Febbraio 2009 - Anno 5 - Università degli Studi di Torino
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ATTUALITÀ<br />
NUOVI PRINCIPI<br />
A<br />
lberto Piazza, professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Genetica<br />
umana alla Facoltà <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina e chirurgia<br />
dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>, membro della Consulta<br />
nazionale <strong>di</strong> bioetica, è stato appena<br />
nominato vice-presidente del Comitato <strong>di</strong> bioetica del-<br />
l’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>. Firmatario nel 2007 del Manifesto<br />
<strong>di</strong> bioetica laica, il professor Piazza illustra quali temi<br />
agiteranno il <strong>di</strong>battito nei prossimi anni - staminali, fecondazione<br />
assistita, testamento biologico – e spiega<br />
perché, in riferimento al recente caso <strong>di</strong> Eluana Englaro,<br />
l’idratazione e l’alimentazione non possano mai considerarsi<br />
trattamenti obbligatori.<br />
Di cosa si occupa il Comitato <strong>di</strong> bioetica dell’<strong>Università</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Torino</strong>?<br />
«Il comitato ha funzioni limitate perché tutti i protocolli<br />
<strong>di</strong> tipo sperimentale che hanno come oggetto l’uomo,<br />
passano attraverso un altro comitato, quello aziendaleospedaliero.<br />
L’università si è posta il problema <strong>di</strong> avere<br />
un suo comitato etico per quel che riguarda due tematiche<br />
principali, la sperimentazione animale e la ricerca<br />
scientifi ca in soggetti umani volontari sani, argomenti<br />
non coperti dai comitati interaziendali. Inoltre, era<br />
necessario avere un proprio organismo perché molte<br />
riviste scientifi che, prima <strong>di</strong> pubblicare un articolo, richiedono<br />
l’approvazione da parte del comitato etico.<br />
Prima dell’istituzione <strong>di</strong> questo comitato etico, ogni <strong>di</strong>partimento<br />
creava un suo organismo interno: in questo<br />
modo, i controllati erano anche i controllori. Ora, con questo nuovo organismo,<br />
presieduto da un esperto esterno all’<strong>Università</strong>, l’avvocato Paolo<br />
Emilio Ferreri, è assicurato un maggior rigore».<br />
Quali saranno i temi della bioetica <strong>di</strong> cui si <strong>di</strong>scuterà <strong>di</strong> più in futuro?<br />
«Innanzitutto il problema delle cellule staminali. In Italia, la Chiesa cattoli-<br />
febbraio ‘09<br />
Bioetica senza bavaglio<br />
Il genetista Alberto Piazza: idratazione e alimentazione non devono essere obbligatorie<br />
Alberto Piazza, or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Genetica umana a Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>, è membro della Consulta <strong>di</strong> bioetica<br />
12<br />
ca ha imposto un limite molto forte: secondo un principio <strong>di</strong> precauzione,<br />
la sensibilità cattolica fa questo ragionamento: “Se non possiamo esattamente<br />
sapere quando un embrione è da ritenersi vera e propria persona,<br />
riteniamo che tutti gli embrioni siano persone”. È evidente come questo<br />
principio confi guri una restrizione della libertà <strong>di</strong> ricerca che isola il nostro<br />
Paese dal resto d’Europa. In Gran Bretagna, si è tentato <strong>di</strong> superare il pro-<br />
blema delle cellule staminali embrionali che potenzialmente sono in<br />
grado <strong>di</strong> generare un embrione, creando delle cellule “ibride”, realizzate<br />
inserendo nuclei umani in ovociti animali. C’è ancora molto da<br />
lavorare, ma potrebbe essere un buon compromesso. Un altro tema<br />
<strong>di</strong> grande interesse è ancora quello della fecondazione assistita: oggi,<br />
la L. 40/2004 è una legge a mio parere regressiva e crudele nei<br />
confronti delle coppie che hanno <strong>di</strong>ffi coltà a procreare: ha generato<br />
un fenomeno <strong>di</strong> “turismo riproduttivo” delle coppie semplicemente<br />
ingiusto».<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista me<strong>di</strong>co, si può <strong>di</strong>re che un embrione ha lo<br />
stesso statuto <strong>di</strong> una persona?<br />
«Il me<strong>di</strong>co non può valutare una simile affermazione: trattandosi <strong>di</strong><br />
un processo continuo, mettere una soglia oltre la quale un embrione<br />
<strong>di</strong>venta persona è del tutto convenzionale. Ad esempio, in Gran<br />
Bretagna, il limite è stato fi ssato al 14° giorno, ma in altri paesi la legislazione<br />
può variare, è appunto una convenzione».<br />
Se passerà il ddl sul testamento biologico proposto dal Governo<br />
che prevede idratazione e alimentazione come trattamenti<br />
sanitari obbligatori, che tipo <strong>di</strong> legge avremo?<br />
Una legge assurda. Nessuno in Europa si sognerebbe <strong>di</strong> annoverare<br />
idratazione e alimentazione me<strong>di</strong>ante son<strong>di</strong>no tra i trattamenti<br />
sanitari obbligatori: è semplicemente un assurdo. Per la sensibilità<br />
cattolica si tratta invece <strong>di</strong> trattamenti <strong>di</strong> sostentamento alla vita e<br />
per questo non possono rientrare nella <strong>di</strong>screzione del paziente.<br />
Quando certi beni vengono defi niti “in<strong>di</strong>sponibili”, è ovvio che poi si<br />
arrivi a uno scontro frontale: trovare un punto <strong>di</strong> equilibrio <strong>di</strong>venta<br />
una impresa titanica».<br />
Secondo lei, la sentenza Englaro può costituire un precedente per<br />
altri casi simili?<br />
«Non credo, perché il nostro non è un <strong>di</strong>ritto della “common law”: si tratta<br />
<strong>di</strong> un precedente importante, ma non vincolante».<br />
Elena Rosselli