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NsB 48.pdf - Cappella Universitaria di Siena

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24<br />

Il passante <strong>di</strong>stratto non prova<br />

alcun interesse per l’austera facciata<br />

<strong>di</strong> S. Vigilio, fatta <strong>di</strong> mattoni<br />

e semplici cornici <strong>di</strong> calcare. Eppure,<br />

metafora del cristiano che riconosce<br />

la vera ricchezza nell’anima,<br />

la chiesa che oggi ospita la <strong>Cappella</strong><br />

<strong>Universitaria</strong> custo<strong>di</strong>sce al suo interno un meraviglioso<br />

tesoro d’arte, che pochi altri luoghi della<br />

‘<strong>Siena</strong> da cartolina’ raggiungono. La lunga presenza<br />

gesuita (1561-1775) ha plasmato gli spazi <strong>di</strong> S. Vigilio,<br />

adattandoli alle esigenze <strong>di</strong> un or<strong>di</strong>ne de<strong>di</strong>to<br />

all’evangelizzazione dentro e fuori i confini europei.<br />

La scansione simmetrica degli spazi, intorno alla<br />

grande aula rettangolare,<br />

ha guidato la decorazione<br />

della chiesa, e l’arte del Sei<br />

e Settecento, che ne ricopre<br />

le pareti, si è adattata<br />

felicemente a trasmettere<br />

in maniera semplice e <strong>di</strong>retta<br />

il messaggio religioso. Il<br />

grande pulpito, sull’asse<br />

me<strong>di</strong>ano della sala, e gli<br />

otto confessionali, lungo le<br />

pareti, testimoniano<br />

l’impegno profuso<br />

dall’or<strong>di</strong>ne nel formare coscienze<br />

cristiane, mentre lo<br />

sforzo compiuto contro le<br />

teorie eterodosse è vivacemente<br />

espresso nella tela<br />

dell’altar maggiore. La Gloria<br />

<strong>di</strong> Sant’Ignazio <strong>di</strong> Loyola,<br />

<strong>di</strong>pinta dal celebre Mattia<br />

Preti nel 1681, simboleggia<br />

la vittoria dei Gesuiti<br />

sull’Eresia, rappresentata<br />

dalla ripugnante figura in<br />

basso a destra dell’osservatore. Una raffinata orchestrazione<br />

della decorazione artistica unisce in<br />

modo armonioso l’esaltazione della vera fede, e dei<br />

suoi <strong>di</strong>vulgatori, alla stimolazione della preghiera e<br />

della me<strong>di</strong>tazione. Gli angeloni in stucco dell’altar<br />

maggiore (G.A. Mazzuoli) accompagnano l’ascesa al<br />

LA CHIESA DI SAN VIGILIO:<br />

UN TESORO DA SCOPRIRE<br />

Per saperne <strong>di</strong> più:<br />

http://www.capunisi.it/index.php/san-vigilio<br />

Para<strong>di</strong>so <strong>di</strong> Ignazio, mentre i can<strong>di</strong><strong>di</strong> busti <strong>di</strong> Pietro<br />

e Giulia De’Vecchi (G. Mazzuoli, 1672 ca.) guidano<br />

con pose e sguar<strong>di</strong> il fedele nella contemplazione<br />

del Crocefisso, all’interno dell’omonima cappella. Gli<br />

strumenti della Passione, ostentati sulla piccola volta,<br />

e il valore simbolico del nero e del rosso, presenti<br />

tra i marmi dell’altare, partecipano coerentemente<br />

allo ‘spettacolo del sacro’. Senza dubbio, il grado<br />

emotivo più forte viene raggiunto dalle quin<strong>di</strong>ci tele<br />

raffiguranti il Giu<strong>di</strong>zio Universale poste sul soffitto<br />

(R. Vanni 1635 ca.). L’attento inserimento dell’or<strong>di</strong>ne<br />

gesuita nel tessuto religioso della città è <strong>di</strong>mostrato<br />

dalla cappella del Taja, oggi usata dal coro universitario.<br />

Ai lati del trigramma (JHS) ideato da San Bernar<strong>di</strong>no<br />

da <strong>Siena</strong> si collocano il beato senese Giovanni<br />

Colombini, fondatore<br />

dei Gesuati, e Sant’Ignazio<br />

per i Gesuiti: tutti uniti nel<br />

Nome <strong>di</strong> Gesù! Tra le famiglie<br />

nobili che concorsero<br />

all’abbellimento della chiesa<br />

svolsero un ruolo preminente<br />

i Biringucci, committenti<br />

dell’altar maggiore e del<br />

monumento, vicino alla sagrestia,<br />

de<strong>di</strong>cato a Marcello<br />

(B. Mazzuoli 1745), patrocinatore<br />

<strong>di</strong> borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

per i giovani de<strong>di</strong>ti all’arte.<br />

La memoria funebre speculare<br />

a questa ci ricorda<br />

l’attenzione rivolta verso S.<br />

Vigilio da parte <strong>di</strong> alti rappresentanti<br />

della gerarchia<br />

ecclesiastica: il committente<br />

della tomba <strong>di</strong> Antonio<br />

Rospigliosi (G.A. Mazzuoli<br />

1658 ca.) fu il car<strong>di</strong>nale Giulio,<br />

poi Papa Clemente IX.<br />

Un altro Papa sostenne<br />

questa chiesa, il senese Alessandro VII Chigi, che<br />

da porporato aveva <strong>di</strong>retto a <strong>di</strong>stanza la decorazione<br />

della cappella <strong>di</strong> famiglia (sull’altare Educazione<br />

della Vergine, G.F. Romanelli, 1639 ca.). Ecco in sintesi<br />

il tesoro <strong>di</strong> S. Vigilio. ■

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