28.05.2013 Views

PIANO LOCALE DELLA DISABILITA' - Azienda ULSS 18

PIANO LOCALE DELLA DISABILITA' - Azienda ULSS 18

PIANO LOCALE DELLA DISABILITA' - Azienda ULSS 18

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

SOS Dpt Disabilità Adulta/SIL<br />

Conferenza dei Sindaci<br />

dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong><br />

<strong>PIANO</strong> <strong>LOCALE</strong><br />

<strong>DELLA</strong> DISABILITA’<br />

1


SOS Dpt Disabilità Adulta/SIL<br />

Conferenza dei Sindaci<br />

dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong><br />

<strong>PIANO</strong> <strong>LOCALE</strong><br />

<strong>DELLA</strong> DISABILITA’<br />

2


PRIMA PARTE<br />

→ Introduzione<br />

→ Definizione<br />

3


Introduzione<br />

La legge 104/ 92 ha promosso il riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità e ha<br />

indicato i principi fondamentali per la realizzazione di percorsi di integrazione sociale,<br />

promuovendo l’attivazione di servizi territoriali per l’età evolutiva e l’età adulta, finalizzati alla<br />

prevenzione e alla diagnosi precoce della disabilità, alla riabilitazione, all’integrazione scolastica,<br />

alla integrazione sociale in contesto lavorativo, alla promozione degli interventi finalizzati a<br />

favorire l’accessibilità, la vita di relazione e la partecipazione attiva alla comunità.<br />

La diffusione di una cultura di inclusione sociale e l’implementazione della rete dei servizi<br />

diurni e di supporto alla famiglia, hanno permesso di ridurre il fenomeno dell’istituzionalizzazione e<br />

di sviluppare progressivamente una cultura della domiciliarità per le persone con disabilità.<br />

Un ruolo rilevante è stato svolto prioritariamente dalle famiglie e dalle associazioni dei<br />

familiari, il cui impegno si è tradotto in un coinvolgimento diretto in formazioni sociale e in<br />

soggettività, rendendosi protagoniste con proposte innovative sotto il profilo organizzativo e<br />

gestionale di servizi socio-sanitari.<br />

Nella Regione Veneto le politiche sociali a favore delle persone con disabilità si sono<br />

tradotte nelle seguenti linee e relativi riferimenti normativi:<br />

• Contributi per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati (L.13/89 e<br />

L.R. 41/93);<br />

• Contributi per l’adeguamento di autovetture per le persone con disabilità (art.27 L.104/92 e<br />

art. 13 L.R. 41/93);<br />

• Integrazione scolastica (circolare regionale 33/93);<br />

• Integrazione lavorativa (L.68/99 e L.R. 16/01);<br />

• Progetti individuali nelle situazioni di disabilità grave e gravissima (L.162/98);<br />

• Interventi a favore dei ciechi pluriminorati (L. 284/97);<br />

• Contributi per i non-autosufficienti assistiti in famiglia (L.R. 28/91);<br />

• Interventi di sollievo (DGR 3960/01);<br />

• Contributi ai cittadini veneti portatori di handicap psicofisici che applicano il metodo<br />

Doman o Vojta o Fay (L.R. 6/99, art. 10 L.R. 41/03 e art. 41 L.R. 1/04);<br />

• Contributi agli enti associativi che rappresentano i disabili (Tab. B DPR 616/77);<br />

• Sostegno al Centro Audiofonologico della Provincia di Venezia (art. 131 L.R. 11/01);<br />

• Contributi per l’adeguamento delle postazioni di lavoro per centralinisti non vedenti (L.<br />

113/85);<br />

• Contributi per le spese di trasporto e di vitto per le persone con disabilità che frequentano i<br />

Ceod (L.R. 7/99);<br />

• Contributi per progetti sperimentali di miglioramento della qualità della vita della persona<br />

con disabilità (art. 131 L.R. 11 /01);<br />

• Riconoscimento della quota di rilievo sanitario alle persone con disabilità accolte nei servizi<br />

residenziali (DGR 751/00 e successive);<br />

• Contributi in conto capitale per la realizzazione di strutture residenziali, privilegiando<br />

quelle di piccole dimensioni (DM 470/00 e L.R.1/04 - art.36)<br />

L’attuale modello organizzativo dei servizi e degli interventi a favore delle persone con<br />

disabilità, presenta tuttavia alcune criticità che riguardano:<br />

a) la settorializzazione e la parcellizzazione degli interventi: le diverse politiche sviluppatesi<br />

nell’ultimo decennio hanno prodotto un maggior numero di opportunità di risposta che<br />

talvolta si affiancano o si sovrappongono moltiplicando per la persona i percorsi di<br />

valutazione e le modalità di accesso ai servizi;<br />

4


5<br />

b) la necessità di una presa in carico unitaria: la persona con disabilità deve spesso far<br />

riferimento a servizi ed enti diversi facendosi carico del raccordo tra i servizi;<br />

c) la necessità di una programmazione unitaria nell’area della disabilità che coinvolga tutti i<br />

soggetti istituzionali e della comunità in un’ottica di integrazione e valorizzazione delle<br />

opportunità e delle risorse a favore delle persone con disabilità.


Definizione Piano Locale della Disabilità<br />

Il Piano Locale della Disabilità è uno strumento operativo che attua ed integra il Piano di<br />

Zona, perseguendo a livello locale le disposizioni regionali sulla programmazione degli interventi e<br />

dei servizi rivolti alle persone con disabilità; è articolato in due parti, una relativa alla domiciliarità<br />

e l’altra alla residenzialità; assicura alle persone con disabilità, soprattutto in età adulta, uniformità<br />

ed equità nell’accesso alla rete dei servizi. Sono esclusi dal presente provvedimento gli indirizzi per<br />

l’accesso ai servizi per l’integrazione scolastica e di integrazione lavorativa per i quali si rimanda a<br />

specifici di settore.<br />

Finalità<br />

1) Promozione dell’attenzione alle persone in condizioni di gravità attraverso l’organizzazione<br />

di specifiche risposte ed interventi e di una rete di servizi dotata di strumenti, professionalità<br />

e strutture sufficienti a garantire l’attivazione di forme di supporto flessibili.<br />

2) Promozione di un nuovo approccio culturale alla disabilità, fondato sull’integrazione del<br />

modello medico e del modello sociale.<br />

La disabilità viene quindi considerata come una “complessa interazione di condizioni”,<br />

personali, sociali ed ambientali che favoriscono o riducono l’attività e la partecipazione<br />

attiva della persona nella società.<br />

3) Promozione dell’integrazione socio-sanitaria in ambito territoriale rafforzando il raccordo e<br />

il coinvolgimento dei servizi sanitari e socio-sanitari di sostegno alla persona e alla famiglia<br />

dell’<strong>Azienda</strong> Ulss, con i servizi sociali delle amministrazioni locali e con i soggetti pubblici<br />

e privati.<br />

4) Definizione delle priorità territoriali individuate attraverso il confronto e la riflessione tra<br />

tutti i soggetti territoriali pubblici e privati.<br />

Obiettivi<br />

1) Rendere esigibili i diritti dei cittadini in condizione di disabilità.<br />

2) Definire e regolamentare le procedure di accesso ai servizi e le modalità operative che<br />

facilitino l’approccio della persona alla rete dei servizi, in un’ottica di centralità della<br />

persona disabile.<br />

3) Favorire la continuità assistenziale della persona disabile attraverso:<br />

• Ratifica protocollo operativo per il passaggio dei casi tra il servizio età evolutiva e<br />

neuropsichiatria infantile e il servizio per la disabilità adulta<br />

• Integrazione protocollo operativo per il passaggio delle persone disabili con<br />

problematiche di salute mentale e/o per la collaborazione nella gestione di situazioni<br />

in carico sia al servizio disabilità adulta che al dipartimento di salute mentale.<br />

• Definizione protocollo operativo per il passaggio dei casi dal Servizio Disabilità<br />

Adulta ai Servizi <strong>Azienda</strong>li e Comunali per gli anziani (Servizi di Assistenza<br />

Domiciliare e Unità Operativa Cure Primarie).<br />

6


4) Individuare criteri omogenei per la predisposizione dei regolamenti con particolare<br />

riferimento a:<br />

Presa in carico<br />

a. Modalità di accesso e valutazione dei bisogni; - Definizione regolamento per il<br />

funzionamento delle UVMD per le persone con disabilità;<br />

b. Criteri per la definizione delle priorità;<br />

c. Regolamento per la realizzazione delle graduatorie relative alle progettualità ai sensi<br />

della Legge 162/98 Piani Personalizzati e Vita Indipendente e Legge 284/97;<br />

d. Indicatori e metodi per la verifica e la valutazione dei risultati;<br />

e. Responsabilità di tutti i soggetti coinvolti.<br />

La metodologia di intervento individua nella presa in carico la modalità operativa peculiare<br />

per gli operatori sociali e socio-sanitari. La presa in carico si realizza attraverso la valutazione delle<br />

risorse individuali della persona con disabilità effettuata dall’Equipe multiprofessionale e<br />

l’attivazione di un operatore che diviene riferimento principale per la persona stessa e/o la sua<br />

famiglia rispetto agli obiettivi (Responsabile del caso) ed agli interventi concertati con l’interessato<br />

e/o la sua famiglia, coordinando le azioni proprie con quelle degli altri operatori e servizi coinvolti,<br />

al fine di seguire e monitorare costantemente l’evoluzione della situazione personale.<br />

La presa in carico comprende anche l’attivazione del sostegno psicologico alla persona con<br />

disabilità ed alla sua famiglia, definita nel progetto individualizzato approvato dall’equipe<br />

multiprofessionale e/o dall’UVMD ed erogata dagli psicologi già assegnati sia alla struttura<br />

operativa Sos Dpt Disabilità Adulta/SIL che alla Sos Neuropsichiatria Infantile e disabilità<br />

Evolutiva.<br />

Il progetto individuale<br />

Per realizzare la piena integrazione delle persone disabili, l’art. 14 della L. 328/2000 prevede<br />

la definizione di un progetto individuale che “comprende, oltre alla valutazione diagnosticofunzionale,<br />

le prestazioni di cura e riabilitazione a carico del servizio sanitario nazionale, i servizi<br />

alla persona a carico del comune, nonché le misure economiche necessarie per il superamento di<br />

condizioni di emarginazione sociale e di povertà”. Il progetto individuale si configura come uno<br />

strumento che viene modulato a partire dai bisogni e dalle aspettative della persona con disabilità e<br />

della sua famiglia, che dinamicamente viene implementato e riformulato in relazione al ciclo vitale,<br />

alle opportunità e alle risorse disponibili.<br />

Il progetto individuale, condiviso e concordato con la persona disabile e la sua famiglia,<br />

individua il Responsabile del caso.<br />

La valutazione<br />

La valutazione e l’approvazione del progetto individuale spetta alla U.V.M.D. (Unità di<br />

Valutazione Multidimensionale Distrettuale) di cui la D.G.R. 3242/2001. Ai fini della composizione<br />

e funzionamento della UVMD, l’<strong>Azienda</strong> Ulss adotta il regolamento locale che comprende i criteri<br />

e le modalità della composizione dell’UVMD nella valutazione dei progetti individuali per le<br />

persone disabili e ne trasmette copia alla direzione regionale per i servizi sociali. Tale regolamento<br />

conferma che l’UVMD è composta dai seguenti operatori: direttore di Distretto o suo incaricato,<br />

Medico di Medicina Generale della persona, Assistente Sociale del Comune di residenza della<br />

persona, inoltre, prevede l’integrazione della stessa con le seguenti figure professionali: psicologo,<br />

educatore professionale, fisiatra, terapista della riabilitazione, psichiatra, neurologo, Assistente<br />

Sociale del Distretto ed Addetto all’Assistenza. La valutazione in UVMD può essere effettuata su<br />

7


ichiesta della persona, della famiglia o da uno degli altri soggetti coinvolti nella realizzazione<br />

del progetto individualizzato. L’accesso alla rete dei servizi del sistema della domiciliarità e della<br />

residenzialità dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>, avviene quindi attraverso l’approvazione del progetto<br />

individualizzato da parte della UVMD del Distretto di residenza della persona come previsto dal<br />

Regolamento UVMD predisposto dal Direttore del Distretto, allegato n°1, parte integrante del<br />

presente piano.<br />

Attualmente le risorse impegnate nella valutazione e definizione del progetto tramite UVMD<br />

attivate dalla Sos Dpt Disabilità Adulta-Sil sono le seguenti:<br />

Tabella n°1: Risorse impegnate nelle UVMD attivate dalla Sos Dpt Disabilità Adulta-Sil – Anni<br />

2004/2005<br />

N° Operatori partecipanti<br />

Anno 2004 Anno 2005<br />

Sos Dpt Disabilità Adulta/SIL 80 117<br />

MMG 78 108<br />

Comuni 23 30<br />

Altri Servizi <strong>Azienda</strong>li 20 20<br />

Altri Soggetti Territoriali 5 27<br />

Tabella n°2 : N° UVMD attivate dalla Sos Dpt Disabilità Adulta-Sil – Anni 2004/2005<br />

richieste<br />

N° UVMD<br />

effettuate<br />

% risultato<br />

Anno 2004 80 80 100%<br />

Anno 2005 117 117 100%<br />

Destinatari degli interventi<br />

Sono destinatari degli interventi relativi al presente provvedimento le persone con disabilità,<br />

come individuate dall’art.3 della legge 5 febbraio 1992, n.104 “Legge quadro per l’assistenza,<br />

l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”.<br />

Il sistema della domiciliarità è rivolto alle persone con disabilità, in età compresa tra gli zero<br />

e sessantaquattro anni e alle loro famiglie, residenti o temporaneamente domiciliate nel territorio<br />

dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>.<br />

Dal compimento del sessantacinquesimo anno di età, le persone con disabilità usufruiscono<br />

dei servizi e delle prestazioni previsti per le persone anziane non autosufficienti dall’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong><br />

<strong>18</strong>.<br />

Per le persone con disabilità, che diventano sessantacinquenni, l’UVMD deve predisporre un<br />

progetto individuale, anche a lungo termine, che risulti appropriato e idoneo alla tipologia di<br />

interventi maggiormente rispondenti ai bisogni e alle aspettative delle persone con disabilità di età<br />

anziana e delle loro famiglie. A tal scopo l’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> definirà il regolamento per il<br />

passaggio dei casi tra il Servizio Disabilità Adulta e i Servizi <strong>Azienda</strong>li per gli anziani.<br />

8


I soggetti coinvolti<br />

Alla realizzazione del sistema dei servizi rivolti alle persone con disabilità concorrono i<br />

soggetti istituzionali (Regioni, Comuni e Aziende <strong>ULSS</strong>) di cui alla Legge 328/00, i soggetti del<br />

privato sociale.<br />

La Regione<br />

La Regione svolge le funzioni di programmazione, di indirizzo, di coordinamento, di<br />

vigilanza e di controllo. In particolare:<br />

• stabilisce livelli minimi di assistenza sanitaria e sociale; individua il sistema dei servizi che<br />

afferiscono al sistema della domiciliarità e a quello della residenzialità.<br />

• Individua gli strumenti per la valutazione dei bisogni delle persone disabili, omogenei per<br />

tutto il territorio.<br />

• Definisce le modalità di integrazione tra il sistema delle domiciliarità e quello della<br />

residenzialità.<br />

• Definisce standard organizzativi e strutturali delle strutture residenziali e semiresidenziali e<br />

provvede alla verifica della loro adeguatezza.<br />

• Programma la formazione per gli operatori dei servizi per la domiciliarità e della<br />

residenzialità.<br />

• Definisce le rette di accoglienza nei servizi residenziali.<br />

I Comuni<br />

I Comuni collaborano alla predisposizione del P.D.L. con le modalità previste per la<br />

formulazione del Piano di Zona e garantiscono l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza come<br />

definito dalla DGR 3972/02, in via diretta, se previsto, in collaborazione con l’<strong>ULSS</strong> o in via<br />

delegata.<br />

<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong><br />

L’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> sulla base dell’art.5 della L.R. n.55/82 e dell’art. 132 della L.11/2001 svolge<br />

le funzioni di programmazione, progettazione e gestione dei Servizi Sociali in relazione alla<br />

gestione obbligatoria dei Servizi Socio-Sanitari rivolti alle persone con disabilità seguendo gli<br />

indirizzi della normativa vigente, in coerenza con gli indirizzi espressi dalla Conferenza dei Sindaci.<br />

L’ <strong>Azienda</strong> Ulss<strong>18</strong> gestisce la domanda di assistenza delle persone con disabilità con le<br />

seguenti modalità:<br />

a. Adotta i provvedimenti a carattere organizzativo e strumentale per l’attuazione a livello<br />

territoriale degli indirizzi della programmazione regionale nell’area della disabilità , sia<br />

per il sistema della domiciliarità che per quello della residenzialità;<br />

b. Coordina a livello territoriale il sistema dei servizi della domiciliarità secondo le<br />

indicazioni e gli accordi del Piano Locale della Disabilità;<br />

9


c. Definisce i criteri per la predisposizione e la formalizzazione dei progetti<br />

individuali di intervento secondo strumenti e modalità di valutazione approvati dalla<br />

Giunta Regionale;<br />

d. Istituisce e gestisce il registro della residenzialità per le persone con disabilità secondo le<br />

modalità definite dalla Giunta Regionale;<br />

e. Rilascia l’impegnativa di Residenzialità, attestante l’impegno di spesa per l’assistenza<br />

della persona con disabilità accolta in struttura residenziale;<br />

f. Verifica e controlla l’andamento delle rette praticate dalle strutture residenziali per<br />

persone con disabilità secondo le indicazioni emanate dalla Giunta Regionale;<br />

g. Svolge attività di monitoraggio, verifica e controllo sul rispetto degli standard, in<br />

applicazione della L.R. 22/2002, secondo le disposizioni regionali.<br />

Partecipazione del Terzo Settore<br />

Nell’area della Disabilità si considerano indispensabili gli apporti delle Associazioni dei<br />

famigliari delle persone disabili e delle Cooperazioni Sociali ai fini della programmazione locale.<br />

Tali soggetti coinvolti partecipano attivamente con risorse proprie alla predisposizione del Piano<br />

Locale della Disabilità nelle aree previste dallo stesso. Il presente Piano riporta la ricognizione<br />

effettuata tramite la quale sono state censite le seguenti organizzazioni sociali ed associazioni:<br />

→ Agorà, associazione<br />

→ AISM, associazione<br />

→ Alea, cooperativa<br />

→ ANFASS, associazione<br />

→ Aquatlon, cooperativa<br />

→ Area Rebus srl cooperativa<br />

→ Genitori CEOD Canda, associazione<br />

→ Gruppo Città senza Barriere, associazione<br />

→ Gruppi Informali di genitori di disabili inseriti in alcuni CEOD<br />

→ La Volanda, associazione<br />

→ L’Olmo, associazione<br />

→ L’ora del bradipo, cooperativa<br />

→ Nike Kai Dike, cooperativa<br />

→ Pianeta Handicap, associazione<br />

→ Porto Alegre, cooperativa<br />

→ Progetto 81, cooperativa<br />

→ Sanithad, cooperativa<br />

→ Speranza, cooperativa<br />

→ UIC, associazione<br />

→ Unisport, associazione<br />

Segue breve relazione di presentazione delle attività svolte.<br />

10


• Associazione Agorà<br />

A.G.O.R.A. è un’associazione di volontariato ONLUS che opera nel Comune di Gavello, iscritta<br />

regolarmente al registro regionale dal 1997 (n. 0085), ha iniziato la sua attività come centro di<br />

ascolto.<br />

In seguito le iniziative sono state rivolte all’urgenza di risposte per adulti diversamente abili.<br />

Dalla collaborazione tra l’Associazione e i Comuni di Gavello, Ceregnano, Villadose e Crespino è<br />

sorto un primo servizio gestito da operatori di una cooperativa sociale del territorio, rivolto a<br />

disabili di età post-scolare.<br />

Da ottobre 2001 il servizio è diventato un CEOD dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>; i volontari<br />

dell’Associazione Agorà affiancano gli operatori del Centro nello svolgimento delle attività regolata<br />

da un’apposita Convenzione con l’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> recepita con Decreto del Direttore Generale n°<br />

<strong>18</strong>7 del 14/03/2005 e rinnovata annualmente.<br />

L’Associazione continua il suo impegno anche nel sostegno alle famiglie degli utenti e nella<br />

promozione dell’integrazione del servizio nel territorio e nella sensibilizzazione alle problematiche<br />

legate al mondo del disagio.<br />

• Associazione Italiana Sclerosi Multipla AISM<br />

La sede che ospita l’AISM è sita al terzo piano della Cittadella Socio-Sanitaria dell’<strong>Azienda</strong> Ulss<br />

<strong>18</strong> Viale Tre Martiri 89, Rovigo.<br />

Le Attività comprendono:<br />

- Supporto pratico per l’ottenimento di ausili<br />

Il servizio consiste nell’ assistenza ai soci per l’ottenimento di ausili. L’Associazione segue tutto<br />

l’iter necessario che va dalla prescrizione del fisiatra autorizzato U.L.S.S. al preventivo delle<br />

aziende sanitarie preferite dai soci stessi. Per il preventivo, l’Associazione provvede a far fare le<br />

vidimazioni necessarie, ordine gli ausili, riaccompagnana dal fisiatra i soci con gli ausili per il<br />

collaudo.<br />

- Rinnovo Patenti speciali<br />

Per i soci che devono rinnovare la patente speciale, l’AISM prende l’appuntamento con la<br />

commissione patenti, risparmiando ai soci lunghe e faticose code.<br />

- Supporto Psicologico<br />

E’ fornito anche il servizio di sostegno psicologico. Il servizio è offerto soprattutto ai soci neodiagnostici,<br />

ma anche a quelli in fase di aggravamento, per aiutarli in un momento così critico della<br />

loro vita.<br />

- Attività motoria individuale e di gruppo<br />

Nelle palestre convenzionate, con le sole interruzioni per il periodo estivo e per le festività, sono<br />

fornire ai soci le lezioni di attività motoria in gruppo. Con la prescrizione medica sono forniti cicli<br />

di fisioterapia ambulatoriale (presso le strutture convenzionate) oppure a domicilio per casi più<br />

gravi.<br />

- Socializzazione<br />

Vengono organizzati incontri di socializzazione, con frequenza bisettimanale presso la nostra sede.<br />

Questi incontri, oltre a costituire un piacevole momento di svago, fuori dalla propria abitazione,<br />

sono molto graditi ai soci portatori di Sclerosi Multipla, che hanno così la possibilità di scambiare<br />

pareri su argomenti comuni, oltre ad intrecciare nuove relazioni interpersonali e nuove amicizie con<br />

persone che non vivono direttamente i problemi connessi con la malattia. Si organizzano vacanze<br />

estive presso strutture attrezzate dell’AISM. A livello locale vengono programmate uscite per visita<br />

a fiere,mostre,musei,ecc.<br />

- Supporto informatico<br />

11


Tramite internet, si effettuano su richiesta dei soci le ricerche di leggi aggiornate in materia di<br />

disabilità, facilitazioni fiscali, ecc.<br />

- Trasporto<br />

I due pulmini attrezzati per trasporto disabili sono a disposizione quotidianamente per trasportare i<br />

soci alle strutture di fisioterapia e agli ospedali. Ci si può prenotare telefonando con anticipo in<br />

segreteria per prendere accordi.<br />

• Cooperativa Sociale “Alea”<br />

La Cooperativa Sociale “ALEA” nasce nel 2001 per iniziativa e collaborazione di professionisti nel<br />

campo della Musicoterapia e delle ArtiTerapie.<br />

Finalità della Cooperativa:<br />

- Promuovere il pieno sviluppo del potenziale umano;<br />

- L’evoluzione delle coscienze;<br />

- L’ecologia della mente:<br />

Ambiti di intervento<br />

A livello operativo territoriale, le attività della Cooperativa ALEA riguardano:<br />

a) sedute individuali e/o di gruppo per bambini, adulti, anziani, malati psichiatrici e terminali;<br />

b) interventi attraverso lo “Spazio ascolto” volti ad offrire un orientamento, un sostegno<br />

facilitando le potenzialità di chi chiede aiuto attraverso la scoperta dalle risorse insite nella persona;<br />

c) organizzazione di corsi di formazione e di aggiornamento per terapeuti e insegnanti;<br />

d) percorsi di gruppo per alunni di ogni ordine e grado;<br />

e) corsi propedeutici per bambini;<br />

f) corsi strumentali;<br />

g) organizzazione di convegni e di seminari;<br />

h) interventi in ambito clinico/oncologico.<br />

A livello di cooperazione, gli interventi della Cooperativa ALEA sono rivolti ai seguenti Enti<br />

territoriali:<br />

- U.L.S.S. <strong>18</strong> di Rovigo con convenzione recepita con Decreto del Direttore Generale n° 744 del<br />

09/08/2006<br />

- Associazione Pianeta Handicap di Rovigo;<br />

- Associazione Bambini Cerebrolesi “Mattia Vinceslao”;<br />

- Associazione di Volontariato “Barriere Invisibili”;<br />

- Associazione A.N.F.F.A.S. di Ferrara<br />

- Istituto Penitenziario di Rovigo<br />

- <strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> di Ferrara Dipartimento Età Evolutiva di Portomaggiore<br />

- Scuole Elementari e Medie della Provincia di Ferrara<br />

- Scuole Materne, Elementari, Medie della Città e della Provincia;<br />

- Casa Albergo per Anziani di Lendinara<br />

- Casa Circondariale di Rovigo<br />

- Centro Regionale Educazione Continua in Medicina<br />

• Cooperativa sociale Aquathlon arl<br />

La cooperativa sociale Aquathlon svolge dal 1999 diverse attività a vantaggio di soggetti con<br />

handicap. I fronti su cui lavora in tal senso sono due: la pratica sportiva (canoa e kayak) e<br />

l’inserimento lavorativo presso la struttura dell’Ostello Canalbianco.<br />

Lo sport della canoa in generale si presta facilmente a pratica fisioterapeutica privilegiata per<br />

soggetti motulesi: il centro remiero qui annesso, privo di ogni barriera architettonica, è gestito da<br />

sempre da professionisti che seguono gli utenti disabili (che qui possono trovare anche attrezzature<br />

tecniche ed imbarcazioni idonee).<br />

12


Sono diversi i casi di utenti che si sono avvicinati a questo sport per ritrovare stimoli a seguito<br />

di gravi traumi fisici e che poi, visto il clima, hanno deciso di restare e proseguire a livello<br />

agonistico.<br />

Questo spazio è diventato così terreno di confronto e di crescita, ed i frutti sono visibili: in<br />

progettazione gli ultimi dettagli per la nuova squadra locale di basket in carrozzella.<br />

Le attività sportive sono tutte possibili grazie alla sinergia con il Gruppo Canoe Polesine (che vede<br />

parte dei suoi soci impegnati anche come soci della cooperativa stessa).<br />

L’ostello invece mette a disposizione l’intera struttura (sempre completamente accessibile) ed il<br />

personale per l’accoglienza di ospiti disabili e per l’inserimento lavorativo di soggetti con handicap.<br />

Attraverso le formule del tirocinio formativo o socializzante e del contratto stesso di lavoro, la<br />

cooperativa conta almeno due realtà di questo tipo durante l’anno.<br />

Servizi:<br />

- Accoglienza ospiti;<br />

- Inserimento lavorativo;<br />

- Tirocini formativi e socializzanti dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> SOS Dpt Disabilità Adulta - SIL;<br />

- Pratica sportiva, terapia;<br />

Associazioni ed Enti locali in rete con la cooperativa:<br />

GCP (Gruppo Canoe Polesine); UNISPORT; associazioni sportive del territorio; Amministrazioni;<br />

circoli didattici;<br />

Target d’utenza:<br />

giovani e adulti con disabilità in prevalenza motoria, sportivi (professionisti, paraolimpici, amatori),<br />

famiglie, associazioni e gruppi specifici con esigenze di accessibilità (squadre sportive, gruppi<br />

teatrali e d’arte).<br />

• Cooperativa sociale Area Rebus srl<br />

La Cooperativa Area Rebus srl con sede a Rovigosvolge le seguenti attività:<br />

- servizi contabili alle imprese<br />

- organizzazioni di eventi nel settore musicale<br />

- organizzazioni fieristiche<br />

- gestione di servizi informagiovani del Comune di Rovigo e del servizio di rete provinciale<br />

delle Provincia di Rovigo<br />

- gestione di biblioteche<br />

all’interno dei servizi vengono impiegate persone disabili.<br />

• Associazione “Ancora” Famiglie dei ragazzi disabili del Ceod di Canda<br />

Denominazione e sede<br />

1. E’ costituita nel rispetto del Codice Civile e della normativa in materia, l’associazione di<br />

promozione sociale,denominata “Ancora-ONLUS” con sede in Castelguglielmo via Novara<br />

n° 72.<br />

2. L’associazione utilizzerà nella denominazione e in qualsivoglia segno distintivo o<br />

comunicazione rivolta al pubblico la locuzione “Organizzazione non lucrativa di utilità<br />

sociale” o l’acronimo ONLUS.<br />

Finalità<br />

1. L’associazione è apartitica, non ha finalità di lucro e persegue in modo esclusivo finalità di<br />

solidarietà sociale;<br />

2. I proventi delle attività non possono in alcun modo essere divisi fra gli associati, anche in<br />

forma indiretta, ma unicamente utilizzati per la promozione delle attività del ceod di Canda;<br />

3. Le finalità che si pone sono in particolare:<br />

13


a) Promuovere la cultura che metta in primo piano la dignità della persona valorizzandone la<br />

diversità, nella consapevolezza che questo possa creare un mondo più abitabile per tutti.<br />

b) Sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che le “diverse abilità”, possono costituire una<br />

ricchezza per la collettività.<br />

c) Ribadire con fierezza il diritto all’integrazione civile e sociale della “persona” qualunque sia il<br />

suo grado di abilità.<br />

d) Costruire sull’argomento “diverse abilità”, un momento incontro confronto nel quale allacciare<br />

nuove relazioni partecipate ed in cui sperimentare tutte le intelligenze e le abilità.<br />

e) Recuperare il senso del fare quotidiano, trovare gli strumenti adatti per cercare di capire, capire<br />

per cambiare lo stato di fatto, passare dalla “buona volontà dei sentimenti” alla “buona volontà<br />

organizzata.<br />

f) Svolgere un’azione di informazione alle famiglie degli associati.<br />

g) Facilitare il dialogo e la collaborazione fra cittadini, le famiglie e le istituzioni in materia di<br />

politica sociale.<br />

- Valorizzare le competenze, le capacità, i prodotti e i lavori delle persone diversamente abili del<br />

CEOD di Canda<br />

- Promuovere attività ricreative e incontri formativi<br />

- L’associazione prevede il divieto di svolgere attività diverse da quelle menzionate dall’art. 10<br />

lettera a) del Decreto Legislativo 04/12/1997 n° 460.<br />

• Associazione di volontariato Gruppo “Città senza Barriere”<br />

E’ stata costituita il 06/06/1994 in base alla L. n. 266/91 e alla L.R. n. 40/93 sulle associazioni di<br />

volontariato; dal 1997, ed è una associazione ONLUS di diritto.<br />

L’organizzazione è costituita da disabili, loro familiari, tecnici, operatori, aderenti e volontari.<br />

Gli scopi istituzionali riguardano:<br />

1) la sensibilizzazione alle tematiche dell’handicap tra cui l’abbattimento delle B.A;<br />

2) l’informazione come mezzo di conoscenza legislativa, nonché l’esigere servizi;<br />

3) la difesa del diritto di cittadinanza della persona disabile;<br />

4) la sensibilizzazione e la promozione dell’handicap nelle scuole;<br />

5) il sostegno alle persone disabili e alle loro famiglie.<br />

Le attività dell’Organizzazione sin dal suo sorgere sono state molteplici e svariano in diversi ambiti:<br />

1. incontri dibattiti sull’abbattimento e rimozione delle Barriere Architettoniche;<br />

2. l’Informazione, attraverso la realizzazione degli Informahandicap di Rovigo, Taglio di Po,<br />

Badia Pol.ne, Lendinara, ecc.. e la rete Prov.le INFO-H-POLESINE, e da ultimo la realizzazione in<br />

via sperimentale di spot televisivi sull’handicap ed un TG News H settimanale, tramite ROVIGO<br />

TIVVU’ DEL SOCIALE;<br />

3. la difesa dei diritti, delle persone disabili attraverso la partecipazione alle consulte<br />

sull’handicap Comunale e Provinciale e ad incontri, dibattiti di approfondimento legali, sindacali,<br />

fiscali;<br />

4. la sensibilizzazione nelle scuole attraverso i concorsi: LETTERINE A BABBO NATALE IN<br />

CARROZZINA e PER UNA CITTA’ SENZA BARRIERE, al progetto UOMO: sano/disabile: alla<br />

ricerca dell’uguaglianza nella diversità, ecc...;<br />

5. il sostegno alle famiglie attraverso la costruzione di una Comunità Alloggio per disabili la I° in<br />

Rovigo “IL DIAMANTE DI ROVIGO” e la progettazione di altre n. 2 Comunità: IL RUBINO a<br />

Rovigo (per persone incidentate e in stato di coma) e il ZAFFIRO presumibilmente a S. Martino<br />

di Venezze (RO) al “Dopo .....di Noi”.<br />

Contemporaneamente si è avviato un percorso di accompagnamento dei familiari, a questo<br />

“passaggio”, a questo “dopo ... di noi”.<br />

1. Persone con handicap psichico<br />

2. Persone con handicap fisico<br />

14


3. Persone con handicap psicofisico<br />

4. Persone in situazione di disagio anche economico<br />

5. Persone ultra 45/50 anni<br />

6. Persone giovani con lavori saltuari.<br />

7. Famigliari di persone disabili<br />

8. Operatori<br />

9. Insegnanti<br />

10. Volontari<br />

• Gruppi informali di genitori di disabili inseriti nei Centri Diurni<br />

Gli incontri di consultazione delle famiglie sono promossi nell’ottica della partecipazione attiva dei<br />

cittadini nella concertazione degli obiettivi riguardanti l’assistenza alle persone disabili. Sono attivi<br />

incontri tra le famiglie stesse, la Direzione <strong>Azienda</strong>le dei Servizi Sociali, la Rappresentanza dei<br />

Sindaci, i Responsabili del Servizio.<br />

• Associazione “La Volanda”<br />

- E’ una “Associazione di promozione sociale” nata il 21 dicembre 2004, dall’idea di alcuni<br />

genitori e ragazzi disabili frequentanti il Centro ESS.AGI. (Essere per Agire) di Badia Polesine,<br />

per dare risposta a chi vive la diversabilità ed il disagio sociale con particolare attenzione<br />

all’inserimento lavorativo e all’integrazione.<br />

- La Volanda, si è proposta come trait-d’union fra il Centro ESS.AGI.- ENAIP ed il mondo<br />

produttivo locale avvalendosi degli strumenti offerti dalla legislazione vigente, favorendo ogni<br />

sinergia utile all’avviamento lavorativo.<br />

- Si rivolge ai giovani disabili o a rischio di esclusione sociale in età post-scolare.<br />

- La collaborazione con l’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> si è concretizzata nella realizzazione di n°<strong>18</strong> progetti<br />

di integrazione sociale in contesto lavorativo di cui n° 2 assunzioni per i quali l’Associazione ha<br />

individuato il contenuto lavorativo in cui inserire le persone.<br />

- Attualmente gli iscritti sono 135 (di cui 53 giovani oggetto della nostra mission).<br />

Per il prossimo futuro, l’Associazione sta concludendo una convenzione con una Cooperativa<br />

Sociale di tipo B, che consentirà un’esperienza originale per i ragazzi del Centro ESS.AGI. così<br />

riassumibile: assunzione di 4 di loro in Cooperativa e la fornitura di commesse lavorative al Centro<br />

per gli altri.<br />

L’Associazione ha intrecciato collaborazioni con altre associazioni del territorio non dedicate alla<br />

disabilità, per consentire agli associati di sperimentare l’integrazione anche nel tempo libero. La<br />

Regione Veneto ci sostiene finanziando (almeno in parte) il nostro progetto “la lampada della<br />

speranza” dedicato allo scopo.<br />

• Associazione “L’Olmo”<br />

L’Associazione L’Olmo nacque nel 1992 come associazione sportiva senza fini di lucro, per la<br />

pratica e la diffusione degli sport equestri, allo scopo di valorizzare l’individuo, inserire i portatori<br />

di handicap e chiunque abbia problemi di disagio sociale o relazionale: un aiuto all’inserimento<br />

nella società con l’ausilio del cavallo.<br />

Oggi è un Centro di volontariato iscritto regolarmente al Registro Regionale per il volontariato al N.<br />

RO 76/96.<br />

15


Si è sempre proposta, come finalità principale, la cura di corpo e mente in un habitat idoneo a<br />

sviluppare tutte le capacità residue dell’individuo, promuovendo l’inserimento sociale, non solo del<br />

portatore di handicap, ma soprattutto delle famiglie di questi.<br />

I destinatari delle attività dell’Associazione sono:<br />

• Soggetti svantaggiati per handicap psicofisico<br />

• Normodotati volontari per l’inserimento sociale<br />

• Soggetti con disturbi relazionali o handicap vari,<br />

• Normodotati che auspicano una vera relazione tra cavallo e cavaliere<br />

• Minori che si avvicinano allo sport dell’equitazione<br />

• Minori inviati dalle scuole per l’animazione estiva<br />

• Tossicodipendenti ed alcoldipendenti della Comunità Terapeutica S.Francesco di Monselice<br />

• Utenti inviati dall’associazione ABC<br />

• Utenti dell’Associazione Aiutiamoli a vivere dalla Bielorussia<br />

Collaborazioni:<br />

• Comunità Terapeutica S.Francesco di Monselice<br />

• Associazione ABC<br />

• Associazione Aiutiamoli a Vivere di Lendinara<br />

• Istituto Tecnico Agrario O. Munerati<br />

• Comune di Rovigo<br />

• Comune di Pettorazza<br />

• <strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> di Rovigo<br />

• Università degli Studi di Ferrara Facoltà di Scienze Motorie e Scienze della Formazione<br />

• Università degli Studi di Padova Facoltà di Psicologia e Facoltà di Medicina<br />

• ANIRE , Associazione Nazionale Riabilitazione Equestre<br />

• FISE, Federazione Italiana Sport Equestri, settore Pony, settore sport, settore sport disabili.<br />

• Cooperativa sociale “L’Ora del Bradipo”<br />

La Cooperativa Sociale denominata l’Ora del Bradipo è sorta a Rovigo il 21/02/2005 con sede in<br />

Via Badaloni, 86 ed è iscritta alla C.C.I.A.A., all’Albo Nazionale delle Cooperative, al Registro<br />

Regionale con codice ROB0045.<br />

La Cooperativa è sorta per dare opportunità lavorative alle persone svantaggiate (anche con<br />

handicap) che trovano grosse difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro.<br />

La Cooperativa intende inoltre dare risposte lavorative alle fasce deboli (disoccupati, giovani,<br />

donne, usciti dal mercato del lavoro).<br />

Attualmente si stanno svolgendo piccole attività:<br />

- Ricerca di materiale utile per gli sportelli informativi della rete Info-h-pol;<br />

- Realizzazione di siti.<br />

- Realizzazione di lavori di tipo manuale anche su commissione (decupage e altro).<br />

- Attività di assemblaggio di materiale elettrico .<br />

Gli utenti che si rivolgono e collaborano con la Cooperativa sono:<br />

- Persone con handicap psichico<br />

- Persone con handicap fisico<br />

- Persone con handicap psicofisico<br />

- Persone in situazione di disagio anche economico<br />

- Persone ultra 45/50 anni<br />

- Persone giovani con lavori saltuari.<br />

16


• Cooperativa Sociale – Onlus NIKE KAI DIKE<br />

La Cooperativa NIKE KAI DIKE è sorta nel Giugno del 1982, fondata da un gruppo di<br />

volontari in gran parte operatori dei servizi sociali, psichiatrici e tossicodipendenze dell’Ulss 29 di<br />

Badia Polesine, ed è retta e disciplinata dai principi della mutualità, cioè senza fini di speculazione<br />

privata.<br />

Svolge attività sociali in base alla L. n. 381 del 08.11.91 e alle L.R. 55/82 - 22/89 - 28/91 e 56/94<br />

con lo scopo di perseguire l’interesse generale della comunità con la promozione umana e<br />

l’integrazione sociale dei cittadini “svantaggiati”.<br />

Scopo sociale della Cooperativa è quello di contribuire, anche culturalmente, al potenziamento delle<br />

risorse riabilitative espresse dal territorio, per reinserire nella società, attraverso l’impegno<br />

lavorativo, persone svantaggiate altrimenti destinate all’emarginazione. È prevista dunque<br />

l’assunzione di personale svantaggiato affiancato da personale qualificato al fine di inserirlo nel<br />

mondo del lavoro, e per favorirne l’integrazione sociale.<br />

Principali attività svolte attualmente:<br />

Tipolitografia<br />

Comprende fotocomposizione, grafica, stampa e rilegatura; viene svolta presso la sede di Fiesso<br />

Umbertiano<br />

In merito a personale svantaggiato occupato presso la tipografia attualmente si possono contare soci<br />

lavoratori (tossicodipendenti, disabili fisici e psichici).<br />

Numerosi sono pure gli inserimenti nell’ambito di progetti di integrazione sociale in ambiente<br />

lavorativo in convenzione con il Servizio Integrazione Lavorativa dell’<strong>Azienda</strong> Ulss <strong>18</strong>;<br />

Servizio trasporto handicap<br />

Il Servizio di trasporto ai Centri Diurni dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> è regolato da apposita convenzione<br />

recepita con Decreto Direttore Generale n° 973 del 22/12/2006<br />

Gestione comunità<br />

Esattamente denominate “Comunità Socio-Assistenziali Terapeutiche Protette” ubicate una a<br />

Bressane di Castelguglielmo, ed una a Canalnovo di Villanova Marhesana,.<br />

Servizio portantini<br />

Svolto presso l’Ospedale Civile di Rovigo, l’attività consiste nel portare i pazienti dai vari reparti<br />

alla radiologia per gli esami, e riportarli poi in reparto.<br />

Gestione magazzino e riparazione ausili protesici<br />

La Cooperativa presso un magazzino sito ad Arquà Polesine, gestisce distribuzione e raccolta a<br />

domicilio, ricondizionamento, lavaggio ed immagazzinaggio di ausili protesici.<br />

• Pianeta Handicap<br />

L’Associazione, fondata il 16 giugno 1999, è iscritta dal 2000 al Registro Regionale del<br />

Volontariato al n° RO 0132 e confermata in data 09/08/2006.<br />

Essa è scaturita dall’esigenza di alcuni genitori di ragazzi “diversamente abili” o meglio speciali, di<br />

elaborare insieme percorsi di crescita ed innovativi per i propri figli, nonché per costituire stimolo<br />

continuo nei riguardi degli Enti e delle strutture pubbliche.<br />

Gli obiettivi di solidarietà che l’associazione si propone sono i seguenti:<br />

1) costituire sostegno umano alle famiglie di portatori di handicap;<br />

2) predisporre una corretta informazione dei diritti, in particolare quelli spettanti ai portatori di<br />

handicap, vigilando sull’applicazione degli stessi nelle strutture pubbliche e sociali;<br />

3) attivarsi per la valorizzazione delle capacità residue dei portatori di handicap e per il<br />

raggiungimento delle massime potenzialità ed autonomie personali, fornendo stimoli con attività<br />

di vario genere;<br />

17


4) collaborare con spirito fattivo ed aperto con le altre associazioni di volontariato esistenti sul<br />

territorio, per affrontare e risolvere le difficoltà comuni, costruendo rete unitaria, per costituire<br />

interlocutore più significativo con le Istituzioni.<br />

Ambiti di Attività<br />

Dalla fondazione a tutt’oggi, l’Associazione Pianeta Handicap ha svolto le seguenti attività:<br />

- organizzazione di convegni e conferenze sulle tematiche della disabilità;<br />

- attivazione di progetti innovativi sulla Comunicazione Facilitata, la musicoterapia, la<br />

danzaterapia;<br />

- promozione del coordinamento tra Enti, Istituzioni, Aziende e Famiglie;<br />

- consulenze legali individuali per le famiglie;<br />

- apertura di un centro di C. F. per l’autismo e le persone down,<br />

Attualmente è attivo un corso gratuito di ceramica per ragazzi disabili e non, che terminerà l’8<br />

giugno 2007; l’attività, rientrante nella Coprogettazione Disabilità 2007 del C.S.V., si svolgerà<br />

presso l’Istituto I.P.S.S.C.T. Marco Polo di Rovigo. Nello stesso laboratorio si prevede di<br />

sviluppare anche un utilizzo creativo del computer, con software specifici.<br />

Collaborazioni<br />

Istituto Comprensivo di Villadose, Scuola Secondaria I.P.S.S.C.T. Marco Polo di Rovigo e Scuola<br />

Primaria Giovanni XXIII di Rovigo, Conservatorio F. Venezze di Rovigo, Fondazione Banca del<br />

Monte di Rovigo, l’Accademia dei Concordi, Cooperativa Intervento di Mestre, Fondazione<br />

CA.RI.PA.RO., C.T.I. Provincia di Rovigo.<br />

• Cooperativa “Porto Alegre”<br />

Attività in gestione diretta o in regime di convenzione o collaborazione<br />

• Servizi per persone senza dimora o in condizioni di povertà estrema in convenzione con il<br />

Comune di Rovigo<br />

• Servizi per la popolazione migrante in convenzione con il comune di Rovigo<br />

• Servizi per persone senza dimora o in condizioni di povertà estrema in convenzione con<br />

l’associazione Arcisolidarietà di Rovigo<br />

• Servizi per l’inserimento abitativo di persone immigrate o appartenenti a fasce deboli della<br />

popolazione, in convenzione con la Fondazione “La Casa” di Padova<br />

• Servizi per l’inserimento lavorativo di persone con disagio psichico, in convenzione con<br />

l’Associazione AITSaM, Cooperativa Ariano Verde e <strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> 19 di Adria, <strong>Azienda</strong><br />

<strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> di Rovigo<br />

• Servizi svolti nell’area della salute mentale in convenzione con l’Associazione AITSaM di<br />

Rovigo<br />

• Servizi di formazione e prevenzione nell’area dei disturbi da sostanze in convenzione con<br />

Coordinamento Veneto Strutture Terapeutiche e Cooperativa Nike Kai Dike<br />

• Convenzione con l’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> per la realizzazione dei progetti “La Bottega”, “Alcol<br />

e mondo del lavoro” inseriti nel Piano Triennale per le Dipendenze<br />

• Servizi e attività di promozione del terzo settore e delle politiche sociali in collaborazione<br />

con delega per le politiche sociali regionali<br />

• Formazione degli adulti in collaborazione con Associazione “Scuola di Quartiere”<br />

collaborazione nell’ambito dell’organizzazione<br />

• Progettazione comunitaria<br />

La Cooperativa Sociale “Porto Alegre” gestisce, in collaborazione con la Cooperativa Sociale<br />

“Progetto 81”, un centro occupazionale diurno denominato “La Bottega”, situato in Viale del<br />

Lavoro a Rovigo presso un fabbricato concesso in comodato d’uso gratuito dal Comune di Rovigo.<br />

Il Centro è stato attivato nel mese di febbraio 2006 ed è inserito all’interno dell’iniziativa<br />

<strong>18</strong>


comunitaria Equal Ec.Co.Mi. (Economia di Condivisone e Microcredito) per lo sviluppo<br />

dell’impresa sociale e l’inserimento lavorativo di fasce deboli della popolazione.<br />

Il Centro, infine, è la struttura operativa del progetto “La Bottega”, inserito nel Piano<br />

Regionale Triennale di Lotta alla droga 2006/2008 e finanziato dalla Regione Veneto.<br />

• Cooperativa “Progetto 81”<br />

La Cooperativa Sociale “Progetto 81” è un’impresa che si occupa di inserimento lavorativo e<br />

sociale di soggetti svantaggiati. Inizialmente più attenta ai bisogni dell’handicap fisico e psichico,<br />

negli ultimi anni su richiesta dei servizi sociali dei comuni e dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong>, è<br />

aperta all’inserimento anche di altre forme di svantaggio (problemi psichiatrici, alcool e<br />

tossicodipendenza, carcere e pene alternative, disagio sociale, povertà estrema e senza fissa<br />

dimora).<br />

La Cooperativa attualmente svolge le seguenti attività:<br />

• Copisteria e Legatoria;<br />

• Assemblaggi in corto terzi – Questo settore è quello che negli ultimi anni ha avuto il più ampio<br />

mutamento. Ora è in essere un laboratorio per il confezionamento di rotoli di alluminio che vede<br />

inserite due persone, soci lavoratori, uno dei quali disabile psichico<br />

• Raccolta porta a porta e manutenzione del verde - Il servizio di raccolta del verde porta a<br />

portaviene svolto in tutto il Comune di Rovigo per il committente ASM spa, e in trenta comuni del<br />

medio/alto Polesine per conto dell’azienda Ecogest Srl di Rovigo.<br />

• Pulizie a facchinaggio<br />

Le attività sono realizzate in collaborazione con il Comune di Rovigo e il Comune di Villadose,<br />

Ecogest Srl di Rovigo, ASM di Rovigo<br />

• Cooperativa Sociale Quadrifoglio<br />

La Cooperativa Quadrifoglio è una società che fornisce un’ampia gamma di servizi qualificati,<br />

rivolti sia alle imprese che alla persona. Tali servizi comprendono attività di diverso genere che<br />

vanno dalla consulenza sulla sicurezza alla gestione di bar, dall’elaborazione piani di emergenza<br />

all’esecuzione di pulizie industriali. Quadrifoglio ha una struttura composta da diverse divisioni<br />

che, organizzate secondo un metodo operativo incentrato sull’utilizzo delle più moderne tecnologie<br />

sono nelle condizioni di rispondere al meglio delle esigenze degli utenti offrendo loro tempestività<br />

efficacia e convenienza.<br />

• Cooperativa Sanithad<br />

SANITHAD è una Cooperativa Sociale attiva dal 1982 retta e disciplinata dai principi della<br />

mutualità, è senza scopo di lucro e si propone il perseguimento dell’interesse generale della<br />

comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini attraverso la gestione dei<br />

servizi socio-sanitari ed educativi.<br />

La costituzione di SANITHAD come struttura di servizi sociali, si ispira a due motivazioni:<br />

realizzare servizi alla persona con elevata professionalità;<br />

costituire occasione di lavoro stabile per giovani motivati a spendersi in attività socio-<br />

assistenziali-sanitarie ed educative.<br />

Ambiti di attività<br />

La Cooperativa fornisce all’<strong>Azienda</strong> Ulss <strong>18</strong> di Rovigo, personale qualificato impiegato per<br />

svolgere le seguenti attività:<br />

- Servizio di assistenza domiciliare presso i Comuni del Medio e Alto Polesine con utenza<br />

anziana e/o disabile;<br />

19


- Servizio inserimenti scolastici età adulta;<br />

- Servizio socio-assistenzilae, sanitario ed educativo presso i Centri Diurni di Canda, “Girasole”<br />

di Rovigo, e “Arcobaleno” di Badia Polesine;<br />

- Progetti Individualizzati Disabili Leggi 162/987 e progetti Vita Indipendente.<br />

• Cooperativa Sociale “Speranza”<br />

La “Speranza” è una Cooperativa Sociale di “tipo B” che ha lo scopo di perseguire l’interesse<br />

generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini.<br />

L’integrazione sociale lavorativa e la crescita professionale e culturale dei soci svantaggiati,<br />

costituiscono i fondamenti per il raggiungimento dello scopo statutario.<br />

La Cooperativa realizza lavorazioni e assemblaggi per conto terzi, occupando persone portatrici di<br />

handicap con tirocini socializzanti in contesto lavorativo seguiti dal Servizio di Integrazione<br />

Lavorativa dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>.<br />

Da diversi anni la Cooperativa gestisce il verde pubblico per conto dell’ASM di Rovigo,<br />

dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>, del Comune di Badia Polesine, del Comune di Ficarolo.<br />

La Cooperativa realizza inoltre lavori di piccole opere murarie e tinteggiature effettuando percorsi<br />

di inserimento lavorativo e piccoli servizi di facchinaggio presso gli uffici del Comune di Rovigo.<br />

A Marzo 2006 si è instaurata la collaborazione con un piccolo artigiano di San Martino di Venezze,<br />

questa ha permesso l’apertura di un laboratorio di assemblaggio di materiale elettrico ed elettronico<br />

La complessità e la precisione del lavoro consente di accogliere stagisti delle scuole di formazione<br />

per l’insegnamento quali l'IPSIA di Rovigo e ENAIP di Rovigo.<br />

A Maggio 2006 la Cooperativa ha aperto un negozio di artigianato per la riparazione di calzature e<br />

la riproduzione di chiavi presso il Centro Commerciale “La Fattoria”. “La bottega dell’artigiano”<br />

accoglie due inserimenti sociali in contesto lavorativo della SOS Dpt Disabilità Adulta – SIL<br />

dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> di Rovigo.<br />

Come obiettivi la Cooperativa si è prefissa di:<br />

- Creare contesti lavorativi con mansioni e attività richiedenti abilità tali da poter inserire anche<br />

soci lavoratori portatori di disabilità;<br />

- creare ambienti di lavoro accoglienti e favorevoli alla massima integrazione socio lavorativa di<br />

persone disabili in collaborazione dei servizi di integrazione lavorativa dell'<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>;<br />

- permettere anche alle persone disabili di poter essere assunti in forza alla Cooperativa e metterle<br />

nelle condizioni di poter svolgere al meglio le proprie mansioni;<br />

- favorire l'incrocio tra domanda e offerta di lavoro collaborando con il collocamento mirato della<br />

Provincia in base alla Legge 68/99 e alla Legge 381/91;<br />

- valorizzare la formazione della persona, anche disabile, per poter crescere ed affinare le proprie<br />

abilità socio lavorative.<br />

• Unione Italiana Ciechi<br />

L’attività svolta dall’ Unione Italiana Ciechi- sezione di Rovigo – comprende le seguenti azioni:<br />

- Prevenzione della cecità in collaborazione con la sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale<br />

per la Prevenzione della cecità<br />

- Integrazione scolastica degli alunni disabili visivi dall’Asilo Nido all’Università<br />

- Corsi di formazione riservati ai non vedenti per l’uso del computer<br />

- Corsi professionali per l’accesso all’attività lavorativa<br />

- Corsi di aggiornamento e formazione per insegnanti educatori ed operatori<br />

- Trascrizioni di testi dal nero in braille<br />

- Organizzazione di Campi scuola e soggiorni estivi per giovani e per gli anziani<br />

- Attività Riabilitativa per i ciechi pluriminorati che si svolge in via continuativa nella Palestra e<br />

nei Laboratori dell’Unione Italiana Ciechi<br />

20


- Corsi di Mobilità, Orientamento ed Autonomia<br />

- Assistenza di patronato per evadere le richieste di pensione, di avviamento al lavoro , per la<br />

concessione dei presidi protesici contemplati nel Nomenclatore tariffario, trasporti agevolati<br />

- Organizzazione di incontri culturali e di gite turistiche<br />

Il target di utenza è costituito da persone non vedenti, prevalentemente nelle fasce di età che vanno<br />

dalla prima infanzia all’età adulta, per erogare dei servizi selettivi riferiti ai bisogni diversi che i<br />

soci hanno in base non solo alla minorazione visiva ma anche di disabilità aggiuntive.<br />

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti Onlus collabora con la Consulta Comunella<br />

sull’handicap, la Consulta provinciale del Volontariato, con l’Amministrazione Provinciale per<br />

l’integrazione scolastica dei minorati della vista e nella Commissione integrata per l’inserimento<br />

lavorativo - Legge 68/99, con le Aziende <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> di Rovigo e <strong>ULSS</strong> 19 di Adria.<br />

• Unisport<br />

L’Associazione Sportiva Dilettantistica UNI SPORT di Rovigo nasce nel 1987.<br />

L’associazione, affiliata al Comitato Italiano Paralimpico, alla F.I.D.A.L. e, dal 2007 anche alla<br />

Federazione Arrampicata Sportiva Italiana (F.A.S.I.), lavora solo con non vedenti e con persone con<br />

problemi di disabilità fisica e intellettiva-relazionale.<br />

Dal 1996 l’UNI SPORT gestisce il Servizio Nuoto Disabili in convenzione con l’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong><br />

di Rovigo.<br />

L’Associazione collabora da anni con l’Istituto “Casa Sacra Famiglia” di Fratta Polesine (RO),<br />

mettendo a disposizione tecnici qualificati per l’attività motoria delle ospiti.<br />

Un’altra collaborazione in atto da alcuni anni riguarda le Scuole Medie “Parenzo” di Rovigo, con<br />

cui l’associazione porta avanti il progetto di attività motoria “Uno per tutti – tutti per uno”, rivolto<br />

agli alunni portatori di handicap, che presentano anche particolari difficoltà di attenzione, di<br />

concentrazione ed instabilità psicomotoria.<br />

Il progetto Pollicino, è diventato parte integrante delle attività pomeridiane dedicate ai bambini; si<br />

tratta di una trasposizione ludico-motoria della favola di Pollicino.<br />

Il Progetto Puzzle è un’attività ludico-motoria e di avviamento allo sport per bambini dai 6 ai 10<br />

anni. Obiettivo principale è lo sviluppo della fantasia motoria attraverso giochi e situazioni<br />

differenziate che permettono ai bambini di accostarsi all’attività sportiva e di imparare a<br />

relazionarsi con i coetanei.<br />

Il Semaforo Blu è un progetto mirato nato nel 2006, rivolto a bambini dai 5 ai 12 anni con difficoltà<br />

psicomotorie e/o sensoriali. Il progetto ha lo scopo di sviluppare le abilità generali dei più piccoli<br />

portatori di handicap.<br />

Il Progetto “Danza Creativa”, rivolto ai bambini dai 5 agli 11 anni, è pensato per stimolare la<br />

creatività attraverso la danza libera ed espressiva, abbinata ad attività ludico-motorie e all’uso della<br />

voce, della drammatizzazione e della fabulazione, che permettono di acquisire una maggiore<br />

consapevolezza di sé, di esteriorizzare la propria personalità e di riconoscere e accettare la diversità<br />

tra sé e l’altro.<br />

Il gioco-atletica è un’attività polivalente che sviluppa l'intelligenza fisico-sportiva utilizzando<br />

l'aspetto ludico. Rivolta a bambini dai 6 ai 12 anni, viene praticata sia in palestra che presso il<br />

campo di atletica leggera di Rovigo.<br />

Il Progetto “Up-pigli” è un’attività di arrampicata sportiva su parete artificiale creata, a Rovigo,<br />

all’interno della palestra dell’UNISPORT diretta ad adulti e bambini, normodotati o portatori di<br />

handicap.<br />

21


SECONDA PARTE<br />

→ Attuali Servizi per l’Assistenza alle Persone Disabili<br />

− Sos Dpt Disabilità Adulta e Servizio di Integrazione Lavorativa<br />

− Sos Neuropsichiatria Infantile e Disabilità Evolutiva<br />

22


Organizzazione Servizi per l’Assistenza a Persone Disabili dell’<strong>Azienda</strong> Ulss <strong>18</strong> di Rovigo<br />

Il Distretto Socio-Sanitario è l’ambito territoriale di riferimento per la programmazione locale e per<br />

l’organizzazione e la gestione dei servizi socio-sanitari; attraverso la realizzazione di interventi<br />

integrati, il Distretto assicura risposte efficienti ed efficaci alle persone con disabilità e alle loro<br />

famiglie.<br />

A tale scopo il Piano Locale della Disabilità definisce le modalità di integrazione socio-sanitaria,<br />

professionale ed istituzionale tra diverse unità operative dei Dipartimenti strutturali e funzionali<br />

dell’<strong>Azienda</strong> Ulss <strong>18</strong> assicurando, nell’ottica della presa in carico:<br />

• il sostegno alle forme di continuità assistenziale nel passaggio dall’età evolutiva all’età adulta e<br />

da questa a quella anziani;<br />

• il sostegno psicologico alla persona con disabilità e alla sua famiglia;<br />

• le modalità di collaborazione con i servizi riabilitativi;<br />

• le modalità di collaborazione con i servizi di neurologia;<br />

• la definizione di protocolli e di intese con il dipartimento di salute mentale.<br />

L’<strong>Azienda</strong> Ulss <strong>18</strong> di Rovigo ha istituito, con i Decreti del Direttore Generale n° 480 del<br />

30/09/2003 e n° 568 del 27/07/2006, i Servizi e le attività per la presa in carico delle persone con<br />

disabilità; attualmente l’organizzazione prevede:<br />

• una Unità Operativa semplice dipartimentale Disabilità Adulta e Integrazione<br />

Lavorativa afferente al Dipartimento Organizzazione Distrettuale;<br />

• una Unità Operativa semplice Neuropsichiatria Infantile e disabilità Evolutiva e afferente al<br />

Dipartimento Materno Infantile e della Famiglia.<br />

Unità Operativa semplice dipartimentale Disabilità Adulta e Integrazione Lavorativa.<br />

Istituiti già dall’anno 2000, i Servizi e le attività per la presa in carico delle persone con disabilità in<br />

età adulta attualmente sono i seguenti:<br />

• equipe multiprofessionale<br />

• servizio integrazione lavorativa<br />

• integrazione scolastica<br />

• servizio nuoto disabili<br />

• servizi diurni<br />

• progettualità regionali ai sensi della Legge 162/98, Vita Indipendente e L. 284/97.<br />

Segue breve descrizione delle unità di offerta sopraelencate (per il Servizio Nuoto, Servizi Diurni e<br />

progettualità regionali ai sensi della Legge 162/98, Vita Indipendente e L. 284/97 si rimanda alla<br />

parte del presente piano relativa ai servizi per la domiciliarità).<br />

1. EQUIPE MULTIPROFESSIONALE, composta da:<br />

o Neurologo<br />

o Fisiatra<br />

o Psicologo<br />

o Fisioterapista<br />

o Assistente Sociale<br />

o Educatore Professionale<br />

o Addetto all’Assistenza<br />

L’equipe multiprofessionale opera già sistematicamente in collaborazione con la UVMD del<br />

Distretto per la valutazione e la definizione del progetto per situazioni multiproblematiche o che<br />

coinvolgono risorse di soggetti territoriali, Comuni, Provincia, Enti o altri servizi aziendali quali Età<br />

23


Evolutiva, Neuropsichiatria Infantile, Sert, Salute Mentale, Consultorio Familiare, Assistenza<br />

Domiciliare Anziani e Ambulatori Specialistici.<br />

Attualmente le sopraindicate procedure di accesso sono attivate per gli ingressi delle persone<br />

disabili nelle strutture e nelle progettualità Regionali ai sensi della Legge 162/98 e Vita<br />

Indipendente, legge 284/97, e come forma di continuità assistenziale nel passaggio dall’età<br />

evolutiva all’età adulta, dalla Psichiatria, dal SerT, dal Consultorio Famigliare, dai Comuni e dalle<br />

strutture e/o Ospedali fuori Ulss. L’UVMD viene attivata anche per tutte le situazioni complesse<br />

riguardanti:<br />

• Integrazione Scolastica<br />

• Integrazione Lavorativa<br />

• Servizio Nuoto Disabili<br />

• Centri Diurni<br />

L’equipe multiprofessionale dell’età adulta garantisce:<br />

• Il sostegno psicologico alla persona disabile e alla sua famiglia;<br />

• La consulenza fisiatrica e neurologica con relativa prescrizione e controlli di esami, farmaci<br />

ed ausili;<br />

• L’assistenza sociale;<br />

• Il sostegno educativo<br />

• La valutazione dei bisogni e delle necessità;<br />

• La definizione di programmi e percorsi individualizzati;<br />

• L’invio ai Servizi competenti;<br />

• La circolarità d’informazione e l’integrazione socio-sanitaria tra le figure professionali per<br />

una più efficace continuità terapeutica;<br />

• La verifica dei risultati raggiunti.<br />

2. SERVIZIO INTEGRAZIONE LAVORATIVA<br />

Il Servizio Integrazione Lavorativa ha lo scopo di promuovere e sostenere l’integrazione<br />

lavorativa delle persone disabili realizzando interventi di orientamento, formazione e mediazione<br />

per favorire il positivo incontro tra la persona con disabilità e il contesto lavorativo.<br />

Tabella N° 3- Persone in carico al SIL nel 2005 suddivise per tipologia<br />

Tipologia Già in<br />

carico<br />

Nuove<br />

persone<br />

Totale Maschi Femmi<br />

ne<br />

Disabili (fisici, intellettivi, sensoriali) 115 86 201 132 69<br />

Con problemi psichiatrici 19 35 54 39 15<br />

Tossicodipendenti 2 2 4 3 1<br />

Alcolisti 6 0 6 5 1<br />

Minori 0 0 0 0 0<br />

Non invalidi 10 5 15 11 4<br />

Totale 152 129 280 190 90<br />

24


Grafico n°1 – Persone in carico al Servizio Integrazione Lavorativa negli anni 2003, 2004, 2005,<br />

suddivise per categoria.<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

0<br />

127<br />

175<br />

201<br />

41<br />

25<br />

54<br />

Disabili Con problemi<br />

psichiatrici<br />

5<br />

2<br />

4<br />

Tossicodipendenti<br />

Tabella n° 4 - Settori con cui sono state stipulate Convenzioni Socio-lavorative Anni 2004, 2005<br />

N° Tirocini N° ditte coinvolte<br />

Settori 2004 2005 2004 2005<br />

Agricoltura 5 3 4 5<br />

Industria 3 9 3 4<br />

Ente Pubblico 42 64 24 34<br />

Artigianato 6 12 4 7<br />

Commercio 9 17 4 <strong>18</strong><br />

Cooperative sociali 49 46 7 9<br />

Aziende private, associazioni 28 43 10 25<br />

Totali 142 194 56 102<br />

8<br />

Dai dati si evince che l’attività di mediazione al collocamento del Servizio di Integrazione<br />

Lavorativa ha favorito lo sviluppo della rete di sostegno che è raddoppiata rispetto all’anno 2004<br />

con numero 102 Ditte che hanno accettato di accogliere persone disabili con borsa-lavoro.<br />

I dati sopra descritti permettono la seguente positiva riflessione: nel corso dell’anno 2005,<br />

l’Integrazione Lavorativa si è notevolmente sviluppata, sostenuta da una capacità di mediazione<br />

del Servizio che ha dato come risultati una maggiore ed effettiva presenza delle persone disabili in<br />

contesti lavorativi di Aziende Private, Associazioni, Commercio ed Agricoltura anziché nei Servizi<br />

Pubblici notoriamente connotati da aspetti assistenziali.<br />

Il contesto in cui si sviluppa il Servizio di Integrazione Lavorativa è complesso, in quanto<br />

implica sinergia tra il mondo della disabilità, il mercato del lavoro ed i servizi alla persona. Per<br />

quanto sopra l’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> ha promosso la realizzazione di procedure ed iniziative<br />

finalizzate al governo sinergico:<br />

1. un unico SIL <strong>Azienda</strong>le superando la frammentazione tra SIL per la disabilità, la salute mentale<br />

e la tossicodipendenza con un protocollo operativo che rinforza collaborazione tra i suddetti<br />

servizi.<br />

6<br />

6<br />

1<br />

0<br />

0<br />

13<br />

12<br />

Alcolisti Minori Non<br />

invalidi<br />

15<br />

2003<br />

2004<br />

2005<br />

25


2. è stato attivato il protocollo d’intesa tra l’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> e la Provincia di Rovigo (ora in<br />

fase di rinnovo) che assicura la continuità dell’assistenza nel collocamento mirato della persona<br />

disabile prevedendo il coinvolgimento operativo interdisciplinare del Comitato Tecnico<br />

Provinciale, della Commissione Invalidi Civili aziendale e del Servizio SIL.<br />

Tabella n°5 - Fondi utilizzati per l’attivazione di Progetti e Convenzioni - Anni 2004, 2005<br />

Fondi Bilancio Bilancio Finanziamenti Fondi<br />

Sociale Sanitario Regionali Provincia<br />

Sostegno propedeutico 2004 45<br />

Integrazione lavorativa 2005 69<br />

2004 39<br />

Formazione 2005 29<br />

Orientamento in 2004 42 20 20<br />

contesto lavorativo 2005 47 36 0<br />

Mediazione al 2004 39 14<br />

collocamento 2005 16 6<br />

Integrazione sociale in 2004 50 12<br />

ambiente lavorativo 2005 112 9<br />

Assunzione e 2004 23<br />

mantenimento<br />

rapporto di lavoro<br />

2005 8<br />

Grafico n°2: N° Progetti attivati suddivisi per tipologia – Anni 2003-2004-2005<br />

120<br />

100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

30<br />

21 19<br />

38<br />

23<br />

<strong>18</strong><br />

Progetti Attivati<br />

Anni 2003, 2004, 2005<br />

45<br />

39<br />

82<br />

2003 2004 2005<br />

53<br />

62<br />

23<br />

Costo dei progetti attivati<br />

I progetti vengono attivati sulla base dei finanziamenti definiti annualmente dalla Conferenza dei<br />

Sindaci.<br />

63<br />

37<br />

55<br />

30<br />

113<br />

10<br />

sostegno propedeutico<br />

all'integrazione lavorativa<br />

formazione<br />

orientamento<br />

mediazione al<br />

collocamento<br />

integrazione sociale in<br />

ambiente lavorativo<br />

assunzione e<br />

mantenimento<br />

di l<br />

26


3. LABORATORIO MULTIMEDIALE<br />

Tra i progetti di formazione, ha valenza innovativa il Laboratorio Multimediale, percorso<br />

propedeutico al lavoro, nel quale è inserita la persona disabile prima di accedere a reali contesti<br />

socio-lavorativi. La frequenza al laboratorio permette all’assistito di fare un bilancio delle proprie<br />

abilità, di raggiungere le competenze e i comportamenti relazionali necessari in contesto<br />

lavorativo. I dati di conoscenza, valutazione ed apprendimento che gli operatori rilevano attraverso<br />

le attività del laboratorio sono fondamentali per l’inserimento della persona in un appropriato<br />

contesto socio-lavorativo.<br />

Tabella n° 6 - Attività Laboratorio Multimediale Anni 2003, 2004, 2005<br />

Anno 2003 Anno 2004 Anno 2005<br />

N° assistiti 21 39 37<br />

N° giornate di apertura 155 236 233<br />

N° presenze 1314 1642 1653<br />

Tabella n° 7 – N° borse lavoro attivate utenti Laboratorio Multimediale<br />

N. assistiti Borse Lavoro attivate Borse Lavoro attive<br />

2004 39 21 19<br />

2005 37 17 14<br />

4. INTEGRAZIONE SCOLASTICA<br />

L’integrazione scolastica, così come definita nella L. 104/1992 “Legge-quadro per l’assistenza,<br />

l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”, “ha come obiettivo lo sviluppo delle<br />

potenzialità della persona handicappata nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e<br />

nella socializzazione”.<br />

L’attività prevede un lavoro integrato tra la persona disabile e/o la sua famiglia, la scuola e il<br />

Servizio Disabilità Adulta che si concretizza in gruppi di lavoro interistituzionali (Gruppi H) nei<br />

quali, per ogni assistito, è definito il Piano Educativo Individualizzato che può pianificare:<br />

consulenza specialistica (neurologica, fisiatrica, psicologica), sostegno psicologico al singolo e/o<br />

alla famiglia, consulenza psicologica agli insegnanti, assistenza personale a scuola.<br />

Tabella n° 8 - Assistiti in percorsi scolastici Anni 2003, 2004, 2005<br />

2003 2004 2005<br />

N° Assistiti <strong>18</strong> 24 19<br />

N° ore addetto<br />

assistenza<br />

1553.05 592.55<br />

<strong>18</strong>5,41<br />

27


Sono attivi protocolli operativi per la collaborazione e la continuità assistenziale:<br />

• Con il Servizio di Neuropsichiatria Infantile ed Età Evolutiva;<br />

• Con il Dipartimento di Salute Mentale.<br />

L’attività della Sos Dpt Disabilità Adulta-SIL è svolta in entrambe le sedi di Rovigo e Badia<br />

Polesine del Distretto Socio-sanitario.<br />

Il presente piano prevede, ad integrazione della attuale organizzazione e ai fini di una migliore<br />

interdisciplinarietà della presa in carico:<br />

- la definizione del protocollo operativo con il Dipartimento di Continuità Assistenziale per il<br />

passaggio delle situazioni dall’età adulta a quella anziana;<br />

- l’integrazione del Protocollo già operativo con il Dipartimento di Salute Mentale con le modalità<br />

operative relativa alla presa in carico di tutte le situazioni che non rientrano nell’integrazione<br />

lavorativa e che sono comunque gestite in collaborazione con il Dipartimento di Salute mentale<br />

attraverso la U.V.M.D;<br />

- per quanto riguarda l’assistenza riabilitativa e neurologica alle persone adulte con disabilità<br />

(visite fisiatriche e neurologiche, visite specialistiche domiciliari, prescrizione cicli terapia,<br />

prescrizione ausili, prescrizione e monitoraggio terapie farmacologiche ed esami, consulti<br />

medici) questa è erogata dal medico fisiatra e dal medico neurologo presente a part-time<br />

nell’equipe multiprofessionale della Sos Dpt Disabilità Adulta e SIL, ad esclusione di eventuali<br />

cicli di fisioterapia che vengono erogati dal servizio ospedaliero di riabilitazione funzionale o dal<br />

policlinico Casa di Cura Città di Rovigo.<br />

- la collaborazione sistematica dell’Equipe con l’UVMD per la valutazione e la definizione dei<br />

progetti a favore delle persone disabili adulte che chiedono di essere inserite presso i Centri<br />

Diurni per le persone disabili dell’<strong>Azienda</strong> Ulss <strong>18</strong>.<br />

Unità Operativa semplice Neuropsichiatria Infantile e disabilità Evolutiva<br />

Il Servizio di Neuropsichiatria Infantile e Disabilità Età Evolutiva è una struttura semplice<br />

afferente alla Struttura Complessa di Pediatria di Rovigo e Trecenta del Dipartimento Materno<br />

infantile e della Famiglia.<br />

Si occupa di diagnosi cura e riabilitazione delle patologie neuropsichiche dell’età evolutiva (0-<strong>18</strong><br />

anni), dei disturbi psico-relazionali, di apprendimento, intellettivi, visuo-percettivi, di linguaggio<br />

letto, parlato e scritto.<br />

Offre consulenza a genitori per qualsiasi disagio psicologico presentato dal bambino (disturbi<br />

psicosomatici, del sonno, del comportamento, ecc.) e consulenza agli insegnanti su tematiche<br />

specifiche (Gruppi H previsti dalla L.104, disturbi di condotta, disturbi specifici di apprendimento,<br />

ecc.).<br />

Opera a livello territoriale con équipe multidisciplinari che, su richiesta, danno consulenza alla<br />

Unità Operativa di Pediatria, con accessi presso la struttura ospedaliera per l’esame neuromotorio<br />

del neonato a rischio e nei casi di tentato suicidio, di disturbi psicosomatici, stati d’ansia, ecc..<br />

Collabora in modo particolare con la Sos Dpt. Consultorio Familiare e Tutela Minori attraverso<br />

consulenze rivolte ai minori, ai genitori e agli insegnanti secondo quanto stabilito da un<br />

protocollo.<br />

E’ ritenuto obiettivo prioritario del servizio un modello operativo che favorisca il lavoro in rete non<br />

solo con tutte le U.O. sia dell’Ospedale che del Territorio, ma anche con tutti gli Enti e le<br />

Istituzioni che si rivolgono ai minori e alle loro famiglie.<br />

28


Attività di integrazione con la scuola:<br />

1. Partecipazione alle verifiche in corso dei Progetti della Legge 285/98, rifinanziati dalla<br />

Regione Veneto per il triennio 2004/2006.<br />

2. Adempimenti previsti dalla Legge 104, relativamente all’inserimento scolastico di n° 429<br />

alunni. Come previsto dal protocollo d’intesa sono stati realizzati 2 incontri per ciascun<br />

utente durante l’anno scolastico. A livello organizzativo è stato individuato un referente che<br />

rappresenta l’èquipe multidisciplinare negli incontri con la scuola.<br />

3. Collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale per la revisione degli accordi di<br />

programma relativi all’inserimento scolastico degli alunni disabili.<br />

4. L’ampliamento dell’orario di accesso degli utenti disabili gravi presso i CER aziendali con<br />

possibilità anche di soggiorno semiresidenziale per alcuni minori presso il CER di Villa<br />

Boggian di Lendinara allo scopo di mantenerli il più possibile nel contesto familiare di<br />

appartenenza, evitando l’istituzionalizzazione.<br />

5. L’attivazione di progetti in rete con i Comuni, il Volontariato e la Scuola per l’integrazione<br />

e la socializzazione di minori disabili e con disturbi di personalità.<br />

Il Progetto Interdipartimentale per la presa in carico degli adolescenti affetti da disturbi<br />

psichici maggiori (psicosi e disturbi borderline di personalità associati a gravi problemi di<br />

comportamento) attuato in collaborazione con il Dipartimento di Salute mentale è stato attivato in<br />

data 2 Febbraio 2005.<br />

La finalità primaria del progetto è attuare un approccio integrato al paziente in età compresa tra i<br />

13 e i <strong>18</strong> anni, attraverso la promozione di un lavoro in rete che permetta di affrontare le<br />

problematiche sanitarie e sociali e che favorisca una continuità terapeutica tra i Servizi.,<br />

E’ stata istituita un’èquipe multidisciplinare formata da :<br />

1. neuropsichiatra infantile<br />

2. psichiatra<br />

3. psicologo<br />

4. collaboratore tecnico esperto in qualità di psicopedagogista<br />

Si sono svolti incontri finalizzati alla formulazione di protocolli organizzativi con i Servizi che si<br />

occupano di adolescenti (Dip. Materno Infantile e della Famiglia; Dip. Salute Mentale; SERT; SOS<br />

Disturbi del Comportamento Alimentare) al fine di definire le competenze specifiche di ciascuno,<br />

le procedure d’invio e di presa in carico, nonché il target dell’utenza.<br />

Attività del Servizio per gli Adolescenti<br />

1. Attività ambulatoriale (svolta a Rovigo c/o il Dip. Materno Infantile della Cittadella Socio<br />

Sanitaria, e a Badia Polesine presso il Punto Sanità):<br />

• Diagnosi e trattamento<br />

• Colloqui per i pazienti<br />

• Colloqui per i familiari<br />

• Valutazione psicodiagnostica<br />

• Psicoterapia<br />

• Trattamenti farmacologici<br />

• Interventi psicoeducativi<br />

2. Attività ospedaliera:<br />

• Ricovero negli episodi acuti<br />

29


→ In Pediatria per le problematiche ordinarie;<br />

→ In Psichiatria per gli adolescenti di età prossima ai <strong>18</strong> anni e / o che necessitano di<br />

particolari situazioni di contenimento (previo consenso dei familiari e nullaosta<br />

preventivo della Direzione Generale).<br />

Durante il primo anno di sperimentazione hanno avuto accesso al servizio 22 utenti, di questi solo<br />

1 è stato dimesso. 11 utenti sono ancora oggi in carico al servizio con progetti terapeutico -<br />

riabilitativi integrati che coinvolgono tutti gli operatori dell’èquipe.<br />

Gli interventi a favore degli adolescenti affetti da disturbi psichici maggiori sono potenziati per<br />

l’anno 2006 grazie al “Progetto di area vasta nell’ambito della gestione dei disturbi psichici<br />

maggiori in adolescenza. Aspetti epidemiologici, diagnostici, terapeutici in modello di<br />

assistenza basato sull’integrazione fra servizi per l’età evolutiva e l’età adulta” che vede<br />

coinvolto anche la SOS Npi.<br />

30


TERZA PARTE<br />

LE PRESTAZIONI: DOMICILIARITA’<br />

→ Sportello integrato<br />

→ Servizi per la Domiciliarità<br />

Regolamento per la realizzazione della graduatorie per le progettualità regionali ai sensi delle<br />

Leggi 162/98, Vita Indipendente e L. 284/97.<br />

31


Le prestazioni: DOMICILARITA’<br />

Il Piano Locale della Disabilità, predisposto secondo le linee di indirizzo regionali, si articola in<br />

due parti: una relativa al sistema della domiciliarità per le persone con disabilità e una relativa al<br />

sistema della residenzialità.<br />

1) Lo sportello integrato<br />

Lo sportello integrato è stato definito, secondo le modalità indicate nella DGR 39/06, nel<br />

Piano Locale per la Domiciliarità. Nel presente Piano della Disabilità, si prevede di integrare gli<br />

ambiti definiti dall’art. 4 del cap. 7 – Servizio Sportello Integrato – del Piano Locale per la<br />

Domiciliarità in modo che possano essere accolte anche le richieste relative alle Legge 284/97 e ai<br />

Centri Diurni dell’<strong>Azienda</strong> Ulss <strong>18</strong>.<br />

2) La rete dei servizi per la domiciliarità<br />

La rete dei servizi socio-sanitari territoriali nell’Area della Disabilità è costituita dai servizi<br />

che assicurano interventi nelle seguenti aree:<br />

• Interventi di promozione dell’autonomia personale: programmi di intervento, finalizzati alla<br />

acquisizione e al mantenimento di autonomie personali che permettano di migliorare le<br />

capacità di relazione e di partecipazione alla vita sociale e lavorativa, nonché interventi di<br />

promozione delle attività sportive, di tempo libero e di integrazione sociale.<br />

• Servizi Diurni: finalizzati alla promozione dell’autonomia, alla riabilitazione e alla<br />

integrazione sociale.<br />

• Interventi erogati a domicilio e di supporto alla famiglia: assistenza domiciliare sociale,<br />

sanitaria ed integrata, fornitura di protesi ed ausili, interventi delle reti solidaristiche della<br />

comunità locale.<br />

• Interventi di sostegno economico: assegni di cura alle persone disabili e alle famiglie,<br />

differenziati a seconda del carico di cura, della modalità e della tipologia di assistenza<br />

fornita; contributi per la vita indipendente; contributi temporanei e/o straordinari.<br />

• Interventi di sollievo: accoglienza temporanea programmata, pronta accoglienza, soggiorni<br />

di sollievo.<br />

Nell’ambito di tali aree vengono erogati interventi che, opportunamente integrati nel progetto<br />

individualizzato, rappresentano la risposta assistenziale assicurata alle persone con disabilità nel<br />

territorio.<br />

2.1. Interventi di promozione dell’autonomia personale.<br />

2.1.a. Progetti ai sensi della Legge 284/97.<br />

Nell’ottica di dare continuità a quanto esistente nell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> attraverso i programmi<br />

territoriali di promozione dell’autonomia personale ai sensi della Legge 284/97 e di altre<br />

indicazioni normative regionali, con il presente piano si intende ulteriormente sviluppare una<br />

progettualità rivolta alle persone cieche pluriminorate che accresca le opportunità di autonomia e di<br />

integrazione sociale delle stesse e delle loro famiglie.<br />

Obiettivi<br />

1) promuovere la massima autonomia personale della persona cieca pluriminorata<br />

attraverso l’attivazione di percorsi di integrazione sociale e lavorativa;<br />

32


2) favorire l’integrazione sinergica dei soggetti territoriali operanti nell’ambito<br />

dell’assistenza alle persone cieche pluriminorati.<br />

Azioni<br />

1) assistenza alla persona garantendo sia la cura personale che degli ambiti domestici, la<br />

mobilità e l’autonomia nella gestione della quotidianità;<br />

2) formazione e/o integrazione socio-lavorativa con attivazione di borsa lavoro;<br />

tra i progetti di formazione avranno valenza particolarmente innovativa i percorsi di<br />

formazione propedeutici al lavoro nei quali saranno inserite persone con cecità e<br />

pluriminorazione, nei quali le stesse, potranno sia fare un bilancio delle proprie abilità, che<br />

raggiungere le competenze e i comportamenti relazionali necessari in contesto lavorativo.<br />

3) progetti di integrazione sociale e/o di miglioramento delle capacità relazionali e<br />

comunicative.<br />

Destinatari<br />

Persone cieche pluriminorate.<br />

Modalità operative e di accesso<br />

La metodologia di lavoro prevede:<br />

1) l’ accoglienza e la lettura del bisogno;<br />

2) la richiesta da parte dell’interessato e/o della sua famiglia di fruizione di un progetto di<br />

autonomia personale inoltrata tramite apposita modulistica al Responsabile del Servizio<br />

Disabilità Adulta o al Responsabile del Servizio Età Evolutiva-Neuropsichiatria Infantile e<br />

al Direttore dei Servizi Sociali;<br />

3) la proposta progettuale per ciascun soggetto coinvolto elaborata dalle Equipes<br />

multiprofessionali per la disabilità adulta e la disabilità infantile su apposita modulistica<br />

con la previsione di tutte le risorse necessarie alla realizzazione del progetto;<br />

4) la concertazione della progettualità con il soggetto interessato e/o la sua famiglia;<br />

5) la verifica della progettualità e approvazione in sede di UVMD del Distretto di residenza<br />

della persona;<br />

6) il coordinamento delle risorse coinvolte, comprese quelle dell’assistito e della sua famiglia,<br />

nonché lo sviluppo del progetto da parte del Responsabile del caso.<br />

Priorità nell’attivazione dei progetti<br />

La priorità nell’attivazione dei progetti sarà effettuata valutando se il soggetto rientra nei<br />

seguenti criteri:<br />

1) usufruisce o meno di altri servizi;<br />

2) età e risorse familiari;<br />

3) presenza di fattori di contesto ambientale ed abitativo che incidono sulla risposta al bisogno<br />

ed al suo superamento.<br />

Gestione dei progetti<br />

La gestione della progettualità verrà effettuata:<br />

1) in forma diretta da parte degli interessati, attraverso un rimborso parziale delle spese<br />

sostenute dalla persona oggettivamente giustificate e nel rispetto della normativa vigente;<br />

l’equipe valuterà sulla base della tipologia del progetto individualizzato l’idoneità ad un<br />

eventuale ricorso di un familiare per l’erogazione dell’assistenza prevista nel progetto.<br />

2) in forma indiretta con l’erogazione da parte dei servizi socio-sanitari di assistenza attivata<br />

attraverso cooperative sociali convenzionate con l’<strong>Azienda</strong> Ulss <strong>18</strong> di Rovigo mediante<br />

assegnazione di operatori addetti all’assistenza o con competenze educative.<br />

33


Tabella n° 9 : Costi previsti Legge 284/97<br />

AZIONI<br />

Assistenza alla persona<br />

Formazione e/o integrazione socio-lavorativa<br />

Attrezzature<br />

Progetti di integrazione sociale e miglioramento della persona<br />

Costo complessivo 8%<br />

del fondo che la Regione<br />

assegnerà per le progettualità<br />

relative alla L.162/98, Vita<br />

Indipendente e L. 284/97.<br />

2.1.b. Il servizio nuoto disabili<br />

Il Servizio Nuoto Disabili è un’attività indirizzata a disabili minori ed adulti afferenti all’<strong>Azienda</strong><br />

U.L.S.S.<strong>18</strong> di Rovigo e viene gestito dalle SOS di Neuropsichiatria Infantile e SOS Dpt Disabilità<br />

Età Adulta ed Integrazione Lavorativa.<br />

Aderiscono al Servizio Nuoto Disabili i seguenti Comuni:<br />

DISTRETTO 1<br />

DISTRETTO 2<br />

Gavello Rovigo Castelmassa<br />

Pontecchio Polesine Costa di Rovigo Lusia<br />

Villadose Frassinelle Polesine Castelguglielmo<br />

Polesella Villamarzana Badia Polesine<br />

Boara Pisani Bosaro Lendinara<br />

Arquà Polesine Villanova Marchesana Canaro<br />

Crespino<br />

Ceregnano<br />

San Martino di Venezze<br />

.<br />

Obiettivi generali<br />

• Promuovere, mantenere e potenziare le abilità motorie di base.<br />

• Favorire la relazione interpersonale.<br />

• Favorire l’autonomia personale.<br />

• Favorire la socializzazione.<br />

• Favorire l’inserimento, per quanto possibile, nei corsi di nuoto regolari.<br />

Azioni<br />

• Attività di nuoto<br />

• Attività di autonomia personale<br />

Modalità organizzative<br />

La gestione del Servizio è affidata in convenzione ad un’associazione sportiva per disabili<br />

L’organizzazione operativa prevede:<br />

1. Un Referente <strong>Azienda</strong>le (educatore prof.le) ed un referente dell’Associazione che<br />

insieme concordano la programmazione settimanale dell’orario e degli inserimenti.<br />

34


2. I Responsabili delle SOS di NPI e Dpt Disabilità Adulta organizzano, insieme con il<br />

Referente del Servizio Nuoto, trimestralmente le riunioni con i rappresentanti delle<br />

famiglie.<br />

Modalità di accesso<br />

Le modalità di accesso sono le seguenti:<br />

1. La richiesta dell’attività natatoria redatta su apposito modulo da parte dell’utente va<br />

indirizzata entro il 30 giugno di ogni anno al Responsabile della SOS Disabilità competente<br />

per fascia di età , corredata da:<br />

• Certificato medico di idoneità al Nuoto (rilasciato dal pediatra o dal medico di<br />

base);<br />

• Scheda sanitaria (da compilarsi a cura del pediatra o del medico di base).<br />

• Piano Socio Riabilitativo Individualizzato, comprensivo di Diagnosi Funzionale,<br />

compilato dall’equipe di riferimento;<br />

• Scheda Personale (da compilarsi a cura della famiglia).<br />

2. E’ stata costituita un’apposita Commissione dell’<strong>Azienda</strong> U.L.S.S. con delega a formulare<br />

la graduatoria per l’ammissione dei richiedenti.<br />

Detta Commissione è così formata:<br />

• Un Neuropsichiatra Infantile;<br />

• Uno Psicologo<br />

• Un Fisiokinesiterapista ;<br />

• Un Neurologo;<br />

• Un Fisiatra;<br />

• Un Educatore professionale<br />

Compito della Commissione è di stilare entro il 30 settembre di ogni anno una graduatoria<br />

sulla base della documentazione sopraindicata presentata da ciascun richiedente, definendo<br />

la modalità di frequenza ciclica al nuoto di 12, 6, 3 mesi.<br />

3. Il Referente del Servizio Nuoto trasmette al gestore dell’attività in acqua almeno 15 giorni<br />

prima dell’inizio del ciclo previsto, la documentazione relativa alla persona da inserire.<br />

Trasporto<br />

Il Servizio Nuoto disabili non garantisce il trasporto degli utenti frequentanti che rimane a carico<br />

delle famiglie.<br />

Orari di apertura<br />

Il Servizio apre tutte le mattine dal lunedì al venerdì, con orario 8.45/13.00, presso una delle<br />

piscine comunali di Rovigo.<br />

I tecnici dell’associazione sono disponibili in piscina nella fascia oraria 10.30 / 11.00 per illustrare<br />

alle famiglie il lavoro svolto e/o per eventuali confronti con gli specialisti <strong>ULSS</strong>.<br />

Risorse<br />

Personale impegnato:<br />

• Educatore professionale Referente <strong>Azienda</strong>le<br />

• Referente dell’Associazione (Tecnico istruttore)<br />

• Tre tecnici dell’Associazione (Istruttori di nuoto, diplomati ISEF, iscritti al 3° anno di<br />

scienze motorie e con esperienza di un anno di insegnamento a persone disabili)<br />

• Due addette all’assistenza dell’associazione (con attestato OTAA).<br />

35


Tabella n°10: N° utenti suddivisi per gravità<br />

Gravità Numero Utenti<br />

Grave 15<br />

Medio 26<br />

Lieve 24<br />

Totale 65<br />

2.1.c Servizio per l'attività socio-didattico-formativa-educativa integrata a favore di non<br />

vedenti ed audiolesi.<br />

Ente responsabile<br />

Provincia di Rovigo - Area Servizi alla Persona - Servizi Sociali<br />

Ente gestore<br />

I.RI.FO.R. sezione di Rovigo in convenzione su gara europea per gli anni scolastici 2006-07, 2007-<br />

08, 2008-09, 2009-10, 2010-11.<br />

Altri soggetti coinvolti<br />

USP e scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e paritarie, centri di formazione professionale,<br />

CEOD e altri servizi dell'az. Ulss, asili nido comunali e privati, Comuni, privato sociale<br />

(cooperative sociali, parrocchie, associazioni di volontariato ed enità ONLUS, ecc...).<br />

Ambito territoriale d'intervento<br />

Provincia di Rovigo o scuole dei territori limitrofi.<br />

Obiettivo principale<br />

Garantire l'assistenza per l'espletamento delle funzioni socio-didattiche, formative ed educative<br />

integrate per gli alunni portatori di handicap sensoriali nell'età pre-scolare e scolare e comunque<br />

sino al conseguimento di una qualifica professionale.<br />

Descrizione sintetica del servizio<br />

Il servizio viene garantito tramite l'assegnazione di operatori per le disabilità sensoriali (ODS) con<br />

interventi realizzati attraverso progetti individuali, svolti con attività scolastiche, extrascolastiche e<br />

domiciliari, nel corso dell'anno, sia nel periodo delle lezioni scolastiche che nel periodo estivo. Il<br />

servizio, oltre che negli istituti scolastici territoriali, può essere garantito all'interno di strutture<br />

specialistiche residenziali, con retta a carico della Provincia.<br />

Formazione e aggiornamento professionale del personale ODS (esteso anche ad altri operatori),<br />

ricorrendo anche a fonti di finanziamento regionale, con rilascio di relativo attestato e<br />

riconoscimento di crediti formativi e ECM.<br />

Fornitura di materiale specializzato (trascrizione di testi dal nero al braille, ingrandimenti, ecc...,<br />

strumenti e tecnologie informatiche, ecc...).<br />

Attività di consulenza specialistica per famiglie, insegnanti, operatori socio-sanitari, ecc...<br />

Target di utenza<br />

Soggetti portatori di handicap sensoriali e/o plurihandicap, da zero anni fino al conseguimento del<br />

massimo livello di formazione o qualifica professionale, finalizzata all'inserimento lavorativo.<br />

Per l'anno scolastico 2006-07: totale n. 69, di cui per il territorio dell'Ulss <strong>18</strong>:<br />

36


- ipovedenti e nonvedenti: n. 26 (scuole dell'infanzia: 5, scuole primarie: 6, scuole secondarie di<br />

primo grado: 3, scuole secondarie di secondo grado: 5, centri di formazione professionale o CEOD:<br />

6, Università: 1)<br />

- ipoacusici e sordi: n. 25 (asili-nido: 1, scuole dell'infanzia: 7, scuole primarie: 7, scuole<br />

secondarie di primo grado: 2, scuole secondarie di secondo grado: 8)<br />

Fonti di finanziamento<br />

Fondi di bilancio dell'Amministrazione Provinciale di Rovigo previsti in apposito capitolo di spesa.<br />

Costi di gestione<br />

€. 558.000 per ciascun esercizio finanziario.<br />

Fasi e tempi<br />

Da settembre a giugno gli interventi si svolgono presso le scuole, i centri o asili sono concordati<br />

sulla base delle esigenze del piano educativo individualizzato, con dirigenti e docenti scolastici,<br />

operatori Ulss e le famiglie per quanto riguarda l'eventuale servizio a domicilio.<br />

Durante il periodo estivo o il periodo esami e pre-esami, il servizio viene realizzato concordando le<br />

esigenze con gli operatori e le famiglie interessate.<br />

La presa in carico avviene su segnalazione - richiesta di dirigenti scolastici, famiglie, servizi sociali<br />

o socio-sanitari del territorio, su apposito modulo entro il 31 maggio di ogni anno; l'avvio del<br />

servizio a settembre viene concordato tra il servizio sociale della Provincia con l'ente gestore<br />

(IRIFOR) e le entità segnalanti con le relative modalità d'intervento (numero di ore settimanali,<br />

ODS affiancato, ecc...); ad un mese dall'avvio dell'intervento si procede alla stesura del progetto<br />

educativo e al termine del 1° quadrimestre alla verifica intermedia, per terminare infine a giugno<br />

con la verifica conclusiva.<br />

In corso d'anno, il personale ODS, il serviizo sociale provinciale e l'IRIFOR partecipano alla<br />

stesura del PEI, agli incontri di consulenza specialistica, alla formazione e aggiornamento annuali.<br />

2.2. Servizi diurni.<br />

2.2.a. Servizi diurni per persone disabili adulte.<br />

La Legge 22/02 definisce il Centro Diurno quale servizio territoriale rivolto a persone con<br />

disabilità con diversi profili di autosufficienza cui fornisce interventi educativi, riabilitativi e<br />

assistenziali.<br />

Rappresenta una risposta consolidata nella rete dei Servizi, garantendo alle persone con disabilità<br />

risposte integrate a livello sanitario, socio-sanitario e sociale.<br />

Sono presenti nel territorio dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> di Rovigo numero 5 Centri Diurni così dislocati:<br />

• Rovigo Centro Diurno “Girasole”<br />

• Rovigo Centro Diurno “L. Barin”<br />

• Gavello Centro Diurno “La Quercia”<br />

• Badia Polesine Centro Diurno “Arcobaleno”<br />

• Canda Centro Diurno “Ancora”<br />

37


CENTRI DIURNI<br />

Gavello<br />

La Quercia<br />

Rovigo<br />

Barin<br />

Rovigo<br />

Girasole<br />

Canda<br />

Ancora<br />

Badia<br />

Arcobaleno<br />

Obiettivi Riabilitativi<br />

Contrastare gli esiti del deficit;<br />

Sostenere il raggiungimento dei livelli massimi di autonomia fisica e psichica;<br />

Obiettivi Educativi<br />

Favorire la vita sociale, le capacità relazionali la conoscenza di se;<br />

Favorire il protagonismo valorizzando le capacità e le iniziative personali;<br />

Favorire le competenze necessarie alla gestione del vivere quotidiano;<br />

Favorire la conoscenza del territorio, delle regole di convivenza dei servizi della città;<br />

Obiettivi Sociali<br />

Sostenere le famiglie rispetto al carico assistenziale;<br />

Promuovere il coinvolgimento ed il confronto tra le famiglie e le associazioni per definire le<br />

proprietà di programmazione e di intervento;<br />

Azioni Area Riabilitativa<br />

Attività con significato prevalentemente motorio e psicologico. Gli interventi in questa area<br />

attivano spazi più possibili idonei a mantenere e sviluppare abilità fisiche funzionali e psichiche:<br />

• Attività assistita con animali<br />

• Attività motoria<br />

• Attività musicale<br />

Azioni Area Educativa<br />

Attività indirizzate verso l’autonomia della persona; l’intervento in questa area è molto<br />

rilevante e va a toccare i diversi aspetti della giornata del Centro: dal momento dell’accoglienza la<br />

momento del congedo sarà richiesta collaborazione in base alle capacità di ciascuno.<br />

• Attività di igiene personale<br />

• Attività di falegnameria<br />

• Attività multimediali<br />

• Attività grafico pittoriche<br />

Azioni Area Sociale<br />

38


Le attività di questa area attivano aggregazione con la comunità di vita e conoscenze<br />

culturali di realtà vicine e lontane:<br />

• Attività di turismo ricreativo e culturale<br />

• Attività di partecipazione ad eventi del territorio di appartenenza<br />

• Attività teatrale<br />

• Gruppi di auto-aiuto con le famiglie<br />

Modalità operative e di accesso<br />

La metodologia di lavoro e il regolamento, allegato n°2 parte integrante del presente Piano,<br />

dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> per accesso alle strutture semiresidenziali prevedono:<br />

1) l’ accoglienza e la lettura del bisogno da parte dell’Assistente Sociale;<br />

2) la richiesta da parte della famiglia di fruizione di un progetto di inserimento al Centro<br />

Diurno inoltrata tramite apposita modulistica al Responsabile del Servizio Disabilità Adulta<br />

e al Direttore dei Servizi Sociali;<br />

3) la proposta progettuale per ciascun soggetto elaborata dall’Equipe multiprofessionale per la<br />

disabilità adulta su apposita modulistica con la previsione di tutte le risorse necessarie alla<br />

realizzazione del progetto;<br />

4) la concertazione della progettualità con il soggetto interessato e/o la sua famiglia;<br />

5) la verifica della progettualità e approvazione in sede di UVMD del Distretto di residenza<br />

della persona;<br />

6) il coordinamento delle risorse coinvolte, comprese quelle dell’assistito e della sua famiglia,<br />

nonché lo sviluppo del progetto da parte del Responsabile del caso.<br />

7) Gli inserimenti presso i centri Diurni dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> vengono effettuati previa<br />

autorizzazione da parte del Direttore dei Servizi Sociali.<br />

8) Il Centro Diurno di inserimento corrisponde di norma alla struttura più vicina al domicilio<br />

del richiedente. Qual’ora questi intendesse invece riferirsi ad altro Centro Diurno da parte<br />

del servizio Disabilità Adulta dovrà essere valutata preventivamente l’esistenza presso<br />

questo degli standard di assistenza previsti dalla Regione, qual’ora si verificasse questa<br />

circostanza, potrà essere rilasciata autorizzazione all’inserimento a condizione che la<br />

famiglia provveda ad assicurare il trasporto del disabile al Centro Diurno senza alcun<br />

riconoscimento economico e la permanenza resterà autorizzata fintanto che verrà garantito<br />

dalla famiglia il trasporto.<br />

Gli inserimenti delle persone disabili presso Centri Diurni esterni al territorio dell’<strong>Azienda</strong><br />

<strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> sono conformi al regolamento, allegato n°3 parte integrante del presente Piano, che<br />

ne definisce le procedure per l’autorizzazione:<br />

1. richiesta da parte dell’interessato inoltrata al Responsabile del Servizio di Disabilità<br />

Adulta con le motivazioni a sostegno della scelta di una struttura esterna su apposita<br />

modulistica;<br />

2. attivazione da parte della Responsabile del Servizio di Disabilità Adulta dell’Equipe<br />

Multiprofessionale per la valutazione della appropriatezza delle motivazioni espresse<br />

dal richiedente e conseguente rilascio di parere;<br />

3. definizione del progetto individualizzato da parte dell’equipe multiprofessionale<br />

concertato con la famiglia del disabile;<br />

4. approvazione del progetto individualizzato da parte della UVMD del Distretto di<br />

appartenenza dell’assistito;<br />

5. acquisizione preventiva da parte della Responsabile del Servizio Disabilità Adulta della<br />

documentazione relativa alla struttura richiesta ai fini della verifica dell’esistenza<br />

dell’autorizzazione al funzionamento rilasciata dalla Regione di appartenenza<br />

6. verifica da parte della responsabile del caso della congruità dei servizi offerti dalla<br />

struttura rispetto al progetto personalizzato da realizzare;<br />

39


7. acquisizione dell’autorizzazione del Direttore dei Servizi Sociali per l’inserimento nella<br />

struttura richiesta;<br />

8. comunicazione alla famiglia da parte del Responsabile del Servizio Disabilità Adulta<br />

della autorizzazione o in caso di diniego delle relative motivazioni per le quali non<br />

viene rilasciata;<br />

9. monitoraggio e verifica semestrale del progetto personalizzato da parte del responsabile<br />

del caso insieme all’Equipe Multiprofessionale;<br />

10. verifica annuale da parte del responsabile del caso del raggiungimento dei risultati<br />

previsti ed eventuale ridefinizione del progetto individualizzato insieme all’Equipe<br />

Multiprofessionale;<br />

11. la Responsabile del servizio Disabilità Adulta verifica che la struttura mantenga<br />

l’autorizzazione al funzionamento, qualora questa venisse meno ha il compito di darne<br />

immediata comunicazione al Direttore del Distretto e al Direttore dei Servizi Sociali per<br />

i provvedimenti conseguenti.<br />

Trasporto e mensa<br />

I Centri Diurni dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> garantiscono agli assistiti i servizi di trasporto e di mensa.<br />

Orari d’apertura<br />

I Centri Diurni dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> “Girasole” “Barin” “Ancora” garantisco l’apertura dal<br />

lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 17.00<br />

Il Centro Diurno dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> “La Quercia” garantisce l’apertura dal lunedì al venerdì<br />

dalle ore 8.30 alle ore 17.00.<br />

Il Centro Diurno dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> “Arcobaleno” garantisce l’apertura dal lunedì al venerdì<br />

dalle ore 9.00 alle ore 16.00.<br />

Priorità nell’attivazione dei progetti<br />

La priorità nell’attivazione dei progetti sarà effettuata valutando se il soggetto rientra nei seguenti<br />

criteri:<br />

1) usufruisce o meno di altri servizi;<br />

2) età e risorse familiari;<br />

3) presenza di fattori di contesto ambientale ed abitativo che incidono sulla risposta al bisogno<br />

ed al suo superamento.<br />

Risorse<br />

I Centri Diurni garantiscono gli standard Regionali per il personale previsti dalla Legge Regionale<br />

attuale.<br />

Tabella n°11: Situazione attuale conforme alla normativa vigente<br />

CEOD BARIN - ROVIGO<br />

TIPOLOGIA<br />

Standar<br />

d Reg.<br />

Add.As<br />

s<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA<br />

Standard<br />

Reg.<br />

Add.Ass<br />

x 1 Utente<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA x 1<br />

utente<br />

Numer<br />

o Utenti<br />

Totale<br />

operatori<br />

ADD.AS<br />

S<br />

Totale<br />

Operator<br />

e EPA<br />

Non<br />

Autosufficienti<br />

1/ 2.5 1/ 15 0.4 0.06 17 6.8 1.02<br />

Parzialmente<br />

Autosufficienti<br />

1/ 4.5 1/ 9 0.2 0.11 3 0.6 0.33<br />

TOTALE 20 7.4 1.35<br />

40


CEOD GIRASOLE - ROVIGO<br />

TIPOLOGIA<br />

Non<br />

Autosufficienti<br />

Parzialmente<br />

Autosufficienti<br />

Standar<br />

d Reg.<br />

Add.As<br />

s<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA<br />

Standard<br />

Reg.<br />

Add.Ass<br />

x 1 Utente<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA x 1<br />

utente<br />

Numer<br />

o Utenti<br />

Totale<br />

operatori<br />

ADD.AS<br />

S<br />

Totale<br />

Operator<br />

e EPA<br />

1/ 2.5 1/ 15 0.4 0.06 <strong>18</strong> 7.2 1.08<br />

1/ 4.5 1/ 9 0.2 0.11 15 3 1.65<br />

TOTALE 33 10.2 2.73<br />

CEOD GAVELLO<br />

TIPOLOGIA<br />

Standar<br />

d Reg.<br />

Add.As<br />

s<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA<br />

Standard<br />

Reg.<br />

Add.Ass<br />

x 1 Utente<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA x 1<br />

utente<br />

Numer<br />

o Utenti<br />

Totale<br />

operatori<br />

ADD.AS<br />

S<br />

Totale<br />

Operator<br />

e EPA<br />

Non<br />

Autosufficienti<br />

1/ 2.5 1/ 15 0.4 0.06 7 2.8 0.42<br />

Parzialmente<br />

Autosufficienti<br />

1/ 4.5 1/ 9 0.2 0.11 9 1.8 0.99<br />

TOTALE 16 4.6 1.41<br />

CEOD CANDA<br />

TIPOLOGIA<br />

Non<br />

Autosufficienti<br />

Parzialmente<br />

Autosufficienti<br />

Standard<br />

Reg.<br />

Add.Ass<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA<br />

Standard<br />

Reg.<br />

Add.Ass<br />

x 1 Utente<br />

Standard<br />

Reg. EPA<br />

x 1 utente<br />

Numero<br />

Utenti<br />

Totale<br />

operatori<br />

ADD.ASS<br />

41<br />

Totale<br />

Operatore<br />

EPA<br />

1/ 2.5 1/ 15 0.4 0.06 12 4.8 0.72<br />

1/ 4.5 1/ 9 0.2 0.11 28 5.6 3.08<br />

TOTALE 40 10.4 3.8<br />

CSE BADIA POLESINE<br />

TIPOLOGIA<br />

Standar<br />

d Reg.<br />

Add.As<br />

s<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA<br />

Standard<br />

Reg.<br />

Add.Ass<br />

x 1 Utente<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA x 1<br />

utente<br />

Numer<br />

o Utenti<br />

Totale<br />

operatori<br />

ADD.AS<br />

S<br />

Totale<br />

Operator<br />

e EPA<br />

Non<br />

Autosufficienti<br />

1/ 2.5 1/ 15 0.4 0.06 8 3.2 0.48<br />

Parzialmente<br />

Autosufficienti<br />

1/ 4.5 1/ 9 0.2 0.11 0 0 0<br />

TOTALE 8 3.2 0.48


Tabella n°12: Situazione calcolata in base alla Legge Regionale 22/2002<br />

CEOD BARIN - ROVIGO<br />

TIPOLOGIA<br />

Standar<br />

d Reg.<br />

Add.As<br />

s<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA<br />

Standard<br />

Reg.<br />

Add.Ass<br />

x 1 Utente<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA x 1<br />

utente<br />

N°<br />

Utenti<br />

Totale<br />

operatori<br />

ADD.AS<br />

S<br />

Totale<br />

operator<br />

e EPA<br />

Non<br />

Autosufficienti<br />

1/ 2.0 1/ 10 0.5 0.10 17 8.5 1.7<br />

Parzialmente<br />

Autosufficienti<br />

1/ 5.0 1/ 10 0.2 0.10 3 0.6 0.33<br />

TOTALE 20 9.1 2.03<br />

CEOD GIRASOLE - ROVIGO<br />

TIPOLOGIA<br />

Non<br />

Autosufficienti<br />

Parzialmente<br />

Autosufficienti<br />

Standar<br />

d Reg.<br />

Add.As<br />

s<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA<br />

Standard<br />

Reg.<br />

Add.Ass<br />

x 1 Utente<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA x 1<br />

utente<br />

N°<br />

Utenti<br />

Totale<br />

operatori<br />

ADD.AS<br />

S<br />

Totale<br />

operator<br />

e EPA<br />

1/ 2.0 1/ 10 0.5 0.10 <strong>18</strong> 9 1.8<br />

1/ 5.0 1/ 10 0.2 0.10 15 3 1.5<br />

TOTALE 33 12 3.3<br />

CEOD GAVELLO<br />

TIPOLOGIA<br />

Standar<br />

d Reg.<br />

Add.As<br />

s<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA<br />

Standard<br />

Reg.<br />

Add.Ass<br />

x 1 Utente<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA x 1<br />

utente<br />

N°<br />

Utenti<br />

Totale<br />

operatori<br />

ADD.AS<br />

S<br />

Totale<br />

operator<br />

e EPA<br />

Non<br />

Autosufficienti<br />

1/ 2.0 1/ 10 0.5 0.10 7 3.5 0.7<br />

Parzialmente<br />

Autosufficienti<br />

1/ 5.0 1/ 10 0.2 0.10 9 1.8 0.9<br />

TOTALE 16 5.3 1.6<br />

CEOD CANDA<br />

TIPOLOGIA<br />

Non<br />

Autosufficienti<br />

Parzialmente<br />

Autosufficienti<br />

Standar<br />

d Reg.<br />

Add.As<br />

s<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA<br />

Standard<br />

Reg.<br />

Add.Ass<br />

x 1 Utente<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA x 1<br />

utente<br />

N°<br />

Utenti<br />

Totale<br />

operatori<br />

ADD.AS<br />

S<br />

Totale<br />

operator<br />

e EPA<br />

1/ 2.0 1/ 10 0.5 0.10 12 6 1.2<br />

1/ 5.0 1/ 10 0.2 0.10 28 5.6 2.8<br />

TOTALE 40 11.6 4<br />

42


CSE BADIA POLESINE<br />

TIPOLOGIA<br />

Standar<br />

d Reg.<br />

Add.As<br />

s<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA<br />

Standard<br />

Reg.<br />

Add.Ass<br />

x 1 Utente<br />

Standard<br />

Reg.<br />

EPA x 1<br />

utente<br />

N°<br />

Utenti<br />

Totale<br />

operatori<br />

ADD.AS<br />

S<br />

Totale<br />

operator<br />

e EPA<br />

Non<br />

Autosufficienti<br />

1/ 2.0 1/ 10 0.5 0.10 8 4 0.8<br />

Parzialmente<br />

Autosufficienti<br />

1/ 5.0 1/ 10 0.2 0.10 0 0 0<br />

TOTALE 8 4 0.8<br />

Seguendo le direttive della L.R. 22/02, il presente Piano delle Disabilità prevede l’integrazione<br />

dell’organico attuale con le seguenti risorse:<br />

Tabella n°13: Risorse da integrare in base alla L.R. 22/02<br />

CENTRI<br />

DIURNI<br />

RISORSE ATTUALI<br />

RISORSE<br />

necessarie in base<br />

alla L.R.22/02<br />

RISORSE da integrare<br />

in base alla L.R.22/02<br />

EPA ADD. ASS. EPA ADD. ASS. EPA ADD.ASS.<br />

BARIN 2 8 2 9.1 0 1.1<br />

GIRASOLE 2.83 10 3.3 12 0.47 2<br />

GAVELLO 2 5 1.6 5.3 +0.4 0.3<br />

CANDA 4 11 4 11.6 0 0.6<br />

BADIA P. 1 3 0.8 4 0.2 1<br />

Tabella n°14: Costi<br />

43


Dai costi sopra indicati, il servizio Controllo di Gestione dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> ha determinato la<br />

retta di frequenza ai Centri Diurni aziendali individuando i seguenti valori per l’anno 2006:<br />

€ 64.53 per l’accoglienza a tempo pieno<br />

€ 32.26 per l’accoglienza a tempo parziale.<br />

Indagine conoscitiva sulla popolazione disabile residente nel territorio dei Comuni<br />

dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>.<br />

Su mandato della Conferenza dei Sindaci è stata effettuata un’indagine conoscitiva sulla<br />

popolazione disabile del territorio dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>, allo scopo di conoscere il numero reale<br />

delle persone disabili residenti nel territorio aziendale mettendo in rete i dati relativi alla disabilità<br />

conosciuti dai Servizi Socio-Sanitari dell’<strong>Azienda</strong> (Sos Dpt Disabilità Adulta-SIL, Sos<br />

Neuropsichiatria Infantile e Disabilità Età Evolutiva, SOC Invalidi Civili) e dai Servizi Sociali<br />

delle Amministrazioni Comunali, per un’appropriata programmazione di apertura di un nuovo<br />

Centro Diurno.<br />

L’indagine è stata effettuata con la collaborazione della Sos Osservatorio Epidemiologico e<br />

Epidemiologia Valutativa dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> e la supervisione del Dipartimento di Medicina<br />

Ambientale e Sanità Pubblica dell’Università di Padova.<br />

Nella tabella 1 vengono riportati i dati relativi ai disabili facendo un confronto tra i due Distretti<br />

Socio-Sanitari in relazione al numero di utenti dei centri e all’incidenza sulla popolazione<br />

residente.<br />

Confronto tra Distretti Socio-Sanitari<br />

<strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> DSS 1 DSS 2<br />

Popolazione al 01.01.2005 172.123 88.138 83.985<br />

N° CEOD/CSE 4+1 3 1+1<br />

Utenti CEOD/CSE 130 74 56<br />

Incidenza utenti CEOD/CSE<br />

sulla popolazione residente<br />

0,75 ‰ 0,84 ‰ 0,67 ‰<br />

Nella Tabella 2 viene riportato il dato relativo ai disabili dopo l’indagine evidenziando, cioè, il<br />

numero dei disabili conosciuti e sconosciuti ai Servizi aziendali e rapportandoli al numero dei posti<br />

CEOD/CSE su tutto il territorio <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> e nei Distretti 1 e 2.<br />

Dalla Tabella 2 si può notare che, pur risultando alla fine lo stesso numero di disabili nei due<br />

Distretti:<br />

- il numero dei disabili sconosciuti al Servizio nel Distretto 2 è risultato circa il triplo rispetto al<br />

Distretto 1;<br />

- nel Distretto 2 non è “seguito” il 38% di disabili rispetto al 15% del Distretto 1;<br />

- nel Distretto 1 Medio Polesine sono disponibili circa 19 posti ogni 100 disabili residenti mentre<br />

per il Distretto 2 Alto Polesine il rapporto scende a circa 14 posti per 100 disabili.<br />

44


N° posti<br />

CEOD/CSE<br />

Disabili (<strong>18</strong>-55 anni) e rapporto posti disponibili<br />

Disabili<br />

sconosciuti<br />

Disabili<br />

conosciuti<br />

Totale<br />

disabili<br />

Rapporto<br />

posti/disabili<br />

DSS 1 73 (57,9%) 58 330 388 <strong>18</strong>,8%<br />

DSS 2 53 (42,1%) 146 241 387 13,7%<br />

<strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> 126 (100%) 204 571 775 16,2%<br />

I dati raccolti hanno illustrato la distribuzione delle persone disabili sul territorio dei 41 Comuni<br />

dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>; l’elaborazione dei dati stessi ha permesso di pianificare gli interventi non<br />

solo per la fascia di popolazione “già in età da Centro Diurno” (<strong>18</strong>/55 anni) ma anche di avere<br />

informazioni di previsione rispetto ai Servizi necessari nei prossimi sei anni. E’ stato calcolato il<br />

Tasso di Turnover rapportando il numero degli utenti in uscita dai CEOD con il numero dei<br />

possibili utenti (11-17 anni) (Tabella 3).<br />

N° utenti CEOD<br />

Tasso di turnover<br />

N° utenti 11-17<br />

tra i 48 e i 55 anni* anni<br />

Tasso di<br />

gravigravissimi<br />

turnover<br />

6 20 30,0<br />

• Tra gli attuali utenti dei CEOD ci sono anche due persone nate rispettivamente nel 1946 e<br />

nel 1947.<br />

Dalla Tabella 3 emerge un tasso di turnover del 30% indicando che per 6 posti che si libereranno<br />

nei prossimi sei anni, ne occorrerebbero 20 per coprire le esigenze.<br />

I risultati emersi dalla indagine conoscitiva appena descritta hanno permesso alla Conferenza dei<br />

Sindaci di decidere come rispondere in modo appropriato al bisogno di semiresidenzialità<br />

emergente dal territorio. E’ stata programmata infatti l’apertura di un Centro Diurno a San Martino<br />

di Venezze e l’ampliamento del Centro Diurno di Canda (N°10 posti) e del Centro Diurno<br />

“Girasole” di Rovigo.<br />

Servizio Diurno San Martino<br />

Per quanto riguarda le caratteristiche del Servizio, gli obiettivi, le azioni, le modalità operative e di<br />

accesso, le priorità si richiama quanto espresso per i servizi diurni.<br />

Il progetto approvato prevede l’accoglienza nella struttura di n. 15/20 persone con disabilità (ai<br />

sensi della L.R. 22/02).<br />

2.2.b. Servizi diurni per minori disabili.<br />

Il Centro Educativo Riabilitativo per minori con disabilità è un servizio che offre percorsi di<br />

riabilitazione e abilitazione all’interno di un progetto individualizzato che permette al minore<br />

dall’età pre-scolare ai <strong>18</strong> anni, di sviluppare al massimo le sue potenzialità.<br />

Obiettivi generali<br />

Mantenere il bambino con disabilità nella propria famiglia e nel contesto sociale di<br />

appartenenza;<br />

45


Fornire una risposta globale ed integrata a tutti i bisogni del minore in situazione di<br />

handicap e alla sua famiglia, favorendo la rete tra i servizi.<br />

Obiettivi Riabilitativi<br />

Autonomia personale;<br />

Sviluppo delle capacità neuropsicologiche;<br />

Sviluppo delle abilità motorie;<br />

Sviluppo delle abilità linguistiche.<br />

Obiettivi Educativi<br />

Favorire le abilità del bambino al fine di aiutarlo ad individuare strategie di superamento<br />

della disabilità e potenziarle;<br />

Favorire l'acquisizione della massima autonomia personale;<br />

Favorire la relazione sociale.<br />

Obiettivi Sociali<br />

Sostegno alla famiglia<br />

Favorire la rete dei servizi (Servizi Socio – Sanitari, Scuola, Enti Locali, Volontariato)<br />

Azioni Area Riabilitativa<br />

Gli interventi riabilitativi sono mirati allo sviluppo del bambino visto nella sua globalità,<br />

favorendo le varie funzioni: motoria, linguistica, espressivo-comunicativa, neuropsicologica.<br />

• Fisioterapia<br />

• Attività di psicomotricita’<br />

• Idroterapia<br />

• Attività ludico - motoria in acqua<br />

• Terapia occupazionale<br />

• Logopedia<br />

• Riabilitazione neuro-psicolgica<br />

Azioni Area Educativa<br />

Gli interventi nell’area educativa sono in stretto collegamento con quelli riabilitativi ed<br />

educativo-didattici e vengono rivolti alle seguenti funzioni: attenzione, memoria, autonomia<br />

personale e sociale.<br />

• Attività di laboratorio grafico-pittorico<br />

• Attività di laboratorio plastico-creativo<br />

• Attività di drammatizzazione<br />

• Attività di laboratorio multimediale<br />

• Attività di cucina<br />

• Attività musicale<br />

• Attività di socializzazione interpersonale e con l’ambiente<br />

Azioni Area Sociale/Famiglia<br />

• Sostegno psicologico per ogni singola famiglia<br />

• Sostegno psicologico a famiglie in gruppi omogenei per problematiche<br />

• Gruppi formativi su argomenti specifici proposti dalle famiglie o dagli operatori e tenuti da<br />

vari professionisti anche esterni all’équipe del C.E.R.<br />

• Gruppi di auto aiuto<br />

Modalità organizzative<br />

La organizzazione operativa dei CER prevede:<br />

1. Il Responsabile della Sos NPI e Disabilità Età Evolutiva è responsabile anche dei CER<br />

aziendali ed è coadiuvato da una équipe multidisciplinare referente per il CER, costituita<br />

dai seguenti operatori e con l’ integrazione di altri tecnici della riabilitazione della stessa<br />

Sos: Neuropsichiatra infantile, Psicologo, Educatore Professionale, Operatore socio -<br />

sanitario.<br />

46


2. L'Équipe del Cer formula il Progetto Riabilitativo Educativo individualizzato in<br />

collaborazione con L'Équipe territoriale tenendo conto delle esigenze della famiglia e degli<br />

orari di frequenza scolastica.<br />

3. L'Équipe, in collaborazione con la Scuola, costruisce un percorso integrato Scuola - CER<br />

tale da permettere ad ogni singolo minore di usufruire al massimo delle opportunità offerte<br />

da ogni singola Istituzione.<br />

4. Ad ogni minore è garantito un percorso personalizzato, finalizzato al raggiungimento del<br />

massimo sviluppo possibile delle proprie potenzialità e delle autonomie personali utili<br />

all'integrazione sociale.<br />

5. Gli interventi di riabilitazione e rieducazione sono svolti dalle specifiche figure<br />

professionali della SOS.<br />

Modalità di accesso<br />

Le modalità di accesso sono le seguenti:<br />

1. E' compito delle Équipe territoriale predisporre con la famiglia la richiesta di accesso al<br />

CER.<br />

2. La domanda di inserimento al CER è effettuata dall'Équipe territoriale che ha in cura il<br />

minore attraverso un apposito modulo.<br />

3. E’ definito il Progetto Individualizzato concordato tra Equipe del CER, Équipe territoriale,<br />

scuola e famiglia, valutando le modalità e i tempi di inserimento.<br />

4. Il Responsabile del Cer convoca l’UVMD per l’approvazione del Progetto.<br />

Trasporto e mensa<br />

Il Centro Educativo Riabilitativo di Rovigo garantisce il trasporto solo per i minori residenti nel<br />

comune di Rovigo.<br />

Il Centro Educativo Riabilitativo di Lendinara garantisce il trasporto a tutti i minori frequentanti.<br />

Il Centro Educativo Riabilitativo di Rovigo non effettua servizio mensa.<br />

Il Centro Educativo Riabilitativo di Lendinara garantisce il servizio mensa solo ad alcuni minori su<br />

richiesta esplicita della famiglia.<br />

Orari di apertura<br />

• il Centro Educativo Riabilitativo di Rovigo è aperto dal Lunedì al Venerdì dalle ore 8.30 alle<br />

ore 12.30 e dalle ore 15.00 alle 17.00.<br />

• il Centro Educativo Riabilitativo di Lendinara è aperto dal Lunedì al Venerdì dalle ore 8.30 alle<br />

ore alle 17.00.<br />

Priorità nell’attivazione dei progetti<br />

La priorità nell’attivazione dei progetti è effettuata valutando i seguenti criteri:<br />

1. usufruisce o meno di altri servizi;<br />

2. risorse familiari<br />

3. presenza di fattori di contesto ambientale e scolastico e comportamentale che incidono sulla<br />

risposta al bisogno.<br />

Risorse<br />

Personale impegnato:<br />

- Neuropsichiatra Infantile<br />

- Psicologo<br />

- Educatori Professionali Animatori<br />

- Operatore Socio - Sanitario<br />

- Logopedista<br />

- Fisioterapista<br />

47


Tabella n° 15: N° assistiti, suddivisi per tipologia, frequentanti il CER di Rovigo e risorse<br />

assegnate<br />

CENTRO EDUCATIVO RIABILITATIVO DI ROVIGO<br />

TIPOLOGIA Numero utenti<br />

Operatori<br />

Socio - Sanitari<br />

Educatore Prof.le<br />

Non autosufficiente 9<br />

Parzialmente<br />

autosufficiente<br />

13<br />

3.9<br />

1,2<br />

TOTALE 22 3.9 1,2<br />

Tabella n° 16: N° assistiti, suddivisi per tipologia, frequentanti il CER di Lendinara e risorse<br />

assegnate<br />

CENTRO EDUCATIVO RIABILITATIVO DI LENDINARA<br />

TIPOLOGIA Numero utenti Operatori<br />

Socio - Sanitari<br />

Educatore Prof.le<br />

Non autosufficiente 4<br />

Parzialmente<br />

autosufficiente<br />

15<br />

2.9 2.8<br />

TOTALE 19 2.9 2.8<br />

2.2.c. Centro Essagi<br />

2.2.c.1 Premessa<br />

Nato da un proposta del Gruppo di lavoro per l’integrazione degli alunni con handicap<br />

(G.L.I.P.) , previsto dalle legge 104/92, il Centro Provinciale Essagi prende avvio nell’anno<br />

scolastico 1999/2000 con un provvedimento della Giunta Provinciale che oltre ad impegnarsi nella<br />

copertura finanziaria, limitatamente alla propria competenza, ne fissa anche la sua struttura<br />

organizzativa trattandosi di un progetto complesso:<br />

-condiviso da un gruppo di lavoro multidisciplinare,<br />

-concertato tra più soggetti,<br />

-condiviso con soggetti privati nella gestione<br />

2.2.c.2 Definizione e caratteristiche<br />

Il Centro Essagi è una struttura territoriale, recepita nel I° eII° Piano di Zona dell’U:L.S.S.<br />

n.<strong>18</strong>, a carattere diurno, a dimensione provinciale, ubicata nel Comune di Badia Pol., in Via Cigno<br />

n.113, centro di attività di Osservazione e Orientamento, Formazione Professionale e di<br />

Socializzazione al Lavoro. Si colloca come servizio educativo-formativo del territorio con il quale<br />

è funzionalmente collegato e ha la funzione di favorire nei ragazzi che lo frequentano, con<br />

specifiche attività e programmi:<br />

- la consapevolezza nella scelta formativa;<br />

- la formazione professionale<br />

- rafforzamento delle competenze professionali acquisite;<br />

- mantenimento e lo sviluppo dell’autonomia personale;<br />

- relazioni interpersonali e sociali con l’ambiente;<br />

- conseguimento di capacità lavorative e la professionalizzazione, in rapporto alle<br />

potenzialità e attitudini individuali.<br />

48


La capacità recettiva attuale è di 40 ospiti, suddivisi tra i diversi progetti e organizzati in<br />

gruppi.<br />

Nel Centro è previsto il servizio mensa, a pagamento, e il servizio trasporto, gratuito.<br />

A favore degli ospiti è stipulata idonea assicurazione al fine di coprire i rischi di infortuni subiti<br />

o provocati a terzi nell’espletamento dell’attività del Centro.<br />

2.2.c.3 Destinatari<br />

Il Centro Essagi è destinato a disabili medi-gravi, a ragazzi in sofferenza scolastica e/o a rischio<br />

di esclusione sociale in età scolare e post-scolare. Attualmente gli iscritti sono 32 e arriveranno a<br />

40 dal mese di febbraio p.v..<br />

2.2.c.4 Personale<br />

Il personale è tutto in possesso di titolo di studio idoneo, laurea o qualifica professionale<br />

documentata. Attualmente il corpo docente è di 11 unità ed è assunto dall’E.N.A.I.P. o dalla<br />

Provincia a seconda del progetto nel quale sono inseriti. Fa parte dell’organico anche un operatore<br />

della Provincia con funzioni di coordinatore/responsabile e due professionisti per consulenza e<br />

supervisione. In media il rapporto osservato è di un operatore ogni 10 ragazzi.<br />

2.2.c.5 Soggetti titolari<br />

Provincia di Rovigo<br />

E.N.A.I.P. Veneto –Agenzia di Rovigo-<br />

Istituto Caenazzo-Bronzin di Badia Polesine<br />

Centro Giovanile Papa Luciani di Badia Pol.<br />

Istituto di Formazione e riabilitazione “I.Ro.Fo.R.” -Sezione di Rovigo-<br />

E’ ammessa la consultazione dell’Associazione dei genitori “La Volanda”.<br />

2.2.c.6 Soggetti coinvolti<br />

Enti Locali, Scuola, Aziende UU.LL.SS.SS. Associazioni, Famiglie<br />

2.2.c.7 Costi<br />

€. 128.000 a carico della Provincia a cui si deve aggiungere la spesa per i corsi di formazione<br />

professionale finanziati dall’E.N.A.I.P - Agenzia di Rovigo-<br />

2.3. Interventi erogati a domicilio e di supporto alla famiglia.<br />

2.3.a Il servizio di Assistenza Domiciliare.<br />

Il Servizio di Assistenza Domiciliare è un servizio erogato dai Comuni; i criteri, le modalità di<br />

erogazione, le modalità di partecipazione alla spesa da parte degli utenti, le funzioni e le<br />

prestazioni sono definiti nel Regolamento S.A.D. recepito nel Piano Locale per la Domiciliarità<br />

dell’Ulss <strong>18</strong> di Rovigo.<br />

2.3.b L’Assistenza Domiciliare Integrata.<br />

L’assistenza domiciliare Integrata offre la possibilità di usufruire, unitamente all’assistenza<br />

domiciliare, anche delle cure mediche, infermieristiche e/o riabilitative necessarie al proprio<br />

domicilio.<br />

Le modalità organizzative e gestionali del Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata, le<br />

procedure di accesso, le risorse umane e finanziarie necessarie al conseguimento degli obiettivi<br />

sono definite nel Piano Locale per la Domiciliarità dell’<strong>Azienda</strong> Ulss <strong>18</strong> di Rovigo.<br />

49


2.3.c L’Aiuto Personale.<br />

L’Aiuto Personale rientra nelle prestazioni di cui all’art. 9 della L. 104/92 e alla L.162/98 ed è<br />

“finalizzato a facilitare l’autosufficienza e le possibilità di integrazione delle persone in<br />

temporanea o permanente grave limitazione dell’autonomia, non superabile attraverso la fornitura<br />

di sussidi tecnici, informatici, protesici o altre forme di sostegno, rivolte a facilitare<br />

l’autosufficienza e le possibilità di integrazione dei cittadini stessi”.<br />

2.3.c.1Obiettivi<br />

1) favorire l’alleggerimento del carico assistenziale delle famiglie con persone gravemente<br />

disabili;<br />

2) favorire la permanenza delle persone con grave disabilità nel contesto familiare ed<br />

ambientale contrastando l’emarginazione sociale e/o l’istituzionalizzazione;<br />

2.3.c.2 Azioni<br />

1) Assistenza domiciliare ad integrazione degli interventi già erogati dal SAD comunale<br />

per la cura della persona e/o il sostegno delle famiglie.<br />

2) Aiuto alla persona per sviluppare al massimo le potenzialità in campo sociale attraverso<br />

percorsi assistenziali in contesti socio-lavorativi presso aziende e/o cooperative del<br />

territorio.<br />

3) Attivazione di una borsa di studio; si attiverà una borsa di studio da assegnare ad un<br />

referente della progettualità che coadiuverà gli operatori della struttura operativa<br />

dipartimentale Disabilità Adulta/SIL nella realizzazione degli interventi sopraindicati<br />

attraverso il coinvolgimento delle risorse territoriali:<br />

− <strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> di Rovigo<br />

− Comuni<br />

− Associazioni<br />

− Cooperative<br />

− Enti<br />

− Aziende e Privati<br />

2.3.c.3 Destinatari<br />

Persone disabili gravi, così come definito all’art.3 comma 3 della Legge 104/92.<br />

2.3.c.4 Modalità operative e di accesso<br />

La metodologia di lavoro prevede:<br />

1) l’accoglienza e la lettura del bisogno;<br />

2) la richiesta da parte dell’interessato e/o della sua famiglia di fruizione di un progetto di<br />

autonomia personale inoltrata tramite apposita modulistica al Responsabile del Servizio<br />

Disabilità Adulta e al Direttore dei Servizi Sociali;<br />

3) la proposta progettuale per ciascun soggetto coinvolto elaborata dalle Equipes<br />

multiprofessionali per la disabilità adulta e la disabilità infantile su apposita modulistica<br />

con la previsione di tutte le risorse necessarie alla realizzazione del progetto;<br />

4) la concertazione della progettualità con il soggetto interessato e/o la sua famiglia;<br />

5) la verifica della progettualità e approvazione in sede di UVMD del Distretto di residenza<br />

della persona;<br />

6) il coordinamento delle risorse coinvolte, comprese quelle dell’assistito e della sua famiglia,<br />

nonché lo sviluppo del progetto da parte del Responsabile del caso.<br />

50


2.3.c.5 Priorità nell’attivazione dei progetti<br />

La priorità nell’attivazione dei progetti sarà effettuata valutando se il soggetto rientra nei<br />

seguenti criteri:<br />

1. usufruisce o meno di altri servizi;<br />

2. età e risorse familiari;<br />

3. presenza di fattori di contesto ambientale ed abitativo che incidono sulla risposta al<br />

bisogno ed al suo superamento.<br />

2.3.c.6 Gestione dei progetti<br />

La gestione della progettualità verrà effettuata:<br />

1) in forma diretta da parte degli interessati, attraverso un rimborso parziale delle spese<br />

sostenute dalla persona oggettivamente giustificate e nel rispetto della normativa vigente;<br />

l’equipe valuterà sulla base della tipologia del progetto individualizzato l’idoneità ad un<br />

eventuale ricorso di un familiare per l’erogazione dell’assistenza prevista nel progetto.<br />

2) in forma indiretta con l’erogazione da parte dei servizi di assistenza attivata attraverso<br />

cooperative sociali convenzionate con l’<strong>Azienda</strong> Ulss <strong>18</strong> di Rovigo mediante operatori<br />

addetti all’assistenza.<br />

Tabella n° 17: Costi previsti Legge 162/98<br />

AZIONI<br />

Assistenza domiciliare<br />

Aiuto alla persona<br />

Accoglienza temporanea<br />

Progetti di inserimento sociale in contesto lavorativo<br />

Borsa di studio<br />

Costo complessivo 37%<br />

del fondo che la Regione<br />

assegnerà per le progettualità<br />

relative alla L.162/98, Vita<br />

Indipendente e L. 284/97.<br />

2.3.d Le reti solidaristiche della comunità locale.<br />

Il sistema della domiciliarità è sostenuto e realizzato con il concorso di tutte le risorse della<br />

comunità locale, le associazioni di volontariato e le altre forme di solidarietà e di partecipazione<br />

sociale.<br />

2.4. Interventi di sostegno economico.<br />

2.4.a Assegni di cura<br />

L’assegno di cura ricomprende tutte le diverse forme di intervento economico finalizzate a<br />

supportare le famiglie nell’assistenza delle persone in situazione di gravità, anche ad integrazione<br />

di altre prestazioni e servizi.<br />

Le modalità organizzative e gestionali, le procedure di accesso, le risorse umane e finanziarie<br />

necessarie al conseguimento degli obiettivi sono definite nel Piano Locale per la Domiciliarità<br />

dell’<strong>Azienda</strong> Ulss <strong>18</strong> di Rovigo.<br />

2.4.b Interventi per la Vita Indipendente<br />

L’intervento economico è rivolto alle persone con gravi disabilità fisico-motoria, capaci di<br />

autodeterminazione, in età compresa tra i <strong>18</strong> e i 64 anni ed è finalizzato alla fruizione di prestazioni<br />

assistenziali per consentire la libera partecipazione alla vita sociale.<br />

51


2.4.b.1 Obiettivi<br />

1) favorire lo sviluppo dell’autodeterminazione ed il miglioramento della qualità della vita<br />

delle persone con disabilità grave;<br />

2) promuovere la massima autonomia personale nella gestione della vita quotidiana anche<br />

sostenendo l’assunzione di apposite persone mediante specifico rapporto contrattuale.<br />

3) favorire la permanenza delle persone con grave disabilità nel contesto familiare ed<br />

ambientale contrastando l’emarginazione sociale e/o l’istituzionalizzazione.<br />

2.4.b.2 Azioni<br />

Progetti nei quali la persona con disabilità propone e gestisce il proprio piano di assistenza che<br />

può prevedere azioni in ogni ambito della vita quotidiana come ad esempio:<br />

− cura della persona e dell’ambiente domestico<br />

− attività in casa e fuori casa<br />

− accompagnamento ed assistenza in ambito lavorativo e di socializzazione.<br />

Sono esclusi gli ambiti di accoglienza residenziale, anche per brevi periodi, e le accoglienze<br />

diurne come i Centri Diurni.<br />

2.4.b.3 Destinatari<br />

Sono destinatari degli interventi le persone con disabilità fisico-motoria di età compresa tra i <strong>18</strong><br />

e i 64 anni, in possesso della certificazione di gravità, ai sensi dell’art. 3 comma 3 della Legge<br />

104/92, con invalidità al 100%.<br />

2.4.b.4 Modalità operative e di accesso<br />

La metodologia di lavoro prevede:<br />

1) l’ accoglienza e la lettura del bisogno;<br />

2) la richiesta da parte dell’interessato e/o della sua famiglia di fruizione di un progetto di<br />

autonomia personale inoltrata tramite apposita modulistica al Responsabile del Servizio<br />

Disabilità Adulta e al Direttore dei Servizi Sociali; in allegato alla domanda, l’interessato<br />

dovrà presentare: certificato di handicap (art 3 comma 3 Legge 104/92), certificato di<br />

invalidità e indennità di accompagnamento, piano personalizzato con precisazione delle<br />

richieste, dei tempi, dei costi e dichiarazione di assunzione di responsabilità.<br />

3) la proposta progettuale per ciascun soggetto coinvolto elaborata dall’ Equipe<br />

multiprofessionale per la disabilità adulta su apposita modulistica con la previsione di tutte<br />

le risorse necessarie alla realizzazione del progetto e della compartecipazione al costo da<br />

parte dell’interessato e/o della sua famiglia;<br />

4) la concertazione della progettualità con il soggetto interessato e/o la sua famiglia;<br />

5) la verifica della progettualità e approvazione in sede di UVMD del Distretto di residenza<br />

della persona;<br />

6) il coordinamento delle risorse coinvolte, comprese quelle dell’assistito e della sua famiglia,<br />

nonché lo sviluppo del progetto da parte del Responsabile del caso.<br />

2.4.b.5 Priorità nell’attivazione dei progetti<br />

La priorità nell’attivazione dei progetti sarà effettuata valutando se il soggetto rientra nei<br />

seguenti criteri:<br />

− gravità<br />

− reddito personale<br />

− consapevolezza del richiedente nella gestione del piano personalizzato<br />

− minori risorse assistenziali<br />

− condizione familiare<br />

52


− condizione abitativa ed ambientale.<br />

2.4.b.6 Valutazione dei progetti<br />

L’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> di Rovigo predisporrà una graduatoria degli aventi titolo. Tutti i progetti<br />

saranno sottoposti a verifica periodica.<br />

Al verificarsi delle sottoelencate inadempienze, l’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> è tenuta a contestare le<br />

stesse per iscritto all’interessato, assegnando un termine per la loro giustificazione:<br />

− utilizzo delle risorse economiche a scopi diversi da quelli definiti nel progetto;<br />

− inadempienze agli obblighi con l’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>;<br />

− documentazione di spese non pertinenti il progetto personalizzato approvato;<br />

− mancato rispetto della normativa riguardante il contratto di lavoro degli assistenti.<br />

Sono rimborsabili esclusivamente le spese per gli assistenti personali.<br />

2.7.b.7 Gestione dei progetti<br />

La gestione dei progetti personali di Vita Indipendente è effettuata dall’interessato in forma<br />

diretta realizzando il rapporto con i propri assistenti personali, con un contratto di lavoro nel<br />

rispetto della normativa vigente; l’equipe valuterà sulla base della tipologia del progetto<br />

individualizzato l’idoneità ad un eventuale ricorso di un familiare per l’erogazione<br />

dell’assistenza prevista nel progetto.<br />

A carico del richiedente sono gli oneri assicurativi e previdenziali riguardanti gli assistenti<br />

impiegati.<br />

Tabella n° <strong>18</strong>: Costi previsti Progetto Vita Indipendente<br />

AZIONI<br />

Progetti personali di Vita Indipendente<br />

Costo complessivo 55%<br />

del fondo che la Regione<br />

assegnerà per le progettualità<br />

relative alla L.162/98, Vita<br />

Indipendente e L. 284/97.<br />

2.5 Interventi di sollievo<br />

Per le modalità di erogazione degli interventi di sollievo alla famiglia si rimanda a quanto<br />

previsto nel Piano Locale per la Domiciliarità dell’<strong>Azienda</strong> Ulss <strong>18</strong>.<br />

Regolamento per la realizzazione delle graduatorie relative alle progettualità ai sensi della<br />

Legge 162/98 Piani Personalizzati e Vita Indipendente e Legge 284/97.<br />

Le graduatorie relative alle progettualità ai sensi della Legge 162/98, Vita Indipendente e Legge<br />

284/97 verranno realizzate tenendo conto dei seguenti criteri e relativi pesi:<br />

a. Valore ISEE integrato peso = 60%<br />

b. Gravità peso = 32%<br />

c. Sostegno familiare peso = 08%<br />

Il valore massimo di ISEE integrato è fissato in via sperimentale per l’anno 2007 a € 55.000,00.<br />

Ad ogni richiedente verrà attribuito un punteggio totale formato dagli elementi sopraindicati.<br />

Ogni punto avrà il valore economico risultante dalla divisione del finanziamento regionale relativo<br />

a ciascuna linea progettuale per il totale dei punti relativi ai progetti.<br />

53


a. valore ISEE integrato.<br />

b. gravità: griglia di valutazione gravità e sostegno familiare (vedi allegato n°4)<br />

Riparto risorse finanziarie regionali per la domiciliarità- Anno 2007- Tabella riassuntiva<br />

L. 162/98 Piani Personalizzati 37%<br />

L. 162/98 Vita Indipendente 55%<br />

L.284/97 8%<br />

Tale riparto percentuale delle risorse finanziarie regionali è valido per l’anno 2007 e sarà<br />

sottoposto a verifica, riformulazione e approvazione annuale da parte della Conferenza dei Sindaci.<br />

54


QUARTA PARTE<br />

LE PRESTAZIONI: RESIDENZIALITA’<br />

→ Il Sistema dei Servizi Residenziali e le Unità di Offerta<br />

→ Le modalità di accesso<br />

→ L’impegnativa di residenzialità<br />

→ I livelli di assistenza<br />

→ La sostenibilità dei costi e la retta media<br />

55


Il sistema della residenzialità per persone con disabilità ha trovato una propria specifica<br />

connotazione nell’ultimo decennio, a livello nazionale a seguito della L. 104/92 e nella Regione<br />

Veneto a seguito della approvazione della DGR 751/00.<br />

Ribadendo l’importanza del diritto all’integrazione sociale e al superamento dei percorsi di<br />

istituzionalizzazione e privilegiando percorsi e processi assistenziali orientati alla riabilitazione e<br />

al mantenimento delle autonomie personali, le succitate leggi hanno consentito l’affermazione di<br />

un nuovo modello di residenzialità rispetto a quello precedente..<br />

La nascita di strutture residenziali quali comunità alloggio e case famiglia (ai sensi dell’art.8 punto<br />

i della L 104/92) e la definizione della programmazione territoriale dei servizi destinati<br />

all’accoglienza di persone con disabilità (DGR 751/00-tab.1 col.1) hanno portato a pensare alla<br />

residenzialità come servizio, integrato nella rete territoriale, finalizzato all’accoglienza delle<br />

persone con disabilità nelle situazioni in cui non risulta più possibile restare nel proprio domicilio.<br />

L’attuazione del DM 470/01 ha permesso la realizzazione di comunità di piccole dimensioni,<br />

articolate e diffuse ormai su tutto il territorio regionale.<br />

1. Il sistema dei servizi residenziali e le unità di offerta<br />

Così come definito nei provvedimenti attuativi della LR 22/02, il sistema dei servizi residenziali a<br />

livello regionale si compone delle seguenti unità di offerta:<br />

• Residenze Sanitarie Assistite (RSA)<br />

• Comunità residenziale<br />

• Comunità alloggio.<br />

Il presente Piano Locale della Disabilità rileva le unità di offerta nel territorio e articola la<br />

programmazione di tali unità secondo i fabbisogni definiti dalla programmazione regionale.<br />

L’inserimento nella programmazione locale è condizione indispensabile per l’accesso ai<br />

finanziamenti in conto capitale previsti dalla normativa regionale.<br />

Nel territorio dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> di Rovigo, attualmente sono presenti le seguenti unità di<br />

offerta:<br />

• Centro Socio Riabilitativo Casa Sacra Famiglia di Fratta Polesine<br />

• Comunità alloggio Diamante (in fase di costruzione) a Rovigo<br />

• Comunità alloggio presso gli Istituti Polesani S.r.l. di Ficarolo<br />

1.1 “Casa Sacra Famiglia”- Centro Socio Riabilitativo- Fratta Polesine<br />

1.1.a Presentazione della Struttura<br />

La Casa Sacra Famiglia comprende un Centro Socio Riabilitativo e una Casa di Riposo.<br />

La Struttura appartiene alla Congregazione “Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza” con<br />

sede in Roma, Piazza S. Pancrazio 9, ente privato religioso giuridicamente riconosciuto con<br />

Decreto Legislativo 1663 del 29-07-1937.<br />

Il Centro Socio Riabilitativo si configura come unità di offerta che eroga prestazioni di assistenza<br />

socio/sanitaria definite di media intensità o di secondo livello ed accoglie persone disabili adulte<br />

affette da ritardo mentale.<br />

Alla data odierna, sono presenti N° 71 ospiti non autosufficienti, riconosciute in situazione di<br />

gravità dalla Commissione ex. art. 4 Legge 104 del 05-02-1992; N° 10 ospiti autosufficienti.<br />

In particolare per le ospiti non autosufficienti 24 provengono dall’<strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>, 5 dall’<strong>ULSS</strong> 19 e 42<br />

da altre <strong>ULSS</strong> soprattutto delle province di Venezia, Verona, Padova e Ferrara.<br />

56


Per quanto riguarda le ospiti autosufficienti 2 provengono dall’<strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>, 4 dall’<strong>ULSS</strong> 19 e 4 da<br />

altre <strong>ULSS</strong> delle province di Padova e Venezia.<br />

La Casa, in ottemperanza alla normativa vigente, risulta essere:<br />

- Ammessa dalla Regione Veneto ad ospitare n° 72 disabili non autosufficienti di sesso<br />

femminile per i quali concorre nelle varie articolazioni la quota di contributo spese di<br />

rilievo sanitario a carico del fondo sanitario regionale;<br />

- Convenzionata con l’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> di Rovigo per il triennio 01-01-2005/31-12-2007<br />

rilasciata in data 20-01-2006 per 72 ospiti non autosufficienti;<br />

- In possesso del Progetto Antincendio approvato con prot. N° 3087/6 del 16 marzo 2006;<br />

attualmente, sono in corso lavori per la sistemazione dei dispositivi antincendio D.P.R. n°<br />

37 del 12-01-1998;<br />

- Per la consulenza in tema di HCCP collabora con la ditta “Mastergroup” di Conegliano<br />

Veneto (Tv);<br />

- Vengono effettuati controlli ed aggiornamenti periodici relativi al decreto legislativo<br />

626/94.<br />

- Dal Maggio 2005 il Centro Socio Riabilitativo ha partecipato alla fase di sperimentazione<br />

della Legge Regionale 22/2002 “Autorizzazione e Accreditamento delle Strutture Sanitarie,<br />

Socio/Sanitarie e Sociali”inquadrandosi, a livello di unità di offerta, come R.S.A. per<br />

disabili.<br />

1.1.b Modalità di accesso<br />

Nel caso di ospiti non autosufficienti, l’accesso al Centro Socio Riabilitativo, avviene a seguito<br />

della valutazione effettuata dalla UVMD del Distretto di residenza della persona con disabilità.<br />

Dopo tale valutazione, i Superiori della Struttura insieme all’equipe multidisciplinare incontrano<br />

l’asssitito.<br />

Se, invece, la persona è considerata autosufficiente l’inserimento resta esclusivamente a<br />

discrezione della Direzione della Casa.<br />

La retta alberghiera giornaliera, per l’ anno 2006, è di euro 34 per le ospiti disabili non<br />

autosufficienti e di euro 37 per quelle autosufficienti, stabilita dalla Direzione della Casa.<br />

1.1.c Dimensione organizzativa e modalità operative<br />

Servizi e figure professionali: ruoli e competenze<br />

Superiora della Casa<br />

La Superiora della Comunità è la responsabile legale dell’intera struttura ed è la coordinatrice di<br />

tutte le attività. E’ coadiuvata dal Consiglio della Casa, l’organo di direzione e di gestione della<br />

struttura che ha compiti amministrativi, di economato, e decisionali; si occupa inoltre di stabilire e<br />

attuare i criteri di assunzione del personale, la gestione dell’organico, la direzione e la<br />

programmazione formativa e spirituale per la Comunità.<br />

La Superiora delega le responsabilità specifiche alla direttrice, referente del Centro Socio<br />

Riabilitativo e supervisiona l’organizzazione delle attività attraverso momenti di incontro con<br />

l’equipe operativa.<br />

Servizio Amministrativo<br />

E’ assicurato da collaboratori amministrativi diretti dalla Superiora.<br />

Servizi Generali<br />

Riguardano la cucina, la lavanderia, il guardaroba, la manutenzione degli spazi esterni e le aree<br />

verdi;<br />

Servizio di assistenza spirituale<br />

57


E’ garantito dalla presenza del cappellano e delle religiose della Casa.<br />

Equipe multidisciplinare<br />

E’ composta dalla Superiora coadiuvata dalla direttrice del Centro Socio Riabilitativo. Inoltre vi<br />

partecipano: psichiatra, psicologo, medico di base, assistente sociale.<br />

L’obiettivo dell’équipe multidisciplinare è stabilire linee direttive e programmatiche da seguire<br />

durante l’anno, orientamenti che saranno, successivamente, resi attivi dalla équipe operativa.<br />

Direttrice del Centro Socio Riabilitativo<br />

E’ la referente responsabile del C.S.R. e fa capo alla Superiora della Casa.<br />

I suoi compiti sono:<br />

• definizione del bisogno assistenziale nelle diverse situazioni<br />

• organizzazione e supervisione della programmazione delle attività occupazionali dei<br />

laboratori<br />

• coordinamento dell’equipe operativa<br />

• stabilisce i turni di servizio sulla base dei bisogni assistenziali cui far fronte nelle diverse<br />

situazioni<br />

• supervisiona l’attività e l’organizzazione dei gruppi famiglia attraverso il confronto con i<br />

coordinatori di nucleo<br />

• coordina la stesura dei piani educativi ed assistenziali personalizzati in collaborazione con<br />

l’equipe operativa; ne cura e verifica l’effettiva realizzazione.<br />

Equipe operativa del Centro Socio Riabilitativo<br />

Coordinata dalla Direttrice, è composta da: psicologo, psichiatra, assistente sociale. Si riunisce una<br />

volta alla settimana. Quando necessita, vi partecipa anche la Superiora della Casa.<br />

Gli obiettivi sono:<br />

• Valutazione dei nuovi inserimenti;<br />

• Definizione del progetto di presa in carico dell’ospite e verifica periodica del suo stato di<br />

salute e dei suoi bisogni assistenziali, con il coinvolgimento degli operatori e delle figure<br />

sanitarie di riferimento. Tale modalità operativa si realizza attraverso lo studio del caso sia<br />

con gli operatori dei laboratori occupazionali, sia con gli operatori addetti all’assistenza.<br />

• Proposta, gestione e verifica della formazione per gli operatori;<br />

• Supervisione e verifica delle attività previste nei progetti e nelle programmazioni degli<br />

operatori;<br />

• Sostegno e formazione ai familiari delle ospiti;<br />

• Proposte di eventuali acquisti di materiali e/o attrezzature rispondenti ai bisogni della<br />

struttura.<br />

Servizio sociale<br />

E’ svolto dall’assistente sociale che ha il compito di coordinare le relazioni sociali, specialmente<br />

quelle rivolte verso l’esterno, per favorire i rapporti della Casa e delle singole ospiti con le<br />

famiglie, con il territorio e con le altre strutture pubbliche e private.<br />

Le principali attività svolte riguardano mansioni di segretariato sociale, partecipazioni a incontri<br />

d’equipe e a U.O.I.<br />

Gli obiettivi principali sono:<br />

• Accompagnamento e supporto dell’ospite nella fase di accoglienza<br />

• Facilitare le relazioni tra l’ospite e la sua rete famigliare<br />

• Mantenimento dei contatti con i colleghi degli Enti pubblici e privati di provenienza delle<br />

ospiti<br />

58


Servizio psicologico<br />

Lo psicologo svolge le seguenti attività:<br />

• Colloqui individuali con le ospiti su segnalazione degli operatori che, a tal proposito,<br />

utilizzano il modulo per la richiesta di visita psichiatrica e/o colloquio psicologico.<br />

• Incontri di gruppo, svolti all’interno di ciascun reparto, che prevedono la partecipazione<br />

delle ospiti e degli operatori di riferimento.<br />

Obiettivo:facilitare l’espressione dei bisogni individuali delle ospiti in relazione al loro<br />

contesto di vita attraverso il confronto con le compagne. L’obiettivo generale di questi<br />

incontri è l’idea di differenziare e personalizzare gli interventi, cercando di<br />

implementare le attività routinarie per creare uno spazio finalizzato alla soddisfazione<br />

dei bisogni più personali.<br />

• Supervisione delle attività degli educatori attraverso i momenti di programmazione e di<br />

verifica di gruppo.<br />

Obiettivo: favorire la condivisione delle attività e facilitare lo scambio di informazioni<br />

necessarie per una proficua collaborazione.<br />

• Coordina i momenti dedicati allo studio del caso che viene svolto sia con gli operatori<br />

dei laboratori occupazionali sia con quelli dei gruppi famiglia.<br />

Obiettivo:far emergere punti di vista diversi sul disagio dell’ospite che possano fornire<br />

stimoli ad un’ipotesi di intervento. A questo proposito, rappresenta una risorsa la<br />

partecipazione dei colleghi che non sono direttamente coinvolti nella gestione del caso.<br />

Metodologia: a turno, gli operatori di ogni gruppo famiglia sono impegnati<br />

nell’esposizione di un caso clinico<br />

Il caso da discutere viene scelto seguendo le indicazioni della scheda per la rilevazione<br />

dei comportamenti problema.<br />

Vengono poi coinvolti, durante l’incontro, tutti gli altri operatori che devono esprimere<br />

il loro punto di vista in modo da allargare la visuale sul problema aumentando così le<br />

possibilità di soluzione.<br />

Una volta individuate ipotesi operative, vengono strutturate, con gli operatori referenti<br />

del caso, le linee di intervento per la realizzazione di un progetto educativo/<br />

assistenziale.<br />

• Programmazione, supervisione e verifica dei P.E.I. e dei progetti riguardanti l’attività<br />

del C.S.R.<br />

• Organizzazione di momenti di formazione per tutti gli operatori<br />

Obiettivo: promuovere la conoscenza e un continuo aggiornamento rispetto alle<br />

problematiche che gli operatori incontrano nel loro lavoro cercando di mettere le basi<br />

per arrivare ad un linguaggio e ad una modalità di intervento condivisi.<br />

• Partecipazione alla riunione d’equipe settimanale.<br />

• Partecipazione alle U.O.I<br />

Servizio medico/infermieristico<br />

È svolto dai medici di medicina generale e da infermieri professionali, che seguono le ospiti con<br />

controlli periodici, con l’obiettivo di promuoverne la cura e l’assistenza. Ci si avvale, inoltre, della<br />

figura dello psichiatra per consulenze specialistiche e trattamenti individuali; infine, lo psichiatra,<br />

collabora con l’equipe per la formazione del personale e per il raggiungimento degli obiettivi<br />

prefissati.<br />

Servizio riabilitativo<br />

EDUCAZIONE AL LINGUAGGIO: l’attività è svolta da una logopedista che ricopre un ruolo di<br />

supporto al gruppo di “Mantenimento Culturale” occupandosi, in particolare, delle seguenti<br />

59


attività: immagine, didattica, redazione e computer. L’obiettivo, è quello di affiancare le ospiti per<br />

sostenere e migliorare le loro capacità espressive e le loro competenze fonetico/fonologiche,<br />

semantico/lessicali, morfo/sintattiche, logico/cognitive ed infine i prerequisiti per l’apprendimento<br />

simbolico. Sono previsti, inoltre, interventi individualizzati, su segnalazioni dell’equipe, a seconda<br />

delle esigenze di ogni singola ospite.<br />

SERVIZIO RIABILITATIVO/FISIATRICO: è svolto da una fisioterapista i cui interventi sono mirati<br />

alla prevenzione, cura , riabilitazione e mantenimento delle capacità motorie delle ospiti. Tali<br />

attività sono svolte in palestra per i trattamenti individuali o in piccolo gruppo.<br />

EDUCAZIONE AL MOVIMENTO: l’attività viene svolta in piccoli gruppi condotti da un<br />

insegnante di educazione fisica . Con l’ausilio degli attrezzi della palestra e l’utilizzo di strutture<br />

sportive esterne vengono perseguiti gli obiettivi di coordinazione e tonificazione muscolare, di<br />

conoscenza e consapevolezza delle varie parti del corpo favorendo anche la socializzazione<br />

attraverso l’attività di gruppo.<br />

Servizio assistenziale<br />

Le ospiti non autosufficienti vivono in due nuclei abitativi da 36 posti letto ciascuno, situati in<br />

complessi residenziali staccati. I nuclei a loro volta, sono suddivisi in tre gruppi famiglia di dodici<br />

persone ciascuno che mantengono una relativa autonomia nella gestione quotidiana delle ospiti nel<br />

rispetto dei singoli bisogni, mentre si avvalgono di servizi generali centralizzati come la cucina e la<br />

lavanderia L’organizzazione di ogni gruppo rispecchia una struttura di tipo famigliare, e a questo<br />

proposito, proprio per gli obiettivi educativi e riabilitativi promossi dalla Casa, è dotato di cucina,<br />

sala da pranzo, soggiorno, servizi sanitari e stanze da letto.<br />

I gruppi famiglia sono stati riuniti in due nuclei sia per la disposizione logistica degli edifici, sia<br />

per permettere una migliore gestione del personale e delle ospiti. Ciascun nucleo è coordinato da<br />

un responsabile religioso, che collabora con gli operatori addetti all’assistenza che operano nei vari<br />

gruppi.<br />

Le ospiti autosufficienti vivono in una villetta autonoma e si autogestiscono in tutte le attività<br />

quotidiane, compresa la preparazione dei pasti, con la supervisione di un operatore addetto<br />

all’assistenza.<br />

Gli obiettivi del Servizio assistenziale sono:<br />

• Sostegno alle ospiti negli aspetti che riguardano la cura della persona;<br />

• Supporto nelle attività che riguardano la gestione della vita quotidiana, anche attraverso la<br />

preparazione di qualche semplice ricetta;<br />

• Promozione della socializzazione all’interno di ogni gruppo famiglia per creare un<br />

sentimento di appartenenza.<br />

I compiti del coordinatore di nucleo sono:<br />

• Stesura dei piani di lavoro dei gruppi famiglia con la collaborazione dei referenti di ogni<br />

reparto<br />

• Supervisione dell’attività dei gruppi famiglia<br />

• Mantenimento dei contatti con le famiglie delle ospiti: accoglienza e confronto con i<br />

famigliari sull’andamento della situazione di ciascuna ospite al fine di favorire la<br />

collaborazione e la continuità negli interventi.<br />

I compiti, invece, degli operatori addetti all’assistenza sono:<br />

• Rilevazione dei bisogni primari delle ospiti<br />

60


• Accompagnamento dell’ospite, supportandola nell’igiene, nella cura personale e<br />

nell’alimentazione, modulando il proprio intervento nel rispetto e nella valorizzazione delle<br />

capacità residue presenti in ogni persona.<br />

• Monitoraggio dello stato di salute delle ospiti per comunicarlo al personale medico<br />

infermieristico.<br />

Servizio educativo/pedagogico<br />

Attraverso l’attività svolta nei laboratori occupazionali, si cerca di conoscere le diverse capacità di<br />

ciascuna ospite, con l’obiettivo di potenziarle e migliorarle, dove possibile, oppure mantenerle<br />

stabili nel tempo.<br />

L’idea di fondo, è quella di impostare l’attività di ciascun gruppo, focalizzando l’attenzione sui<br />

bisogni delle singole ospiti ed utilizzando l’attività peculiare di ogni laboratorio come strumento<br />

per potenziare certe capacità o consentire l’acquisizione di nuove competenze. A questo proposito,<br />

gli strumenti utilizzati sono la scheda di osservazione dei bisogni dell’ospite e la stesura di progetti<br />

educativi individuali o di piccolo gruppo.<br />

I laboratori occupazionali sono gestiti dagli educatori professionali con la collaborazione degli<br />

operatori addetti all’assistenza.<br />

I compiti dell’educatore sono:<br />

• Programmazione e organizzazione delle attività occupazionali dei laboratori con la<br />

supervisione della direttrice<br />

• Collaborazione con gli operatori addetti all’assistenza per l’attuazione di tale<br />

programmazione.<br />

• Promozione e organizzazione di iniziative che favoriscano il collegamento della struttura<br />

con il territorio in cui è inserita.<br />

Sono stati creati diversi spazi creativi che rispettano le caratteristiche individuali di ciascuna ospite<br />

e consentono il raggiungimento di diversi obiettivi:<br />

• Sviluppo delle abilità fino e grosso motorie<br />

• Stimolazione dell’espressività senso-artistiche<br />

• Promozione della socializzazione<br />

• Conoscenza del proprio schema corporeo e sviluppo armonico della persona<br />

• Educazione ecologica<br />

• Mantenimento culturale<br />

• Catechesi speciale<br />

1.1.d. Rapporti con l’esterno<br />

Rapporti con le famiglie delle ospiti<br />

Con le famiglie delle ospiti si cerca di creare una rete di collaborazione, informazione e relazione<br />

favorendo il più possibile il loro coinvolgimento nei percorsi assistenziali e riabilitativi e la loro<br />

partecipazione alle attività e ai momenti ricreativi.<br />

A tal proposito, l’equipe operativa, ha strutturato una serie di incontri con i famigliari, al fine di<br />

conoscere i loro punti di vista, i loro bisogni e le loro aspettative rispetto ai progetti riabilitativi,<br />

con l’obiettivo di creare un momento di confronto sugli aspetti relativi alla cura e alla gestione<br />

delle ospiti e di favorire le condizioni per un’autentica collaborazione nell’ottica della continuità<br />

degli interventi.<br />

Rapporti con gli Enti territoriali<br />

Il Centro Socio Riabilitativo è inserito nel territorio e usufruisce delle risorse e dei servizi degli enti<br />

socio/assistenziali con i quali ha anche stipulato convenzioni.<br />

In particolare, con l’<strong>Azienda</strong> territoriale U.L.S.S. <strong>18</strong> si è stipulata una convenzione.<br />

Essa prevede che la Casa:<br />

61


• Offra i propri servizi all’interno della programmazione dei piani di zona<br />

• svolga ogni prestazione di residenzialità sanitaria e riabilitativa secondo le finalità e gli<br />

obiettivi fissati dall’UVMD<br />

• rispetti gli standard organizzativi e del personale stabiliti dalla normativa regionale<br />

L’<strong>Azienda</strong> U.L.S.S. assicura alla Casa:<br />

• l’attività di medicina generale svolta da medici di base<br />

• le attività medico specialistiche, diagnostiche, di ricovero, la fornitura di farmaci, protesi e<br />

ausilii.<br />

Con il Comune di Fratta Polesine, il Centro Socio Riabilitativo intrattiene rapporti relativi ad<br />

attività sociali, manifestazioni culturali e convegni. Con l’Istituto Comprensivo del paese, sono<br />

stati attivati alcuni progetti atti a favorire l’incontro tra gli alunni delle scuole medie e le ospiti con<br />

l’obiettivo di facilitare un’effettiva integrazione umana e sociale delle ospiti e di creare rapporti tra<br />

realtà diverse.<br />

Con i gruppi di volontariato locale (Pro Loco, Protezione Civile, Gruppi Parrocchiali) esiste un<br />

rapporto di partecipazione e collaborazione a manifestazioni di carattere ricreativo e culturale sia<br />

all’interno che all’esterno della Casa. .<br />

In collaborazione con la Provincia di Rovigo e le Associazioni sportive Unisport e CSI vengono<br />

attuati progetti che valorizzano le persone e promuovono la loro socializzazione.<br />

1.1.e. Sistemi di qualità<br />

L’obiettivo principale della Casa, è quello di promuovere la qualità del servizio offerto per poter<br />

poi assicurare una buona qualità di vita alle persone ospitate e che, per essere tale, non si deve<br />

limitare alla cura della salute ma deve valorizzare altri aspetti, quali, ad esempio, una buona<br />

integrazione sociale, adeguati mezzi di sostegno e soddisfazione dei bisogni personali.<br />

A questo proposito , la Casa è impegnata nella rilevazione degli indicatori di qualità sui tre livelli:<br />

• indicatori di struttura attraverso il rispetto degli standard edilizi e organizzativi secondo<br />

la normativa vigente. In particolare per quanto riguarda gli standard organizzativi del<br />

personale, attualmente si fa riferimento al R.S.A. di base Dgr 2034/94, ed è così suddiviso:<br />

o Infermieri N° 3<br />

o Fisioterapista N° 0.83<br />

o Educatori professionali N° 3.88<br />

o Operatori addetti all’assistenza N° 38<br />

o Assistente Sociale N° 0.80<br />

o Psicologo N° 0.25<br />

o Logopedista N° 0.28<br />

o Coordinatori di nucleo (personale religioso) N° 2<br />

(non richiesto dalla normativa sopra citata)<br />

o Personale religioso di sostegno ai gruppi famiglia<br />

(non richiesto dalla normativa sopra citata)<br />

• indicatori di processo attraverso una modalità strutturata di lavoro che prevede l’utilizzo<br />

dell’Unità Operativa Interna, l’analisi multidimensionale dei bisogni dell’ospite, la stesura<br />

di progetti individualizzati, la valorizzazione del lavoro di equipe basato sulla condivisione,<br />

sulla partecipazione e sulla corresponsabilità nel rispetto dei ruoli specifici di ciascuno ed<br />

infine l’organizzazione di percorsi formativi per il personale;<br />

• indicatori di risultato attraverso la rilevazione del grado di soddisfazione degli operatori e<br />

dei famigliari delle ospiti rispetto all’organizzazione e alle modalità operative della<br />

Struttura.<br />

62


1.2. “Il Diamante” - Comunità alloggio- Rovigo<br />

La Comunità Alloggio “Il Diamante” è un progetto che l’Associazione Onlus “Gruppo Città senza<br />

Barriere” di Rovigo, ha presentato alla Regione Veneto ai sensi del Decreto Ministeriale<br />

13/12/2001 n° 470 “Apertura nuove strutture di accoglienza per soggetti con handicap grave anche<br />

privi di famigliari” ottenendone dalla Regione il finanziamento.<br />

La Comunità Alloggio è distribuita su tre piani:<br />

− piano terra con spazio cucinino, infermeria, reception e altri a disposizione per attività proprie<br />

(sportive, riabilitative, ricreative- sala TV) ed uno spazio per incontri con la comunità locale<br />

(piccola biblioteca o altro) completamente attrezzato per diverse tipologie di disabilità;<br />

− primo piano prevede la realizzazione di complessivi n° 9/10 posti letto (6+2+1+1) o (8+1+1),<br />

con possibilità di posti di emergenza;<br />

− secondo piano utilizzato per i servizi.<br />

La Comunità Alloggio copre una superficie di oltre 530 mq., con annesso giardino e terrazze ed<br />

con la possibilità di avere un piccolo locale esterno per ricovero piccoli animali domestici.<br />

Il tutto è realizzato con la massima accessibilità e con gli standard per le Comunità Alloggio, ai<br />

sensi della L.22/2002, di almeno mq 45 per persona disabile, stanze a 1 o 2 letti serviti da servizio<br />

igienico, con la presenza di un servizio igienico attrezzato, un montalettighe, una sala polivalente<br />

di mq. 85/90, demotica e sistemi di controllo e sicurezza sia interni che esterni, per evitare<br />

intrusioni o uscite degli ospiti.<br />

La Comunità è in fase di realizzazione; ultimazione prevista entro l’anno 2007.<br />

Per quanto riguarda i requisiti per autorizzazione e accreditamento in base alla L.R. 22/2002 per le<br />

comunità alloggio di 8+2 posti letto, dato che la struttura è ancora in fase di costruzione, si riporta,<br />

di seguito, la “Proposta tecnica per la realizzazione di una comunità alloggio per disabili gravi” già<br />

allegata alla richiesta di finanziamento alla Regione in data 15/06/2002.<br />

1.2.a Proposta Tecnica per la realizzazione di una Comunita’ Alloggio per Disabili (realizzata in<br />

collaborazione con la Direzione Servizi Sociali dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> di Rovigo).<br />

Premessa<br />

I servizi residenziali della comunità alloggio, si connotano come una risposta adeguata alle<br />

situazioni in cui non è più possibile il permanere della persona disabile in famiglia e rappresentano<br />

la soluzione migliore in quanto consentono la realizzazione di percorsi individualizzati che hanno<br />

l’obiettivo di impedire l’aggravamento della disabilità, favorendo il mantenimento delle capacità<br />

residue utili allo sviluppo dell’autonomia individuale.<br />

1.2.a.1 Destinatari<br />

Numero 8 utenti portatori di handicap grave provenienti dal territorio della Provincia di Rovigo, in<br />

assistenza 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno (con possibilità di 2 posti di pronta emergenza).<br />

1.2.a.2 Finalita’<br />

Sostenere le persone disabili privi dell’assistenza delle famiglie.<br />

1.2.a.3 Sede Del Servizio<br />

Il servizio avrà sede in Rovigo, con la garanzia di offrire a ciascun ospite un proprio spazio<br />

personale e spazi comuni per la vita di relazione.<br />

1.2.a.4 Contenuti Del Servizio<br />

Il servizio si propone:<br />

63


Attivazione di programmi educativo-riabilitativi e socio-sanitari predisposti per rispondere il<br />

più possibile ai bisogni dell’utente attraverso programmazione individuale mirata, che preveda<br />

attività educative-riabilitative didattiche e pedagogico-relazionali quotidiane atte a favorire la<br />

riabilitazione psico-sociale e il reinserimento sociale nei limiti consentiti dalla gravità<br />

dell’handicap;<br />

Assistenza alle principali funzioni base dell’utente ed espletamento delle prestazioni igienicosanitarie<br />

di semplice attuazione e complementari alle attività assistenziali (igiene personale,<br />

prevenzione piaghe da decupito, attività di riattivazione) e quant’altro utile alla persona;<br />

Assistenza infermieristica professionale;<br />

Assistenza medica e farmaceutica;<br />

Vitto;<br />

Trasporto al bisogno per uscite esterne.<br />

1.2.a.5 Attivita’ Educative e Riabilitative<br />

Area Riabilitativa<br />

Attività con significato prevalentemente motorio e psicologico.<br />

Gli interventi in quest’area attivano spazi il più possibile idonei a mantenre e sviluppare abilità<br />

fisiche, funzionali e psichiche (controllo dell’emotività e dell’aggressività):<br />

Fisioterapia;<br />

Motoria/sportiva;<br />

Musicoterapia;<br />

Pet-terapia.<br />

Area educativa<br />

Attività indirizzate verso l’autonomia personale<br />

L’intervento di quest’area è molto rilevante e va a toccare i diversi aspetti della vita della Casa-<br />

Alloggio, per quanto riguarda l’arco della giornata sarà richiesta collaborazione in base alle<br />

capacità di ciascuno, per quanto concerne:<br />

Igiene personale;<br />

Autonomia a tavola.<br />

Attività con significato occupazionale<br />

Le attività sotto indicate dovranno svolgersi prevalentemente al di fuori dei locali della Comunità<br />

Alloggio.<br />

Laboratorio di assemblaggio;<br />

Laboratorio multimediale;<br />

Laboratorio grafico-pittorico;<br />

Laboratorio di cucina;<br />

Laboratorio teatrale;<br />

Laboratorio di cucito.<br />

Attività di socializzazione interpersonale e con l’ambiente<br />

Le attività in quest’area favoriscono l’aggregazione con la comunità locale (assosciazioni,<br />

famiglie, istituzioni) e conoscenze culturali di realtà vicine del quartiere e della Città:<br />

Uscite culturali;<br />

Partecipazione ad iniziative del Paese (concorsi, feste);<br />

Teatro;<br />

Redazione giornalino;<br />

Uso mezzi pubblici.<br />

64


Area delle attività di mantenimento e di potenziamento del livello cognitivo<br />

Gli interventi relativi a questo ambito sono attuati attraverso le seguenti attività:<br />

Comunicazione-riconoscimento, ampliamento utilizzo parole;<br />

Elaborazione di concetti scritti e verbali;<br />

Utilizzo ausili;<br />

Uso del denaro;<br />

Educazione stradale.<br />

1.2.a.6 Attivita’ Assistenziali<br />

Assitenza alle principali funzioni di base dell’utente, igiene e cure personali.<br />

L’attività assistenziale dovrà comprendere la pulizia e l’igiene personale con particolare attenzione<br />

alle prevenzioni delle piaghe da decupito e alle attività di mobilitazione e riattivazione sociosanitaria,<br />

in collaborazione e su indicazioni precise del personale medico, infermieristico ed<br />

educativo presente nella struttura e che con la stessa si rapporta.<br />

L’attività prevista si articola in :<br />

Pulizia personale quotidiana;<br />

Bagno in vasca;<br />

Riattivazione sociale;<br />

Preparazione ambiente pranzo e cene ospiti e aiuto assunzione pasti;<br />

Accompagnamento visite mediche;<br />

Distribuzione colazioni, pranzi, merende e cene, aiuto alle loro assunzioni;<br />

Messa a letto pomeridiana dei pazienti;<br />

Alzata dal letto e vestizione;<br />

Preparazione dell’ospite per la notte.<br />

Assistenza infermieristica professionale<br />

Sarà garantita assistenza infermieristica per la somministrazione dei farmaci e le cure su<br />

prescrizione del medico referente della struttura.<br />

1.2.a.7 Metodologia Di Lavoro<br />

I nuovi inserimenti saranno effettuati con la collaborazione dell’Equipe Multidisciplinare del<br />

dipartimento Adulti Anziani dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>.<br />

Ogni ospite usufruirà di una valutazione interdisciplinare che, individuando le potenzialità, le<br />

abilità, gli interessi e le attitudini di ognuno, permetterà all’Equipe Multidisciplinare del<br />

Dipartimento Adulti Anziani <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> di predisporre un piano individualizzato di attività.<br />

Il modello di lavoro prevede l’erogazione di interventi multidisciplinari a carattere sia sociale che<br />

sanitario condotti da:<br />

Referente del Centro (a tempo pieno);<br />

Fisiatra (attività mensile);<br />

Neurologo (attività mensile);<br />

Assistente Sociale (attività settimanale);<br />

Psicologo (attività mensile);<br />

Fisiokinesiterapista (attività settimanale);<br />

Educatore Professionale (attività giornaliera);<br />

Infermiere Professionale (attività giornaliera);<br />

Addetto all’assistenza (attività giornaliera).<br />

Sono previsti:<br />

Incontri settimanali tra i professionisti e gli operatori del Centro per il monitoraggio continuo<br />

dei percorsi proposti;<br />

65


Verifiche semestrali dei Piani Personalizzati a cura dell’Equipe Multidisciplinare del<br />

dipartimento Adulti Anziani <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>.<br />

1.2.a 8 Settimana Tipo e orario giornaliero delle attività<br />

Dal lunedì al sabato, ogni ospite svolgerà attività educative e riabilitative previste dal Progetto<br />

Individualizzato; la domenica sarà dedicata ad uscite e/o incontri con i familiari.<br />

Ore 7.30 – 8.00 sveglia ed igiene personale<br />

Ore 8.00 – 9.00 prima colazione<br />

Ore 9.00 – 11.30 attività educative o riabilitative<br />

Ore 11.30 – 12.00 igiene personale<br />

Ore 12.00 – 13.00 pranzo<br />

Ore 13.00 – 15.00 riposo pomeridiano, relax<br />

Ore 15.00 – <strong>18</strong>.00 attività educative e animazione<br />

Ore 16.00 merenda<br />

Ore <strong>18</strong>.00 – 19.00 igiene personale<br />

Ore 19.00 – 20.00 cena<br />

Ore 20.00 – 22.00 attività ricreative e relax<br />

Ore 22.00 preparazione per la notte<br />

1.2.a.9 Risorse<br />

E’ previsto l’utilizzo di:<br />

N° 1 Psicologo Referente del Centro;<br />

N° 1 Educatore Professionale;<br />

N° 5/6 Addetti all’Assistenza;<br />

N° 1 Infermiere Professionale, al bisogno;<br />

N° 1 Fisioterapista, al bisogno.<br />

Il numero degli addetti all’assistenza può variare in base ai bisogni assistenziali dell’utenza. Le<br />

necessità assistenziali e sanitarie degli utenti saranno definite mediante il Progetto Educativo<br />

Individualizzato.<br />

1.2.a.10 Costo Retta<br />

Dai conti analitici si prevede a regime un costo retta a carico dell’utenza pari a €. 92,96.<br />

L’utente ed il nucleo familiare dovrebbero versare una quota pari a €. 71,48 a carico del Servizio<br />

Sanitario sarà versata una quota pari a €. 21,48.<br />

Per la contribuzione a carico delle famiglie verrà utilizzato il regolamento che l’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong><br />

ha approvato per regolamentare i contributi a acrico dell’utenza per gli accessi pronta emergenza.<br />

1.2.a.11 Rapporti con l’esterno<br />

Rapporti Con Il Comitato Famiglie<br />

I componenti del Comitato Famiglie e i singoli familiari, verranno coinvolti rispettivamente<br />

nell’organizzazione del lavoro della Comunità e nella predisposizione del Progetto<br />

Individualizzato.<br />

Rapporti Con La Reta Dei Servizi Territoriali<br />

Nella proposta tecnica si evidenziava la collaborazione in atto e che si andrà a sviluppare con<br />

l’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> di Rovigo.<br />

Anche con l’Ente Locale, Comune di Rovigo, ed in particolare con il Dipartimento dell’Area alla<br />

Persona, si andranno ad approfondire i rapporti, al fine di usufruire dei Servizi Comunali quali<br />

trasporto disabili, segretariato sociale, sportello informahandicap, ecc...<br />

Rapporti Ed Integrazione Con La Realta’ Del Non Profit<br />

66


Si evidenziani i rapporti di Rete che si andranno a costruire e consolidare tramite collaborazioni e/o<br />

convenzioni con le realtà del non profit: Centro Servizi del Volontariato, Consulta dell’Handicap<br />

Provinciale e Comunale, Tavolo Territoriale del Sociale, Sportello Informahandicap, Cooperative<br />

Sociali di tipo A e B, Associazioni e comitati di volontariato e di portatori di Handicap.<br />

Rapporti Ed Integrazione Con La Comunita’ Locale<br />

Il Quartiere “Commenda”, dove la Comunità Alloggio sarà accolta, è un quartiere di Rovigo,<br />

relativamente giovane in grande espansione anche dal punto di vista della edificabilità, con un<br />

proliferare di attività culturali, sportive, e di volontariato.<br />

Si andranno perciò, con relativa facilità, ad instaurare rapporti di collaborazione e coinvolgimento<br />

al fine di rendere “aperta” la Comunità stessa.<br />

1.3 Comunità alloggio presso gli Istituti Polesani S.r.l. Ficarolo.<br />

Nell’ambito dei servizi offerti dagli Istituti Polesani di Ficarolo per la presa in carico della<br />

disabilità mentale e per le problematiche esistenziali, la comunità alloggio rappresenta il luogo di<br />

maggior potenzialità riabilitativa.<br />

La comunità alloggio persegue finalità educativo-assistenziali con il compito di integrare , o in<br />

taluni casi, sostituire il nucleo familiare garantendo protezione, tutela e salvaguardia degli utenti.<br />

Modalità di accesso<br />

La domanda di inserimento può essere proposta dalla persona stessa in stato di difficoltà, dal<br />

Tutore, da un famigliare, dall’assistente sociale interessata al caso o dal medico curante; deve<br />

essere indirizzata al Distretto Sanitario n° 2 Alto Polesine Badia Polesine dell’ <strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>,<br />

unitamente alla valutazione multidimensionale e multiprofessionale effettuata dalla UVMD<br />

competente.<br />

I livelli di assistenza e le prestazioni erogate<br />

I servizi assicurati ad ogni singolo ospite, come da progetto individuale, si possono identificare<br />

come i seguenti:<br />

• servizio alberghiero<br />

• assistenza socio-sanitaria<br />

• riabilitazione psico-fisica, come da progetto individuale elaborato su indicazione<br />

della UVMD<br />

• attività ricreative culturali e creative di animazione, attività di socializzazione<br />

interne ed esterne alla struttura<br />

• occupazionali, motorie e psicomotorie<br />

• assistenza medica ed infermieristica diurna e notturna<br />

• assistenza psicologica<br />

• attività medico specialistica<br />

• igiene e cura della persona e del suo aspetto<br />

• aiuto nello svolgimento delle attività quotidiane<br />

• attività di logopedia e fisiocinesiterapia.<br />

La struttura è convenzionata con <strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> in base al Decreto dal Direttore Generale n°<br />

528 del 11/07/2006, allegato n°5, parte integrante del presente atto.<br />

1.4 Comunità Alloggio Gavello: PROGETTO<br />

Destinatari<br />

Disabili adulti (legge n° 104/92) affetti da minorazioni fisiche, psichiche e/o sensoriali con gradi<br />

diversi di autonomia e autosufficienza, che non necessitano di assistenza sanitaria (medica e<br />

terapeutica) di tipo continuativo, ma che richiedono un intervento protetto e continuo.<br />

67


Disabili che non hanno più la famiglia o hanno una famiglia che non è in grado di offrire loro<br />

un’adeguata assistenza (età avanzata dei genitori, genitori scomparsi, o particolare gravità<br />

dell’handicap).<br />

Indicazione delle necessità cui esso intende rispondere<br />

L’esperienza di Laboratori ludico-ricreativi attivati all’interno del progetto “ Progetto insieme” 1 nel<br />

1997, ha portato, nel 2001, all’istituzione di un Centro Educativo Occupazionale Diurno<br />

(C.E.O.D.) nel Comune di Gavello.<br />

I rappresentanti dell’Amministrazione Comune di Gavello, delle realtà di volontariato locale ed<br />

esperti del settore in genere, si sono più volte riuniti per fare il punto della situazione sui bisogni e<br />

le esigenze di handicap.<br />

Durante questi incontri si è preso visione della mancanza di strutture e di altre possibili risposte<br />

per disabili che si trovano privi di genitori e di parenti prossimi: in tutto il territorio dell’<strong>Azienda</strong><br />

U.L.S.S. <strong>18</strong> è presente una sola struttura residenziale, un istituto per 87 posti.<br />

Dalla lettura dei bisogni del territorio è nata la volontà di realizzare una Comunità alloggio per<br />

persone disabili che non sia percepita come un istituto, come una casa separata dalle altre case, ma<br />

come luogo che ospita una comunità (gli ospiti del servizio) che vuole integrarsi in un’altra<br />

comunità (il paese).<br />

Si pensa ad una struttura come le altre case, non si propone una cosa straordinaria o rivoluzionaria,<br />

ma si vuole fare riferimento alla normalità e alla semplicità, per cui la struttura interna ed esterna<br />

della casa sarà simile a quella di tutte le altre case con spazi comuni espazi personali.<br />

Come le altre case, ma con un pizzico di particolarità che permetta agli ospiti della comunità,<br />

persone con particolari difficoltà fisiche o psichiche, di condurre un’esistenza il più possibile<br />

dignitosa e normale.<br />

Il servizio: Comunità alloggio (definizione)<br />

“E’ un servizio residenziale per adulti con disabilità, con il compito di sostituire, anche<br />

temporaneamente, il nucleo familiare, qualora sia impossibilitato o incapace di assolvere al proprio<br />

compito oppure di offrire esperienze di vita autonomia dalla famiglia”<br />

Modalità di realizzazione<br />

Il Comune di Gavello realizzerà la Comunità alloggio per adulti.<br />

Tramite accordi di programma con la Conferenza dei Sindaci e l’<strong>Azienda</strong> U.L.L.S <strong>18</strong>,<br />

l’Amministrazione Comunale pianificherà il servizio, con modalità da stabilire, per la gestione<br />

tramite una Cooperativa Sociale.<br />

Modalità di ammissione<br />

Gli utenti verranno inseriti su base di un progetto definito in UVMD della Sos Dpt Disabilità<br />

Adulta_SIL dell’<strong>Azienda</strong> U.L.L.S. <strong>18</strong>, che dopo avere esaminato le condizioni del candidato e<br />

accertato l’idoneità all’inserimento nella struttura, collabora con l’ente gestore nel programma<br />

dell’inserimento, sostenendo anche la sua famiglia.<br />

Struttura<br />

L’edificio rispetta i requisiti previsti dalla normativa vigente in termini di comunità residenziali per<br />

disabili.<br />

L’Amministrazione Comunale ha progettato una struttura capace di ospitare complessivamente 10<br />

persone disabili con i posti di pronto intervento per le situazioni che hanno le caratteristiche di<br />

1 Attivata da: Comune di Gavello, Comune di Ceregnano, Comune di Vlladose, Cooperativa Sociale “Aliante”,<br />

Cooperativa Sociale “Progetto 81” e Associazione “Agorà”<br />

68


emergenza e temporaneità previsti dalle norme vigenti, supportate costantemente da personale<br />

addetto alla cura personale dei soggetti ospiti e allo sviluppo delle loro autonomie.<br />

Metodologie<br />

La caratteristica di questo servizio risiede nella capacità di far convivere in modo vincente e<br />

sinergico ed il modello riabilitativo: il primo più sensibile alle necessità di integrazione sociale e al<br />

clima educativo, il secondo più interessato allo sviluppo e al miglioramento di abilità e capacità<br />

individuali.<br />

Per ogni individuo vengono predisposte soluzioni abitative e progetti individualizzati (PI)<br />

considerando:<br />

- le condizioni psicofisiche della persona;<br />

- i bisogni in rapporto età e al tipo di deficit;<br />

- il suo contesto familiare e sociale;<br />

- il livello di autonomia e autosufficienza;<br />

- gli obiettivi che si vogliono raggiungere;<br />

La definizione del progetto individualizzato (PI), va concordato tra Sos Dpt Disabilità Adulta-SIL<br />

l’Ente gestore (Cooperativa Sociale di tipo A), informando e coinvolgendo l’utente e suoi familiari.<br />

E’importante sottolineare la scelta di operare in modo strutturato per un progetto di vita pensato<br />

per l’individuo, insieme all’individuo.<br />

Verrà definito e adottato un sistema di valutazione e verifica di ogni singolo progetti<br />

individualizzato. Tali valutazioni serviranno e loro volta per ridefinire il PI.<br />

Diario personale<br />

E’ previsto l’utilizzo di un diario personale per ogni utente al fine di documentare la sua storia e la<br />

successiva evoluzione.<br />

Attività<br />

All’interno della Comunità si conduce un’esperienza di vita comunitaria in un ambiente<br />

effettivamente ricco ed in grado di consentire legami duraturi e validi.<br />

Le attività hanno, in prevalenza, lo scopo di offrire quotidianamente agli ospiti degli stimoli a<br />

sviluppare competenze cognitive, relazionali e sociali sia all’interno del nucleo comunitario sia<br />

all’esterno, mantenendo rapporti con l’ambiente in generale, compresa la famiglia origine (quando<br />

possibile), in un insieme di contatti e di esperienze che siano capaci di promuovere concretamente<br />

l’integrazione della comunità con il contesto sociale di appartenenza.<br />

Tipologia di attività offerte:<br />

- assistenza<br />

- animazione e socializzazione<br />

- interventi di orientamento educativo<br />

- organizzazione della quotidianità<br />

- gestione e sviluppo di autonomie e di abilità<br />

- supporto alla persona<br />

Coinvolgimento delle famiglie<br />

Si ritiene importante sostenere i rapporti con la famiglia di origine, pertanto si prevede un<br />

coinvolgimento delle stesse nelle attività proposte. Le modalità saranno definite dalle singole<br />

èquipe caso per caso valutandone l’effettiva fattibilità e adeguatezza.<br />

69


Rapporti con il territorio<br />

Si prevedono azioni, volte a realizzare rapporti di integrazione e collaborazione con i servizi sociosanitari<br />

del territorio, in particolar modo con l’<strong>Azienda</strong> U.L.S.S. <strong>18</strong>. Inoltre si sostiene l’utilizzo dei<br />

servizi per il tempo libero (centri sportivi, centri di aggregazione, cinema, teatro, associazioni,<br />

ecc.) presenti nel territorio per facilitare l’integrazione sociale del soggetto.<br />

Personale che sarà impegnato nella gestione della struttura e dei servizi<br />

Professionalità<br />

Il personale possiede le qualifiche per il ruolo svolto.<br />

Numero operatori<br />

Lo standard di personale previsto per n.10 ospiti residenti è come suddiviso:<br />

n. 5, O.T.A.<br />

n.1 Ausiliario<br />

n.1 Educatore<br />

n.1 Coordinatore<br />

Ruoli e funzioni<br />

Educatore coordinatore; Educatore; Addetto all’assistenza; Ausiliario.<br />

Le funzioni di ogni figura saranno definite di concerto con l’èquipe.<br />

Orario del personale<br />

Le Comunità funzione tutto l’arco della giornata.<br />

La presenza degli operatori sarà pianificata in base al servizio e alle necessità dei residenti, i quali<br />

durante le fasce orarie diurne si intendono impegnati in attività offerte dei Centri Diurni,<br />

inserimenti lavorativi o altro.<br />

Si ipotizza, a titolo esemplificativo, l’orario di presenza del personale nella struttura:<br />

Da lunedì a venerdì<br />

ORA N°OPERATORI<br />

ore 00:00-07:00 1 operatore<br />

ore 07:00-09:00 2 operatori<br />

ore 17:00-21:30 2 operatori<br />

ore 21:30-00:00 1 operatore<br />

Giorni festivi, sabato e domenica, periodi di chiusura dei C.E.O.D. o altro<br />

ORA N°OPERATORI<br />

ore 00:00-08:00 1 operatori<br />

ore 08:00-22:00 2 operatori<br />

ore 22:00-00:00 1 operatori<br />

L’ente gestore può avvalersi della collaborazione di:<br />

- Obiettori di coscienza e tirocinanti<br />

- Volontari<br />

- Associazionismo del territorio<br />

Finalità del servizio<br />

“Accoglienza e gestore della vita quotidiana, orientata alla tutela dell’abilità residua dell’ospite”.<br />

70


Obiettivi<br />

- favorire la realizzazione di un ambiente familiare in grado di soddisfare i bisogni primari ed<br />

affettivi degli utenti;<br />

- facilitare e sviluppare le autonomie personali, relazionali e sociali degli utenti;<br />

- promuovere l’integrazione nella comunità locale in cui è situata la struttura;<br />

- mantenere, quando è possibile, relazioni significative con il contesto di origine.<br />

1.5 Comunità Alloggio “Il Rubino”: PROGETTO<br />

Residence ‘Il Rubino” – Comunità Alloggio – Costruiamo ora il loro futuro – il progetto si amplia<br />

e si completa.<br />

Ente responsabile e gestore<br />

Gruppo “Città senza barriere” di Rovigo – ONLUS – Iscrizione regionale RO 62 (dall’anno 1995.<br />

Altri soggetti coinvolti<br />

1) Comune di Rovigo (messa a disposizione di un lotto di terreno in Via Bramante)<br />

2) Centro Studi Genesis 8studio tecnico)<br />

3) Cooperativa Sociale “L’Ora del Bradipo” (coogestore della Comunità IL DIAMANTE e<br />

del RUBINO)<br />

Ambito territoriale dell’intervento<br />

Territorio del Comune di Rovigo e dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong><br />

Obiettivo principale<br />

Completare la risposta della residenzialità per la disabilità anche grave, con una risposta anche per<br />

la nuova emergenza costituita dalle persone incidentate.<br />

Descrizione sintetica del progetto<br />

Costruzione di una seconda comunità alloggio di n°6 posti letto, vicino al IL DIAMANTE di<br />

Rovigo, al fine di completare la risposta di residenzialità del Comune di Rovigo, Comune<br />

capoluogo con oltre 50.000 abitanti;<br />

completare la risposta sia per quanto riguarda l’handicap fisico grave (incidentati);<br />

rispondere all’esigenza di “protezione” di coppie disabili;<br />

utilizzare servizi e/o personale della Comunità IL DIAMANTE e/o della Casa di Riposo per<br />

Anziani “IRAS-Casa Serena”<br />

Target di utenza<br />

Disabili incidentati e coppie di persone disabili.<br />

Fonti di finanziamento<br />

Regione Veneto, Provincia di Rovigo, Fondazioni, privati, raccolta fondi e autofinanziamento da<br />

parte del Gruppo propositore.<br />

1.6 Fabbisogno di residenzialità teorico<br />

Il fabbisogno teorico per l’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> risultante dal parametro regionale pari allo 0.7 per<br />

mille applicato alla popolazione residente al 31 dicembre dell’anno precedente è di N° 120<br />

impegnative.<br />

71


1.7 Fabbisogno di residenzialità rilevato<br />

Il fabbisogno annuo di residenzialità territoriale attualmente rilevato è rappresentato dalla<br />

seguente tabella.<br />

Tabella n° 19: Istituzioni che ospitano persone disabili provenienti dal territorio dell’<strong>Azienda</strong> Ulss<br />

<strong>18</strong>.<br />

ISTITUZIONI<br />

PRESENTI<br />

TERRITORIO<br />

<strong>ULSS</strong> <strong>18</strong><br />

Casa "Sacra<br />

Famiglia"<br />

Fratta Pol.<br />

Comunità<br />

Residenziale<br />

"Il Diamante"<br />

Rovigo<br />

Istituti<br />

Polesani<br />

Ficarolo RO<br />

Comunità<br />

Alloggio<br />

POSTI<br />

ACCREDITATI<br />

ISTITUZIONI TERRITORIO ULLS <strong>18</strong><br />

ED ESTERNE<br />

POSTI OCCUPATI<br />

RESIDENTI<br />

<strong>ULSS</strong> <strong>18</strong><br />

Retta<br />

intensiva<br />

Retta Comunità<br />

Media Alloggio<br />

POSTI<br />

OCCUPATI<br />

RESIDENTI<br />

ALTRE<br />

<strong>ULSS</strong><br />

72 0 25 0 47<br />

10 0 0 0 0<br />

ISTITUZIONI<br />

FUORI<br />

TERRITORIO<br />

<strong>ULSS</strong> <strong>18</strong><br />

Costante "Gris"<br />

Mogliano veneto<br />

Opera<br />

provvidenza<br />

S. Antonio<br />

sarmeola di<br />

Rubano PD<br />

Istituto<br />

Palazzolo<br />

Rosà VI<br />

72<br />

OSPITI<br />

PROVENIENTI<br />

TERRITORIO<br />

<strong>ULSS</strong> <strong>18</strong><br />

Retta<br />

intensiva<br />

Retta<br />

Media<br />

Retta<br />

DGR<br />

243/05<br />

0 0 3<br />

0 3 0<br />

0 1 0<br />

8 0 7 1 0 Camposanpiero 0 1 0<br />

Totale 90 32 1 47 0 5 3<br />

Per quanto riguarda le persone che risultano provenienti per residenza dal territorio dell’<strong>Azienda</strong><br />

<strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> e che attualmente sono accolte nelle grandi strutture (vedi tabella precedente), si prevede<br />

di procedere con la ri-valutazione tramite l’UVMD al fine di predisporre progetti personalizzati<br />

che, con i dovuti tempi e modalità, permettano, ove possibile, l’accoglienza in servizi residenziali<br />

del territorio dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>.<br />

L’UVMD sarà composta da operatori della Sos Dpt Disabilità Adulta-SIL dell’<strong>Azienda</strong> Ulss <strong>18</strong>,<br />

dal MMG e operatori individuati dalla grande struttura e Assistente Sociale del comune di<br />

provenienza.<br />

La possibilità per le persone con disabilità accolte nelle grandi strutture di essere inserite in servizi<br />

residenziali del territorio dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>, verrà valutata secondo i seguenti criteri:<br />

- età della persona disabile;<br />

- da quanto tempo la persona disabile è inserita nella grande struttura;<br />

- presenza di risorse familiari;


- presenza di risorse del territorio e loro compatibilità con la patologia della persona disabile.<br />

1.8 Ricognizione sul possibile bisogno di residenzialità degli assistiti con un progetto<br />

personalizzato attivo nell’area della domiciliarità.<br />

La stretta connessione esistente nell’Area della Disabilità tra sistema della domiciliarità e sistema<br />

della residenzialità, permette una valutazione del possibile bisogno di residenzialità degli assistiti<br />

che attualmente fruiscono di un progetto personalizzato attivo all’interno dell’area della<br />

domiciliarità.<br />

Per calcolare il possibile bisogno di residenzialità si è provveduto a fare un’indagine sull’età:<br />

1) dei genitori degli assistiti attualmente inseriti nei centri diurni per disabili dell’<strong>Azienda</strong>;<br />

Grafico n° 3: N° genitori degli assistiti inseriti nei servizi diurni suddivisi per fasce d’età<br />

22<br />

32<br />

età<br />

< 60<br />

29<br />

26<br />

età<br />

60/70 anni<br />

Età genitori utenti Ceod<br />

23 23<br />

età<br />

70/80 anni<br />

4<br />

6<br />

età<br />

> 80 anni<br />

41<br />

26<br />

deceduti<br />

Maschi<br />

Femmine<br />

73


Grafico n°4: N° e percentuale dei genitori degli assistiti inseriti nei servizi diurni suddivisi per<br />

fasce d’età.<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

54<br />

32,73<br />

età<br />

< 60<br />

Percentuale età genitori utenti Ceod<br />

55<br />

33,33<br />

età<br />

60/70 anni<br />

46<br />

27,88<br />

età<br />

70/80 anni<br />

10 6,06<br />

età<br />

> 80 anni<br />

Considerato che gli assistiti attualmente inseriti nei centri diurni per disabili sono N° 116, dal<br />

grafico si può rilevare che:<br />

1) la percentuale di genitori con un’età inferiore ai 60 anni, pur comprendendo una fascia di età<br />

nettamente più estesa ( 46-59), è sovrapponibile alle due categorie successive;<br />

2) i genitori tra i 60 e i 80 anni sono il 61,21% del totale dei genitori viventi;<br />

3) i familiari di utenti con età superiore agli 80 anni sono il 6,06 % del totale dei genitori viventi.<br />

Come si evince dai dati riportati nelle tabelle, più della metà dei familiari degli assistiti inseriti<br />

presso i centri diurni per disabili è nella fascia d’età tra i 60 e gli 80 anni; questo dato non può<br />

essere trascurato ai fini di una valutazione del bisogno di residenzialità in quanto quest’ultimo può<br />

legarsi sia alla mancanza dei genitori che alle difficoltà che i genitori stessi possono incontrare con<br />

l’aumentare della loro età nella gestione del carico assistenziale dei loro congiunti. Da questo<br />

punto di vista diventa particolarmente rilevante che il 6,06% dei familiari superi gli 80 anni.<br />

Dall’analisi dei dati è inoltre emerso che 17 assistiti sono orfani di entrambi i genitori e sono<br />

seguiti da fratelli e/o sorelle, mentre 34 utenti vivono con un solo genitore.<br />

2) dei familiari degli assistiti attualmente titolari di un progetto ai sensi della L.162/98, o Vita<br />

Indipendente o L. 284/98.<br />

74<br />

Totali<br />

percentuale


Grafico n° 5: situazione familiare degli assistiti con un progetto personalizzato ai sensi della<br />

L.162/98- Piano Personalizzato, loro coniugi e familiari.<br />

SITUAZIONE FAMILIARE<br />

0%<br />

25%<br />

Grafico n° 6: tipologia dell’handicap degli assistiti con un progetto personalizzato ai sensi della<br />

L.162/98- Piano Personalizzato, loro coniugi e familiari.<br />

65%<br />

5%<br />

70%<br />

Tipologia dell'handicap<br />

Handicap<br />

Congenito<br />

Persone che<br />

vivono sole<br />

Persone che<br />

vivono in famiglia<br />

Persone<br />

che vivono<br />

con 1 genitore<br />

Persone<br />

che vivono<br />

con 1 familiare<br />

Handicap<br />

Acquisito<br />

35%<br />

75


Dai dati si evince che un ulteriore 30% delle situazioni seguite con interventi ai sensi della Legge<br />

162/98- Piani Personalizzati, si presentano a rischio rispetto ad un bisogno di residenzialità.<br />

2. Le modalità di accesso<br />

L’accesso ai servizi residenziali avviene a seguito della valutazione effettuata dall’UVMD del<br />

Distretto di residenza della persona con disabilità. L’UVMD, composta secondo le modalità<br />

previste dal presente provvedimento, approva il progetto individuale, in relazione al quale viene<br />

individuata la tipologia di struttura meglio rispondente ai bisogni della persona con disabilità e<br />

definito il livello della quota di rilievo sanitario assegnata all’impegnativa di residenzialità.<br />

La valutazione viene svolta secondo le modalità già indicate nel presente Piano.<br />

Il Distretto che governa il Servizio UVMD, ancorché le stesse possono essere istruite dai servizi<br />

competenti, attiva il registro unico per la residenzialità delle persone disabili e gestisce la<br />

graduatoria stabilita secondo i punteggi emersi dalla valutazione UVMD. L’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong><br />

provvederà a predisporre il regolamento sulle procedure di accesso per le persone disabili alle<br />

strutture residenziali; tale regolamento dovrà prevedere le priorità di accesso, con particolare<br />

attenzione ai criteri riferiti all’accoglienza di persone disabili non residenti nel territorio<br />

dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>.<br />

3. L’impegnativa di residenzialità<br />

L’impegnativa di residenzialità è il titolo rilasciato dall’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> al cittadino residente che<br />

deve accedere alle prestazioni rese nei servizi residenziali della Regione Veneto, accreditati ai<br />

sensi della LR 22/02 e, nelle more della sua attuazione, oggi convenzionati secondo la normativa<br />

vigente.<br />

L’impegnativa di residenzialità non può essere utilizzata nei servizi non convenzionati secondo la<br />

normativa vigente o sprovvisti di accreditamento ai sensi della L.R. 22/02.<br />

L’assegnazione delle impegnative di residenzialità all’ <strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> avviene con apposito<br />

provvedimento della Giunta Regionale nel rispetto delle disponibilità di bilancio. L’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong><br />

emette le impegnative di residenzialità nel limite massimo delle impegnative annuo equivalente<br />

assegnato dalla programmazione regionale.<br />

Il titolare dell’impegnativa è la persona con disabilità. Il valore dell’impegnativa si attiva a favore<br />

del servizio residenziale prescelto dalla data effettiva di accoglienza.<br />

4. I livelli di assistenza<br />

Come previsto dalle DGR 2473/04 e 2501/04, le unità di offerta qualificate come nuclei di RSA e<br />

Comunità residenziale per disabili in situazione di gravità erogano prestazioni di assistenza sociosanitaria<br />

che vengono definiti di media intensità o di secondo livello mentre le unità di offerta<br />

qualificate come comunità alloggio erogano prestazioni di assistenza sociosanitaria che vengono<br />

definiti di intensità minima o di primo livello; le unità di offerta si caratterizzano per standard<br />

organizzativi e strutturali diversi che vengono richiesti per il rilascio dell’autorizzazione<br />

all’esercizio e all’accreditamento.<br />

L’entità del contributo di rilievo sanitario relativo alle impegnative di residenzialità per l’accesso ai<br />

servizi di primo e secondo livello viene definito annualmente con apposito provvedimento della<br />

Giunta Regionale, al quale il presente Piano si atterrà.<br />

Come già stabilito dalla DGR 1414/06, alle persone con disabilità e in condizione di gravità, per le<br />

quali l’UVMD abbia approvato ed autorizzato un progetto individuale di assistenza l’<strong>Azienda</strong><br />

<strong>ULSS</strong> è autorizzata a riconoscere la quota di rilievo sanitario di secondo livello, anche nelle<br />

comunità alloggio autorizzate all’esercizio secondo la normativa vigente, per le quali viene<br />

accertata l’erogazione di prestazioni socio-sanitarie di intensità e standard previsti per le strutture<br />

qualificate come RSA e Comunità residenziale riabilitativa.<br />

76


5. La sostenibilità dei costi e la retta media<br />

Il presente Piano si impegna ad adottare quanto previsto dai provvedimenti che la Giunta<br />

Regionale emanerà rispettivamente ai criteri per la determinazione dei parametri minimi e massimi<br />

delle rette giornaliere, in relazione agli standard organizzativi e gestionali per singola tipologia di<br />

unità di offerta e allo schema tipo di convenzione per regolamentare i rapporti tra enti gestori e<br />

<strong>Azienda</strong> Ulss.<br />

77


QUINTA PARTE<br />

→ Il sistema informativo<br />

→ I risultati attesi<br />

→ Le risorse<br />

78


Il Sistema Informativo<br />

Attualmente è presente nell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> un software “Sistema Informativo Assistenza<br />

Primaria (SIAP)” per la rilevazione e l’analisi dei dati dei Servizi Socio-Sanitari Distrettuali.<br />

Il programma è stato avviato dall’anno 2005, insieme all’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> 19 di Adria, per le aree<br />

della disabilità infantile e l’area della disabilità adulta.<br />

Azioni realizzate e in costante aggiornamento :<br />

Formazione congiunta degli operatori dell’età evolutiva e dell’età adulta delle due Aziende<br />

all’utilizzo del programma da parte della ditta appaltatrice S.O.I.V.E., che ha comportato<br />

l’impegno di individuare omogenee prestazioni, attività, dati gestionali da inserire nel<br />

programma per entrambe le Aziende.<br />

Formazione all’utilizzo del programma di operatori rappresentativi di tutti i servizi delle SOS<br />

da parte dei operatori formati con la ditta S.O.I.V.E.<br />

Ciascuna <strong>Azienda</strong> ha proceduto poi al caricamento dei propri dati di attività, in particolar modo per<br />

l’età adulta dell’<strong>Azienda</strong> <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong> si è proceduto come segue:<br />

Caricamento di tutti i dati di attività riguardanti gli assistiti dei Centri Diurni a partire dal 1<br />

gennaio 2005.<br />

Aggiornamento mensile dei dati caricati, con l’ulteriore coinvolgimento dei restanti 46<br />

operatori dei Centro Diurni<br />

Caricamento di tutti i dati di attività riguardanti gli assistiti del Servizio di Integrazione<br />

Lavorativa degli ultimi sei mesi del 2005 e poi di tutto il 2006<br />

Compilazione della scheda finanziaria desunta dal programma per ogni singolo utente,<br />

necessaria al proseguimento dei progetti stessi.<br />

Aggiornamento mensile dei dati relativi ai programmi di Integrazione Lavorativa in atto.<br />

Fase iniziale di caricamento delle schede SVAMA a partire da novembre 2006.<br />

Proposte continue da parte degli operatori che utilizzano il programma sia alla ditta che agli<br />

amministratori di sistema per migliorare i flussi informativi.<br />

I Risultati Attesi<br />

Il Piano Locale della Disabilità prevede il perseguimento dei seguenti risultati:<br />

b) continuità rispetto allo standard attuale dei servizi e prestazioni, in termini di<br />

tipologie di intervento, di risorse impegnate, utenti presi in carico, interventi<br />

effettuati;<br />

c) ampliamento della gamma di offerta dei servizi per le persone disabili;<br />

d) incremento dello standard attuale dei servizi e prestazioni che risultino al di sotto<br />

della media regionale per quanto riguarda utenti presi in carico e interventi<br />

effettuati.<br />

Sono inoltre indicatori di struttura e di risultato, da mettere in rapporto al bisogno espresso dalle<br />

persone con disabilità e da rilevarsi tramite il sistema informativo dell’Area Disabilità:<br />

− n° di operatori, per tipologia di qualifica professionale;<br />

− n° di operatori, per tipologia di servizio;<br />

− n° di utenti, per tipologia di prestazione/servizio;<br />

− n° di prestazioni, per tipologia di intervento;<br />

− le risorse economiche impiegate, a livello complessivo e di singola tipologia di<br />

intervento;<br />

− N° di risposte per tipologia di prestazione;<br />

79


− N° Progetti Individuali definiti in Equipe Multiprofessionale;<br />

− N° UVMD<br />

− N° di operatori suddivisi per tipologia di professionale coinvolti nelle UVMD;<br />

− Protocolli con l’Area Anziani e con i Servizi Riabilitativi e Neurologici.<br />

Le risorse<br />

Tabella n. 20 Costi servizio assistenza domiciliare anno 2005<br />

ENTE EROGATORE<br />

(Comune o altro Ente<br />

delegato)<br />

COSTI SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE<br />

ATTIVITA' ANNO 2005<br />

NUMERO OPERATORI<br />

EQUIVALENTI<br />

DEDICATI ALL'ASSITENZA<br />

COSTO OPERATORI<br />

DEDICATI ALL'ASSISTENZA<br />

DOMICILIARE<br />

OPER. ASS. ASS.SOC. OPER. ASS. ASS.SOC.<br />

1 2 3 4 5<br />

Badia Polesine 0,81 1,00 € 17.024,00 € 20.443,00<br />

Bagnolo Po 0,50 0,06 € 12.991,00 € 1.785,00<br />

Bergantino 0,83 0,12 € 21.302,00 € 3.555,00<br />

Boara Pisani 1,00 0,26 € 29.995,00 € 8.356,00<br />

Calto 0,61 0,09 € 15.107,00 € 2.515,00<br />

Canaro 1,00 0,05 € 25.220,00 € 1.649,00<br />

Canda* 0,417 0,111 € 10.514,00 € 2.519,00<br />

Castelguglielmo 0,50 0,12 € 8.362,00 € 2.793,00<br />

Castlmassa 1,25 0,42 € 25.082,00 € 12.615,00<br />

Castelnuovo Bariano 0,88 0,11 € 21.524,00 € 2.358,00<br />

Ceneselli 0,28 0,14 € 8.468,00 € 3.687,00<br />

Ceregnano 1,00 0,09 € 9.941,00 € 6.788,00<br />

Costa di Rovigo 0,64 0,04 € 16.543,00 € 960,00<br />

Ficarolo* 0,20 0,15 € 4.894,00 € 5.000,00<br />

Fiesso Umbertiano 0,72 0,22 € <strong>18</strong>.138,00 € 6.466,00<br />

Fratta Polesine* 0,10 0,10 € 2.600,00 € 3.011,00<br />

Gaiba 0,17 0,04 € 2.889,00 € 1.<strong>18</strong>9,00<br />

Gavello 0,61 0,22 € 15.572,00 € 2.538,00<br />

Ghiacciano con Bar.lla 1,00 0,33 € 19.917,00 € 13.874,00<br />

Lendinara 2,00 0,22 € 57.608,00 € 6.445,00<br />

Lusia 0,722 0,111 € 13.686,00 € 3.230,00<br />

Melara 0,55 0,11 € 11.293,00 € 3.332,00<br />

occhiobello 2,00 0,61 € 52.051,00 € <strong>18</strong>.552,00<br />

Pincara* 0,55 0,26 € 13.838,00 € 1.070,00<br />

Salara* 1,00 0,00 € 25.368,00 € 389,00<br />

San Bellino 0,38 0,03 € 7.654,00 € 1.026,00<br />

San Martino di Venezze 1,11 0,30 € 27.455,00 € 9.082,00<br />

Stienta 1,33 0,22 € 30.064,00 € 6.532,00<br />

Trecenta 1,00 0,07 € 30.109,00 € 2.059,00<br />

Villadose 1,00 0,20 € 25.448,00 € 6.230,00<br />

Villanova del Ghebbo 1,00 0,06 € 16.6<strong>18</strong>,00 € 2.904,00<br />

Villanova Marchesana<br />

UNIONE DEI COMUNI<br />

0,42 0,07 € 10.059,00 € 1.973,00<br />

DELL'ERIDANO 1,30 0,38 € 34.464,00 € 11.677,00<br />

Bosaro 0,27 0,05 € 7.144,00 € 1.692,00<br />

Crespino 0,27 0,11 € 7.554,00 € 3.131,00<br />

Guarda Veneta 0,02 0,01 € 574,00 € 212,00<br />

Polesella 0,41 0,16 € 10.436,00 € 5.076,00<br />

Pontecchio Polesine<br />

<strong>ULSS</strong> <strong>18</strong><br />

0,33 0,05 € 8.756,00 € 1.566,00<br />

Aruà Polesine 0,43 0,10 € 10.791,00 € 3.338,00<br />

Rovigo 10,40 2,26 € 261.555,00 € 72.663,00<br />

Rovigo pre minore* 1,68 0,015 € 41.997,00 € 412,00<br />

Villamarzana 0,19 0,06 € 4.674,00 € 1.999,00<br />

Frassinelle Polesine* 0,31 0,06 € 7.821,00 € 1.613,00<br />

ADI - E 2,35 1,32 € 59.457,00 € 44.527,00<br />

ADI - E minore 1,07 0,015 € 31.481,00 € 412,00<br />

80


Tabella n. 21 Risorse finanziarie – Anno 2005<br />

SERVIZI<br />

Assistenza<br />

Domiciliare<br />

Assistenza Scolastica<br />

Servizi Diurni<br />

SIL<br />

Multimediale<br />

CER<br />

ADI Minore<br />

Soggiorni<br />

Nuoto<br />

Legge 162/98<br />

TOTALE<br />

VEDI TABELLA N.<br />

20<br />

337.593,70<br />

2.207.868,27<br />

908.500,64<br />

72.158,27<br />

449.029,22<br />

75.563,00<br />

30383,00<br />

finanziamento<br />

Regionale<br />

71.379,10<br />

314.229,21<br />

finanziamento<br />

Regionale<br />

SOCIALE<br />

337.593,70<br />

971.251,69<br />

659.347,91<br />

72.158,27<br />

175.200,33<br />

43.071,00 da alcuni<br />

comuni<br />

71.379,10 da alcuni<br />

comuni<br />

SANITARIO<br />

113.2308,99<br />

242.101,27<br />

248.828,90<br />

32.492,00<br />

Le tabelle n. 20 e n. 21 riportano le risorse finanziarie che i singoli Enti comunali e l’<strong>Azienda</strong> Ulss<br />

<strong>18</strong> hanno messo a disposizione nell’ anno 2005 per realizzare le attività e i servizi inseriti nel Piano<br />

Locale della Disabilità.<br />

81


<strong>PIANO</strong> <strong>LOCALE</strong> <strong>DELLA</strong> DISABILITA’<br />

ALLEGATO 1: VADEMECUM U.V.M.D.<br />

ALLEGATI<br />

ALLEGATO 2: DELIBERA N° 207/07 APPROVAZIONE REGOLAMENTO CENTRI<br />

EDUCATIVI OCCUPAZIONALI DIURNI.<br />

ALLEGATO 3 : DELIBERA N° 774/06 PROCEDURE PER L’AUTORIZZAZIONE<br />

ALL’INSERIMENTO DI PERSONE DISABILI IN STRUTTURE SEMIRESIDENZIALI<br />

(CEOD) ESTERNE AL TERRITORIO DELL’AZIENDA <strong>ULSS</strong> <strong>18</strong>.<br />

ALLEGATO 4: GRIGLIA DI VALUTAZIONE GRAVITA’ E SOSTEGNO FAMILIARE.<br />

ALLEGATO 5: DELIBERA N° 528/06 APPROVAZIONE CONVENZIONE CON GLI<br />

ISTITUTI POLESANI S.r.l. PER LA GESTIONE <strong>DELLA</strong> COMUNITA’ ALLOGGIO.<br />

82


A cura di<br />

Referente Piano Locale Disabilità<br />

Responsabile Sos Dpt Disabilità Adulta-SIL Emma Zorzato<br />

Psicologo Sos Dpt Disabilità Adulta-SIL<br />

Collaboratore Referente Piano Locale Disabilità Raffaella Bisi<br />

83

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!