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La nostra MISSIONE, Le nostre AZIONI. - Avis

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S C O P O 2<br />

<strong>La</strong> tutela del diritto alla salute<br />

piegato per definire i capisaldi dei “requisiti strutturali tecnologici e organizzativi<br />

minimi” per le attività sanitarie dei servizi trasfusionali e delle Unità di raccolta. <strong>Le</strong><br />

linee guida sono state poi recepite nel maggio 2010 tramite l’accordo stato regioni,<br />

ma per evitare di giungere impreparati alla scadenza della messa a norma delle Udr<br />

a gestione associativa, a partire dal mese di dicembre 2009 avis toscana si è attivata<br />

per effettuare una mappatura delle avis titolari dell’autorizzazione all’esercizio<br />

dell’Unità di raccolta.<br />

sulla raccolta complessiva regionale di 113.173 donazioni, solo 8.847 donazioni pari<br />

al 7,8% sono quelle eseguite presso Unità di Raccolta, contro le 104.326 effettuate<br />

presso strutture trasfusionali pubbliche. Infatti i donatori avis si recano in maggioranza<br />

a donare presso le strutture trasfusionali delle asL e laddove non esistono<br />

Unità di raccolta associative, come nel caso delle province di Lucca, Pisa, Pistoia e<br />

arezzo, la raccolta indiretta è in pratica inesistente, mentre a Livorno è pressoché<br />

irrilevante rappresentando appena lo 0,4% della raccolta totale.<br />

nella provincia di Massa Carrara e di Prato si registrano valori leggermente più alti,<br />

pari rispettivamente al 3,7% e al 4,5% della loro raccolta complessiva, mentre a<br />

Grosseto la raccolta indiretta si attesta sul 6,2%, e sale al 19% nella provincia di<br />

siena. L’incidenza delle raccolta indiretta risulta maggiore nella provincia di firenze<br />

dove rappresenta il 49% della raccolta totale, in quanto oltre ad essere la provincia<br />

con il maggior numero di Unità di raccolta fisse, è anche l’unica dove si effettuano<br />

donazioni con una Unità di raccolta mobile, che è stata però dismessa nel corso del<br />

2010.<br />

se, quindi, in toscana l’attività di raccolta è prevalentemente affidata al servizio<br />

pubblico, è anche vero che la scelta dei donatori è chiaramente condizionata dalle<br />

differenze organizzative presenti sul territorio.<br />

In ogni caso, poiché avis toscana sente la responsabilità del proprio ruolo e intende<br />

applicare correttamente i protocolli di sicurezza a garanzia della salute dei donatori<br />

e dei riceventi, attraverso la mappatura ha indagato sui requisiti vigenti presso le<br />

Udr attive e sulle integrazioni necessarie delle Unità di raccolta associative, ossia<br />

quelle che il decreto 261 descrive come “quelle ove la titolarità autorizzativa è in<br />

capo ad una associazione o Federazione di donatori di sangue”.<br />

Per ottenere l’accreditamento regionale e continuare a svolgere l’attività di raccolta<br />

le Udr dovranno soddisfare alcuni requisiti minimi necessari individuati dal Centro<br />

nazionale sangue e che si dividono in tre tipologie:<br />

➲ reQUIsItI strUttUraLI: riguardano in particolar modo i locali e gli spazi dove<br />

viene effettuata la raccolta;<br />

➲ reQUIsItI teCnoLoGICI: inerenti alle attrezzature adibite al prelievo, conservazione<br />

e trasporto delle emazie;<br />

<strong>La</strong> <strong>nostra</strong> missione, <strong>Le</strong> <strong>nostre</strong> azioni.<br />

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