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Edizione 24 - Giugno 2012 - Nobile Collegio Mondragone

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Il <strong>Mondragone</strong><br />

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È l' istituto che ha allevato la futura classe dirigente<br />

«Negli anni Sessanta c' era un gruppo di<br />

ragazzi che andavano tutti a scuola insieme,<br />

avevano la stessa età e facevano la stessa<br />

classe. Prima le medie, poi il ginnasio e il<br />

liceo...». Piero Sansonetti, direttore di<br />

Liberazione, il quotidiano di Rifondazione<br />

comunista, ha raccontato ieri nel suo<br />

editoriale questa storia: «Uno si chiamava<br />

Luca (Cordero di cognome), un altro si<br />

chiamava Mario (Draghi di cognome), un<br />

altro ancora Gianni (di cognome faceva De<br />

Gennaro)...Poi Luca da grande fece il<br />

presidente della Fiat, Gianni il capo della<br />

polizia e Mario, forse, il governatore<br />

centrale». Sembra una favola: Montezemolo,<br />

De Gennaro, Draghi. La scuola - lo ricorda<br />

Sansonetti, anche lui ex alunno - era una delle<br />

più prestigiose di Roma: l' istituto<br />

Massimiliano Massimo, retto dai padri<br />

gesuiti. Stava all' Eur. È ancora lì. Ma la<br />

storia, volendo, potrebbe continuare: perchè<br />

tra gli ex alunni del Massimo sono molti<br />

quelli che nella vita hanno avuto fortuna.<br />

Banchieri e industriali, da Luigi Abete (Bnl) a<br />

Rudy Peroni (dell' omonima birra), principi<br />

del foro (Franco Coppi), diplomatici e<br />

ambasciatori (Staffan de Mistura, Giovanni<br />

Dominedò, Silvio Fagiolo). E poi il presidente<br />

del Censis Giuseppe De Rita, l' ex presidente<br />

della Corte Costituzionale Riccardo Chieppa,<br />

il vicepresidente della Federcalcio Giancarlo<br />

Abete. Potere politico e potere economico.<br />

Una classe dirigente quasi al completo. «Non<br />

pensate a una lobby, però, vi sbagliereste -<br />

avverte il presidente degli ex alunni, Paolo<br />

Gaudenzi, 44 anni, professore ordinario alla<br />

Scuola di ingegneria aerospaziale dell'<br />

università La Sapienza - Se Mario Draghi<br />

arriverà a sedersi sulla poltrona di<br />

Governatore di Bankitalia (ora BCE), lo<br />

dovrà solo al suo valore eccezionale. Nessuna<br />

azione lobbistica lo porterà mai a palazzo<br />

Koch, nessuno di noi si sta muovendo in tal<br />

senso. Il segreto del Massimo è un altro: c' è<br />

dietro un metodo di lavoro...». Quale?<br />

Nel sito internet (www.istitutomassimo.it)<br />

viene spiegato chiaramente: «La persona che<br />

esce da questa scuola dovrebbe essere non<br />

solo competente, ma anche una persona che<br />

ama, che si prende cura di sé, degli altri, del<br />

mondo, che si impegna per la giustizia, che ha<br />

fede...Un uomo o una donna per gli altri e con<br />

gli altri». È il metodo ignaziano, la scuola dei<br />

gesuiti. Etica e studio, libri e morale. Dall'<br />

asilo al liceo. «Ma i valori cristiani qua si<br />

propongono, non si impongono mica», chiosa<br />

convinto l' ingegner Gaudenzi. Scuola<br />

cattolica, privata, esclusiva. «La numero uno<br />

di Roma», sentenzia orgoglioso Giulio Viola,<br />

67 anni, ex Pirelli, Italcable, Telecom, oggi<br />

consulente economico internazionale,<br />

presidente uscente degli ex alunni. Professori<br />

mitici: «Nella classe di Draghi, De Gennaro e<br />

Montezemolo c' era Padre Chemeri - racconta<br />

Sansonetti - Un latinista fine e un personaggio<br />

molto carismatico coi giovani». Ma Franco<br />

Coppi, che vi studiò quando ancora la sede<br />

era quella di Palazzo Massimo alle Terme<br />

(Stazione Termini), ricorda sopra tutto la<br />

figura di Giovanni Faure, professore (laico) di<br />

Scienze. «Un fuoriclasse - dice Coppi -<br />

Arrivava alle 5 del mattino col suo sigaro in<br />

bocca e riempiva la lavagna di classificazioni:<br />

protozoi, metazoi... Ero affascinato.<br />

Sinceramente avrei voluto seguire i suoi passi.<br />

Ma poi, più per motivi contingenti che per<br />

vocazione, scelsi il diritto e quando andai a<br />

dirglielo s' infuriò. Mi schiaffeggiò in mezzo<br />

al corridoio e da quel giorno non mi rivolse<br />

più la parola». Quelli del Massimo non<br />

saranno una lobby, ma certo dopo la scuola<br />

rimangono molto amici. Giusto stasera il<br />

professor Coppi sarà a cena con gli<br />

ambasciatori Silvio Fagiolo e Giovanni<br />

Dominedò. Sono passati gli anni, ma non la<br />

voglia di raccontarseli.<br />

Fabrizio Caccia<br />

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<strong>Edizione</strong> n° <strong>24</strong> – giugno <strong>2012</strong> pag.18 di 32

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