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FISICA CLASSICA - CloudMe

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sufficientemente profonda da sottomettere tutti questi dati all'analisi, ebbene, essa abbraccerebbe in<br />

una stessa formula i movimenti dei più grandi corpi dell'universo e degli atomi più leggeri; per essa<br />

nulla sarebbe incerto e ai suoi occhi sarebbero presenti sia il futuro sia il passato. Lo spirito umano,<br />

nella perfezione che esso ha saputo dare all'astronomia, offre un pallido esempio di questa<br />

intelligenza. Le sue scoperte nella meccanica e nella geometria, insieme a quella della gravitazione<br />

universale, l'hanno messo in grado di abbracciare nelle stesse espressioni analitiche gli stati passati<br />

e futuri del sistema del mondo».<br />

LA NASCITA DELL'ASTRONOMIA MODERNA<br />

Le affermazioni di Laplace avevano a fondamento soprattutto gli enormi progressi compiuti<br />

dall'astronomia nel secolo appena trascorso. La teoria di Newton consentiva previsioni matematiche<br />

precise e si rivelò presto, in riferimento ai movimenti che avvenivano nel sistema solare, più<br />

efficace di quanto egli stesso aveva supposto. Edmund Halley (1656-1727) calcola infatti le orbite<br />

di alcune comete, scoprendo che sono normali corpi pesanti che compiono orbite molto allungate<br />

intorno al Sole. Egli scopre così che quelle apparse nel 1531, 1607 e 1682 sono in realtà una sola<br />

cometa e prevede che essa riapparirà nel 1758, cosa che puntualmente si verifica (purtroppo dopo la<br />

sua morte). Basta questo avvenimento a convincere tutto il continente europeo della straordinaria<br />

potenza della teoria di Newton e a sconfiggere definitivamente i cartesiani.<br />

Ma l'importanza di Halley non si esaurisce qui. Confrontando le posizioni di alcune stelle quali<br />

risultavano dai vecchi cataloghi astronomici con quelle appena osservate, si accorse che si erano<br />

spostate, sia pure di poco. Crollava così il mito delle stelle fisse e l'idea che esse fossero collocate<br />

su un'unica sfera. Oltre a questi spostamenti se ne scoprirono poi altri, regolari e periodici. James<br />

Bradley (1693-1762), controllando la posizione di una stella, scoprì che questa descriveva<br />

un'ellisse. Subito dopo si accorse che questo movimento era condiviso da tutte le stelle. La<br />

spiegazione del fenomeno fu trovata dallo stesso Bradley: era un effetto di moto apparente dovuto<br />

alla combinazione della velocità della luce proveniente dalle stelle e della velocità della Terra lungo<br />

la sua orbita. Il cosiddetto fenomeno dell'aberrazione astronomica fu la prima prova inconfutabile<br />

che il fatto che la Terra girasse intorno al Sole non era solo un'utile ipotesi.<br />

La precisione degli strumenti aumentava, i telescopi diventavano sempre più grandi e potenti e le<br />

scoperte cominciavano a susseguirsi con impressionante rapidità. Si scoprì che la Terra non era una<br />

sfera perfetta, ma era schiacciata ai poli; si fecero studi sulla coda delle comete che era sempre<br />

diretta nella direzione contraria a quella del Sole; si cominciò a intuire che le nebulose erano in<br />

molti casi composte da miriadi di stelle che i telescopi non riuscivano a distinguere.<br />

Il vero fondatore della moderna astronomia può essere considerato Friedrich Wilhelm Herschel<br />

(1738-1822) che, utilizzando giganteschi telescopi (l'ultimo dei quali aveva una distanza focale di<br />

12 m e impiegava uno specchio parabolico di un metro e mezzo di diametro), notevolmente<br />

perfezionati anche dal punto di vista ottico, si dedicò all'esplorazione sistematica del cielo nelle<br />

zone ancora inesplorate. In questo modo la notte del 13 marzo 1781 scopre un astro dalle singolari<br />

dimensioni e che compie un'orbita praticamente circolare: si tratta di Urano, il settimo pianeta del<br />

sistema solare. Così scoprirà anche i satelliti di Urano e di Saturno, osserverà le stelle doppie, altre<br />

nebulose prima sconosciute e altri grandi ammassi stellari.<br />

Le prime ipotesi cosmologiche<br />

Nel contempo cominciavano a essere formulate le prime ipotesi cosmologiche. Alcune di queste<br />

partivano dall'idea che la distribuzione delle stelle attorno al sistema solare non fosse uniforme in<br />

tutte le direzioni. In particolare, Johann Heinrich Lambert (1728-1777) fu il primo a teorizzare<br />

l'esistenza, nell'universo, di una gerarchia di oggetti: i sistemi planetari (come il sistema solare), gli<br />

ammassi di stelle, le galassie e gli insiemi di galassie. Fu Herschel, con le sue osservazioni<br />

sistematiche, a scoprire che il sistema solare si trova a sua volta all'interno di un enorme sistema di<br />

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