Edizione 24 - Giugno 2012 - Nobile Collegio Mondragone
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Il <strong>Mondragone</strong><br />
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a pianta rettangolare, a più navate, ancora<br />
oggi utilizzata, ripristinata nella sua funzione<br />
originaria nel XVI secolo. Inoltre, alle spalle<br />
della Villa, sono segnalati due tratti di<br />
basolato stradale pertinenti ad una via romana<br />
che costeggiava la villa del Barco Borghese,<br />
poi proseguiva verso Tusculum, lungo la<br />
strada per l'Eremo dei Camaldolesi.<br />
Che la villa fosse un'importante residenza<br />
suburbana di una famiglia dell'aristocrazia<br />
romana lo dimostrano soprattutto le<br />
straordinarie scoperte di opere scultoree, che<br />
furono rinvenute in occasione dello scavo<br />
delle fondamenta per il primo nucleo della<br />
villa moderna: statue, colonne ed alabastri,<br />
un'iscrizione onoraria all'imperatore M.<br />
Aurelio, una testa colossale di Antinoo, ora al<br />
Museo del Louvre di Parigi, e la testa,<br />
anch'essa colossale, di Hera conservata nella<br />
Galleria Borghese a Roma; tutti materiali di<br />
straordinaria raffinatezza, il cui impiego nella<br />
villa dimostra le notevoli possibilità<br />
economiche del proprietario.<br />
Altri interessanti reperti di età romana, di<br />
provenienza ignota, ma sempre probabilmente<br />
dall'area della villa, sono sistemati nel<br />
Giardino segreto, mentre in uno dei locali del<br />
Palazzo si conserva una ricca collezione di<br />
materiali antichi di marmo e terracotta.<br />
Dall'analisi dei reperti rinvenuti e delle<br />
strutture murarie conservatesi, è possibile<br />
stabilire che la villa appartenne, come si è<br />
detto, ai due fratelli Sesto Quintilio Condiano<br />
e Sesto Quintilio Valerio Massimo, consoli<br />
nel 151 d.C., tenuti in grande considerazione<br />
dagli imperatori Antonino Pio (138-161) e<br />
Marco Aurelio (161-180); ma le strutture<br />
murarie sono certamente più antiche. Prova di<br />
ciò è fornita dai sondaggi effettuati presso il<br />
muro di terrazzamento dalla Soprintendenza<br />
per i Beni Archeologici del Lazio (funzionario<br />
responsabile la dott.ssa Giuseppina Ghini),<br />
che hanno messo in luce materiali dell'arredo<br />
architettonico della villa e ceramica d'uso<br />
domestico databili in un arco di tempo che va<br />
dall'età giulio-claudia al II secolo d.C. Le<br />
murature in opera reticolata, più antiche, sono<br />
databili nell'ambito del I secolo a.C. Un<br />
lacerto di pavimentazione a mosaico<br />
geometrico, policromo, rinvenuto<br />
recentemente nel cortile principale, inoltre,<br />
databile alla fine del I secolo a.C., costituisce<br />
un'importante testimonianza di un primo<br />
impianto architettonico già in età tardorepubblicana<br />
o inizio-augustea.<br />
La villa <strong>Mondragone</strong> dal cardinale<br />
Altemps all'Università di Tor Vergata<br />
Fu papa Gregorio XIII (al secolo Ugo<br />
Boncompagni) a sollecitare il suo ospite, il<br />
cardinale Marco Sittico Altemps, a edificare<br />
una nuova villa sulle imponenti sostruzioni<br />
della villa romana, occupando la sommità del<br />
colle sovrastante l'amata Villa Tuscolana, già<br />
proprietà Farnese e acquistata nel 1567<br />
proprio dal giovane cardinale Altemps. Il<br />
progetto della nuova residenza fu affidato a<br />
Martino Longhi il Vecchio, uno dei<br />
protagonisti dell'architettura romana, assieme<br />
a Della Porta, Bernini e Borromini, tra XVI e<br />
XVII secolo e che già aveva lavorato per la<br />
famiglia tedesca degli Altemps.<br />
La nuova costruzione, che prese il nome di<br />
Villa <strong>Mondragone</strong> in onore al drago araldico<br />
dei Boncompagni, passò ben presto, con tutti i<br />
possessi del comprensorio tuscolano (si parla<br />
infatti di uno status Tusculanus) nelle mani<br />
del cardinale Scipione Borghese che tra il<br />
1616 e il 1618 inaugurò una stagione di lavori<br />
di ampliamenti degli edifici del Longhi. Ma<br />
l'imponente costruzione, che si estese per<br />
circa 80.000 mq, iniziò il suo lento declino<br />
subito dopo la morte di Paolo V (Camillo<br />
Borghese): il suo successore, infatti,<br />
spostando la residenza estiva del papa e la sua<br />
corte a Castel Gandolfo decretò<br />
l'offuscamento graduale, ma inesorabile, delle<br />
Ville.Tuscolane.<br />
Un momento di revival Villa <strong>Mondragone</strong><br />
l'ebbe nel corso del '700, quando ospitò di<br />
nuovo un papa, Benedetto XIV, e diverse<br />
manifestazioni mondane per i nobili del<br />
tempo, ma già il secolo successivo vide la<br />
struttura messa a dura prova da eventi tellurici<br />
e dalla presenza di truppe austriache che vi si<br />
insediarono nel 1821 e nel 1828.<br />
Solo nel 1865, quando la Villa venne<br />
concessa dai principi Borghese in usufrutto ai<br />
Gesuiti per un loro collegio, iniziarono da<br />
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<strong>Edizione</strong> n° <strong>24</strong> – giugno <strong>2012</strong> pag.14 di 32