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Corrado Zedda - Archivio Storico Giuridico Sardo di Sassari

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134<br />

1161 il probabile matrimonio fra la figlia del giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Cagliari,<br />

Costantino, la secondogenita Giorgia, con un esponente della fa-<br />

miglia dei Marchesi <strong>di</strong> Massa 31 permise una più salda instaura-<br />

zione <strong>di</strong> rapporti fra la <strong>di</strong>nastia regnante nel giu<strong>di</strong>cato cagliarita-<br />

no e una fra le più potenti famiglie toscane 32 .<br />

31 L’assai improbabile Oberto, “sul quale peraltro non sappiamo quasi<br />

nulla”, come afferma Mauro Ronzani, cfr. Dizionario Biografico degli<br />

Italiani, vol. 61, Roma 2003, voce Guglielmo <strong>di</strong> Massa, a cura <strong>di</strong> M.<br />

RONZANI, pp. 12-16. Per quanto riguarda una terza figlia <strong>di</strong> Costantino,<br />

Preziosa, Maria Luisa Ceccarelli Lemut ha <strong>di</strong>mostrato come sia erroneo<br />

ritenerla moglie <strong>di</strong> un membro della famiglia Gherardesca, come riportato da<br />

E. BESTA, La Sardegna, cit., p. 116 e ripreso acriticamente da tutti i<br />

successivi autori <strong>di</strong> storia sarda fino alle genealogie me<strong>di</strong>oevali <strong>di</strong> Sardegna,<br />

cfr. L. L. BROOK - F. C. CASULA – M. M. COSTA – A. M. OLIVA – R.<br />

PAVONI – M. TANGHERONI, Genealogie me<strong>di</strong>oevali <strong>di</strong> Sardegna,<br />

Cagliari – <strong>Sassari</strong> 1984, pp. 78-79 e al recente G. G. ORTU, La Sardegna,<br />

cit., p. 192, con cui si voleva spiegare l’intervento dei Conti della<br />

Gherardesca in Sardegna nel XIII secolo. La stu<strong>di</strong>osa pisana ha invece<br />

<strong>di</strong>mostrato che i Conti attivi nell’isola non erano <strong>di</strong>scendenti <strong>di</strong> Preziosa,<br />

vedova del Conte Te<strong>di</strong>ce V. Si veda per questo M. L CECCARELLI<br />

LEMUT, Me<strong>di</strong>oevo pisano. Chiesa, famiglie, territorio, Pisa 2005, p. 195,<br />

nota 104.<br />

32 Per i particolari si veda S. PETRUCCI, Re in Sardegna, a Pisa<br />

citta<strong>di</strong>ni. Ricerche sui “domini Sar<strong>di</strong>nee” pisani, Bologna 1988, pp. 14-15.<br />

Purtroppo è ancora forte in molti stu<strong>di</strong>osi il punto <strong>di</strong> vista sardocentrico<br />

riguardo a tali politiche <strong>di</strong> lignaggio. Anche secondo le recenti interpretazioni<br />

tali politiche rappresentavano un “pericoloso innesto, sul tronco genealogico<br />

dei giu<strong>di</strong>ci sar<strong>di</strong>, <strong>di</strong> ambizioni signorili straniere quanto mai pericolose” (G.<br />

G. ORTU, La Sardegna, cit., p. 127). Vi sarebbe da obbiettare sulla natura <strong>di</strong><br />

questi “pericoli” e sul significato <strong>di</strong> “straniero” nel Me<strong>di</strong>oevo, per il quale<br />

rimando a G. ROSSETTI, I primi passi, in Dentro la città. Stranieri e realtà<br />

urbane nell’Europa dei secoli XII-XVI, seconda e<strong>di</strong>zione riveduta e ampliata,<br />

a cura <strong>di</strong> G. ROSSETTI, Napoli 1999, pp. XV-XXXVII. Gabriella Rossetti si<br />

chiede “in quale misura e secondo quali parametri un genovese era straniero a<br />

Caffa, un veneziano a Cipro, o un pisano in Sardegna. Certamente la risposta<br />

varia in base ai livelli sociali. Ai vertici della società una <strong>di</strong>nastia regnante<br />

straniera che si ra<strong>di</strong>chi nei territori soggetti si naturalizza velocemente, non è<br />

più giu<strong>di</strong>cata estranea, e ciò accade ogni qualvolta la <strong>di</strong>nastia, pure legata per<br />

sangue e obiettivi politici generali alla terra <strong>di</strong> origine, <strong>di</strong>viene propria e<br />

autonoma nella gestione politica: furono gli Aragonesi nel Regno meri<strong>di</strong>onale<br />

[…], tali anche – io credo - Gherardeschi e Visconti pisani in Sardegna,<br />

imparentati con le <strong>di</strong>nastie giu<strong>di</strong>cali e come tali naturalizzati, ma non così i<br />

rappresentanti della res publica pisana, che, seppure godettero <strong>di</strong> ampie<br />

autonomie politiche in certi ambiti dell’isola, erano formalmente sud<strong>di</strong>ti, sia<br />

pure privilegiati, dei legittimi regnanti locali e pertanto stranieri fuori delle<br />

loro colonie, anche se ad essi era riservata particolare accoglienza” In ogni

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