NsB 48.pdf - Cappella Universitaria di Siena
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Il passante <strong>di</strong>stratto non prova<br />
alcun interesse per l’austera facciata<br />
<strong>di</strong> S. Vigilio, fatta <strong>di</strong> mattoni<br />
e semplici cornici <strong>di</strong> calcare. Eppure,<br />
metafora del cristiano che riconosce<br />
la vera ricchezza nell’anima,<br />
la chiesa che oggi ospita la <strong>Cappella</strong><br />
<strong>Universitaria</strong> custo<strong>di</strong>sce al suo interno un meraviglioso<br />
tesoro d’arte, che pochi altri luoghi della<br />
‘<strong>Siena</strong> da cartolina’ raggiungono. La lunga presenza<br />
gesuita (1561-1775) ha plasmato gli spazi <strong>di</strong> S. Vigilio,<br />
adattandoli alle esigenze <strong>di</strong> un or<strong>di</strong>ne de<strong>di</strong>to<br />
all’evangelizzazione dentro e fuori i confini europei.<br />
La scansione simmetrica degli spazi, intorno alla<br />
grande aula rettangolare,<br />
ha guidato la decorazione<br />
della chiesa, e l’arte del Sei<br />
e Settecento, che ne ricopre<br />
le pareti, si è adattata<br />
felicemente a trasmettere<br />
in maniera semplice e <strong>di</strong>retta<br />
il messaggio religioso. Il<br />
grande pulpito, sull’asse<br />
me<strong>di</strong>ano della sala, e gli<br />
otto confessionali, lungo le<br />
pareti, testimoniano<br />
l’impegno profuso<br />
dall’or<strong>di</strong>ne nel formare coscienze<br />
cristiane, mentre lo<br />
sforzo compiuto contro le<br />
teorie eterodosse è vivacemente<br />
espresso nella tela<br />
dell’altar maggiore. La Gloria<br />
<strong>di</strong> Sant’Ignazio <strong>di</strong> Loyola,<br />
<strong>di</strong>pinta dal celebre Mattia<br />
Preti nel 1681, simboleggia<br />
la vittoria dei Gesuiti<br />
sull’Eresia, rappresentata<br />
dalla ripugnante figura in<br />
basso a destra dell’osservatore. Una raffinata orchestrazione<br />
della decorazione artistica unisce in<br />
modo armonioso l’esaltazione della vera fede, e dei<br />
suoi <strong>di</strong>vulgatori, alla stimolazione della preghiera e<br />
della me<strong>di</strong>tazione. Gli angeloni in stucco dell’altar<br />
maggiore (G.A. Mazzuoli) accompagnano l’ascesa al<br />
LA CHIESA DI SAN VIGILIO:<br />
UN TESORO DA SCOPRIRE<br />
Per saperne <strong>di</strong> più:<br />
http://www.capunisi.it/index.php/san-vigilio<br />
Para<strong>di</strong>so <strong>di</strong> Ignazio, mentre i can<strong>di</strong><strong>di</strong> busti <strong>di</strong> Pietro<br />
e Giulia De’Vecchi (G. Mazzuoli, 1672 ca.) guidano<br />
con pose e sguar<strong>di</strong> il fedele nella contemplazione<br />
del Crocefisso, all’interno dell’omonima cappella. Gli<br />
strumenti della Passione, ostentati sulla piccola volta,<br />
e il valore simbolico del nero e del rosso, presenti<br />
tra i marmi dell’altare, partecipano coerentemente<br />
allo ‘spettacolo del sacro’. Senza dubbio, il grado<br />
emotivo più forte viene raggiunto dalle quin<strong>di</strong>ci tele<br />
raffiguranti il Giu<strong>di</strong>zio Universale poste sul soffitto<br />
(R. Vanni 1635 ca.). L’attento inserimento dell’or<strong>di</strong>ne<br />
gesuita nel tessuto religioso della città è <strong>di</strong>mostrato<br />
dalla cappella del Taja, oggi usata dal coro universitario.<br />
Ai lati del trigramma (JHS) ideato da San Bernar<strong>di</strong>no<br />
da <strong>Siena</strong> si collocano il beato senese Giovanni<br />
Colombini, fondatore<br />
dei Gesuati, e Sant’Ignazio<br />
per i Gesuiti: tutti uniti nel<br />
Nome <strong>di</strong> Gesù! Tra le famiglie<br />
nobili che concorsero<br />
all’abbellimento della chiesa<br />
svolsero un ruolo preminente<br />
i Biringucci, committenti<br />
dell’altar maggiore e del<br />
monumento, vicino alla sagrestia,<br />
de<strong>di</strong>cato a Marcello<br />
(B. Mazzuoli 1745), patrocinatore<br />
<strong>di</strong> borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />
per i giovani de<strong>di</strong>ti all’arte.<br />
La memoria funebre speculare<br />
a questa ci ricorda<br />
l’attenzione rivolta verso S.<br />
Vigilio da parte <strong>di</strong> alti rappresentanti<br />
della gerarchia<br />
ecclesiastica: il committente<br />
della tomba <strong>di</strong> Antonio<br />
Rospigliosi (G.A. Mazzuoli<br />
1658 ca.) fu il car<strong>di</strong>nale Giulio,<br />
poi Papa Clemente IX.<br />
Un altro Papa sostenne<br />
questa chiesa, il senese Alessandro VII Chigi, che<br />
da porporato aveva <strong>di</strong>retto a <strong>di</strong>stanza la decorazione<br />
della cappella <strong>di</strong> famiglia (sull’altare Educazione<br />
della Vergine, G.F. Romanelli, 1639 ca.). Ecco in sintesi<br />
il tesoro <strong>di</strong> S. Vigilio. ■