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NsB 48.pdf - Cappella Universitaria di Siena

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16<br />

Mai avrei immaginato <strong>di</strong> ritornare su un palco... tantomeno dopo averlo fatto l’ultima vol-<br />

ta circa venti anni prima quando mi ritrovai a essere protagonista del saggio <strong>di</strong> fine anno<br />

organizzato da una scuola <strong>di</strong> ballo in cui ero stato “intrappolato” per accompagnare mia cu-<br />

gina, che del resto poi si ritirò e <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>cono fossi particolarmente invaghito! In quel grup-<br />

po ero l’unico bambino circondato da ragazzine adolescenti che si cimentavano in non so<br />

quale forma strana <strong>di</strong> ballo… per me un trauma!! Immaginate quin<strong>di</strong> la mia reazione alla pro-<br />

posta <strong>di</strong> rappresentare San Filippo Neri, secondo patrono del mio paese, canonizzato dal papa mio concitta-<br />

<strong>di</strong>no! Questa volta non più adolescenti sconosciute e balli i<strong>di</strong>oti, ma giovani amici desiderosi <strong>di</strong> mettersi in<br />

gioco e portare avanti un progetto davvero grande e originale! Non vi nascondo che son stati i miei “colleghi”<br />

<strong>di</strong> palcoscenico e la grinta delle registe amiche Clau<strong>di</strong>a e Elisa a darmi forza, <strong>di</strong> volta in volta, per personifi-<br />

care don Filì, apparentemente prete “ignorante e bugiardo”, ma realmente uomo innamorato <strong>di</strong> Dio, custode<br />

geloso dei suoi “bastardelli <strong>di</strong> casa Proietti, anime abbandonate bisognose <strong>di</strong> tutto”. Mesi <strong>di</strong> lavoro in cui ci<br />

siamo davvero esposti, moderando il nostro (a volte fremente) temperamento, occasione specialissima per<br />

<strong>di</strong>vertirsi tanto con poco, sorridere e ridere a crepapelle, ma anche, e soprattutto, per conoscersi! Ahh, pa-<br />

ra<strong>di</strong>so para<strong>di</strong>so!! ■<br />

UN PROGETTO DIVENTATO<br />

REALTA’<br />

Il sipario è chiuso, non si può vedere che succede, ma il vociferare ce lo fa intuire: il tea-<br />

tro è pieno e c’è impazienza. E’ ora, ma noi, lì <strong>di</strong>etro, ci conce<strong>di</strong>amo ancora un attimo per<br />

un abbraccio collettivo. Adesso però non c’è più tempo, ognuno ai propri posti: attori sù e<br />

musicisti giù tra il pubblico. Siamo <strong>di</strong> fronte al palco, ognuno armato del proprio strumento<br />

<strong>di</strong> cui fino a qualche mese fa non conosceva neanche il nome. Basta uno sguardo e, grazie<br />

alla complicità che è stata frutto del lungo periodo <strong>di</strong> prove, capiamo <strong>di</strong> essere tutti pronti.<br />

Si inizia: il violino c’è, attacca insieme al timpano, in perfetta sincronia, e poi, a seguire, tutti gli altri. Le sce-<br />

ne si susseguono e noi, dalla platea, percepiamo che i pezzi <strong>di</strong> un grande puzzle, fino a ieri apparentemente<br />

inconciliabili si stanno ricomponendo, scoprendo un’immagine <strong>di</strong> una bellezza superiore alle nostre stresse<br />

aspettative. Tra un pensiero e l’altro arriva la fine, e noi siamo <strong>di</strong> nuovo tutti sul palco, ancora una volta uni-<br />

ti in un abbraccio e allora alzo gli occhi e mi <strong>di</strong>co: “come ho fatto non lo so a pensare <strong>di</strong> partire da solo”. ■<br />

Vedere uno spettacolo teatrale è <strong>di</strong> solito piacevole. Quando è fatto da<br />

persone che conosci <strong>di</strong>venta anche più interessante. Se magari ti capita <strong>di</strong><br />

assistere alle prove e riuscire a farti una vaga idea del lavoro che ci è <strong>di</strong>e-<br />

tro, allora <strong>di</strong>venta superlativo. Per noi lo è stato a tal punto da tornare tre<br />

volte a vedere Fabio, che pensavamo fosse più uno spettacolo d’uomo che<br />

un uomo <strong>di</strong> spettacolo, ed invece si è rivelato un bravissimo attore; Ivan<br />

che con la sua voce ben impostata e la sua <strong>di</strong>sinvoltura sembrava non aver fatto altro nella vita; lo sguardo<br />

innamorato <strong>di</strong> Arianna; l’espressione severa e solenne <strong>di</strong> Angelo; la capacita d’improvvisare <strong>di</strong> Gianmarco; la<br />

comicità <strong>di</strong> Mickey e Filippo; la <strong>di</strong>sponibilità a mettersi in gioco <strong>di</strong> Marina e Paolo; Giuseppe così a suo agio<br />

nei panni del papa; la voce incantevole <strong>di</strong> Elisa; l’effervescenza <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>a e delle sue collaboratrici e la stra-<br />

or<strong>di</strong>naria competenza del coro e dei musicisti. Ringraziamo tutti perché siamo uscite da ogni spettacolo un<br />

po’ più felici e leggere… A quando il prossimo? ■<br />

Foto <strong>di</strong>sponibili all’in<strong>di</strong>rizzo:<br />

http://www.capunisi.it/index.php/foto-e-video

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