NsB 48.pdf - Cappella Universitaria di Siena
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FARE BENE IL BENE<br />
“In questi tempi <strong>di</strong> in<strong>di</strong>fferenza siamo chiamati a riscoprire l’essenziale, a <strong>di</strong>scernere ciò<br />
che è irrinunciabile per la fede. È nell’oggi della storia che possiamo manifestare la <strong>di</strong>fferenza<br />
cristiana con la pratica dell’urgente carità”. In queste frasi Luciano Manicar<strong>di</strong> sintetizza<br />
nel volontariato l’essenza del cristianesimo.<br />
Essere cristiani vuol <strong>di</strong>re “amare il prossimo tuo come te stesso” in qualsiasi momento, anzi<br />
soprattutto nelle situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio fisico, economico e spirituale.<br />
Ogni giorno si presentano sotto i nostri occhi svariate occasioni <strong>di</strong> carità: dal collega <strong>di</strong> università<br />
che richiede un supporto psicologico o un aiuto tangibile nello stu<strong>di</strong>o, al men<strong>di</strong>cante che chiede<br />
qualche centesimo per sopravvivere, al ragazzo con la se<strong>di</strong>a a rotelle che fa fatica a spostarsi, all’anziano del<br />
condominio che non riesce a salire le scale. Molto spesso si rimane impassibili <strong>di</strong> fronte a ciò come se il problema<br />
non ci riguardasse minimamente, credendo che il nostro aiuto serva a poco; invece, come insegna Madre<br />
Teresa <strong>di</strong> Calcutta, “quello che noi facciamo è solo una goccia nell'oceano, ma se non lo facessimo l'oceano<br />
avrebbe una goccia in meno”. Proprio nei piccoli gesti quoti<strong>di</strong>ani si percepisce che “la felicità più grande<br />
è essere utile agli altri” e che offrire il proprio tempo e la propria <strong>di</strong>sponibilità, in forma gratuita, per il bene<br />
del prossimo è la più nobile qualità che può esprimere un essere umano.<br />
Trascorrere un’ora alla settimana in una casa <strong>di</strong> riposo facendo sorridere gli anziani, ascoltare i carcerati,<br />
far <strong>di</strong>vertire i <strong>di</strong>versamente abili,<br />
insegnare a leggere e a scrivere ai<br />
bambini svantaggiati significa donare<br />
un po’ del nostro tempo per<br />
qualcosa <strong>di</strong> necessario ed e<strong>di</strong>ficante.<br />
Naturalmente ciò che conta<br />
non è la quantità ma la qualità<br />
del tempo de<strong>di</strong>cato agli altri: “non<br />
importa quanto si dà, ma quanto<br />
amore si mette nel dare”.<br />
Come <strong>di</strong>rebbe Manzoni “si dovrebbe<br />
pensare più a far bene che a<br />
stare bene: e così si finirebbe anche<br />
a star meglio”. Infatti, ciò che<br />
un volontario matura nella sua attività<br />
è la consapevolezza <strong>di</strong> essere<br />
fortunato e grato a Dio per il dono<br />
più grande in assoluto: la vita.<br />
Paradossalmente si scopre come<br />
“la carità fa più bene a chi la fa<br />
che a chi la riceve” (don Carlo Gnocchi), perché proprio quando si gioca con un coetaneo <strong>di</strong>versamente abile<br />
o si <strong>di</strong>aloga con un anziano si nota che un piccolo gesto o una minima attenzione ricevuta li rende immensamente<br />
felici nonostante le loro sofferenze. Ci si accorge quin<strong>di</strong> come i nostri “problemi”, come l’esame da<br />
sostenere, un voto desiderato ma non ottenuto, un’influenza <strong>di</strong> tre giorni, i litigi con un amico sono in realtà<br />
solo sciocchezze.<br />
L’aspirazione a fare il bene e l’immensa sod<strong>di</strong>sfazione che ne deriva spingono il volontario a continuare progressivamente<br />
nella sua operosità in modo totalmente <strong>di</strong>sinteressato.<br />
Per questo motivo il volontariato deve essere un'attività svolta con il cuore e non deve essere sentita come<br />
un obbligo o un impegno, ma come uno stimolo interiore a donarsi. Questo è il bene! ■<br />
“Si dovrebbe pensare più a far bene che a star bene: e così si finirebbe a star meglio”<br />
(Alessandro Manzoni)