Il caso Catania - Fondazione Nesi
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cato dai fatti di cui sub. VII e sub. VIII) fa subito apparire sul<br />
quotidiano di Palermo (4 febbraio) una sorprendente intervista :<br />
gli arresti di imprenditori, per asserita collusione con i mafiosi,<br />
possono riuscire di giovamento proprio alla mafia, mentre mettono<br />
in pericolo il pane dei lavoratori dipendenti. Solo in fine<br />
dell'intervista si fa posto, brevemente, alla ipotesi che la collusione<br />
sia provata, per dedurne che in tal <strong>caso</strong> etc... .<br />
E' una presa di distanza di cui i giudici del riesame possano tener<br />
conto o si tratta di un messaggio?<br />
L'avocazione, del marzo 2001, ha per motivi (e le cronache giornalistiche<br />
ne informano il pubblico) l' i n e r z i a, e la m a l a g<br />
e s t i o nella quale è incorsa la Procura della Repubblica. Ma il<br />
15 marzo appaiono sullo stesso quotidiano di <strong>Catania</strong>, fianco a<br />
fianco, interviste del Procuratore Capo e del Procuratore Generale.<br />
<strong>Il</strong> primo difende la richiesta di archiviazione, disattesa dal<br />
GIP, critica l'avocazione (in Procura Generale han tempo da<br />
perdere), sottace l'addebito di inerzia, come se non fosse mai<br />
stato formulato, e spiega il riferimento alla mala gestio col fatto<br />
in sé, del contrasto tra la richiesta di archiviazione (formulata<br />
dal gruppo o pool antimafia), e quella di cattura, avanzata dal<br />
dott. Marino, appartenente allo stesso Ufficio di Procura, e<br />
accolta dal GIP. In altri termini, nessun rimprovero di mala<br />
gestio sarebbe stato possibile, senza l'iniziativa del Marino.<br />
<strong>Il</strong> Procuratore Generale si mantiene, sorprendentemente, sulla<br />
stessa linea. Sottace anche lui l'inerzia, come motivo dell'avocazione,<br />
e spiega allo stesso modo il motivo della mala gestio. I<br />
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