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“Parchi e Giardini storici del Friuli Venezia Giulia” in formato pdf

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BREVE STORIA DEL GIARDINO IN FRIULI VENEZIA GIULIA<br />

che corredarono la dimora con un parco di libero impianto <strong>in</strong> sostituzione <strong>del</strong>l’antico<br />

giard<strong>in</strong>o formale. Inf<strong>in</strong>e, nel basso <strong>Friuli</strong> aquileiese si ebbero numerosi <strong>in</strong>terventi<br />

di rimo<strong>del</strong>lamento <strong>del</strong>le antiche tenute, tra cui emerge l’operato<br />

<strong>del</strong>l’imprenditore e scienziato triest<strong>in</strong>o Luigi Chiozza che a Scodovacca si dedicò<br />

alla realizzazione di un vasto parco paesaggistico fe<strong>del</strong>e ai caratteri <strong>del</strong> luogo ma<br />

rilevante per le numerose specie esotiche che il proprietario volle <strong>in</strong>trodurvi nel<br />

suo lungo soggiorno nel comprensorio (1858-89) 77 .<br />

IL XX SECOLO<br />

All’<strong>in</strong>izio <strong>del</strong> XX secolo la situazione precedentemente <strong>del</strong><strong>in</strong>eata si modificò gradualmente:<br />

il concetto di decoro, tipico <strong>del</strong>la stagione ottocentesca, conobbe un<br />

lento decl<strong>in</strong>o <strong>in</strong> virtù dei mutamenti politico-sociali e <strong>del</strong> gusto che si orientò dapprima<br />

verso gli stilemi Liberty poi con una ripresa <strong>del</strong>l’eclettismo accademico.<br />

L’Art Nouveau si presentava come uno stile orig<strong>in</strong>ale e unificante, applicabile ad<br />

ogni espressione formale, qu<strong>in</strong>di anche al verde di contorno, formalizzato <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ee<br />

decorative flessuose e l’impiego di specie vegetali esotiche, <strong>in</strong>dicative <strong>del</strong>la ricerca<br />

<strong>del</strong> lontano e <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>consueto, tipica <strong>del</strong> periodo. Tali caratteri vennero riproposti<br />

<strong>in</strong> molti giard<strong>in</strong>i, anche di limitata estensione, che circondavano<br />

palazz<strong>in</strong>e o vill<strong>in</strong>i urbani, e residenze extraurbane: il periodo <strong>del</strong>la Belle Epoque<br />

che ebbe tragicamente term<strong>in</strong>e con lo scoppio <strong>del</strong> Primo conflitto mondiale è<br />

contrassegnato da un proliferare di esempi, equamente distribuiti nelle varie prov<strong>in</strong>ce,<br />

soprattutto <strong>in</strong> alcune località che divennero meta di escursione, proprio<br />

per le belle architetture e i loro giard<strong>in</strong>i – ad esempio, nell’ud<strong>in</strong>ese, Tricesimo o<br />

Tarcento, con la loro vaga riviera 78 .<br />

L’idea <strong>del</strong>la città-giard<strong>in</strong>o era la più <strong>in</strong> voga, anche se di fatto non realizzata, e<br />

tuttavia il ruolo <strong>del</strong> verde era ribadito anche come elemento <strong>in</strong>dispensabile dei<br />

centri moderni, per le sue valenze igienico-sanitarie e perciò non solo ludico-decorative,<br />

con soluzioni <strong>in</strong>teressanti <strong>in</strong> campo medico, come dimostrano, ad<br />

esempio, gli esperimenti relativi ai giard<strong>in</strong>i annessi a strutture curative come i<br />

giard<strong>in</strong>i d’ospedale e <strong>in</strong> particolare quelli annessi agli ospedali psichiatrici, a partire<br />

dalla struttura triest<strong>in</strong>a di San Giovanni, progettata dal goriziano Lodovico<br />

Braidotti, con aree verdi dest<strong>in</strong>ate a proseguire, con il loro disegno regolare, il recupero<br />

<strong>del</strong>la salute mentale, cui questa citta<strong>del</strong>la <strong>del</strong>la cura era dest<strong>in</strong>ata 79 (vedi<br />

scheda a p. 196).<br />

La Prima guerra mondiale fu il momento tragico per il nostro territorio regionale<br />

perché lo co<strong>in</strong>volse direttamente, soprattutto nelle aree a ridosso <strong>del</strong> fronte. Brusca<br />

<strong>in</strong>terruzione conobbe, ad esempio, la florida stagione dei giard<strong>in</strong>i goriziani:<br />

da ‘Nizza austriaca’ la città divenne il simbolo <strong>del</strong> sacrificio, poi <strong>del</strong>la vittoria che<br />

ne derivò. Molti dei suoi giard<strong>in</strong>i furono devastati o distrutti, o generalmente abbandonati.<br />

A fronte di ciò, sul versante pubblico si sentì l’esigenza di dare un segno forte di<br />

r<strong>in</strong>ascita collegato alla memoria dei recenti avvenimenti: la circolare m<strong>in</strong>isteriale<br />

n. 67 <strong>del</strong> 30 novembre 1922 <strong>in</strong>vitava tutti i comuni <strong>del</strong> Regno d’Italia a istituire<br />

strade o parchi detti ‘<strong>del</strong>la Rimembranza’, per commemorare i Caduti <strong>del</strong>la<br />

Grande Guerra. L’occasione fu colta anche nelle nostre città: a Gorizia, sull’area<br />

<strong>del</strong> cimitero comunale, si <strong>in</strong>augurò nel 1923 il Parco dei volontari goriziani – a

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