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“Parchi e Giardini storici del Friuli Venezia Giulia” in formato pdf

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BREVE STORIA DEL GIARDINO IN FRIULI VENEZIA GIULIA<br />

2. Pompei, Casa <strong>del</strong> Bracciale d’oro, particolare di un hortus pictus.<br />

Nella lunga stagione medievale sorsero molteplici strutture fortificate, caratterizzate<br />

da moduli compositivi semplici e generalmente alieni da pretese ornamentali:<br />

la severità dei costumi e la primaria esigenza difensiva limitarono gli <strong>in</strong>serti<br />

giard<strong>in</strong>istici, che però, nonostante l’angustia di spazi, erano necessari per le esigenze<br />

<strong>del</strong>la quotidianità, ad esempio la coltivazione di erbe medic<strong>in</strong>ali ed aromatiche.<br />

Anche di questi spazi ridotti – sul mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong>l’hortus conclusus di<br />

tradizione monastica – mancano le testimonianze concrete (fig. 3), mentre le<br />

fonti letterarie sono relativamente generose.<br />

Il nuovo mo<strong>del</strong>lo <strong>in</strong>sediativo <strong>del</strong>la villa, che prese forma nella penisola italiana nel<br />

XV secolo, spezzò le rec<strong>in</strong>zioni dei castelli, aprendosi a una campagna divenuta<br />

più sicura.<br />

La nuova tipologia si affermò legandosi progressivamente, con sempre maggiore<br />

consapevolezza, al passato classico: riconquistata questa cont<strong>in</strong>uità, si consegnò<br />

al futuro elaborando una struttura aperta che, fissati gli elementi funzionali e scenografici<br />

di base, accentuava il suo impatto nella natura, modificata dal proposito<br />

ord<strong>in</strong>atore <strong>del</strong>l’uomo. Si ottenne così un fenomeno artistico unitario, codificato <strong>in</strong><br />

espressione monumentale.<br />

Nel mondo veneto questo fenomeno si affermò <strong>in</strong> parallelo al processo di appropriazione,<br />

da parte di <strong>Venezia</strong>, <strong>del</strong>la terraferma e divenne lo strumento per sostenere<br />

la compattezza <strong>del</strong>la Repubblica, grazie allo sfruttamento <strong>del</strong>le risorse <strong>del</strong><br />

territorio. Dopo l’esperienza di Cambrai la Serenissima diede avvio ad un’opera di<br />

rimo<strong>del</strong>lamento e trasformazione che contribuì alla creazione di un paesaggio<br />

imperniato su ampie proprietà nobiliari, composte da vari comprensori progressivamente<br />

bonificati e posti a coltura, aventi come riferimento evidente il palazzo<br />

dom<strong>in</strong>icale. Si formava così la tradizione <strong>del</strong>le ville venete 2 .<br />

Modificato ed ampliato secondo necessità d’<strong>in</strong>dole produttiva o autorappresentativa,<br />

il microcosmo di villa si articolava <strong>in</strong>teragendo con le peculiarità <strong>del</strong> sito:

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