico <strong>di</strong> Chiampo, inizia a cimentarsi con i<br />

libri, impegnandosi nelle pratiche <strong>di</strong> pietà. Nel 1913, il<br />

giorno <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta Lucia, inizia il noviziato a S. Francesco<br />

del Deserto e veste l’abito francescano, che onorerà per<br />

tutta la sua lunga esistenza. In quest’occasione cambia<br />

nome, sarà per tutti padre Pacifico. È un impegno a<br />

dominare il proprio carattere, estroverso e burlone,<br />

ironico e vivace. Alla promessa temporanea dei voti nel<br />

1914, seguirà nel 1920 l’emissione dei voti perpetui.<br />

Ora è veramente un frate nel pieno senso della parola.<br />

Nel 1922 viene consacrato sacerdote e ritorna a <strong>San</strong><br />

<strong>Giovanni</strong> a celebrare la S. Messa, proprio nella chiesa<br />

<strong>di</strong> Cattignano che lo ha visto, fanciullo, assorto davanti<br />

al tabernacolo. Completati gli stu<strong>di</strong> l’anno successivo,<br />

chiede ai superiori <strong>di</strong> partire per le missioni, per la<br />

lontana Cina, tanto sognata. I superiori sono titubanti,<br />

padre Pacifico non ha una salute <strong>di</strong> ferro, ha schivato<br />

il servizio militare (e quin<strong>di</strong> anche la guerra) perché<br />

<strong>di</strong>chiarato “tisico”. Superata ogni titubanza, parte per<br />

questo immenso paese dal quale era appena giunta la<br />

notizia del martirio <strong>di</strong> P. Angelico Melotto, da Lonigo e<br />

già suo superiore a Chiampo. Parte il giorno <strong>di</strong> Natale del<br />

1923, in nave, pronto a lavorare nella nuova vigna del<br />

Signore con grande entusiasmo e anche <strong>di</strong>sposto a dare<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

la propria vita per testimoniare Cristo. È in compagnia<br />

<strong>di</strong> Padre Epifanio Pegoraro, che sarà decapitato in Tibet<br />

dalle guar<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Mao.<br />

La sua attività in terra <strong>di</strong> missione è lunga e varia,<br />

a volte sconvolgente. Sbarcato a Shanghai, attraverso<br />

la navigazione dei fiumi interni, giunge a destinazione,<br />

nella città <strong>di</strong> Hankow. Dopo le dure fatiche per imparare<br />

la lingua cinese ed assumerne la mentalità, viene<br />

destinato in varie comunità, vive in un villaggio “ …<br />

la sua casa era una capanna <strong>di</strong> legno e scriveva le sue<br />

pre<strong>di</strong>che in ginocchio, per penitenza, per ottenere grazie<br />

e conversioni, perché il Signore operasse anche per<br />

mezzo <strong>delle</strong> sue povere parole”. Dopo aver fatto varie<br />

esperienze e padroneggiando la lingua cinese, nel pieno<br />

della giovinezza sacerdotale viene mandato a Petsuen,<br />

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ove era fiorente una comunità cristiana. Qui P. Pacifico<br />

è parroco per i cristiani , missionario per i non cristiani<br />

e insegnante nel locale seminario. Si dona senza misura,<br />

animato dall’entusiasmo senza stanchezza, fresco,<br />

gioioso, burlone, da buon veronese. I superiori nutrono<br />

gran<strong>di</strong>ssima stima nei suoi confronti.<br />

Chiede in continuazione <strong>di</strong> poter operare in un<br />

lebbrosario, ma il suo desiderio per il momento rimane<br />

sulla carta. Rimandato in prima linea a pre<strong>di</strong>care il<br />

vangelo, rischia la vita, cadendo nelle mani dei briganti,<br />

imbevuti <strong>di</strong> oppio e <strong>di</strong> comunismo. Viene derubato,<br />

malmenato, rischiando ad<strong>di</strong>rittura la fucilazione. Dopo<br />

8 giorni viene liberato, <strong>di</strong>etro il pagamento <strong>di</strong> una taglia<br />

<strong>di</strong> 500 dollari e un orologio d’oro. L’esperienza fatta, le<br />

sofferenze patite, le crudeltà vedute non si cancelleranno<br />

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più e il suo fisico ne porterà le conseguenze per sempre.<br />

Tornato “al lavoro” apre una ventina <strong>di</strong> scuole <strong>di</strong><br />

catechismo, ove insegna un po’ <strong>di</strong> tutto. É instancabile<br />

e sempre in movimento, cammina, percorre anche 50<br />

km a pie<strong>di</strong> in una giornata, vuole emulare <strong>San</strong> Paolo nei<br />

suoi viaggi. Si inizia a raccogliere i frutti dell’apostolato,<br />

la gente cinese è buona, semplice, <strong>di</strong>sponibile, ma ecco<br />

un’altra tegola in arrivo, l’invasione della Cina da parte<br />

del Giappone e i Giapponesi non scherzano. Alla minima<br />

luce dopo il coprifuoco sono fucilate. Con gli ufficiali<br />

si convive, e questo gli tornerà molto utile in seguito.<br />

Fonda intanto l’opera della <strong>San</strong>ta Infanzia, con lo scopo<br />

<strong>di</strong> raccogliere e far raccogliere le numerose bambine<br />

neonate, rifiutate dai loro genitori. “…Più <strong>di</strong> una volta<br />

arrivava alla <strong>San</strong>ta Infanzia sudato, in bicicletta, con<br />

<strong>di</strong>etro un cestino con una o due bimbe abbandonate<br />

dai loro genitori pagani”. Tantissime gli devono la vita e<br />

la successiva educazione. Difende i deboli nei tribunali,<br />

tenta <strong>di</strong> scongiurare, con scarso successo, le inevitabili<br />

stragi durante la guerra civile cinese.<br />

Nel 1952 viene cacciato dalla Cina dal regime<br />

comunista <strong>di</strong> Mao. Rientra allora in Italia dopo 29 anni<br />

<strong>di</strong> lontananza e rivede i luoghi della sua giovinezza.<br />

Che cambiamento! I genitori si sono trasferiti prima<br />

come abitazione a Brendola e poi …in cielo. Lo spirito<br />

<strong>di</strong> Padre Pacifico è sempre alto, ma il fisico ha bisogno<br />

<strong>di</strong> una seria revisione, <strong>di</strong> riposo e <strong>di</strong> alimentazione.<br />

Torna preceduto da un alone <strong>di</strong> leggenda, ma egli si<br />

schernisce, preferisce non parlare <strong>di</strong> sé, la sua umiltà<br />

è molto profonda. Allo zio Marsilio (Silo Marchi), che<br />

ha acquistato la proprietà <strong>di</strong> papà Luigi in Via Capo,<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

camminando un giorno verso la chiesa per i vespri alla<br />

specifica richiesta “…Senti, senti, se pol saere che grado<br />

che te ghè?”, intendendo quale posizione <strong>di</strong> prestigio<br />

occupasse all’interno della congregazione, risponde “Io<br />

sono un umile fraticello”.<br />

Ripresosi nel fisico, riparte per la missione, questa<br />

volta per il Giappone, a 54 anni deve riprendere in mano<br />

i libri e stu<strong>di</strong>arne la lingua, si sposta dal freddo Nord al<br />

caldo Sud, nell’impero del Sol levante.<br />

Può finalmente coronare il suo antico sogno, lavorare<br />

in mezzo ai lebbrosi. A contatto con i fanciulli, con i<br />

sofferenti, con gli emarginati egli si carica, dà tutto se<br />

stesso, non risente della fatica e dell’età. Nel 1970 il<br />

console italiano a Pechino lo onora con la croce al<br />

merito della Repubblica per l’onore arrecato alla patria<br />

dall’infaticabile sua opera missionaria e caritaiva. I<br />

parenti dall’Italia insistono per un suo rientro ma, vista<br />

questa strada impraticabile, pensano <strong>di</strong> mandare in<br />

Giappone la nipote Silvia. L’8 agosto 1980 arriva però<br />

prima sorella morte a portarlo in para<strong>di</strong>so, all’età <strong>di</strong><br />

quasi 82 anni, dopo 29 anni <strong>di</strong> missione in Cina e 27 in<br />

Giappone. Aveva chiesto <strong>di</strong> essere sepolto nel cimitero<br />

dei lebbrosi, su una collina, circondato da grossi alberi<br />

del bosco, per stare sempre insieme con loro ed è stato<br />

accontentato.<br />

Una <strong>delle</strong> tre campane della chiesetta <strong>di</strong> Nogarotto<br />

porta il suo nome. La sua fede, la sua de<strong>di</strong>zione agli<br />

altri, il suo operare in un mondo <strong>di</strong>verso per abitu<strong>di</strong>ni e<br />

mentalità ne hanno fatto un autentico corriere <strong>di</strong> Cristo<br />

ed una gloria per il nostro paese.<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

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Padre adre G G<strong>Giovanni</strong><br />

iovanni P PPanarotto<br />

anarotto<br />

Un figlio <strong>di</strong> don Bosco in Mato Grosso<br />

Pochissime persone, forse nessuna, possono <strong>di</strong>re<br />

<strong>di</strong> aver conosciuto o sentito parlare <strong>di</strong> don <strong>Giovanni</strong><br />

Panarotto, vuoi per la lontananza nel tempo, vuoi perché<br />

la sua famiglia si è trasferita, intorno al 1925, a Ponte <strong>di</strong><br />

Barbarano (VI).<br />

Nasce a <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong>, in contra’ Frozzoli, il<br />

1° luglio 1908 da genitori conta<strong>di</strong>ni che alla laboriosità<br />

e alla tenacia uniscono una fede genuina e inconcussa.<br />

La sua famiglia è soprannominata “El Vale” ed anche<br />

adesso, nonostante la casa e la proprietà siano state<br />

acquistate dalla famiglia Mainente, il piccolo ponte sotto<br />

i Frozzoli è chiamato “ponte del Vale”.<br />

Il giorno successivo viene portato al fonte battesimale<br />

nella chiesa <strong>di</strong> Castello ed entra a far parte della famiglia<br />

<strong>di</strong> Dio. Cresce in una famiglia <strong>di</strong> otto fra fratelli e sorelle<br />

e fin da piccolo è un ragazzino con la testa sul collo:<br />

non fantastica, non chiede nulla, e in occasione della<br />

Cresima esprime il desiderio <strong>di</strong> avere un crocifisso.<br />

Vive la vita <strong>di</strong> tutti i giovani del suo tempo, <strong>di</strong>visa<br />

tra i lavori nei campi e la frequenza alla chiesa e solo a<br />

15 anni manifesta il desiderio <strong>di</strong> farsi prete. Nessuno in<br />

casa lo prende sul serio, vista la scarsa <strong>di</strong>mestichezza che<br />

ha con i libri, compagni <strong>di</strong> viaggio solo fino alla terza<br />

elementare.<br />

A 20 anni viene chiamato a servire la patria<br />

nell’esercito. È in questo periodo che matura il suo<br />

futuro, scopre la sua vocazione sacerdotale nelle file<br />

dei salesiani <strong>di</strong> don Bosco. Entra nella casa salesiana <strong>di</strong><br />

Trento nell’ottobre 1929, a 21 anni suonati, riprende<br />

in mano i libri, preparandosi nel contempo ad entrare<br />

in noviziato. Le lettere <strong>di</strong> presentazione dei parroci<br />

ove aveva abitato, per l’ammissione al noviziato, sono<br />

chiare e univoche: “La domanda <strong>di</strong> entrare in noviziato<br />

<strong>di</strong> <strong>Giovanni</strong> Panarotto non mi sorprende affatto. Può<br />

tranquillamente accettarlo, Rev.mo padre. Non posso<br />

darle se non ottime notizie in tutto. Fu ottimo il suo<br />

comportamento al paese.”<br />

Terminato il ginnasio nel 1933, entra in noviziato<br />

a Este (PD). La veste talare ricevuta dalle mani <strong>di</strong> don<br />

Pietro Ricaldone (che sarà in seguito Rettor Maggiore del<br />

salesiani) sarà l’abito ecclesiastico amato fino alla morte,<br />

segno <strong>di</strong> fedeltà alla Chiesa e <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco dal mondo. La<br />

prima professione religiosa avviene nel 1934 e subito si<br />

appresta ad attraversare l’Atlantico, destinazione Brasileregione<br />

Mato Grosso. È un territorio immenso, tutto<br />

da scoprire ed esplorare, con le tribù degli in<strong>di</strong>os locali,<br />

alcune <strong>delle</strong> quali non hanno ancora incontrato l’uomo<br />

bianco.<br />

È un banco <strong>di</strong> prova eccezionale per il nostro<br />

concitta<strong>di</strong>no ed egli si cimenta con la tenacia del<br />

conta<strong>di</strong>no veneto, sorretto dalla fiducia in Dio e non<br />

risparmiandosi mai. Dopo gli stu<strong>di</strong> teologici, viene<br />

or<strong>di</strong>nato sacerdote il 1° <strong>di</strong>cembre 1943. Dalla famiglia in<br />

Italia giungono notizie allarmanti e <strong>di</strong>sastrose. Ci sono la<br />

guerra, le privazioni, quasi la fame. Anche in Brasile, pur<br />

in assenza <strong>di</strong> guerra, <strong>Giovanni</strong> è sempre in prima linea.<br />

La sua casa è a Cuiabà, la capitale del Mato Grosso. Per<br />

10 anni insegna matematica e geografia al liceo, ma il<br />

suo campo <strong>di</strong> azione è il servizio pastorale nelle cappelle<br />

<strong>di</strong> periferia e nella parrocchia. Egli si caratterizza per la<br />

semplicità e la praticità. In tutte le manifestazioni della<br />

vita guarda solo all’essenziale. Abituato alla durezza del<br />

lavoro dei campi, anima la sua giornata con la fede, che<br />

si traduce con la preghiera e il lavoro.<br />

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nuovi testi e prove <strong>di</strong>versificate nella scuola, per stimolare<br />

sempre più gli allievi, anche per rendere sempre più<br />

<strong>di</strong>fficile l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> “copiare”, responsabilizza gli<br />

studenti, fa loro intendere che si stanno preparando<br />

alla vita. Tuttavia la severità forzata nella scuola lascia<br />

subito spazio alla comprensione e all’amicizia fuori aula,<br />

evidenziando il suo amore per i giovani. È un professore<br />

delicato e responsabile. Come pastore <strong>di</strong> anime è<br />

inflessibile con se stesso. Non si concede tregua o riposo.<br />

La sua azione pastorale è essenzialmente missionaria.<br />

Avvicina gruppi e piccole popolazioni, cercando <strong>di</strong><br />

formare comunità <strong>di</strong> vita cristiana; battesimi, prime<br />

comunioni, matrimoni preparati o aggiustati, ascolto<br />

<strong>delle</strong> confessioni, visite agli ammalati sono le attività che<br />

porta avanti fino al termine dei suoi giorni. Percorre le<br />

strade della grande periferia <strong>di</strong> Cuiabà e <strong>delle</strong> zone rurali<br />

prima in moto, fin tanto che la prudenza glielo permette,<br />

poi a pie<strong>di</strong>, a cercare la gente più umile, la più bisognosa,<br />

la più <strong>di</strong>sperata. Forte assertore della recita del S.Rosario,<br />

cammina per le strade con la corona in mano, prega e fa<br />

Il 2 febbraio 1939 faceva il suo ingresso nella<br />

parrocchia <strong>di</strong> Nove <strong>di</strong> Bassano un prete destinato a<br />

lasciare un segno indelebile fra la gente del posto,<br />

soprattutto nel periodo drammatico della seconda guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale. Godendo <strong>di</strong> un antico privilegio concessole<br />

dalla Repubblica <strong>di</strong> Venezia, la comunità <strong>di</strong> Nove poteva<br />

eleggere democraticamente il nuovo parroco, affidando<br />

ai capifamiglia la scelta: con 398 voti su 431 don Luigi<br />

venne nominato capo della comunità religiosa intitolata<br />

ai santi Pietro e Paolo. L’ingresso avvenne in pompa<br />

magna, su un landau, una elegante carrozza trainata da<br />

una pariglia <strong>di</strong> cavalli neri.<br />

Il novello parroco era nato a Castello <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong><br />

<strong>Ilarione</strong>, in contrada Costo, il 19 giugno 1900, e dopo<br />

le scuole elementari nel paese natale aveva intrapreso<br />

la via del seminario per rispondere alla sua vocazione:<br />

purtroppo l’arrivo del primo conflitto mon<strong>di</strong>ale lo<br />

costrinse, al compimento dei 18 anni, ad interrompere<br />

gli stu<strong>di</strong> per doversi arruolare come soldato nell’11°<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Don on L LLuigi<br />

uigi P PPanarotto<br />

anarotto<br />

Il parroco partigiano<br />

pregare per la giustizia, per l’uguaglianza, per i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong><br />

tutti. Non ha mai chiesto niente per sé, solo per gli altri,<br />

Non ha fatto “carriera” all’interno della congregazione<br />

salesiana, è rimasto un “soldato semplice”, ma sempre in<br />

prima linea, ha dato tutto se stesso per la gloria <strong>di</strong> Dio e<br />

il bene dei fratelli.<br />

Il 10 novembre 1986, mentre si reca a celebrare la<br />

S. Messa alle sei del mattino nell’asilo <strong>di</strong>stante 500<br />

metri dalla casa, viene violentemente investito da una<br />

macchina che non ha rispettato la segnaletica. Ricoverato<br />

in ospedale, viene curato con amore da un me<strong>di</strong>co suo<br />

ex allievo, ma Id<strong>di</strong>o ha già spe<strong>di</strong>to la sua chiamata e il<br />

giorno 13 novembre 1986 ritorna alla casa del Padre.<br />

È passato facendo e seminando il bene. Nella tasca<br />

della sua veste, tinta <strong>di</strong> sangue nel triste incidente,<br />

oltre alla corona del rosario, viene rinvenuta la teca<br />

con l’Eucaristia, che portava, come al solito, da alcuni<br />

ammalati o anziani, che visitava ogni giorno nelle sue<br />

camminate apostoliche.<br />

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reggimento <strong>di</strong> Fanteria, dove rimase dal 1918 al 1921.<br />

Ripresi finalmente gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> teologia, ricevette<br />

la consacrazione sacerdotale il 12 luglio 1925 e venne<br />

destinato come cappellano presso l’importante parrocchia<br />

<strong>di</strong> <strong>San</strong> Clemente <strong>di</strong> Valdagno, avendo modo <strong>di</strong><br />

segnalarsi particolarmente nella pastorale della gioventù.<br />

Dopo un decennio <strong>di</strong> servizio a Valdagno, nel 1935<br />

gli fu assegnato il delicato compito <strong>di</strong> cappellano militare<br />

della Regia Aeronautica Militare nell’Africa Orientale<br />

Italiana, che lo proiettò ad Assab, in Eritrea, per assistere<br />

i soldati italiani impegnati sul fronte della Guerra in<br />

Etiopia, fortemente voluta dal regime fascista.<br />

Tornato in patria nel 1937 assunse per due anni<br />

l’incarico <strong>di</strong> cappellano a Vicenza, nella popolosa<br />

parrocchia citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Araceli, sotto la guida del parroco<br />

mons. Giuseppe Zaffonato, futuro arcivescovo <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne,<br />

per poi approdare a Nove <strong>di</strong> Bassano.<br />

Nel libro cronistorico che egli redasse negli anni del<br />

suo apostolato a Nove spiccano le numerose, spesso<br />

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Don Luigi Panarotto davanti alla canonica <strong>di</strong> Nove con gli<br />

anziani genitori Ernesto e Teresa Micheletti, le zie Elena (a<br />

sinistra) e Clotilde (a destra, maestra) e i cugini Teresa (futura<br />

maestra) e Antonino.<br />

originali, iniziative che testimoniano un carattere<br />

intraprendente e creativo: i calendari parrocchiali, i<br />

cicli <strong>di</strong> conferenze rivolte ai giovani e agli adulti, le<br />

pre<strong>di</strong>cazioni straor<strong>di</strong>narie in occasione <strong>di</strong> determinate<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

festività, l’invito a mobilitarsi per accogliere il passaggio<br />

della Madonna Pellegrina o l’arrivo del vescovo in visita<br />

pastorale.<br />

Fra le opere più rilevanti vanno ricordati gli interventi<br />

<strong>di</strong> abbellimento della chiesa, l’acquisto del nuovo organo<br />

e soprattutto la costruzione della Casa per la gioventù,<br />

un complesso e<strong>di</strong>lizio <strong>di</strong> ben 29 vani, con tre ampie sale;<br />

oggetto <strong>di</strong> particolare cura fu anche la cappella del Cuore<br />

Immacolato <strong>di</strong> Maria.<br />

Sul piano sociale vanno ricordate la sensibilità rivolta<br />

verso il mondo del lavoro, <strong>di</strong>mostrata attraverso il<br />

sostegno all’attività artigianale e industriale nel settore<br />

della ceramica, e l’assunzione della presidenza della<br />

Scuola per la formazione tecnica e artistica dei giovani. Fra<br />

le pagine <strong>di</strong>aristiche si fa interprete <strong>delle</strong> preoccupazioni<br />

della sua gente per le devastazioni provocate negli anni<br />

’40 da calamità naturali o da interventi bellici: è vicino<br />

alle famiglie che non vedono più ritornare i propri<br />

figli dal fronte e a coloro che rimangono vittime <strong>di</strong><br />

rastrellamenti e <strong>di</strong> rappresaglie.<br />

Il culmine della sua testimonianza <strong>di</strong> fedele<br />

pastore, a servizio dei fedeli che gli sono stati affidati,<br />

viene però raggiunto sul finire della seconda guerra<br />

mon<strong>di</strong>ale, allorché il 1° marzo 1945 ha inizio il suo<br />

personale calvario, che lo porterà a trascorrere due<br />

mesi nelle famigerate prigioni padovane, dove viene<br />

più volte torurato e seviziato da fascisti e nazisti.<br />

Riguardo a quel periodo tormentato e drammatico don<br />

Luigi non spenderà mai alcuna parola <strong>di</strong> rimprovero<br />

o <strong>di</strong> commento, lasciando a Dio il giu<strong>di</strong>zio sui propri<br />

aguzzini. Per quanto seppe testimoniare in frangenti così<br />

<strong>di</strong>fficili per l’Italia, nell’imme<strong>di</strong>ato dopoguerra gli venne<br />

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64<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Il festoso ingresso <strong>di</strong> don Luigi Panarotto nella sua nuova<br />

parrocchia <strong>di</strong> Nove <strong>di</strong> Bassano.<br />

assegnato il “Brevetto Alexander” e venne riconosciuto<br />

come ferito <strong>di</strong> guerra.<br />

I segni profon<strong>di</strong> rimasti nella carne e nello spirito<br />

del coraggioso sacerdote incisero non poco sull’attività<br />

pastorale dei successivi 10 anni, pur pieni <strong>di</strong> iniziative,<br />

trascorsi nella sua parrocchia <strong>di</strong> Nove, dove il fisico<br />

del religioso così lungamente provato cedette per un<br />

improvviso attacco car<strong>di</strong>aco il 20 ottobre 1955, ad<br />

appena 55 anni <strong>di</strong> età, fra il compianto unanime della<br />

sua gente.<br />

Il 25 novembre 2005 la comunità <strong>di</strong> Nove, nel<br />

ricordare i 50 anni della sua morte, de<strong>di</strong>cò a don Luigi<br />

Panarotto un convegno, dal quale emersero nuovi<br />

particolari, soprattutto in relazione alla cattura e al<br />

periodo <strong>di</strong> prigionia. Dal lungo intervento che i relatori<br />

de<strong>di</strong>carono alla figura dell’eroico pastore, accusato<br />

<strong>di</strong> aver dato asilo ad alcuni capi partigiani, stralciamo<br />

alcuni brani significativi, sufficienti a rendere ragione <strong>di</strong><br />

quanto avvenuto in quei terribili momenti.<br />

“1 marzo 1945. Data memorabile per il paese ed in<br />

particolare per il suo parroco, don Luigi Panarotto…Il<br />

Parroco, quale padre spirituale dei suoi parrocchiani e degli<br />

altri, accoglie nella sua casa alcuni <strong>di</strong> quei poveri sbandati,<br />

perseguitati dalla rabbia nazista, e gli aguzzini <strong>delle</strong><br />

“Repubblica <strong>di</strong> Salò” prendono motivo per arrestarlo […]<br />

Una pattuglia della milizia fascista X MAS, comandata<br />

dal tristemente famoso tenente Umberto Bartozzi […]<br />

apposta la canonica <strong>di</strong> Nove alle 1.30 e, dopo averla<br />

piantonata da ogni parte, domanda del Parroco […].<br />

Cominciano subito le indagini nella casa, frugano da<br />

ogni parte, rovesciano mobili e se<strong>di</strong>e, e corrono <strong>di</strong> sopra<br />

nelle stanze superiori.<br />

Naturalmente il Parroco non c’è: domandano al<br />

Cappellano dove si trova. (Questo) ancora assonnato,<br />

<strong>di</strong>ce che non sa, e allora quegli sgherri […] si avventano<br />

su <strong>di</strong> lui. Lo ricoprono <strong>di</strong> bastonate, <strong>di</strong> pugni e <strong>di</strong> calci<br />

minacciandolo <strong>di</strong> morte se non parlerà. Il Cappellano<br />

non parla, lo bastonano ancora, lo insultano: nulla da<br />

fare. La stessa sorte toccò all’anziano ospite del parroco<br />

e convalescente da una grave malattia, padre Augusto<br />

Parinetto, scalabriniano, il quale, sconvolto da quella<br />

brutale vicenda, fuggì da Nove, a Cemena, presso Como,<br />

dove dopo un mese morì. […]<br />

Finalmente in un angolo stimato da tutti come un<br />

rifugio sicuro […] trovarono il Parroco e il comandante<br />

Bressan. Entrambi vennero presi e, dopo un breve<br />

interrogatorio, portati a Thiene nella caserma della X<br />

MAS. […] Il 7 marzo seguente […] furono trasferiti a<br />

Padova, a villa Giusti, tristemente nota per le raffinate<br />

torture inflitte ai prigionieri politici dalla banda fascista<br />

<strong>di</strong> Mario Carità.<br />

Don Luigi […] dovette subire, fino all’arrivo <strong>delle</strong><br />

truppe alleate, il 29 aprile 1945, tutte le angherie dei<br />

suoi aguzzini. Egli, nel suo <strong>di</strong>ario, ne parla in termini<br />

<strong>di</strong>screti, ma pure efficaci: “Furono due mesi <strong>di</strong> inau<strong>di</strong>te<br />

sofferenze: torture <strong>di</strong> ogni genere con i mezzi e i meto<strong>di</strong> della<br />

più raffinata e moderna barbarie; mancanza <strong>di</strong> aria e <strong>di</strong><br />

respiro, isolamento, ammalato, sotto il continuo spavento<br />

dei bombardamenti nemici; sempre davanti a quelle belve<br />

umane avide <strong>di</strong> sangue e <strong>di</strong> morte […] E la condanna a morte<br />

era pure segnata – conclude don Luigi –: essere impiccato in<br />

piazza a Nove, davanti alla sua popolazione!”<br />

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Dario Bruni


77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Padre Danilo Panato<br />

Primo stimmatino italiano nelle In<strong>di</strong>e<br />

La parabola della<br />

vita <strong>di</strong> Padre Danilo<br />

Panato inizia a <strong>San</strong><br />

<strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong> il<br />

30 giugno 1944 in<br />

corte Panato.<br />

Figlio <strong>di</strong> Bernardo<br />

e Margherita Marchesini<br />

è ultimo <strong>di</strong><br />

sei figli.<br />

Prima <strong>di</strong> lui nascono<br />

Lino, Pierina,<br />

Teresina, Isetta e<br />

Lorenzo. Fin da<br />

bambino P. Danilo<br />

mostra un buon<br />

carattere, tranquillo,<br />

umile e, nello stes-<br />

so tempo molto riservato. Ma la sua infanzia non non si<br />

presenta certo facile. Ad appena un<strong>di</strong>ci anni arriva la<br />

morte improvvisa del papà Bernardo con tutti i problemi<br />

e le preoccupazioni che ne derivano in seguito. Il piccolo<br />

Danilo, successivamente sente che la sua strada sarà<br />

quella che lo porterà ad essere servo <strong>di</strong> Dio.<br />

Entra giovanissimo nel Seminario della Congregazione<br />

<strong>delle</strong> Sacre Stimmate, dove si fa apprezzare e voler<br />

bene grazie al suo modo <strong>di</strong> fare e porsi in maniera<br />

sempre determinata e <strong>di</strong>sponibile. Il 4 luglio 1971 viene<br />

or<strong>di</strong>nato sacerdote presso la chiesa <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta Caterina<br />

in Villa alla presenza del “suo” adorato parroco don<br />

Antonio Antoniol e la sua vita sacerdotale si svolgerà<br />

prevalentemente nelle parrocchie della sede stimmatina<br />

<strong>di</strong> <strong>San</strong>ta Maria della Speranza.<br />

P. Danilo gira l’Italia. Svolge sacerdozio da Catania a<br />

Poggiomarino, da Bari a Montegiordano, ma la sua più<br />

grande passione sono le missioni. Infatti, corre l’anno<br />

1984 quando lui e altri Padri missionari raggiungono<br />

le Filippine. Qui nel giro <strong>di</strong> pochi anni Padre Danilo e<br />

i suoi compagni aprono il primo centro vocazionale e,<br />

in un appartamento preso in affitto, istituiscono quello<br />

che un domani <strong>di</strong>venterà il Seminario, ospitando una<br />

quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> giovani che andavano dalla prima liceo<br />

al Seminario. Nel frattempo, viene chiamato dall’Italia<br />

per star vicino alla famiglia. Infatti nel 1985 si ammala<br />

il fratello Lorenzo: una grave malattia se lo porterà via<br />

nello stesso anno.<br />

La missione nelle Filippine continua, si raccolgono<br />

i frutti del lavoro svolto: poco tempo dopo, vengono<br />

nominati i primi tre giovani novizi. E la vita <strong>di</strong> Padre<br />

Danilo prosegue serenamente, tra il popolo filippino e<br />

la famiglia, che, verso l’estate, torna sempre a trovare<br />

per passare un po’ <strong>di</strong> tempo insieme e per portare<br />

anche qualche bel regalo. Ad ogni sua visita, porta con<br />

sé l’inseparabile macchina fotografica con la quale si<br />

<strong>di</strong>verte a fotografare i nipotini e le bellezze della natura.<br />

P. Danilo rientra in Italia, e torna in terra <strong>di</strong> missione<br />

nel 2002 per dare inizio alla realtà stimmatina in<br />

In<strong>di</strong>a. Il 9 luglio 2002 insieme a Padre Paul Koovannil<br />

(stimmatino in<strong>di</strong>ano), parte per raggiungere il Kerala,<br />

che è lo stato meri<strong>di</strong>onale dell’In<strong>di</strong>a. Qui insieme danno<br />

inizio a una comunità formativa, molto attenta alla vita<br />

pastorale della parrocchia e della <strong>di</strong>ocesi in cui si trova.<br />

Inizialmente, lo stile intrapreso è basato sull’ascolto, che<br />

permetterà a questa nuova realtà <strong>di</strong> integrarsi al meglio.<br />

Durante la permanenza nel Kerala P. Danilo scrive una<br />

testimonianza, leggibile ancora oggi, in cui egli racconta<br />

la festa <strong>di</strong> Onam, che in In<strong>di</strong>a viene svolta più o meno a<br />

metà agosto. In questa occasione i bambini in<strong>di</strong>ani non<br />

vanno a scuola, i commercianti fanno sconti da capogiro<br />

su tutta la merce e i gruppi parrocchiali fanno a gara a<br />

chi crea la più bella composizione floreale sui pavimenti<br />

<strong>delle</strong> chiese.<br />

L’avventura in Oriente volge al termine; P. Danilo<br />

viene mandato a svolgere servizio presso la casa Ss. Sposi<br />

Stimmatini <strong>di</strong> Palombaio ( Bari ). Intanto il 9 luglio 2006<br />

(quattro anni esatti dopo la sua partenza per l’In<strong>di</strong>a) l’<br />

intera comunità <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong> lo festeggia per<br />

onorare 35 anni <strong>di</strong> vita pastorale. Ma la vita riserva, oltre<br />

a bellissimi e in<strong>di</strong>menticabili momenti anche improvvise<br />

dolorose sorprese. Infatti, agli inizi della primavera del<br />

2007, mentre si trova a Bari per proseguire la sua vita<br />

ecclesiastica, una seria malattia bussa alla sua porta.<br />

Da qui inizia il suo lungo e travagliato calvario. Lui,<br />

così schivo e riservato, non sopportava l’ idea <strong>di</strong> vivere<br />

“osservato” tra ricoveri ospedalieri e visite me<strong>di</strong>che.<br />

In questo periodo <strong>di</strong> dura prova fisica e morale a<br />

confortarlo ed assisterlo, oltre ai familiari, ci sono anche<br />

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i padri stimmatini, suoi compagni in quel <strong>di</strong> Palombaio,<br />

soprattutto P. Fulvio <strong>Pro</strong>cino, padre superiore, il quale lo<br />

segue in maniera attenta ed amorevole, tenendo sempre<br />

la famiglia informata sulle sue con<strong>di</strong>zioni fisiche. A fine<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Padre Danilo Panato festeggia in In<strong>di</strong>a il 32ª anniversario <strong>di</strong><br />

sacerdozio<br />

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Severino<br />

everino rigodanzo<br />

igodanzo<br />

estate del 2008 l’ultima visita alla famiglia. Il suo morale<br />

viene allietato grazie alla presenza della famiglia stessa<br />

ma anche da quella dei suoi adoratissimi pronipoti.<br />

Rientrato dopo un mese a Palombaio, la salute peggiora<br />

<strong>di</strong> giorno in giorno. Il 19 febbraio 2009 alle ore 19 e<br />

59 alla presenza del vescovo mons. Bregantini gli<br />

viene somministrata l’unzione degli infermi e da quel<br />

momento P. Danilo non è più in grado <strong>di</strong> alzarsi.<br />

Nonostante ciò rimane sempre lucido e consapevole<br />

<strong>di</strong> quello che sta vivendo. Ormai si attende solo che il<br />

buon Dio lo accolga con sé e P. Danilo si spegne il 9<br />

marzo 2009 sempre alle ore 19 e 59. Il giorno dopo la<br />

morte, dalla “sua” lontana In<strong>di</strong>a arriva una lettera scritta<br />

da un missionario che ben conosceva P. Danilo. Scrive<br />

che egli nelle Filippine è ricordato come il confessore,<br />

perché a tutti pronunciava una <strong>delle</strong> più belle frasi del<br />

Vangelo: “Non avere paura! Dio ti ama.” In In<strong>di</strong>a lo<br />

ricordano come uomo <strong>di</strong> Dio, devoto e saggio.<br />

È sepolto attualmente presso il cimitero <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />

<strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong> e presso i padri stimmatini <strong>di</strong><br />

Palombaio è stato realizzato un libro per ricordare la<br />

figura <strong>di</strong> P. Danilo.<br />

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EmanuElE Sartori<br />

Una giovane vita donata alla missione<br />

Nato a Castello <strong>di</strong><br />

<strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong><br />

il 28 agosto 1915 in<br />

contrada Mella, figlio <strong>di</strong><br />

<strong>Giovanni</strong> (Giobatta) e <strong>di</strong><br />

Rosina Pozza, Severino<br />

Rigodanzo trascorse<br />

la giovinezza come<br />

tanti suoi coetanei,<br />

compiendo i primi stu<strong>di</strong><br />

in paese e poi a Torino<br />

presso i Salesiani <strong>di</strong> Don<br />

Bosco, sostenuto dall’attenzione<br />

dei suoi<br />

cari e dalle tante amicizie che solitamente coinvolgono i<br />

giovani a quell’età.<br />

Nel 1938, all’età <strong>di</strong> ventitré anni, lasciò la casa e<br />

gli affetti che aveva per entrare definitivamente fra i<br />

Salesiani e compiere così la sua missione cristiana in<br />

Cina.<br />

Dopo un viaggio per mare <strong>di</strong> ben quarantacinque<br />

giorni, trascorrendo numerose notti in balìa <strong>di</strong> tempeste<br />

e venti burrascosi, finalmente toccò le terre orientali per<br />

iniziare la sua avventura missionaria nella comunità<br />

cinese. Finiti gli stu<strong>di</strong> filosofici nello studentato <strong>di</strong> Hong<br />

Kong, insegnò come tirocinante per qualche periodo in un<br />

collegio e il suo zelo per la gioventù, che numerosissima<br />

accorreva in quei tempi <strong>di</strong> guerra, ingrandì la sua fama <strong>di</strong><br />

uomo buono, gentile e <strong>di</strong>sponibile. Aiutò i più bisognosi<br />

e cercò <strong>di</strong> promuovere uno stile <strong>di</strong> vita più sano a favore


Severino Rigodanzo ancora giovane, in<br />

abiti religiosi<br />

<strong>di</strong> molti ragazzi <strong>di</strong><br />

strada che spesso<br />

si perdevano nel<br />

labirinto della<br />

corruzione e della<br />

criminalità. Il<br />

grande ideale per<br />

cui egli offrì a Dio<br />

la sua giovane vita<br />

furono le vocazioni<br />

cinesi: si racconta<br />

che la sera stessa,<br />

al tornare dal suo<br />

funerale, alcuni<br />

giovinetti vennero<br />

spontaneamente<br />

a <strong>di</strong>re che desideravano<br />

stu<strong>di</strong>are<br />

per essere un<br />

giorno sacerdoti.<br />

T r a s f e r i t o s i<br />

successivamente<br />

nell’istituto salesiano<br />

della città <strong>di</strong><br />

Macau, proseguì<br />

la sua opera <strong>di</strong><br />

missionario, nella<br />

speranza <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare un giorno sacerdote e preparare<br />

al-tri sacerdoti. Nonostante i nu-merosi impegni<br />

riuscì sempre a tenersi in contatto per corrispondenza<br />

AuTOffICINA<br />

<strong>di</strong> Michele Maiolo<br />

AUTOFFICINA • GOMMISTA • ELETTRAUTO<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

postale con la famiglia e soprattutto con la madre<br />

Rosina. Fortunatamente a noi rimangono alcune <strong>di</strong><br />

queste lettere, preziose testimonianze <strong>di</strong> una giovane<br />

vita de<strong>di</strong>cata a Dio con gioia e devozione. Scriveva,<br />

ad esempio, nell’ottobre del 1938 in una lettera <strong>di</strong><br />

incoraggiamento alla madre in seguito alla notizia della<br />

morte del padre occorsa poco dopo la sua partenza per la<br />

Cina, queste significative parole che ben rappresentano<br />

il suo carattere e il suo attaccamento alla famiglia:<br />

“Amatissima mamma, col cuore angosciato e con le<br />

lacrime agli occhi rispondo alla lettera del caro fratello<br />

Giuseppe, che mi annunziava la <strong>di</strong>partita <strong>di</strong> colui che<br />

formava l’oggetto più caro dopo Dio. È veramente<br />

doloroso il sapere che l’amatissimo Babbo sia scomparso<br />

da questa terra nell’età in cui avrebbe dovuto raccogliere<br />

le dolci consolazioni d’una vita laboriosa e provata da<br />

mille contrarietà, ma è oltremodo consolante il sapere<br />

che abbiamo acquistato in cielo un forte intercessore<br />

presso Dio… coraggio, mamma amatissima, in Cielo ci<br />

ritroveremo tutti uniti ed allora potremo ricompensare<br />

quello che sulla terra sembrò mancare”.<br />

Avrebbe dovuto incominciare gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Teologia<br />

ma all’età <strong>di</strong> vent’otto anni fu colpito dalla malattia e<br />

per la scarsità <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cine che in quei tempi <strong>di</strong> guerra<br />

interessava tutto il popolo cinese, morì il 29 settembre<br />

del 1943 e fu sepolto in un cimitero cristiano <strong>di</strong> Macau.<br />

In un biglietto scritto da lui stesso alcuni giorni prima <strong>di</strong><br />

morire e consegnato al <strong>di</strong>rettore dell’Istituto Salesiano <strong>di</strong><br />

Macau, descriveva le sue ultime volontà: “Dopo morto<br />

desidero che non si sprechi molto; una veste tra le più<br />

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67


68<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

vecchie, una cotta fra le più usate ed un crocefisso sul<br />

petto o fra le mani. Desidererei avere la Messa, presente<br />

il mio cadavere, possibilmente cantata e con comunioni.<br />

Dopo la messa desidererei che il mio cadavere rimanesse<br />

in chiesa ed i giovani, specie i più piccoli, passassero<br />

a pregare pel riposo dell’anima mia. La mia tomba sia<br />

semplice e se è possibile una piccola colonna spezzata o<br />

una croce <strong>di</strong> pietra… se si può si scriva o si scolpisca in<br />

cinese: «Si offerse vittima per le Vocazioni Cinesi»”.<br />

La famiglia addolorata lo pianse da lontano ma nel<br />

2005 alcuni familiari si sono recati in Cina e sono riusciti<br />

a rintracciare il cimitero e a fare visita alla tomba dove<br />

La famiglia <strong>di</strong> Lovatin Massimo e Bacco Maria Elena<br />

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ROSSETTO DIEGO<br />

Quando el laoro dei mè bis noni l’è <strong>di</strong>ventà anca el mè<br />

laoro... gò sentio tutta la passion che la tera pol dar...<br />

cusì la tra<strong>di</strong>sion del Maron de <strong>San</strong> Giovani Ilarion<br />

continua ad esar coltivà con tanto amor e devosion<br />

<strong>Pro</strong>duzione e ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>retta MARRONI<br />

riposa il Chierico Severino. Come ricordo della terra che<br />

tanto amava gli sono stati portati alcuni ramoscelli <strong>di</strong><br />

ciliegio e dei fiori appassiti raccolti, prima <strong>di</strong> partire, nei<br />

campi “della Risara” <strong>di</strong> suo fratello Adelino Rigodanzo,<br />

che sempre ci raccontava <strong>di</strong> quanto fosse stato <strong>di</strong>fficile<br />

per Severino separarsi dai luoghi natali.<br />

Per onorare la sua memoria a Castello gli è stata<br />

de<strong>di</strong>cata una via del centro e il ricordo che ci rimane<br />

<strong>di</strong> lui è quello <strong>di</strong> un uomo <strong>di</strong> fede, <strong>di</strong> carità e <strong>di</strong> grande<br />

coraggio che, nonostante la lontananza, rimase legato<br />

con il cuore alla terra della sua giovinezza.<br />

anita CaSarotto<br />

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37035 SAN GIOVANNI ILARIONE (VR)


77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Don on M MMario<br />

ario S SSalgaro<br />

algaro<br />

La gioiosa povertà come vocazione<br />

Un giovane don Mario Salgaro<br />

in veste talare<br />

Nato nella contrada<br />

Scandolaro, appena<br />

sopra Castello, il<br />

5 settembre 1922, don<br />

Mario Salgaro fu fin<br />

dalla nascita a stretto<br />

contatto con le <strong>di</strong>fficoltà<br />

del vivere quoti<strong>di</strong>ano:<br />

ultimo <strong>di</strong> otto fratelli,<br />

crebbe all’interno <strong>di</strong><br />

una famiglia numerosa,<br />

come spesso accadeva<br />

in quei tempi, sperimentando<br />

lo spirito<br />

<strong>di</strong> fratellanza e <strong>di</strong><br />

aiuto reciproco che<br />

caratterizzava le famiglie<br />

negli anni <strong>di</strong>fficili del<br />

primo dopoguerra e che <strong>di</strong>ventò poi uno dei tratti più<br />

significativi della sua vita sacerdotale.<br />

Dopo aver frequentato le elementari nella scuola<br />

del paese, si accostò alla scelta religiosa grazie anche<br />

all’attenzione dell’allora parroco don Giuseppe Dal<br />

Molin, noto a tutti per la sua bontà e la costante cura<br />

rivolta verso i propri fedeli: fu don Giuseppe a cogliere i<br />

primi segnali della vocazione dell’ancor giovane Mario e<br />

ad in<strong>di</strong>rizzarlo verso Don Orione che proprio in quegli<br />

anni rafforzava la sua congregazione con la fondazione <strong>di</strong><br />

nuovi collegi e <strong>di</strong> istituti assistenziali in Italia e all’estero.<br />

Don Mario ebbe modo <strong>di</strong> conoscere personalmente<br />

il fondatore, che il papa <strong>Giovanni</strong> Paolo II canonizzerà<br />

come santo molti anni dopo, nel 2004.<br />

Accolto il 10 ottobre 1935 al collegio orionino <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />

Bernar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Cortona, nei sei anni successivi proseguì i<br />

suoi stu<strong>di</strong> nelle altre se<strong>di</strong> della congregazione: a Genova,<br />

Milano, Montebello e Buccinigo.<br />

Nell’agosto del 1942, dopo aver completato il<br />

noviziato, fece la prima professione e iniziò successivamente<br />

gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> filosofia a Villa Moffa <strong>di</strong> Bra<br />

(Cuneo), proseguendo con il tirocinio pratico a Tortona,<br />

presso la Casa Madre: erano gli anni in cui infuriava la<br />

seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, che lui trascorse, dal 1943 al<br />

1945, come segretario e telefonista del <strong>di</strong>rettore.<br />

La salute cagionevole lo costrinse poi a trascorrere<br />

un anno a Genova Castagna, dove si fermò anche nel<br />

biennio successivo per assistere i giovani convalescenti<br />

e bisognosi <strong>di</strong> cure.<br />

Completato il liceo, si trasferì a Genova per affrontare<br />

il corso <strong>di</strong> Teologia presso i Padri della Missione, dal 1950<br />

al 1954 e sempre a Genova emise i voti perpetui l’11<br />

ottobre 1948.<br />

Divenuto <strong>di</strong>acono nel 1953, giunse all’or<strong>di</strong>nazione<br />

sacerdotale il 29 giugno 1954 nel <strong>San</strong>tuario della Guar<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong> Tortona.<br />

La <strong>di</strong>sponibilità ad servizio senza riserve e il naturale<br />

spirito <strong>di</strong> adattamento lo portarono nei decenni successivi<br />

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70<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Don Mario con il fratello Rino<br />

ad immergersi in <strong>di</strong>verse realtà locali, <strong>di</strong>mostrando<br />

una chiara pre<strong>di</strong>sposizione soprattutto per la pastorale<br />

giovanile: dal Convitto <strong>San</strong> Romodo (anni ’54-’56) <strong>di</strong><br />

<strong>San</strong>remo e da Genova Camaldoli tra i “Beniamini” (dal<br />

’56 al ’60), passò a Bogliasco dove lavorò fra i ragazzi<br />

con han<strong>di</strong>cap e lavoro protetto in due perio<strong>di</strong> (dal ’60<br />

al ’71 e dal ’74 al 1981), con la parentesi altrettanto<br />

impegnativa <strong>di</strong> Cagli (Pesaro Urbino) fra i giovani poveri<br />

(dal ’71 al ’74). Il quin<strong>di</strong>cennio successivo, dal 1981 al<br />

’94, fu vicario ed economo tra i giovani lavoratori della<br />

casa <strong>di</strong> Genova Rivarolo e Boschetto, a stretto contatto<br />

con le <strong>di</strong>fficoltà quoti<strong>di</strong>ane tipiche della gioventù del<br />

tempo, testimoniando nella con<strong>di</strong>visione del proprio<br />

tempo e dei propri beni, sull’esempio del fondatore, la<br />

fattiva partecipazione della Chiesa alle <strong>di</strong>fficoltà dei più<br />

bisognosi.<br />

Infaticabile nel lavoro pastorale, malgrado l’età<br />

non più giovanile nel 1994 accettò con entusiasmo il<br />

trasferimento a Firenze, presso la comunità parrocchiale<br />

<strong>di</strong> <strong>San</strong> Marco, dove fu vicario parrocchiale e incaricato<br />

<strong>di</strong> una casa <strong>di</strong> accoglienza fino al ’99, <strong>di</strong>ventando poi<br />

collaboratore presso l’istituto S. Cuore <strong>di</strong> Fano in qualità<br />

<strong>di</strong> consigliere, nonché cappellano nel santuario <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />

<strong>Giovanni</strong> Bosco.<br />

Le precarie con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute lo indussero nel<br />

2006 a trasferirsi <strong>di</strong> nuovo a Genova, presso la comunità<br />

del Piccolo Cottolengo: pochi anni prima, il 23 giugno<br />

2001, aveva voluto emettere il IV Voto <strong>di</strong> fedeltà al Papa<br />

<strong>di</strong>mostrando nell’umile <strong>di</strong>sponibilità del servizio il suo<br />

forte attaccamento alla Chiesa e ai superiori.<br />

A Genova Castagna sorella morte lo raggiunge<br />

il 14 marzo 2010, a 87 anni <strong>di</strong> età, dopo 67 anni <strong>di</strong><br />

<strong>Pro</strong>fessione religiosa e 55 <strong>di</strong> sacerdozio. Il suo corpo<br />

riposa nel cimitero <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong>, nel paese<br />

per il quale, anche nei lunghi anni del suo girovagare a<br />

servizio della Chiesa, nutrì costantemente grande affetto<br />

e dove tornava volentieri, mantenendo forti legami con<br />

la popolazione e soprattutto con i parenti.<br />

Lo spirito gioviale e sempre pronto alla battuta<br />

che caratterizzò il suo modo <strong>di</strong> vivere, unito ad un<br />

atteggiamento umile e nello stesso tempo attento alle<br />

esigenze degli altri, permise a don Mario <strong>di</strong> raccogliere<br />

attorno a sé sempre grande simpatia ed affetto,<br />

portandolo in ogni momento a valorizzare il meglio <strong>delle</strong><br />

persone con cui veniva in contatto: il piccolo servitore<br />

<strong>di</strong> don Orione, pre<strong>di</strong>letto dallo stesso fondatore per<br />

l’affabilità del carattere e la genuina fedeltà al messaggio<br />

evangelico, ha saputo così incarnare nella sua lunga<br />

esistenza, spesso vissuta nell’ombra e lontano da ogni<br />

clamore, l’insegnamento appreso <strong>di</strong>rettamente dal suo<br />

santo precettore.<br />

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Il gruppo Alpini <strong>di</strong> S. <strong>Giovanni</strong> ilarione augura a tutti i partecipanti della 77ª <strong>Sagra</strong> <strong>delle</strong> <strong>Castagne</strong><br />

un cor<strong>di</strong>ale benvenuto e ricorda i principali appuntamenti per l’anno 2013:<br />

• 6 gennaio: Buielo Alpino<br />

• 20 gennaio: festa del tesseramento<br />

• 11-12 maggio: Adunata Nazionale a Piacenza<br />

• 21 luglio: Gita sociale<br />

• 24-25 agosto: Week-end in montagna<br />

• 7 settembre: Cerimonia capitello <strong>di</strong> Soeio<br />

• Notte <strong>di</strong> Natale dopo la S. Messa Brulè davanti alle chiese


77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Padri adri N NNazario<br />

azario e C CCeCilia<br />

ilia iliaN ilia iliaN ilia iliaN ilia o S SSoPra<br />

ra raN ra raN ra raN ra a<br />

Uniti nell’apostolato e nella morte<br />

Due frati, due sacerdoti, due fratelli usciti dalla<br />

famiglia Soprana <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Ilarione</strong>, accomunati<br />

dalla stessa vocazione, nella stessa grande famiglia<br />

francescana, missionari in Italia, una missione forse<br />

<strong>di</strong>versa, ma non per questo meno importante e necessaria.<br />

Padre Nazario nasce l’11 gennaio 1917, mentre<br />

padre Ceciliano sorride alla vita quattro anni più tar<strong>di</strong>,<br />

il 21 aprile 1921. Seguono entrambi la chiamata al<br />

sacerdozio, nella congregazione francescana e sono<br />

or<strong>di</strong>nati presbiteri lo stesso giorno a Vittorio Veneto, nel<br />

1942.<br />

Padre Nazario nutre l’ardente desiderio <strong>di</strong> andare<br />

missionario all’estero, ma ne è impe<strong>di</strong>to per motivi <strong>di</strong><br />

Padri Soprana Nazario e Ceciliano con la mamma Anna<br />

salute, causa una grave malattia che lo ha colpito da<br />

giovane. Persona <strong>di</strong> spessa cultura, fine conoscitore<br />

dei monumenti artistici, <strong>delle</strong> chiese e <strong>delle</strong> relative<br />

opere d’arte nelle città ove opera, si tiene informato<br />

ed aggiornato continuamente su tutto, nessuno riesce<br />

a trovarlo impreparato. Di una fede e <strong>di</strong> una pietà<br />

inconfon<strong>di</strong>bile, balza alla ribalta per la sua facon<strong>di</strong>a<br />

oratoria, per la sua chiarezza <strong>di</strong> idee, per la sua granitica<br />

volontà: è un pre<strong>di</strong>catore insuperabile.<br />

Non può andare in missione? Ecco che si può supplire<br />

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72<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

I due fratelli francescani festeggiati dalla loro comunità parrocchiale<br />

e dall’allora parroco don Antonio Antoniol<br />

con la pre<strong>di</strong>cazione <strong>delle</strong> missioni. Animato da una<br />

fede incrollabile, non lascia spazio alle mezze misure,<br />

dal pulpito è un fustigatore dei costumi corrotti, <strong>delle</strong><br />

innovazioni che portano la gente ad allontanarsi dai<br />

sani principi, è una persona che fa ammutolire anche<br />

le mosche quando pre<strong>di</strong>ca in chiesa. Voce possente e<br />

tonante, non necessita <strong>di</strong> amplificatori o microfoni, il suo<br />

regno è il pulpito, dal quale non ha paura <strong>di</strong> lanciare gli<br />

strali contro la corruzione <strong>delle</strong> anime e il malcostume.<br />

Sembra <strong>di</strong> assistere alle pre<strong>di</strong>che del frate domenicano<br />

Girolamo Savonarola a Firenze. Non sono tuttavia solo<br />

<strong>di</strong>scorsi altisonanti, sono richiami veri a proseguire nella<br />

fede dei padri, sulla necessità <strong>di</strong> seguire gli insegnamenti<br />

evangelici, sull’abbandonarsi nella fiducia in Dio. Il suo<br />

spirito missionario lo trasforma nell’assistenza e nella<br />

missione agli emigranti in Francia, in Belgio, in Svizzera<br />

e anche in Italia, dal Piemonte alla Sicilia, spostandosi<br />

continuamente in treno, in automobile, in autostop, mai<br />

stanco <strong>di</strong> portare una parola <strong>di</strong> conforto e <strong>di</strong> speranza a<br />

chi ne ha la necessità.<br />

Ha vissuto la sua vita <strong>di</strong> “frate errante”, missionario<br />

quin<strong>di</strong>, spostandosi <strong>di</strong> città in città, <strong>di</strong> parrocchia in<br />

parrocchia, pre<strong>di</strong>cando ed aiutando i più bisognosi nel<br />

corpo e nello spirito.<br />

Si spegne nel convento <strong>di</strong> <strong>San</strong> Francesco a Vittorio<br />

Veneto il 21 maggio 1997, a 80 anni vissuti intensamente<br />

per la congregazione e per gli altri.<br />

Padre Ceciliano, invece, è <strong>di</strong> indole molto <strong>di</strong>versa<br />

dal fratello. <strong>Pro</strong>fessore <strong>di</strong> Lettere e Filosofia, dopo i<br />

primi anni <strong>di</strong> insegnamento si rende conto che la sua<br />

missione è in mezzo alla gente, la gente comune, in<br />

mezzo ai lavoratori, ai conta<strong>di</strong>ni, agli artigiani che<br />

vivono momenti <strong>di</strong> crisi e <strong>di</strong> tensioni sociali. Al pensiero<br />

iniziale <strong>di</strong> andare in missione pensa a quanto <strong>di</strong>sse S.<br />

Filippo Neri a Roma al giovane missionario S. Francesco<br />

Saverio in procinto <strong>di</strong> partire per la Cina: “ ...ve<strong>di</strong>, se tu<br />

esci da questa casa e vai fuori porta <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong>, vedrai<br />

quanto bisogno <strong>di</strong> missionari c’è anche qui…”. Capisce<br />

allora che il mondo dei lavoratori è la sua missione.<br />

Oltre all’assistenza spirituale, dovere massimo <strong>di</strong> ogni<br />

sacerdote, eccolo impegnarsi nella <strong>di</strong>fesa dei singoli<br />

lavoratori, nella <strong>di</strong>fesa <strong>delle</strong> loro famiglie, nella sicurezza<br />

sul posto <strong>di</strong> lavoro, lottando sempre per la <strong>di</strong>gnità umana<br />

e sociale <strong>di</strong> ognuno. La sua città <strong>di</strong> azione è Cittadella e le<br />

zone circostanti. È un frate moderno, benvoluto da tutti,<br />

in modo particolare dai giovani, per i quali egli mette<br />

in campo una miriade <strong>di</strong> iniziative atte a coinvolgerli,<br />

per farli crescere spiritualmente e socialmente, perché<br />

capisce che saranno proprio loro a guidare i destini della<br />

nazione.<br />

A <strong>di</strong>fferenza del fratello Nazario, è molto più aperto,<br />

più comprensivo anche verso i nuovi costumi, perché<br />

vive in prima linea i problemi e le tensioni sociali. Il<br />

movimento <strong>di</strong> cambiamento passato allo storia come<br />

il ’68 non lo scandalizza più <strong>di</strong> tanto, capisce che sono<br />

assolutamente necessari alcuni scossoni nella società<br />

e anche nella Chiesa, ma in<strong>di</strong>ca pure chiaramente<br />

quali sono le devianze fuorvianti che il ’68 porta,<br />

assolutamente da evitare e da condannare. È il padre<br />

buono dei lavoratori e lascia un nitido ricordo nella<br />

gente in mezzo alla quale opera.<br />

Si spegne nel 1997, all’età <strong>di</strong> 76 anni a Saccolongo<br />

<strong>di</strong> Padova, consumato dall’Alzheimer, esattamente 25<br />

giorni dopo il fratello Nazario.<br />

Nel 1992 avevano festeggiato insieme a <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong><br />

<strong>Ilarione</strong> il 50° <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione sacerdotale, e<strong>di</strong>ficando i<br />

concitta<strong>di</strong>ni con la loro presenza e la loro pietà, insieme<br />

sono volati in para<strong>di</strong>so.<br />

Due fratelli, due vocazioni, due campi d’azione<br />

<strong>di</strong>versi, ma un solo ed unico obiettivo: la gloria <strong>di</strong> Dio<br />

attraverso il servizio ai fratelli.<br />

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Gianni Sartori


77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

Padre adre agostino<br />

gostino V VValentini<br />

alentini<br />

Ben si adatta il<br />

detto antico che<br />

solo nella povertà<br />

e nella nella semplicità<br />

<strong>di</strong> cuore è possibile possibile<br />

entrare in in <strong>di</strong>retto<br />

contatto con il<br />

Signore e questo<br />

conferma che a<br />

Cattignano prima<br />

della IIª terribile<br />

guerra mon<strong>di</strong>ale<br />

esisteva un feeling<br />

particolare con con<br />

il Creatore. Creatore. Molti<br />

ragazzi infatti,<br />

cresciuti cresciuti in famiglie<br />

ove la povertà<br />

materiale pendeva pendeva<br />

dalla mappa del camino e a stento si riusciva a tacitare<br />

i morsi più duri della fame, famiglie tuttavia ricche <strong>di</strong><br />

fede e <strong>di</strong> solidarietà, rispondono alla chiamata <strong>di</strong> Cristo<br />

e seguono il cammino per essi tracciato. Il Signore<br />

bussa anche alla porta <strong>di</strong> Alberto Valentini, via Centro<br />

<strong>di</strong> Cattignano. È una persona stimata, impegnata nel<br />

sociale, ricopre la carica <strong>di</strong> consigliere comunale, si<br />

batte con successo per l’erezione del locale cimitero, è<br />

persona <strong>di</strong> riferimento della piccola comunità. Ben 8 figli<br />

cinguettano nella sua casa,1 femmina e 7 maschi, e fra<br />

questi ultimi due seguono la strada <strong>di</strong> Cristo attraverso la<br />

via in<strong>di</strong>cata da <strong>San</strong> Francesco d’Assisi, Vittorio, nato nel<br />

1929 e Agostino, nato nel 1933.<br />

Agostino è un tipo tranquillo, riflessivo, sognatore, a<br />

<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> Vittorio, un po’ più turbolento.<br />

Dopo la scuola, negli assolati pomeriggi siede pensoso<br />

sul grande sasso posto a fianco della casa e sorride beato,<br />

fantasticando su un avvenire che ancora non conosce,<br />

ma che già immagina lontano.<br />

Il vicino Collegio dei frati a Chiampo lo accoglie fra<br />

i suoi ragazzi, ove il fratello Vittorio già da due anni è<br />

presente, e qui riesce a dar sfogo a tutti i suoi sogni, si<br />

commuove alla lettura della vita del <strong>San</strong>to fondatore e<br />

Una vita per gli altri<br />

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ai racconti dei missionari francescani. Ha già deciso, sarà<br />

frate, un frate missionario. Dopo il canonico percorso<br />

negli stu<strong>di</strong>, viene or<strong>di</strong>nato sacerdote a Motta <strong>di</strong> Livenza-<br />

TV nel 1956. Il suo pallino fisso è quello <strong>di</strong> donarsi<br />

e de<strong>di</strong>carsi agli altri nella preghiera, ma soprattutto<br />

nell’apostolato pratico. Dopo i classici anni <strong>di</strong> rodaggio<br />

nelle varie realtà francescane sparse nel Veneto, aiutando<br />

pure le parrocchie esterne ove i sacerdoti cominciano<br />

già a scarseggiare, nel 1963 parte per il centroAmerica,<br />

destinazione El Salvador, ove i Francescani già da<br />

tempo sono presenti e fanno un gran bene. Per padre<br />

Agostino questa meta è un ottimo banco <strong>di</strong> prova. Il<br />

paese è montuoso e il mezzo <strong>di</strong> trasporto all’inizio è il<br />

cavallo, i villaggi sono molto lontani e non collegati tra<br />

<strong>di</strong> loro. Il contatto con i poveri, con un mondo non<br />

ancora stravolto dal cemento e quasi incontaminato<br />

offre al nostro missionario la possibilità <strong>di</strong> mettere alla<br />

prova la propria operosità e la propria iniziativa. Dopo<br />

un periodo trascorso come cappellano, per impratichirsi<br />

e padroneggiare la lingua spagnola, eccolo già nel<br />

1964 parroco a Gotera. Si sente responsabile <strong>di</strong> una<br />

comunità e si impegna 24 ore al giorno per la sua crescita<br />

sia spirituale che materiale. Non trascura nessuno,<br />

niente sfugge alla sua attenzione, si cura del povero,<br />

dell’in<strong>di</strong>feso, del dubbioso, del <strong>di</strong>sperato. Ha fin da allora<br />

il sentore, e non ne fa mistero con nessuno, <strong>di</strong> avere<br />

poco tempo a <strong>di</strong>sposizione per realizzare le opere del<br />

Signore e per ciò è sempre <strong>di</strong> corsa, con ansia frenetica,<br />

<strong>di</strong>vorato dallo zelo per il suo gregge. Organizza la sua<br />

prima missione parrocchiale, con la partecipazione <strong>di</strong><br />

ben trentaquattro sacerdoti pre<strong>di</strong>catori, si rende conto<br />

che la gente ha bisogno <strong>di</strong> stimoli, ha necessità <strong>di</strong> vedere<br />

qualcuno con le idee chiare che faccia da guida, che viva<br />

in prima persona gli insegnamenti che comunica. Per<br />

questo padre Agostino Valentini è l’immagine vivente<br />

del buon pastore, è quello che non si siede a tavola se sa<br />

che altri non ha nulla nel piatto, è quello che non va a<br />

dormire se sa che qualcuno è nel dubbio o nell’angoscia,<br />

è quello che si fa carico dei problemi degli altri. A tutti<br />

e a ciascuno in particolare è solito ripetere: “Non ti<br />

preoccupare, abbi fiducia, Qualcun altro ti sta accanto<br />

e ti sta aiutando. Abbi fiducia in Lui”. E lo <strong>di</strong>ce con quel<br />

Via rivato P. Antonio, 31 - S. GiOVANNi ilAriONE (Vr)<br />

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77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

candore francescano che lascia <strong>di</strong> stucco chi è coinvolto<br />

nell’affannosa corsa quoti<strong>di</strong>ana, nel vorticoso evolversi<br />

degli eventi, chi non sa fermarsi e guardare dentro se<br />

stesso.<br />

Invitato a pre<strong>di</strong>care in Colombia, avendo <strong>di</strong>menticato<br />

tutti i documenti con il denaro sul taxi che dall’aeroporto<br />

lo aveva condotto a destinazione, non si scompone,<br />

sorridendo esclama a chi, preoccupato gli sta <strong>di</strong> fronte:<br />

“Tranquillo, vedrai che domani arriverà tutto quanto,<br />

bisogna aver fiducia”. E all’indomani, puntualmente<br />

arrivano i documenti, denaro compreso. È un geniale<br />

costruttore, desidera che anche il Signore abbia una casa<br />

<strong>di</strong>gnitosa ove incontrare la gente nei giorni <strong>di</strong> festa e<br />

allora in mano sua tutte le pietre <strong>di</strong>ventano angolari.<br />

Già alla sua prima esperienza come parroco restaura<br />

la chiesa e i gra<strong>di</strong>ni del battistero, dal 1965 al 1969 è<br />

parroco a La Palma, mette mano alla casa parrocchiale,<br />

rifacendola ex novo, e<strong>di</strong>fica la sala parrocchiale,<br />

provvedendo nel contempo i nuovi banchi alla chiesa.<br />

Successivamente passa nella città <strong>di</strong> S. Miguel. È il suo<br />

momento migliore. Qui inizia la costruzione della<br />

nuova chiesa. Siamo in piena guerra civile, con tutte<br />

le incertezze e le incognite che ogni guerra porta, e a<br />

chi gli sconsiglia <strong>di</strong> intraprendere l’opera ripete: “Abbi<br />

fede, non ti abbattere, an<strong>di</strong>amo avanti nel nome della<br />

<strong>Pro</strong>vvidenza”. Dopo un anno la chiesa è una splen<strong>di</strong>da<br />

realtà, abbellita da due statue in legno, opera degli artisti<br />

della Val Gardena, raffiguranti ad altezza naturale <strong>San</strong><br />

Francesco e la Madonna.<br />

È da solo a tirare il carretto, gli altri lo seguono e lo<br />

appoggiano senza contrad<strong>di</strong>rlo, vedendo chiaramente<br />

che il Signore opera attraverso lui. A fianco della chiesa<br />

costruisce l’oratorio, che ospita la domenica circa 1.500<br />

giovani, ed egli è infaticabile nel seguirli, nel cercare<br />

<strong>di</strong> stimolare in loro l’impegno a costruirsi un futuro<br />

<strong>di</strong>gnitoso, a scoprire e seguire il proprio progetto nella<br />

vita. Non si <strong>di</strong>mentica dei bisogni materiali della gente,<br />

progetta e costruisce il consultorio me<strong>di</strong>co con annessa<br />

farmacia, per la <strong>di</strong>stribuzione <strong>delle</strong> me<strong>di</strong>cine gratuite per<br />

gli in<strong>di</strong>genti, un costo simbolico per gli altri, per non<br />

correre il rischio <strong>di</strong> vederle non apprezzate. Costruisce<br />

stanze per i senza tetto. Padre Agostino è un geniale<br />

architetto e un formidabile lavoratore, sembra che<br />

quello che passa per le sue mani <strong>di</strong>venti tutto oro, ha la<br />

fortuna <strong>di</strong> vedere materializzate le idee che gli passano<br />

per la testa.<br />

Durante la guerra civile la sua vita è in continuo<br />

pericolo. Cercando un giorno <strong>di</strong> portare aiuto ad un<br />

parrocchiano che si sente male, viene fermato ad un<br />

posto <strong>di</strong> blocco e gli vogliono requisire l’orologio. Egli<br />

non si perde d’animo e li apostrofa, ricordando loro<br />

che in tal modo non seguono gli insegnamenti <strong>di</strong> Dio e<br />

prosegue senza paura, lasciandoli stupiti e contraddetti.<br />

Egli non parteggia per nessuna <strong>delle</strong> fazioni in lotta, egli<br />

combatte solo l’o<strong>di</strong>o e la violenza, è il padre <strong>di</strong> tutti e<br />

non ha paura <strong>di</strong> mettere a repentaglio la sua vita per i<br />

suoi fratelli. Non si preoccupa eccessivamente per il<br />

domani, non accumula tesori in terra, è <strong>di</strong>staccato dalla<br />

ricchezza, che niente serve se fine a se stessa. Durante i<br />

suoi perio<strong>di</strong>ci rientri a casa dai fratelli, ha modo <strong>di</strong> far<br />

presente la <strong>di</strong>versità fra l’Italia e El Salvador: quanta<br />

ricchezza, quanta opulenza, ma quanto in<strong>di</strong>vidualismo<br />

nella prima, a <strong>di</strong>fferenza della povertà, a volte della<br />

mancanza <strong>di</strong> futuro, ma quanta fratellanza e senso <strong>di</strong><br />

comunità nella piccola nazione americana. Durante la<br />

guerra acquista, a bassissimo prezzo, una grande casa a<br />

Las Tunas, sulla costa dell’oceano, e la a<strong>di</strong>bisce a luogo<br />

<strong>di</strong> ritiro spirituale per i giovani.<br />

Durante uno <strong>di</strong> questi, decide <strong>di</strong> fare un bagno<br />

insieme ai giovani, per combattere il caldo e l’umi<strong>di</strong>tà.<br />

Un’improvvisa ondata alta 5 metri, provocata da un<br />

piccolo “tsumani locale”, come è stato confermato<br />

successivamente dall’istituto nazionale salvadoregno,<br />

lo trascina e lo getta contro la scogliera, sfracellandolo,<br />

insieme ad altri tre giovani. È il 3 luglio 1988, ha appena<br />

57 anni. Quattro vite spente in un attimo. La corrente<br />

lo trascina via e il suo corpo viene ripescato, dopo due<br />

giorni, a 20 Km <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dal luogo dell’incidente. La<br />

stampa nazionale <strong>di</strong> El Salvador ne dà ampio risalto,<br />

esaltando le sue doti e le sue opere, tutti hanno perso<br />

un fratello, un consigliere, un amico. Aveva il sentore <strong>di</strong><br />

morire giovane e così è stato.<br />

A furor <strong>di</strong> popolo la popolazione vuole seppellirlo in<br />

chiesa, come un eroe, ma il vescovo si oppone ed allora<br />

trova degna <strong>di</strong>mora per l’ultimo riposo davanti alla<br />

stessa, sotto il porticato e anche adesso la sua tomba è<br />

sempre in or<strong>di</strong>ne e meta <strong>di</strong> pellegrinaggio.<br />

La comunità <strong>di</strong> <strong>Pro</strong>va <strong>di</strong> <strong>San</strong> Bonifacio, ove risiedono<br />

i fratelli, intitola a lui il gruppo missionario fondato<br />

cinque mesi prima, a sostegno dei missionari locali sparsi<br />

nel mondo, vero cordone ombelicale fra la impegnata<br />

parrocchia e i suoi figli, chiamati a lavorare nei vari<br />

continenti e in tal maniera padre Agostino continua ad<br />

operare con il suo carisma e la sua fede.<br />

Gianni Sartori


EGOlAMENTO DEl “QUiZZiAMO iNSiEME”<br />

77ª SAGRA <strong>delle</strong> CASTAGNE<br />

11-15 ottobre 2012<br />

1. II concorso a premi “Quizziamo insieme” è riservato alle scuole elementari e me<strong>di</strong>e.<br />

2. Per partecipare basta rispondere a tutti i 13 quiz, facendo una crocetta sulla risposta esatta.<br />

3. Ogni concorrente può partecipare con una sola scheda.<br />

4. Fra tutti coloro che avranno risposto in modo esatto saranno estratti 30 premi, attinenti soprattutto<br />

all’attività scolastica, offerti dal negozio Damini Elettrocasa.<br />

5. Le partecipazioni al concorso vanno in<strong>di</strong>rizzate alla “<strong>Pro</strong> <strong>loco</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Giovanni</strong> ilarione” entro<br />

il 14 novembre 2012 o consegnate a mano nei giorni della <strong>Sagra</strong> <strong>delle</strong> <strong>Castagne</strong> presso il negozio<br />

Damini Elettrocasa.<br />

6. La <strong>Pro</strong> <strong>loco</strong> avvertirà i vincitori con lettera il giorno <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta lucia.<br />

7. Tutte le risposte esatte sono contenute nel presente libretto.<br />

1. Con quale veicolo trainato da cavalli fece il suo ingresso a Nove come parroco don Luigi Panarotto?<br />

- calesse m<br />

- landau m<br />

- <strong>di</strong>ligenza m<br />

2. Per un certo periodo, Padre Ceciliano Soprana è professore <strong>di</strong>…..?<br />

- Lettere e Filosofia m<br />

- Scienze Matematiche m<br />

- Diritto m<br />

3. In quale località della ex Jugoslavia (oggi Croazia) svolse il suo servizio pastorale Fratel Maurizio<br />

Bacco?<br />

- Zagabria m<br />

- Pola m<br />

- Sarajevo m<br />

4. Qual è il fondatore dell’Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> cui faceva parte don Mario Salgaro?<br />

- Don Calabria m<br />

- Don Bosco m<br />

- Don Orione m<br />

5. Su quale fiume si trova Ponta de Pedras?<br />

- Rio <strong>delle</strong> Amazzoni m<br />

- Rio Negro m<br />

- Rio de la Plata m<br />

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6. Presso quale contrada è situato il “ponte del Vale”?<br />

- Frozzoli m<br />

- Governi m<br />

- Cambioli m<br />

7. Quale onorificenza venne assegnata a don Luigi Panarotto dopo la guerra?<br />

- Croce <strong>di</strong> ferro m<br />

- Medaglia d’argento al valor civile m<br />

- Brevetto Alexander m<br />

8. In quale anno è nato Padre Attilio Lovato?<br />

- 1912 m<br />

- 1938 m<br />

- 1927 m<br />

9. Il nome <strong>di</strong> battesimo <strong>di</strong> Padre Pacifico Marchesini è:<br />

- Egi<strong>di</strong>o m<br />

- Elpi<strong>di</strong>o m<br />

- Ettore m<br />

10. Quale automobile ricevette in regalo don <strong>Giovanni</strong> Allegri quando <strong>di</strong>ventò parroco?<br />

- Una Fiat 127 m<br />

- Una Fiat 850 m<br />

- Una Fiat 1100 m<br />

11. In quale stato degli U.S.A. morì Padre Agostino Lovatin?<br />

- Massachusetts m<br />

- Illinois m<br />

- Texas m<br />

12. In quale città della Cina è stato sepolto Severino Rigodanzo?<br />

- Macau m<br />

- Shanghai m<br />

- Nanchino m<br />

13. Accanto a quale papa celebrò la S. Messa Padre Valerio Gecchele?<br />

- Papa <strong>Giovanni</strong> Paolo I m<br />

- Papa <strong>Giovanni</strong> Paolo II m<br />

- Papa Paolo VI m<br />

Cognome..................................................................................Nome .................................................................................................<br />

Classe................................................ Sezione ................................<br />

Elementare m Castello m S. <strong>Giovanni</strong> Il.<br />

Me<strong>di</strong>e m<br />

Pubblicità a cura del Consiglio della <strong>Pro</strong> <strong>loco</strong>. Articoli e interviste <strong>di</strong> Gianni Sartori, Dario Bruni, Mario<br />

Gecchele, Anita Casarotto, Emanuele Sartori. Si ringraziano tutti coloro che, fornendo materiale<br />

e informazioni, hanno collaborato alla buona riuscita della presente pubblicazione, in particolare<br />

Agostino Bacco, Maurizio Bacco, Danilo lovatin, Silvia lovatin, luigi lovato, Bertilla e Pio Panarotto,<br />

Anna Pozza e Adelina rigodanzo, Clau<strong>di</strong>o rosa (Arzignano), Pietro e Anna Salgaro, Umberto<br />

e Gianluigi Sartori, Natalino Soprana, Alfonso Valentini, Assunta Zandonà. Coor<strong>di</strong>namento generale<br />

<strong>di</strong> Dario Bruni.<br />

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