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l'eclettico Thomas Griffiths Wainewright - Urbinoir

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Il dottor Locock fu colpevole di negligenza? Decisamente no. I sintomi dell’avvelenamento da<br />

stricnina sono ben noti al giorno d’oggi, e sarebbero stati riconosciuti prontamente anche ai tempi di<br />

Sherlock Holmes, ma nel 1830 erano praticamente sconosciuti non solo al medico comune ma<br />

anche allo specialista in tossicologia. La sostanza era stata sintetizzata per la prima volta solo nel<br />

1818. L’astuzia veramente diabolica di TGW nel servirsene fece il resto: egli non commise l’errore<br />

di causare la morte improvvisa di una persona giovane e in buona salute, ma ebbe cura di indebolirla<br />

con un lento avvelenamento da antimonio e di fornire un pretesto plausibile per le sue<br />

condizioni di salute, prima di somministrarle la dose fatale il giorno stesso della morte. Sia il signor<br />

Culverton Smith sia il dottor Grimesby Roylott avrebbero, con minore successo, avuto un’idea<br />

analoga in anni seguenti. “L’idea di usare un tipo di veleno che non potesse essere scoperto da<br />

nessuna analisi chimica era proprio quella che poteva venire in mente a un uomo intelligente e privo<br />

di scrupoli… 33 ”<br />

Due domande si pongono obbligatoriamente. La prima è: Eliza fu complice di suo marito<br />

nell’omicidio della sorellastra? La seconda: TGW aveva premeditato di uccidere Helen fin<br />

dall’inizio della sua macchinazione o cambiò il suo piano strada facendo?<br />

La risposta alla prima domanda è la più difficile. Senza dubbio fu Eliza a somministrare a Helen<br />

la gelatina che conteneva una polvere non prescritta dal medico: una gelatina dolce, particolarmente<br />

adatta a mascherare il sapore fortemente amaro della stricnina. Questo non implica che ella fosse al<br />

corrente, prima del delitto, della natura della sostanza che somministrò a sua sorella dietro istruzioni<br />

di TGW, ma deve essersene resa conto per forza di cose dopo il fatto. A questo punto però, anche se<br />

avesse voluto, non avrebbe più potuto denunciare suo marito senza accusare anche sé stessa. La mia<br />

impressione è che questa sia la spiegazione più plausibile, anche alla luce di quanto accadde in<br />

seguito tra i due coniugi.<br />

La risposta alla seconda domanda può essere ipotizzata in base ad alcuni elementi. Helen morì il 21<br />

dicembre, lo stesso giorno in cui scadeva la proroga dell’atto di vendita che Sharpus vantava nei<br />

confronti degli arredi di Linden House. I creditori si presentarono in Conduit Street mentre Helen<br />

giaceva ancora sul letto di morte. TGW riuscì infine a persuadere Sharpus a rinviare la sua azione<br />

mostrandogli i due testamenti (che erano in suo possesso) che gli consentivano di rendere erede di<br />

Helen e quindi beneficiario delle polizze sé stesso oppure Madeleine, a sua discrezione. Questa<br />

coincidenza di date ci porta a supporre che probabilmente il piano originale di TGW fosse<br />

effettivamente quello di fingere la morte di Helen all’estero, ma che dietro la pressione delle scadenze<br />

dei suoi debiti, mancandogli il tempo di organizzare un finto decesso, egli si decise a sacrificare<br />

la vita della ragazza.<br />

“Non può continuare per sempre a giocare con strumenti affilati senza tagliarsi quelle manine<br />

delicate.” [3GAB, 1033]<br />

Lo schema di TGW, che avrebbe dovuto fruttargli 16.000 sterline, incontrò subito delle difficoltà. Il<br />

4 gennaio 1831 le compagnie di assicurazione tennero una riunione: misero insieme le loro informazioni,<br />

dalle quali vennero in luce le varie menzogne di Helen Abercromby. Le compagnie formarono<br />

un fronte comune e rifutarono di pagare in base al concetto di “misrepresentation”: cioè<br />

l’assenza di un reale interesse di Helen ad assicurare la propria vita, e il fatto che le polizze fossero<br />

invece state emesse nell’interesse esclusivo di una terza persona (TGW) che aveva anche pagato di<br />

tasca propria tutti i premi. Le circostanze della morte di Helen, per quanto sospette, non rientravano<br />

nella competenza diretta degli assicuratori. (D’altro canto, se Helen si fosse legittimamente<br />

assicurata sulla vita a favore della sorella o di una terza persona e TGW l’avesse assassinata, questo<br />

non avrebbe inficiato la regolarità delle polizze, che avrebbero dovuto essere pagate). Coraggiosamente,<br />

TGW scelse di lottare e di intentare causa contro la Imperial. Ma c’era una grossa difficoltà:<br />

la mancanza di denaro per sostenere le spese legali. Qui gli venne in aiuto l’avvocato<br />

33 “The idea of using a form of poison which could not possibly be discovered by any chemical test was just such a one as would occur<br />

to a clever and ruthless man…” [SPEC, 273]

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